XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri

Resoconto stenografico



Seduta n. 42 di Lunedì 19 dicembre 2016

INDICE

Audizione di militari in servizio nella caserma Gamerra di Pisa, all'epoca di Emanuele Scieri:
Amoddio Sofia , Presidente ... 2 ,
Viberti Stefano  ... 2 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 2 ,
Viberti Stefano  ... 2 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 2 ,
Viberti Stefano  ... 2 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 2 ,
Viberti Stefano  ... 2 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 4 ,
Viberti Stefano  ... 4 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 5 ,
Viberti Stefano  ... 5 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 6 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 6 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 7 ,
Viberti Stefano  ... 7 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 8 ,
Viberti Stefano  ... 8 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 9 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 9 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 10 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 10 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 11 ,
Viberti Stefano  ... 11 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 12 ,
Viberti Stefano  ... 12 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 12 ,
Viberti Stefano  ... 12 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 12 ,
Viberti Stefano  ... 12 ,
Amoddio Sofia , Presidente ... 12 

(La seduta, sospesa alle 17.20, è ripresa alle 17.35) ... 12 

Amoddio Sofia , Presidente ... 12

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

  La seduta inizia alle 15.20.

Audizione di militari in servizio nella caserma Gamerra di Pisa all'epoca di Emanuele Scieri.

  PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
  Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.
  L'ordine del giorno reca l'audizione di militari in servizio nella caserma Gamerra di Pisa, all'epoca di Emanuele Scieri.
  Ricordo che, apprezzate le circostanze, sarà comunque possibile proseguire l'audizione in seduta segreta, ove se ne ravvisi la necessità.
  È presente il signor Viberti Stefano, che ringrazio di aver accettato il nostro invito, in qualità di audito. Ringrazio anche tutti i colleghi che sono qui presenti e intervenuti e i consulenti a titolo gratuito, che sono presenti tutti.
  Possiamo cominciare subito l'audizione. Signor Viberti, sappiamo che lei è stato l'ultima persona a vedere Emanuele Scieri la sera in cui è arrivato in caserma. La prego di riassumere tutto quello che è avvenuto e di raccontarci.
  È la prima volta che lei viene in Commissione. So che è stato sentito numerose volte dai magistrati e dagli organi inquirenti allora. A distanza di anni la chiamiamo qui perché la Commissione d'inchiesta parlamentare, come senz'altro immaginerà, ha riaperto il caso Scieri. Abbiamo ascoltato diversi auditi e avevamo bisogno di ascoltare lei, perché è stato l'ultima persona che ha visto Emanuele Scieri quella sera. Quindi, le chiedo se ci vuole raccontare, la prego, nei dettagli tutto quello che è avvenuto da quando avete iniziato il CAR a Firenze fino a quando siete arrivati il 13 agosto 1999 alla caserma Gamerra, fino al ritrovamento del corpo, tutto quello che sa.
  Guardi, le dico in maniera diretta e chiara che, se alcuni elementi non li ricordava allora o non li ha voluti allora dire, oggi potrà dirli in questa Commissione, perché sono passati diversi anni dai fatti. Tra l'altro, un'eventuale falsa testimonianza è coperta dalla prescrizione. Questo lo dico perché è giusto. Se allora non ha ricordato o non ha voluto dire, per qualunque motivo al mondo, quello che ha visto quella sera, questa è una buona opportunità per farlo.

  STEFANO VIBERTI. Ho capito. Buongiorno a tutti.

  PRESIDENTE. Intanto, mi scusi, lei che lavoro fa?

  STEFANO VIBERTI. Io sono montatore meccanico.

  PRESIDENTE. È sposato? Ha figli?

  STEFANO VIBERTI. Ho figli e convivo. Ho un figlio di tre anni e convivo. La mia professione, appunto, è montatore meccanico.

  PRESIDENTE. Sì, prego.

  STEFANO VIBERTI. Faccio una premessa. Sono passati diciassette anni e fin dai primi interrogatori a oggi ho sempre detto la verità e non ho mai nascosto nulla, Pag. 3diciamo. Non ho mai tenuto nascosto tutto quello che era possibile dare come informazione in modo che si potesse venire a una spiegazione di questa brutta vicenda.
  Niente, posso cominciare a spiegare. Il 21 luglio 1999 è cominciato il mio militare presso la caserma Lupi di Toscana a Scandicci. Sono stati circa venticinque giorni, se non sbaglio, o giù di lì, appunto il CAR che anticipava il nostro ingresso nella caserma dei paracadutisti.
  Cosa posso dire? Fino al giuramento è stato un modo per conoscersi tra commilitoni fino ad arrivare poi appunto al giuramento e al nostro trasferimento a Pisa. Io, onestamente, in quel periodo lo Scieri non l'avevo conosciuto bene. Non avevamo mai avuto contatti.
  Il viaggio, il trasferimento da Firenze a Pisa, ci ha fatto capire subito che il trattamento in quella caserma era leggermente differente da cosa ci avevano insegnato, da cosa avevamo visto a Firenze. Giustamente, avevamo scelto di fare un Corpo – come si può dire? Non mi viene il termine – non duro, ma un po’ più difficile che la media del militare normale possa immaginare. Quindi, sapevamo già che comunque avremmo trovato strada difficile, cioè un trattamento un po’ più rigido.
  Difatti, molti miei commilitoni hanno risentito molto di questa situazione già dall'inizio. Ci hanno trattato duramente durante il trasporto. Era – non mi ricordo più il giorno preciso di agosto – il 13, con riscaldamenti accesi, i finestrini chiusi e maltrattamenti non grossolani, ma comunque ci sono stati. Qualcuno ha risentito parecchio di questa situazione.
  Così siamo arrivati a Pisa. Quel giorno lì siamo stati assegnati in vari posti, camerate, lenzuola, tutto quello che riguarda il casermaggio. Quindi – come si può dire? – siamo stati assegnati, via, in questa caserma e ci è stato dato un posto, un posto letto, eccetera eccetera.
  Onestamente, grandi ricordi in questo momento non ne ho di cose precise da potervi raccontare. Passerei subito direttamente alla sera, quando abbiamo avuto qualche ora di libera uscita. Abbiamo girato per la città di Pisa, poi siamo rientrati.
  Nel momento di rientrare nella compagnia assegnataci, lo Scieri mi chiese se volevo fumare una sigaretta con lui prima di rientrare, e così è stato. Abbiamo forse parlato poco. Non ricordo parole. Abbiamo fumato una sigaretta lungo un viale antistante le compagnie di questa caserma.
  Al ritorno verso la compagnia assegnataci, lo Scieri mi diceva che doveva fare una telefonata e poi sarebbe rientrato. Così io rientrai in compagnia. Ci fu l'appello e venne detto che lo Scieri era rientrato in caserma, ma non precisamente nella camerata.
  Il mattino dopo non ricordo un particolare allarmismo da parte degli ufficiali o comunque di chi aveva un ruolo di comando all'interno della caserma nel cercarlo, oppure preoccuparsi più di tanto per sapere il motivo per cui non fosse rientrato questo ragazzo. Quindi, la situazione sembrava tranquilla. Non ci eravamo fatti delle idee particolari anche tra di noi commilitoni, se non quella che fosse uscito di nuovo dalla caserma, che fosse uscito, diciamo, che fosse andato via.
  A seguito, dopo circa tre giorni, è stato scoperto il corpo e, quindi, sono partite subito le prime verifiche e i primi interrogatori. Io fui il primo a farmi avanti, visto che comunque ero già cosciente che fosse importante dare una spiegazione a cosa fosse successo.
  Da lì cominciarono svariati interrogatori e varie udienze. Fui ascoltato molte volte. Da lì cominciarono i primi articoli sui giornali, i quali mi indicavano come un supertestimone di chissà quale verità che nascondevo. Questo è stato un momento molto brutto e lo è ancora, perché vedo che... Sono qua molto volentieri proprio come ho fatto la prima volta fin dall'inizio, se potevo dare un'indicazione o qualsiasi cosa che fosse utile per dare un senso a questa storia. Sono ancora coerente oggi di questa cosa. Sono stato sincero fin dal primo momento. Non ho mai nascosto nulla.
  Niente, purtroppo ho dovuto subire anche questa maniera così di giudicarmi in maniera errata. Non è stato facile né per me, né per la mia famiglia il fatto di passare per un reticente, per uno che nascondeva Pag. 4 la verità o voleva coprire qualcuno perché aveva paura di ritorsioni. Garantisco oggi che non ho nulla da nascondere. Tutto quello che ho detto l'ho detto proprio col cuore in mano per riuscire a dare una mano a questa cosa.

  PRESIDENTE. Non ha altro da aggiungere? In merito al contrappello ci vuole raccontare qualcosa? Come è avvenuto il contrappello?

  STEFANO VIBERTI. Al contrappello lo Scieri era praticamente nella mia stessa stanza. Quando venne fatto all'appello il nome di Scieri, venne fatto una camera o due prima la nostra. Appunto, in quel momento lì un mio commilitone spiegò il fatto che lui fosse rientrato. Era rientrato in caserma, ma non era rientrato in camerata, diciamo, in compagnia.

  PRESIDENTE. Chi era questo commilitone?

  STEFANO VIBERTI. Non me lo ricordo. Non era visibile a me e poi comunque non me lo ricordo proprio. Non è una cosa che abbiamo visto nel passato. Non riesco a ricordarlo in questo momento.

  PRESIDENTE. Quindi, qualcuno disse che Scieri era rientrato.

  STEFANO VIBERTI. Certo.

  PRESIDENTE. A chi lo disse?

  STEFANO VIBERTI. A uno dei caporali, diciamo...

  PRESIDENTE. Del contrappello.

  STEFANO VIBERTI. ... del contrappello.

  PRESIDENTE. Ha finito? Non ha nient'altro da dire? Dove vi siete fermati quella sera, a quale altezza? Intendo la sera dopo essere rientrati in caserma. Lo dico per il verbale. Quando lei ha lasciato Scieri, a quale altezza del percorso l'ha lasciato?

  STEFANO VIBERTI. Allora, questo viale portava al magazzino casermaggio, proprio dove avevamo ritirato le lenzuola e tutto quanto un po’ della nostra permanenza. Io l'ultimo ricordo che ho di Scieri è stato nella zona proprio antistante a questo casermaggio.

  PRESIDENTE. Quindi, vicino alla torretta?

  STEFANO VIBERTI. Sì, è molto vicino alla zona dove poi venne ritrovato, questo sì.

  PRESIDENTE. L'ha lasciato lì per che cosa?

  STEFANO VIBERTI. Lui doveva telefonare. Mi disse: «Faccio una telefonata e rientro».

  PRESIDENTE. Ma non le disse: «Vai via?»

  STEFANO VIBERTI. No, no, assolutamente.

  PRESIDENTE. Quindi, poteva anche rimanere lei, mentre faceva la telefonata.

  STEFANO VIBERTI. Adesso a ricordare precisamente se fosse il fatto di dirmi «Guarda che faccio una telefonata», come dire... Alle volte può capitare di dire: «Vabbè, io rientro. Tu telefona».

  PRESIDENTE. Lei sa se questa telefonata è stata mai fatta?

  STEFANO VIBERTI. Io non l'ho mai vista... cioè, non ne ho mai sentito parlare. È stato un attimo nel momento in cui... Ho un vago ricordo, lo ammetto.

  PRESIDENTE. Ma lei l'ha visto che Scieri ha preso il telefono?

  STEFANO VIBERTI. Aveva il telefono in mano. Questo...

Pag. 5

  PRESIDENTE. Aveva il telefono e ha cominciato a fare il numero per fare la telefonata?

  STEFANO VIBERTI. Se posso dirle un numero, non lo so.

  PRESIDENTE. No, dico, lei ha visto che ha cominciato a digitare un numero per telefonare?

  STEFANO VIBERTI. Aveva il telefono aperto. Aveva tipo un ovetto di quelli che si aprono. Se ha pigiato un tasto, onestamente...

  PRESIDENTE. Non lo sa.

  STEFANO VIBERTI. ...non lo so.

  PRESIDENTE. Senta, lei però ha sorvolato di raccontarci da quando siete arrivati in caserma. Siete andati, lei ha detto, al casermaggio a prendere le lenzuola, insomma, il cosiddetto cubo per fare i letti, le brande. Lì da chi siete stati ricevuti? Avete fatto solo questo quel pomeriggio? Davanti al magazzino del casermaggio eravate tutti commilitoni arrivati dal CAR di Firenze? Eravate tutti radunati là?

  STEFANO VIBERTI. Mi sembra di sì.

  PRESIDENTE. C'erano anche i caporali istruttori che vi avevano accompagnati?

  STEFANO VIBERTI. Qualcuno sicuramente, perché comunque ci portavano loro in giro per la caserma. Non conoscevamo dove andare.

  PRESIDENTE. Quindi, c'erano i caporali istruttori con cui eravate scesi dal pullman?

  STEFANO VIBERTI. Non so dirle se c'erano tutti. È una domanda difficile da rispondere. Non me lo ricordo.

  PRESIDENTE. Si ricorda Cinelli, Tatasciore...

  STEFANO VIBERTI. Sì, me li ricordo, però non so dirle se in quel momento fossero presenti.

  PRESIDENTE. Cinelli e Tatasciore erano sul pullman?

  STEFANO VIBERTI. Sì. Ora non so su quale pullman, comunque...

  PRESIDENTE. Ci vuole dire i nomi dei caporali che vi hanno accompagnato nei due pullman?

  STEFANO VIBERTI. Non me lo ricordo. Onestamente...

  PRESIDENTE. Però Cinelli e Tatasciore se li ricorda.

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. Mesiti se lo ricorda?

  STEFANO VIBERTI. Mesiti, sì.

  PRESIDENTE. Zanchin?

  STEFANO VIBERTI. Zanchin non lo ricordo.

  PRESIDENTE. Senta, quindi i caporali c'erano lì quando vi hanno consegnato il cubo?

  STEFANO VIBERTI. Se non ricordo male, sì.

  PRESIDENTE. Sì. Non è avvenuto niente che lei ricordi, qualche screzio quel pomeriggio, mentre vi consegnavano il cubo, disordini vari?

  STEFANO VIBERTI. No. L'unica nota stonata è stato il viaggio.

  PRESIDENTE. Chi è che vi consegnava il cubo? Chi ve le consegnava queste lenzuola?

  STEFANO VIBERTI. Doveva esserci, mi sembra, un sergente all'interno...

Pag. 6

  PRESIDENTE. Del casermaggio.

  STEFANO VIBERTI. ... del casermaggio.

  PRESIDENTE. Come si chiamava? Non lo sa?

  STEFANO VIBERTI. Non me lo ricordo.

  PRESIDENTE. Ricorda un certo Ioanna? Di Ioanna lei non ha mai sentito parlare?

  STEFANO VIBERTI. A oggi no.

  PRESIDENTE. Ioanna che gestiva il magazzino del casermaggio?

  STEFANO VIBERTI. Se era un sergente, magari... Mi sembra di ricordare che fosse un sergente, ma il nome assolutamente non riesco a ricordarlo.

  PRESIDENTE. Con chi siete rientrati dalla libera uscita, anzi, intanto chi siete usciti? Chi eravate? Eravate solo lei e Scieri o eravate un gruppo?

  STEFANO VIBERTI. Non mi ricordo più... No, no, tra l'altro Scieri non era neanche... Come ho detto prima, non eravamo legati. Il primo contatto è stato proprio quella sera lì, durante...

  PRESIDENTE. Che vuol dire che non eravate legati?

  STEFANO VIBERTI. Che non avevamo mai avuto modo di scambiare due parole. La prima occasione è stata appunto quella di quella sera lì famosa.

  PRESIDENTE. Cioè quando siete usciti il 13 agosto?

  STEFANO VIBERTI. Sì, però non eravamo un gruppo unito. Eravamo più persone e poi, alla fine, siamo rientrati.

  PRESIDENTE. Aspetti, per capirla bene io: il primo contatto con Scieri è stato il 13 agosto?

  STEFANO VIBERTI. Sì, praticamente sì. Anche se abbiamo fatto tutto il CAR insieme, non c'è mai stato modo di avvicinarsi o parlare o scambiare due parole, via.

  PRESIDENTE. Quindi, con chi siete usciti la sera dalla caserma?

  STEFANO VIBERTI. Non mi ricordo se c'era Valentini.

  PRESIDENTE. Valentini...?

  STEFANO VIBERTI. Valentini. Poi c'era un ragazzo molto robusto.

  PRESIDENTE. Con chi siete rientrati? Non se lo ricorda?

  STEFANO VIBERTI. Non lo ricordo.

  PRESIDENTE. Poco prima di rientrare in caserma vi siete fermati da qualche parte?

  STEFANO VIBERTI. Abbiamo fatto il giro nella Piazza dei Miracoli.

  PRESIDENTE. Lì, in Piazza dei Miracoli, c'erano altri paracadutisti?

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. Vi siete fermati a chiacchierare con loro, a bere qualcosa, a mangiare? La prego di sforzarsi nel ricordo. Con chi è stato lei a Piazza dei Miracoli? Lei, Scieri...?

  STEFANO VIBERTI. C'era questo...

  PRESIDENTE. Chi c'era a Piazza dei Miracoli con voi?

  STEFANO VIBERTI. Non ricordo se c'era un ragazzo di Roma, ma non mi ricordo il nome, e un ragazzo di Torino, però, le dico, i nomi non me li ricordo.

  PRESIDENTE. Non si ricorda.

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  STEFANO VIBERTI. No. Al momento proprio...

  PRESIDENTE. Lei ha detto nei vari verbali di essere uscito con Scieri e Valentini Luca. Se lo ricorda questo?

  STEFANO VIBERTI. Valentini sì.

  PRESIDENTE. Poi ha detto anche nei vari verbali che avete incontrato a Piazza dei Miracoli dodici commilitoni. Chi erano questi dodici commilitoni?

  STEFANO VIBERTI. Onestamente, i nomi non me li ricordo.

  PRESIDENTE. Non si ricorda.

  STEFANO VIBERTI. Al momento no.

  PRESIDENTE. Cosa avete fatto?

  STEFANO VIBERTI. Più che altro abbiamo fatto un giro in città prima di rientrare.

  PRESIDENTE. Avete incontrato persone civili? Avete incontrato altri?

  STEFANO VIBERTI. Vabbè, eravamo in mezzo alla gente, però come incontro vero e proprio non...

  PRESIDENTE. Noi parliamo del 13 agosto, di una sera molto particolare, in cui lei esce con Valentini e con Scieri e non si ricorda cosa ha fatto in Piazza dei Miracoli. Avete mangiato, siete andati a ballare?

  STEFANO VIBERTI. Abbiamo avuto una giornata abbastanza difficile. Se posso dare una spiegazione a questo... Eravamo stanchi, probabilmente. Onestamente...

  PRESIDENTE. Poi da Piazza dei Miracoli siete entrati di nuovo subito in caserma?

  STEFANO VIBERTI. Può darsi che abbiamo fatto un giro, ma non voglio...

  PRESIDENTE. A che ora siete entrati?

  STEFANO VIBERTI. Penso prima delle dieci. Saranno state le nove e un quarto-nove e mezza, penso.

  PRESIDENTE. A che ora era il contrappello?

  STEFANO VIBERTI. Mi sembra alle dieci, se non vado errato.

  PRESIDENTE. Alle dieci il contrappello?

  STEFANO VIBERTI. Non lo so. Non me lo ricordo veramente. Le direi...

  PRESIDENTE. Io le ricordo che lei ha detto in numerosi verbali che siete arrivati alle 22.15 e che il contrappello era alle 23.45, cioè un'ora e mezza dopo. Si ricorda adesso?

  STEFANO VIBERTI. Sì, adesso può darsi. Sono passati diciassette anni.

  PRESIDENTE. Ma si ricorda che il contrappello è stato un'ora e mezza dopo che voi siete entrati?

  STEFANO VIBERTI. Sì, lo facevo più presto. Lo facevo prima, onestamente.

  PRESIDENTE. Mi scusi la domanda: come mai siete rientrati un'ora e mezza prima – un'ora e mezza prima – del contrappello? I militari vogliono stare fuori, non vogliono stare in caserma.

  STEFANO VIBERTI. Probabilmente il primo giorno di caserma...

  PRESIDENTE. Prima di rientrare dove vi siete fermati?

  STEFANO VIBERTI. Le dico... Ricordo questo giro alla Piazza dei Miracoli. Poi può darsi che ci siamo fermati in un bar a bere qualcosa.

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  PRESIDENTE. Sì. Ricorda che c'è un bar fuori dalla caserma?

  STEFANO VIBERTI. Sì, ci siamo poi fermati molte volte, quindi presumo che anche quella sera... L'abbiamo conosciuto, diciamo, quella sera lì.

  PRESIDENTE. Infatti lei nel verbale del 16 agosto 1999 dice che, prima di rientrare in caserma, vi siete fermati al bar. Chi c'era al bar quella sera? Cosa avete fatto al bar? Chi avete incontrato? Con chi avete parlato?

  STEFANO VIBERTI. Sicuramente abbiamo bevuto un bicchiere, ma, onestamente, non mi ricordo...

  PRESIDENTE. Con chi avete parlato.

  STEFANO VIBERTI. ...con chi abbiamo parlato.

  PRESIDENTE. Glielo dico, allora, per utilizzare il ricordo di allora: il 13 agosto 1999 lei ha detto che in quel bar erano presenti anche Cinelli e Tatasciore. Cinelli e Tatasciore sono istruttori del vostro stesso scaglione di allora. Se lo ricorda?

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. Adesso se lo ricorda che erano presenti Cinelli e Tatasciore?

  STEFANO VIBERTI. No, mi ricordo Cinelli e Tatasciore. Non ricordo questo incontro, onestamente. Chiedo scusa, ma...

  PRESIDENTE. Ci ripeta un attimo più dettagliatamente dove lasciò Scieri, a che altezza. Noi siamo stati alla caserma Gamerra.

  STEFANO VIBERTI. Allora, praticamente...

  PRESIDENTE. Scieri entrò dentro l'area del casermaggio o rimase sul viale?

  STEFANO VIBERTI. No, l'ultimo ricordo... Probabilmente si scostò verso la zona del casermaggio, ma io l'ultimo ricordo che ho è sul viale.

  PRESIDENTE. Sul viale, però lei dice all'altezza del casermaggio, vicino alla torre, ha detto in tanti verbali.

  STEFANO VIBERTI. Sì, ma perché è proprio corrispondente. È un atrio che fa parte della stessa zona in cui è stato ritrovato. È proprio la stessa area.

  PRESIDENTE. Lei dice che avete fumato una sigaretta insieme.

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. Avete buttato i mozziconi a terra?

  STEFANO VIBERTI. Probabilmente sì, perché...

  PRESIDENTE. Ma era usuale fumare in caserma?

  STEFANO VIBERTI. Sì, fuori della caserma.

  PRESIDENTE. Dentro la caserma?

  STEFANO VIBERTI. Sì, dentro la caserma o fuori dalle compagnie, a meno che non fosse divieto, però si poteva fare.

  PRESIDENTE. Che sigarette fumava lei allora?

  STEFANO VIBERTI. Penso quelle che fumo tutt'oggi. Marlboro Gold. All'epoca erano Marlboro Light.

  PRESIDENTE. Avete buttato tutti e due i mozziconi a terra? Lei ha visto Scieri finire la sigaretta?

  STEFANO VIBERTI. Non so dirglielo.

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  PRESIDENTE. Perché lei dice che Scieri l'ha conosciuto e ha avuto l'unico contatto quella sera?

  STEFANO VIBERTI. Nel senso che non c'era mai stato luogo per scambiare due parole prima. Avevo preferito altri... Ricordo meglio appunto un ragazzo di Torino e uno di Roma, di cui onestamente i nomi non me li ricordo, e basta. Si era tutti insieme, sì, però non c'era mai stato modo, così...

  PRESIDENTE. Non era mai uscito assieme a Scieri al CAR a Firenze?

  STEFANO VIBERTI. Non mi sembra, no.

  PRESIDENTE. Non le sembra.

  STEFANO VIBERTI. No, o comunque eravamo in gruppo numeroso. Se ci fosse stato, proprio non me lo ricordo.

  PRESIDENTE. Allora io le contesto che lei il 31 luglio 2000 ha detto che Scieri lo conosceva molto bene già dal CAR, dal militare. Questo il 31 luglio. Poi ha detto nei vari interrogatori agli organi inquirenti, in particolare in quello del 31 marzo 2000, che l'aveva conosciuto a Firenze, che era uscito con lui, che avevate scherzato e che quella sera del 13, come ha già detto qui, l'ha accompagnato fino alla fine del viale. Poi siete tornati indietro, avete fumato la sigaretta e lei l'ha lasciato all'altezza del casermaggio.
  In altri verbali, però, lei dice che Scieri lo conosceva, avevate anche scherzato ed eravate andati a mangiare una pizza insieme durante il CAR, tant'è che poi lo descrive anche come un ragazzo serio, come un ragazzo brillante.

  STEFANO VIBERTI. Non me lo ricordo, onestamente.

  PRESIDENTE. Non se lo ricorda.

  STEFANO VIBERTI. No. L'unico ricordo che ho di questo ragazzo è quella sera lì.

  PRESIDENTE. Senta, lei ha detto poc'anzi che il nome di Scieri venne fatto a voce alta dall'addetto al contrappello un paio d'ore prima di giungere nella vostra camerata. Lei era in camerata con Scieri, vero?

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. Come mai è stato fatto il nome di Scieri prima di giungere in camerata?

  STEFANO VIBERTI. Penso per un errore dei nostri responsabili del contrappello.

  PRESIDENTE. Cioè, quale errore?

  STEFANO VIBERTI. Il fatto di non aver fatto il suo nome nella camerata dove dormiva.

  PRESIDENTE. No, non ci stiamo capendo. Il nome di Scieri venne fatto due camerate prima di arrivare alla sua, ovvero a quella di Scieri, che era la quarta camerata. Il nome di Scieri venne fatto prima della quarta camerata. Come mai il nome di Scieri venne fatto prima della quarta camerata?

  STEFANO VIBERTI. Non so spiegarmelo.

  PRESIDENTE. Prima della quarta camerata ci sono la prima camerata e la seconda camerata, quindi ci sono almeno 7-8 commilitoni in ogni camerata da chiamare.

  STEFANO VIBERTI. Cosa posso pensare...

  PRESIDENTE. Nel contrappello vengono chiamati tutti i nomi. Non viene chiamato solo il nome di Scieri.

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  STEFANO VIBERTI. No, appunto, però nella lista che avevano questi caporali per il contrappello probabilmente figurava il nome di Scieri nella seconda camerata, semplicemente.

  PRESIDENTE. No, il nome di Scieri era nella quarta camerata, insieme al suo. Il nome di Scieri era nella quarta camerata insieme al suo, insieme a Valentini, insieme a tutti gli altri, a Marras...

  STEFANO VIBERTI. Sì, appunto, non so spiegarmi perché è stato fatto...

  PRESIDENTE. Non sa spiegarsi perché è stato chiamato prima.

  STEFANO VIBERTI. ...perché è stato chiamato due camerate prima.

  PRESIDENTE. Senta, ho una domanda che sorge, ovviamente, a tutti spontanea: come mai lei non ha sentito il bisogno di dire, durante il contrappello: «Ho lasciato Scieri fuori, vicino al magazzino del casermaggio, nei pressi della torretta?»

  STEFANO VIBERTI. Semplicemente perché, quando è stato fatto il suo nome, appunto due camerate prima, era già stato detto da un altro mio commilitone il fatto che lui fosse rientrato in caserma e non fosse rientrato in camerata.

  PRESIDENTE. E chi è questo commilitone?

  STEFANO VIBERTI. Non me lo ricordo.

  PRESIDENTE. Si ricorda se era Gelli?

  STEFANO VIBERTI. Può darsi. Gelli adesso me lo ricordo. Era quello robusto che dicevo prima.

  PRESIDENTE. E quindi, anche se era stato fatto da Gelli, poi perché lei, vedendo che Scieri non rientrava...?

  STEFANO VIBERTI. Avrò pensato che fosse di nuovo uscito dalla caserma.

  PRESIDENTE. Ha pensato che fosse di nuovo uscito.

  STEFANO VIBERTI. Certo.

  PRESIDENTE. Come mai non ha pensato di chiamarlo al telefono?

  STEFANO VIBERTI. Non avevo il suo numero.

  PRESIDENTE. Non aveva il numero di Scieri?

  STEFANO VIBERTI. No, perché non eravamo amici. Ci eravamo conosciuti quella sera lì. Non so le informazioni che ha detto prima, ma non sono veritiere.

  PRESIDENTE. Ma lei è rientrato insieme a Valentini e a Marras. È rientrato insieme a Valentini e Marras, no?

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. E non ha chiesto ai suoi amici commilitoni con cui avevate fatto il CAR insieme ed eravate in quarta camerata insieme: «Per favore, datemi il numero di Scieri. Lo chiamiamo e vediamo dov'è»? Non ci avete pensato.

  STEFANO VIBERTI. Appunto, ce l'avevano loro il numero. Se ce l'avevano, che erano più amici, non vedo perché...

  PRESIDENTE. Ma lei quella sera era uscito insieme a Scieri.

  STEFANO VIBERTI. Sì, ma lo sapevano anche loro. Voglio dire...

  PRESIDENTE. Sì, ma quella sera era uscito lei con Valentini e Scieri.

  STEFANO VIBERTI. Io non avevo neanche il numero di Scieri, quindi...

  PRESIDENTE. Forse non mi so spiegare bene. Quella sera lei, Valentini e Scieri siete usciti insieme. Siete rientrati insieme, lei, Valentini e Scieri, seguiti da tanti altri Pag. 11commilitoni, comunque in particolare questo piccolo gruppetto, lei, Valentini e Scieri.
  Dopo che Scieri non rientra al contrappello, una cosa grave – era rientrato in caserma Scieri, non è che non si fosse mai presentato in caserma; era rientrato in caserma – a lei non viene neanche la curiosità di dire a Valentini, per esempio: «Hai il numero di Scieri? Chiamiamolo. Che fine ha fatto? L'ho lasciato fuori. Non l'ho lasciato fuori dal cancello».

  STEFANO VIBERTI. Onestamente, come ho detto prima, non avevamo questo rapporto per cui avere tutta questa preoccupazione. Anzi, probabilmente lui aveva amici molto più legati, come lei mi sta facendo capire. Io, onestamente, non ho sentito l'esigenza di andare a cercarlo in questa maniera, proprio perché non avevamo avuto modo di entrare in confidenza piuttosto che altri commilitoni, appunto.

  PRESIDENTE. Benissimo. Allora diciamolo in un'altra maniera: voi rientrate alle 22.15, fumate una sigaretta e Scieri dice che deve fare una telefonata.

  STEFANO VIBERTI. Sì.

  PRESIDENTE. Quindi, a che ora lascia lei Scieri? Pochissimi minuti dopo. Il tempo di una sigaretta.

  STEFANO VIBERTI. Il tempo di una sigaretta, il tempo di fare il viale...

  PRESIDENTE. Il tempo di fare il viale saranno stati cinque minuti.

  STEFANO VIBERTI. Esatto.

  PRESIDENTE. Quindi alle 22.15 entrate e alle 22.20 lei lascia Scieri. Il contrappello è un'ora e mezza dopo. Dalle 22.20 – vogliamo dire le 22.30? – alle 23.45 c'è un'ora e un quarto di tempo. In un'ora e un quarto di tempo prima del contrappello lei non vede arrivare il suo – lasciamo perdere la parola «amico» – conoscente che ha lasciato vicino lì per fare una telefonata. Non si domanda che fine ha fatto Scieri, se si è sentito male, è caduto, ha sbattuto la testa, ha avuto un giramento di testa, qualunque cosa?

  STEFANO VIBERTI. Glielo spiego brevemente.

  PRESIDENTE. Un'ora e mezza è passata.

  STEFANO VIBERTI. Era il primo giorno di caserma e probabilmente dovevamo sistemarci.

  PRESIDENTE. Un'ora e un quarto è passata.

  STEFANO VIBERTI. Dovevamo sistemarci, visto che era il primo giorno di caserma in quel luogo. La preoccupazione più grande era quella. Vista la giornata comunque abbastanza intensa, il viaggio e l'adeguamento al nuovo posto, probabilmente un'ora è stata appena sufficiente per adeguarsi alle nuove direttive di quel luogo. Quindi, ci siamo preparati per...

  PRESIDENTE. Il letto l'avevate fatto nel pomeriggio. Quando vi viene consegnato il cubo, voi prendete il cubo dal casermaggio e fate i letti per la sera. Questo ci risulta. Quindi, cosa dovevate fare in un'ora e un quarto?

  STEFANO VIBERTI. Onestamente, non ricordo di preciso cosa abbiamo fatto, ma le posso garantire che non abbiamo perso tempo.

  PRESIDENTE. Allora le faccio un'altra domanda. Perché lei, quando Scieri viene chiamato al contrappello, si affaccia continuamente dalla finestra per vedere se Scieri arriva? Se non era preoccupato, perché si affaccia dalla finestra?

  STEFANO VIBERTI. Premetto che questo non me lo ricordo. Questo non me lo ricordo, però probabilmente in quel momento mi sono reso conto che non era rientrato. È stato un gesto normale magari dare un'occhiata fuori dalla finestra per Pag. 12vedere, visto che qualcuno ha dichiarato questa cosa. Probabilmente è stato semplicemente dare un'occhiata così, però le dico, sinceramente, che non c'era tutta questa preoccupazione del fatto che lui...
  Anche nei giorni a seguire eravamo convinti che lui fosse uscito dalla caserma, quindi non era un pensiero il fatto che lui fosse ancora all'interno della caserma. Non lo pensavamo.

  PRESIDENTE. Non vi ha sfiorato questo pensiero.

  STEFANO VIBERTI. Non ci ha sfiorato questo pensiero.

  PRESIDENTE. Però lei ha detto più volte che Scieri era persona seria e che non avete mai pensato che potesse fare – come dire – gesti inconsulti.

  STEFANO VIBERTI. Sì. Diciamo che questa...

  PRESIDENTE. Quindi, perché doveva uscire Scieri? Scieri abitava a Siracusa. Perché doveva andar via dopo essere rientrato in caserma da Pisa? Non poteva neanche raggiungere casa. Alle 22.15 della sera Scieri dove se ne andava a Pisa? Che motivo aveva di rientrare in caserma? Se non voleva rientrare, non rientrava ab origine. Ve lo sarete chiesto questo voi. Avevate fatto il CAR insieme, venticinque giorni insieme.

  STEFANO VIBERTI. Sì. Noi l'unico pensiero... Anche col Gelli mi ricordo che abbiamo anche scherzato nei giorni a seguire. Col senno di poi uno poi si morde la lingua, però pensavamo che lui veramente fosse riuscito dalla caserma.

  PRESIDENTE. Apprezzate le circostanze, propongo di proseguire l'audizione odierna in seduta segreta.

  La Commissione delibera quindi all'unanimità di procedere in seduta segreta (i lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Sospendo brevemente la seduta.

  La seduta, sospesa alle 17.20, è ripresa alle 17.35.

  PRESIDENTE. Apprezzate le circostanze, propongo di proseguire l'audizione odierna in seduta segreta.

  La Commissione delibera quindi all'unanimità di procedere in seduta segreta, (i lavori procedono in seduta segreta, indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Nessun altro chiedendo di intervenire, dopo aver ringraziato gli auditi, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 20.25.