XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 103 di Giovedì 3 novembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 3 

Audizione del direttore del TG3, Luca Mazzà:
Fico Roberto , Presidente ... 3 ,
Airola Alberto  ... 3 ,
Fico Roberto , Presidente ... 3 ,
Anzaldi Michele (PD)  ... 3 ,
Fico Roberto , Presidente ... 3 ,
Mazzà Luca , direttore del TG3 ... 3 ,
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 6 ,
Lupi Maurizio (AP)  ... 7 ,
Airola Alberto  ... 8 ,
Ruta Roberto  ... 8 ,
Anzaldi Michele (PD)  ... 9 ,
Lainati Giorgio (SCCI-MAIE)  ... 9 ,
Verducci Francesco  ... 9 ,
Pisicchio Pino (Misto)  ... 10 ,
Rampelli Fabio (FdI-AN)  ... 11 ,
Fico Roberto , Presidente ... 12 ,
Mazzà Luca , direttore del TG3 ... 12 ,
Ferragni Fabrizio , direttore delle relazioni istituzionali della Rai ... 13 ,
Mazzà Luca , direttore del TG3 ... 13 ,
Fico Roberto , Presidente ... 14 ,
Ferragni Fabrizio , direttore delle relazioni istituzionali della Rai ... 14 ,
Airola Alberto  ... 14 ,
Mazzà Luca , direttore del TG3 ... 14 ,
Lupi Maurizio (AP)  ... 14 ,
Fico Roberto , Presidente ... 14

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROBERTO FICO

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'art. 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.

Audizione del direttore del TG3,
Luca Mazzà.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore del TG3, Luca Mazzà, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione. È inoltre presente il direttore delle relazioni istituzionali della Rai, Fabrizio Ferragni, che ringrazio per la sua presenza.
  Come convenuto nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi, invito i colleghi a contenere il proprio intervento entro i cinque minuti.
  Prima di dare la parola al dottor Mazzà, il senatore Airola ha chiesto di intervenire sull'ordine dei lavori.

  ALBERTO AIROLA. Mi riferisco a un fatto accaduto lunedì scorso, quando il TGR Piemonte ha mandato un tele cine operatore abilitato a raccogliere interviste perché iscritto all'ordine dei giornalisti o dei pubblicisti, ma privo di assistente o comunque di giornalista, per cui l'intervista per la campagna referendaria per il «no» in corso di svolgimento in Piemonte è stata fatta in condizioni non adeguate al servizio pubblico. Un operatore non può da solo tenere il microfono e fare le domande, perché l'immagine ne viene necessariamente degradata di qualità, quindi si profila un'adempienza grave del servizio pubblico: l'argomentazione addotta è che non ci sono risorse per coprire adeguatamente sui TGR il lavoro quotidiano d'informazione.
  Chiederei quindi di audire nell'ambito di queste audizioni anche il direttore Morgante, perché ci dica se è vero che c'è carenza di personale e di dotazioni, e quindi se il servizio pubblico riesca o meno a svolgere adeguatamente il suo compito.

  PRESIDENTE. L'audizione di Morgante non è prevista, però penso si possa calendarizzare nell'ambito del piano editoriale delle testate. Ho letto anche un'interrogazione di Anzaldi, che non so se voglia intervenire...

  MICHELE ANZALDI. Procediamo con l'audizione, lascerei queste tematiche all'Ufficio di presidenza.

  PRESIDENTE. L'Ufficio di presidenza non ci sarà dopo la seduta: era per capire se potevamo calendarizzare anche questa audizione. Do ora la parola al dottor Mazzà, che riferirà sul piano editoriale della testata giornalistica TG3, con riserva per me e per i colleghi di rivolgergli al termine del suo intervento domande e richieste di chiarimento.

  LUCA MAZZÀ, direttore del TG3. Grazie per questa opportunità di raccontarvi le Pag. 4linee direttrici del piano editoriale che ho presentato in azienda: cercherò di tediarvi il meno possibile.
  In premessa, vi rassicuro subito sul fatto che gli obiettivi essenziali del TG3 si confermano nel racconto della realtà e nel libero confronto delle opinioni. Il TG3, come sapete meglio di me, è un telegiornale di grande identità e di grande tradizione; si tratta di valori da preservare assolutamente, ma questo non deve significare una rinuncia al cambiamento: innovare nel solco della tradizione, della strada maestra che si intende seguire, con il proposito di mantenere il TG3 in sintonia con i tempi sotto il profilo dei contenuti, del linguaggio e anche dell'immagine. La cifra del TG3 è l'approfondimento delle notizie, da intrecciare al racconto degli eventi in diretta tutte le volte che l'attualità lo renda possibile, in modo da garantire l'offerta informativa più completa e più fruibile. Un'informazione che sia attenta al centro, ma soprattutto alle periferie, rispettosa delle diversità non solo di genere, attenta ai temi della legalità, alle istanze della disabilità e che sappia valorizzare esempi di inclusione e di integrazione. Contestualmente si vuole anche dare corpo a quello che si può considerare un intento più didattico, divulgativo, per semplificare e rendere più comprensibili fenomeni ed eventi interni e internazionali complessi e apparentemente lontani dalla vita di tutti i giorni, ma che in realtà condizionano fortemente le nostre scelte quotidiane. In questo ambito rientra anche l'obiettivo di dare più informazioni dall'Europa e sull'Europa, non solo per la ricaduta delle decisioni delle istituzioni dell'Unione, ma soprattutto nell'ottica del confronto e della comparazione circa le scelte e le soluzioni adottate dai nostri partner in materia di lavoro, di sanità, di pensione, di istruzione, di welfare. E ancora, l'economia da spiegare in termini semplici, elementari, per fornire alle famiglie, ai consumatori e ai risparmiatori quel bagaglio di informazioni e di conoscenze che occorrono in questa fase per orientarsi. È infatti una fase di ristrettezze economiche e anche di difficile gestione dei risparmi, con rendimenti a tasso zero. Ampio spazio al confronto politico, come è tradizione del TG3, da raccontare nella sua asprezza, ma sempre nel rispetto dei princìpi cardine del servizio pubblico, cioè dell'equilibrio e dell'equa ripartizione delle opportunità di intervento e di manifestazione del pensiero, con un'attenzione mirata (ci tengo a dirlo) alle scelte politiche che hanno ricadute concrete sulla vita reale, senza indugiare nel racconto di tatticismi, intrighi, retroscena. Il tutto con il collante della cultura, intesa come capacità di leggere e interpretare in chiave contemporanea i grandi accadimenti dei nostri giorni attraverso le testimonianze dei più autorevoli osservatori, appartenenti ai diversi ambiti culturali (letteratura, cinema, teatro, musica). L'obiettivo dichiarato è di tenere insieme l'alto e il basso senza snobismo, per raggiungere un pubblico più largo possibile, con l'aggiunta di un altro impegno dichiarato a raccontare e a far scoprire il grande patrimonio dei beni culturali, senza sconti per nessuno in tutti i casi di abbandono e di incuria.
  La cifra del TG3 – ripeto – è l'approfondimento, da realizzare prioritariamente con l'arricchimento di commenti e opinioni da dare anche in diretta nel corso delle diverse edizioni del TG, ma approfondimento nella mia visione significa anche una specifica costruzione dell'offerta informativa, che parta dalla ricerca sul territorio di notizie originali, relative a personaggi e a eventi emblematici dei nostri tempi. Alla base di questa offerta informativa c'è la tecnica propria della redazione del TG3 in presa diretta, essenziale, che costituisce il DNA di questa redazione ed è anche la sua grande forza identitaria. È un racconto che deve valorizzare i collegamenti dal vivo con i colleghi presenti nei luoghi dove accadono le cose, senza mai rinunciare a inquadrare, contestualizzare, arricchire le notizie di elementi informativi di background, con il contributo forte di supporti descrittivi grafici, da sottoporre poi alla riflessione di esperti e opinionisti scelti per competenza e affidabilità. Approfondimento significherà anche ridare spazio in alcuni ambiti definiti all'inchiesta, al reportage, al documentario breve. Pag. 5
  Da queste premesse discende la volontà di differenziare le diverse edizioni del TG3, che sono principalmente quattro: 12.00, 14.20, 19.00 e l'edizione della notte, Linea notte, che richiede però un discorso a parte perché lì si lavora a un format più specifico.
  La prima edizione delle 12.00, realizzata e messa in onda dalla redazione di Milano, mantiene la fisionomia e la cifra specifica maturata negli anni. È un'edizione che conserva un tratto agile, rigoroso, di stretta aderenza al racconto dei fatti, che ha consentito in questi anni di consolidare il gradimento e anche lo share e l'apprezzamento di chi ci guarda. L'obiettivo, che ci siamo posti anche attraverso la costruzione dei servizi e la scelta dei temi, è di puntare ancora di più lo sguardo sugli avvenimenti destinati a svilupparsi nel corso della giornata, il che significa maggior ricorso alle dirette e ai collegamenti con le sedi regionali e gli uffici di corrispondenza.
  L'edizione delle 14.20 è quella su cui forse avviene l'intervento più rilevante. Sta avendo e avrà un occhio di riguardo per l'informazione al servizio di famiglie, consumatori e risparmiatori: l'intento è di dare spazio alle cosiddette notizie utili, con effetti concreti sulla vita di tutti i giorni. Priorità dunque alle tematiche del vivere quotidiano come consumi, sanità, qualità dei servizi, prezzi, bollette, tasse, pensioni, telefonia, trasporti, ma anche risparmio energetico, tutela dell'ambiente, problematiche di accesso e di navigazione in rete. A questo proposito, attraverso i social e le piattaforme multimediali, si sta puntando a stabilire un rapporto sempre più diretto con i telespettatori, per raccogliere indicazioni, denunce e casi da affrontare e possibilmente risolvere. A supporto di questo schema informativo, un ruolo decisivo e osmotico viene svolto già ora da Fuori TG, un nostro quotidiano di approfondimento, che proprio sul terreno dell'informazione dalla parte del cittadino ha sviluppato e consolidato negli anni una specifica competenza.
  L'edizione delle 19.00, l'edizione principe, la vetrina, condensa il top della qualità che la redazione è in grado di esprimere in termini di ricerca di notizie, di immagini, di valorizzazione del contributo di opinionisti e commentatori, esaltando a trecentosessanta gradi la filosofia ispiratrice di questo piano editoriale, che è incentrato – lo ripeto – sulla ricerca di fatti originali, sull'approfondimento, sull'inchiesta e sulla ricerca di storie e personaggi che sappiano valorizzare il racconto del territorio. Anche qui c'è un dichiarato intento didattico, esemplificativo, di stimolo alla riflessione, con uno stile comunicativo semplice, contemporaneo, supportato da un ampio ricorso all'infografica. L'edizione delle 19.00 per sua natura e per la sua collocazione oraria è naturalmente un TG di prima informazione della sera, il che si sostanzia nell'offrire al telespettatore tutte le notizie del giorno in modo completo, obiettivo e imparziale. Questo però non significa rinunciare alla prerogativa di una propria selezione degli argomenti e dei temi che si tratteranno e si approfondiranno: la selezione e la differenziazione del prodotto sono tratti essenziali di questa edizione. Tra le novità che verranno gradualmente introdotte nell'edizione delle 19.00, contestualmente a un restyling della grafica e della sigla introduttiva, ci saranno titoli con testi leggermente più ampi ed esaustivi e un utilizzo di immagini più esteso e accurato. L'obiettivo è quello di realizzare qualcosa di simile a una copertina, che sia una panoramica delle principali notizie del giorno. A beneficio di chi si sintonizzerà in ritardo rispetto all'inizio del TG (ma questo è un esperimento che dobbiamo ancora praticare) c'è l'ipotesi di adottare la soluzione grafica del rullo di notizie, che è stato già sperimentato con successo non solo da molte televisioni all news, ma anche da alcune TV generaliste. Credo che il rullo di notizie, che però dovrà essere sperimentato, sia un servizio in più per chi guarda la televisione.
  Come dicevamo, Linea Notte merita un ragionamento a parte, è uno spazio informativo decisivo del TG3. Da diverse settimane stiamo lavorando alla valorizzazione del format per renderlo più in sintonia con il target di pubblico di quella fascia oraria di RaiTre; si tratta di un format che ha Pag. 6sfruttato scenograficamente l'apertura in quattro spicchi del tavolo tradizionale da cui vengono gestiti i TG del giorno, un tavolo tondo in cui è stata realizzata una sorta di arcipelago di isole, su ciascuna delle quali stazionano mondi e punti di vista diversi, all'interno dei quali il conduttore si muove raccogliendo pareri e rilanciando questioni. Si è lavorato anche alla rassegna stampa, che è stata resa più televisiva con l'impiego delle immagini relative agli argomenti affrontati.
  Tra le principali novità del piano editoriale c'è anche l'edizione serale del TG della domenica, un TG di venticinque minuti che comincia intorno alle 23.45 e credo sia un inedito nel panorama dell'informazione Rai, un TG quasi interamente dedicato all'informazione internazionale dall'estero, che conserva al suo interno, in una sorta di immagine ribaltata, una finestra sulle notizie dall'Italia. Il titolo è TG3 del mondo, ha un format diverso dalle altre edizioni tradizionali, si avvale dei contributi in diretta delle sedi di corrispondenza e della partecipazione di autorevoli esperti di politica internazionale. Centrale in questo ambito, con la presenza in studio di un giornalista dedicato, è il racconto di eventi, di immagini e di testimonianze dal mondo del social. Il posizionamento orario di questa edizione della notte consente di giocare d'anticipo sui grandi eventi in programma nella settimana che si sta per aprire.
  Ancora, due parole su TG3 e social. Il TG3 può già contare su un seguito significativo sulle principali piattaforme, ossia circa 660.000 follower su Twitter, 148.000 «mi piace» sulle pagine Facebook. Si sta lavorando in armonia con la policy dell'azienda per rafforzare questa presenza sui social, abbiamo avuto importanti risultati e riscontri proprio in questi giorni di gestione dell'informazione dal territorio sul terremoto. L'obiettivo è quello di essere più presenti con iniziative, anticipazioni, foto, contributi e testimonianze dei colleghi che sono in giro per il territorio.
  Non vi ruberei altro tempo.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Mi scuso se non riuscirò a seguire tutti i lavori perché contemporaneamente ho una votazione in Commissione permanente; leggerò le risposte del direttore nel resoconto.
  Voglio innanzitutto rivolgere un augurio di buon lavoro al direttore Mazzà per l'incarico che ha ricevuto e perché dalla sua esposizione si evince che ha deciso di darsi un impegno particolarmente faticoso, visto che ha detto di «innovare nel solco della tradizione», termini che difficilmente si riesce a tenere insieme, anche perché il TG3, come ha ricordato, ha una grande forza identitaria, quindi riuscire a combinare innovazione e tradizione è davvero una sfida impegnativa, oltre al progetto editoriale che ci ha presentato. È indubbiamente anche la sua biografia, la sua storia personale, visto che lei ha una profonda conoscenza del mestiere, della Rai, del TG3, quindi parte già con tutta la strumentazione necessaria.
  Nella sua comunicazione ho sentito alcune cose di interesse non scontato: l'attenzione a tutto quello che riguarda la disabilità, perché credo che sia una parte della nostra società mai sufficientemente raccontata e con la giusta prospettiva, valorizzare esempi di inclusione, punto che riguarda tutti, il TG3 indubbiamente, il servizio pubblico e il mondo dei media nel complesso, visto che è sempre facile indicare gli elementi di esclusione, di differenza, di allontanamento da sé, mentre inclusione e integrazione sono la sfida che abbiamo di fronte. Senza nulla togliere a quanto deve essere indicato come problema, difficoltà, rischio, riuscire a valorizzare esempi di inclusione è un impegno che deve riguardare tutti, a partire dal servizio pubblico.
  Ho due domande da porre. Se non ho visto male, in questo periodo Linea Notte, l'approfondimento del TG3, ha come ospiti commentatori, opinionisti e non ospiti politici, mentre mi sembrava che in precedenza fosse questo il tratto. Vorrei capire se questo dipenda solo dal fatto che quando ho fatto zapping non ho visto ospiti politici o se sia una linea editoriale, ed eventualmente se sia temporanea, legata a una gestione della par condicio o a una scelta definitiva. Pag. 7
  Sempre facendo zapping ho visto il promo di Carta Bianca, il nuovo programma di Bianca Berlinguer che sarà una striscia quotidiana prima del TG3, tanto che l'ultima battuta del promo è «arriviamo prima del TG3». Vorrei sapere se dal punto di vista aziendale ci sia una possibile sinergia o se sarà «all'impronta». Mi interesserebbe capire come le due cose possano marciare insieme, una di seguito all'altra.

  MAURIZIO LUPI. Chiedo scusa al direttore Mazzà per non aver ascoltato la prima parte della sua relazione introduttiva. Fatta la premessa non formale degli auguri di buon lavoro al nuovo direttore del TG3, nomina che, come abbiamo sottolineato, va nella direzione tante volte auspicata da questa Commissione di scegliere all'interno professionisti che sono stati formati e conoscono bene l'azienda, e lei ovviamente (ci siamo conosciuti in altri ruoli) conosce molto bene l'azienda, ma anche la rete dove lavora: quindi auguri di buon lavoro, pur nella diversità dei format e delle proposte è necessario ricordarsi sempre che si è servizio pubblico.
  Partendo dalle proprie caratteristiche e da posizionamenti che TG1, TG2 e TG3 devono avere anche in virtù dei loro orari, si tratta di avere la capacità di raccontare una pluralità di esperienze che esistono nella società, nei fatti che accadono (ed è questo l'invito che rivolgiamo), partendo dal proprio punto di vista e dalla modalità con cui ognuno vuole dare la propria impronta.
  Vorrei fare una domanda e un'osservazione, approfittando della presenza del direttore Ferragni, perché lo possa riferire anche ai vertici della Rai. La mia domanda (l'ho fatta anche la volta scorsa al direttore del TG2) è la seguente: siamo in par condicio, quindi la legge prevede che i responsabili fino al 4 dicembre non siano più i direttori di rete per quanto riguarda i programmi informativi e tutto ciò che tocca i contenuti referendari, ma diventi responsabile il direttore del TG, e la responsabilità non è solo formale, è una responsabilità personale, come la legge prevede, del direttore del TG3. Mi interessa capire con quali strumenti lei riesca a esercitare questa sua responsabilità, tra l'altro in una rete dove c'è un direttore di rete che, come ci ha dimostrato più volte, non conosce assolutamente l'azienda Rai, è stata presa dall'esterno, eppure i programmi sono stati programmati dal direttore di rete. Il direttore del TG3 quali poteri ha per intervenire laddove ravvisasse contenuti o elementi tali da rispondere alla legge, e come si raccorda in questo caso con la direzione editoriale? Questo è un elemento fondamentale, perché altrimenti vi si chiede di esercitare una responsabilità che nei fatti non potete esercitare.
  Esprimo invece tutto il mio rammarico perché, nonostante le diverse posizioni, tra l'altro condivise da tutta la Commissione di vigilanza, espresse alla direzione generale della Rai e al direttore generale, vediamo che un consulente continua imperterrito non solo ad essere pagato pur essendo pensionato e quindi violando le leggi che il Parlamento ha approvato per le aziende pubbliche, secondo cui i pensionati non possono esercitare neppure nei consigli di amministrazione, ma comunque non possono percepire un compenso, ma addirittura, pur essendo pagato come consulente dall'azienda pubblica, continua la sua collaborazione, presumo anche pagato, con il quotidiano La Repubblica, di cui è addirittura inviato nelle zone terremotate. La domanda non è formale, come Gruppo abbiamo presentato un'interrogazione e chiederemo di individuare le responsabilità. Addirittura verifichiamo che, mentre fa il consulente editoriale di una struttura importante come quella della Rai, ha il tempo per fare l'inviato della Repubblica nelle zone terremotate! La Rai ritiene che tutto questo possa continuare o che si debba finalmente intervenire? Avete inserito nel contratto di questo signore almeno l'esclusiva, avendogli dato, oltre alla meritata pensione di professionista, un compenso non da poco? Credo che queste cose (lo dico con la serietà e l'imparzialità del caso) non possano più accadere ed è intollerabile che accadano. Se non si interviene su questi casi, il nostro gruppo si riserva in tutte le sedi di intervenire perché l'azienda faccia Pag. 8 servizio pubblico e usi le risorse del pubblico nel miglior modo possibile.

  ALBERTO AIROLA. Grazie direttore di essere qua, anch'io le auguro buon lavoro, certo è che è un momento molto delicato questo, quindi mi concentrerei su questo momento, oltre che sul piano editoriale che ci ha illustrato essere in linea con la tradizione e la propensione culturale del TG3.
  Ottimo il discorso sull'approfondimento, che secondo noi è un aspetto che il servizio pubblico deve seguire particolarmente, perché in questa società, dove le notizie sono tutte a produzione e consumo immediati, manca a volte la riflessione e il TG3 aveva questa vocazione (anche il TG2, ma forse il TG3 in maniera diversa).
  Vorrei concentrarmi su questo periodo molto delicato, perché questo è un momento cruciale per la nostra nazione e quindi la TV è l'elemento centrale, il servizio pubblico in particolare, nell'informare sui temi referendari. Le chiedo quindi la massima cura nell'attenzionare sia il TG3, sia i programmi della sua testata, Agorà in particolare, che ha un'edizione quotidiana seguita, in cui durante il referendum sulle trivelle ci sono stati degli scivoloni, niente di eclatante, però questo è un momento in cui non ci possiamo permettere errori da parte del servizio pubblico, che possono causare disinformazione sia sul «sì» che sul «no». Anche su Politics le raccomando tutta l'attenzione possibile; c'è stato un richiamo di Agcom a tutte le testate sulla sovraesposizione del Presidente del Consiglio, su questo come pensate di equilibrarvi nell'ambito della par condicio? Oggi sicuramente il vostro il TG forse risulta leggermente più sul «no» che sul «sì», però tenete conto che c'è stata un periodo pre-par condicio dove il «sì» stava all'80 per cento e il «no» al 20 come rappresentazione, quindi questa è una cosa che deve comunque pesare nella valutazione quotidiana rispetto al vostro lavoro.
  La Berlinguer disse a Politics di non aver ricevuto pressioni dirette dal premier. Vuol dire che le ha avute indirette (è una domanda provocatoria)? Lei ha avuto pressioni politiche indirette nel suo lavoro? Verdelli passa ogni tanto, vi parlate, prende con la sua squadra 2 milioni e poi non abbiamo operatori con un giornalista? Come vi coordinate? Questa è una domanda che abbiamo fatto a tutti i direttori.
  Lei ha detto «raccogliere il più ampio pubblico possibile», questo significa ampliare in maniera generica la fascia di pubblico a cui ci si rivolge a discapito di una specializzazione che forse nel servizio pubblico ogni testata dovrebbe avere, visto che sono tre o quattro testate? Vorrei capirlo meglio.
  Ottimo le immagini più belle e più di qualità, perché la forma è sostanza soprattutto in TV. Sono molto dubbioso sul rullo di notizie, perché si tratta di dare una forma più allettante rispetto ai format che adesso vediamo in TV (Sky, TG 2), ma mi concentrerei di più sul fare informazione sui social.
  Attenzione alle grafiche perché possono essere tendenziose, è uno strumento con cui spesso si concentra l'attenzione dello spettatore su un aspetto, senza poi poterlo approfondire, perché la grafica compare, comunica una notizia, distoglie dalla notizia che si sta seguendo. Anche sulla nuova rassegna stampa stiamo attenti ai commenti dei giornalisti, perché su Rainews continuo a sentire «che bella notizia questa!» e da un giornalista mi sembra eccessivo. Le chiedo veramente di seguire il più possibile le normative e la delicatezza del momento, siete voi giornalisti che potete garantirci questo, noi non possiamo dirvi come fare, è la vostra reputazione, è la vostra dignità e l'etica del vostro lavoro, quindi a quella mi appello. Seguite quella, non le indicazioni di chi vi ha messo lì.

  ROBERTO RUTA. Vorrei rinnovare anch'io gli auguri di buon lavoro al direttore, anche perché, come già evidenziato dal capogruppo Peluffo, alcune cose stanno per partire e le attendiamo con ansia.
  Riferisco qui cose che mi hanno scritto alcuni cittadini, lamentandosi dell'idea (lo dico anche provocatoriamente, ma riporto questa opinione perché a farmi parlare è l'affetto nei confronti di Rai3 e del TG3, mio TG di riferimento personale) che per vedere il TG3 si debba andare a La7. Riferisco questa opinione perché credo che Pag. 9l'impegno e la mission debbano essere di recuperare fino in fondo, ammesso che si sia perso il ruolo che ha svolto il TG3, un ruolo importante che ha aiutato a crescere più di una generazione negli ultimi quindici anni, che non solo come TG3 ma proprio come rete, ancorché possa non far piacere a chi governa in quel momento (poco importa), continui a essere un luogo in cui la critica ha uno spazio maggiore che sugli altri canali della Rai – ancorché non condivisibile su alcune cose ma non ha importanza – perché diventi un luogo di maggiore approfondimento, di maggiore critica, di una visione che non dà nulla per scontato e vada più a fondo, che dica cose che poi possono essere contraddette in un'interlocuzione vivace. Il TG3 e alcuni programmi di Rai3 ci hanno fatto crescere come Italia, nel bene e nel male, e credo che a questo si debba tornare in maniera piena, moderna, innovativa, come ho compreso che giustamente si vuol fare, quindi con questo sforzo, sicuro come sono che è stata scelta la persona giusta (lo dico senza infingimenti, con stima nei confronti del direttore), esprimo un augurio pieno di buon lavoro perché si ritorni a quel TG3 al quale una parte d'Italia è affezionata, che magari ha fatto storcere il naso a chi governava in quel momento, ma ha significato tanto per tutta l'Italia, per chi lo condivideva, per chi si arrabbiava, per chi ne soffriva, per cui quella è una delle offerte alle quali il servizio pubblico italiano non può e non deve rinunciare. Vorrei chiedere quindi se s'intenda andare in questa direzione, anche meglio di come l'ho descritta.

  MICHELE ANZALDI. Vorrei approfondire la questione sollevata dal collega Lupi con il direttore come responsabile delle trasmissioni: proprio sui giornali di oggi c'è dibattito su come vadano conteggiati nella par condicio i grandi giornalisti che hanno manifestato la loro propensione o fanno attività attiva per i Comitati del «no» o del «sì»; su alcune reti di altre aziende sembra che alcune violazioni abbiano portato a un esposto mentre in Rai sembra che sia tutto in regola. Vorrei capire se su questa tematica ci sia un orientamento dell'azienda o almeno della testata che lei dovrà sovraintendere.

  GIORGIO LAINATI. Un piacevole ritorno nell'aula di una Commissione strategica per gli interessi nazionali e di cui ho fatto parte nella XIV legislatura. A parte questa notazione, gentile direttore, mi unisco agli auguri formulati dai colleghi.
  Lei sa che il senatore Bonaiuti ed io nella nostra precedente vita politica abbiamo avuto un rapporto molto conflittuale con il telegiornale che lei dirige, ma con la stessa franchezza posso dirle che ho molto apprezzato la sua esposizione e le linee programmatiche, che confermano il ruolo strategico del TG3, in particolare per quanto riguarda gli approfondimenti e l'attenzione alle tematiche sociali, economiche, alle difficoltà della società italiana di fronte alla disoccupazione e alle vicende collegate alla crisi economica.
  Una breve annotazione che voglio unire a una domanda che riguarda l'approfondimento notturno, che è uno dei punti di forza per chi ha la pazienza di seguirlo in quell'orario, perché lei ha la fortuna di avere un telegiornale che a mio avviso (lo dico da giornalista televisivo) ha una delle scenografie più belle in assoluto, con quella telecamera circolare che accompagna il conduttore, e devo dire che lo scenografo ha fatto un lavoro bellissimo, quindi condivido la sua scelta di arricchire la scenografia con immagini che richiamino le argomentazioni più importanti. Mi farebbe piacere che quella scenografia fosse mantenuta (lo dico da telespettatore) e vorrei chiederle, come le hanno già chiesto altri colleghi, una messa a fuoco di come sarà la futura Linea Notte.

  FRANCESCO VERDUCCI. Grazie al direttore Mazzà per essere qui oggi, per la sua relazione molto ricca e stimolante, dalla quale si evince un tentativo di sperimentare, salvaguardando i punti di forza di un telegiornale che in questi anni è riuscito a dare lustro all'informazione del servizio pubblico, a raggiungere un consenso e una credibilità molto elevati e molto forti, e colgo il punto del suo intervento laddove Pag. 10dice «innovare salvaguardando», e questo mi pare molto giusto. Mi pare sia molto forte lo spirito di sperimentazione e in particolare colgo un punto, che voglio sottolineare perché lo condivido molto, cioè quello di rafforzare ancora di più la vocazione della testata che lei dirige nel racconto del mondo. Viviamo un momento in cui l'informazione del servizio pubblico è messa alla prova da eventi enormi, che spesso, se non raccontati come si dovrebbe, con la giusta autorevolezza e con la giusta responsabilità, possono anche travolgere l'opinione pubblica. Penso al racconto degli eventi legati al terrorismo, ai fenomeni migratori e purtroppo da ultimo anche agli eventi tragici legati al terremoto degli ultimi giorni. Da questo punto di vista c'è bisogno di un'informazione molto credibile e autorevole, in grado di arrivare a tutti, quindi anche a generazioni più giovani, che tendono a non guardare la televisione e a stare solo sui social. Qui mi lego all'altro punto che considero molto importante: l'esperimento del TG della domenica sera va implementato, non so se vi sia modo, ma andrebbe implementato sino a trovare uno spazio quotidiano di approfondimento, di cui c'è necessità alla luce dei grandi accadimenti attuali. I social ci forniscono notizie in tempo reale, anche notizie critiche e punti di vista che altrimenti non sempre riuscirebbero a bucare la grande informazione, e questo è un punto positivo. Dall'altra parte, però (e questo è un punto pesantemente negativo) spesso i social sono il luogo di una mistificazione pesante. Ritengo che questa crossmedialità che lei ci ha raccontato vada assolutamente incrementata e rafforzata, e penso abbia l'obiettivo di far valere l'aspetto positivo dei social anche nell'emergere di punti di vista nuovi e nel contrastare gli elementi negativi dei social, quella mistificazione che nuoce all'informazione, alla sua credibilità e a una formazione corretta dell'opinione pubblica.
  Lei ha fatto cenno alla reinvenzione di Linea Notte, ma la sua testata è molto importante per quanto riguarda tutti i talk d'informazione non solo politica dell'azienda Rai, lo strumento dei talkshow legati alla politica è usurato nel linguaggio e nei canoni, quindi vorrei chiederle come pensa che questo strumento vada reinventato.
  Mi pare che la Rai stia facendo molto bene (i dati ce lo confermano) per quanto riguarda pluralismo e imparzialità sul referendum del 4 dicembre, quindi come pensa di interpretare la delibera sulla par condicio che questa Commissione ha varato all'unanimità qualche settimana fa?

  PINO PISICCHIO. Solo qualche minuto, molto meno dei cinque, perché buona creanza vorrebbe che mi tacessi, non avendo avuto la possibilità di ascoltare l'intervento del direttore, che vorrei ringraziare anch'io per la sua presenza.
  Naturalmente sono anch'io vittima di misunderstanding, perché non sono molto social e quindi la mattina alle 10.00 non leggo i messaggi con cui mi si informa del cambiamento di sede (colpa mia naturalmente, non degli uffici) e quindi mi sono recato serenamente lì, dove peraltro c'è la biblioteca di cui da sempre sono fruitore e ho restituito un libro preso in prestito. Leggerò comunque l'intervento del direttore Mazzà, che peraltro, attraverso l'operazione ricostruttiva degl'interventi dei colleghi, mi pare si sia mosso all'interno di un percorso identitario che condivido.
  Già in un'altra non lontana stagione di gestione della Rai ci siamo confrontati, trovando peraltro una convergenza unanime all'interno di questa Commissione, su una fondamentale questione: il profilo identitario delle tre reti. Ognuna delle tre reti storiche della Rai ha una sua caratterizzazione, la capacità di coagulare una sensibilità e un pubblico, e questo fa dell'informazione offerta dalla Rai questa cosa straordinaria anche nel panorama europeo. Fondamentale è il ruolo del TG3 e della terza rete, che, come è stato opportunamente ricordato, realizza un di più di significatività dal punto di vista dell'approccio ai problemi sociali e a ciò che di nuovo si muove nell'ambito della cultura nazionale. Di questo voglio dare atto, conosco la straordinaria professionalità del direttore (non è piaggeria, è solo constatazione), credo che sia stata fatta una scelta opportuna con la sua persona, quindi il mio è un intervento di benvenuto, perché si Pag. 11sottolinea la straordinaria professionalità del prodotto Rai.
  Credo che come Commissione dovremmo tornare a ragionare (non è un discorso che può essere riferito alla sua presenza quest'oggi) sulla qualità prodotta nel corso degli anni dal sistema Rai, una qualità che spesso rischiamo di perdere, di non utilizzare o in qualche circostanza di postergare rispetto a scelte che si muovono all'esterno. Non devo farle domande, ma una sola constatazione sulla par condicio e meno male che non si è spostata la data del referendum perché non so come avrebbe potuto cavarsela di qui a quattro mesi in una condizione da Vietnam senza una regola.

  FABIO RAMPELLI. Anch'io sono arrivato in ritardo e quindi leggerò il resoconto della sua relazione e lo farò ben volentieri; ho ascoltato soltanto le ultime battute, quindi il giudizio non potrebbe essere completo rispetto alle intenzioni e ai programmi.
  Certo, il ruolo e la responsabilità che lei si è assunto sono importanti e noi da attenti osservatori saremo lì a fare la tara perché la testata che dirige è davvero strategica, ha sempre avuto un impulso innovativo, è una testata movimentista, che ha fatto molta ricerca, molto laboratorio, che è stata capace, nonostante la sua «appartenenza culturale tendenziale», di fare grandi aperture, di muoversi con libertà in maniera trasversale, di fare della sperimentazione un cavallo di battaglia, e infatti, come dicevano i colleghi che mi hanno preceduto, la cifra del TG3 in particolare può essere questa. Ci siamo chiesti se fosse necessario eliminare alcune testate perché ognuna aveva sviluppato alcune caratteristiche, una sua connotazione particolare, una vocazione importante, quella che, riassumendola in una parola, abbiamo definito una identità di riferimento. In questa sperimentazione si colloca il rapporto con i social, di cui abbiamo parlato con il direttore generale ma che deve essere ulteriormente approfondito, perché parliamo di un servizio pubblico televisivo e corre l'obbligo di porsi delle domande di tipo culturale rispetto all'andamento del Paese e alle tendenze delle nuove generazioni, dove si va a testare la società nel suo rapporto con la comunicazione diffusa, e non è detto che questi processi debbano essere assecondati semplicemente perché fanno cassetta.
  Una delle caratteristiche del TG3 è stata infatti quella di non rincorrere esigenze di carattere commerciale e di distinguersi, e mi piacerebbe che potesse essere ancora così, perché sono convinto che alcune degenerazioni nella ricerca di una comunicazione e di un'informazione pro domo sua, che isola dalla realtà sociale e quasi impedisce la condivisione delle trasformazioni culturali, non siano un fatto positivo.
  Come hanno già detto i colleghi, ma ribadisco perché, rappresentando una forza d'opposizione, sono ancora più sensibile alla materia, è fondamentale fare i conti con il pluralismo dell'informazione sia in piena campagna referendaria, sia a maggior ragione quando non c'è il paracadute della par condicio, delle delibere approvate dalla Commissione di vigilanza e recepite dall'azienda. Ritengo che da questo punto di vista siamo entrati in un'epoca diversa e che la possibilità di condizionare il popolo italiano attraverso la gestione di un telegiornale sia molto differente rispetto al passato. Nel caso in cui questo equilibrio di posizioni culturali e politiche non fosse riscontrabile, si correrebbe il rischio di cadute di stile. Mi riferisco non a lei e ai professionisti dell'informazione, ma soprattutto a chi compie le scelte politiche e quindi traccia il solco all'interno del quale si declina anche il ruolo degli operatori dell'informazione, quindi sarebbe importantissimo garantire un pluralismo dell'informazione che non sempre viene garantito.
  Lei ha i dati dell'Osservatorio di Pavia e dell'Agcom come li abbiamo noi, una lettura attenta di questi dati dovrebbe suggerire un equilibrio diverso nella presenza del Governo, della maggioranza, dell'opposizione, quindi ci aspettiamo che, a cominciare dalla campagna referendaria, che questo equilibrio venga garantito grazie alla sua professionalità e alla sua sensibilità, e che anche dopo la campagna referendaria sia possibile trovare nel TG3 una Pag. 12voce non solo imparziale, ma anche libera, in grado di sottrarsi alla logica del bilancino e facendolo in maniera virtuosa.

  PRESIDENTE. Ho ascoltato tutte le domande e sicuramente molte le faccio mie: mi fa molto piacere l'idea di un'edizione del telegiornale che tratti argomenti soprattutto internazionali, perché credo che la politica estera influenzi la politica interna dei Paesi, e più comprendiamo i fenomeni che avvengono all'estero, più comprendiamo quelli che avvengono all'interno del nostro Paese.
  Detto questo, cambio totalmente la natura della domanda, trattandosi di una curiosità su un episodio passato. Vorrei conoscere, se possibile, la natura dello scontro nella trasmissione Ballarò e perché lei andò via. Siccome se ne è molto parlato, glielo chiedo adesso che è qui presente in audizione.

  LUCA MAZZÀ, direttore del TG3. Mi sembra che sia condivisa una preoccupazione sul mantenimento (una cosa che mi sta a cuore, per questo la riprendo in apertura) dell'identità del TG3. Tenete conto che ho lavorato per quattordici anni al TG3 in diverse posizioni fino al 2006, sono stato capo della redazione economica, conosco bene quel telegiornale perché ci ho vissuto dentro, altri tre anni li ho fatti a RaiTre: diciamo che nel bene e nel male sono intriso di realtà TG3 e Rai3, quindi posso assolutamente tranquillizzare il senatore Ruta e l'onorevole Rampelli che in nessun caso l'identità che conosciamo, quel TG3 che conosciamo verrà snaturato. Su questo vi posso rassicurare perché sono parte di quel telegiornale.
  Venendo alle domande più specifiche che mi poneva l'onorevole Peluffo su Linea Notte in cui facendo zapping aveva notato nelle ultime settimane un'assenza di politici nel senso puro della parola: no, non c'è una scelta strategica, è una casualità, il tipo di tematiche che siamo andati ad affrontare su Linea Notte in queste serate ha spinto il conduttore e il caporedattore responsabili a fare una scelta di opinionisti esperti, non c'è una direzione di marcia tracciata né in un senso, né nell'altro. Quanto a Carta Bianca mi chiedeva quali sinergie siano possibili. La prima sinergia la facciamo oggi, perché c'è stata la conferenza stampa della collega Bianca Berlinguer e nel TG3 faremo un servizio che presenta il nuovo programma. Sono uno dei supporter più convinti, perché dal buon esito di Carta Bianca che precede il TG3 dipenderà anche l'andamento del TG3: se Carta Bianca sarà un buon traino, TG3 ne beneficerà, diversamente ne pagherà le conseguenze.
  In materia di par condicio l'onorevole Lupi mi chiedeva che tipo di controllo eserciti un direttore del TG3, al quale vengono riportati per responsabilità i programmi. Ho la fortuna di aver lavorato, prima di andare al TG3, per tre anni alla rete, per diversi programmi (Agorà, Ballarò e tanti altri), quindi ho la fortuna di sapermi muovere con una certa dimestichezza. Non c'è dubbio che il controllo che esercito sui programmi non è un controllo ventiquattro ore su ventiquattro: monitoro le scalette che mi vengono inviate e con la collaborazione dei miei vicedirettori, poiché purtroppo in questa fase al direttore del TG3 vengono riportati una quindicina di programmi (Mi manda Rai3, Agorà, sono tantissimi); ci siamo organizzati per monitorare le scalette e quando riscontriamo qualcosa che non ci convince interveniamo per chiedere chiarimenti. È un controllo più a valle, però fino adesso mi sembra che l'abbiamo esercitato con buoni risultati.
  Me lo chiedevano l'onorevole Lupi e altri: il rapporto con la struttura di Carlo Verdelli è abbastanza costante e sistematico, si intensifica in occasione di eventi particolari, come il terremoto o l'organizzazione del racconto del risultato delle elezioni americane.
  Venendo alle domande del senatore Airola, raccolgo assolutamente l'appello a fare attenzione ai bilanciamenti delle forze politiche: per fortuna i dati di oggi dell'Agcom mi confortano nel lavoro che sto svolgendo e che è l'essenza del mio modo di fare giornalismo. Sono nato all'Ansa e cresciuto alla Rai, con il valore del rispetto del pluralismo e del bilanciamento, e mi sarei Pag. 13trovato davvero in difficoltà innanzitutto con me stesso se i dati non mi avessero confortato in questa direzione. Anche alla luce della sua considerazione sul rilievo che viene dato al Governo le posso dire che i dati di oggi dell'Agcom dicono che siamo in linea e negli ambiti del dovuto risalto al lavoro del Governo, in particolare il Presidente del Consiglio viene dato con un rilievo del 23 per cento, tenuto conto che veniamo da settimane di grande impegno sul tema della manovra economica, della trattativa con l'Unione europea, della gestione del tema dei migranti e del terremoto, un momento di forte esposizione del Governo. Nonostante questo, il TG3 riesce a bilanciare le presenze in modo da garantire a tutti i giusti spazi.
  Il mio accenno all'allargamento della platea dei telespettatori era riferito in particolare al tema della cultura, perché è mio interesse raggiungere il pubblico più ampio possibile in termini di interesse, perché credo che la cultura debba essere portata senza snobismi e debba raccogliere apprezzamento, consenso e attenzione.
  Al senatore Ruta credo di aver risposto, è un mio impegno e andrei contro me stesso. Per quanto riguarda la domanda dell'onorevole Anzaldi sul conteggio degli opinionisti do un pezzo di risposta e poi chiederei al dottor Ferragni di integrare per quanto riguarda l'azienda. Secondo me è giusto che ci sia un bilanciamento continuo e costante tra «sì» e «no», tra bianco e nero, quindi mi viene spontaneo assicurare che laddove ci sia un «sì» ci sia un «no», laddove c'è chi sostiene il bianco ci debba essere il nero, quindi il mio atteggiamento è questo nei confronti del telegiornale e delle trasmissioni attualmente ricondotte sotto la mia responsabilità. Aziendalmente...

  FABRIZIO FERRAGNI, direttore delle relazioni istituzionali della Rai. Confermo questo, onorevole Anzaldi: come regola che ci siamo dati all'inizio, sia l'Osservatorio di Pavia, sia Agcom tramite Geca, i giornalisti schierati sono conteggiati come un esponente politico, rientrano in questo calcolo, per cui su questo siamo molto attenti.

  LUCA MAZZÀ, direttore del TG3. Onorevole Lainati, quello che stavo raccontando di Linea Notte è quello che già stiamo vedendo, sono contento che la scenografia le piaccia perché abbiamo fatto delle innovazioni importanti senza toccare la struttura, abbiamo creato una scenografia nuova, e la ringrazio perché anche secondo me è molto bella e di grande effetto. Quello che si sta facendo e sarà fatto ancora di più in occasione dei risultati delle elezioni americane è introdurre un po’ più di informazione dall'estero, sfruttando l'enorme numero di corrispondenti dall'estero, che sono una grande risorsa dell'azienda.
  Ringrazio il senatore Verducci, che ha apprezzato questo sforzo che il TG3 sta facendo sull'informazione internazionale. Giustamente dice che bisogna arrivare a un pubblico più giovane, ed è per questo che è presente in studio un collega che si occupa di dare la lettura dei social, perché, come lei evidenziava, i social offrono un punto, una visuale, un angolo, un'ottica che talvolta a noi giornalisti e commentatori sfugge. La presenza del collega è orientata a governare questo flusso di opinioni e informazioni, in nessun caso verrebbe data libera lettura di twitter o sms, c'è un giornalista che governa questo flusso di opinioni, però l'ottica è quella di portare questo prodotto informativo verso i giovani. La penso come lei e come molti di noi: siamo talmente interconnessi che l'informazione sull'estero è diventata un obbligo, un dovere, in quanto nulla accade senza che ci sia una rispondenza di quello che accade in Italia e all'estero. Per quanto riguarda lo spazio quotidiano lei potrà apprezzare il fatto che nelle varie edizioni del TG3 c'è molta informazione dall'estero, nel piano editoriale c'è molta attenzione all'informazione dall'Europa, e in occasione dei grandi eventi e dei summit internazionali andiamo a cogliere, grazie agli uffici di corrispondenza e ai colleghi che fanno questo lavoro, l'opinione dalle grandi capitali, ed è qualcosa che sta anche funzionando molto come gradimento del pubblico.
  Di talkshow per fortuna in questa fase non mi devo occupare (me ne sono occupato in rete) perché è davvero difficile Pag. 14individuare una nuova formula per farli funzionare e me lo sono chiesto per tanto tempo occupandomi di Ballarò e di Agorà. Se dovessi essere costretto a occuparmene, credo che la prima cosa che farei è uscire dagli studi televisivi e andare a raccontare la politica sul territorio, prendendo situazioni specifiche e cercando di costruire un racconto attraverso i politici. Non metterei la mano sul fuoco neanche su questo, ma forse potrebbe essere una formula nuova che può coinvolgere di più il telespettatore e rendere più autorevole e credibile il prodotto, però è davvero un'impresa titanica ridare forza al talkshow.
  L'onorevole Pisicchio mi chiedeva del profilo identitario e credo di aver già risposto. Credo di aver risposto anche sul pluralismo: è proprio connaturato alla mia essenza dare opportunità di parola a tutti e spazi di manifestazione del proprio pensiero, non è la presenza di una legge sulla par condicio che mi fa essere più bilanciato, ma è una mia vocazione e di conseguenza una vocazione che avrà il TG3 durante la mia gestione.
  Lei, presidente, mi fa tornare su una storia alla quale è stata data una coloritura politica. Lì si è posto un problema di rapporti fra me e il conduttore, come può nascere in qualsiasi posto di lavoro, in qualsiasi ufficio, in qualsiasi redazione. Abbiamo lavorato molto bene, questa dialettica è stata molto fruttuosa per più di un anno, poi però è diventata più cruenta e a quel punto ho ritenuto che questa dialettica così accesa non fosse più proficua e che fosse opportuno fare un passo indietro per il bene del programma. Non ci sono altri misteri nascosti.

  PRESIDENTE. Un chiarimento al dottor Ferragni sull'invito in trasmissione a un giornalista schierato per il «sì» o per il «no». Se a un giornalista vengono fatte domande e gli si chiedono opinioni, oppure se un giornalista fa domande a un parlamentare schierato per il «sì» o per il «no», come vengono conteggiati? quando si calcola il tempo neutro o a favore o contro?

  FABRIZIO FERRAGNI, direttore delle relazioni istituzionali della Rai. Il calcolo viene fatto sempre, a prescindere, anche se siamo fuori contesto di dibattito sul referendum: un esponente politico, un giornalista o chiunque esprima un'opinione sul tema anche fuori contesto, viene conteggiato. Non viene conteggiato se si tratta di una domanda, ma se la domanda è molto schierata, questa viene conteggiata. Gli analisti degli istituti di Geca e di Pavia si sono dati questo criterio, su cui vanno di pari passo e sono molto allineati. Certo, poi ci saranno casi specifici oggetto di interpretazione, però su questo sono molto lineari.

  ALBERTO AIROLA. Le avevo chiesto se aveva avuto pressioni dirette o indirette...

  LUCA MAZZÀ, direttore del TG3. Ringraziando il cielo no, né pressioni dirette, né pressioni indirette.

  MAURIZIO LUPI. Chiedo al direttore Ferragni, di cui conosco la serietà e professionalità, di farsi latore della richiesta che ho avanzato in precedenza.

  PRESIDENTE. Ringrazio il direttore Mazzà e il direttore Ferragni e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.20.

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