XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 26 di Mercoledì 12 aprile 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Coppola Paolo , Presidente ... 2 

Audizione del direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Simona Montesarchio:
Coppola Paolo , Presidente ... 2 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 2 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 3 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 3 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 4 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 4 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 4 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 4 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 4 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 4 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 4 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 4 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 4 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 4 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 4 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 4 ,
Barbanti Sebastiano (PD)  ... 5 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 5 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 7 ,
Fragomeli Gian Mario (PD)  ... 7 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 8 ,
Fragomeli Gian Mario (PD)  ... 8 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 8 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 9 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 9 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 11 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 11 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 11 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 11 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 11 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 11 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 11 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 12 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 12 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 12 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 12 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 12 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 12 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 13 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 13 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 13 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 13 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 13 ,
Barbanti Sebastiano (PD)  ... 14 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 14 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 14 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 15 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 15 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 15 ,
Lanciotti Valter , docente comandato presso l'ufficio VI Innovazione digitale ... 15 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 15 ,
Lanciotti Valter , docente comandato presso l'ufficio VI Innovazione digitale ... 15 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 15 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Montesarchio Simona , direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO COPPOLA

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta sul canale web-tv attraverso segnale audio-video originariamente destinato al circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Simona Montesarchio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca, Simona Montesarchio, accompagnata dai professori Valter Lanciotti e Giovanni Caprioli, entrambi docenti comandati, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo ai colleghi commissari che la dottoressa Montesarchio è stata nominata a capo della Direzione generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale nel settembre 2014.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Si tratta di un'audizione di natura prettamente conoscitiva, per la quale chiedo alla dottoressa Montesarchio di fornire un quadro esplicativo quanto più ampio possibile dei suoi compiti e della esperienza maturata durante il suo mandato.
  Cedo dunque la parola a Simona Montesarchio per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Ringrazio il presidente per averci invitato a quest'audizione. Presenterò la direzione che ho l'onore, ma anche l'onere – è tutta una questione di gestione – di dirigere.
  È una direzione che si occupa, come indicato anche nell’incipit, di edilizia scolastica, di fondi strutturali per l'istruzione, ma anche di innovazione digitale. La direzione è stata creata ex novo con il regolamento di riorganizzazione, varato con il decreto del Presidente del Consiglio dei ministri n. 98 del 2014, cercando di mettere insieme un po’ di competenze, precedentemente abbastanza frammentate in vari uffici di altre direzioni del Ministero. Si è un po’ sistematizzata l'organizzazione. Ai Pag. 3sensi dell'articolo 7, comma 7, del regolamento, la direzione si occupa, tra le altre cose, come dicevo, di edilizia e di fondi strutturali, ma anche, dalla lettera q) alla lettera v), dell'attuazione delle linee strategiche per la digitalizzazione nelle scuole, della cura dei rapporti con l'Agenzia per l'Italia digitale per quanto attiene ai processi di innovazione nella didattica, della progettazione, dello sviluppo e del supporto di processi formativi, quindi anche del personale della scuola, di innovazione digitale nelle scuole e delle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale e di sperimentazioni di soluzioni tecnologiche volte a favorire e a supportare i processi di insegnamento e di apprendimento. Sostanzialmente, è una direzione che si occupa della digitalizzazione sì delle scuole, ma da un punto di vista essenzialmente didattico. Con il Piano Nazionale Scuola Digitale approvato con decreto del Ministro pro tempore, il 27 ottobre del 2015, è stata adottata una serie di azioni, divise in macro-aree abbastanza organiche tra loro.
  Possiamo lasciare delle slide agli atti della Commissione. Dopo un anno e mezzo – siamo esattamente a diciotto mesi dal momento in cui è stato lanciato il Piano Nazionale Scuola Digitale – 19 delle 35 azioni previste sono state attuate. Per questo piano triennale 2015-2017 (con estensione al 2018), circa il 65 per cento delle azioni risultano, ad oggi, attuate, con un investimento di circa 400 milioni. Quando parliamo di questo, parliamo essenzialmente di attività volte all'infrastrutturazione, e quindi anche alla fornitura alle scuole di tecnologie, ma essenzialmente, in termini di laboratori per la didattica, e di una serie di bandi rivolti a fornire, o comunque a garantire, che le scuole possano fare progetti per avere delle competenze di didattica digitale.
  Il piano nazionale era già nominato nella strategia per la crescita digitale 2014-2020, dove erano previsti gli obiettivi e gli indicatori da raggiungere. Ovviamente, si è arricchito dal momento in cui è stato fatto, quando si componeva soltanto di alcune delle azioni, peraltro già realizzate e su cui, rispetto agli indicatori forniti, sulla base dei dati contenuti nell'Osservatorio tecnologico, abbiamo già dei risultati positivi, per cui abbiamo già migliorato quegli standard che avevamo previsto. Come immagino sappiate, il Piano Nazionale Scuola Digitale si divide in tre macro-aree, molto organiche tra loro. Abbiamo pensato che dovevamo partire dagli strumenti, dare alle scuole una sorta di kit, e di infrastrutturazione e di tecnologie utili ai fini didattici.
  Le prime azioni, peraltro già partite, riguardano la fibra per la banda ultralarga, il cablaggio interno delle scuole, il canone di connettività, spazi e ambienti per l'apprendimento, quindi un piano di laboratori, ambienti per la didattica digitale integrata e una serie di altre azioni che dovrebbero portare anche, prima o poi, all'approvazione di linee guida per l'utilizzo del BYOD (Bring Your Own Device) nelle scuole.
  Una seconda parte riguarda i contenuti e lo sviluppo delle competenze delle studentesse e degli studenti. Una terza parte, non meno importante e anch'essa avviata, riguarda la formazione del personale scolastico e l'accompagnamento e il supporto a tutte le azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale.

  PRESIDENTE. Quest'ultima parte non è stata ancora avviata o è stata avviata?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Sì, è stata già avviata. Se è d'interesse, ripercorrerò le azioni. Sapete che il piano della banda ultralarga non è nostro, ma del Ministero dello sviluppo economico. È stato, però, firmato un accordo. Noi abbiamo fornito al Ministero dello sviluppo economico tutti i dati contenuti nell'anagrafe dell'edilizia scolastica.
  È vero che abbiamo 8.406 istituzioni scolastiche – ci risulta dall'ultima rilevazione – dotate di autonomia, ma è anche vero che abbiamo circa 42 mila plessi, per cui è stato necessario incrociare i nostri dati dell'anagrafe con quelli degli edifici Pag. 4che risultavano attivi, con i codici meccanografici delle scuole e con i codici edificio, che solo dall'anagrafe edilizia potevano essere abbastanza precisi, e li abbiamo incrociati con quelli che aveva il Ministero dello sviluppo economico. Come sapete, la priorità è quella di portare la fibra alla porta di ogni scuola.
  Per quanto riguarda il cablaggio interno e anche quanto contenuto nella Strategia per la crescita digitale 2014-2020, dove si prevedeva un dato di partenza del 20 per cento di scuole e di aule connesse, possiamo dire che dal 2013 sono partiti tre piani: i primi due nel 2013 stesso, per un investimento di 15 milioni di euro; successivamente, con i fondi strutturali, abbiamo investito 88,5 milioni, che ci hanno consentito di raggiungere 6.109 scuole. Questi sono stati già distribuiti alle scuole. In linea di massima, quindi...

  PRESIDENTE. Scusi, 6.109 scuole o plessi?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. No, sono istituzioni scolastiche.

  PRESIDENTE. Per un totale di quanti plessi?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Dobbiamo concludere l'azione di monitoraggio...

  FEDERICO D'INCÀ. 6.900...?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Hanno beneficiato di quest'azione 6.109 scuole.
  Bisogna tener conto, però, che l'azione era divisa in due parti. Una era relativa all'infrastrutturazione ex novo, quindi scuole che non l'avevano proprio e altre che hanno chiesto il completamento, magari proprio per l'estensione in altri plessi o...

  FEDERICO D'INCÀ. Nella relazione che ci lascerà – o che ci manderà – abbiamo tutti questi dati da Lei indicati, vero?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Sì. Anche nelle slide, che posso mandare...

  FEDERICO D'INCÀ. Oltre che nelle slide, ci sarà una relazione che abbia...?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Più esplicativa?

  FEDERICO D'INCÀ. Sì, relativamente a quello che ci sta raccontando in questo momento. Le slide sono sicuramente importanti, ma se vi fosse anche una piccola relazione, sarebbe molto interessante.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Va bene.
  È normale che questa sia un'azione finanziata con i fondi strutturali. Noi abbiamo dato l'autorizzazione, le scuole sono partite e molte hanno anche realizzato. Manca la parte del monitoraggio, dell'impatto delle politiche che stiamo facendo. È un'azione partita, d'altra parte, l'anno scorso. È anche importante, giustamente, in termini Pag. 5 di investimento economico che abbiamo fatto.
  Relativamente al canone di connettività, era prevista un'azione, nel Piano Nazionale Scuola Digitale, che prevedeva un contributo del Ministero fino a 10 milioni di euro per consentire alle scuole di pagare appunto il canone di connettività. Avevamo rilevato che, nel passaggio da una digitalizzazione amministrativa a una didattica, i costi richiesti alle scuole per i canoni di connettività erano abbastanza elevati. Il rischio era che le scuole rinunciassero in parte a un'esigenza didattica perché, di fatto, non hanno le risorse. Oggi, le scuole possono prendere le risorse per pagare il canone di connettività dal fondo di funzionamento, cioè dalla quota del fondo di funzionamento attribuita a ciascuna istituzione scolastica.

  SEBASTIANO BARBANTI. Ho capito bene – banalizzo – che, se ci sono 6.109 scuole in tutta Italia, abbiamo 6.109 canoni? Ognuno ha un canone diverso da pagare o ce n'è uno a livello centrale, valido per tutte le scuole?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Le scuole sono 8.406, di cui 6.109 hanno chiesto di attuare l'azione che abbiamo fatto, di infrastrutturazione con rete LAN o WLAN. Noi curiamo la parte didattica, quindi il contributo dato è per garantire alle scuole di attuare una didattica digitale. Ogni scuola è libera, autonoma, a maggior ragione se si tratta di didattica e di decidere, di scegliere come attuare la propria didattica. Ormai, nonostante non ci siano state ancora le nuove linee guida sul BYOD, molte scuole utilizzano i dispositivi in classe, ed è normale che possano aver bisogno di un livello di connettività maggiore rispetto a chi utilizza la rete soltanto per i servizi di segreteria. C'è, quindi, una varietà sul territorio nazionale che non è possibile riportare a unità. L'unica cosa che potevamo fare come Ministero, nel rispetto dell'autonomia delle singole scuole, soprattutto in questo caso dell'autonomia didattica, è stato mettere a disposizione un contributo, che ovviamente ogni scuola può utilizzare in base al livello di connettività che richiede per l'attuazione della sua didattica.
  Tra l'altro, abbiamo avuto non solo incontri, ma stiamo per concludere accordi con l'ANCI. La situazione è molto variegata sul territorio nazionale anche con riferimento specifico alle varie aree territoriali. Con alcune aree territoriali – ad esempio, la Toscana, l'Emilia-Romagna, il Friuli Venezia Giulia – abbiamo degli accordi e gli enti locali già contribuiscono in tutto al pagamento del canone di connettività. Il Friuli Venezia Giulia, ad esempio, con cui ripeto che abbiamo da poco concluso un accordo, ha un Servizio Pubblico di Connettività regionale. È normale che il contributo che dà lo Stato si vorrebbe che fosse convogliato per le scuole non servite attualmente dalla rete regionale. Proprio perché la situazione – ripeto – è molto variegata, stiamo procedendo con degli accordi territoriali, con le singole regioni. In alcuni casi, può essere l'ente locale; in altri casi, come in quello del Friuli Venezia Giulia, può essere la regione a garantire. In altri casi, non sono né gli enti locali né la regione, e quindi probabilmente quelle scuole hanno bisogno di un aiuto in più, fermo restando che il contributo per noi è un tetto massimo, fino a 10 milioni.
  Per quanto riguarda le altre azioni e gli ambienti digitali per la didattica, abbiamo fatto un investimento di 138 milioni per ambienti digitali, quindi per laboratori leggeri, cioè laboratori esterni alle aule o che fossero mobili, da inserire all'interno dell'aula scolastica.
  Ci siamo resi conto – io stessa, seguendo la parte di edilizia – che non sempre le aule, o comunque le strutture scolastiche, sono flessibili e consentono veramente alle scuole di realizzare una didattica laboratoriale più moderna. L'idea era stata quella di lasciare le classi – giustamente, non possiamo intervenire su tutte le strutture – ma facendo sì che alcuni laboratori potessero essere portati all'interno della classe. Pag. 6Sono ambienti per la didattica digitale, ma cosiddetti leggeri.
  Passando oltre, l'azione 7 è il piano per l'apprendimento pratico. L'investimento è molto alto. Ci sono 58 laboratori territoriali per l'occupabilità, una selezione molto lunga, ma dietro c'è una rete delle scuole che hanno realizzato quasi dei poli laboratoriali, che consentono appunto, come dice lo stesso termine, «occupabilità», di garantire anche dei processi di alternanza all'interno degli stessi laboratori: sono molto innovativi, ma anche collegati con il mondo del lavoro.
  Abbiamo fatto partire per il primo ciclo – quelli precedenti erano per il secondo ciclo – gli atelier creativi, più basati sul maker delle scuole, su una didattica relativa al saper fare delle bambine e dei bambini, degli studenti del primo ciclo. In questo caso, c'è stato un investimento di 28 milioni e siamo arrivati a un finanziamento di 1.800 atelier creativi in tutta Italia. Stiamo per partire, poi, con un bando importante, a giugno, per prepararci al prossimo anno, per dei laboratori professionalizzanti, ovviamente in chiave digitale. È un investimento sui fondi strutturali, quindi ci possiamo consentire di avere più risorse, circa 140 milioni, che saranno appunto destinati alla realizzazione di questi laboratori per le scuole.
  La parte sull'identità digitale non è seguita dalla mia direzione, ma da quella per i sistemi informativi, perché è un'attività un po’ più trasversale e – lasciatemi passare il termine – un po’ più amministrativa. L'attuazione di tutto ciò che è identità digitale, amministrazione digitale, viene seguita dalla direzione per i sistemi informativi.
  Quanto alle azioni sulle competenze digitali, il secondo blocco del Piano Nazionale Scuola Digitale, siamo partiti con un bando importante sui curricoli digitali. Questo ci consente di dare dei contenuti e di far sviluppare a studentesse e studenti le competenze. Non si tratta, quindi, soltanto di una parte infrastrutturale, tecnologica, ma anche dell'utilizzo e, soprattutto, del conseguimento delle competenze digitali. Su questo siamo partiti con varie azioni e per altre è previsto l'avvio dal prossimo mese di settembre. Anche delle azioni importanti sulle STEM (Science, Technology, Engineering and Mathematics) sono state seguite non soltanto dalla mia direzione, ma anche dalla direzione per lo studente.
  Un altro bando importante è quello delle biblioteche scolastiche digitali, innovative. Non consideriamo questo come facente parte dei laboratori. Qui ci sono anche delle competenze da sviluppare, e quindi lo leghiamo molto di più alla parte sui contenuti. È in fase di valutazione. Contiamo di riuscire ad avere subito dopo Pasqua i risultati della selezione pubblica che è stata fatta.
  Se mi avete seguìto, avete capito che lavoriamo con dei bandi. Quando si lavora sulla didattica, sono le scuole a farci domanda. In linea di massima, non partecipano mai tutte, anche se c'è un numero molto elevato di scuole che partecipano ai bandi, che evidentemente dimostrano interesse. Vengono anche finanziati. Sulla didattica, però, sono le scuole a scegliere.
  Per quanto riguarda l'ultimo blocco, la formazione e l'accompagnamento, siamo partiti con un'azione importante per la formazione di circa 170 mila persone, tra dirigenti scolastici, docenti, personale amministrativo e tecnico, tra cui anche la figura dell'animatore digitale, una figura di accompagnamento e di sistema che abbiamo creato affinché fosse il testimone e una spinta per le scuole a realizzare il Piano Nazionale Scuola Digitale. C'è stato un investimento con fondi strutturali di 26 milioni di euro.
  Ovviamente, la parte sulla formazione non si ferma qui. Coerentemente con le competenze del nostro Ministero, c'è un piano nazionale di formazione attuato dalla direzione competente per il personale scolastico. È un'aggiunta al piano, lo integra ed è coerente.
  Siamo partiti anche con l'assistenza tecnica per le scuole del primo ciclo. In realtà, è un'azione di formazione, si tratta di formare delle figure. Ci siamo resi conto che, soprattutto nelle scuole del primo ciclo, manca proprio una persona di sistema che possa aiutare a far funzionare i laboratori Pag. 7e formi altre persone. Abbiamo avviato una formazione per circa 20 mila persone. Ciò significa, più o meno, due o tre persone per ciascuna istituzione scolastica.
  Dell'animatore digitale vi ho detto. Abbiamo chiesto che ne venisse nominato uno in ogni scuola. Siamo a 8.300 animatori digitali, ad oggi. Con gli accordi territoriali, altra misura di accompagnamento, siamo partiti – sono tutti pubblicati sul sito del Ministero, come tutte le nostre azioni, e ogni azione ha una sua pagina dedicata – con l'azione per la raccolta di buone pratiche. Li abbiamo chiamati schoolkit e possono essere un esempio per le altre scuole che vogliono progettare ispirandosi alle buone pratiche già realizzate da altre scuole, una sorta di confronto tra pari.
  Stiamo poi lavorando, e dovremmo essere pronti per giugno, all'Osservatorio per la scuola digitale. Nel Ministero c'era un osservatorio tecnologico. L'ultima rilevazione è ferma all'anno scolastico 2015-2016. Quest'anno non l'abbiamo replicata. Ci era sembrato che, con tutte le azioni partite del Piano Nazionale Scuola Digitale, le schede di rilevazione e gli item indicati fossero un po’ datati, non esattamente integrati con le nostre azioni. Stiamo lavorando in un gruppo di lavoro per aggiornare questi dati e per far partire nel più breve tempo possibile una rilevazione.
  Peraltro, l'osservatorio tecnologico si basava su un sistema di rilevazione volontario da parte delle scuole, che non avevano un obbligo. Nonostante ciò, le scuole hanno normalmente un tasso di risposta molto elevato; ci rispondeva il 97-98 per cento delle scuole, per cui è un dato abbastanza ampio e sicuramente attendibile. Ci farebbe piacere, però, migliorare, anche per basarci su quello delle politiche di valutazione e di impatto che ci interessano, considerati i grandi investimenti che abbiamo fatto. Ovviamente, questo si accompagna alla nomina di un comitato scientifico, che riguarda l'intero piano nazionale scuola digitale, e un monitoraggio del piano.
  Abbiamo lanciato un nuovo sito, più organico, dedicato, anche molto più semplice, soprattutto per i nostri interlocutori, le scuole, dove c'è un'area dedicata a tutti gli avvisi pubblici, altre agli accordi e alle opportunità che vengono realizzate.
  Stiamo per lanciare un’app – l'abbiamo già presentata, ma era pronta solo per Android, e quindi non ci piaceva lanciarla parzialmente – per controllare, ma in realtà non serve a noi. È, piuttosto, uno strumento che possono usare le famiglie, gli studenti, per valutare, nell'ambito della propria scuola, il livello di avanzamento della didattica digitale, e quindi del Piano Nazionale Scuola Digitale.

  PRESIDENTE. Do ora la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Io Le pongo la stessa domanda che ho posto alla Sua collega dei sistemi informativi, venuta qualche settimana fa, proprio sui picchi di utilizzo della strumentazione, con una difficoltà di accesso alla rete, in particolare in alcuni periodi legati all'iscrizione. Sono cose che sa molto meglio di me. Avevo posto la questione alla Sua collega, in quanto prossimi a una nuova gara Consip, di valutare che anche questo servizio fosse messo a gara, consapevoli del fatto che non ci sono risorse del Ministero. Siccome nel 99 per cento dei casi sono gli enti locali ad accollarsi i costi di questi servizi, si potrebbe valutare un accordo con l'ANCI e fare in modo che ci sia una gara che permetta di avere un'economia di scala notevole relativamente a questi servizi, che uniformi lo standard del servizio. Come diceva giustamente Lei, nella relazione, sono abbastanza diversificati. Non tutti hanno lo stesso alto tasso di informatizzazione e di digitalizzazione dei vari processi, perché non tutti sono arrivati allo stesso livello. Anche Lei condivide che si debba arrivare a un servizio più standardizzato e si riesca a coprire anche i cosiddetti picchi? So che è difficile. Avere un'eccessiva connettività tutto l'anno magari non serve, ma oggettivamente si sta andando comunque verso quell'indirizzo: anche Lei condivide, come i suoi colleghi, quest'aspetto? Non so se poi l'abbiano fatto. Noi avevamo posto la questione. Era a breve, mi pare, la stesura...

Pag. 8

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Credo che il Ministero non abbia le risorse per garantire un servizio a tutte le scuole. In base ai dati che ci siamo scambiati con l'ANCI, informalmente al momento, dicevo che la situazione è molto diversificata sul territorio, ma proprio da regione a regione.
  È molto più semplice, paradossalmente, intervenire con accordi territoriali – parliamo anche con l'ANCI nazionale – con le singole regioni. Ogni regione ha una sensibilità diversa verso i temi del digitale. È un po’ quello che stiamo facendo. Facevo l'esempio della Toscana, dell'Emilia-Romagna o del Friuli Venezia Giulia: in realtà, sono quelle che hanno una sensibilità maggiore, dove magari gli enti locali aiutano di più in questo le scuole, o comunque hanno una sensibilità maggiore. Quanto a inserirli in una gara Consip, non lo so, perché non seguo la parte più amministrativa. D'altra parte, forse era corretto in passato, quando il Ministero si faceva carico in parte – parlo di anni fa, quando non ero neanche al Ministero – del canone di connettività; tra l'altro, anche in quel caso, credo si trattasse di un contributo non per tutte le scuole, ma solo per quelle che ne facevano richiesta. Erano altri tempi, però, in cui obiettivamente la connettività era utilizzata per la parte amministrativa, sostanzialmente per i servizi di segreteria. Qui la richiesta, almeno quella che viene a noi, alla mia direzione, è veramente molto diversificata e non possiamo incidervi. Tante famiglie, tanti comitati di genitori ci dicono – anche a livello locale – che, per esempio, non condividono il wi-fi nelle aule. Questo significa che magari in alcune scuole i dirigenti scolastici non hanno bisogno, o comunque non richiedono quel canone di connettività, che poi ovviamente sarà maggiore lì dove vengono resi dei servizi didattici, dove c'è l'utilizzo del BYOD, di laboratori collegati alla rete, e quindi ovviamente ci sono un uso diverso della rete e un costo diverso.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Credo di non aver capito benissimo la distinzione. L'altra volta, i suoi colleghi – adesso, giustamente, ha posto l'accento sul canone, quindi sulla spesa corrente – dicevano che per le scuole c'era anche un problema di infrastrutturazione, che quindi la spesa di investimento era più di competenza vostra.
  Quest'anno siamo a ridosso di un altro grande mutuo per fondi BEI, di 1,5 miliardi, se non erro, se non cambia. Il 2017 era l'anno di un forte accento. Non è possibile pensare, nel momento in cui giustamente c'è un altro grande piano di edilizia scolastica, di inserire una quota, seppur minima, che consenta anche una maggiore infrastrutturazione?
  Come dice Lei, siamo in situazioni molto diverse: ADSL, fibra e così via. Forse si potrebbe invogliare a che una quota di queste risorse venga spesa dalle scuole e ci sia una premialità a livello regionale – i criteri vengono estesi dalle regioni sui mutui BEI – che agevoli che i fondi BEI vadano anche dove c'è un'infrastrutturazione telematica. Mi sembra importante. Sono spunti.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. È sicuramente molto interessante. Sui mutui BEI forse abbiamo qualche difficoltà. In questa fase – lo dico anche avendo seguìto direttamente tutto il post-terremoto ed essendo io stessa soggetto attuatore – c'è una maggiore attenzione proprio alla sicurezza. Il mio ufficio è stato, la settimana scorsa, in Lussemburgo e c'è un'attenzione molto particolare sull'antisismica e sulla sicurezza delle scuole. Abbiamo fatto, però, un investimento molto importante su questo. Nel PON nazionale, quindi con i fondi strutturali, abbiamo investito 88 milioni. Abbiamo soddisfatto praticamente tutte le richieste che ci sono arrivate. Non è escluso che abbiamo ancora delle risorse sulla parte FESR, il Fondo Europeo per lo Sviluppo Regionale, qualora dovesse rendersi necessario ampliare, o comunque consentire dei completamenti, Pag. 9per fare in modo che l'infrastrutturazione possa raggiungere veramente tutti i plessi delle scuole, tutte le aule, tutti i laboratori. Non è escluso che possiamo realizzarlo lo stesso, magari non col piano di edilizia scolastica. In questa fase, enti locali e sindaci sono agguerriti proprio sulla parte sicurezza, ma possiamo utilizzare ancora una parte delle risorse infrastrutturali del PON. Se c'è quest'esigenza, ce ne faremo carico sicuramente.

  FEDERICO D'INCÀ. Ringrazio la dottoressa Montesarchio per questa audizione. Relativamente alla parte della formazione del giovane e del bambino – chiedo scusa, forse ne ha discusso prima e me lo sono perso, quindi chiederei un'implementazione – vi sono delle sperimentazioni, in particolare per quanto riguarda il digitale? Mi viene in mente Impara Digitale, ma vi sono anche altre metodologie di scuola scomposta, di introduzione del digitale nelle scuole. Vi sono delle sperimentazioni in atto? Parliamo soltanto di introduzione, soltanto di digitale attraverso la fibra nelle scuole? Vorrei chiederle un'implementazione e domandarle se due o tre insegnanti, in questo momento, sono il punto di arrivo per quanto riguarda la formazione digitale. Mi pare che fosse inserito nel POR, nelle scuole, e quindi siamo a 20 mila persone: un animatore digitale per scuola o puntiamo ad avere altri numeri? Mi sembrano evidentemente pochi in questo momento. O che tipo di processo avete in mente per riuscire a portare metodologie anche per la formazione degli insegnanti, poi con un passaggio ai nostri giovani? Spesso, hanno in mano delle apparecchiature di distrazione di massa, i nostri giovani, e devono saperle utilizzare nel migliore dei modi.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Per essere sintetica non ho espresso tutto il concetto.
  Le sperimentazioni sono uno degli obiettivi delle competenze della direzione. Oltre che collaborare con associazioni come Impara Digitale, questo fa parte tutto della formazione. Andiamo a scovare le buone pratiche, le buone esperienze che già ci sono e che partono dal basso. Questa è la cosa più importante, non le possiamo calare dall'alto, non avrebbero la stessa efficacia, la stessa forza di crescere. Le potenziamo, nel senso che stiamo sperimentando sempre di più, dall'anno scorso a questo, anche in tutti gli eventi formativi legati al digitale, dei workshop operativi. Ormai, i docenti non vanno più alle fiere o, quando ci vanno, partecipano a momenti formativi in cui c'è sempre l'aspetto della dimostrazione o di una buona pratica o di un'esperienza che già ha preso piede, che già si sta realizzando. Impara Digitale è una di queste, ma il modello è quello proprio del workshop, cioè del docente che sperimenta e lavora mentre si forma.
  La cosa che ci dicevano di più gli animatori digitali, quando li abbiamo coinvolti per la prima volta, è proprio che i docenti non vogliono più dei corsi di formazione frontali, così come gli studenti. La didattica frontale non è più il sistema più produttivo, il migliore, il più efficace. È bene, invece, uno scambio. Nel workshop, tanto per gli studenti – lo stiamo facendo – quanto per i docenti, è una modalità di formazione molto più attiva, e quindi molto più efficace, come stiamo verificando.
  Gli animatori digitali sono 8.300. Quando abbiamo creato la figura dell'animatore digitale, la critica che ci è venuta di più dai dirigenti è stata che è difficile nominare solo una persona. Nella scuola ci sono tante persone che si occupano di digitale ed è una materia veramente di un interesse notevole. Non era previsto nel piano nazionale scuola digitale, ma abbiamo creato dopo, inventandocelo – non aveva un costo, era soltanto una figura di sistema che poteva dare una mano – il team per l'innovazione: ogni scuola poteva avere, accanto all'animatore digitale, altre tre persone, individuate dal dirigente scolastico sentiti gli organi collegiali, quindi candidati, per supportare questo processo.
  Se facciamo questo, possiamo dire che già in una scuola sono quattro le persone, Pag. 10attualmente, a occuparsi dell'innovazione didattica e digitale. Moltiplicate per le 8.400 scuole, dà un numero già molto più ampio. In più, abbiamo individuato la figura del tecnico, dell'assistenza tecnica, all'interno di ciascuna scuola. Raggiungiamo così dei numeri molto elevati. Abbiamo previsto, Le dicevo, anche la formazione dei dirigenti scolastici e del personale amministrativo.
  Anche se ci occupiamo del digitale solo per la parte legata alla didattica, evidentemente è una materia che risulta poi molto trasversale. Non si fa se non c'è una formazione anche dei dirigenti scolastici e del personale amministrativo e tecnico. Abbiamo iscritte, a oggi, circa 170 mila persone da formare con il piano di formazione che Le avevo detto, quello di 26 milioni, a valere sui fondi strutturali.

  FEDERICO D'INCÀ. Sono iscritte 170 mila su un totale di...?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Il personale scolastico sarà di 900 mila, più o meno, 800 mila. Adesso, non Le so dare il numero esatto.
  Per ogni scuola abbiamo formato dieci docenti che potevano essere un po’ più interessati alla didattica, a quello che diceva Lei, cioè a fare dei workshop. L'animatore digitale può essere quello che dà più impulso allo sviluppo e fare un coordinamento della formazione.

  FEDERICO D'INCÀ. Le chiedo scusa, ma l'animatore ha già un programma a monte, definito da parte dal MIUR, che deve seguire per riuscire a portare innovazione nelle scuole, o è lasciato da solo?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. L'animatore, sia nel piano sia nelle nostre note, negli avvisi che abbiamo fatto, deve attuare esattamente tutte le azioni del piano nazionale.
  Adesso, ci accingiamo anche a ripartire, a distribuire alle scuole un contributo ulteriore di mille euro, che non vanno all'animatore, ma alla scuola. Sono, però, un contributo che l'animatore può gestire. Gestisce la scuola, ma l'animatore li ha a disposizione per massimizzare le politiche più locali, più rivolte alla singola scuola, che si rendono necessarie.

  FEDERICO D'INCÀ. In base anche al workshop che richiamava, per cui gli insegnanti sperimentano la nuova formulazione, avete dei numeri dell'applicazione, all'interno delle classi, di una nuova metodologia di insegnamento? Oltre all'applicazione di un workshop, avete anche dei numeri sulle classi che, in questo momento, stanno sperimentando nuovi sistemi di scuola digitale o di formazione digitale?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Sì. In linea di massima, una volta fatta la formazione, dovremmo valutare l'impatto. Adesso siamo nella fase attuativa. Li abbiamo lanciati l'anno scorso. È normale che tutti i docenti che partecipano, in linea di massima in tutte le scuole – non tutti i metodi sperimentali, però, vengono trasferiti automaticamente nelle singole scuole – portano a casa quello che hanno imparato.

  FEDERICO D'INCÀ. Ho capito, ma se io utilizzo un metodo X, so quali classi in questo momento stanno utilizzando questo metodo X in tutta Italia? Si può avere un dato, anche di vari metodi di applicazione, se ve ne sono diversi? È solo per capire quale sia l'applicazione del metodo migliore per dare uno slancio ai nostri giovani, sempre in maniera molto costruttiva.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia Pag. 11scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Certo, saremo in grado di fornirlo nel momento in cui l'osservatorio per la scuola digitale verrà implementato con le nuove schede.

  FEDERICO D'INCÀ. Nel 2015-2016 avete chiuso il vecchio osservatorio. Per il 2016-2017 non fate le schede. Per il 2018-2019 avremo le nuove schede col nuovo osservatorio.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Per il 2017-2018. Come Le dicevo, non l'abbiamo fatto, perché era cambiato molto, e quindi era cambiata molto anche la didattica. Il vecchio osservatorio era molto più improntato sulla tecnologia. Abbiamo i dati, ce li ho qui, ma erano molto di più sull'utilizzo delle tecnologie che sulle metodologie didattiche, e quindi su quello che dice Lei, sull'applicazione dei contenuti nella didattica. Questo sarà rilevato con il nuovo osservatorio. Saremo in grado, da settembre-ottobre...

  FEDERICO D'INCÀ. Settembre-ottobre del 2018.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Del 2017. Saremo pronti a giugno di quest'anno, molto probabilmente, con le nuove schede. Stiamo lavorando adesso. Vorremmo che le scuole avessero due o tre mesi per poterci lavorare. Erano abituate a un questionario – banalizzo – molto più semplice, mentre dobbiamo strutturarlo sulle tre macro-aree del Piano Nazionale Scuola Digitale. Ci sarà anche sulle competenze, sui contenuti e sulle metodologie didattiche.

  PRESIDENTE. Aggiungo io una domanda, visto che abbiamo iniziato sul tema degli indicatori di impatto. Lei ha detto che 19 su 35 azioni sono state attuate: con «attuate» che cosa intendete? Sono iniziate? Sono realizzate con successo rispetto a determinati indicatori di impatto e, nel caso, quali sono gli indicatori di impatto?
  La seconda domanda è sempre sugli indicatori: ce ne sono di specifici, che hanno l'equivalente nel DESI, su cui incidete?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. «Attuate» significa che le abbiamo avviate. Molte si sono concluse. Come nel caso dell'infrastrutturazione del wi-fi e degli ambienti digitali, dei laboratori, molte sono anche concluse da parte delle scuole. Ovviamente, manca la valutazione di impatto. Manca il comitato di valutazione, che adesso faremo. In realtà, molte delle azioni, essendo state avviate e concluse con i fondi strutturali, hanno anche un loro sistema di monitoraggio, oltre che di rendicontazione, e quindi una loro valutazione d'impatto. È evidente, però, che dobbiamo legare quello che viene fatto con i fondi strutturali – non possiamo tenerle come due cose separate, peraltro è la mia stessa direzione – alla strategia complessiva del Piano Nazionale Scuola Digitale. Essendo state avviate tutte le azioni a inizio 2016 – il piano è del 2015 – tra l'avviso che normalmente diamo alle scuole, due o tre mesi, e la valutazione, che non è più automatica, ma di tipo qualitativo, vanno via almeno altri due mesi. Lasciamo alle scuole il tempo di altri tre o quattro mesi per attuarle. Non abbiamo ancora il dato di quanto questo possa aver impattato.

  PRESIDENTE. Immagino che per il wi-fi nelle classi non ci sia un indicatore quantitativo. Non credo ci sia un indicatore di impatto. Gli atelier creativi, ad esempio, credo abbiano un obiettivo che dovrebbe avere un minimo impatto. Non penso che si Pag. 12tratti solo di farli o non farli. Credo che ci sia qualcos'altro da misurare, altrimenti diventa un semplice adempimento.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Esattamente. Finora, possiamo confrontare i nostri dati solo con quelli dell'ultima rilevazione dell'osservatorio tecnologico, 2015-2016, rispetto ai quali peraltro, e anche rispetto a quanto riportato nella strategia per la crescita digitale, abbiamo un dato: la connessione delle aule è salita al 70 per cento, al 70,29 per cento. Questo è il dato quantitativo. Certamente, abbiamo il dato quantitativo e, probabilmente, per la connessione delle aule, o comunque per l'infrastrutturazione, ci potrebbe bastare.
  È normale che, invece, per gli atelier non sia così. Anche se si tratta di un intervento di carattere infrastrutturale, ha un impatto sulla didattica molto alto, e quindi anche sulle metodologie applicate e sul tipo di formazione data ai ragazzi. È molto più volta al maker, al saper fare. Su quello ci interessano, giustamente, anche altri indicatori, ma ripeto che rispetto ad alcuni il nostro benchmark di riferimento è, evidentemente, la rilevazione 2015-2016. Rispetto a quella, abbiamo rilevato che negli ultimi anni un aumento c'è stato. Anche per la connessione in rete sui laboratori possiamo vedere che il dato è crescente negli ultimi anni. Parlo della media nazionale, ovviamente, poi ce l'abbiamo diviso per regione. Siamo nella connessione dei soli laboratori, dove normalmente si fa già didattica in rete, all'83 per cento.

  PRESIDENTE. Vuol dire che un 17 per cento di laboratorio non è connesso in rete.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Questo risulta dall'osservatorio tecnologico, ma ripeto che, al momento, è una rilevazione volontaria delle scuole. Ci accingiamo a un nuovo sistema di rilevazione dei dati.
  Sicuramente, può incidere molto anche il livello di scuola. Per le scuole superiori, siamo assolutamente convinti che i laboratori debbano avere, almeno per quanto riguarda la parte che seguo io, l'utilizzo della rete; probabilmente, in alcune delle scuole primarie – l'abbiamo introdotto adesso con gli atelier creativi, quindi è un processo magari un po’ più lento.

  PRESIDENTE. Per quanto riguarda gli indicatori DESI?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Dicevo che ci serviranno tre mesi e anche un po’ di formazione del personale scolastico che dovrà fare questa rilevazione, senza spaventarli, ma con un grande assistenza anche da parte nostra. È ovvio che saranno dei questionari molto più ricchi, che cercheranno di valutare proprio le metodologie didattiche; quindi, non si tratta soltanto di un dato quantitativo, com'era inteso in passato, cioè il rapporto tra tecnologia e alunno, perché in realtà era questo il precedente osservatorio.

  PRESIDENTE. Se mi permette una battuta, consiglio per il wi-fi di insegnare anche come si calcola la forza, l'intensità del campo elettromagnetico. Potrebbe aiutare. Lo sanno fare, ma evidentemente non capiscono il risultato.
  Per quanto riguarda la connettività, avete una stima di quanto attualmente il sistema delle scuole, nel totale, paghi, e quindi quale potrebbe essere la cifra di partenza da cui fare un eventuale confronto in caso di centralizzazione del contratto di connettività?
  Inoltre, visto che esiste la rete GARR che fornisce la connettività alle università, avete considerato la possibilità di fare in Pag. 13modo che questa rete fornisca la connettività anche a tutte le scuole, quindi diventi la rete per fornire connettività alla ricerca e alla didattica a tutti i livelli?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Sul primo punto, quanto pagano, non abbiamo il dato. Ripeto che la situazione è diversificata.

  PRESIDENTE. Non ce l'avete, ma avete intenzione di raccoglierne? È difficile fare il ragionamento sull'eventuale efficientamento della spesa pubblica se non sappiamo neanche quanto è.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Nei nuovi questionari è prevista anche una voce per cui le scuole devono indicare quanto si paga al momento, ovviamente se lo sanno, perché in alcuni casi è l'ente locale, e cioè hanno un servizio non dico chiavi in mano, ma già pagato dall'ente locale. In linea di massima, ai fini didattici, abbiamo fatto una stima, ma ascoltando più che altro le scuole, e il canone, variabile, può essere sui 3 mila – 4 mila euro, dipende. Il GARR, sì, probabilmente è sui 3 mila euro. Li abbiamo sentiti, li abbiamo incontrati più volte. È ovvio che, avendo loro un servizio con le università, sono molto più facilmente raggiungibili le scuole che sono nelle aree. Tante scuole usano il GARR. È uno strumento assolutamente utilizzato. Non è semplice, però, estenderlo a tutte le scuole. Abbiamo anche il problema delle piccole isole, dei comuni montani e delle aree interne. Non è così semplice. Anche loro avevano una difficoltà. Hanno più facilità dove ci sono le università, e quindi nelle scuole che si trovano intorno; è un po’ più complicato negli altri casi.

  PRESIDENTE. Che sia difficile siamo convinti tutti. Le cose facili sarebbero già state fatte, ma non esiste, al momento, una strategia che dice di cercare di centralizzare, di ottimizzare la spesa di connettività delle scuole, se non ho capito male.
  Una seconda cosa mi lasciava perplesso. Lei, giustamente, dice che alcune scuole hanno situazioni migliori perché, per esempio, alcune regioni forniscono la connettività, altre meno. La connettività a Internet, nel 2017, non è considerata come qualcosa di assolutamente necessario per i nostri studenti, come le lavagne, i banchi, il riscaldamento e l'energia elettrica, se non sbaglio, altrimenti, come Stato, dovremmo assicurare a tutti il minimo indispensabile. Al momento, se non ho capito male, per la scuola italiana la connettività non è indispensabile.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. No, lo abbiamo scritto nel Piano Nazionale Scuola Digitale e lo è, tanto che diamo un contributo. In realtà, per il Piano Nazionale Scuola Digitale – non l'ho detto all'inizio, ma immagino sia noto – c'è un investimento, vengono stanziati, a regime, 30 milioni l'anno. Peraltro, quest'anno abbiamo solo 15 milioni di parte corrente, 15 sono in conto capitale. La connettività, ovviamente, si configura come una spesa di parte corrente. Se volessimo dare alle scuole 3 mila euro, cercando di ottimizzare la spesa, come è giusto che sia, sulle 8 mila istituzioni scolastiche le risorse non ci basterebbero per attuare anche le altre politiche del piano. Abbiamo previsto che ci sia un contributo proprio per incentivare le scuole.
  Non dimentichiamo che le scuole ricevono risorse anche sul fondo di funzionamento. Certo, le risorse non sono sufficienti in generale per tutto e per tutti, ma è evidente che il nostro, almeno sul Piano Nazionale Scuola Digitale, voleva essere un contributo, che abbiamo detto che diamo a regime, cioè glielo stiamo dando. Vuol dire che ogni anno, del Piano Nazionale Scuola Pag. 14Digitale, 10 milioni vengono destinati al canone di connettività; quindi la giudichiamo assolutamente una priorità.
  Per quanto vogliamo, attualmente, avendo sentito tutti gli attori che possono essere interessati, non riusciamo a ottimizzare la spesa, arrivando a mille euro. Almeno al momento, non ci sembra possibile. Il nostro, per il momento, è un contributo. Quando avremo realizzato magari anche le altre attività e azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale, forse riusciremo a dare anche una quota maggiore. Al momento, a risorse disponibili e con i mezzi che abbiamo, ci sembrava che un terzo delle risorse destinate al piano nazionale fosse già un buon passo in avanti, almeno rispetto al 2015, alla situazione immediatamente precedente. Poi è normale che, se venissero stanziate ulteriori risorse, per noi questa rimane assolutamente una priorità, ripeto, per quanto ci riguarda, sicuramente anche per la parte della pubblica amministrazione, la parte amministrativa, ma sicuramente per dare una grande spinta anche alla didattica.

  SEBASTIANO BARBANTI. La mia, più che una domanda, è un'osservazione. La domanda è se condivide la mia perplessità. Sarebbe corretto quello che dice, ovviamente, se ci fossero risorse in abbondanza. Il problema che mi pongo è che, in questo modo, rischiamo di accentuare ancora di più il divario. Lungi dal trasformarla in una lotta tra nord e sud, ho potuto però vedere un po’ il sistema scolastico del nord e quello del sud e temo che una cosa del genere non possa far altro che incentivare, allargare ancora di più la forbice tra le scuole del nord e quelle del sud.
  Ovviamente, come sa meglio di me, le scuole del sud hanno delle risorse, per contesto sociale, soprattutto per quello economico, diverso, sicuramente inferiore a quelle del nord. Da questo punto di vista, la mia perplessità, la mia preoccupazione è proprio che una cosa del genere rischi di allargare ancora di più la forbice di preparazione e di creare due sistemi scolastici praticamente diversi tra nord e sud del Paese.
  Mi chiedo, a questo punto, se abbiate pensato a una certa ripartizione delle risorse sul territorio o a qualcosa che possa quantomeno evitare la creazione di questo fenomeno.

  PRESIDENTE. Unisco alla domanda dell'onorevole Barbanti la mia, perché è legata: conoscete la percentuale di studenti coperta dalle azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale e la distribuzione in Italia?
  Il meccanismo scelto con i bandi, che fa sì che siano le scuole ad accedervi, non assicura una copertura uniforme e neanche totale. In linea teorica, alcune scuole, particolarmente attive, partecipano a molti bandi e altre, particolarmente non attive, non partecipano ad alcuno. Avete anche una mappatura di questo, della percentuale? Ci sono distribuzioni diverse in Italia?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Premetto che non è detto che ci sia questo grande divario territoriale, ma la fortuna del Ministero, almeno per quello che posso vedere io, è che, avendo tutto in una direzione, forse è più semplice – questa è un'azione che riesco a fare anche sull'edilizia – integrare le risorse nazionali con i fondi strutturali. Come sapete, i fondi strutturali, per definizione, per mission, ma anche proprio per una questione di equità sociale, hanno diverse percentuali di attuazione nelle diverse regioni del territorio. Prima di tutto, i fondi strutturali 2007-2013 sono stati rivolti solo alle quattro regioni obiettivo, per far sì che oggi ci fossero molti più laboratori nelle regioni del sud, sicuramente nelle quattro regioni ex obiettivo. Sicuramente, con la nuova programmazione abbiamo la possibilità di intervenire fino al 100 per cento delle richieste nelle regioni del centro-sud; nelle regioni del centro-nord in una misura del 60-70 per cento.
  Con una gestione abbastanza attenta delle risorse, riusciamo a modulare abbastanza Pag. 15 bene, proprio perché le risorse sono scarse per definizione. Ripeto che, considerato che i 10 milioni vanno per il canone e ne rimangono già poche, dobbiamo cercare di integrare quelle che abbiamo disponibili a livello nazionale con quelle che riusciamo a dare di più alle regioni del sud, probabilmente quelle un po’ più svantaggiate, con i fondi strutturali. Riusciamo, bene o male, a tenere quest'equilibrio integrando le risorse, e quindi le politiche, quelle nazionali e quelle di coesione.
  Quanto all'impatto, è normale che abbiamo dei dati molto più certi e sicuri sulla parte dei fondi strutturali. Per come sono strutturati, è necessario indicare per le singole azioni anche il numero di studenti che partecipa ai corsi, che viene formato. Hanno un sistema di rendicontazione che forse ci consente di avere, rispetto ai fondi nazionali – non che non facciamo ugualmente monitoraggio sui fondi nazionali – in tempi più rapidi, grazie al sistema informativo dei fondi strutturali, delle risposte più immediate sul coinvolgimento dei giovani.
  Abbiamo da poco concluso la programmazione 2007-2013 e possiamo dire che nelle quattro regioni ex obiettivo – immagino che i dati saranno ugualmente replicabili per la nuova programmazione e per le azioni partite sui fondi strutturali – abbiamo raggiunto praticamente ora, in alcuni casi, il 100 per cento delle istituzioni scolastiche, ma con il 90 per cento del coinvolgimento degli alunni, quindi dei docenti. Sicuramente, recuperiamo con i fondi strutturali quello che non riusciamo a raggiungere con i fondi nazionali.

  PRESIDENTE. Io ho due ultime domande. Avete un data warehouse interno alla direzione per cercare di tenere traccia di tutti gli indicatori, di tutti i dati relativi alle azioni che portate avanti?
  Qual è il vostro rapporto con il responsabile della transizione alla modalità digitale e con il difensore civico digitale del Ministero, se sapete chi è?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Con il suo consenso, presidente, faccio rispondere il professor Lanciotti.

  PRESIDENTE. Prego.

  VALTER LANCIOTTI, docente comandato presso l'ufficio VI Innovazione digitale. Lavoro presso la direzione dell'edilizia scolastica e innovazione digitale. Il data warehouse è un sistema che esiste ed è in carico alla direzione dei contratti e sistemi informativi. È stato utilizzato negli anni fondamentalmente per le statistiche sugli studenti, e sulla mobilità in generale per il sistema scolastico da diversi anni. È appannaggio di questa direzione e fornisce normalmente servizi di estrazione su richiesta alle altre direzioni.

  PRESIDENTE. Contiene i dati utili al monitoraggio delle azioni che portate avanti?

  VALTER LANCIOTTI, docente comandato presso l'ufficio VI Innovazione digitale. Per le azioni, in questo momento non stiamo alimentando il data warehouse con le nostre informazioni, ma la parte dell'osservatorio tecnologico è stata implementata e dovrà essere aggiornata con i nuovi item che realizzeremo per il prossimo anno.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Aggiungo che l'osservatorio tecnologico è una competenza passata alla direzione nel 2014. Prima, era alla direzione dei sistemi informativi, dove ci sono tutte le banche dati. Dal 2014, è sembrato più corretto – è uno scarico di dati che ci è stato trasferito – che fosse trasferito alla nuova direzione, così come l'anagrafe per l'edilizia scolastica, le due grandi banche dati. È una nuova competenza appunto dal 2014. Ereditiamo quanto Pag. 16già fatto come osservatorio tecnologico dall'altra direzione.
  Per quanto riguarda la parte sul responsabile, presumo che sia la direzione, alla quale non ci sovrapponiamo. In linea di massima, abbiamo due mission diverse. È ovvio che il coordinamento è assicurato dall'ufficio di gabinetto, dalla segreteria tecnica, che svolge un lavoro più trasversale, sulle azioni. Noi siamo tenuti all'attuazione delle linee strategiche e di quanto contenuto nel Piano Nazionale Scuola Digitale. Dati e accordi, come dicevo, sono pubblicati tutti sul sito.

  PRESIDENTE. Le azioni del Piano Nazionale Scuola Digitale sono presenti nel vostro piano delle performance?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Sì, anche se faccio presente che l'ufficio VI, di cui fanno parte i due docenti comandati, al momento non ha un dirigente, quindi è un posto vacante. È in atto la procedura per l'individuazione ed è previsto un incarico ai sensi dell'articolo 19, comma 5-bis.

  PRESIDENTE. Avete della documentazione? Immagino le slide, i dati dell'osservatorio e, eventualmente, la relazione che chiedeva l'onorevole D'Incà.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Va bene.

  PRESIDENTE. In formato digitale. Quale regime di pubblicità debbono avere? Sono liberi? Possiamo pubblicarli?

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Sì, sono liberi.

  PRESIDENTE. Potete fornirceli con una chiavetta USB o tramite posta elettronica.

  SIMONA MONTESARCHIO, direttore generale per gli interventi in materia di edilizia scolastica, per la gestione dei fondi strutturali per l'istruzione e per l'innovazione digitale del Ministero dell'Istruzione, dell'università e della ricerca. Tramite posta elettronica.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.