XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 160 di Mercoledì 3 maggio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Declassificazione e trasmissione di atti all'autorità giudiziaria:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 4 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 4 
Puppato Laura  ... 5 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 5 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 6 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Puppato Laura  ... 6 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 

(La seduta, sospesa alle 9, è ripresa alle 14.10) ... 7 

Audizione del Presidente e dell'Amministratore delegato di Sogin s.p.a., Marco Enrico Ricotti e Luca Desiata (Svolgimento e conclusione):
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Ricotti Marco Enrico , Presidente di Sogin s.p.a ... 8 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 9 
Puppato Laura  ... 12 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 12 
Poppi Roberto , Direttore acquisti e appalti di Sogin ... 12 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 13 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 14 
Puppato Laura  ... 15 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 15 
Puppato Laura  ... 16 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Puppato Laura  ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Puppato Laura  ... 16 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 17 
Quintiliani Romina , Responsabile area supporto disattivazioni centrali ... 18 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 18 
Quintiliani Romina , Responsabile area supporto disattivazioni centrali ... 18 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 18 
Troiani Francesco , Direttore sviluppo e innovazione tecnologica ... 18 
Zaratti Filiberto (MDP)  ... 18 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 19 
Palma Giovanna (PD)  ... 22 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 22 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 22 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 22 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 22 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 23 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 23 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 23 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 23 
Quintiliani Romina , Responsabile area supporto disattivazioni centrali Sogin ... 23 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 23 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 24 
Bratti Alessandro , Presidente ... 24 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 24 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 24 
Troiani Francesco , Direttore sviluppo e innovazione tecnologica ... 24 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 25 
Bratti Alessandro , Presidente ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 26 
Bratti Alessandro , Presidente ... 26 
Desiata Luca , Amministratore delegato di Sogin ... 26 
Bratti Alessandro , Presidente ... 26 

Comunicazioni del Presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 26

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Declassificazione e trasmissione di atti
all'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. La Commissione è chiamata a pronunciarsi sulla desecretazione della parte segreta dell'audizione di Daniele Fortini, presidente del consiglio di amministrazione di AMA spa pro tempore, svoltasi lo scorso 2 agosto 2016.
  Prima di decidere, ritengo opportuno ricostruire brevemente i passaggi che hanno preceduto la seduta odierna.
  Il giorno 2 agosto 2016 ha avuto luogo l'audizione del suddetto Daniele Fortini, il quale ha chiesto, e la Commissione ha acconsentito, di secretarne una parte.
  Lo scorso 15 dicembre 2016 l'avvocato difensore del dottor Fortini, Daniele Cutolo, aveva richiesto, a fini processuali nell'ambito di una azione giudiziaria promossa nei confronti dello stesso Fortini, di poter disporre della parte secretata dell'audizione.
  Pochi giorni più tardi, il 19 dicembre 2016, il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma, dottor Nicola Maiorano, aveva richiesto la trasmissione del resoconto integrale della seduta, comprensivo della parte secretata, unitamente all'indicazione dei partecipanti.
  La presidenza ha quindi trasmesso il solo resoconto integrale della seduta con il vincolo del mantenimento del regime di segretezza per la parte segreta.
  A seguito di queste esigenze era stato contestualmente richiesto al dottor Fortini se persistessero le esigenze di mantenimento del regime di segretezza, trattandosi dell'unico modo possibile per consentire la diffusione del contenuto della parte secretata dell'audizione al di fuori della Commissione.
  Non essendo pervenuta risposta da parte del dottor Fortini, il 10 gennaio 2017, l'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha esaminato preliminarmente la possibilità di procedere alla desecretazione (che è una competenza della Commissione plenaria), senza poter passare in sede plenaria per l'assunzione della decisione in merito.
  Il giorno successivo, l'11 gennaio 2017, il dottor Fortini ha trasmesso una lettera con la quale esprimeva la propria contrarietà alla desecretazione.
  Il giorno 28 febbraio 2017, il sostituto procuratore della Repubblica presso il tribunale di Torino, dottor Cesare Parodi, ha inviato una lettera per sapere se, quando e in quali termini il resoconto fosse stato secretato e se lo stesso risultasse ancora tale, precisando in tal caso quando sarebbe stato desecretato.
  La richiesta di desecretazione è stata quindi affrontata nel corso delle riunioni dell'Ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, svoltesi il 29 marzo e il 19 aprile scorsi, durante le quali si è convenuto che nelle settimane successive la Commissione Pag. 4sarebbe stata formalmente investita della questione.
  Pertanto, lo scorso 5 aprile, in vista di questa seduta, la presidenza della Commissione ha inoltrato una ulteriore richiesta al dottor Fortini, invitandolo a valutare la persistenza delle esigenze di segretezza del resoconto in questione.
  Successivamente, in data 7 aprile 2017, il procuratore della Repubblica presso il tribunale di Roma ha trasmesso un'ulteriore richiesta volta a ricevere, per esigenze istruttorie, l'audizione comprensiva della parte secretata.
  Infine, in data 27 aprile 2017, è pervenuta la risposta da parte del dottor Fortini, di cui do lettura: «Gentile Presidente, per ragioni connesse all'esercizio del mio diritto di difesa le confermo che persistono le esigenze di segretezza del resoconto stenografico della mia audizione svoltasi lo scorso 2 agosto 2016 presso la Commissione da Lei presieduta. Resto a disposizione per qualsiasi chiarimento. Firenze, 27 aprile 2017, Daniele Fortini».
  Questa è esattamente la cronistoria dei fatti. Prima di passare alla votazione chiedo se ci siano richieste di intervento.

  STEFANO VIGNAROLI. Innanzitutto su questa vicenda ci sono vari possibili reati, tra cui uno che non è stato menzionato, ossia che l'audizione il giorno dopo è stata spiattellata sui giornali da qualcuno presente qui, quindi questo è un reato grave: non ho sentito nessuno preoccuparsi di questo e ciò mi amareggia. Purtroppo io non capisco queste dichiarazioni, che sono state poi smentite perché abbiamo sentito tutti gli altri protagonisti di questa vicenda, i quali hanno negato; non capisco come un uomo di un partito venga qui a dire cose che non stanno né in cielo, né in terra perché, di fatto, questo è stato dimostrato e ciò continui a rimanere segreto, anche perché se c'è un reato non è in gioco l'interesse di uno in particolare di difendersi o meno ma l'interesse generale; in genere, se c'è un reato uno deve fare chiarezza, quindi, visto che non ho nulla da nascondere e nessuno deve avere nulla da nascondere, chiedo di permettere a tutti di potersi difendere e stabilire la verità, non soltanto all'interessato che ha dichiarato queste cose in segreta; secondo me non c'è proprio motivo di tenere una tale dichiarazione segreta.

  ALBERTO ZOLEZZI. È una vicenda che riguarda un aspetto davvero importante della politica nazionale, cioè la gestione dei rifiuti a Roma. Un'audizione di un direttore generale è un dato comunque che crea uno storico, che poi aiuta qualunque amministrazione a tentare di migliorare una situazione che ha avuto, sicuramente, delle patologie di durata pluridecennale (noi abbiamo avuto la fortuna di audire diversi attori del passato e del presente).
  Può essere che questa persona, in buona fede, abbia dato alcune sue percezioni di una situazione che, sicuramente, è da chiarire sia da parte della nostra Commissione che da parte anche della magistratura; in tal senso, secondo me la desecretazione fa parte della nostra volontà di ricostruire la filiera dei rifiuti in regione Lazio ed è un atto importante e strutturale della relazione che verrà compiuta; ci sono anche degli aspetti di rispetto istituzionale e la magistratura, chiaramente, non vuole fare forzature su un'altra istituzione: le richieste che ci sono giunte sono cortesi, ma come sono cortesi le richieste che noi mandiamo alla magistratura per avere contezza di alcuni dati.
  Non desecretare questo documento è anche un atto di grave scortesia istituzionale verso la magistratura e credo proprio che non possa essere giustificato, quindi spero che oggi venga desecretato il documento, anche perché, in ogni caso, nel corso di quell'audizione ci sono state anche delle accuse, magari per una percezione storica o per relata refero relativamente all'attività di un direttore generale, che è stata difficile ma che, in ogni caso, ci porta a dover capire bene come siano arrivate queste notizie e queste informazioni, questo per il diritto che ha ogni persona, compreso un parlamentare, di difendersi.
  Anche questo è un aspetto perché chi è stato attaccato durante quell'audizione, adesso non ha la possibilità di difendersi adeguatamente, il che vuol dire semplicemente ricostruire una realtà, che è lo scopo Pag. 5della nostra Commissione: è una difesa che deve poter essere fatta alla pari per tutti i cittadini. La difesa non è tanto l'aspetto interpersonale perché non dobbiamo assolutamente andare su questi aspetti, ma la difesa alla pari deve essere un diritto costituzionale per tutti i cittadini, tanto più di chi, comunque, si è presentato a riferire alcune cose, che avendole in chiaro, permetteranno alla magistratura di operare più facilmente, così come sarà più facile anche per i cittadini, a cui poi verrà rivolta la relazione che compileremo, capire davvero come è andata la filiera dei rifiuti nel Lazio, capire gli errori del passato, capire come sta andando adesso. Credo che sottrarre dei dati da parte di una Commissione d'inchiesta sia sempre molto negativo.

  LAURA PUPPATO. Questa vicenda, che ha visto contrapposti non la gestione o il lavoro di questa Commissione, ma gli interessi personali e la querela che è in corso tra il vicepresidente Vignaroli e l'ex responsabile di AMA Fortini, che non riesco a capire perché sia rappresentanza di un partito, posto che non è così, in realtà è una vicenda che si inserisce nel contesto dell'audizione che lo stesso Fortini ha fatto all'interno di questa Commissione come una vicenda che ha molti risvolti di carattere personale, tanto è vero che sono scattate le querele.
  Io ravviso due cose e lo dico in maniera serena, però anche molto determinata. Non ho mai parlato di questa vicenda e vorrei che fosse chiaro che in questa Commissione, Stefano Vignaroli, abbiamo vissuto e stiamo vivendo situazioni molto imbarazzanti per un convitato di pietra quale tu sei stato in questo periodo, presente in ogni situazione in cui si stava discutendo anche di questioni che ti vedevano protagonista, quindi, diciamo che abbiamo superato, anche se non brillantemente.... Penso sia a cognizione di tutti che alcuni dei colleghi, per esempio, non amano particolarmente la tua presidenza, proprio perché ritengono che sia mancata quella obiettività e quell'autorevolezza di cui avremmo tutti necessità quando si sta dentro una Commissione di questo rilievo, anche dal punto di vista giuridico e giudiziario.
  Il tema è, a mio avviso, imbarazzante e rilevante, ma credo – abbiamo ascoltato adesso quello che ci viene proposto dalla procura – che non abbia alcun riferimento questo pezzo dell'audizione di Fortini rispetto alle tematiche che questa Commissione ha affrontato; ciò può avere rilievo, evidentemente, nell'ambito di questa vicenda personale che vi vede contrapposti (Vignaroli, con Daniele Fortini), ma c'è un problema che non è irrilevante per noi; ne abbiamo discusso, abbiamo valutato: il problema è che avremmo un precedente.
  Non possiamo, infatti, permetterci di desecretare per il semplice fatto che, da questo momento in poi, chiunque venga in questa Commissione e secreti il suo pezzo di audizione, ovviamente dovrà partire dal presupposto che, su semplice richiesta, domani mattina noi potremmo desecretare; questo toglierebbe quella garanzia che la secretazione in sé prevede ed è la motivazione stessa per cui andiamo a distinguere tra un'audizione pubblica, che diverrà – diciamo – oggetto di analisi da parte di chicchessia e un'audizione secretata.
  Per queste due ragioni importanti e alla luce del fatto che non ha chissà quale rilievo giudiziario questa vicenda, bensì ha un rilievo assolutamente limitato a una vicenda personale, che ha inquinato anche troppo i lavori di questa Commissione, io per parte del gruppo del Partito Democratico dichiaro che noi siamo contrari alla desecretazione.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Io prendo la parola perché nell'intervento dell'onorevole Vignaroli c'è stata un'espressione che non ho affatto apprezzato, cioè quando ha detto che c'è stata una fuga di notizie riferendosi a coloro qui presenti. Dato che siamo in sette, compreso il suo collega di partito, se c'è un riferimento esplicito a qualcuno di coloro qui presenti, è bene che faccia nome e cognome, altrimenti chiarisca a chi si riferisca.
  Se c'è stata una fuga di notizie deprecabile, ricordo che eravamo in un momento in cui anche all'interno del Movimento di appartenenza dell'onorevole Vignaroli Pag. 6 c'era un conflitto, una guerra tra varie componenti, quindi sparare nel mucchio e fare riferimento ad altri mi sembra quanto mai inopportuno e inappropriato.
  L'altro aspetto è il seguente. Dato che è emerso che ci sono precedenti penali Vignaroli/Fortini, Fortini/Vignaroli, in cui ciascuno ha una sua linea difensiva e di accusa, io ho trovato l'intervento del collega legittimo perché, come componente della Commissione, questo è assolutamente un suo diritto, che però, quantomeno, è poco opportuno per un palese conflitto di interessi, in quanto la desecretazione o meno diventa funzionale alla sua linea difensiva, cosa che dal punto di vista etico non trovo molto appropriata.

  STEFANO VIGNAROLI. Allora, visto che mi sono state fatte delle domande, innanzitutto non ho parlato dei presenti qui in questo momento, ma volevo dire dei presenti in Commissione quel giorno, cioè il 4 o l'8 agosto (non ricordo che giorno fosse), quando c'è stata una fuga di notizia, quindi un reato; i reati sono di interesse generale, non sono di interesse particolare, quindi, se alla senatrice Puppato sfugge questa cosa, ripeto che i reati sono di rilevanza generale e non particolare di un deputato o di un'altra persona; ho parlato di un uomo del PD perché, di fatto, era stato nominato dal PD e adesso lavora in Regione Lazio con il PD, con esponenti del PD (questa, comunque, era soltanto una parentesi).
  La fuga di notizie c'è stata ed è un reato, per cui non vedo perché trincerarsi dietro il segreto (sapete benissimo che quelle dichiarazioni sono state anche smentite da tutti quelli sentiti): non vedo quale sia il motivo, né cosa dobbiamo nascondere.

  ALBERTO ZOLEZZI. Io rispondo solo su un punto che è stato sollevato dalla senatrice Puppato, nel senso che questa non è neanche una Commissione dove qualcuno possa pensare di venire a raccontare delle cose che non ha verificato, o su cui non ha una ragionevole certezza perché, attenzione, secretando, a quel punto si utilizza l'audizione come uno strumento di attacco, anche politico.
  Parliamoci chiaro: adesso nessuno qui può essere proprio sicuro che quanto avvenuto durante alcune audizioni non abbia avuto anche un minimo di strumentalità politica; è un difetto che possiamo avere tutti quanti, ma credo che nel caso delle audizioni relative alla regione Lazio tra sindaco, assessore all'ambiente e Fortini, nessuno possa escludere che ci sia stato un minimo di strumentalità, per cui desecretare questa cosa vuol dire indicare che si viene qui a raccontare delle cose su cui si ha almeno una ragionevole certezza e non si viene a fare strumentalizzazioni politiche perché in quel caso – lì sì – si abbassa il ruolo di questa Commissione e tutto quello che ne esce fuori diventa di minor valore.

  PRESIDENTE. A breve replica, vi ricordo, però, che decidere di desecretare o meno spetta a noi: siamo noi che decidiamo, come Commissione. Quando l'audito ci chiede se vuole secretare, non è che lui fa ciò. Ricordo che, formalmente, quando l'audito dice che vuole secretare, la Commissione decide se accettare o meno: potremmo anche dirgli di no. Dopodiché, gli episodi di fuga di notizie che abbiamo avuto sono stati due: uno è questo e l'altro, che riguardava Taranto, sul blog di un vostro collega, ma sono stati segnalati entrambi. Sui contenuti si potrebbe discutere, ma adesso noi dobbiamo cercare di fare la distinzione tra forma e contenuto.

  LAURA PUPPATO. Innanzitutto, quello che hai detto e che anch'io volevo ricordare è che abbiamo avuto, appunto, due situazioni – non solo una – imbarazzanti, in cui ci siamo trovati con un'audizione segretata il cui contenuto, invece, è uscito, almeno parzialmente, sui giornali. Va anche premesso che questo, purtroppo, fa parte degli incidenti di percorso perché non sempre si hanno persone di qualificata levatura morale nell'ambito delle Commissioni. Questo lo abbiamo vissuto anche in tempi passati, in maniera, se possibile, più impegnativa di quanto non stia accadendo ora.
  Per la parte che riguarda l'audizione che aveva svolto Fortini, stiamo parlando di una parte estremamente limitata, che Pag. 7riguarda rapporti che si sono intersecati nel corso dell'attività che Fortini stesso ha svolto in AMA, soprattutto nell'arco dell'ultimo anno. Onestamente, io penso che, stanti le figure che sono coinvolte in questa vicenda, vi sia – lo ripeto – un imbarazzo che in questa Commissione è sempre stato sottovalutato da parte del gruppo politico che tu rappresenti, Vignaroli; questo è un dato non positivo, né facile, né certamente obiettivo, rispetto al fatto di ritrovarci costantemente con una figura coinvolta nella vicenda che siede anche all'interno di questa Commissione e che ha sempre ritenuto di sedervi, anche nei momenti nei quali questa Commissione avrebbe gradito lavorare su queste questioni in maniera meno conflittuale, cioè meno in un clima meno pesante.
  Penso che la parte limitata che riguarda le questioni personali Vignaroli/Fortini potrà vedere a luce all'interno del tribunale, ciascuno portando le proprie testimonianze e, perché no, facendo anche riferimento agli articoli di giornale che sono apparsi in relazione a questa audizione. Poi Fortini avrà modo, ovviamente, di controbattere e di difendersi, ma trovo invece veramente estremamente strumentale che, ancora una volta, si tiri in ballo la Commissione d'inchiesta, che per sua natura ha ragioni di esistere ben più impegnative e importanti di questa, per continuare questa eterna polemica su una vicenda che non ha davvero molto di dignitoso e di cui andare orgogliosi.

  STEFANO VIGNAROLI. Ha scritto la magistratura!

  PRESIDENTE. Diciamo le cose come stanno (abbiamo le lettere originali): la magistratura non ci chiede di desecretare (a parte che non può); la magistratura ci ha chiesto quando avremo intenzione di...

  STEFANO VIGNAROLI. Io così ho detto: quando ha chiesto la magistratura ed ecco perché stiamo qui a parlare...

  PRESIDENTE. La lettera dice così: «Con riferimento al procedimento... si prega altresì di precisare se, quando e in quali termini tale atto sia stato secretato e se lo stesso risulti ancora secretato. In questa ultima ipotesi si prega di comunicare quando lo stesso sarà desecretato».

  STEFANO VIGNAROLI. Io questo ho detto: siamo qui a parlarne perché ce l'ha chiesto la magistratura, non per cose mie ma perché l'ha scritto la magistratura!

  PRESIDENTE. Ma perché c'è un procedimento in corso fra di voi: è per questo che ce lo scrive, perché ci sono delle denunce. Comunque, passiamo ai voti. Pongo in votazione la proposta di mantenere secretata la parte segreta del resoconto. È approvata. Manteniamo quindi la secretazione del documento.

  La seduta, sospesa alle 9, è ripresa alle 14.10.

Audizione del Presidente e dell'Amministratore delegato di Sogin s.p.a., Marco Enrico Ricotti e Luca Desiata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della Sogin, Marco Enrico Ricotti, e dell'amministratore delegato, Luca Desiata, che ringrazio per la presenza. Sono inoltre presenti il dottor Federico Colosi, direttore relazioni esterne; l'ingegner Emanuele Fontani, direttore disattivazione impianti; l'ingegner Romina Quintiliani, direttore disattivazione centrali; il dottor Francesco Troiani, direttore sviluppo e innovazione tecnologica; il dottor Roberto Marvasi, responsabile ufficio legislativo FESR; il dottor Ivo Velletrani, direttore regolatorio; il dottor Roberto Poppi, direttore acquisti e appalti: buon pomeriggio a tutti. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento sui rifiuti radioattivi, su cui la Commissione ha già approvato una relazione in questa legislatura.
  Come già preannunciato agli auditi, la Commissione è interessata principalmente a conoscere l'attività di gestione dei rifiuti radioattivi, svolta dalla Sogin nell'ambito delle operazioni di disattivazione degli impianti Pag. 8 nucleari italiani, nonché i relativi programmi, a breve e a lungo termine, con le associate, nonché le previsioni di spesa.
  Costituisce, poi, oggetto di particolare interesse per la Commissione lo stato dei progetti attualmente di maggiore impegno, tra i quali la solidificazione dei rifiuti liquidi degli impianti Eurex e Itrec e il trattamento delle resine delle centrali di Caorso e di Trino, con l'indicazione delle eventuali criticità. Sarà inoltre utile un aggiornamento delle informazioni riguardanti le attività della Sogin afferenti al deposito nazionale, ovviamente per quelle che sono le vostre competenze, nonché sullo sviluppo di un mercato internazionale in materia di decommissioning nucleare, con le prospettive di partecipazione. La Commissione, infine, è interessata a conoscere l'aggiornamento sulla questione del trasferimento del combustibile che dal deposito Avogadro dovrebbe essere portato in Francia.
  Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali sono in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Nel cedere la parola al presidente Ricotti per lo svolgimento della sua relazione, vorrei precisare che potete tranquillamente scegliere come organizzarvi per gli interventi successivi e che, comunque, se ritenete necessario fare intervenire i vostri collaboratori, siete assolutamente liberi di farlo. Dopo lo svolgimento della relazione, seguendo la traccia che ho detto e illustrando, in 15-20 minuti, un quadro della situazione, seguiranno da parte dei colleghi alcune domande. Do quindi la parola al presidente Ricotti.

  MARCO ENRICO RICOTTI, Presidente di Sogin s.p.a.. Grazie, presidente, buon pomeriggio a tutti. Grazie per averci invitati. Mi permetto, introducendo il quadro dello status di avanzamento dei lavori, di fare due rilievi, con criticità e opportunità che poi verranno dettagliate da Luca Desiata, l'amministratore delegato. Faccio solo due rilievi circa il tema della governance, che è stato un punto critico negli ultimi anni, nonché un accenno al tema autorizzativo, quindi da parte della nostra autorità di sicurezza e di controllo, che è ISPRA/ISIN.
  Il primo rilievo sulla governance è che noi siamo entrati in forza a fine luglio 2016: è stato nominato un nuovo consiglio di amministrazione, un nuovo presidente e un nuovo che amministratore delegato. Devo dire che, fino ad ora, stiamo lavorando assiduamente, ma soprattutto in modo molto coordinato, condiviso e coeso. Abbiamo la partecipazione di esperienze e di profili diversi. Io sono un docente di impianti nucleari, mentre Luca Desiata è un manager di lungo corso, nonostante la giovane età, che ha lavorato in Enel, in Banca Mondiale e in Bain. Abbiamo Patrizia Feletig, che è un'esperta di comunicazione, con una laurea in economia, mentre Fabiana Massa è docente di diritto delle società partecipate, quindi pienamente in linea con le caratteristiche di questa azienda. Da ultimo, ma non ultimo, abbiamo il sindaco di Trino, Alessandro Portinaro, che è anche presidente della consulta dei comuni sedi di servitù nucleari, il quale può quindi portare direttamente un punto di vista del territorio e delle problematiche che abbiamo sui siti.
  Pensiamo che la compagine sia ben assortita e che, come ripeto, stiamo lavorando con assiduità e con ottima condivisione di intenti e di decisioni.
  L'ultima premessa è su ISIN e ISPRA. Abbiamo confermato massima collaborazione e disponibilità a soddisfare tutte le richieste che vengono dalla nostra autorità di controllo. Dobbiamo essere bravi a recuperare i tempi, nonché efficienza ed efficacia delle nostre attività e vorremmo che anche l'autorità di controllo (ISPRA o ISIN) Pag. 9sia messa nelle condizioni di dare il proprio apporto, soprattutto in tempi certi e contenuti, o comunque prevedibili.
  Su alcuni esempi, anche recenti, purtroppo rileviamo che non è così, quindi, certamente non c'è una mancanza di capacità tecnica, ma penso che ci sia essenzialmente un difetto di personale, cioè di forza lavoro. Come abbiamo detto anche in altre audizioni, vorremmo perorare questa situazione e, se deve essere effettuata la transizione da ISPRA a ISIN, vorremmo che questa avvenisse nel più breve tempo possibile, visto che c'è già un po’ di ritardo su questo tema; vorremmo che, sia ISPRA o ISIN (quindi, anche se si dovesse rimanere con ISPRA e con l'attuale strutturazione), venisse adottato del personale in numero e in competenze adeguati per poter far fronte a quello che noi vorremmo fosse un incremento delle attività di decommissioning, quindi anche di licenze di autorizzazione. Dico ciò perché, altrimenti, i ritardi poi si accumulano e non riusciamo ad essere efficaci come vorremmo. Terminerei qui l'approccio e lascerei la parola per tutte le descrizioni di dettaglio a Luca Desiata.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Grazie, presidente. Prima di entrare nel dettaglio dei temi più rilevanti per questa Commissione, vorrei fare solo una breve introduzione sullo stato di avanzamento delle attività complessive in Sogin.
  Innanzitutto, segnalo che al momento del nostro insediamento, l'anno scorso, l'avanzamento delle attività di decommissioning che è stato comunicato ufficialmente era al 25 per cento ed era calcolato sui costi cosiddetti «commisurati», quindi costi spesi per attività inerenti allo smantellamento. È chiaro che questa percentuale sconta notevoli incertezze: da una parte, al numeratore abbiamo i costi sostenuti fino a oggi dall'azienda per attività di smantellamento, che non necessariamente corrispondono ad attività effettive di smantellamento; d'altra parte, al denominatore abbiamo il costo a vita intera previsto per lo smantellamento, che sconta notevoli incertezze per la sua natura pluriennale. Questo è un indicatore di massima, ma va preso con le dovute attenzioni. Ricordo che il costo complessivo, stimato a oggi, per la gestione dello smantellamento delle centrali italiane è di circa 6,5 miliardi, di cui 1,7 miliardi per la gestione del combustibile all'estero.
  Un'ulteriore premessa che va fatta è sul piano a vita intera, in termini di tempi e costi. Su quest'aspetto non entrerò nel merito adesso e lo rimando a quando tratteremo delle attività internazionali, in quanto abbiamo avviato una peer review indipendente con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica.
  Quello che invece ci siamo posti come problema per la nostra consiliatura, era lo sblocco delle attività. Mi riaggancio a quanto detto dal presidente sullo stallo della governance che ha caratterizzato gli ultimi anni della Sogin: la prima priorità è stata sbloccare i cantieri che si erano arenati, mentre la seconda priorità è stata avviare nuove attività di smantellamento e progetti strategici.
  Sui progetti strategici, segnalo che il ciclo di vita di questi progetti è di almeno un anno e mezzo per arrivare alla cantierabilità. Per esempio, ci siamo dati l'obiettivo di attaccare almeno un vessel o core di uno dei reattori entro la fine della nostra consiliatura, per cui il lavoro che va fatto è di sei mesi di studio di fattibilità con l'ingegneria, di sei mesi, se tutto va bene, di autorizzazioni con ISPRA e di sei mesi di processo di acquisti e appalti, secondo il nuovo codice degli appalti. Con questo voglio dire che, nel corso del 2017, il focus dell'attuale consiglio di amministrazione è stato quello di sbloccare attività bloccate, mentre a partire dal 2018 vedremo i primi risultati di nuove attività di smantellamento strategiche per l'azienda.
  Una seconda considerazione sul ciclo dei progetti riguarda la complessità: un ciclo di un anno e mezzo significa che è necessaria una continuità di governance per portare avanti un piano ingegneristico complesso e pluriennale, come quello della Sogin. Ora, se voi considerate che la media della durata dei precedenti consigli di amministrazione o amministratori delegati era di un anno e otto mesi, capite subito che Pag. 10non si fa in tempo ad avviare un ciclo di progetti strategici che già cambia il management e si ricomincia da capo, quindi il problema della governance è assolutamente essenziale per la sostenibilità delle attività di Sogin.
  Per quanto riguarda lo sblocco dei cantieri, come vi dicevo, nel 2017 per noi si deve effettivamente sbloccare quanto si era arenato. In merito, posso comunicare i principali risultati di questi mesi. Innanzitutto, nel mese di maggio si sbloccano due cantieri molto importanti: uno è l'impianto ICPF a Trisaia, di cui parleremo nel dettaglio; l'altro è l'impianto di Bosco Marengo, dove riapriamo il cantiere la settimana prossima per completare le attività e per arrivare al primo brownfield dei siti nucleari italiani, possibilmente entro l'inverno prossimo.
  Il piano accelerato che abbiamo in cantiere prevede otto mesi di attività e abbiamo ricevuto l'autorizzazione di ISPRA venerdì scorso, quindi, tra la fine dell'anno e l'inizio dell'anno prossimo, pensiamo di potervi invitare al primo brownfield di un sito nucleare italiano. Rimangono, tuttavia, delle complessità legate al fatto che sono necessarie ulteriori tre approvazioni di ISPRA per la gestione e il trattamento dei rifiuti, ma abbiamo avuto rassicurazioni da parte di ISPRA per puntare insieme al raggiungimento di questo obiettivo importante per Sogin, per ISPRA e per il Paese.
  Oltre a questi due cantieri, possiamo dire che anche gli altri siti procedono oggi abbastanza bene. In particolare, sul sito di Garigliano segnalo lo sblocco sulle attività del Radwaste (sistema di trattamento dei rifiuti radioattivi), a seguito dello sblocco del problema contrattuale con il fornitore. Segnalo anche la fine dell'interazione con il Genio civile per la realizzazione del capannone di confinamento per la Trincea 1.
  Per quanto riguarda Latina, direi che il sito procede molto bene come attività, perfettamente in linea con il budget. Segnaliamo la criticità che potrebbe manifestarsi nei prossimi mesi, se non arriverà, in questo caso, l'istanza di disattivazione da parte del MISE.
  Per quanto riguarda Trino, abbiamo completato i lavori di adeguamento dell'area buffer. In particolare, su Trino segnalo che ci sono due progetti strategici in cantiere, che sono l'abbassamento delle volumetrie della sala macchine e l'attacco del vessel di Trino, entro la fine della consiliatura, ciò essendo, ovviamente, subordinato all'ottenimento delle opportune autorizzazioni da parte di ISPRA.
  A Casaccia si sono concluse due importanti attività, tra cui la realizzazione del deposito OPEC 2, per la quale aspettiamo le autorizzazioni per completare i collaudi. Abbiamo completato lo smantellamento delle scatole a guanti di terzo livello e abbiamo iniziato lo smantellamento più complesso delle scatole a guanti di quarto livello, però è chiaro che, in assenza dei collaudi di OPEC 2, non avremo poi lo spazio per poter procedere con queste attività. A oggi non c'è una criticità, però c'è un punto di attenzione anche a livello autorizzativo. Di Saluggia, poi, vi diremo in dettaglio quando parleremo del Cemex. Tutto questo riguarda i cantieri sbloccati e che si sbloccheranno nel corso del mese di maggio.
  Per quanto riguarda una visione d'insieme sul budget del 2017, abbiamo presentato un piano all'autorità che prevede costi commisurati per 83 milioni di euro, quindi si tratta di budget legato esclusivamente ad attività di smantellamento. È chiaro che, da ingegneri, abbiamo voluto qualificare meglio questi 83 milioni. Abbiamo evidenziato all'autorità che una quota – il 30 per cento di questi 83 milioni, corrispondente a circa 25 milioni – dipende da autorizzazioni, quindi, se arrivano le autorizzazioni, siamo in grado di portare avanti i lavori.
  Abbiamo voluto anche evidenziare, sui cantieri che non richiedono autorizzazioni, qual è il rischio dovuto a contenziosi contrattuali, utilizzando una percentuale storica, che speriamo di migliorare. Abbiamo voluto evidenziare, in controtendenza rispetto al passato, anche i vantaggi che il management può portare, con una negoziazione serrata con i fornitori. A oggi vi segnalo che il sistema regolatorio di Sogin è tale per cui, se io faccio una gara molto Pag. 11competitiva e ottengo un risparmio di 10 milioni di euro, quei 10 milioni di euro sono considerati come attività non fatte e non come efficienza.
  Abbiamo quindi proposto all'autorità un'integrazione del sistema regolatorio, basata su standard internazionali, il cosiddetto earned value management system – EVMS, normalmente utilizzato in ingegneria, per tener conto dei soldi non spesi, a parità ovviamente di attività svolte. È chiaro che l'obiettivo deve essere quello di portare avanti le attività di smantellamento. Sul budget 2017 posso segnalare che la trimestrale è in linea con il budget che avevamo dichiarato. Certo, c'è qualche sofferenza su un paio di siti dovuta a questioni autorizzative, ma speriamo di recuperarla se queste autorizzazioni arriveranno nei prossimi mesi.
  Veniamo, invece, alle problematiche più rilevanti dal punto di vista della gestione dei rifiuti. Il problema principale, ovviamente da parte nostra, è quello del Cemex, l'impianto di cementazione a Saluggia per 270 metri cubi di rifiuti liquidi a media e ad alta attività. Solo per ricordare la storia, anche perché so che avete audito recentemente anche la Saipem, vi do gli aggiornamenti rispetto a quanto comunicato un mese fa.
  A livello di storia, il contratto è stato aggiudicato nel 2013 all'RTI Saipem-Maltauro per un importo di 98 milioni di euro, che prevedevano un forte sconto, del 28 per cento, rispetto all'importo messo a gara, che era di 135 milioni. Bene: ad oggi dove siamo? Io parlo dal punto di vista di Sogin, anche perché poi le percentuali della stazione appaltante, ovviamente, non coincidono con quelle dell'appaltatore. Da parte nostra, il contabilizzato, quindi il pagato, a fronte di milestone, a Saipem, risulta di circa 9 milioni e mezzo di euro. C'è un avanzamento sul valore del 10 per cento, che corrisponde a un avanzamento delle opere civili del 25 per cento.
  Ho visto le percentuali che ha dato la Saipem, che ovviamente contabilizza una serie di attività legate all'ingegneria e alle forniture, che loro hanno realmente effettuato e che noi non possiamo contabilizzare finché non si materializza la milestone, che poi noi possiamo pagare formalmente all'appaltatore. Vi dico ciò anche per spiegare il punto di vista della stazione appaltante rispetto all'appaltatore.
  Per quanto riguarda le opere civili sul Cemex, queste procedono secondo il cronoprogramma. Siamo bloccati sulle forniture elettromeccaniche. Il problema, che si trascina da vari mesi, ha visto un primo parere dell'ANAC, ad agosto del 2016, che non è risultato risolutivo. Questo parere ha generato due diverse interpretazioni da parte di Sogin e da parte di Saipem, che sono state prospettate all'ANAC in una riunione a febbraio, con una richiesta di precontenzioso. L'ANAC ha respinto la richiesta di precontenzioso perché il cantiere è già in esecuzione e ci ha consigliato di identificare, anziché il precontenzioso, un nucleo di elementi comuni su cui Saipem e Sogin sono d'accordo per cercare di arrivare a risoluzione.
  Stiamo quindi lavorando su questa nota tecnica a livello di ingegneria e di acquisti e appalti, per identificare un nucleo comune tra appaltatore e stazione appaltante, per cercare di arrivare a soluzione.
  In sintesi, vorrei ricordare il problema: il progetto che Sogin ha messo a gara prevede una serie di lavori nelle categorie elettromeccaniche, quindi, per noi, si tratta di lavori che, secondo Saipem, possono essere considerati forniture, quindi subappaltate. Ad oggi, siccome queste due categorie superano nel contratto il 15 per cento del valore, essendo classificate come lavori, non possono essere subappaltate per una percentuale superiore al 30 per cento. La Saipem, in fase di gara, ha accettato l'impostazione di gara e ha presentato le SOA per poter realizzare quanto previsto nel bando di gara, quindi, ad oggi, il punto di vista di Sogin è che Saipem è inadempiente rispetto a quanto prospettato in fase di gara.
  Detto questo, dal punto di vista tecnico e soprattutto essendo ingegnere, non vedo difficoltà tecniche nel poter considerare quei lavori come forniture che possano essere acquistate a catalogo. Vi ripeto: l'impostazione di gara era di tipo diverso, che Pag. 12per me e per la Sogin è il riferimento. Da un punto di vista tecnico possiamo riconoscere alcune di quelle attività come, effettivamente, delle forniture che possono essere acquistate a catalogo. Serve, però, un parere chiaro per poter permettere a Sogin di procedere secondo questa impostazione e venire incontro a Saipem.
  In caso di parere negativo, è chiaro che Sogin si sta attrezzando per la soluzione alternativa, che prevede la chiusura del contratto con il fornitore per grave inadempimento perché, rispetto a quello prospettato in fase di gara, oggi Saipem non è in grado di portare avanti il contratto, quindi, comunque, Sogin sta lavorando su una impostazione alternativa in caso di chiusura del contratto con Saipem. Ad oggi, direi che è lo scenario migliore per Sogin, per Saipem e per la messa in sicurezza di questi rifiuti è, ovviamente, quello di continuare con l'impostazione contrattuale attuale, anche perché ogni soluzione alternativa comunque comporterà dei costi e dei tempi aggiuntivi.

  LAURA PUPPATO. Mi scusi. Per «impostazione contrattuale attuale» intende fornitura, quindi dare atto del fatto che tecnicamente quelle sarebbero forniture?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Sull'impostazione contrattuale attuale – poi, magari lascio la parola al direttore acquisti e appalti – le difficoltà sono emerse in due categorie, la OS4 e la OS18, che pesano rispettivamente per il 15,7 per cento e il 16 per cento. Sono entrambe al di sopra del 15 per cento dell'importo totale dei lavori, quindi la percentuale dei lavori ricadenti in tale categoria, che può essere subappaltata, non può superare il 30 per cento.
  All'interno di queste categorie (OS4 e OS18), possono essere identificati, per esempio, dei telemanipolatori, che risultano presenti al catalogo e che potrebbero essere classificati come forniture. È chiaro che l'impostazione della gara non le prevedeva come forniture ma come lavori perché quelle erano inserite in un progetto più ampio, quindi, anche se acquistate da catalogo, dovevano essere integrate in un progetto di una difficoltà superiore. Sono vere tutte e due le posizioni, però, se nell'impostazione di gara quelle sono classificate come lavori, a oggi, per Sogin, in quanto stazione appaltante, si tratta di lavori. Possono essere identificate all'interno di questi importi alcune forniture che, da un punto di vista tecnico e dal punto di vista Sogin, possono essere classificate come forniture, però, a oggi, di fatto, nell'impostazione di gara cui Sogin deve attenersi, non lo sono.
  Noi abbiamo identificato questo nucleo comune su cui si può raggiungere l'accordo, precisando, punto per punto, le componenti strutturali e gli impianti elettromeccanici trasportatori che possono essere considerati da un punto di vista tecnico delle forniture. In caso di chiarimento richiesto all'ANAC sul parere espresso il 5 agosto del 2016 in tal senso, possiamo procedere a riqualificare questi componenti e impianti come forniture. Non so se il direttore acquisti e appalti vuole fare qualche precisazione. Questo è un tema molto tecnico sia dal punto di vista legale che ingegneristico e io ho riportato la posizione dell'ingegnere, ma in questo caso prevale quella del legale.

  ROBERTO POPPI, Direttore acquisti e appalti di Sogin. Quanto descritto dall'amministratore delegato corrisponde esattamente all'inquadramento dato dalla stazione appaltante rispetto a questo contratto, che è stato concluso a seguito di un appalto, in vigilanza del vecchio codice degli appalti.
  L'eventuale inquadramento in un nuovo codice degli appalti, comunque non muterebbe la distinzione a livello ontologico tra forniture e subappalti. L'inquadramento, ovviamente, come potete capire, è particolarmente sensibile e importante, visti i limiti che la normativa precedente – confermati da quella attuale – impongono ai contratti di subappalto rispetto alla subappaltabilità, non solo della categoria prevalente ma anche delle superspecialistiche. Trattasi, nello specifico, di OS4 e OS18. Nel caso specifico, il subappalto vede applicabile un ulteriore limite, cioè quello del 20 per cento di sconto sul prezzo di aggiudicazione Pag. 13 per quella singola partita. Questo deve essere rispettato ed è un limite massimo, oltre il quale non ci si può approvvigionare sul mercato.
  Al riguardo stiamo attendendo una parola definitiva da parte dell'ANAC e, nel caso specifico, a seguito di questo parere definitivo di dettaglio, rispetto a un parere generale di inquadramento, che comunque ha ripercorso tutta la storia, sia giurisprudenziale che di inquadramento da parte dell'autorità in materia, ovviamente Sogin procederà con le azioni conseguenti. Grazie.

  ALBERTO ZOLEZZI. Mi scusi. Mi sembra di capire che, in base la vostra strategia, al momento sperate che ci sia un parere positivo dell'ANAC per procedere con questa soluzione contrattuale, ma che avete aperto anche un piano B in caso contrario: avete detto questo?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Segnalo che il piano B prevede costi e tempi superiori alla soluzione di proseguire con Saipem, quindi è nell'interesse di Sogin, di Saipem e della messa in sicurezza di questi rifiuti cercare di procedere nella struttura contrattuale attuale. Questo è importante secondo me da segnalare.
  Passiamo all'altro cantiere critico. L'ICPF era stato affidato nel 2012, a seguito di bando di gara europeo, a un RTI (Saipem, Gencantieri e Sicilsaldo). In questo caso, il problema è di natura diversa perché non contrattuale ma di interferenza sul cantiere. Nel 2014, si è verificato il percolamento del monolite...

  PRESIDENTE. Mi scusi, in questo caso parliamo di Trisaia?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Dell'ICPF di Trisaia. Poi, la terminologia corretta è: «Impianto ICPF Itrec di Trisaia a Rotondella». Si è verificato, nell'agosto 2014, il percolamento del monolite ed è stata rilevata la presenza di liquidi all'interno del monolite. Le attività si sono bloccate, anche perché l'area del monolite insiste sotto l'area dove deve essere costruito l'impianto per il trattamento del prodotto finito, quindi dell'ICPF. Il cantiere, dunque, si sta bloccando. A fine marzo abbiamo ricevuto l'autorizzazione di ISPRA per il rapporto di progetto particolareggiato (RPP) per la rimozione del monolite. A inizio aprile abbiamo subito lanciato la gara, quindi, a distanza di meno di sette giorni lavorativi. La gara si concluderà a metà giugno 2017, salvo, ovviamente, i ricorsi dal secondo aggiudicatario e così via. Sono previsti tre mesi di attività per la preparazione dei materiali di carpenteria per la rimozione del monolite, quindi speriamo di cominciare i lavori entro fine anno.
  Abbiamo inoltre sbloccato le attività legate al deposito perché questo impianto ICPF aveva una parte che insiste sul monolite e che è bloccata, ma c'è poi la parte deposito che può proseguire. La parte deposito era stata bloccata l'anno scorso da ISPRA, che aveva rilevato delle non conformità sui getti di calcestruzzo dell'impianto. Queste non conformità si sono risolte, per cui la settimana prossima si riapre il cantiere e, entro fine maggio, riprendono i getti, quindi anche questa è sicuramente una milestone importante. Non possiamo però nasconderci il fatto che, rispetto alla realizzazione del progetto iniziale, che prevedeva 1.260 giorni, c'è una serie di ritardi.
  Prevediamo il completamento della rimozione del monolite al 2019, quindi il completamento delle opere ICPF al 2022. Anche in questo caso, trattandosi di un cantiere estremamente complesso, ovviamente per la presenza del monolite, il messaggio chiaro e importante è che nel mese di maggio si sbloccano le attività su questo cantiere.
  Gli altri due punti importanti relativi alla gestione dei rifiuti riguardano le resine di Caorso e le resine di Trino. Per quanto riguarda le resine di Caorso, si tratta di 5.600 fusti di resine a scambio ionico radioattive esauste. È stato aggiudicato, nel 2015, all'RTI Javys-Ansaldo Nucleare il contratto per il recupero, trattamento e condizionamento rifiuti. Nel dicembre 2015, Pag. 14Sogin ha presentato all'ISPRA il piano operativo.
  Questa, quindi, è la storia: dove siamo oggi? L'ISPRA aveva richiesto, a seguito della presentazione del piano operativo, di effettuare delle prove di incenerimento in Slovacchia. Queste prove sono state concluse con successo a ottobre 2016. Abbiamo mandato la documentazione all'ISPRA a novembre e l'ISPRA, rimasta soddisfatta dei risultati delle prove, ha chiesto garanzie e rassicurazioni sulla ripetibilità delle stesse.
  La documentazione è stata inviata all'ISPRA in questi giorni, quindi, da parte nostra, direi che abbiamo completato le attività e attendiamo l'autorizzazione dell'ISPRA sul piano operativo e – cosa importante in questo caso – l'autorizzazione all'esportazione da parte del MISE, che deve sentire ovviamente i Ministeri competenti, ma anche i Paesi che saranno soggetti all'attraversamento di questi trasporti.
  È chiaro che per noi le resine di Caorso sono molto importanti e dobbiamo allontanarle in tempi brevi, anche per poter procedere con le attività di smantellamento del sito. Oggi il sito è bloccato perché mancano spazi per la gestione dei rifiuti: smantellando, si generano ulteriori rifiuti e non sappiamo dove stoccarli. Le resine di Caorso, oltre che per la messa in sicurezza dei rifiuti radioattivi, sono molto importanti per l'avanzamento delle attività su Caorso, che al momento sono bloccate.
  Per quanto riguarda le resine di Trino, si tratta di circa 100 metri cubi, sempre di resina a scambio ionico radioattive esauste, con una sostanziale differenza rispetto alle resine di Caorso, il che ha determinato un tipo di gestione diversa: mentre le resine di Caorso hanno un'attività inferiore rispetto a quelle di Trino, quindi abbiamo potuto programmare un allontanamento del sito e un trattamento all'estero, quelle di Trino hanno un'attività considerevolmente superiore, quindi si è preferita una soluzione in loco.
  Da segnalare è anche l'alto contenuto di boro di queste resine, che rende difficile la cementazione. Questo problema, molto complesso a livello tecnico, ha portato alla scelta della soluzione della wet oxidation. È stato affidato il contratto a gennaio 2009 ad Ansaldo Nucleare, mentre le prove di mock-up si sono concluse a fine dicembre in maniera positiva, alla presenza di ISPRA. Il mock-up ha permesso di affinare i parametri del processo, quindi adesso possiamo procedere con la costruzione dell'impianto: le prove in bianco e poi le prove nucleari.
  In questo caso, siamo vincolati all'autorizzazione da parte di ISPRA sull'RPP, quindi sul rapporto di progetto particolareggiato.
  Per quanto riguarda gli altri due progetti di gestione dei rifiuti, ho già parlato di quello di Bosco Marengo e speriamo di potervi invitare, tra la fine dell'anno e l'inizio dell'anno prossimo, al primo brownfield di un sito nucleare italiano. Vorrei ora citare, anche perché è stato materia di una precedente audizione, il Cemerad.

  PRESIDENTE. Abbiamo contribuito a trovare i finanziamenti per poter attivare tutta l'operazione, quindi siamo molto interessati...

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Non ripeto ciò che è già stato detto dal Commissario Corbelli, che si era impegnato a siglare il contratto con Sogin entro Pasqua. Il contratto è stato siglato il 13 aprile, quindi, la sera del venerdì di Pasqua: eravamo tutti lì in ufficio per chiudere questo contratto e rispettare la scadenza (eravamo andati in vista della prospettiva di avviare i trasporti delle sorgenti e dei filtri Cernobyl già dalla settimana scorsa, però il prefetto e l'ISPRA hanno preferito finalizzare con calma sia il piano di emergenza che il piano operativo). Ho il messaggio su Whatsapp del commissario Corbelli di ieri sera, la quale mi dice che oggi sono stati consegnati entrambi e che, nel giro di sette giorni, ritiene di poterci dare il via libera per andare a ritirare – lo ripeto – le sorgenti e i filtri Cernobyl, che in volume rappresentano una piccola percentuale di fusti ma che rappresentano l'80 per cento del rischio presente sul Cemerad. Questo, quindi, verrà veramente rimosso in tempi brevi, salvo trovare situazioni di fusti Pag. 15ammalorati. Poi, ci sono tutte le attività di rimozione degli altri 16.000 colli, che richiederanno un approntamento del cantiere e vari trasporti, quindi è prevista un'attività di almeno un anno. Infine, sono necessari ulteriori sei mesi per le bonifiche dello stabilimento e del sito, salvo rinvenimento di sorprese non previste nella documentazione.
  Rispetto ai 10 milioni previsti dal decreto legislativo, l'importo, a oggi, è inferiore a 7.200.000 euro. Nell'impostazione iniziale della messa a gara della bonifica, si parlava di 7 milioni e mezzo, ma il commissario Corbelli ci ha richiesto, in assenza di gara, di rinunciare al nostro margine, che generalmente è del 5 per cento, quindi siamo arrivati anche a un risparmio per le casse dello Stato. Ovviamente, noi faremo questo lavoro a costo, cioè nell'interesse del Paese. Questo importo è previsto per la rimozione dei colli, così come risultano dall'archivio, salvo ritrovamenti e sorprese, che in questi casi, poi, saranno quotati a parte al Commissario.
  Io direi di parlare brevemente delle attività internazionali, con un particolare focus sui rifiuti all'estero. È chiaro che l'attività di Sogin sull'internazionale si divide in tre aree: un'area istituzionale, come per esempio i rapporti con l'Agenzia internazionale per l'energia atomica, con la quale abbiamo avviato una peer review internazionale del nostro piano a vita intera.
  Qual è il vantaggio di quest'attività? Si tratta di un parere assolutamente indipendente, quindi non stiamo chiamando dei consulenti, i quali, pagati, poi daranno un parere condiviso, ma è una peer review assolutamente indipendente sul piano a vita intera della Sogin per quanto riguarda costi, tempi e soluzioni tecnologiche previste per le attività principali.
  Questa peer review ha dei costi, anche ridotti, in quanto noi paghiamo soltanto le trasferte degli esperti e si avvarrà dei maggiori esperti internazionali nel campo del decommissioning. Le attività sono in corso e ci sarà, il 15 maggio, una prima riunione per visionare il materiale che abbiamo preparato. La peer review di due settimane di visite sui nostri siti avverrà a luglio, mentre il rapporto sarà consegnato a Sogin a settembre, in modo tale da permetterci di mandare all'autorità un piano a vita intera entro la scadenza del 31 ottobre, normalmente prevista con l'autorità.

  LAURA PUPPATO. Sempre per una questione di chiarezza: con «vita intera» si riferisce all'intero ciclo e all'intera vita di tutto il decommissioning?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Mi riferisco al decommissioning fino al brownfield (su cui vogliamo avere delle rassicurazioni con un'alta percentuale di probabilità) e poi fino al greenfield. È chiaro che il greenfield è molto più spostato in avanti, quindi le incertezze sono superiori. Non escludiamo di fare una seconda peer review, anche perché ci costa poco e si tratta della fase con i maggiori esperti. Questa è una prima peer review, di impostazione di massima sul piano a vita intera, quindi emergeranno delle raccomandazioni di alto livello. Poi, se lo riteniamo opportuno, possiamo sicuramente avviare una seconda o una terza peer review di dettaglio.
  La seconda attività che abbiamo sull'internazionale – e che ritengo sia quella più rilevante – è la gestione dei rifiuti radioattivi in Francia e in Gran Bretagna. Per quanto riguarda la Gran Bretagna, sono in fase di finalizzazione due accordi, di cui uno è quello di sostituzione e minimizzazione, che prevede la sostituzione di 5.500 metri cubi di rifiuti, di bassa e media attività, con un metro cubo di rifiuti ad alta attività. Questo permette di andare a riempire il quarto cask di rifiuti di alta che dovrebbe ritornare in Italia. Oggi abbiamo quattro cask di alta in Inghilterra, di cui il quarto semivuoto. In più abbiamo 5.500 metri cubi di bassa e media che, con sostituzione e minimizzazione, diventano un metro cubo di alta per riempire il quarto cask semivuoto. Senza aggravi di volumi che ritornano in Italia, evitiamo 5.500 metri cubi di bassa e media.
  Ovviamente, questo servizio si paga ed è stato richiesto e già effettuato dagli altri europei che sono a Sellafield in Inghilterra, Pag. 16quindi stiamo finalizzando la negoziazione di questo contratto.
  Il secondo contratto con gli inglesi è il cosiddetto...

  LAURA PUPPATO. Di quanto parliamo?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. La negoziazione non è ancora conclusa, quindi non lo posso dire. Magari, a negoziazione chiusa, valuteremo. Questa è economicamente conveniente, come è stato prospettato al MISE, che ha dato un'indicazione di proseguire su questa strada. Posso dire che, a oggi, noi abbiamo negoziato – questo le dà l'ordine di grandezza – uno sconto equivalente al budget annuale della Sogin. Le ripeto: il valore complessivo della gestione del combustibile è 1 miliardo 700.000 euro.
  I valori in gioco sono estremamente alti e stiamo negoziando da settembre, da quando siamo arrivati. Abbiamo fatto scadere la cosiddetta «standstill letter» a fine febbraio, che prevedeva la possibilità per gli inglesi di dichiarare il rientro di dei rifiuti in Italia entro fine febbraio. Abbiamo fatto ciò perché abbiamo rifiutato categoricamente alcune loro valutazioni economiche, che secondo noi non erano giustificate.
  Tenete presente che siamo in una situazione negoziale difficile perché, essendo l'unico fornitore, loro possono in ogni momento rimandarci il materiale, che siamo pronti ad accogliere in assenza del deposito nazionale, però, nonostante il coltello alla gola, abbiamo detto che questi costi non trovano nessuna giustificazione, nel senso che se pago, voglio vedere i servizi offerti. Abbiamo lasciato scadere il termine, creando anche un rischio, soprattutto in tempi di Brexit e quant'altro perché, oggettivamente, quei costi non erano accettabili. Posso dire qual è stato lo sconto che abbiamo portato a casa e posso anche dire che i valori non sono comunicabili perché abbiamo attivato soluzioni alternative, nel senso che questi contratti si materializzeranno a partire dal 2020, per cui, se io trovo – visto che ne ho il tempo – una soluzione alternativa, sempre all'estero, a un importo inferiore, è chiaro che la posso valutare, mentre comunicare oggi quell'importo mi rovina anche le negoziazioni alternative che sono in corso. Vi ripeto che la negoziazione è durata un anno e ha comportato un grosso sconto rispetto all'importo previsto a budget, che era già stato approvato dalle valutazioni economiche del MISE. Il contratto non è stato ancora firmato, quindi direi di aspettare la conclusione della negoziazione.
  Per quanto riguarda la Francia, sono fermi al deposito Avogadro di Saluggia gli ultimi tre trasporti di 64 barre di combustibile, che ricadono all'interno degli accordi di Lucca del 2006. I ritardi sono dovuti a vari fattori, di cui, in primis, segnalo la mancata licenza dell'impianto di La Hague in Francia ad accogliere e trattare questo tipo di rifiuti. Si tratta di uno dei motivi principali di ritardo, non dovuti, in questo caso, all'Italia.
  Per la ripresa dei trasporti, c'è stata una riunione interministeriale al MISE circa un mese fa. La controparte francese si riserva di fornirci una risposta entro il 15 giugno 2017. Ci sono le elezioni in corso in Francia, quindi sarà difficile ottenere un via libera all'invio di questi tre trasporti in Francia in questa situazione. Siamo pronti e, se arriva questo nulla osta a giugno, entro fine 2018 si completano i trasporti.

  PRESIDENTE. Per il resto, ho visto che ci avete lasciato una relazione dettagliata. Per alcune altre questioni più specifiche, se ci sono delle domande, potete rispondere.

  LAURA PUPPATO. Io avrei la votazione della fiducia al Senato, quindi dovrei andare. Magari faccio le domande ora ma poi non posso attendere le risposte (questa mi sembra una cosa maleducata), oppure posso consegnare le domande per iscritto.

  PRESIDENTE. Può fare le domande, che rimangono scritte e a cui, quindi, si potrà dare risposta anche in sua assenza, oppure, se vuole, può far pervenire le domande successivamente.

  LAURA PUPPATO. Provo velocemente a farle ora e mi scuserete se devo andare. La Pag. 17stima è di 6 miliardi e mezzo, di cui 1,7 miliardi per gestione del combustibile all'estero. La peer review è necessaria, come diceva sia l'amministratore delegato che il dirigente, per riuscire ad avere certezza dei costi che avremo. Mi pare di capire che questo sistema valuti, dal punto di vista di una revisione contabile accurata, tutto il processo, quindi la domanda è: il dato di 1,7 miliardi ci risulta abbastanza chiaro, nonostante lei non sia entrato nel merito, ma presumete che, a questo punto, la stima dei 6 miliardi e mezzo possa risultare non del tutto attendibile?
  Dico ciò perché, come forse sapete, nel corso di questi anni ci sono state anche molte polemiche in relazione al fatto che quella stima è cresciuta nel tempo. Questa è certamente cresciuta anche per i ritardi accumulati, che non stiamo qui a dire e a spiegare, visto che lo sappiamo tutti, però a noi comuni mortali, non addentro in un tema così complesso come quello della gestione dei rifiuti nucleari, pareva strano che la cifra potesse lievitare in miliardi per il semplice ritardo. Questa è una delle domande principali.
  Su Maltauro, lavori e opere civili ed altro, abbiamo ascoltato anche altre posizioni – mi sembra molto chiaro, anche se è molto complesso, quello che sta avvenendo – da parte dell'ANAC e così via. Sulla questione ripetibilità delle prove, vorrei che foste più chiari. La gestione dei rifiuti di qualsiasi materiale considera di valutare la ripetibilità nell'omogeneità del materiale. Se non c'è omogeneità in quel materiale, si può ritenere che non sia ripetibile lo stesso identico meccanismo che ha fornito valutazioni positive in relazione all'incenerimento dei rifiuti? Questa è l'altra domanda.
  Passo alla terza domanda. Sull'ex Cemerad di Statte, diceva il presidente che abbiamo lavorato, anche come Parlamento, molto assiduamente per ottenere questa cosa, che stiamo seguendo e siamo molto contenti che proceda. Vorrei capire perché diamo per scontata – le chiedo se lo può spiegare dal punto di vista anche tecnico – la bonifica del sito. Per quanto riguarda la bonifica del fabbricato posso anche comprenderla, ma la bonifica del sito dovrebbe dare automaticamente la certezza che c'è stato un percolamento, il che mi pare non automatico, per cui vorrei capire meglio. La ringrazio.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Sul discorso della peer review, teniamo presente che questa peer review è la prima che viene svolta dalla IAEA su un piano così complesso e articolato perché l'Italia è il primo Paese uscito interamente dal nucleare. Le peer review, a oggi, venivano effettuate su temi tecnici specifici dello smantellamento di una centrale. Anche la IAEA ha molto supportato questo tipo di iniziativa, in quanto è interesse del settore nucleare poter mostrare che la chiusura del ciclo nucleare può essere portata a termine in tempi e costi ragionevoli, però è la prima volta che viene fatta da parte dell'AIEA a livello internazionale una review di un piano nazionale di uscita dal nucleare. Quella di 6,5 miliardi di euro è la stima che abbiamo trovato. Le esperienze mie a livello tecnico manageriale e del professor Ricotti sull'impiantistica nucleare sono comunque delle esperienze limitate, quindi abbiamo detto: «anziché prendere consulenti, prendiamo degli esperti veramente indipendenti».
  In questo caso, parliamo comunque di un piano a vita intera pluriennale, quindi quello che noi otterremo non è un valore scolpito nella pietra, ma sarà sicuramente un valore più accurato. Tenete presente che noi, oggi, nel piano a vita intera, abbiamo per lo smantellamento del vessel di Garigliano e black box circa 100 milioni di euro.
  Non ci sono soluzioni tecnologiche e non si sa se quel valore è di 100 o di 200, quindi è necessario avere almeno gli ordini di grandezza dell'affidabilità di queste stime. Passare da una situazione di attività complesse, da black box, a una puntualizzazione, in base all'esperienza di altri, è sicuramente un approfondimento che è utile per tutti. Tra l'altro, l'obiettivo che noi ci siamo dati è quello di avviare un attacco al vessel, quindi alla parte del core del reattore, entro questa consiliatura perché siamo entrambi ingegneri. L'attività più complessa per lo smantellamento delle centrali, Pag. 18a oggi, non è mai stata fatta, quindi c'è un valore per i tempi di riferimento che, se non sono testati nella pratica, rimangono comunque a livello teorico; pertanto, da parte nostra, c'è anche l'obiettivo di verificare sul campo i valori che sono nel piano.
  Valuteremo poi, a seguito della peer review, quali saranno le conseguenze e le eventuali rettifiche su questi valori. Segnalo che, per supportare questa peer review, abbiamo avviato un'analisi storica retrospettiva su tutti i cantieri avviati, in modo da capire dove si concentrano le fonti di ritardo: sulla fase autorizzativa, sulla fase acquisti e appalti o sulla fase di realizzazione? Anche per gli extracosti, abbiamo cercato di capire in quale fase questi sono concentrati. È chiaro che questo va a supporto perché uno guarda lo storico per capire qual è il futuro e capire quali sono le aree prioritarie dove intervenire. Sulla ripetibilità delle prove di incenerimento, passo la parola a Romina Quintiliani.

  ROMINA QUINTILIANI, Responsabile area supporto disattivazioni centrali. La richiesta che ci ha fatto l'ISPRA è stata di avere evidenza che i risultati ottenuti durante le prove d'incenerimento fossero ripetibili. Nelle prove che sono state eseguite, le resine sono state incenerite sull'impianto che la Javys già possiede, però è stato necessario fare un pretrattamento preliminare che, normalmente, non viene eseguito presso gli impianti della Javys stessa. Si è trattato, sostanzialmente, di una macinazione e di un riscaldamento in forno, che sono stati realizzati in parte attraverso installazioni di laboratorio e un piccolo mulino ricavato ad hoc.
  Ciò di cui l'ISPRA ha voluto avere evidenza, è che questo pretrattamento venga poi riprodotto in scala industriale e, di fatto, avvenga in linea, prima del processamento delle resine stesse. Il pretrattamento diventa parte integrante del processo, quindi è stata data evidenza all'ISPRA in questi giorni di un impegno da parte del nostro appaltatore a realizzare un sistema di pretrattamento in scala industriale, costituito da una sezione di forno e una sezione di macinazione, che alimenterà, in continuo, l'inceneritore.

  ALBERTO ZOLEZZI. Questo pretrattamento viene fatto in Italia o in Slovacchia?

  ROMINA QUINTILIANI, Responsabile area supporto disattivazioni centrali. Questo viene tutto fatto in Slovacchia, cioè l'impianto di pretrattamento sarà realizzato presso la struttura di Javys.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Si parlava della bonifica del sito ex Cemerad, di cui magari il direttore Troiani può dirci di più.

  FRANCESCO TROIANI, Direttore sviluppo e innovazione tecnologica. Molto rapidamente, vorrei dire che, una volta che sono stati rimossi tutti i colli dal deposito, bisogna dimostrare in maniera inequivocabile che il deposito possa essere rilasciato senza alcun vincolo radiologico, nel senso che poi nel deposito, che diventa una struttura civile, si possa fare di tutto. Per farlo, bisogna applicare un protocollo, il che significa fare una caratterizzazione iniziale e, eventualmente, scoprire delle zone dove potenzialmente ci può essere della contaminazione, ma ci aspettiamo che possa anche non esserci, anche perché non ci risulta che siano stati degli incidenti con sversamenti, quindi, nel caso in cui non si trovi nulla, si fa la caratterizzazione iniziale e si pulisce; si fa poi la realizzazione finale e si propongono i dati all'autorità di controllo, la quale autorizza il rilascio finale.
  Qualora trovassimo delle zone con contaminazioni, bisogna rimuoverle e ripetere il processo fino a che non dimostriamo che è possibile rilasciarlo, però questo è un protocollo ormai consolidato, che bisogna applicare in ogni caso, anche se, a priori, non sappiamo se effettivamente possiamo trovare delle zone di questo tipo.

  FILIBERTO ZARATTI. Intanto prendo atto con soddisfazione del fatto che i problemi annosi di governance sembrano essersi avviati a soluzione e che c'è una Pag. 19situazione migliorata rispetto al passato, così come prendo atto del fatto che una serie di attività, a giudicare dalla relazione che ci avete portato, è stata sbloccata e che sia stato dato finalmente avvio a una serie di attività che erano previste nei programmi. Da questo punto di vista, vorrei porre tre domande, di cui una è sul Cemex. Vorrei capire se i problemi che sono sorti tra appaltante e appaltatore derivano dall'eccessivo ribasso d'asta fatto sui 135 milioni previsti per le opere e se c'è stata una valutazione in merito, forse non sufficientemente esatta, che ha portato, poi, a una serie di contenziosi e a una serie di difficoltà sulla realizzazione dell'opera.
  Da questo punto di vista, vorrei sapere se il ragionamento prudenziale fatto da Sogin nel cercare una soluzione alternativa comporterà una eccessiva e ulteriore spesa. L'amministratore delegato ha accennato al fatto che ci saranno presumibilmente tempi più lunghi e costi più alti, per cui vorrei sapere se era stato quantizzato il valore di costi più alti e tempi più lunghi in relazione a questo tipo di attività. Sulla vicenda dei rapporti internazionali, vorrei capire – è stato accennato anche questo – se, con la Brexit, i rapporti tra Unione europea e Gran Bretagna comporteranno un aggravio di spese per il trattamento dei nostri materiali in Inghilterra e se questo aggraverà, appunto, la negoziazione di cui si stava parlando. Inoltre, vorrei sapere se, eventualmente, sul mercato internazionale non fosse possibile rivedere un'alternativa all'interno dell'Unione europea perché, probabilmente, trattandosi di una materia così delicata, visti i rapporti internazionali, questa sarebbe preferibile.
  Infine, sul lato commerciale – c'è scritto nella relazione, ma non ne avete parlato nell'esposizione che è stata fatta – vorrei capire se oggettivamente ci sono dei margini di sviluppo per le attività commerciali di Sogin all'estero, visto che, come è stato ricordato, siamo l'unico Paese uscito definitivamente dal nucleare, pur permettendoci di accumulare una serie di capacità e di conoscenze che sul mercato internazionale possono avere una loro rilevanza.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Sul Cemex c'è stato un forte ribasso d'asta, però questa è una considerazione che attiene prettamente a Saipem. Oggi mi ritrovo un contratto da gestire e, nell'interesse della Sogin, posso sicuramente dire che a me conviene andare avanti con Saipem. Tuttavia, devo fare in modo che oggi la Saipem, su questo contratto, non veda una perdita di progetto. Ciò che ho prospettato a Saipem è che, nella chiusura del contratto per grave inadempimento con danno, il danno che io gli chiedo sia superiore alla perdita che lui può avere presunto su questo contratto, quindi, secondo me, c'è una questione di incentivi. La Saipem, oggi, sa che in caso di chiusura del contratto per grave inadempimento con danno, il danno, ovviamente, sarà molto superiore a quella che può essere la sua perdita su questo contratto. Vi ripeto che c'è sicuramente un problema legato all'eccessivo ribasso d'asta, però questa è una considerazione che farà Saipem perché, una volta che io ho un contratto di quel tipo, cerco di mandarlo avanti.
  Quello che devo ovviamente programmare è la soluzione alternativa. A oggi, per la soluzione alternativa sulla quale stiamo lavorando, l'unica cosa che posso dire con certezza è che questa prevede un'impostazione diversa della gara: anziché fare una gara onnicomprensiva, si prevede un modello in cui la Sogin assume un ruolo di general contractor, quindi un ruolo di coordinamento.
  Su questa struttura contrattuale ho avuto modo di fare esperienza in Francia, sull'EPR, quando l'Italia era coinvolta sul nucleare. La EDF fa da architect-engineer e i contratti vengono divisi perché, anziché un unico grande contratto, se ne fanno diversi. Adesso stiamo valutando il numero ideale. In questo caso, Sogin prende la responsabilità di quello che si chiama il «coordinamento delle interfacce» e prende, ovviamente, la responsabilità di tempi e di problemi sul cantiere. La stiamo valutando nel dettaglio, ma riteniamo che tra le altre soluzioni alternative quella di andare col secondo classificato alla gara, dopo tanti anni, diventi difficile da attuare, o che Pag. 20quella di rifare una gara con la stessa impostazione complessiva, come quella attuale, richiederebbe dei tempi troppo lunghi e sarebbe così complessa da portare a rigidità nella fase di realizzazione, quindi riteniamo più utile uno spacchettamento. Ormai abbiamo talmente approfondito questo problema del Cemex che lo spacchettamento risulta anche facile perché sappiamo quali sono i telemanipolatori che possono essere comprati, che a questo punto compriamo noi di Sogin, poi avendo chi ci finisce le opere civili. Integriamo noi le varie parti perché la progettazione definitiva è nostra, quindi almeno tutte queste discussioni sono servite a dare a Sogin un quadro molto chiaro delle attività da portare avanti.
  A livello di spese e costi, non mi impegno oggi su una stima e una valutazione, anche perché stiamo ancora finalizzando questa soluzione alternativa, però posso dire che i costi sono superiori alla soluzione attuale e i tempi si allungheranno perché, comunque, devo rifare delle gare. Devo chiudere il cantiere attuale che richiederà dei tempi e devo rilanciare delle gare, per cui è chiaro che se sarò costretto ad andare verso questa soluzione, voglio arrivarci preparato, quindi stiamo comunque studiando questa soluzione alternativa
  Vi ripeto che oggi speriamo e riteniamo che ci siano dei segnali positivi di apertura per poter andare avanti. Da parte dell'appaltatore, non ci aspettiamo che se andiamo avanti, dopo tutto questo lavoro, magari fra sei mesi, ci dica che non rientra con la redditività perché le cose ad oggi mi sembrano chiare. Oggi, con cauto ottimismo, riteniamo di poter andare avanti, però dobbiamo anche essere preparati alla soluzione alternativa.
  Per quanto riguarda la Brexit, visto che il negoziato con gli inglesi riguarda contratti estremamente onerosi, si presentano due aspetti legati alla Brexit, di cui uno è di natura istituzionale perché questi accordi vengono siglati all'interno dell'Euratom, l'Agenzia europea per materie nucleari, quindi non è ancora chiaro se l'Inghilterra rimarrà all'interno di Euratom. C'è una clausola all'interno del contratto, che però è molto blanda, per cui dovranno essere rivalutate alcune condizioni di natura istituzionale, di garanzia e di safeguard, alla luce della Brexit nei prossimi due anni.
  Un altro aspetto, secondo me più oneroso per noi, è la fluttuazione sterlina-euro perché i contratti sono fatti in sterline e il nostro approvvigionamento con l'autorità è fatto in euro, quindi noi siamo esposti al cambio euro-sterlina su questi contratti: ci può andare bene o ci può andare male. Abbiamo considerato anche la possibilità di inserire un hedge sui contratti, ma non vale la pena bloccare la valuta su un contratto pluriennale. In genere, i contratti future, gli hedge e gli strumenti finanziari su valuta si possono fare per un anno o due anni perché poi questi cominciano a diventare estremamente onerosi. Di certo, fino al 2025, siamo esposti a questo tipo di rischio. Questa può essere un'opportunità perché se l'euro si rafforza, paghiamo meno. Il contratto è molto complesso perché c'è una serie di parametri di indicizzazione. Uno degli elementi di negoziazione che noi proponiamo è il CPI (consumer price index), che si usa per le transazioni internazionali; loro propongono il retail price index, che a livello internazionale non esiste.
  Nel tempo, anche questi indicatori variano, per cui il CPI è più alto dell'RPI, quindi, anche in quel caso, siamo esposti a un fattore di rischio, che è il consumer price index o retail price index. C'è una serie di fattori di rischio che, ovviamente, con la Brexit, si inaspriscono: mentre prima c'era una convergenza e ci aspettavamo convergenza a livello di inflazione e ingresso nell'euro, per cui questi fattori di rischio sarebbero stati sterilizzati, oggi questi rimangono nel contratto e sono difficilmente sterilizzabili.
  Per le attività commerciali, vorrei innanzitutto sfatare un mito e dire quali sono le vere opportunità sull'internazionale. Il valore che gira, sia sulla stampa, sia nelle discussioni, ci dice che si apre il mercato del decommissioning per 200 miliardi di euro nei prossimi quindici anni, di cui 80-100 in Europa. Il mercato è questo, ma bisogna considerare come si fa il decommissioning in Italia: quando facciamo le Pag. 21gare, alla fine, il 90-95 per cento finisce ad aziende italiane perché, trattandosi di smantellamenti civili, gli operai della zona sono avvantaggiati. In questo caso, ci sono costi minori, quindi le aziende italiane tendenzialmente vincono le gare, anche quelle europee. Il 90-95 per cento dello smantellamento finisce a ditte locali, mentre diamo il 5-10 per cento a ditte internazionali, laddove non sono disponibili competenze tecnologiche in Italia. Si tratta di Areva e di Westinghouse, che hanno sviluppato una filiera tecnologicamente avanzata.
  È chiaro che, nel caso della Slovenia, che è un Paese piccolo e che dovrà fare a un certo punto lo smantellamento dell'impianto, le opere civili di smantellamento convenzionali finiscono a sloveni, mentre le attività altamente qualificate a livello di tecnologia finiscono sempre a Areva o Westinghouse, di certo non a Sogin.
  Spesso si dice che in un mercato da 200 miliardi, se prendiamo almeno l'1 per cento, sono 2 miliardi e ci paghiamo il nostro piano di decommissioning; ciò in parte è vero, ma va circoscritta l'area di intervento, altrimenti si rischia di disperdere risorse nello sforzo commerciale. Questo è stato il primo progetto che abbiamo avviato quando sono arrivato, che era relativo al project management; avendo io lavorato sulla costruzione di impianti nucleari, ho visto tante metodologie di project management per la costruzione, quindi conosco tutte queste metodologie per costruire; ho quindi preso quelle metodologie, le ho invertito e abbiamo fatto una metodologia di project management per lo smantellamento delle centrali.
  È chiaro che il mio era un contenitore di impostazione, quindi ho chiesto ai colleghi con l'esperienza di Sogin di riempire questo contenitore con la loro esperienza e abbiamo finalizzato – e stiamo continuando ad approfondire – una metodologia strutturata di project management che abbiamo chiamato PPDI, Physical Progress Decommissioning Index, che sintetizza i vent'anni di esperienza di smantellamento dell'Italia: siamo i primi ad aver affrontato un piano nazionale di uscita dal nucleare e ciò si integra con le metodologie internazionali come quella dell'ISDC sui costi, l'EVMS dell'ingegneria e tutta una serie di metodologie che avevo visto sulla costruzione delle centrali nucleari.
  L'offerta commerciale di Sogin, che stiamo mettendo a punto, riguarda quindi tre prodotti specifici. Il primo è il project management, come ad esempio il rinnovo del contratto di project management in Slovacchia per lo smantellamento del reattore a Bohunice. Un altro prodotto che vogliamo offrire e sul quale siamo molto credibili e l’independent review di piani di decommissioning, a livello di azienda o a livello di Paese. Vi faccio un esempio che stiamo discutendo in questo periodo. La Finlandia, ogni sei anni, anche se non ha impianti di smantellamento deve aggiornare un piano di smantellamento nazionale; l'ultimo piano scade l'anno prossimo, quindi ci siamo proposti per fare un independent review, avendo le competenze sull'unica nazione che ha delle competenze su un piano nazionale di smantellamento.
  Terza area che stiamo sviluppando – che però arriverà a maturità l'anno prossimo, non prima – è un progetto di ingegneria che si chiama «Smantellabilità di impianti in costruzione». Negli Emirati Arabi e in Cina ci sono molti impianti nucleari in costruzione che non sono ottimizzati per lo smantellamento, quindi ciò si traduce nel dare un contributo a livello di ingegneria, una consulenza di ingegneria per migliorare la smantellabilità di questi impianti.
  Questo era contenuto nell'accordo con i cinesi, che vogliamo rivitalizzare quando però avremo dei contenuti un po'più solidi: sarà il terzo prodotto che offriamo. Il quarto è la partecipazione a gare di gestione di rifiuti, ad esempio in Bulgaria, con lo smantellamento di laboratori; ad esempio, con questo progetto della IAEA a Seibersdorf partecipiamo (siamo nelle fasi finali) ai servizi di supporto allo smantellamento a Ispra 1 a Varese.
  Quali sono gli importi coinvolti? Per Independent review, fino a 100.000 euro; per attività di project management, qualche milione di euro; con la partecipazione a gare si arriva fino a 10 milioni di euro (oggi Pag. 22partiamo da una base di un paio di milioni di euro di attività internazionali che derivano essenzialmente dalla global partnership, che comunque è un progetto captive). Questo anche per ridimensionare le aspettative sull'internazionale, che è assolutamente importante; abbiamo la credibilità come azienda (ce ne siamo resi conto in quest'anno di incontri internazionali) e dobbiamo assolutamente arrivare a vendere, però in maniera mirata, senza cioè disperdere lo sforzo commerciale, altrimenti mettiamo su venti persone che vanno a vendere e poi non si concretizza nulla; quindi, in maniera molto mirata stiamo portando avanti questo progetto.
  È da tenere presente che un 1 per cento di negoziazione, di sconto, su un contratto con gli inglesi e i francesi di gestione del combustibile, equivale a quanto possiamo portare avanti con dieci progetti internazionali (questo solo per dare gli ordini di grandezza e dire dove dobbiamo focalizzare l'attenzione).

  GIOVANNA PALMA. Volevo sapere semplicemente se ci fosse un valore aggiunto in questa attività di decommissioning da parte dell'azienda.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi ricollego alla domanda sul CEMEX del collega che mi ha preceduto. Innanzitutto, mi interessava sapere se tutto questo contenzioso sia dovuto semplicemente a un cambio del codice degli appalti in maggior parte, oppure se, a prescindere da quello, sia stato fatto comunque male; inoltre, per queste difficoltà che si stanno tentando di superare, mi chiedo che tempistiche bisogna attendere.
  Per quanto riguarda la ripetibilità in Slovacchia, se ho capito bene stiamo parlando di un prototipo che fa il pretrattamento, quindi sarebbe da costruire su base industriale (grande, quindi), mentre all'inizio sembrava che Ispra desse a breve questi permessi; mi sembra che questo problema sia di notevole rilevanza e quindi probabilmente saranno tempi lunghissimi.
  In generale, va di moda fare schemi e ogni dirigente nuovo rivede tutte le tempistiche, ma ho visto adesso i vostri documenti e non c'è uno schema nel dettaglio per ogni sito sulla tempistica prevista e quella poi aggiornata alla situazione attuale, quindi mi chiedevo se l'abbiate fatta e possiate fornircela. Per quanto riguarda la Francia, quando ci siamo andati in missione ricordo di aver chiesto espressamente ai francesi se vi fosse un problema di brevetto, come adesso voi avete accennato. Ricordo che hanno negato questa cosa...

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Scusi, su cosa il brevetto?

  STEFANO VIGNAROLI. Su questo quantitativo di combustibile irraggiato da mandare (l'ultimo quantitativo), ovvero se i francesi sono in grado tecnicamente di poterlo gestire. C'è un problema su questo, a cui, se ho capito bene, avete accennato: loro negavano ciò. Ci dicevano il problema sta solo nel fatto che non si fidano di noi italiani, sia perché il deposito di Avogadro, che non è vostro, è in condizioni pietose, sia per le criticità a Saluggia, ma soprattutto per il fatto che il Governo è in incredibile ritardo perché non divulga ancora la carta per quanto riguarda la scelta ipotetica del sito per il deposito nazionale (tutti questi ritardi sostanzialmente girano intorno a questa questione). Mi domando se ne abbiate parlato con il Governo e quali siano gli ultimi aggiornamenti in merito. Capisco che siamo spesso in campagna elettorale, quindi è difficile pubblicare questa carta, però prima o poi ciò andrà fatto: sono passati anni. Grazie.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Su CEMEX, come ha ricordato l'avvocato Poppi, il cambio del codice degli appalti non ha un impatto sul problema, che non deriva da quello. Dire che l'appalto è fatto male per me potrebbe anche essere semplice perché è stato fatto da qualcun altro, però, ogni appalto con il senno di poi è fatto male, soprattutto un appalto complesso perché, in fase di previsione, non si può mai gestire l'imprevisto. L'appalto ha una sua impostazione e questa impostazione è stata accettata da Saipem, quindi per noi quella è l'impostazione di Pag. 23riferimento. Nel corso della realizzazione c'è sempre una negoziazione con il fornitore per cercare di trovare le soluzioni ai problemi che si verificano di volta in volta. In questo caso la soluzione non si è trovata, quindi c'è un contenzioso che è stato formalizzato come pre-contenzioso presso l'ANAC un paio di mesi fa, anche se poi è stato respinto. Sulle tempistiche di risoluzione, non è che possiamo aspettare indefinitivamente...

  STEFANO VIGNAROLI. Quando scatterà il piano B?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Il piano B lo stiamo finalizzando in questi due mesi. Se non arriva una risposta chiara e risolutiva, entro l'estate passeremo alla soluzione B, anche perché se fossimo passati alla soluzione B un anno fa, a questo punto, magari, saremmo già con un'altra impostazione in piedi. Direi che l'estate per noi è dirimente su questo progetto e non possiamo più permetterci di andare avanti con questo stallo. Ciò era doveroso da parte nostra, soprattutto appena arrivati in azienda, per cercare di arrivare alla soluzione del problema, visto che tutto era già stato impostato in un certo modo. Ora tutto ciò va portato a conclusione. Ad oggi sarei più per il bicchiere mezzo pieno che su per quello mezzo vuoto. Cerchiamo, insomma, di arrivare alla conclusione del lavoro, visto che è stato fatto un enorme lavoro di interpretazione e di convergenza. Sui tempi delle resine della Slovacchia, per noi è fondamentale farle partire e liberare gli spazi sul sito, a Caorso. È chiaro che sono importanti anche i tempi del trattamento, però oggi per Sogin la priorità è liberare aree a Caorso per poter procedere con i lavori perché il sito di Caorso oggi è fermo. Per quanto riguarda i tempi generali, stiamo rivedendo tutto quello che chiamiamo PGT, il piano generale, che riguarda...

  STEFANO VIGNAROLI. Scusi, visto che sono importanti i tempi e stiamo parlando di trasformare un prototipo in un sistema industriale, i tempi saranno lunghissimi! Se i tempi si allungano, che succede?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Su questo lascio la parola alla collega.

  ROMINA QUINTILIANI, Responsabile area supporto disattivazioni centrali Sogin. Forse non sono stata chiara prima nella spiegazione, ma il sistema di pretrattamento non è un prototipo: è fatto di due componenti che sono disponibili sul mercato. Semplicemente, queste due componenti non facevano parte del sistema di Javys. Si tratta di un mulino per macinare in maniera più fine le resine e di un essiccatore. Questi due componenti, che sono disponibili sul mercato, vanno integrati nel sistema che la Javys ha a casa; l'appaltatore ha già avviato una gara per l'acquisizione di questo sistema e il sistema sarà operativo e licenziato in Slovacchia a marzo 2018.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Tornando ai tempi generali, noi stiamo aggiornando il piano generale di tutte le attività di Sogin proprio in vista di questa peer review perché l'oggetto della peer review è costi, tempi e soluzioni tecnologiche. Ad oggi – ripeto – questo piano generale sconta delle black box, quindi ci sono delle attività molto complesse che sono con un'unica linea nel Gantt, quindi vanno studiate e approfondite (alcuni aspetti si possono condividere perché è veramente un documento enorme, di difficile consultazione).
  Per quanto riguarda le autorizzazioni per gli ultimi tre trasporti in Francia, è chiaro che c'è una negoziazione interministeriale per l'attribuzione dei ritardi. La posizione italiana è che i ritardi ad oggi dipendono dal ritardo sulle autorizzazioni che ha ricevuto l'impianto sul trattamento di questi 64 elementi di combustibile; poi i francesi diranno la loro, cioè che non è disponibile il deposito perché non si tratta soltanto dell'invio a trattamento; poi questi elementi dovranno anche rientrare e quindi i francesi fanno leva sul fatto che, ad oggi, Pag. 24non c'è ancora chiarezza sui tempi del deposito. La posizione italiana, però, ad oggi, è che c'è un ritardo da parte loro sulle autorizzazioni; avuta quell'autorizzazione, abbiamo riaperto il dialogo, con qualche mese di ritardo, ma...

  ALBERTO ZOLEZZI. Scusi, si è parlato della parte sperimentale legata al trattamento in Slovacchia, però c'è anche l'altro progetto sperimentale che avverrà in Italia, il famoso progetto Ansaldo. Vorrei sapere se abbiate segnalazioni di applicazioni già su scala industriale da qualche parte, o se siamo ancora a un progetto che davvero non è mai stato applicato su scala industriale, che mi sembra ben diverso e ben più critico, anche in termini di tempistiche, rispetto a quello dove il materiale verrà portato in Slovacchia (mi riferisco al progetto Ansaldo).
  Si fa un gran parlare di questo cosiddetto «effetto Chernobyl» e vorrei capire perché se ne parli solo per l'ILVA, nel senso che ci sono questi rifiuti in parte derivati dall'ILVA (filtri e quant'altro) con una contaminazione e una persistente radioattività. Se davvero fosse così, anche in tutte le centrali a carbone o in altre acciaierie italiane dovrebbe esserci il medesimo problema, che a me non risulta, quindi vorrei chiedervi un commento su questo.
  Vorrei infine capire se nella vostra attività abbiate pensato di fare, a questo punto, anche uno studio su tutte quelle zone, dall'ILVA al deposito di Stato, dove ci sono stati conferimenti di rifiuti industriali. Penso alla collina dei veleni di Mantova, dove mi risulta, anche se non ho le prove, che i rifiuti verranno tolti e non verranno minimamente controllati per l'eventuale presenza di radioattività; il sospetto che, parlando di questo effetto Chernobyl, ci sia stato altro è un sospetto che può essere lecito, anche perché non c'è una logica; Taranto è stata una delle zone meno impattate dalla nube di Chernobyl, ma comunque tutto ciò andrebbe cercato in tutto il resto d'Italia.
  Forse sarebbe il caso di fare un ragionamento diverso e capire se dove ci sono stati i conferimenti, peraltro già soggetti anche ad indagini (a seguito delle quali, comunque, non si è capito da dove siano arrivati i rifiuti e di che natura fossero), non sia il caso, almeno in uscita, di verificare la radioattività. Grazie.

  PRESIDENTE. Una è una domanda di loro pertinenza e gli altri sono due pareri. Non credo che abbiano competenze per andare a cercare i siti contaminati.

  STEFANO VIGNAROLI. Aggiungo alla domanda sul CEMEX il fatto che c'è una prescrizione secondo cui la realizzazione deve essere fatta entro giugno 2019: se si farà l'accordo, che fine farà questa prescrizione?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Rispondendo sugli altri siti e ai controlli di radioattività, Sogin ha un mandato e ha dei finanziamenti per fare un certo tipo di attività; come per il Cemerad, noi dobbiamo avere dei finanziamenti e una richiesta da un terzo; non ci possiamo attivare spontaneamente.
  Per quanto riguarda, invece, la wet oxidation di Trino, applicazioni su scala industriale di questo tipo di tecnologia su rifiuti organici ne esistono; l'applicazione a questo tipo di rifiuto particolare, presente sulla centrale di Trino, è in questo senso prototipale, però la tecnologia, di per sé, è una tecnologia provata. Non so se il collega Troiani, che è stato il fautore, voglia aggiungere qualche elemento...

  FRANCESCO TROIANI, Direttore sviluppo e innovazione tecnologica. Semplicemente, la wet oxidation esiste da quasi cento anni per altri motivi. L'applicazione su quel tipo particolare di resine (che peraltro brucia molto bene perché, in realtà, è poi una combustione in acqua) è un fatto innovativo. Una volta fatto questo a livello industriale con l'impianto di Trino (per cui, come diceva l'amministratore delegato prima, aspettiamo l'autorizzazione per poter realizzare ciò), fatta la prima prova, credo che sia un buon prodotto, che l'industria italiana, ma soprattutto chi costruisce impianti e chi li vende con il supporto magari di Sogin, potrà vendere a livello Pag. 25mondiale perché le resine organiche sugli impianti nucleari per il trattamento delle acque di raffreddamento del nocciolo del reattore sono abbastanza imponenti come quantità. Ci sono diverse attività, ma questa è quella che sembra più promettente nella riduzione dei volumi.

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Confermo che la prescrizione CEMEX è a giugno 2019 e noi abbiamo richiesto all'appaltatore un cronoprogramma aggiornato (è responsabilità dell'appaltatore fornire il cronoprogramma aggiornato). Non abbiamo ricevuto risposta, ma sappiamo quali sono i motivi, quindi non siamo stati ad insistere. Riteniamo, ad oggi, che ci siano forti rischi sul raggiungimento di questa data della prescrizione. È chiaro che un cronoprogramma dettagliato potrà essere solo fatto a valle della risoluzione del problema con Saipem, se si sblocca il discorso sull'interpretazione del contratto, oppure se decideremo di andare per il progetto alternativo. L'unica cosa che posso dire con certezza è che il progetto alternativo avrà dei tempi superiori a quelli di una soluzione congiunta insieme a Saipem.

  PRESIDENTE. Vorrei chiedervi un paio di cose conclusive. La prima riguarda la questione della sicurezza. Ogni tanto si paventa che questa situazione, che non si sblocca, del deposito unico determini poi in giro situazioni di mantenimento diffuso di materiale che non dovrebbe, in teoria, essere in quei luoghi, ma che dovrebbe essere invece in un unico luogo. Quindi, per quanto riguarda la questione sicurezza, voi siate in grado oggi di dire, per gli impianti che vi riguardano, che non ci siano particolari problemi?
  Anche nei vostri programmi di smantellamento nei diversi siti, chiaramente, da questo smantellamento usciranno dei rifiuti, per cui, se non ci sarà il deposito (tra fase di consultazione, fase di realizzazione e via dicendo), il rischio è che voi finiate di smantellare questa situazione e di avere dei rifiuti: poi dove verrebbero collocati? Andrebbero all'estero? Negli accordi internazionali avete previsto che questo capiti o pensate che rimangano in loco? La terza domanda presumo abbia una risposta abbastanza scontata: sulle fluttuazioni eventuali dell'attuazione del budget, quanto influenza il fatto di non avere certezze sul deposito nazionale?

  STEFANO VIGNAROLI. Non avete risposto alla mia domanda sugli ultimi colloqui, se ne avete avuti, con il Governo per quanto riguarda il deposito!

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Per quanto riguarda il materiale sui siti, vorrei segnalare, anche per contestualizzare il problema, che il 95 per cento della radioattività derivante dal nucleare italiano, al momento, se escludiamo gli ultimi tre trasporti di Avogadro, è all'estero. Della radioattività residua in Italia, che comunque è il 5 per cento rispetto a quello che era presente sul territorio, il 95 per cento di quella ancora presente in Italia è concentrata nei vessel, quindi è super protetta da qualsiasi tipo di attacco: chiunque abbia visitato una struttura civile di un impianto nucleare sa bene che è assolutamente il posto più sicuro per tenerla.
  È chiaro che, nel tempo, le strutture si deteriorano, quindi vanno comunque smantellate e va fornita una soluzione definitiva per questo tipo di rifiuti. La situazione sui siti direi che è estremamente sicura; il 95 per cento della radioattività è ancora nei vessel, quindi protetta da strati di cemento armato; gli altri sono essenzialmente rifiuti a bassa e media, che comunque sono in depositi bunkerizzati, che hanno passato i test di resistenza a tornado, missili e quant'altro, quindi, su questo, mi sentirei sicuramente di spendere una parola sulla sicurezza della gestione dei rifiuti sugli attuali siti. Per quanto riguarda il deposito, è vero che i depositi temporanei e il piano per gli ulteriori depositi che abbiamo sui siti sono assolutamente sicuri per la gestione dei rifiuti radioattivi, ma un deposito nazionale permetterebbe un livello di sicurezza ancora maggiore.
  Sogin ha presentato la CNAPI (Carta Nazionale delle Aree Potenzialmente Idonee) Pag. 26 definitiva, approvata da ISPRA già nel 2015; doveva arrivare il nulla osta da parte del Governo ad agosto 2015; le ultime dichiarazioni dei Ministri Galletti e Calenda risalgono ai mesi di agosto e settembre dell'anno scorso (entrambi avevano dichiarato che il nulla osta a Sogin sarebbe arrivato a valle della VAS sul programma nazionale dei rifiuti radioattivi). Per quanto riguarda Sogin, quindi, siamo in attesa di questo nulla osta. Possiamo sicuramente dire che nei mesi scorsi abbiamo fornito dei contributi tecnici per l'elaborazione del programma nazionale, che ormai dovrebbe essere in dirittura di arrivo, però i tempi, in questo caso, non dipendono da Sogin.

  STEFANO VIGNAROLI. Quindi quando avete incontrato il Governo per parlare di questo?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Noi gli ultimi commenti li abbiamo dati mesi fa, però più che altro si tratta di fornire su richiesta dei commenti tecnici. Posso dire che l'ultimo commento aperto sul punto, era sul deposito geologico perché il deposito nazionale è un deposito definitivo per rifiuti di bassa e media, e un deposito temporaneo per i rifiuti di alta, in attesa del deposito geologico. Secondo le direttive europee, ogni Paese deve dotarsi di un deposito geologico, salvo valutare soluzioni a livello regionale, quindi all'interno del programma nazionale era rimasta aperta la decisione dell'Italia su questo discorso del deposito geologico. Questo è stato l'ultimo commento tecnico che abbiamo inviato. Noi, su chiamata, inviamo commenti tecnici; negli ultimi due mesi non mi sembra che abbiamo ricevuto nessun tipo di richiesta ulteriore, quindi deduco che il programma sia in dirittura d'arrivo.
  Per quanto riguarda lo smantellamento dei siti, è un'attività che produce rifiuti che, ad oggi, vengono collocati in depositi temporanei; c'è un piano di costruzione di ulteriori depositi temporanei in attesa perché, altrimenti, siamo bloccati con le attività di smantellamento (vedi Caorso).

  PRESIDENTE. Quindi è in previsione la costruzione di altri impianti di deposito temporaneo in loco?

  LUCA DESIATA, Amministratore delegato di Sogin. Di depositi temporanei in loco per accogliere i rifiuti.

  PRESIDENTE. Noi vi ringraziamo per l'esaustiva relazione. Ci avete lasciato molto materiale. Se poi avremo necessità di approfondire alcune questioni, ve lo faremo sapere. Dichiaro conclusa l'audizione.

Comunicazioni del Presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, secondo quanto stabilito nell'odierna riunione dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, la missione nelle Marche, prevista dal 18 al 19 maggio 2017, avrà luogo in altra data. È stato inoltre stabilito che abbia luogo una missione in Puglia dal 23 al 27 maggio 2017, nonché due missioni nel Lazio, rispettivamente il 30 maggio 2017 e il 15 giugno 2017.

  La seduta termina alle 15.50.