XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sugli effetti dell'utilizzo dell'uranio impoverito

Resoconto stenografico



Seduta n. 78 di Giovedì 18 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 

Seguito dell'esame testimoniale del Comandante del COI, Amm. Sq. Giuseppe Cavo Dragone:
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 2 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 2 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 2 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 3 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 3 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 3 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 3 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 4 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 4 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 4 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 5 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 5 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 5 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 5 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 6 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 6 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 7 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 7 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 8 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
Cova Paolo (PD)  ... 8 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 8 ,
Cova Paolo (PD)  ... 8 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 8 ,
Cova Paolo (PD)  ... 8 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 8 ,
Cova Paolo (PD)  ... 8 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 8 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 8 ,
Cova Paolo (PD)  ... 9 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 9 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 9 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 9 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 9 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 10 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 10 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 11 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 11 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 12 ,
Pili Mauro (Misto)  ... 12 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 13 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 13 ,
Duranti Donatella (MDP)  ... 13 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 13 ,
Duranti Donatella (MDP)  ... 13 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 14 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 14 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 14 ,
Cova Paolo (PD)  ... 15 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 15 ,
Cova Paolo (PD)  ... 15 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 15 ,
Cova Paolo (PD)  ... 15 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 15 ,
Cova Paolo (PD)  ... 15 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 15 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 15 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 15 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 15 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 15 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16 ,
Cavo Dragone Giuseppe , Comandante del COI ... 16 ,
Scanu Gian Piero , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GIAN PIERO SCANU

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che se non vi sono obiezioni la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame testimoniale del Comandante del COI, Amm. Sq. Giuseppe Cavo Dragone.

  PRESIDENTE. Buongiorno a tutti.
  L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame testimoniale del Comandante del COI, l'Ammiraglio di Squadra Giuseppe Cavo Dragone, che saluto e ringrazio per la sua presenza.
  La prima parte dell'esame testimoniale ha avuto luogo nella seduta antimeridiana dello scorso 23 febbraio secondo le consuete modalità fissate dagli articoli 13, comma 1, e 15, commi 1 e 2, del Regolamento interno della Commissione, in base alle quali il Comandante del COI è stato audito in qualità di persona informata sui fatti ai fini dello svolgimento dell'inchiesta.
  Proseguiamo in questa sede l'esame che ha avuto inizio in quella data, approfondendo alcune delle questioni affrontate e, naturalmente, chiedendo al Comandante di voler eventualmente dar seguito a quanto richiestogli in precedenza.
  Ricordo che anche in questo caso, ove lo si ritenesse necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta.
  Bentornato, Ammiraglio. Naturalmente, noi abbiamo cercato di far tesoro delle informazioni che ha reso in occasione del nostro primo esame testimoniale. Una parte delle domande che le porrò e le porranno i colleghi terrà conto anche del lavoro già fatto.
  La Commissione ha ricevuto dal COI alcuni documenti relativi ai DVR, in generale, nel Kuwait, a Erbil, in Iraq, negli Emirati Arabi Uniti, in Afghanistan, a Misurata in Libia, in Libano, a Belo Polje- Peć, in Kosovo.
  In tutti gli altri casi, Ammiraglio, ad esempio nel Training Center in Iraq, nella Task Force Praesidium, a Mosul, o all’European Union Training Mission a Mogadiscio, il DVR non è stato redatto? La domanda nasce dalla constatazione che, relativamente a queste missioni, a queste località, il COI non ha inviato niente alla Commissione.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Prendo un attimo nota delle locazioni che mi ha detto. Ho preso nota di: Mogadiscio, del Kurdistan Training Center, ovviamente in Kurdistan, di Mosul. Mi ha detto qualche altro...

  PRESIDENTE. Atrush, Training Center in Iraq, Task Force Praesidium a Mosul, European Union Training Mission a Mogadiscio.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Perfetto, sì, ora li ho tutti.
  Ritengo che in almeno in un paio di queste locazioni che lei mi ha detto il documento sia in via di revisione, ma mi riservo di dare una risposta punto a punto Pag. 3su tutte le situazioni. Calcoli che comunque, indipendentemente dalla Commissione, è un'azione che io ho fatto, che sto facendo da quando sono lì. Ho intenzione comunque di riesaminare bene tutti quanti i DVR, e quindi dare disposizioni perché quelli che sono in via di revisione, in via di completamento vengano fatti a breve, perché secondo me devo, nelle vesti di Comandante del COI, da una parte disciplinare, aver certezza che la documentazione venga fatta secondo determinati criteri e, dall'altra, standardizzarli per agevolare poi i Comandanti, alla fine del discorso, anche per dare una mano ai Comandanti in teatro.
  Adesso, ho in corso questa revisione dei DVR, questo sollecito della produzione di quelli che sono ancora in via di revisione mancanti, perché vorrei poi addivenire a un unico documento che io fornisco ai Comandanti in teatro, un documento – mi si scusi il termine – vuoto, cioè strutturato in maniera standardizzata, secondo determinate paragrafature, in modo tale che non ci sia diversità tra il DVR fatto – che ne so? – a Mogadiscio e quello fatto a Herat.
  Potrebbero essere entrambi di assoluto valore, ma vorrei in questo senso standardizzare la struttura di questi documenti, fare in modo tale che siano tutti uguali e agevolare, quindi, i Comandanti nella compilazione e nell'aggiornamento di questi. Mi riserverei di risponderle, però, punto a punto su queste locazioni documentandomi con certezza. Sono sicuro di un paio, perché ne ho contezza e ne ho ricordo che sono in fase di revisione.

  PRESIDENTE. Le chiederei, gentilmente, Ammiraglio, di inviarci per iscritto comunque la relativa comunicazione, con la quale appunto ci informa di voler dare conferma a quanto appena dichiarato qui in Commissione.
  In una relazione presentata dal colonnello Lo Giudice alla Commissione in data 9 marzo 2017 sulle competenze relativamente alla sicurezza ambientale del settore chimico, biologico, radiologico e nucleare per i teatri operativi, si afferma: «Il COI non dispone di comunicazioni o informazioni di uso di particolare munizionamento da parte dei Paesi e/o coalizioni che potrebbero aver utilizzato nei teatri oggetto di schieramento di truppe italiane».
  Ammiraglio, ciò significa che in ambito internazionale neppure i Paesi alleati comunicano queste informazioni ai vertici delle nostre Forze Armate?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Ribadisco, sicuramente durante il mio periodo al COI non ho avuto questo tipo di comunicazioni. Adesso, non so se Lo Giudice ha fatto anche un periodo...

  PRESIDENTE. È sufficiente che lei abbia confermato.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì. Calcoli, però – ribadisco – che ahimè io sono in carica al COI dal 1° luglio dell'anno scorso.

  PRESIDENTE. Ammiraglio, noi non abbiamo un atteggiamento aggressivo. Vogliamo soltanto cercare di capire, e quindi è necessario che questo accada con modalità le più semplici possibile.

  MAURO PILI. A questa domanda, presidente, possiamo capire bene la risposta? Sinceramente, io non l'ho capita.

  PRESIDENTE. Io ho capito di no, ha detto no. L'ammiraglio ha detto no.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, ribadisco che nel mio mandato, quindi nel periodo dal 1° luglio 2016 a oggi, io non ho avuto comunicazione del tipo che mi ha accennato il presidente.

  MAURO PILI. Può specificare che cosa intende lei per comunicazioni? Il presidente ha detto che gli alleati non comunicano e non hanno mai comunicato: è così?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, durante il mio mandato non hanno mai comunicato alcunché.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Cito sempre il colonnello Lo Giudice: «Tutte le informazioni disponibili confluiscono nei documenti di pianificazione con i quali il COI, oltre a dare gli ordini operativi e gli ordini logistici, emana gli ordini e le direttive afferenti i settori sia della sanità sia del rischio CBRN».
  Ammiraglio, in che misura ciò può costituire un limite all'autonomia dei datori di lavoro identificati al livello dei comandanti di reparto?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Io direi che quello che il COI si preoccupa di fare è avere una visione, una situazione del teatro operativo che si è avuto disposizione del Governo di aprire e la missione da svolgere in anticipo, quindi a livello di pianificazione la raccolta di informazioni, che sono tutte quelle che possono essere disponibili sul territorio da parte delle agenzie di informazioni, da parte di incontri con eventualmente Nazioni già presenti in loco, monitoraggio tramite fonti esterne, intendo dire fonti aperte, poi l'Organizzazione mondiale della sanità, tutto quello che è il flusso informativo che noi cerchiamo di avere nel modo più approfondito e ampio possibile.
  Generano una visione del teatro operativo che comporta un approccio, delle disposizioni che servono a fare in modo tale che il nostro personale si rischieri in teatro nella maniera più tutelata e più sicura possibile. Questo è il punto di partenza, dopodiché abbiamo i Comandanti in teatro, che sono responsabili innanzitutto del monitoraggio continuo della situazione, perché credo possiate immaginare quanto cangiante possa essere lo scenario che si presenta a un dispositivo operativo in loco. Faccio solo un esempio.
  A Mosul abbiamo un distaccamento che protegge i lavoratori della ditta Trevi sulla diga. La città dista dal nostro schieramento un certo numero di miglia, adesso non vorrei dire stupidaggini, ma potrei ricordarmi bene, una trentina di miglia, ma tutta l'attività di liberazione della città di Mosul, che ha chiamato in causa le forze irachene supportate dalla coalizione recentemente, ha generato un fronte di confronto tra i contendenti, che pian piano si è spostato sempre di più verso la zona di Mosul e verso la zona di Mosul che ancora deve essere liberata.
  Questo spostamento della linea di fuoco, della linea di confronto, ovviamente aveva diversi impatti man mano che si avvicinava o si allontanava dal nostro dispiegamento, con misure che, in funzione della situazione che evoluiva di giorno in giorno, venivano valutate e aggiornate dal nostro Comandante in loco. Abbiamo fatto un assessment, una valutazione del posto di rischieramento, di Mosul nella fattispecie, ma è valido per tutti i teatri, iniziale – chiamiamolo al momento zero, di inizio della missione – dopodiché la situazione viene continuamente monitorata e, ovviamente, le misure di mitigazione, di riduzione di eventuali rischi, che per forza di cose e per la natura dei militari ci sono per forza, vengono aggiornate dal Comandante in loco.
  Personalmente, le disposizioni iniziali hanno comunque sempre un valore e io ritengo, pretendo e vedo che vengano rispettate, cioè che vengano sicuramente seguite dal Comandante e, eventualmente, emendate e aggiornate in funzione della dinamicità del teatro operativo.

  PRESIDENTE. Senza nessuna limitazione, quindi, alla loro autonomia.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Io riterrei di no, anzi credo che loro siano veramente il termometro di quello che avviene in loco e abbiano la capacità, l'autorità, la responsabilità per eventualmente modificare tutte le azioni di mitigazione, ma non parliamo soltanto a livello ambientale.
  Io affronto il problema – non so se è una deviazione professionale – a 360 gradi. Noi parliamo anche della protezione della Forza da forze insorgenti, da situazioni locali, che possono ovviamente cambiare. È un approccio onnicomprensivo, quello che io faccio, che comprende anche i rischi ambientali e la tutela del lavoratore.

  PRESIDENTE. Cito sempre il colonnello Lo Giudice: «Per quanto attiene ai compiti Pag. 5di sicurezza ambientale in fase di pianificazione, il COI, tramite la divisione J4, al fine di assicurare un adeguato soddisfacimento delle esigenze nel campo CBRN rappresentate dai Comandanti di contingenti fuori area, predispone ogni anno la bozza di programma delle attività CBRN da svolgere nei teatri operativi».
  Ci può riferire se la bozza di programma per il 2017 è stata trasmessa da Stato Maggiore Difesa 4 al CIC, se il CIC l'ha confermata e se il capo di Stato Maggiore della Difesa l'ha approvata? Naturalmente, a nessuno più che a lei è nota la procedura che ho appena citato, quindi non le sto assolutamente dicendo niente di nuovo. Noi desideriamo sapere se questa bozza di programma è arrivata nell'approvazione del Capo di Stato Maggiore della Difesa integra, così com'è partita, o se sono state stralciate delle richieste, delle proposte.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Non so se ho capito. Vuole sapere se del mio programma, delle mie esigenze iniziali qualcosa è stato tolto o cancellato dal novero?

  PRESIDENTE. Cerchiamo di essere più precisi. Le parlo proprio di bozza. Lo dice anche il colonnello Lo Giudice, ma questo è un elemento che abbiamo acquisito anche in altri esami testimoniali. Questa bozza è stata predisposta e ci è stata anche fornita. A noi interessa sapere se dall'atto della partenza all'approvazione finale sono intervenute molte modifiche e, eventualmente, se lei sa dirci per quali ragioni.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Su questo temo di dover chiedere di potermi documentare. Sicuramente, mi ricordo che la bozza partita va a confluire in un calderone più ampio, ovviamente, con diverse priorità e necessità, ma se mi è consentito vorrei rispondervi a breve, dare una risposta esaustiva su partenza, arrivo e integrità della richiesta.
  Io credo che la richiesta... Concedetemi poi di completare questa risposta quando ho il documento, mi sono documentato opportunamente, ma mi sembra di poter dire con sufficiente certezza che la proposta viene recepita nella sua completezza, viene messa a sistema di un'architettura più ampia, che credo tenga in considerazione le varie priorità.
  Onestamente, do un certo carattere di necessità, urgenza, in funzione della percezione che mi viene data dal teatro operativo. La richiesta la trasmetto con queste caratteristiche. Ovviamente, poi, il tutto va messo a sistema e va collocato in maniera reciproca rispetto a tutte le richieste che credo confluiscano, cioè che sicuramente confluiscono allo Stato Maggiore Difesa, quindi parliamo anche di aspetti nazionali, posso parlare di aeroporti, poligoni, navi e quant'altro. Credo che sia abbastanza complesso e variegato.

  PRESIDENTE. Ammiraglio, lei sa, però, perfettamente, meglio di tutti noi, che se esiste la procedura che ho appena ricordato, quindi Stato Maggiore Difesa 4 invia il CIC, che la conferma se ritiene di confermarla e poi la trasmette al Capo di Stato Maggiore della Difesa, che ha l'ultima parola, questo significa che in itinere la bozza può subire delle modifiche. Non è, quindi, una cosa scontata.
  Proseguo. Nella bozza di programma, Ammiraglio, sono indicati monitoraggi sulla salubrità dell'aria a Mosul, Erbil e Baghdad, perché «nell'area viene percepita la presenza maleodorante della combustione di rifiuti di materiale plastico»; ad Atrush, perché vi sono «residui provenienti da numero 2 raffinerie di petrolio nel raggio di 10 chilometri»; a Mogadiscio, perché vi sono «fumi da discariche limitrofe».
  Ammiraglio, queste indagini sono state condotte?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. So che attività è stata fatta, ma a questa specifica, anche qui, se mi consente, devo dare una risposta puntuale, in modo tale da...

  PRESIDENTE. Non è, quindi, nella condizione di rispondere.

Pag. 6

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sicuramente, no. Per non dire stupidaggini, sicuramente no, ma mi riservo di farlo al più presto. Andrò comunque a ricontrollare, ma ho annotato Mosul, Erbil, Atrush e Mogadiscio, attualmente.

  PRESIDENTE. Sì. Le ho chiesto su questo, sì.
  Lei ci sa dire per quale ragione si è ritenuto di dover sottoporre a delle misurazioni per il radon gli ambienti sotterranei di Mosul?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Io ritengo, ma posso comunque approfondire...

  PRESIDENTE. Scusi, Ammiraglio, non le sembri una scortesia da parte mia, ma è necessario in esame testimoniale essere assertivi. Lei già in diverse circostanze ipotizza, ritiene. Quando una cosa non la sa, è meglio che dica «Non la so». Quando dovesse dare, eventualmente, una risposta affermativa, la prego di farlo in maniera esplicita, perché ritenere si presta a interpretazioni che in questa sede non sono consentite.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, mi scusi. Quando non riesco a rispondere puntualmente, mi sento in colpa.

  PRESIDENTE. Non è l'esame della vita, questo, ma cerchiamo di essere precisi.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Su questo punto anche su Mosul mi riservo di rispondere. Mi sono annotato le misurazioni radon di Mosul che genesi hanno, da che cosa nascono.

  PRESIDENTE. Esattamente.
  Aggiungo questa domanda: sa dirci di che tipo sono le sorgenti radiogene da sottoporre a controllo a Belo Polje, in Libano, e a Mogadiscio?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Anche su questo mi riservo di rispondere.

  PRESIDENTE. Bene.
  Anche per l'esposizione ai campi elettromagnetici sono stati previsti nella bozza rilievi in Kosovo, in Libano e in Iraq: sa dirci al momento come sono stati valutati questi rischi o sospendiamo anche questa risposta?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Onestamente, se andiamo molto nel particolare, io non... Il mio mestiere... Non voglio dire che non posso andare nel particolare. Vorrei andarci sempre, ma purtroppo la connotazione della mia attività non me lo consente, però sicuramente sono assolutamente disponibile a dare risposte. Devo soltanto annotarmi la domanda. Se non le dispiace, può ripetermela?

  PRESIDENTE. Come sono stati valutati i rischi all'esposizione a campi elettromagnetici in Kosovo, in Libano e in Iraq?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Okay, chiaro.

  PRESIDENTE. Il programma prende in esame tutti i teatri operativi, a eccezione della Libia: lei sa dirci la ragione, Ammiraglio, di quest'eccezione?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. La Libia è il teatro più recente che abbiamo aperto. Da normale attività che noi svolgiamo prima degli ingressi in teatro operativo, tutte le investigazioni, tutta la raccolta informazioni e tutte le valutazioni relative sono state fatte prima dell'immissione del personale. Calcoli che questo è avvenuto nell'ultimo trimestre del 2016.

  PRESIDENTE. Questo è obbligatorio. Lei stesso, peraltro, nel precedente esame testimoniale ce l'ha detto. La domanda è un'altra, Ammiraglio, forse non mi sono spiegato bene. Pag. 7
  Tutti i teatri operativi, nel programma, sono stati presi in esame. L'unico teatro a non essere stato preso in esame è la Libia. Lei sa o allo stato attuale non sa il motivo per cui si è ritenuto di non dover prendere in esame la Libia o è una cosa che magari ci si ripromette di fare più avanti? Ci dia una risposta anche su questo.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. In ottemperanza a quello che ci siamo detti prima, preferisco dargliela con certezza.

  PRESIDENTE. Va bene.
  I datori di lavoro dei siti militari all'estero, ove ritengano necessari ai fini della valutazione dei rischi il monitoraggio e il controllo della situazione ambientale nel campo CBRN, debbono attendere che la loro richiesta venga valutata favorevolmente dal CIC e approvata dal capo di Stato Maggiore della Difesa. Ne abbiamo parlato anche poco fa, immagino che lei confermi questo.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, sicuro.

  PRESIDENTE. Lei ritiene che questo possa costituire un limite al potere decisionale e di spesa del datore di lavoro? Mi spiego meglio.
  Se io, datore di lavoro, chiedo un determinato intervento e poi quest'intervento non viene approvato, e quindi non viene realizzato, perché il Capo di Stato Maggiore della Difesa ha ritenuto così, lei pensa che questo possa essere un elemento tale da ingenerare una limitazione del potere decisionale del datore di lavoro?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sicuramente, se il datore di lavoro fa questa richiesta, è una richiesta circostanziata e che ha una sua necessità, sennò non avverrebbe. Ritengo che, nell'ambito della responsabilità del datore di lavoro, lui comunque possa mettere in atto quelle cosiddette misure di mitigazione o di limitazione del rischio in loco in attesa di ulteriori definizioni della problematica che ha sollevato.
  In tutto questo, è un problema che mi sono posto anch'io in passato e vorrei enfatizzare comunque che noi facciamo parte sempre di alleanze, coalizioni e operazioni che agiscono sotto una connotazione multinazionale. So per certo che, nell'ambito del normale flusso di informazioni che ci sono nell'ambito dell'alleanza, tutto quello che è correlato all'area di possibile pericolo per il personale schierato viene ampiamente discusso e condiviso in fase di scambio di informazioni. Questo è un elemento che credo i Comandanti tengano in considerazione e che faccia parte dell'equazione.

  PRESIDENTE. Le chiedo ancora una volta una mano, perché dobbiamo cercare di essere espliciti.
  Se io, datore di lavoro, chiedo che venga effettuato un approfondimento perché sono preoccupato in quanto ritengo che ci possa essere un rischio e quest'approfondimento non viene deliberato alla fine della catena dall'ultimo decisore, quello effettivo e finale... Io non ho la possibilità di fare quest'approfondimento, questo è un dato oggettivo.
  Lei sa perfettamente – non credo che volesse dire questo – che le forze alleate, le forze dei Paesi alleati, che addirittura non ci fanno sapere che munizionamento utilizzano, tantomeno possono essere impiegate per fare quegli approfondimenti che spettano a ciascun Paese. Questo è oggettivo.
  Lei può anche sospendere il suo giudizio. Se non se la sente di esprimerlo, ne ha assolutamente facoltà, anche perché è un giudizio, non è un fatto preciso, specifico in sé. Non cerchiamo, però, altre scappatoie, che non ci sono. Lei intende sospenderlo, questo giudizio, Ammiraglio?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. No, credo che sia invece abbastanza semplice. Sicuramente, rispetto alla richiesta iniziale, se questo avviene, ha un impatto, quindi ha una limitazione. Ovviamente – questo mi consenta di dirlo – il tutto, ripeto, va messo a sistema, perché le Pag. 8nostre esigenze di teatro non sono le uniche.

  PRESIDENTE. Va bene, grazie.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. C'è un collegio che dà delle priorità e in funzione di questo vengono fatte. Poi ripeto che è un dato di fatto. Credo che sia incontrovertibile che, se io chiedo se hanno fatto un controllo e non possiamo farlo nell'immediatezza o non può essere fatto, sicuramente era meglio farlo, non c'è dubbio.

  PRESIDENTE. Grazie.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano porre quesiti o formulare osservazioni.

  PAOLO COVA. Torno un po’ indietro, anche a quello a cui stava accennando adesso nelle domande il presidente e a quello che abbiamo ascoltato in questi mesi.
  Il mio problema è un po’ questo, che vorrei capire da lei: com'è possibile fare un DVR o preparare delle norme, delle buone pratiche per la sicurezza dei lavoratori se chi è in un campo di missione non conosce e non sa quello che avviene? Anche lei oggi ha affermato, dopo una lunga serie di audizioni, che non sapete quello che sta succedendo, perché non avete le informazioni da parte degli alleati, tolto il caso, come ci è stato detto ieri, solo se si ha il comando della situazione.
  Nella mia somma ignoranza, ma ragionando un po’ e per il lavoro che faccio, dico che, se so che cosa avviene, so che cosa mettere in pratica. Dato che nessuno di voi sa niente, come potete mettere in atto delle pratiche? Come potete intervenire? Qual è la soluzione? Me lo deve spiegare.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Perché, chiedo scusa, onorevole, mi dice che non sappiamo? Da che cosa deriva questa sua affermazione?

  PAOLO COVA. L'ha detto lei.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Che non sappiamo che cosa, scusatemi? Forse ho sbagliato. Voglio approfondire.

  PAOLO COVA. Che tipo di munizionamento usano i nostri alleati?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Il tipo di munizionamento che viene usato dagli alleati... Sappiamo le caratteristiche dell'armamento che loro hanno, sappiamo... Io credo, se non ho capito male, che venisse... che il focus fosse se sappiamo dell'uso di munizionamento che fosse originatore di effetti nocivi sul personale. Non so se...

  PAOLO COVA. Presidente...

  PRESIDENTE. Scusi, Ammiraglio, è la stessa cosa. Il fatto che non esista nello specifico l'obbligatorietà a rendere edotto lo Stato Maggiore della Difesa o il COI riguardo l'eventuale uso di proiettili non convenzionali viene confermato dall'affermazione secondo cui i Paesi alleati non sono tenuti a dare complessivamente notizia allo Stato Maggiore. È a monte che viene rimossa quest'esigenza.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Probabilmente, mi sono spiegato male. Torniamo all'origine.
  Non ci viene detto il tipo... Genericamente... Partiamo dall'approccio più generale. Non ci viene detto, non è specificato a priori il tipo di armamento che viene usato, perché noi sappiamo cosa sganciano gli aerei americani, sappiamo che tipo di bomba viene sganciata per determinati tipi di operazioni, che tipo di proiettili usano eventualmente i loro sistemi d'arma, ma perché è un'informazione che è di dominio pubblico, cioè non c'è niente di segreto.
  Quello che voglio dire è questo, che neanche io comunico ai miei alleati che munizionamento uso, se dovessi usarlo, cosa che non sta accadendo, ma se lo facessi, perché è un munizionamento standard, un munizionamento noto, un munizionamento con caratteristiche ben specifiche, che ha Pag. 9delle peculiarità per determinati eventi, possa essere questo penetrare una corazza di un carro armato, possa essere questo fare una saturazione di aria, perché sono presenti personale da tenere sotto controllo. Tutto questo è ampiamente conosciuto, noto e standard.
  Io so... Quando ero in Afghanistan con la portaerei Garibaldi, sapevo che tipo di armamento usavano gli americani, che tipo di armamento usavano gli inglesi e che tipo di armamento mettevano i nostri aerei sotto le proprie ali per questo tipo di missione che abbiamo fatto, che era l'opposizione al regime talebano all'origine dell'operazione Enduring Freedom contro l'Afghanistan. Questo è un qualcosa che è noto.
  Quello su cui io mi sono focalizzato – probabilmente, ho preso un granchio in questo – è che io ho la convinzione, la certezza... Non è scritto, ma è normale flusso di informazioni che, se ci fossero armamenti speciali che generano un certo tipo di effetto collaterale non sulla popolazione sicuramente, ma sulle forze amiche, noi alleati, ci verrebbe detto come, e non ce lo abbiamo in inventario, faremmo noi, come è buona norma nei confronti degli alleati.
  Io voglio dire che, se non ci è stato detto che nel teatro X, per non fare nomi, è stato usato un tipo di armamento nocivo, che possa dare questi tipi di effetti, e ribadisco e sottolineo nel mio mandato, perlomeno, dal 1° luglio 2016 in avanti, io assumo che questo non sia stato usato. Questo deve essere ben chiaro. Io non è che non so cosa usano gli americani, gli inglesi, i francesi. Lo so benissimo, ma è un materiale che si va a reperire anche su fonti aperte. Comunque, nell'ambito dell'attività di coalizione si sa eccome, questo glielo garantisco.
  L'eventuale uso di materiale non convenzionale, se venisse usato, e io non credo, ci verrebbe comunicato. Se lo usassimo noi, e non lo abbiamo nel novero, lo comunicheremmo ai nostri alleati, ma questo non c'è scritto da nessuna parte. Io comunicherei al mio alleato se c'è un cecchino sopra un campanile dicendo: io, italiano, non ci devo passare per quella strada, ma sappi, tu nepalese che fai parte della coalizione, che lì c'è un cecchino, punto e basta. Su questo vorrei che non ci fossero dubbi.

  PAOLO COVA. Dalla sua affermazione, però, non è detto che diamo tutto per scontato. Il fatto che non ce lo dicano non vuol dire che non lo usino. O siamo certi?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Dal mio punto di vista, siccome combattiamo fianco a fianco, rischiamo la pelle fianco a fianco, condividiamo tutto, ritengo che, se non ci è stato detto come alleato di tutti quelli che fan parte della coalizione, questo non venga usato. Questo è un mio assessment da comandante delle Forze operative che mi sento di difendere e non ho sentore che quest'accordo in fatto non venga rispettato. Non ho indicazioni per dire il contrario.

  MAURO PILI. Vorrei capire dall'Ammiraglio con quali modalità si interfaccia con i suoi uomini in teatro. È una comunicazione informatica, ci sono comunicazioni per iscritto o fate riunioni operative?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Facciamo tutto. Quello che è il flusso informativo coi teatri operativi l'ho periodicamente tra una volta ogni 15 giorni e una volta al mese tramite videoconferenza classificata con i Comandanti in teatro e poi ci sono rapporti giornalieri, ovviamente telefonici, via chat, con la mia sala operativa, e sitrep – vengono chiamati sitrep, situazioni, report di situazioni – che coprono la routine.
  Posso dirvi con assoluta certezza che sono sitrep molto essenziali su quello che è avvenuto durante la giornata. Eventualmente ci fosse qualcosa che esula dalla routine, ovviamente è oggetto di comunicazione, vengono fatti i cosiddetti rapporti ad hoc per segnalare determinate situazioni.

  MAURO PILI. Sul piano ambientale e della sicurezza, in queste riunioni, che lei ha presieduto – immagino – teleconferenze e altro, a memoria quali fatti le vengono in mente rispetto alla questione Pag. 10della sicurezza del personale? Ci sono stati dei fatti che in queste teleconferenze sono stati palesati?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. A mia memoria, no. A mia memoria, dal 1° luglio 2016, no. A mia memoria, no. Non ho la certezza che non sia avvenuto.

  MAURO PILI. Nelle riunioni che lei ha presieduto non è stato mai affrontato il tema della sicurezza del personale nei teatri.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Se lei mi dice se è stata presentata qualche criticità, le dico di no. Ribadisco il mio concetto.

  MAURO PILI. Non è stata presentata nessuna criticità.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. No, a mio giudizio, no. Che poi si sia trattato il tema ambientale su più vasta scala, questo a memoria direi di no, ma su questo non le posso dare certezza.

  MAURO PILI. Presiedeva lei queste riunioni?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Di massima, sì. La maggior parte sì, o il mio vicecomandante. C'è sempre un rappresentante del comando che parla con un rappresentante del comando in teatro.

  MAURO PILI. Qual è l'ultima missione di cui si è occupato in teleconferenza?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Temo di confondermi. Sono in dubbio se sia stato con il Libano o con... se sia stato Libano o Afghanistan. Ho un dubbio, ma eventualmente le posso dire.

  MAURO PILI. Nel mese. Questo mese che cosa avete fatto, per esempio?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Il mio dubbio... Glielo posso dire... Credo sia uno di quei due teatri, ma devo comunque avere certezza.
  Attenzione, io ne faccio più di una al mese, nel senso che ogni settimana parlo con un teatro, però siccome i teatri sono di più...

  MAURO PILI. Qual è l'ultima che ha fatto?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Non glielo so dire. Devo documentarmi.

  MAURO PILI. L'ultima l'avrà fatta la settimana scorsa.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. No, la settimana scorsa non c'ero all'estero.

  MAURO PILI. Quindici giorni fa?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Non mi ricordo. Posso dirle... Potrebbe essere o il Libano o l'Afghanistan, ma è uno dei due credo. Comunque, le do risposta veramente a breve. Chiedo scusa, prendo nota della domanda.

  MAURO PILI. In una di queste riunioni lei si è occupato della Libia?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Da quando sono lì, senz'altro, sì sì.

  MAURO PILI. Su questo tema è emerso un fatto ambientale che è stato messo agli atti anche degli organi politici per fare valutazioni sulla presenza o meno a terra di militari italiani?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Mi scusi, l'ultima parte della domanda: per fare?

  MAURO PILI. Per valutare l'ipotesi di un impiego dei militari italiani a terra in Libia.

Pag. 11

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Le valutazioni le abbiamo fatte. Lei mi chiede se è stato fatto...

  MAURO PILI. Voglio sapere se c'è stata una valutazione di natura ambientale di sicurezza per i militari eventualmente impiegati in un teatro libico con presenza a terra.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, l'ho gestita io la parte... Parliamo di «Ippocrate» a Misurata. L'ho gestita io. È stato fatto... Sono stati fatti tutti i rilievi, tutto quello che era previsto fare in fase preparatoria, con analisi, carotaggi e quant'altro, con la determinazione che la locazione che avevamo scelto, dove sarebbe stato impiegato il nostro personale, era idonea, era dal punto di vista ambientale idonea all'impiego.

  MAURO PILI. Lei conosce il tipo di armamenti utilizzati in Libia dagli alleati o presunti tali negli episodi degli sganciamenti aerei sull'area?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Periodo Gheddafi?

  MAURO PILI. Specialmente nel periodo Gheddafi.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Il tipo di armamento non lo conosco. Diciamo che la valutazione...

  MAURO PILI. Questo è un elemento importante. Lei ha detto prima che conosce tutto quello che gli alleati utilizzano nel teatro di guerra: lo presume, lo conosce perché ci sono fonti aperte è perché, evidentemente, avete rapporti... Adesso, non mi può dire che non lo conosce.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Ho anche specificato che analizzo il periodo dal 1° luglio 2016 a oggi. Si ricorda?

  MAURO PILI. Sì, ho capito. Siccome, però, mi ha detto che ha esaminato lo scenario della Libia e ha presieduto, è evidente che uno degli elementi cardine della valutazione è capire che cosa hanno utilizzato gli alleati su quello scenario precedentemente. Non è che lei fa la valutazione a prescindere se ci sia stata la bomba nucleare o meno in quel territorio.
  Lei avrà come elemento cardine di partenza dell'esame del territorio la capacità di capire che cosa è stato utilizzato. Senza questo tipo di elemento, qualsiasi tipo di ricerca... Se lei cerca l'oro, non troverà certamente il petrolio, quindi bisognerà avere contezza di quello che realmente si deve cercare nelle indagini che le dice di aver fatto.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Secondo lei, quindi, mi devo fermare al 2011 o devo mandare indietro a vedere che cosa faceva Gheddafi in quella zona lì nel 2010, 2008, 2007, 2006?

  MAURO PILI. Io penso che debba fare una valutazione, intanto, di quello che hanno fatto gli alleati.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Io penso che, invece, fare la valutazione ambientale con le squadre che abbiamo mandato giù sia sufficiente per dire che l'ambiente è fruibile dal punto di vista operativo.

  MAURO PILI. Posso chiederle se lei è a conoscenza del tipo di missili utilizzati dagli alleati francesi e americani nel teatro libico?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Mi sa che siamo alla stessa domanda di prima. Prima del 2016, no. Ripeto che ho la contezza che l'ambiente sia fruibile dal punto di vista operativo in base agli esiti delle survey che ho mandato a fare.

  MAURO PILI. Non le risulta, quindi, un rapporto interno al COI dal quale si evince che, invece, l'utilizzo dei missili Tomahawk è stato compromettente per quanto riguarda Pag. 12 il territorio degli stessi alleati messo in campo?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Non mi risulta, ma mi documento sicuramente.

  MAURO PILI. Non c'è nessun documento. Lei può affermare con certezza che non c'è nessun documento interno arrivato al COI dove c'è il rilievo sui Tomahawk utilizzati in Libia? Deve dire sì o no. La mia domanda...

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Devo dire che non c'è dal 1° luglio 2016. Se vuole, posso approfondire.

  MAURO PILI. Lei mi sta dicendo che non ha verificato la sua struttura se prima è arrivata una comunicazione... È a compartimenti stagni datati: se è successo il giorno prima, voi non lo esaminate.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. No. Io ho sicuramente la responsabilità di vedere la situazione attuale, voglio dire. Quello che io propongo, quello che io... la zona che voglio che il mio personale va a interessare deve essere salubre, deve essere... Ci saranno stati i Tomahawk, non lo so. Se lei afferma questo, probabilmente qualcosa di concreto ci sarà scritto e andremo a vedere, ma i Tomahawk possono essere stati lanciati nel 2011 e ripeto qualcosa d'altro nel 2010: lei sa per caso se il Tomahawk ha una persistenza o quegli effetti collaterali generali hanno una persistenza di uno, due, tre, cinque anni? Perché uno deve andare ancora più indietro, allora?
  Io credo che la mia responsabilità – su questo ci metto la mano sul fuoco – sia quella di garantire che il territorio che si accinge a interessare uno dei nostri contingenti sia, dal punto di vista ambientale, salubre e sia tutelato.
  Detto questo, quello che è successo in passato, uno, due, tre, quattro o cinque anni prima, se non dà impatti ambientali, onestamente non è di interesse precipuo.

  MAURO PILI. Secondo lei, per le sue conoscenze professionali, i Tomahawk hanno un impatto sulla salute umana dei civili e dei militari impegnati in uno scenario di guerra?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Non ho questa conoscenza, come non ce l'ho di tante altre armi, comunque, non soltanto dei Tomahawk.

  MAURO PILI. Ha presieduto riunioni in questo frangente sulla presenza dei militari italiani in Kosovo?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Ho avuto videoconferenze con il Kosovo e ho contatti continui con il comandante di KFOR, che è italiano, un generale italiano. Sì, ho continui contatti.

  MAURO PILI. Su questo scenario sono stati ipotizzati, valutati pericoli legati all'utilizzo in quel territorio di armi contenenti uranio impoverito?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Nel periodo di mia competenza, no.

  MAURO PILI. Posso chiederle, sempre sul piano professionale, che contezza ha dell'uranio impoverito? È una sostanza che cessa la sua efficacia – chiamiamola così, con termine improprio – dopo che è stata sparata o ha una sua continuità sul territorio, sullo scenario, negli anni? Che contezza ne ha lei?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Da fonti aperte, da letture mie, per conoscenza personale, ha una persistenza sul territorio. Non mi ricordo quanto fosse, non ricordo quanto venga valutata, ma sicuramente non è limitata all'evento bellico a se stante.

  MAURO PILI. Questo non l'ha indotta, essendo questo il cuore del problema, intanto che riguarda la nostra Commissione, a valutare con più attenzione anche la presenza attuale dei militari in Kosovo, Pag. 13posto che il tema oggi è ancora di stretta attualità, per esempio per quanto riguarda i civili che utilizzano aree che sono state contaminate e sulle quali non si ha la contezza precisa della contaminazione?
  Questo tema, quindi, non è stato affrontato da un punto di vista dell'abbigliamento, di tutta la struttura necessaria per fronteggiare questo tipo di presenza dei nostri militari? C'è stato da parte del COI un atteggiamento, un piano d'azione – considerate anche che l'opinione pubblica di questo ha contezza da anni – avete messo in campo delle misure cautelari, cautelative più insistenti rispetto al passato?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Non nel mio periodo di competenza, perché la situazione era riportata come fruibile. Posso, però, documentarmi se c'è stato, in qualsiasi frangente di tempo precedente al mio, un cambiamento, un aggiornamento delle procedure, un aggiornamento del corredo del personale in funzione di qualche evento, di qualche segnalazione.
  Non so adesso a quanto risalga la conoscenza della pericolosità dell'uranio impoverito. Risale, penso, a più di dieci o quindici anni fa. Prima di quello, credo che nessuno sapesse quanto dannoso potesse essere, però nel mio periodo non c'è stata una variante significativa comportamentale delle direttive, che potessero aggiornare in maniera sostanziale l'approccio al problema in Kosovo. Potrebbe esserci stato in passato. Se vuole, mi documento e vedo se c'è stato questo cambiamento di rotta, mi passi il termine. Devo sapere se devo fare quest'analisi.

  PRESIDENTE. Sì.

  DONATELLA DURANTI. Sono stata agevolata dai colleghi che mi hanno preceduto, che hanno posto una serie di domande. Voglio fare un attimo il punto per verificare che io abbia ben compreso.
  Il nostro Paese, che da anni partecipa nei teatri operativi anche ad attività di tipo combat in diversi teatri operativi, a cominciare dall'Afghanistan – all'inizio dell'audizione, ha confermato quello che già altri ci avevano detto – non riceve comunicazioni sul tipo di armi che vengono impiegate. Poi ci ha spiegato meglio che questa mancanza di comunicazione è dovuta al fatto che date per scontato che vengano utilizzati armamenti di tipo convenzionale, quindi non è necessario che i nostri alleati vi comunichino... È così?
  Lei ha confermato che non ricevete comunicazioni, ma non le ricevete – ha spiegato – perché si dà per scontato il tipo di armamento che viene utilizzato, un armamento convenzionale. Ho capito bene?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì. Continuo a sottolineare che parlo del mio periodo di competenza, perché facevo un altro mestiere prima.

  DONATELLA DURANTI. Sì. Che ognuno di voi parli esclusivamente del suo periodo di competenza oramai ci è assolutamente chiaro.
  È così. Diamo per scontato che, laddove fossero stati o siano usati armamenti di tipo non convenzionale, le forze alleate ci dovrebbero informare. Non c'è, quindi, un'attività nostra, intendo del COI e del nostro Paese, che richieda, faccia la domanda esplicita. Non c'è questo tipo di attività. Benissimo, ho capito perfettamente.
  Siccome lei ha ripetuto che c'è autonomia assoluta e responsabilità da parte dei Comandanti nei teatri rispetto alla tutela ambientale e alla tutela della salute dei nostri militari, quali strumenti ha a disposizione un Comandante per mettere in atto, eventualmente, sistemi di protezione dei nostri militari se non ha accesso ad alcune informazioni? Soprattutto, voglio capire che tipo di strumenti ha proprio sul campo per poter dichiarare che c'è un rischio per la salute.
  Com'è possibile – mi chiedo – che si lascino i nostri militari in teatri operativi, dove per esempio ci sono inceneritori, raffinerie di petrolio, e quindi ci sono rischi altissimi per la salute? Che tipo di valutazione si fa perché si consideri la loro presenza lì, in quelle situazioni di inquinamento Pag. 14 ambientale, spesso piuttosto notevole... Quali sono le valutazioni che il Comandante fa e chi si assume la responsabilità di dire che c'è un rischio di questo tipo, ma che si rimane comunque in quel teatro?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. I mezzi che il Comandante in teatro ha... Quali strumenti ha per valutare e mitigare il rischio? In loco può disporre e ha disponibilità finanziarie per eventuali acquisti di materiale di DPI, di dotazioni di protezione individuale. Questo può essere fatto. Ovviamente, ha l'autonomia per farlo. Ha disposizione e, se non ha, gliele mandiamo con una certa frequenza, delle squadre del 7° reggimento NBC di Civitavecchia, che hanno sia una capacità di analisi di questi parametri in loco e sono anche coloro che poi effettuano, eventualmente, se dovesse essere necessario, ma non ne ho contezza nel mio mandato, attività di bonifica.

  PRESIDENTE. Scusi, ammiraglio, inviate anche il CISAM e il CETLI?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Il CISAM e il CETLI sono organi dipendenti da Forze armate, organi interforze, che rientrano in quel basket, in quel cesto generale di attività che vengono prioritarizzate, destinate nell'ambito del programma annuale di cui abbiamo parlato all'inizio.
  Io, per esempio, in determinate situazioni chiedo all'Esercito italiano se ha disponibilità di mandare queste squadre a contatto o gli stessi schieramenti, quando sono particolarmente corposi, hanno un nucleo NBC in loco. Questi servono per monitorare, per valutare la situazione ambientale e per porre in atto le prime misure che dovessero essere necessarie, questo per quanto riguarda gli strumenti di cui lei mi parlava.
  Per quanto riguarda com'è possibile lasciare i militari in determinate situazioni, noi non li lasciamo in determinate situazioni. Loro hanno delle procedure, dei sistemi per annullare, mitigare il rischio. Se c'è presente una discarica in loco, ovviamente, e produce degli effetti che vengono valutati pericolosi, si prendono tutte le misure del caso.
  Noi abbiamo una missione da compiere e, nell'ambito di questa missione da compiere, ovviamente c'è un coefficiente di rischio che viene a presentarsi che è maggiore dell'attività normale che facciamo... che faccio io qua al COI ovviamente in patria. In quest'ottica, la mitigazione del rischio è quella che i Comandanti in loco mettono in atto per limitare, cancellare se è possibile o diminuire il rischio.
  Ripeto, potrebbe essere... Quando ci sono determinati effetti – che so io? – di raffinerie eccetera eccetera, che interessano il campo e non accade durante tutta la giornata, si può usare per esempio una policy di ridossaggio o di tutela del personale maggiore rispetto ad altri momenti della giornata o dell'anno. Sono tutti accorgimenti che si mettono in atto in loco in base all'esperienza che viene maturata e alla best practice, vuol dire la migliore pratica che può essere messa in campo per mitigare il rischio, come avviene anche in Italia nell'ambito della gestione del rischio da parte dei datori di lavoro. Questo è quello che mi sento di rispondere.
  Posso aggiungere una cosa? È fatto salvo che, in casi estremi di assoluta necessità, non è da escludere il riposizionamento, il ridislocamento e altre misure a fondo scala, molto più radicali per tutelare il nostro personale. Non è che questo sia precluso. Non è mai capitato durante la mia gestione, ovviamente, ma io ritengo che, in funzione della pericolosità, in funzione del rischio, in funzione della missione da compiere e di tutto quello che è la connotazione del teatro operativo, della situazione in quel momento, tutto possa essere esaminato.
  Non è successo a me, per esempio, non ho avuto significative segnalazioni di situazioni critiche, al di là dell'approvvigionamento di nastro antisdrucciolo, che può essere fatto in sede, lo possiamo far arrivare dall'Italia, queste cose abbastanza standard, ma non ho avuto io segnalazioni e manifestazioni di rischio grosso, ma se il rischio fosse effettivamente di un certo livello, ci sono misure estreme anche da Pag. 15prendere, per esempio riposizionare il contingente se dovesse essere necessario. Non è capitato, ma secondo me fa parte del novero di soluzioni che possono essere adottate.

  PAOLO COVA. Mi scusi se torno ancora un po’ sull'argomento, ma credo sia giusto che restino agli atti alcune cose, perché non si sa mai che cosa succederà.
  In base a quello che ha detto lei e in base a quello che ho letto io sui giornali – magari lei mi smentisce – allora quella superbomba che è stata scaricata sul terreno dell'Afghanistan è un'arma convenzionale e non ci dobbiamo aspettare, tra un anno, due anni, cinque anni, qualche notizia o qualche informazione che non era un'arma convenzionale. In base a quello che mi ha detto lei e ha detto a noi in questa Commissione, anche in quel caso hanno usato un'arma convenzionale, per cui i nostri militari, il nostro personale civile presente in quel territorio non ha da temere nessun effetto. Questo resta agli atti.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, posso già dirle che il personale civile e militare nostro in zona non ce n'è – questo deve rimanere agli atti sicuramente – nella zona dove c'è stata l'esplosione.

  PAOLO COVA. Il vento gira.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Bisogna vedere dove siamo messi noi con l'ombrellone quando gira il vento.

  PAOLO COVA. Il vento...

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Scripta manent. Possiamo fare tutte le citazioni...

  PAOLO COVA. Lei lo esclude...

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Intanto, bisognerebbe metterci d'accordo su cosa intendiamo per convenzionale. Vuol dire questa è una bomba che è stata usata per la prima volta. Se intendiamo, penso alla stessa maniera, convenzionale come un'arma che produce effetti «dinamici», cioè un effetto esplosivo, un effetto dirompente, un effetto distruttivo, io direi, se lei è d'accordo, questo è convenzionale, giusto? Quindi, questa bomba è convenzionale, premesso che da quello che io conosco il danno che provoca è un danno da sovrappressione, è un danno «dinamico».
  Da quella che è la mia conoscenza, che so, posso dire che questa bomba, al momento attuale delle conoscenze diffuse, è una bomba che lavora in maniera dinamica, su vasta scala ovviamente, e non produce effetti «indesiderati» o effetti paralleli del tipo CBRN, che è quello di cui stiamo parlando. Questo glielo posso dire alla base delle mie conoscenze e di quello che è avvenuto.
  Chiamiamola bomba non convenzionale, perché non convenzionalmente viene impiegata. È stata la prima volta. Speriamo che non lo facciano più, che non ci sia l'esigenza, ma è una bomba che ha effetti dinamici, effetti non chimici, non biologici, non radiologici e non nucleari. Ho risposto alla sua domanda?

  PRESIDENTE. Ci può dire se l'operazione in corso di svolgimento in Sardegna «Mare aperto 2017» rientra in qualche modo sotto il suo comando?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sono felice di dirle di no.

  PRESIDENTE. Perché è felice?

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Il COI è responsabile per la parte esercitazioni interforze e operazioni in teatri operativi. Le esercitazioni interforze... Bisogna che chiariamo un aspetto.
  Il fatto che partecipano più Forze armate a un'esercitazione non la connota come interforze. Nell'ambito del nostro lessico, è interforze quello che viene gestito da un organismo di comando interforze, che è soltanto il COI. Il COI non ha giurisdizione Pag. 16su queste esercitazioni qua, che vengono gestite dalle varie Forze armate e invitano anche altri reparti di altre Forze armate, ma questo non è che ne faccia un'esercitazione interforze. È un'esercitazione a partecipazione interforze.
  Esercitazioni interforze sotto il mio periodo non ne sono mai state fatte. Ne faremo una a fine anno, ed è la prima che faremo. Sarà verso ottobre, con appendice a giugno. A ottobre sarà la Joint STARS 2017, ma il COI è responsabile soltanto delle esercitazioni interforze.

  PRESIDENTE. Ammiraglio, io sono costretto a chiederle la cortesia di tornare, perché abbiamo diverse altre domande da porre e non posso omettere...
  Intanto, la ringrazio per la sua disponibilità. Magari, con i rispettivi uffici ci metteremo d'accordo quanto prima, in maniera da poter stabilire la data.

  GIUSEPPE CAVO DRAGONE, Comandante del COI. Sì, senz'altro, disponibilissimo. Intanto, un po’ di compiti a casa me li sono presi.
  Nell'intermezzo, cercherò di soddisfare le vostre domande.

  PRESIDENTE. Grazie molte.
  Chiedo ai colleghi di trattenersi per un velocissimo Ufficio di presidenza. Grazie ancora, ammiraglio.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.