XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 143 di Mercoledì 8 febbraio 2017

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Seguito dell'esame della proposta di relazione sulle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nella regione Veneto:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Orellana Luis Alberto  ... 3 ,
Puppato Laura  ... 3 ,
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 4 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 

(La Commissione approva all'unanimità). ... 6 

(La seduta, sospesa alle 14.15, riprende alle 14.35) ... 6 

Comunicazioni del presidente:
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 

(La Commissione concorda) ... 6 

Bratti Alessandro , Presidente ... 6 

Audizione del presidente della regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio:
Vignaroli Stefano , Presidente ... 6 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 7 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Puppato Laura  ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 11 ,
Puppato Laura  ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 12 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 13 ,
Nugnes Paola  ... 13 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 13 ,
Braga Chiara (PD)  ... 13 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 13 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 14 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 14 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 14 ,
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 15 ,
Oliverio Gerardo Mario , Presidente della regione Calabria ... 15 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 14.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

(Così rimane stabilito).

Seguito dell'esame della proposta di relazione sulle sostanze perfluoroalchiliche (PFAS) nella regione Veneto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'esame della proposta di relazione sulle sostanze perfluoroalchiliche nella regione Veneto. Il titolo definitivo è «Relazione sull'inquinamento da sostanze perfluoroalchiliche in alcune aree della regione Veneto».
  Ricordo che nella seduta dello scorso 20 dicembre i relatori avevano presentato una proposta di relazione e che, sulla base delle osservazioni e delle proposte di modifica pervenute, hanno poi predisposto lo scorso 25 gennaio un nuovo testo, che è stato trasmesso a tutti i componenti della Commissione.
  Avverto che, se non vi sono obiezioni, porrò direttamente in votazione il nuovo testo della proposta di relazione. La presidenza, inoltre, si riserva di procedere al coordinamento del testo approvato, che sarà pubblicato in allegato al resoconto della seduta odierna.
  Avverto inoltre che, se non vi sono obiezioni, sarà fatta richiesta alle presidenze dei due rami del Parlamento di inserire la discussione della relazione nei rispettivi calendari dei lavori.
  Infine, prima di procedere alla votazione, chiedo se vi siano richieste di svolgimento di dichiarazione di voto. Prego, senatore Orellana.

  LUIS ALBERTO ORELLANA. Innanzitutto vorrei ringraziare i consulenti che ci hanno aiutato. Grazie a loro per questo risultato a cui siamo riusciti ad arrivare e alla presidenza per la sensibilità dimostrata.
  Come commento generale, possiamo dire che è una situazione particolarmente critica. Queste sostanze perfluoroalchiliche sono venute fuori in una zona ben determinata, perché sono legate precisamente a un impianto industriale, la Miteni, che da decenni produce dei materiali che portano a questo inquinamento.
  In sintesi, l'inquinamento di fatto è ancora in corso e le forme di contenimento non si sono rivelate sufficienti. Pertanto, spero che questa relazione sia di stimolo alle autorità competenti, siano esse il ministero o la regione, a prendere azioni ancora più efficaci e forti rispetto a quelle che hanno già preso, che evidentemente risultano insufficienti. Questo è il commento generale. Ringrazio di nuovo.

  LAURA PUPPATO. Mi associo anch'io ai ringraziamenti ai relatori e soprattutto ai tecnici, ai magistrati e a tutti coloro che hanno contribuito alla relazione su questa vicenda, che ci ha visti lavorare intensamente.
  Abbiamo avuto modo di capire che le sostanze ad alta pervasività e soprattutto temporalmente persistenti risultano tra le sostanze a cui dobbiamo porre limiti e Pag. 4rimedi, anche con una legislazione a livello nazionale che raccolga la relazione di Stoccolma, che non è stata ancora recepita dall'Italia, seppure non preveda esattamente i perfluoroalchilici nella numerosità degli elementi persistenti.
  I perfluoroalchilici, così come è stato accertato grazie agli studi che abbiamo avuto modo di recuperare e alle informative che abbiamo raccolto con le audizioni, a partire dagli anni ’90 e via via sempre di più dopo gli anni 2000, si sono dimostrati certamente a rischio per la salute umana.
  Questo è un elemento importante di valutazione, che la stessa relazione che ci accingiamo ad approvare indica in maniera precisa e puntuale con la relazione del professor Farinola, per permettere alle autorità competenti di poter andare ai ripari, se non altro per il futuro.
  Credo che mai come in questo caso – mi permetta di dirlo, presidente – il lavoro della Commissione, proprio per la quantità di informazioni che è riuscita a mettere insieme e, grazie al lavoro degli esperti, a mettere in relazione in questa relazione... Il doppio termine, che in realtà ha significati diversi in questo caso, risulta magari meno adeguato dal punto di vista letterario, ma utile dal punto di vista dell'informazione.
  In effetti, non solo siamo andati a raccogliere l'esperienza delle rappresentanze sindacali unitarie (RSU) di Miteni e delle relazioni sanitarie che sono state portate all'evidenza, ma abbiamo anche potuto ascoltare, attraverso l'Istituto superiore della sanità, la dottoressa Checcucci e poi attraverso questo scaricabarile davvero indecente dal punto di vista politico che c'è stato nella giunta regionale del Veneto, che delle inadempienze, se non di peggio, si sono avute ripetutamente nel corso di questa vicenda.
  Credo che dopo questa relazione certamente nessuno potrà più fare orecchie da mercante. Serviamo, quindi, senz'altro, ancora una volta e forse più di ogni altra volta, a mettere immediatamente in atto alcune tutele che vanno sicuramente messe in atto a favore sia dell'ambiente sia del territorio sia della salute umana di un'intera area, che – lo voglio ricordare – raggruppa oltre 250.000 persone. Stiamo, quindi, parlando di fatti rilevanti anche dal punto di vista della dimensione e della numerosità.
  Grazie davvero a tutti coloro che ci hanno permesso di fare questo lavoro così intenso e produttivo.

  ALBERTO ZOLEZZI. Ringrazio il presidente e tutta la Commissione. Essersi concentrati su questo tema è un merito, perché non è un tema semplice. Ricordo che nelle prime audizioni, durante la missione in Veneto nell'ottobre 2014, il Movimento 5 Stelle è stato il primo Gruppo a porsi delle domande su questo tema e a interloquire con l'Agenzia regionale per la prevenzione e protezione ambientale (ARPA) del Veneto. Eravamo nell'ottobre 2014 e le prime interrogazioni sul tema sono state fatte dal senatore Cappelletti nei primi mesi del 2014.
  Come Gruppo politico, abbiamo sollevato per primi questo tema e crediamo che sia necessario essere attenti, non tanto quando si parla di composti che hanno a che fare con aspetti settoriali della salute, ma quando si parla di composti che hanno a che fare un po’ con tutta l'integrità della persona.
  Credo che la relazione approfondisca bene gli effetti già codificati delle sostanze perfluoroalchiliche, sia quelle di vecchia generazione a lunga catena sia quelle a corta catena, che sono quelle ancora prodotte presso lo stabilimento della Miteni di Trissino, in provincia di Vicenza. Come afferma la relazione, la Miteni è stata considerata responsabile per il 97 per cento dei PFAS presenti nell'ambiente del Veneto e di altre regioni.
  È chiaro che da questo punto in poi la politica deve fare molto di più, perché il principio di precauzione non è un principio filosofico, ma è normato nel nostro Stato.
  Noi abbiamo audito qui alcuni dei tredici lavoratori della linea PFAS della Miteni. È una linea che deve chiudere. Chiaramente noi non abbiamo il compito come Commissione di scrivere determinate cose, ma la relazione spiega come anche le nuove molecole creino danni alla salute. Se per caso si accumulano davvero per meno tempo Pag. 5nell'organismo umano, in questo momento vanno a impattare sulla salute di persone che hanno già ricevuto altri PFAS e, quindi, creano un impatto cumulativo inaccettabile.
  Non è possibile che regioni ricche come il Veneto non possano ricollocare tredici lavoratori o pensare a una strategia industriale per questa azienda, oltretutto limitando solo questo tipo di produzione.
  È inutile iniziare a bonificare quando ci sono ancora delle perdite dal secchio. La messa in sicurezza e la bonifica dello stabilimento devono essere assolutamente velocizzate e devono essere fatte caratterizzazioni su tutti i dintorni, visti anche i ritrovamenti di fusti e quant'altro sul torrente Poscola e in altre zone in Veneto.
  Deve essere chiarito il discorso dei rifiuti e questa relazione lo dice espressamente. Si poteva considerare di far rientrare i PFAS nella normativa dei rifiuti pericolosi. Quello che è successo, questo turismo dei rifiuti, con 100.000 tonnellate di fanghi all'anno che vanno dal Veneto alla Lombardia e in altre zone, deve cessare immediatamente. Mandare fanghi percolati da altre parti per la gestione, senza nessuna precauzione specifica, è una cosa inaccettabile. A mio parere, ci sono responsabilità molto vaste e pluriennali.
  Ricordiamo che lo studio dell'IRSA-CNR (Istituto di ricerca sulle acque – Consiglio nazionale delle ricerche) è partito nel 2007. Adesso siamo qui, dopo dieci anni, a parlare di queste cose, ma il tempo è già stato troppo lungo. Come è possibile che arrivino i percolati nella provincia di Mantova, a Castiglione delle Stiviere, forse per mettere a posto dei bilanci di aziende che stanno funzionando male, e si inquinino zone già pesantemente impattate?
  Ricordo che Castiglione ha le stesse caratteristiche delle falde della zona di Trissino: falda superficiale acquifera e falda profonda sono a contatto. Pertanto, se butto i PFAS nella falda superficiale, arrivano in quella profonda e vanno a finire nell'acqua da bere. Questa è una cosa gravissima. Questi dati non sono nuovi. Si sa che è così in quelle zone e che la tutela dell'ambiente deve essere ancora maggiore.
  Gli idrolizzati proteici animali, usati persino nelle centrali a biogas di tutta la pianura padana – cito in particolare Curtatone, l'impianto di Buscoldo e di Rodigo – devono essere analizzati, per capire se ci sono dei PFAS. Devono esserci cautele specifiche perché, venendo fuori dalla concia delle pelli, che ultimamente utilizza tantissimi PFAS a catena corta e tantissimo cromo esavalente, sono delle bombe ecologiche e soprattutto non devono essere esportati fuori dai territori regionali, perché si esporta solo dell'inquinamento.
  Devono essere pubblicati i dati dei monitoraggi degli PFAS nella filiera agroalimentare, che rischia di essere contaminata. I primi a dover lottare per la chiusura della linea PFAS della Miteni sono proprio gli agricoltori e gli allevatori, che rischiano di avere un pesante attacco a tutta la loro filiera.
  I lavoratori attuali e pregressi della Miteni devono essere sottoposti a screening sanitario indipendente ed eventualmente a plasmaferesi, visto che a plasmaferesi si è sottoposto il direttore della sanità veneta Mantoan, quello che va in giro a dire che tutto sommato i problemi attualmente non ci sono più, ma si è fatto cinque sedute di plasmaferesi, come risulta dalla mia interrogazione 5/09868, in un verosimile studio clinico, di cui, però, non sono stati resi noti gli esiti. Sicuramente sono stati spesi oltre 3.000 euro di soldi pubblici. Sarebbe il caso che Mantoan almeno dicesse come è andato il risultato su di lui. Se è stato efficace, ai lavoratori più pesantemente esposti e ai cittadini pesantemente esposti, deve essere fatto lo stesso trattamento.
  Questa è la strada che va intrapresa. La Commissione europea va coinvolta al più presto per evitare che ci siano solamente i costi da pagare per le procedure d'infrazione e per arginare il propagarsi di questo danno, che è molto più esteso rispetto a quello che si vede nella zona di Trissino.
  Ricordo che in Germania, nella zona del Sauerland, in Vestfalia, l'inquinamento fu dovuto, non all'attività produttiva, ma allo spandimento dei fanghi e dei percolati contaminati. Il fatto che in Brianza e in altre zone ci siano fiumi che rasentano i 1.000 Pag. 6nanogrammi su litro di PFAS deve interrogarci proprio sulla gestione dei rifiuti di cui ho parlato prima, su cui non si può tacere. Lo stesso vale per la regione Toscana.
  Chiaramente le responsabilità di questo inquinamento, eventuali leggerezze e inerzie a livello politico, comunale, regionale, nazionale, nel Ministero dell'ambiente, devono essere approfondite ed eventualmente sanzionate.
  In ogni caso, questa relazione rappresenta un testo importantissimo. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Poiché non ci sono altri interventi, pongo in votazione la relazione.

  (La Commissione approva all'unanimità).

  La seduta, sospesa alle 14.15, riprende alle 14.35.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che l'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione appena svoltasi ha convenuto sulla desecretazione dei documenti acquisiti dalla omologa Commissione nel corso della XVI Legislatura che sono contenuti nel fascicolo 294 e contraddistinti dai numeri 3, 4, 5, 6, 7, 8, 9, 12, 16, 18, 19, 20, 21, 22, 23, 26, 27, 29, 32, 33, 38, 42, 46, 47, 49, 50, 53, 54, 55, 57, 59, 63, 65, 68, 74, 80, 81, 83, 84, 86, 87, 90, 94, 95, 96, 97, 98, 101, 102, 103, 111, 116, 126, 128, 129, 130, 133, 134 e 146.
  Su tali documenti è infatti pervenuta dal direttore generale del Dipartimento informazioni per la sicurezza la relativa comunicazione di desecretazione.

  (La Commissione concorda)

  PRESIDENTE. Comunico che, nella medesima riunione dell'ufficio di presidenza della Commissione, integrato dai rappresentanti dei gruppi, è stato stabilito lo svolgimento di una missione in Lombardia dal 26 febbraio al 2 marzo 2017 e di una missione di studio in Romania e in Portogallo dal 19 al 23 marzo 2017.

PRESIDENZA DEL VICEPRESIDENTE
STEFANO VIGNAROLI

Audizione del presidente della regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della regione Calabria, Gerardo Mario Oliverio, accompagnato da Antonio Dattilo, funzionario referente per la commissione ambiente ed energia della Conferenza delle regioni, che ringrazio per la presenza.
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sullo stato di avanzamento dei lavori di bonifica del sito di interesse nazionale di Crotone.
  Ricordo che la Commissione si è recata in missione a Crotone lo scorso 7 settembre, dove ha svolto audizioni ed effettuato il sopralluogo del sito.
  Il presidente Oliviero è già stato ascoltato da questa Commissione in sede lo scorso 19 ottobre 2016, quando si era svolta anche l'audizione del commissario straordinario dell'Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria, Maria Francesca Gatto.
  Nella giornata di domani 9 febbraio, alle ore 14, sarà audito il sindaco di Crotone, Ugo Pugliese, che era stato ascoltato dalla Commissione nel corso della suddetta missione a Crotone.
  Ricordo che la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo della depurazione delle acque.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno Pag. 7 in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo dunque la parola al presidente Oliverio per lo svolgimento di una relazione introduttiva, al termine della quale saranno poste eventuali domande da parte dei commissari.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Grazie, presidente e onorevoli componenti della Commissione. La questione che riguarda la bonifica del SIN Crotone-Cassano-Cerchiara è al centro della nostra attenzione, in quanto questo sito riveste un grande significato, non solo dal punto di vista ambientale, ma anche per l'importante storia industriale che ha caratterizzato e permeato per oltre 70 anni l'economia del territorio crotonese.
  Inoltre, come ho già avuto modo di dichiarare anche nella prima audizione, nella stessa zona ricade un'area archeologica di notevole interesse storico-culturale. Abbiamo l'opportunità di sanare, quindi, una ferita rimasta aperta per oltre dieci anni e di avviare un progetto post-industriale che, accanto alla riqualificazione dell'area a rischio zero per i cittadini, rilanci la vocazione turistica e culturale. Ritengo che sia possibile realizzare questo obiettivo, in quanto oggi finalmente ci sono tutte le condizioni.
  Syndial, come è noto, è proprietaria, all'interno del sito di interesse nazionale di Crotone-Cassano-Cerchiara, di un complesso immobiliare della superficie complessiva di 71,5 ettari, corrispondente alle aree degli ex stabilimenti di Pertusola, Agricoltura e Fosfotech, le cui attività sono definitivamente cessate da tempo e al cui interno sono comprese le aree di discarica denominate «Farina-Trappeto ex Fosfotec» e «Armeria ex-Pertusola», le cosiddette «discariche fronte mare».
  In riferimento agli interventi, attualmente Syndial ha concluso le attività di decommissioning. Per decommissioning si intendono le attività di decontaminazione e smantellamento delle installazioni e di ripristino del sito, con lo scopo finale di giungere alla completa demolizione di un impianto industriale, alla rimozione di ogni vincolo dovuto alla presenza di materiali inquinanti e alla restituzione del sito in condizioni di sicurezza.
  Con il tavolo tecnico del 12 ottobre 2016 e soprattutto con la conferenza dei servizi istruttoria dell'11 gennaio 2017, si è avviata la discussione sulle attività di bonifica alla luce dello studio di fattibilità presentato da Syndial.
  A questo proposito, ritengo necessario puntualizzare alcune questioni. La realizzazione della bonifica deve essere in piena armonia con le politiche ambientali della regione Calabria, prima fra tutte l'obiettivo discariche zero e rischio zero per i cittadini e messa in sicurezza del territorio, così come assunto nel nuovo piano regionale dei rifiuti entrato in vigore nel dicembre scorso.
  La scelta forte di discariche zero va nella direzione non solo di non autorizzare nuove discariche, ma anche di ridurre drasticamente quello che viene definito «turismo dei rifiuti».
  Le popolazioni interessate stanno vivendo con grande attenzione e con altrettanta diffidenza l'evoluzione del risanamento ambientale del territorio, un territorio difficile e troppe volte ingannato. Per questo occorre avere un grande senso di equilibrio ed evitare di essere, sia pure involontariamente, strumento di chi pensa solo ai propri affari, a scapito degli interessi dei cittadini e del bene comune.
  Noi abbiamo il dovere di ridare fiducia, con azioni chiare, coerenti con le enunciazioni e concrete. Siamo preoccupati dei messaggi che possono passare in maniera confusa e incontrollata.
  Nello scorso mese di giugno è stato nominato con decreto del Presidente del Consiglio dei ministri, come voi sapete, il commissario straordinario delegato per gli interventi di bonifica e riparazione del danno ambientale.
  Il ruolo del commissario dovrebbe (sottolineo «dovrebbe») essere quello di facilitare un percorso con un atteggiamento super partes, improntato alla risoluzione dei problemi e al superamento degli ostacoli. Purtroppo (sottolineo «purtroppo») registriamo un comportamento che, forse per la non conoscenza del territorio (mi Pag. 8auguro che sia per questo) sta creando una forte confusione, che viene quotidianamente strumentalizzata.
  Mentre si avvia una discussione vera, che richiede un serrato confronto sulle tecniche e le metodologie di bonifica, come l'ultima conferenza dei servizi presieduta dall'ingegner Laura D'Aprile, si tengono nel territorio, per esempio, incontri con pseudo-associazioni che nascono alla giornata e che nulla hanno a che vedere con i tavoli tecnici istituzionali.
  Secondo quanto stabilito dall'articolo 4 del decreto legislativo n. 145 del 2013, il commissario cura le fasi progettuali, promuovendo le opportune intese tra i soggetti pubblici e privati interessati.
  Mi sembra opportuno chiarire che i soggetti pubblici interessati alla bonifica del SIN sono il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, la regione, la provincia e il comune di Crotone. Il soggetto privato interessato è Syndial.
  Purtroppo, anche in questo caso, siamo in piena confusione di ruoli, in quanto il commissario, senza coinvolgere le istituzioni (sicuramente non la regione), avvia incontri con forze sociali e associazioni non riconosciute, favorendo con tale atteggiamento l'inserimento anche di forze che puntano all'isolamento delle istituzioni.
  Voglio, infine, sottolineare che la conferenza di servizi del 21 gennaio 2017 ha stabilito di avviare un confronto in sede locale mediante tavoli istituzionali e tecnici, le cui risultanze devono essere riportate al Ministero dell'ambiente.
  La finalità di questi tavoli dovrà essere quella di comparare le alternative progettuali che Syndial deve presentare nei minimi tempi tecnici. La comparazione dei progetti dovrà essere effettuata mediante l'applicazione del modello di analisi delle alternative di intervento, previa individuazione dei parametri e dei pesi, al fine di pervenire a un'ipotesi progettuale condivisa.
  Tale comparazione dovrebbe essere illustrata alla Syndial, la quale, però, non è stata invitata ai tavoli del 20 gennaio 2017 e del 26 gennaio 2017.
  Allo stesso modo, mi sembra improvvido utilizzare strumentalmente la terminologia tecnica per lasciare intendere che la messa in sicurezza permanente non sia un intervento di bonifica, mentre lo è solo il conferimento nelle discariche esterne, al contrario di quanto stabilito dal decreto legislativo n. 152 del 2006, titolo V eccetera.
  È chiaro che siamo preoccupati per la piega che sta prendendo la vicenda. Al tavolo tecnico del 12 ottobre 2016 la regione ha dichiarato, attraverso il suo assessore all'ambiente, che «il Piano regionale dei rifiuti ha bloccato la realizzazione della discarica di Giammiglione» e ha sottolineato che è stato avviato un percorso condiviso con Syndial per la risoluzione della bonifica delle discariche fronte mare e delle aree industriali. È stato inoltre dichiarato che «a tal proposito si sta realizzando un apposito accordo tra regione Calabria e Syndial, la cui stipula è stata rimandata, su volontà della regione, per consentire l'insediamento della nuova giunta comunale di Crotone». Infatti, a Crotone si è votato la primavera scorsa, come voi ricorderete.
  In ogni caso, in quella sede l'assessore all'ambiente della regione ha chiesto al commissario di esaminare ed eventualmente condividere l'accordo. Nel corso della riunione, il commissario Belli ha dichiarato: «Si ritiene utile che Syndial illustri lo studio di fattibilità».
  Di conseguenza, il rappresentante di Syndial ha presentato gli elaborati, spiegando la bonifica complessiva delle aree di competenza, che prevede in sintesi: la rimozione dei materiali presenti nelle aree, il loro trattamento e il successivo abbancamento in due aree di confinamento permanente, che saranno realizzate in conformità alla vigente normativa (decreto legislativo n. 36 del 2003).
  Tutto ciò appare in contrasto con quanto successivamente dichiarato dal commissario Belli nell'audizione del 20 ottobre 2016 rispondendo alla precisa domanda del presidente Bratti, che riprendo testualmente dal resoconto: «Quindi non vi è stato presentato Pag. 9 nessun progetto?» Il commissario ha affermato: «Assolutamente no».
  Successivamente, il 23 novembre 2016, nella sede della presidenza della regione Calabria, si è tenuto un incontro con il commissario, il presidente della provincia e il sindaco del comune di Crotone, nel corso del quale si è concordato sulle più urgenti linee di intervento e in particolare sulla rimozione e la riduzione dei volumi dei materiali contaminati.
  A quel tavolo è stata ribadita la linea discariche zero in Calabria e a maggior ragione a Crotone, posizione condivisa da tutti i partecipanti al tavolo.
  A tale proposito, nella conferenza di servizi del 21 gennaio 2017 la regione, attraverso il suo assessore all'ambiente, ha chiesto di individuare eventuali interventi che possano essere realizzati in tempi rapidi e che siano validi a prescindere dalle diverse soluzioni progettuali di bonifica.
  L'ingegner D'Aprile, accogliendo la proposta della regione, ha chiesto di procedere a una progettazione per fasi, «distinguendo tra una prima fase per gli interventi che rivestono carattere di urgenza e che possono essere completati in tempi brevi, quali le misure di prevenzione e mitigazione dei rischi, compreso il rischio idrogeologico, e una fase successiva per gli interventi che richiedono tempi di esecuzione maggiori».
  Tale questione è stata riproposta nel corso dell'ultima riunione del tavolo istituzionale a Crotone il 26 gennaio scorso. Rizzo, l'assessore all'ambiente dalla regione, infatti, riprendendo le indicazioni della conferenza di servizi, ha chiesto al commissario di imporre a Syndial di iniziare nel più breve tempo possibile le opere di protezione marittime, per consentire l'avvio della rimozione della discarica fronte mare.
  Tali opere di protezione richiedono almeno un anno dall'inizio dei lavori e darebbero un segnale concreto ai cittadini della volontà di avviare la bonifica in tempi brevi.
  È questo il ruolo che ci si aspetta da un commissario, che dovrebbe accelerare gli interventi di bonifica del SIN, così come previsto dal decreto del Presidente del Consiglio dei ministri con il quale si è proceduto alla sua nomina. Purtroppo, però, questo ruolo è svolto in solitudine dalla regione.
  Sempre al fine di accelerare le procedure di bonifica, la regione Calabria ha realizzato presso il dipartimento ARPACAL (Agenzia regionale per la protezione dell'ambiente della Calabria) di Crotone un osservatorio per le misurazioni della radioattività naturale o NORM (naturally occurring radioactive materials) derivante dalla presenza di residui di lavorazioni dell'area industriale.
  Ciò ha l'obiettivo di poter fornire il supporto tecnico necessario alla prefettura di Crotone per affrontare gli adempimenti di legge, dato che il commissario Belli nell'ultimo tavolo istituzionale ha affermato che i rifiuti contenenti NORM e TENORM (technologically enhanced NORM) dovranno restare in situ.
  Voglio essere estremamente chiaro: sulla bonifica di Crotone si gioca una partita importante anche sul piano della trasparenza e della legalità, in una regione massacrata nella sua storia dalle organizzazioni criminali e mafiose.
  Ritengo, pertanto, importante che per la gestione della bonifica del sito SIN di Crotone si avvii al più presto la sottoscrizione di un protocollo di legalità, che veda tra gli altri anche la presenza autorevole del Ministero dell'interno.
  L'amministrazione regionale da me presieduta impedirà con tutti gli strumenti a sua disposizione che ci possano essere infiltrazioni di malaffare o di qualsiasi tipo, che vanificherebbero gli sforzi di rilancio del territorio e dell'intera collettività a favore di gruppi ristretti e di forze che nel corso di un lungo periodo hanno condizionato negativamente la vita della Calabria.
  Sottopongo alla vostra attenzione un elemento di riflessione: in Calabria i vari commissariamenti hanno creato spesso problemi e non hanno aiutato a risolverli e molte volte hanno registrato fallimenti clamorosi.
  Sulla bonifica non deve accadere altrettanto, anche perché sulla bonifica si gioca una partita importante dal punto di vista Pag. 10del risanamento ambientale di vaste aree territoriali e di comprensori che hanno proprio nell'ambiente un punto di forza per affermare uno sviluppo sostenibile, ma si gioca anche la partita della bonifica morale e legale, in generale, ma soprattutto in una regione come la Calabria.
  Inoltre, vorrei sapere entro quali limiti si debba muovere il commissario straordinario delegato e quale sia il cronoprogramma degli interventi di sua competenza che, così come stabilito all'articolo 2, comma 3, del decreto del Presidente del Consiglio dei ministri del 28 giugno 2016, è tenuto a presentare ai soggetti responsabili dell'accordo di programma del 16 febbraio 2011.
  La nostra idea sugli interventi post-bonifica è che l'area dovrà diventare un simbolo del legame tra la storia delle fabbriche e il territorio, tra i cittadini e l'identità delle comunità, tra la cultura e la natura.
  Nel corso dell'interlocuzione con Syndial, abbiamo chiesto alla società di mettere a disposizione del territorio crotonese le aree per iniziative ricreative, turistiche e culturali.
  Pensiamo a specifici corsi di specializzazione post lauream in collaborazione con le università della Calabria a favore dei giovani calabresi. Tali iniziative potranno essere rese anche nell'ambito di campagne di sensibilizzazione sulla tutela ambientale e culturale promosse dalla regione, con le università nazionali e internazionali, organizzazioni e organismi scientifici regionali, nazionali e internazionali.
  Abbiamo chiesto a Syndial di essere parte attiva con la regione nell'ambito della promozione di un concorso internazionale di idee per la realizzazione di un grande attrattore turistico, culturale, produttivo e sportivo e per la valorizzazione archeologica delle aree all'interno del più ampio territorio regionale.
  Tale realizzazione sarà in piena sinergia con l'intervento relativo alla valorizzazione dell'area archeologica dell'antica Kroton. Infatti, non bisogna dimenticare che siamo in un comprensorio che ha un sito archeologico di grande valore. Con i finanziamenti che abbiamo già destinato nella programmazione comunitaria, noi puntiamo alla valorizzazione di quel sito e ad aprire una campagna di scavi perché l'antica Kroton venga alla luce.
  Questo intendiamo quando parliamo di discariche zero e di rischio zero per i cittadini. Questa intendiamo debba essere la bonifica nel comprensorio di un sito archeologico di grande pregio e valore storico e culturale.
  In definitiva, dopo anni di abbandono, questa amministrazione regionale vorrebbe che ci si accingesse ad avviare un processo di risanamento di una ferita ancora aperta su quel territorio e a varare il primo progetto pilota per le aree di rilevanza strategica, culturale e ambientale del territorio calabrese, inserito nella più vasta programmazione comunitaria che abbiamo definito relativamente al periodo 2014-2020.

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  PRESIDENTE. Grazie, presidente. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. Innanzitutto, buongiorno e grazie. Io sono stata in Calabria durante la missione che abbiamo voluto fare per riuscire a vedere di persona, oltre ad ascoltare le figure che sono state coinvolte in queste numerose vicende che dal punto di vista ambientale hanno visto la regione Calabria sotto verifica.
  Le chiederò qualcosa che riguarda naturalmente le due questioni fondamentali su cui lei ha fatto una lunga disamina. La prima è quella relativa al SIN. Magari ci manderà le risposte, se possibile, visto che non potrò restare più di un ulteriore quarto d'ora, perché purtroppo abbiamo una Commissione in Senato. Le chiedo di inviarci anche una risposta relativa alla depurazione, perché abbiamo visto che la Calabria è la regione con la peggiore situazione dal punto di vista della depurazione.
  Ho sentito con piacere che lei ha presentato il piano rifiuti a dicembre, quindi non le pongo questa domanda, perché finalmente Pag. 11 un piano dei rifiuti sulla Calabria c'è.

  PRESIDENTE. Scusi senatrice, bisogna che rimaniamo sulla vicenda di Crotone che, come si è capito dall'esposizione del presidente, ha raggiunto un livello di conflittualità molto complicato, in cui si sta giocando una partita...

  LAURA PUPPATO. Cito questi due argomenti, piano rifiuti e depurazione. Riguardo al piano rifiuti, abbiamo saputo che lo ha steso a dicembre e che è stato approvato, quindi bene. Sulla questione della depurazione magari ci farà avere un documento a parte.
  Arriviamo al dunque. Come diceva giustamente il presidente, siamo qui per questo oggi. Abbiamo ascoltato la commissaria, la dottoressa Belli, che ci ha evidenziato una serie di passaggi, citando tra l'altro il fatto che tutti vogliono far partire i lavori, ma manca la valutazione di impatto ambientale, che è una competenza della regione Calabria, se non vado errata. Questo è ciò che ci diceva nell'ottobre 2016.
  Vorrei capire da questo punto di vista come lei si pone rispetto alla situazione, se è vero che manca ancora la valutazione di impatto ambientale, che condizioni si sono venute a creare, dove sta il nocciolo del problema.
  Tutti ci dicono la stessa cosa, cioè tutti propongono un avanzamento dei lavori, mettendo in sicurezza i siti naturalmente anche per l'emergenza, ma ciascuno, a partire dal commissario e dal sindaco di Crotone che abbiamo ascoltato, ci rappresenta una difficoltà nell'avanzamento dei lavori. Vorrei capire dal suo punto di vista dove sta effettivamente il limite di questa situazione e perché non si riesce ad avanzare.
  Peraltro, la commissaria ci parlava di 70 milioni appena stanziati e, quindi, sembrerebbe persino che non sia un problema di tipo economico, bensì un problema di tipo procedurale, dove la regione può certamente essere l'elemento più importante, se non risolutore. Vorrei capire questo passaggio.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Innanzitutto vorrei confermare la disponibilità della regione a fornire una relazione riguardante la depurazione.
  Vorrei ricordare che noi abbiamo approvato definitivamente il piano dei rifiuti, che abbiamo costruito con un lavoro intenso di confronto con i territori, attraverso cui abbiamo formato un consenso vasto che ci ha consentito di avere un'approvazione quasi unanime del piano stesso.
  Uno dei cardini di questo piano, oltre alla raccolta differenziata spinta e alla definizione di un programma di impiantistica a impatto zero, per il quale abbiamo allocato risorse nella programmazione comunitaria, è mirare a discariche zero.
  Parto da qui perché il problema della bonifica non può prescindere da questo piano. Infatti, il nodo è proprio qui. Noi siamo per una bonifica che non riproduca le discariche. Non si tratta di prendere terreno inquinato dal sito industriale disattivato e spostarlo in una discarica. Non mi pare che questa sia la linea giusta. La linea, invece, deve essere quella di bonificare attraverso un piano di bonifica, le cui linee erano state definite a seguito di un'interlocuzione con Syndial. Naturalmente su questo si tratta di avviare le procedure.
  Mi permetta, onorevole Puppato: la regione su quale progetto dovrebbe pronunciare la valutazione di impatto ambientale, se Syndial non è nelle condizioni di poter avanzare un progetto? È proprio su questo che c'è una discussione.

  LAURA PUPPATO. Per chiarire, Syndial non è in grado di avanzare il progetto, così come, peraltro, lo stesso sindaco di Crotone ci accennava...

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Syndial ha avanzato un'ipotesi progettuale, sulla quale praticamente il commissario ritiene di pronunciare un disaccordo. Il commissario ci dica che vuole. La regione è contro le discariche. La regione non permetterà che si aprano altre discariche.

  LAURA PUPPATO. Ho capito. Adesso le faccio la domanda più banale del mondo, Pag. 12però è fondamentale. Se dal punto di vista progettuale ciò che è stato proposto evita la creazione di una nuova discarica, la cosa sembra facilmente risolvibile. Se, invece, quella discarica risulta indispensabile, come ci diceva anche il sindaco di Crotone, in relazione, per esempio, allo spostamento di quantitativi importanti di terreno inquinato, allora il problema cade lì.
  Non possiamo aspettarci la risoluzione di un problema, se non comprendendo quali sono gli strumenti che ci possono essere dati per la risoluzione del problema stesso.

  PRESIDENTE. Visto che sono uno dei più anziani e che nella scorsa legislatura abbiamo affrontato il problema, ricordo che sulla situazione di Crotone sono forse quindici anni che si prova a risolvere la situazione. Il tema dell'utilizzo di eventuali discariche, purtroppo a volte associate a personaggi che le gestiscono con qualche problema, è sempre stato un oggetto di dibattito.
  Credo che Syndial di progetti – così ci hanno detto e ho anche chiesto di mandarceli – ne abbia presentati, non uno, non due, non tre, ma forse cinque, sei o sette. Ogni volta, di fronte a un progetto, c'è stato un ritardo.
  Adesso noi lo verificheremo, perché sembrerebbe che ci sia una tendenza «sovrannaturale» a indirizzare la bonifica verso le discariche. Mi sembra di capire che la regione su questo ha una posizione molto netta e dice: «Visto che le discariche in questa regione hanno una storia che non è delle più edificanti» – mi scusi se la interpreto, presidente – «noi non siamo favorevoli a una soluzione che preveda una situazione del genere».
  Loro dicono: «Che ci dicano le motivazioni perché tecnicamente non si possono fare certe cose e ce ne dicano delle altre, dopodiché le prenderemo in considerazione».
  C'è stata una discussione pregressa che ha rallentato moltissimo e che probabilmente è stata uno dei motivi per cui si è nominato un commissario, perché non si è mai riusciti a trovare una quadra, nonostante i soldi messi a disposizione dal Parlamento.
  Adesso, però, sentiremo anche il commissario, per cercare di capire le ragioni. Il motivo dell'ulteriore convocazione che io mi sono permesso di fare su questa vicenda è che ci sembrava, anche dalle nostre visite a Crotone, che le questioni si mettessero in riga e che si riuscisse finalmente a sbloccare la situazione, ma pare che così non sia. Si è riproposta una discussione che da dieci anni si ripropone ogni volta che si affronta il tema di Crotone.
  Visto che anche il Parlamento ha stanziato delle risorse e ha stabilito la figura del commissario e visto che mi sembra che dalla regione ci sia finalmente una disponibilità, con una linea che dice che si va in una determinata direzione, noi vorremmo capire perché le cose lì non si continuano a muovere. Questo è un dato abbastanza preoccupante.
  Peraltro, noi ci siamo focalizzati sulla questione Syndial, ma in realtà abbiamo visto che vicino esiste un'altra area enorme, l'ex Sasol, dove non c'è neanche il player, perché mi sembra che la società sia fallita. Di conseguenza, non è che una volta risolta la questione Syndial si sia risolto tutto il problema del fronte mare di Crotone. Rimane aperto il problema di quest'area e si tratta di capire come affrontarlo.
  Visto che ci sono soldi messi a disposizione da Syndial, soldi messi a disposizione dal Parlamento e soldi che avete messo a disposizione voi per la parte archeologica, si tratta di capire se in questo progetto che si sta delineando, e con quelle risorse, sia compreso anche l'intervento sull'ex Sasol. Altrimenti, si rischia di risolvere una questione (semmai si risolve), ma non il problema generale.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. La ringrazio, presidente, perché lei ha dato un chiarimento con il suo intervento anche in relazione agli interrogativi posti dall'onorevole Puppato.
  Nelle more della definizione di una linea che deve trovare un momento di sintesi, attraverso il confronto con le istituzioni, noi abbiamo proposto di avviare alcune Pag. 13 iniziative immediatamente. Per esempio, sul fronte mare noi abbiamo proposto di avviare già una serie di iniziative che, come dicevo nel mio intervento, diano il senso ai cittadini che sono avviate le procedure di bonifica.
  Questo si potrebbe fare subito, nelle more della definizione, attraverso un confronto di merito, perché noi riteniamo che ci siano tecnologie che consentano di evitare il ricorso alla discarica o comunque di evitarlo nella dimensione che si propone, così come è stato fatto in altri siti e in altri Paesi in Europa.
  Per quanto riguarda il resto, presidente, è chiaro che la bonifica del sito va vista nella sua interezza, perché non si tratta di fare a pezzetti. In questo quadro, noi riteniamo di dover assumere la proposta Syndial in una visione più unitaria dell'intervento sul sito. Anche la questione di Sasol va affrontata in questa direzione, perché lì c'è la destinazione di risorse pubbliche.

  PAOLA NUGNES. Quando abbiamo audito Syndial, ha parlato anche di altre proposte che erano sul tavolo, di progetti in situ o di minori volumetrie. Me lo conferma? Questi sono in discussione? Aveva parlato di un tavolo che si dovrebbe aprire a febbraio per discutere di questo.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Non solo sono in discussione. Come ho accennato, con Syndial si era sviluppato un confronto che era approdato a quell'ipotesi progettuale di soluzione anche in situ, che noi abbiamo ritenuto – naturalmente lo rifarei – di dover sottoporre alla nuova amministrazione comunale, sospendendo quella ipotesi due mesi prima delle elezioni, perché era giusto che la nuova amministrazione eletta dai cittadini fosse coinvolta nelle decisioni relative alla bonifica di un'area importante che investe la città di Crotone.

  PAOLA NUGNES. Quindi, è delineata una strada?

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. È un'ipotesi sulla quale oggi noi riscontriamo una non condivisione o una problematicità, che sta mantenendo in stand-by la situazione, da parte di altri soggetti.

  CHIARA BRAGA. Io vorrei porle delle domande per chiarire maggiormente il quadro. Attualmente quante ipotesi sono in discussione? C'è la proposta di cui ha parlato poco fa, che era stata in qualche modo delineata e poi sospesa in attesa dell'insediamento della nuova amministrazione comunale di Crotone. Non mi è chiaro se c'è un'ipotesi alternativa proposta dal commissario, oppure se si sta discutendo solo di un'ipotesi sulla quale non si riesce a trovare una condivisione. Vorrei sapere se c'è su questo tavolo un'ipotesi concreta di discussione o se ce n'è più di una.
  In secondo luogo, vorrei sapere come valuta in questa fase il ruolo del Ministero dell'ambiente, che è stato un attore costante di tutta la vicenda.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Parto da qui. L'ingegnere D'Aprile, accogliendo l'ipotesi alla quale si era pervenuti attraverso il confronto tra regione e Syndial, aveva chiesto di procedere a una progettazione per fasi, quindi si era già in una fase avanzata.
  Lei mi chiede se ci sono altre ipotesi. Allo stato c'è una confusa discussione a cui facevo riferimento prima, che non assume quell'ipotesi che si era delineata, che di volta in volta paventa la possibilità di ricorrere a discariche e che, però, praticamente mantiene la situazione in stand-by. Non c'è una proposta concreta formalizzata sul tavolo.
  Noi, peraltro, abbiamo detto: «Ci formalizzi una proposta. Sia chiaro che in un'ipotesi che preveda il ricorso a discariche, in coerenza con il piano regionale dei rifiuti approvato dal consiglio regionale, ci sarà un diniego da parte della regione, però discutiamo nel merito». Ancora non abbiamo avuto la possibilità di poterlo fare.

  PRESIDENTE. Noi abbiamo sentito Syndial che ci ha presentato uno studio di fattibilità ...

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  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. C'è lo stato di fattibilità sull'ipotesi per la quale c'era stato l'accordo con la regione.

  PRESIDENTE. Una riunione di chiarimento tra commissario, sindaco, voi e ministero non è mai stata fatta? Dal punto di vista formale, non si è mai fatta una riunione con tutti i soggetti attorno a un tavolo?

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. C'è stata una riunione nell'ottobre-novembre scorso al ministero, nella quale ognuno ha espresso i suoi punti di vista e le sue valutazioni. Dopodiché, praticamente siamo fermi lì.

  PRESIDENTE. Noi sentiremo la commissaria. Noi abbiamo visto una rassegna stampa molto nutrita, perché mi sembra che si parli molto di questa situazione, ma quali sono le obiezioni di fondo che porta la commissaria nel tavolo tecnico? Perché lei è contraria? Le ha manifestate? Non chiedo a voi di indagare sul suo retropensiero, ma vorrei capire se c'è stata una manifestazione...

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Da quello che io leggo sulla stampa...

  PRESIDENTE. Sulla stampa o in un tavolo istituzionale di confronto con voi, dove lei si è espressa in un determinato modo?

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. No, al tavolo del confronto ha avanzato l'ipotesi di approfondimenti, senza entrare nel merito, però da quello che noi leggiamo sulla stampa si paventa la preoccupazione che tecnologie in situ non sarebbero a garanzia totale di sicurezza, tant'è che io prima ho fatto riferimento al decreto legislativo per quanto riguarda la messa in sicurezza. Si confonde anche e si cerca da questo punto di vista di...

  PRESIDENTE. Lei sostiene che la messa in sicurezza permanente, ovvero l'intervento in situ, non sarebbe sufficiente a garantire...

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Se si dimostra questo e naturalmente si modifica la legislazione... Infatti, alla base della messa in sicurezza permanente (MISP) c'è una legislazione. Se si perviene ad altre valutazioni, sostenute naturalmente da una legislazione coerente, noi non abbiamo nessun problema. Noi non vogliamo fare una bonifica finta, che sarebbe davvero una beffa. Non vogliamo assolutamente.

  STEFANO VIGNAROLI. Io non ho capito una cosa: a prescindere dalle dichiarazioni a mezzo stampa, in questi tavoli istituzionali è stato messo nero su bianco che va sfruttata una discarica in loco?

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Ancora noi non abbiamo proposte nero su bianco.

  STEFANO VIGNAROLI. Nulla, né in un senso né in un altro?

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. No, nell'altro senso sì.

  STEFANO VIGNAROLI. Perfetto.

  PRESIDENTE. Syndial ha fatto delle proposte.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Syndial ha fatto uno studio di fattibilità sulle proposte.

  STEFANO VIGNAROLI. Quindi, su queste proposte si è soltanto detto che vanno approfondite e basta? Non si è detto: «No, non vanno bene»?

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. C'è un'ipotesi, sulla quale la regione si è pronunciata, che abbiamo sospeso in attesa delle elezioni Pag. 15comunali. Dopo le elezioni comunali, c'è stata la nomina del commissario e da quel momento è tutto fermo.

  STEFANO VIGNAROLI. Tuttavia, gli incontri ci sono stati. Ci sarà un verbale o un qualcosa per sapere che cosa è stato detto.

  GERARDO MARIO OLIVERIO, Presidente della regione Calabria. Non ci sono nero su bianco ipotesi sottoposte alla valutazione della regione.

  PRESIDENTE. Io credo che abbiamo acquisito gli elementi di conoscenza, che ci consentono anche di approfondire ulteriormente, sia col sindaco che con il commissario, lo stato dell'arte. Se ci sarà necessità, sentiremo eventualmente anche il ministero, per cercare di dare una mano a sbloccare la situazione. Il nostro interesse è anche cercare di aiutare perché si arrivi a una soluzione. Ringraziamo il presidente e dichiaro chiusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.30.

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