XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul livello di digitalizzazione e innovazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 24 di Mercoledì 5 aprile 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 

Audizione dell'Amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli:
Coppola Paolo , Presidente ... 3 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 3 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 4 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 4 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 7 ,
Fitzgerald Nissoli Fucsia (DeS-CD)  ... 7 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 7 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 8 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 8 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 8 ,
Quattrociocchi Maurizio , responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate ... 8 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 8 ,
Quattrociocchi Maurizio , responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate ... 8 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 8 ,
Quattrociocchi Maurizio , responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate ... 8 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 8 ,
Fitzgerald Nissoli Fucsia (DeS-CD)  ... 9 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 9 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 9 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 9 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 9 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 9 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 9 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 10 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 10 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 10 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 10 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 11 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 11 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 11 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 11 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 11 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 11 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 11 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 11 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 12 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 12 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 12 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 12 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 12 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 12 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 12 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 12 ,
Barbanti Sebastiano (PD)  ... 12 ,
Quattrociocchi Maurizio , responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate ... 12 ,
Barbanti Sebastiano (PD)  ... 12 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 12 ,
Fragomeli Gian Mario (PD)  ... 12 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 13 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 13 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 13 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 14 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 14 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 14 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 14 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 14 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 14 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 14 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 14 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 14 ,
Quattrociocchi Maurizio , responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate ... 14 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 14 ,
D'Incà Federico (M5S)  ... 14 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 15 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 15 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 15 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16 ,
Aielli Paolo , amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato ... 16 ,
Coppola Paolo , Presidente ... 16

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
PAOLO COPPOLA

  La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante la trasmissione diretta attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione diretta sulla web-tv e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione dell'Amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione dell'Amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato, Paolo Aielli, accompagnato dall'ingegner Maurizio Quattrociocchi, Responsabile della Direzione Sistemi Informativi e Soluzioni Integrate, dal dottor Vincenzo Guida, Responsabile affari regolatori, e da Lorenzo Carella, responsabile social network, che ringrazio per la presenza.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Si tratta di un'audizione di natura prettamente conoscitiva, per la quale chiedo al dottor Aielli di fornire un quadro esplicativo quanto più ampio possibile del suo compito e dell'esperienza maturata durante il suo mandato, in particolare con riferimento alla carta d'identità elettronica.
  Cedo dunque la parola a Paolo Aielli per lo svolgimento della relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Signor presidente, commissari, buongiorno. Io sono amministratore delegato del Poligrafico dal settembre 2014; nel corso di questi ultimi due anni e mezzo l'attività del Poligrafico dello Stato si è concentrata su tre grandi filoni di attività: la realizzazione e la gestione dei documenti di identità elettronici, i sistemi di anticontraffazione per farmaci, per alimenti e per altri prodotti importanti, la gestione di alcune banche dati di particolare sensibilità per l'amministrazione, a partire da quella delle leggi. La quarta, non meno importante attività del Poligrafico è quella della coniazione.
  In questa presentazione mi concentrerò sul primo punto, quello della elaborazione dei documenti elettronici con particolare riferimento alla carta d'identità, come è stato anche chiesto nell'introduzione del presidente, però ovviamente sono disponibile a darvi le informazioni che riterrete necessarie anche per quanto riguarda eventualmente i sistemi di anticontraffazione e le banche dati alle quali prima mi riferivo.
  Come ben sapete, il progetto della carta d'identità ha una lunghissima gestazione: nasce nel 1997 con la legge Bassanini, ma si sostanzia nel progetto che finalmente ora Pag. 4è in corso soltanto a partire di fatto dal giugno 2015, quando sono state individuate le prime risorse per l'avvio di questa nuova carta d'identità elettronica, che sia differisce – voglio dirlo subito – sostanzialmente sia dalla precedente cosiddetta «carta di identità elettronica» per tecnologie e procedure delle quali ovviamente posso dar conto, sia differisce e supera lo schema del Documento Digitale Unificato, che era quella forma intermedia che era stata definita a un certo punto, addirittura con tanto di stanziamento, nel periodo immediatamente precedente al 2015.
  Primo punto, quindi, il 19 giugno 2015 gli stanziamenti; il 23 dicembre 2015, con decreto del Ministero dell'interno, si definiscono le regole tecniche che disciplinano le missioni della CIE, nel maggio viene pubblicato il decreto ministeriale con la determinazione del prezzo e il 4 luglio 2016 finalmente si ha l'avvio operativo, con l'emissione della prima carta d'identità elettronica.
  La prima fase di questo programma, che non è più sperimentale, come era nella precedente carta d'identità elettronica, riguarda i 199 comuni che avevano già sperimentato la precedente carta, con l'obiettivo di coprire approssimativamente circa il 25 per cento della popolazione.
  L'attuale piano di dispiegamento approvato dal Ministero dell'interno prevede entro la fine di questo mese di aprile l'avvio della seconda fase, per coprire ulteriori 350 comuni, quindi il 50 per cento della popolazione, e poi progressivamente, fino ad arrivare all'estate del 2018 con la copertura totale della popolazione italiana.
  Se Lei è d'accordo, presidente, se durante l'esposizione non fossi chiaro, posso essere interrotto quando ritenete opportuno.

  PRESIDENTE. Sì, siamo abituati a fare sempre così. In particolare, con copertura di tutta la popolazione intende che tutti i comuni saranno in grado di emettere la carta d'identità elettronica, non che tutta la popolazione avrà la carta d'identità elettronica?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Che tutti i comuni saranno in grado di emettere la carta. A oggi, dei 199 comuni della prima fase, 181 sono operativi alla data del 30 marzo e, sempre a oggi, ne sono state emesse circa 350 mila, perché ogni giorno ne vengono emesse 3-4 mila, quindi siamo appunto oltre le 340 mila. I principali capoluoghi attivati sono Roma, Milano, Torino, Napoli, Venezia, Firenze, Bari e Bologna.
  Questi sono i principali appalti che sono stati assegnati per la realizzazione della nuova CIE, quindi in particolare l'infrastruttura periferica di emissione, quindi le postazioni dei comuni, l'infrastruttura centrale, i servizi di spedizione e di spacciamento, gli impianti di personalizzazione, di imbustamento e il cosiddetto inlay.
  Questa è la nuova carta elettronica, di cui evidenzio soltanto alcuni elementi caratteristici: l'autorità che rilascia la carta è il Ministero dell'interno, è identificata con un numero unico nazionale, il comune di emissione, la foto del titolare, i dati anagrafici, la data di emissione e di scadenza, la firma, la evidenziazione della validità per l'espatrio, il codice ICAO che, come vedremo in dettaglio, fa riferimento allo stesso sistema del passaporto e poi c'è l'evidenza nel caso dei minori, ossia nome e cognome dei genitori o del tutore, il codice fiscale sia in chiaro, così come evidenziato, sia nel codice a barre, gli estremi (questo opzionale) dell'atto di nascita, una ghost image sulla destra che ripropone ovviamente la foto del titolare, l'indirizzo di residenza, il codice fiscale e il codice ICAO.
  Voglio rapidamente evidenziare l'aspetto di sicurezza, che è l'elemento centrale di questa carta. In estrema sintesi, questo è il documento più avanzato in Europa e rappresenta e incorpora gli elementi che garantiscono il livello di sicurezza più elevato che può essere concepito in questo momento. Tengo subito a dire che non è un documento duplicabile, è la stessa tecnologia utilizzata per il permesso di soggiorno – immaginate cosa può voler dire una possibilità di contraffazione e duplicazione di qualsiasi documento, ma in particolare Pag. 5del permesso di soggiorno – quindi ha degli elementi di sicurezza molto elevati, sia materiali che digitali, perché è la combinazione di elementi materiali e digitali che rende questo oggetto particolarmente sicuro. In estrema sintesi, per richiamare soltanto gli elementi principali, il simbolo ICAO stampato con inchiostri particolari, che sta ad indicare ovviamente la presenza del chip a bordo, l'ologramma indicante l'Italia turrita, è un embedded hologram, quindi ha un sistema di sicurezza molto elevato, un ologramma che raffigura sempre la penisola italiana con il country code e poi altri elementi analoghi a quelli utilizzati per le banconote, ma non soltanto.
  Il microprocessore inserito all'interno della carta offre due diverse applicazioni, l'applicazione ICAO MRTD (Machine Readable Travel Document) che contiene i dati personali del titolare, la foto del volto, l'immagine di due impronte digitali codificati in strutture dati che sono ovviamente compatibili con le raccomandazioni ICAO, e l'applicazione ICC IAS (Internationale Code Council International Accreditation Service), che contiene gli oggetti di sicurezza in grado di rendere la CIE strumento abilitante per la fruizione di servizi a valore aggiunto sia in contesti con bassi requisiti di sicurezza, sia in contesti a requisiti di sicurezza medio-alti. Questo è un altro concetto fondamentale: la carta di per sé non è portatrice di alcun tipo di informazione, ma è soltanto – penso sia la sua forza – uno strumento abilitante, quindi è un elemento che permette un'identificazione forte in senso tecnico stretto del titolare e quindi, una volta che questa identificazione è avvenuta, permette, attraverso altro tipo di modalità, l'accesso a servizi che possono essere di basso o di alto livello. Questo è un punto ovviamente molto importante.
  Le specifiche del microprocessore sono consultabili direttamente sul sito del Ministero dell'interno. Riportiamo qui l'utilizzo, la descrizione schematica della funzionalità e dell'attivazione del microprocessore, che dunque sono le modalità per l'applicazione ICAO, quindi per il movimento dei cittadini, il passaggio delle frontiere, di cui qui è descritto il meccanismo, e, allo stesso tempo, l'utilizzo ICAO per la verifica delle impronte. Questo è un altro elemento molto importante da specificare: non viene costituita una banca dati delle impronte, ma l'impronta rimane sulla carta, quindi man mano che si acquisisce non c'è una banca dati che si costituisce da un'altra parte, ma l'impronta serve soltanto per fare poi la verifica, nel momento necessario, che il portatore della carta sia effettivamente il titolare.
  Un elemento particolarmente importante è indicato con la fase 3, certificati e chiavi rilasciati dal Ministero dell'interno, perché questo tipo di identificazione può essere utilizzata anche in contesti particolarmente sensibili, quali il passaggio verso infrastrutture critiche (poi ne citeremo alcune), però possono essere o utili anche per la parte di accesso a servizi finanziari.
  La carta permette diverse modalità di utilizzo, qui abbiamo sinteticamente indicato una fruizione di servizi a basso livello di sicurezza, semplicemente mediante lettura del file numero unico di servizi, che è liberamente accessibile, o altrimenti, come ho già accennato, la fruizione di servizi che richiedono requisiti di sicurezza di livello medio-alto, e per questi servizi viene utilizzata la CIE per realizzare un processo di autenticazione forte in rete mediante l'utilizzo del certificato digitale di autenticazione e della relativa chiave privata, previa la verifica del PIN dell'utente.
  Qui c'è la combinazione dei tre elementi: una cosa che ho, che è la carta, una cosa che so, che è il PIN, una cosa che sono, che sono i dati biometrici, ed è la combinazione di questi elementi che rende l'oggetto con queste caratteristiche.
  Qui c'è un esempio di utilizzo con un basso livello di sicurezza, come può essere l'accesso a mezzi di trasporto pubblico (altrimenti, portiamo l'esempio dell'Agenzia delle entrate o di un servizio finanziario, dove c'è un sistema di autenticazione ovviamente più complesso).
  Qui c'è soltanto una carrellata dei possibili impieghi della CIE. Abbiamo parlato di identità fisica e digitale da parte di intermediari e di esercenti per esempio di Pag. 6attività finanziarie, di professionisti e revisori contabili, da parte di soggetti operanti per il recupero crediti, custodia, trasporto denaro, per l'accesso a siti sensibili, quindi aeroporti o stazioni, la timbratura in ingresso e in uscita da un luogo di lavoro da parte, in particolare, di dipendenti pubblici. Realizziamo infatti la cosiddetta ATe, ad esempio l'ATe dei Carabinieri, che è quella più diffusa, ha caratteristiche tecnologiche assolutamente simili a queste, ed è interessante vedere come nel tempo l'Arma dei carabinieri su questo abbia sviluppato tutta una serie di servizi abilitanti che sono particolarmente interessanti, non ultimo l'utilizzo dei servizi di autenticazione per l'accesso ai servizi erogati dai principali operatori di telecomunicazioni.
  Questo progetto è stato costruito attraverso una collaborazione molto importante, innanzitutto nella fase progettuale con diverse amministrazioni, a partire ovviamente dal Ministero dell'interno, che ha fatto da coordinamento con la Funzione pubblica, l'AgID, ovviamente il nostro Ministero di riferimento, che è il MEF. La collaborazione di queste amministrazioni ha permesso appunto la realizzazione di questo disegno, che ritengo molto più avanzato di tutti quelli proposti fino a quel momento.
  L'altro aspetto fondamentale è che questo progetto è stato costruito progressivamente con una fortissima collaborazione e integrazione con i comuni. Voglio sottolineare la positività del contributo dato, per esempio, dall'ANUSCA, che è stato fondamentale per noi nel capire, nella fase di avvio e di realizzazione, una serie di problemi operativi che potevano nascere nei comuni. Ne è nata una collaborazione, a volte anche una dialettica, che però ci ha permesso di introdurre progressivamente nel tempo quelle correzioni che ora stanno evidentemente dando dei buoni risultati, perché il processo sta andando avanti in modo molto positivo.
  Le collaborazioni che abbiamo in questo momento con il team digitale sono di diversa natura. C'è uno studio particolare per lo sviluppo dei servizi sulla carta d'identità elettronica, un altro fondamentale è quello dello sviluppo che abbiamo già definito, ma che stiamo testando pesantemente con stress test da parte anche del team digitale per quando riguarda la creazione del middleware che rende possibile l'utilizzo della sezione IAS del microprocessore per fruire di servizi che richiedono un'autenticazione forte, quindi il middleware è compatibile con tutte le interfacce crittografiche.
  Passo alla cooperazione con ANPR. È fondamentale anche per lo sviluppo della CIE avere una anagrafe nazionale pronta. Il tema che noi ci siamo posti nel momento di sviluppo della CIE è stato questo: ovviamente la CIE si appoggia su ANPR perché è un progetto importante e strategico per il Paese, però il livello di sviluppo dell'anagrafe nazionale era evidentemente, in termini temporali, diverso da quello delle potenzialità della CIE, quindi cosa abbiamo fatto? Abbiamo la possibilità, man mano che l'ANPR sarà attivata, di appoggiarci sulla stessa ANPR, nel frattempo però dobbiamo utilizzare e utilizziamo l'INA-SAIA, quindi favoriamo, in un dialogo continuo con i comuni, tutti quegli adattamenti, adeguamenti per l'INA-SAIA che ci permettono di andare avanti.
  Voglio sottolineare una potenziale criticità: abbiamo attivato 199 comuni, ne stiamo attivando 350, quindi è chiaro che il livello di richiesta e di stress che metteremo su INA-SAIA è tale da richiedere una robustezza del sistema, della quale a volte dubitiamo, perché, avendo fatto in anticipo degli stress test, abbiamo evidenziato delle difficoltà di tenuta del sistema di interrogazione. Sarebbe quindi – lo stiamo studiando con il team digitale – indispensabile che questo sistema, finché non è pronta l'ANPR, fosse sufficientemente solido ed affidabile per permettere il sistema di interrogazione e quindi di procedere con la diffusione della carta.
  L'ultimo, ma non meno importante, aspetto è l'integrazione tra CIE e SPID, poi c'è un ulteriore gruppo che lavora sulla parte di archivio banche dati. Vorrei soltanto darvi un riferimento del sistema di emissione e sottolineare, nel sistema di emissione, un punto cruciale, che è stata Pag. 7una svolta estremamente positiva in termini di elevazione del livello di sicurezza del documento fondamentale del nostro Paese. Immagino che sappiate che la carta d'identità cartacea italiana è il documento più contraffatto in Europa, dovuto al fatto che girano i libretti bianchi che devono essere conservati presso i comuni, ci sono molti casi di sottrazione e quindi di riscrittura su questi libretti. La cosa particolarmente complessa è che anche da una carta d'identità falsa si può fare un passaporto vero, che è un documento che ha un livello di abilitazione di tecnologia superiore.
  Questo processo di emissione, rispetto al passato, ha un punto fondamentale, che è quello della personalizzazione centralizzata, ci siamo adeguati finalmente a quello che fa la gran parte degli altri Paesi europei, che personalizzano a livello centrale i documenti elettronici, e questo ha grandissime implicazioni in termini di sicurezza, non soltanto perché non girano più documenti in bianco, ma perché c'è la possibilità ulteriore di un sistema centrale di controllo sia nell'abilitazione, sia nella inibizione dell'utilizzo di documenti elettronici.
  Come sapete, la carta, una volta richiesta presso il comune (non descrivo come ovviamente tutto questo può essere fatto anche digitalmente, attraverso un sistema di prenotazione e un'agenda), una volta che il cittadino fisicamente si è recato presso il comune per attivare la vera e propria procedura, dal momento della richiesta, in 6 giorni lavorativi il cittadino riceve – a casa o presso un domicilio da lui indicato – direttamente la carta.
  Ho già accennato ai problemi di sviluppo, l'unico problema che voglio sottolineare che vediamo per una reale diffusione della carta d'identità elettronica in questa fase è quello dell'accesso all'anagrafe; già abbiamo individuato, insieme al team digitale, diverse soluzioni, sia un rafforzamento della parte di INA-SAIA per la convalida dei dati su INA sia addirittura operando direttamente sulla banca dati dell'Agenzia delle entrate.
  Abbiamo anche sviluppato un’app per terminali Android, distribuita gratuitamente. Mediante questa app è possibile leggere i dati a bordo della zona ICAO e verificare direttamente l'autenticità di una carta di identità elettronica o passaporto, ovviamente questo anche in mobilità. Questo fa parte di un progetto più grande, che abbiamo in essere con la Guardia di finanza, di verifica e controllo di tutto il sistema delle carte valori.

  PRESIDENTE. Prego, onorevole Fitzgerald Nissoli.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. Grazie, dottore Aielli, per la Sua relazione. Dato che sono stata eletta nella circoscrizione Estero, volevo chiederle, in merito ai cittadini italiani residenti all'estero e quindi agli iscritti AIRE, quando sia prevista la possibilità per i consolati di rilasciare la CIE, e, considerato che viene consegnata ai cittadini residenti in Italia entro 6 giorni lavorativi, come si garantirà la consegna in tempi adeguati anche gli iscritti AIRE: in mancanza di ANPR, come sarà possibile rilasciare la CIE agli iscritti AIRE?
  Questi temi assumono notevole peso alla luce del fatto che la CIE è classificata, a livello internazionale ICAO, come un documento di viaggio al pari del passaporto elettronico.
  Oltre alla normativa che assegna, in regime di monopolio, all'Istituto Poligrafico la produzione delle carte valori come la CIE, esistono atti contrattuali che regolamentano l'esecuzione del progetto tra Istituto Poligrafico e Ministero dell'interno? Grazie.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Allora, rispondo prima sulla seconda parte e poi il mio collega risponderà sulla prima. Ovviamente sì, ve ne possiamo dare evidenza perché li abbiamo con noi, quindi, se Lei è d'accordo, presidente, potremmo allegare alla documentazione i contratti che regolano il rapporto tra noi e il Ministero dell'interno e anche gli aggiornamenti, le integrazioni che sono seguiti al primo contratto definito. In sintesi, riguarda la gestione dell'infrastruttura centrale e periferica, Pag. 8 e la responsabilità di tutto il processo di realizzazione, gestione, emissione, sviluppo, e questo è regolato nel contratto madre iniziale, che aveva una scadenza al 31 dicembre 2016 nella prima fase, è stato prolungato, c'è un atto aggiuntivo del quale ovviamente vi diamo conto (abbiamo con noi le diverse copie), quindi ora il contratto si estende fino al 2018, momento in cui ci sarà la copertura totale di tutti i comuni.

  PRESIDENTE. Scusi, come mai è stato prolungato?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Perché inizialmente era previsto un anno per la realizzazione, considerato che ancora non era stato fatto un piano di dispiegamento coerente; quando poi si è valutato come poteva essere realizzato, ci si è resi conto che il tempo del decreto e, quindi, delle autorizzazioni necessarie per noi, ossia gare pubbliche per acquisire l'infrastruttura e le periferiche, era molto più lungo di quello che si poteva ipotizzare, ecco perché, come Poligrafico, scrivemmo delle lettere sia al Ministro Madia che al Ministro Alfano chiedendo loro di avere indicazioni operative nel tempo più rapido possibile, perché già sapevamo che poi i tempi delle gare pubbliche avrebbero richiesto un arco temporale più lungo. Dal momento che questo è stato definito e che abbiamo avuto i tempi di gara, coerentemente è stato predisposto un piano realistico, più articolato, come quello che vi abbiamo evidenziato.
  Per quanto riguarda invece la prima parte, risponde, con il Suo permesso, presidente, il mio collega Quattrociocchi.

  PRESIDENTE. Prego.

  MAURIZIO QUATTROCIOCCHI, responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate. Per quanto riguarda le ambasciate consolari all'estero, l'elemento abilitante per l'emissione della carta d'identità purtroppo non è l'AIRE, ma è l'ANPR, quindi la parte di implementazione dell'estero è stata volutamente ritardata dal Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e dal Ministero dell'interno, per dare tempo all'alimentazione dell'ANPR, però è soltanto una questione regolamentare; è da decidere come procedere nel caso in cui l'ANPR non andasse avanti, quindi prendere informazioni e validare altri tipi di informazioni.
  Non è particolarmente complesso, perché le stazioni per il rilascio del passaporto sono anche in grado di rilevare i dati per la carta d'identità, non è necessario implementare nuove postazioni sull'estero, incrementarlo in caso di necessità (immaginiamo l'Argentina o altri Paesi ad alta densità), però la stessa struttura del passaporto è adatta anche per la carta d'identità.
  Per il rilascio verso l'estero ci sono i corrieri diplomatici che continuamente erogano, i tempi non saranno differenti, l'unico problema è l'ANPR, è soltanto da decidere in caso di mancanza di ANPR se abilitare l'AIRE oppure l'Agenzia delle entrate, con il codice fiscale o altre fonti abilitanti.

  PRESIDENTE. E chi lo deve decidere, scusi?

  MAURIZIO QUATTROCIOCCHI, responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate. Il Ministero dell'interno e il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.

  PRESIDENTE. Deve essere un decreto congiunto?

  MAURIZIO QUATTROCIOCCHI, responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate. Penso di sì, perché impatta entrambe le amministrazioni.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Questo elemento che ha evidenziato il mio collega fa capire come il disegno della carta d'identità elettronica sia coerente, quindi finalmente, in questo Paese, abbiamo un'unica piattaforma, dove passaporto, permesso di soggiorno, carta d'identità hanno una comune base tecnologica, tant'è che, Pag. 9per esempio nel caso delle postazioni, noi possiamo utilizzare indifferentemente anche le postazioni utilizzate per i passaporti o viceversa. Questo è un altro elemento caratteristico piuttosto importante.

  FUCSIA FITZGERALD NISSOLI. A differenza di ANPR e SPID, CIE è un progetto non compreso nell'agenda digitale, ciò implica il venir meno di tutte le necessarie attività di monitoraggio e controllo puntuale dello stato di avanzamento. Non ritiene opportuna l'istituzione di un programme officer istituzionale, che effettivamente controlli periodicamente lo stato di avanzamento, oltre al presidio istituzionale del Ministero dell'interno? Ciò garantirebbe massima trasparenza sull'impiego delle risorse, sul rispetto dei tempi, oltre ad un coordinamento con le altre progettualità quali SPID e ANPR. Grazie.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Assolutamente sì, nel senso che noi abbiamo un controllo dello stato d'avanzamento, anche per motivi contrattuali, estremamente rigoroso da parte del Ministero dell'interno, però anche la Funzione pubblica, che ci segue in tutta questa attività, ha il monitoraggio costante quotidiano – non è un modo di dire – e sempre quotidianamente emettiamo un report dove diciamo quante carte sono state emesse e dove. Oggi siamo in grado di dire in qualsiasi momento quante ne abbia emesse ogni comune, chi le abbia emesse, se ci siano stati problemi, se ci sia stata un'interruzione di servizio, quindi ben venga qualsiasi tipo di monitoraggio su questa attività, ma ovviamente non sta a noi deciderlo, noi non possiamo che fornire quanto già forniamo in termini di informazioni agli enti eventualmente preposti al controllo.
  In più abbiamo anche un counter su una parte del sito, dove non soltanto chi ha un interesse di verifica dello stato d'avanzamento complessivo, ma anche il cittadino stesso che ha fatto richiesta è perfettamente in grado di seguire, attraverso l'agenda CIE, lo stato di avanzamento della emissione della sua carta.

  PRESIDENTE. Ai fini del lavoro della Commissione vorrei sapere, visto che il progetto parte dal 1997, quindi sono venti anni, cosa sia successo in questi venti anni, quanti soldi siano stati spesi in questi venti anni, in particolare quanto sia costato quest'ultimo progetto, quante carte d'identità elettroniche del modello precedente siano state distribuite e che fine facciano queste carte d'identità e le carte nazionali dei servizi, se sono diverse da quelle precedenti, quante ne siano state distribuite e che fine faranno.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Effettivamente è una domanda difficile, ma cerco di cogliere gli aspetti essenziali. Sul perché è durata vent'anni...

  PRESIDENTE. Se vuole, possiamo passare alla seduta riservata, se ci sono cose che non...

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. No, ci sono dei contenziosi in corso, dei quali non penso ci sia difficoltà a dar conto. C'è stata una prima fase in cui c'è stata probabilmente una difficoltà nel concepire un disegno tecnologico adeguato, si aveva una corretta intuizione (la necessità del tema di avere un documento elettronico con alcune caratteristiche di sicurezza), però non il disegno tecnologico che era necessario per poterlo sviluppare. Si è arrivati nel 2007, quindi a dieci anni dall'avvio, quando il Poligrafico, le Poste...

  PRESIDENTE. Però, scusi se La interrompo, c'è già un salto di dieci anni. È difficile credere che un Paese intero non sia riuscito a concepire, che non ci fossero le competenze in tutta Italia, o anche all'estero, da pagare come consulenze per concepire le specifiche tecniche di un documento elettronico. È più ragionevole pensare che non ci fossero all'interno del Ministero o comunque dei soggetti incaricati di sviluppare il progetto, ma è difficile credere che dal 1997 in avanti non ci fossero in Italia, per dieci anni, le competenze Pag. 10 per definire un progetto tecnologico per il documento d'identità elettronico.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Lei ha perfettamente ragione, però di fatto il primo disegno operativo è stato realizzato tra il 2005 e il 2007. Il punto di blocco fu che per realizzare la nuova carta d'identità venne creato un raggruppamento temporaneo di imprese, composto da Poligrafico, Poste Italiane, la società dello spin-off della Ericsson, la Selex management di Finmeccanica. Questo raggruppamento aveva l'obiettivo di costituire il nucleo fondante per la realizzazione della carta, con una modalità che prevedeva un'assegnazione diretta a questo consorzio per la realizzazione della carta. Tale processo fu bloccato attraverso una contestazione circa la legittimità dello stesso. Da ciò è nato anche un contenzioso, che è tuttora in piedi, tra il Poligrafico e la società di Finmeccanica, la Sema, che gestì per diversi anni il Sistri, quindi il monitoraggio dei rifiuti pericolosi. Questa società gestiva essenzialmente questi due progetti, il Sistri, il monitoraggio dei rifiuti pericolosi, e la carta d'identità. Questa attività fu interrotta proprio per un problema di legittimità del processo e da lì è nato appunto un contenzioso che è ancora in piedi. Lo posso dire a ragion veduta perché, nella mia esperienza precedente, sono stato, per tre anni, amministratore delegato di una grande azienda di Finmeccanica, nel cui ambito c'era anche la predetta piccola società.
  Da tale situazione era nato anche un disegno tecnologico basato sulla banda ottica, cioè quella carta allora concepita non aveva il chip, ma aveva appunto la banda ottica. Al di là del fatto che si può fare una disquisizione tecnologica sull'adeguatezza della banda ottica rispetto ad altre soluzioni, la particolarità di quella soluzione era che era proprietaria, ossia quella tecnologia era proprietà di una azienda e la sperimentazione della carta d'identità che nacque dopo il superamento di questo contenzioso e l'avvio operativo della cosiddetta fase sperimentale si basò su una carta d'identità che – per rispondere alla Sua domanda su quante ce ne sono in giro, riteniamo circa 2,5 milioni – si basa su una tecnologia proprietaria. Il fatto che un documento di identificazione di uno Stato si basi su una tecnologia proprietaria, al di là dell'efficacia della soluzione – che è dubbia, anzi, io ritengo che non sia assolutamente adeguata –, è stato finalmente superato dal predetto decreto del Ministero dell'interno emanato alla fine del 2015, quando abbiamo proposto un disegno tecnologico del quale ho cercato di darvi evidenza.

  PRESIDENTE. Scusi: questa tecnologia proprietaria era una specifica approvata dal Ministero?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Sì. Per quanto riguarda il tema della Carta Nazionale dei Servizi è chiaro che la CIE ha una portata e un livello di sicurezza completamente diverso, però continuo a sottolineare che la CIE è un fattore abilitante, è uno strumento che permette l'identificazione forte e quindi, attraverso quel tipo di identificazione, l'accesso a servizi pubblici e privati. Questa è la chiave di lettura fondamentale, che permette, anche potenzialmente, un uso assolutamente esteso e pervasivo di maggiore garanzia non soltanto per il titolare, ma anche per i soggetti che sono chiamati a erogare i servizi.

  FEDERICO D'INCÀ. Siamo arrivati a quante carte?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. A 350 mila.

  FEDERICO D'INCÀ. Il costo di ogni singola carta per il cittadino è...?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Per quanto riguarda i costi, il costo – IVA inclusa e comprese le spese di spedizione – è pari a 16,79 euro, ai quali si aggiungono circa 5 euro dei diritti di segreteria del comune; quindi, per il cittadino, alla fine, bisogna sommare 16,79 euro più 5,05 o Pag. 115,10 euro, dipende da ogni comune. Per la determinazione – forse ho saltato questo tema prima, però correttamente Lei lo evidenzia – c'è un decreto pubblicato il 23 maggio 2016 contenente la determinazione del prezzo della CIE e le modalità di pagamento. In tale decreto c'è il riferimento del prezzo e di come è stato calcolato.

  FEDERICO D'INCÀ. Nel totale, cambiare tutti i 60 milioni di carte d'identità costerebbe 1 miliardo 300 milioni per i cittadini, e le tempistiche per poter arrivare al cambio totale di tutte le carte di identità?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. L'attuale regolamento prevede che la carta possa essere richiesta soltanto in alcuni momenti, ovviamente a scadenza naturale, in caso di deterioramento o in caso di furto. Se si seguono questi criteri, il tasso naturale di sostituzione, vedendo la struttura per età della popolazione, considerando che deve essere rinnovata ogni 10 anni – prima dei 18 anni, ogni 5 – il processo potrebbe durare 8-9 anni.

  FEDERICO D'INCÀ. C'è l'obbligo di passare alla CIE?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Anche nell'ultimo decreto che è stato emesso dal Ministero dell'interno relativo all'attivazione dei 350 comuni c'è l'obbligo di passare alla CIE, ovviamente c'è un programma molto dettagliato, del quale vi posso dare evidenza; c'è l'obbligo di passare alla CIE, però nel decreto del Ministero dell'interno sono previste delle eccezioni. Le eccezioni per un rilascio immediato della cartacea sono: per motivi urgenti di viaggio, per ragioni elettorali, quindi sono indicate le ragioni particolari per le quali, se il cittadino ha bisogno con estrema urgenza di avere un documento di identità, il comune può emettere la cartacea invece che aspettare i sei giorni lavorativi, che poi, di fatto, sono meno, ma insomma teoricamente i sei giorni lavorativi della procedura CIE

  PRESIDENTE. Non ho capito, però, quanto è costato il progetto dal 1997 a oggi, immagino che dal 1997 al 2005 sia costato zero, visto che zero è stato fatto, però mi dica se è vero, poi, il primo progetto del 2005 e quanto questo partito dal 2015.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Allora, per quel che riguarda i costi pregressi, quindi in termini di postazioni, emissioni, in questo momento – però ovviamente, se me ne dà la possibilità, fornirò la documentazione – non sono in grado di dirvi con precisione quali sono stati i costi della gestione precedente della cosiddetta CIE sperimentale.

  PRESIDENTE. Ce li può inviare per posta elettronica.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Certo. Per quanto riguarda invece i costi di questo progetto, è interessante evidenziare due punti, i cosiddetti costi fissi di investimento e i costi correnti.
  Per quanto riguarda i costi fissi di investimento, ci sono due stanziamenti, perché ogni 5 anni c'è un primo stanziamento di 65 milioni di euro e un ulteriore stanziamento di 65 milioni, previsto dal decreto del 19 giugno 2015, Disposizioni urgenti in materia di enti territoriali, che contiene gli elementi del primo stanziamento per la CIE, anzi per la precisione prevede due stanziamenti, uno per la CIE e l'altro per l'ANPR, quindi ci sono adesso non ricordo quanti milioni per l'ANPR; con i 65 milioni della CIE abbiamo fatto i bandi per conto del Ministero dell'interno, perché la proprietà delle infrastrutture è sempre del Ministero dell'interno, non è nostra, noi la gestiamo, e vi diamo indicazione di tutti i contratti fatti della infrastruttura centrale e delle infrastrutture periferiche, quindi il costo delle infrastrutture centrali e periferiche per 5 anni – poi vengono rinnovati Pag. 12completamente dopo altri 5 anni – è di 65 milioni di euro.

  PRESIDENTE. Che sarebbero i server e tutte le postazioni locali. Ma i comuni non hanno le loro postazioni?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. No, gliele diamo.

  PRESIDENTE. Quindi, voi date un computer in più?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Sì, con la stampante, il rilevatore di impronte, quindi la stazione che permette al comune di attivare il processo di emissione, e curiamo poi tutta la parte di formazione sia in locale, sia da remoto, ed è previsto al momento dell'installazione.

  PRESIDENTE, Scusi, non era sufficiente dargli solo la macchinetta per la rilevazione delle impronte, visto che comunque il computer ce l'avevano, o c'erano dei requisiti hardware?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. No, non ci sono dei requisiti hardware particolari, il fatto è che nei comuni c'è una situazione molto diversa, nel senso che ci sono quelli più attrezzati, ma ci sono anche quelli meno attrezzati, ci sono ovviamente moltissime applicazioni e il fatto di avere una stazione dedicata a questo è sembrato l'elemento francamente più veloce e anche più sicuro, perché altrimenti è stato valutato che la possibilità di coesistenza su una stessa stazione di diverse applicazioni probabilmente avrebbe creato una situazione più difficile, da un punto di vista procedurale.

  FEDERICO D'INCÀ. Ma quanto ci costerà l'inserimento della stazione?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Sto parlando sempre dei 65 milioni, tra infrastrutture centrali e periferiche.

  SEBASTIANO BARBANTI. Scusi, prima parlava di una stampante, cioè il pacchetto è computer, lettore digitale delle impronte e stampante?

  MAURIZIO QUATTROCIOCCHI, responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate. Scanner per la foto, la ricevuta e il cartellino della carta d'identità, ci sono la foto e tutte le informazioni anagrafiche, c'è la firma dell'interessato che poi viene acquisita tramite quella stampante scanner, quindi stampa la ricevuta ed acquisisce foto e firma. È una stampante normale, con acquisizione.

  SEBASTIANO BARBANTI. Anche qui mi viene da pensare che, un po'come per i computer, forse anche questa poteva essere in dotazione di ogni comune. La carta d'identità vera e propria parte da chi, cioè chi la produce fisicamente e poi la invia?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La produce il Poligrafico a livello centrale, in un unico stabilimento, che è lo stabilimento carte valori di Roma.

  GIAN MARIO FRAGOMELI. Buongiorno. Noi ci conosciamo ed è ormai da un anno e mezzo che interloquiamo su varie proposte di legge sulla carta d'identità elettronica, quindi la domanda che pongo è rispetto anche agli utilizzi (molti sono ripresi nella mia proposta di legge), perché il tema fondamentale che dovremmo porci quando sviluppiamo nuove tecnologie e nuovi servizi ai cittadini è che, a fronte di un aumento del costo di uno strumento, che passa da 5,46 euro a più di 20 euro, dovremmo chiederci cosa il cittadino abbia in più, in termini di servizio. È, quindi, fondamentale lo sviluppo della carta d'identità elettronica, oltre alle previsioni attuali, con un'estensione degli utilizzi, proprio perché chiediamo al cittadino una spesa superiore; penso che si vada in quella direzione e che, a prescindere dai progetti di legge già in Pag. 13essere, anche nelle interlocuzioni che ho avuto al Ministero dell'interno ci sia l'intenzione di sviluppare nuovi servizi.
  L'unica domanda che mi pongo e che non ho ancora affrontato nelle due versioni – perché adesso sto ripresentando una seconda versione della proposta di legge, arricchita anche sulla dinamica finanziaria e assicurativa – è legata al fatto che, non essendoci più un rilascio diretto da parte dell'ente comunale, abbiamo un momento temporale in cui il cittadino rischia di essere sprovvisto. Visto che però credo che la tecnologia non sia diversa da altri tipi di rilascio di documenti, forse dovremmo valutare una forma di alert almeno venti giorni o un mese prima della carta d'identità in scadenza, per attivare una fase centrale di controllo del cittadino, in modo che possa presentare una nuova domanda prima della scadenza e gli venga inviata la nuova carta d'identità elettronica prima che sia scaduta la precedente, come avviene per le carte di credito, laddove dal giorno in cui è attivata la nuova carta viene meno quella precedente.
  Lo dico perché, come sindaco, so benissimo che, specialmente implementando gli utilizzi, non possiamo permetterci che ci sia una fase temporale in cui si è sprovvisti del documento, perché cinque o sei giorni sono garantiti, però adesso giustamente la collega Nissoli ha sollevato anche il problema dell'invio all'estero, quindi mi pare che il tema si possa allargare e forse è il caso di studiare già da oggi un sistema che consenta un rilascio in sovrapposizione con tutte le specifiche tecniche e le garanzie di sicurezza possibili, ma che eviti la scopertura del documento che, a questo punto, potrebbe avere una valenza omnicomprensiva.

  PRESIDENTE. Non so se, però, il dottor Aielli aveva terminato sui costi, perché aveva detto costi fissi di 65 milioni.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Mi scusi, onorevole Fragomeli, finisco di esporre sui costi: la parte fissa è rappresentata da questi 65 milioni, che, tra l'altro, è una parte dello stanziamento che è stato riallocato dal progetto del DDU, perché il progetto precedente del Documento Digitale Unificato che prevedeva l'obbligatorietà era completamente finanziato dallo Stato sia nella parte fissa che nella parte variabile, quindi, di quello stanziamento intorno a 1 miliardo, 1 miliardo e 100, 140-150 milioni sono stati riallocati per finanziare la parte di investimento della CIE più la parte di ANPR.
  Per quel che riguarda, invece, i costi di gestione, i costi correnti, sono compresi nei 16,79 euro che – a parte i 5 euro di diritti di segreteria – sono così composti, vi do una schematizzazione: la differenza tra 13,4-13,5 euro e 16,79 euro è l'IVA, mentre quasi 4,5 euro sono di spedizione. Il costo industriale di realizzazione e gestione del sistema di tutto l'apparato informativo, formativo, di tutta la parte di realizzazione industriale e di emissione rientra in 8 euro. Dunque, 8 euro è il primo blocco, il secondo blocco ammonta a circa 5 euro, per la spedizione, poi c'è l'IVA e, con questo, si arriva a 16,79 euro, e poi si aggiungono i 5 euro di diritti di segreteria. La parte corrente viene quindi finanziata dal cittadino al momento che paga la carta d'identità quando ne fa richiesta.
  Per quanto riguarda il punto sollevato dall'onorevole Fragomeli, assolutamente sì, riteniamo che utilizzando il sistema dell'anagrafe sia possibile il warning per tempo, anzi addirittura prevedendo delle ipotesi di proposta di appuntamento, di invitare il cittadino a presentarsi, assolutamente sì. Ad esempio, nei comuni dove già operiamo perché, di fatto, abbiamo ricostruito un'anagrafe partendo dal basso – è stato un processo bottom-up – si può assolutamente fare, è auspicabile, però probabilmente dipende dal comune, è un servizio importante per il cittadino e tecnicamente non è certo difficile.

  PRESIDENTE. Lei ha appena detto che avete ricostruito l'anagrafe dal basso, quindi, in realtà, voi state facendo un'altra Anagrafe Nazionale della Popolazione Residente, in parallelo?

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  FEDERICO D'INCÀ. Questo, infatti, volevo chiedere: sul coordinamento che c'è tra ANPR, CIE e SPID in questo momento, la Sua valutazione qual è? Soprattutto, avendo due database simili, CIE e ANPR – forse anche lo stesso –, non sono allora servizi simili, CIE e SPID?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Qui entriamo proprio nel cuore del tema. Provo a rispondere con ordine: rispetto al primo punto sollevato dal presidente no, noi stiamo rendendo l'INA-SAIA adeguata per l'utilizzo e per l'appoggio della CIE, nel senso che interloquiamo con i comuni...

  PRESIDENTE. Ma, alla fine, a livello di database, qual è la differenza tra quello che costruite voi e quello di ANPR?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. La struttura è molto simile, non c'è una grandissima differenza, ci sono alcuni campi che possono non essere inclusi nell'INA, però dal punto di vista delle emissioni del codice fiscale... Manca lo stato civile, però...

  PRESIDENTE. Anche in ANPR manca lo stato civile.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Però sono cose marginali. L'idea nostra è stata quella di interloquire con i comuni mettendoci reciprocamente nella condizione di poterci scambiare questi dati e costruire quello che serve. Noi non siamo partiti con un modello predefinito, ma ci siamo posti noi il problema della lettura dei loro dati, quindi un adeguamento alle diverse strutture che trovavamo piuttosto che fare un'operazione opposta, dove dicevamo: «il modello è questo, applicatelo e poi dateci i dati». Abbiamo ritenuto che non saremmo mai riusciti a diffondere realmente la carta d'identità elettronica, se avessimo avuto questo tipo di impostazione, ecco perché è nata un'interlocuzione chiaramente diversa, non facile, però comunque positiva con i comuni.

  PRESIDENTE. Quindi, probabilmente la differenza è che voi non scrivete sui database dei comuni, voi li leggete e basta.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Noi li leggiamo e interloquiamo con loro.

  PRESIDENTE. Quindi la differenza probabilmente è che ANPR dovrebbe avere web service sia in lettura che in scrittura.

  MAURIZIO QUATTROCIOCCHI, responsabile della direzione sistemi informativi e soluzioni integrate. In ogni caso noi scriviamo cartellini che la banca dati dà alla carta d'identità, quindi la carta d'identità ha la sua banca dati su cui noi scriviamo e poi ci interfacciamo anche con ANPR per dare i dati della carta d'identità che forniamo all'anagrafe, dunque da noi è in lettura sia ANPR che anagrafica locale, e anche in scrittura per il risultato finale.

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Forse sarò un po’ schematico e addirittura brutale nella risposta all'osservazione dell'onorevole D'Incà, ma mi permetto di dire questo, partendo da alcuni presupposti molto semplici, che l'unico, vero identity provider per un Paese è il Ministero dell'interno. Lo dico come cittadino, ma anche sulla base dell'esperienza fatta: l'identità fisica digitale di un cittadino deve essere garantita dal Ministero dell'interno, è l'unico soggetto che può gestire, autorizzare e certificare l'identità di una persona.
  Diverso è, poi, l'accesso ai servizi, cioè, una volta identificato il cittadino, chiaramente l'amministrazione, i privati, chiunque, sulla base di quella identificazione, gli permetterà di accedere a una gamma di servizi più o meno ampia (in funzione o delle strategie commerciali, se è un privato, o di altre caratteristiche, se è un soggetto pubblico).

  FEDERICO D'INCÀ. Quindi, Lei mi dice che Poste non mi può identificare con lo SPID?

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  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Dico questo: penso che l'obiettivo di Poste sia erogare dei servizi ed essere certa che sta erogando i servizi a una persona chiaramente identificata, penso che Poste, al di là del fatto che potrà attivare, come ha attivato, un suo SPID, anche per l'attivazione – e qui mi aggancio a un altro aspetto che Lei evidenziava – e per la definizione del suo SPID potrebbe utilizzare, come penso avrà intenzione di fare, direttamente la CIE, ossia la CIE diventa il sistema forte di identificazione sulla base del quale poi un fornitore autorizza e permette l'accesso ai suoi servizi.
  Il tema è probabilmente anche questo, cioè lo SPID nasce in una fase precedente, purtroppo – vista la gestazione di vent'anni – al piano di sviluppo della CIE, e la CIE ha delle caratteristiche in sé che, se vuole proprio un aggancio, sono uno SPID di diverso livello, cioè è una forma di identificazione, ammesso che sia corretta la traduzione dall'inglese, SPID e non SPAD, perché si tratta di sistema di identificazione, mentre forse bisognava dire sistema di accesso, non di identificazione – perché c'è una differenza tra l'identificazione e l'accesso – e certo l'accesso non può che essere di Poste, Telecom, di chiunque, ma a un primo livello, mentre, se proprio vogliamo trovare un aggancio, CIE è uno SPID di terzo livello; quando Lei ha un tema di identificazione forte in rete, lo può fare con la carta d'identità, non con un altro strumento.

  PRESIDENTE. L'Aula sta per iniziare i suoi lavori, però avrei due domande veloci, una sul rischio obsolescenza della tecnologia utilizzata per la carta, cioè come valutate questo rischio e come il progetto affronta, nel tempo, la necessità di avere tecnologie adeguate.
  Lei ha detto che parte del finanziamento è arrivato dal progetto del Documento Digitale Unificato, che è uno stanziamento da 1 miliardo e 100 milioni di euro, di cui 130 milioni – 65 più 65 – sono andati al progetto carta d'identità, una ventina almeno alla ANPR, c'è un ordine di grandezza ancora. Cosa prevedeva il Documento Digitale Unificato, che non verrà fatto, evidentemente?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Il Documento Digitale Unificato prevedeva la gratuità, cioè era basato sul concetto di obbligatorietà e quindi di gratuità, quindi al cittadino sarebbero stati chiesti 5 euro di diritti di segreteria del comune, punto, però sarebbe stata una erogazione gratuita perché quella legge prevedeva l'obbligatorietà, quindi i due concetti devono essere insieme, se è obbligatorio deve essere gratuito, quindi questo era il concetto. Lo stanziamento ammontava a circa 100 milioni l'anno o qualcosa in più, ma bisogna chiedere al Ragioniere generale dello Stato come siano stati reindirizzati quei fondi.
  Per quanto riguarda il primo punto da Lei sollevato, la forza di questa soluzione è innanzitutto che è una soluzione aperta, dal punto di vista tecnologico è quanto di più avanzato oggi si possa concepire, nel senso che abbiamo costruito un documento con caratteristiche forse superiori a quelle dei tedeschi, nel senso che in questo momento è il massimo della tecnologia. Quello che curiamo e che dobbiamo continuare a curare è tutto il sistema operativo di interfacciamento, quindi il middleware che abbiamo sviluppato e che stiamo testando insieme al team digitale, o tutti i meccanismi di sicurezza, cioè la evoluzione che noi vediamo ed il modo per essere adeguati nel processo evolutivo è continuare a lavorare sul massimo livello di sicurezza. Quello è il tema, perché un chip è un chip, quindi una tecnologia con caratteristiche note. Il punto vero diventano i sistemi operativi di interfacciamento e i sistemi di sicurezza che si mettono a bordo. La soluzione attuale – ripeto – non è clonabile, perché facciamo riferimento al passaporto e quindi seguiamo in modo rigoroso gli standard internazionali. Ecco perché abbiamo costruito una soluzione di questo genere; anche nella fase precedente, questo non veniva fatto, cioè non eravamo perfettamente coerenti anche in termini di tecnologia con quelli che erano gli standard internazionali. Pag. 16
  L'ultimo elemento che vorrei sottolineare, e che ho appena accennato, è che questa soluzione finalmente mette in grado lo Stato italiano di avere un'unica piattaforma per i documenti di identificazione digitale.

  PRESIDENTE. Lei ha detto che lo stanziamento è nel decreto-legge del 2015, giusto?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Del 19 giugno 2015.

  PRESIDENTE. Questa cifra viene fuori, nella norma, perché voi venite sentiti dai legislativi del Ministero?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Sì.

  PRESIDENTE. Quindi, è un'indicazione che date ai legislativi del Ministero. La cifra che avete dato al Ministero l'avete data in base a quali previsioni, come avete calcolato che servivano 130 milioni di euro?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. Glielo posso dire perché avevamo l'esperienza precisa dei sistemi centrali e periferici di passaporto elettronico e permesso di soggiorno elettronico, che avevamo fatto già negli anni precedenti. Sulla base delle gare e dei contratti che erano stati definiti per questi due documenti, abbiamo fatto le stime e le valutazioni.

  PRESIDENTE. E questo compare nella relazione tecnica del decreto oppure è tutto a livello informale?

  PAOLO AIELLI, amministratore delegato dell'Istituto Poligrafico e Zecca dello Stato. No, le nostre valutazioni sono state certificate attraverso un'istruttoria AgID, quindi prima di arrivare al punto dello stanziamento c'è stata una richiesta da parte del Ministero dell'interno; noi abbiamo fatto una sorta di preistruttoria, questa preistruttoria è stata analizzata da AgID e, sulla base delle evidenze date da AgID, è stato fatto quel decreto.

  PRESIDENTE. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.40.