XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri

Resoconto stenografico

Seduta n. 33 di Giovedì 6 ottobre 2016

INDICE

Comunicazioni della presidente:
Amoddio Sofia , Presidente ... 3

Sulla pubblicità dei lavori:
Amoddio Sofia , Presidente ... 3

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

La seduta comincia alle 8.25.

PRESIDENTE. Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.

Comunicazioni della Presidente.

PRESIDENTE . Comunico che l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 28 settembre 2016, ha deliberato che la Commissione svolga i propri lavori nei mesi di ottobre, novembre e dicembre 2016, riunendosi, di norma, ogni mercoledì, al termine dei lavori pomeridiani dell'Assemblea, e ogni giovedì alle ore 8.30, per lo svolgimento di audizioni di militari in servizio presso la caserma «Gamerra» all'epoca dei fatti relativi alla morte di Emanuele Scieri.
La Commissione è quindi oggi convocata per procedere all'audizione di un militare in servizio nella caserma «Gamerra» di Pisa, all'epoca di Emanuele Scieri.

La Commissione prende atto.

La seduta termina alle 8.30.

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

La seduta comincia alle 8.30.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE . Apprezzate le circostanze, propongo di procedere in seduta segreta.

(La Commissione delibera all'unanimità di procedere in seduta segreta).

Audizione di un militare in servizio nella caserma «Gamerra» di Pisa all'epoca di Emanuele Scieri.

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l'audizione di un militare commilitone di Emanuele Scieri.
Do quindi la parola al signor Sebastiano Giordano che ringrazio per aver accettato il nostro invito.
Il signor Giordano viene dalla Germania, ora si è lì trasferito, dimostrando a maggior ragione la sua disponibilità nei confronti di questa Commissione. Noi sappiamo che lei è stato incorporato nell'esercito e che ha lavorato anche alla caserma Gamerra, lei ci dirà per quanto tempo. Questa Commissione sta indagando sulla morte di Emanuele Scieri, stiamo procedendo in audizione segreta e stiamo ascoltando alcuni paracadutisti che hanno svolto la loro attività presso la caserma Gamerra. Ci consta che lei lavorava come ripiegatore di paracadute. Ci racconti quando è arrivato alla caserma Gamerra, se ha conosciuto Emanuele Scieri, in che cosa consisteva il suo lavoro, se ha sentito parlare della morte di Emanuele Scieri e in che termini. Ci racconti intanto spontaneamente, poi noi le faremo una serie di domande.

SEBASTIANO GIORDANO . Il militare Emanuele Scieri non lo conoscevo personalmente. Io sono arrivato alla caserma Gamerra nel marzo del ’99, Emanuele Scieri è morto ad agosto, nel periodo di Ferragosto e fui uno dei primi a ritrovarlo perché quello era il magazzino dove noi asciugavamo i paracadute bagnati. Mi ricordo che Pag. 4 eravamo fuori, stavamo fumando una sigaretta, arrivò un collega, Pastore Lorenzo, che disse: «ragà, c'è un morto.». Abbiamo fatto il giro, siamo andati dietro la torre e ho visto il ragazzo steso per terra in stato di decomposizione.

PRESIDENTE . Lei ha detto che era addetto alla ripiegatura dei paracadute.

SEBASTIANO GIORDANO . Io lavoravo al magazzino.

PRESIDENTE . Ci vuole dire dove era questo magazzino rispetto alla torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . La torretta dove è morto Emanuele Scieri era la torretta dove noi appendevamo i paracadute.

PRESIDENTE . E ogni quanto appendevate questi paracadute?

SEBASTIANO GIORDANO . Quando era necessario, quando erano bagnati.

PRESIDENTE . Con che cadenza si svolgeva questo?

SEBASTIANO GIORDANO . Dipendeva dalle condizioni meteo. Quando pioveva e tornavano bagnati dalla zona lancio noi li appendevamo.

PRESIDENTE . C'era solo quella torretta dove si asciugavano i paracadute?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Quindi era in uso ad agosto?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, era sempre in uso, il magazzino era sempre aperto.

PRESIDENTE . Lei parla di magazzino e di torretta, ci faccia capire: il magazzino era sotto la torretta, di fronte la torretta, al lato? Anche per una memoria visiva.

SEBASTIANO GIORDANO . La torre faceva parte del magazzino.

PRESIDENTE . Quindi c'era il magazzino sotto? Dentro la torre c'era il magazzino?

SEBASTIANO GIORDANO . C'era il magazzino paracadute, poi in un'altra stanza, una grande sala diciamo, c'era questa torretta.

PRESIDENTE . Allora, voglio capire meglio. Noi siamo stati alla caserma Gamerra: il magazzino era dentro la torre? Guardi, le mostro la mappa che ci è stata consegnata alla caserma Gamerra. Questa è la porta carraia, a destra cominciano tutte le varie compagnie e questa è la torretta. Il magazzino dove si ripiegavano i paracadute... cosa si faceva in questo magazzino?

SEBASTIANO GIORDANO . Arrivavano i paracadute dalla sala ripiegamento e noi li sistemavamo negli scaffali e poi, eventualmente, venivano caricati per essere trasportati in zona lancio.

PRESIDENTE . Allora arrivavano i paracadute dalla sala ripiegamento.

SEBASTIANO GIORDANO . Esatto.

PRESIDENTE . Erano già piegati questi paracadute?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, erano già ripiegati.

PRESIDENTE . E poi cosa facevate voi?

SEBASTIANO GIORDANO . Li sistemavamo negli scaffali.

PRESIDENTE . E questi scaffali erano in una stanza dentro la torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . No, erano dentro il magazzino paracadute. C'erano degli scaffali abbastanza grandi e là venivano sistemati.

PRESIDENTE . Ecco, questo magazzino dov'era rispetto alla torretta? Era dentro la torretta?

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SEBASTIANO GIORDANO . Sì, era dentro la torretta.

PRESIDENTE . Perfetto. Quante stanze c'erano dentro questa torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . Era una sala, una stanza unica, grande.

PRESIDENTE . E questa stanza unica, grande, era il magazzino che dice lei?

SEBASTIANO GIORDANO . Allora, le spiego. Si entrava dentro il magazzino dove c'erano questi scaffali in cui noi sistemavamo i paracadute; poi c'era un'altra grande sala, sempre all'interno del magazzino, dove c'era questa torretta in cui noi appendevamo i paracadute.

GIANLUCA FUSILLI . Le chiedo scusa, buongiorno, solo per comprendere meglio: la torretta al di sotto della quale è stato trovato il corpo di Emanuele Scieri è una torretta esterna, non interna; è corretto dire che la torretta poggiava sulla parete di un edificio all'interno del quale c'era il magazzino? Cioè, sulla parete esterna del magazzino?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Allora, lei lavorava lì tutti i giorni?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Intendo se lavorava lì tutti i giorni ad agosto ’99.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Faceva servizio il 13, il 14 e il 15 agosto ’99?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì perché non ero in licenza quindi sicuramente ero di servizio.

PRESIDENTE . E quindi ha lavorato anche in quei giorni nel magazzino? Era sempre fisso lì, ovviamente non a dormire? Erano orari d'ufficio?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, dalle 8 alle 16.30 ero in magazzino a meno che non ero di servizio di guardia o quant'altro.

PRESIDENTE . Ed era da solo al lavoro?

SEBASTIANO GIORDANO . No, eravamo diversi.

PRESIDENTE . Mi dice allora chi erano?

SEBASTIANO GIORDANO . Allora, all'epoca eravamo io, il caporale Roberto Usai, il caporale Passariello...

PRESIDENTE . Roberto Usai?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, se non ricordo male.

PRESIDENTE . Poi caporale Passariello?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì. Poi.....

PRESIDENTE . Lì lavoravano solo persone incorporate nell'esercito o anche militari di leva?

SEBASTIANO GIORDANO . No, no, eravamo tutti effettivi.

PRESIDENTE . Tutti effettivi. È importante che lei ci dica i nomi.

SEBASTIANO GIORDANO . Poi se non ricordo male c'era anche il primo caporal maggiore Leone. Però non sono sicuro, può essere che questi siano arrivati dopo.

PRESIDENTE . Quindi Roberto Usai, Passariello, caporal maggiore Leone. Altri nomi li ricorda? Lei per quanti anni ha lavorato in questo magazzino?

SEBASTIANO GIORDANO . Fino a giugno del 2004.

PRESIDENTE . Da quando?

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SEBASTIANO GIORDANO . Arrivai alla caserma Gamerra a marzo dopo il corso: diciamo da giugno.

PRESIDENTE . Arrivò a marzo ’99?

SEBASTIANO GIORDANO . Marzo ’99 arrivai alla caserma, sì.

PRESIDENTE . Fino a giugno del 2000?

SEBASTIANO GIORDANO . Del 2004.

PRESIDENTE . Quindi per tantissimi anni ha lavorato sempre lì in quel posto.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Quindi era presente il 14, il 15 e il 16 agosto, lei lo dice anche nel verbale reso ai carabinieri di Pisa. Lei è stato sentito, si ricorda?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Ci dice cosa ricorda di quelle giornate del 13, 14 e 15 agosto?

SEBASTIANO GIORDANO . La caserma era semideserta perché era il periodo di Ferragosto, la maggior parte dei colleghi era in licenza, c'era poca gente presente.

PRESIDENTE . Lei quelle sere era solo o era in compagnia di altri al lavoro?

SEBASTIANO GIORDANO . I soliti. Effettivi al magazzino paracadute eravamo quelle cinque, sei persone se non di più. Era il nostro posto di lavoro.

PRESIDENTE . Quindi, anche in quei giorni, con la caserma semideserta, c'erano sempre cinque o sei persone.

SEBASTIANO GIORDANO . No, sicuramente eravamo di meno quei giorni là.

PRESIDENTE . Non si ricorda chi eravate in quelle giornate, vero?

SEBASTIANO GIORDANO . No. Mi ricordo soltanto che fu il caporale Pastore Lorenzo a chiamarci per dire che c'era un morto dietro la torretta.

PRESIDENTE . E come se ne era accorto?

SEBASTIANO GIORDANO . Non glielo so dire questo.

PRESIDENTE . E poi lei è andato a vedere questo corpo?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Senta, di fronte alla torretta c'era o no il magazzino di casermaggio? Mi spiego meglio. Di fronte al luogo, sotto la scala dove è stato ritrovato il corpo di Emanuele Scieri, c'è il magazzino di casermaggio dove si consegnavano le lenzuola, le coperte? Dove si consegnava il cosiddetto cubo ai nuovi arrivati?

SEBASTIANO GIORDANO . Non lo ricordo. Era una zona poco frequentata comunque.

PRESIDENTE . Era poco frequentata però era frequentata da voi addetti alla ripiegatura dei paracadute.

SEBASTIANO GIORDANO . No, perché alla fine noi dietro non ci andavamo.

PRESIDENTE . Questo le stavo chiedendo infatti: da dove entravate voi?

SEBASTIANO GIORDANO . Noi entravamo in magazzino poi c'era una porta dove c'era questa torretta. Noi là dietro non ci andavamo mai.

PRESIDENTE . Quindi, dove è stato ritrovato il corpo di Emanuele Scieri era dietro il luogo dove entrava tutti i giorni lei?

SEBASTIANO GIORDANO . Esatto.

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PRESIDENTE . Io mi fermo qui per il momento. Per richiesta concorde, invito i commissari a sintetizzare le domande per dare la possibilità di intervenire a tutti coloro che intendano farlo. Prego onorevole Fusilli.

GIANLUCA FUSILLI . Vorrei approfondire quanto ha detto prima circa l'utilizzo della torretta. Quindi, questa infrastruttura della caserma veniva utilizzata per appendere i paracadute quando erano bagnati. Come si svolgeva l'operazione? Vi arrampicavate sulla torretta dall'interno portando il paracadute sulle spalle? Perché immagino che l'asciugatura avvenisse sul tetto.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì. Arrivavano i paracadute in magazzino, quelli sporchi o bagnati, noi li prendevamo, li appendevamo, c'era una specie di ascensore, e poi li tirava su questo....

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, non veniva utilizzata la torretta per asciugare i paracadute. C'era un ascensore interno che portava...

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, che li portava su.

GIANLUCA FUSILLI . E voi la torretta la utilizzavate normalmente?

SEBASTIANO GIORDANO . Solo per asciugare i paracadute.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, diciamo che il paracadute scendeva coprendo la torretta.

SEBASTIANO GIORDANO . No, era all'interno.

GIANLUCA FUSILLI . No, la torretta è all'esterno, non è all'interno.

PRESIDENTE . Il paracadute veniva messo all'interno ad asciugare.

SEBASTIANO GIORDANO . All'interno.

GIANLUCA FUSILLI . All'interno della torretta.

SEBASTIANO GIORDANO . All'interno della torretta.

GIANLUCA FUSILLI . Perfetto. Quindi diciamo che scendeva il paracadute lungo...

SEBASTIANO GIORDANO . Non è che scendeva, noi appendevamo il paracadute, premevamo un pulsante e questa specie di ascensore lo tirava su e asciugavano.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi la zona nella quale c'era il magazzino era una zona operativa nel senso che era frequentata.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Anche la zona della torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . L'interno della torretta sì perché lavoravamo là.

GIANLUCA FUSILLI . E l'esterno invece? Cosa c'era all'esterno della torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . L'esterno dove fu ritrovato Emanuele Scieri era un piazzale piccolino ma poco frequentato, noi non ci andavamo mai.

GIANLUCA FUSILLI . Neanche nel tempo libero, magari a fumare una sigaretta di sera?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda se ci fosse un deposito di materiale in disuso sotto la torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ricorda l'immagine – immagino nella vita non le sia capitato decine di volte di vedere un cadavere, perdipiù di un commilitone – quando arrivò sul posto?

Pag. 8

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . E dove era posizionato il cadavere?

SEBASTIANO GIORDANO . Era....

GIANLUCA FUSILLI . Ai piedi della torretta, più distante...?

SEBASTIANO GIORDANO . Se non ricordo male, era un po’ distante, un paio di metri forse.

GIANLUCA FUSILLI . Era ben visibile?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sì, sì. Era sdraiato per terra a pancia in su, ricordo che indossava dei jeans e una maglietta bianca a maniche corte. Poi ricordo il particolare che aveva le scarpe marroni che erano slacciate e una scarpa era a mezzo metro di distanza.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi era poggiato sul selciato, sull'asfalto?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . C'era qualcosa intorno a questo cadavere?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

GIANLUCA FUSILLI . Era ben visibile, non c'era nulla intorno?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Ma lei è andato sul posto dopo l'avviso del suo commilitone Pastore e sul posto ha già trovato altri commilitoni, l'ufficiale? Una delimitazione dell'area per impedire che si accedesse? O è stato uno dei primi ad arrivare?

SEBASTIANO GIORDANO . Quando mi chiamò il collega c'erano due superiori che erano già lì presenti.

GIANLUCA FUSILLI . Lei si avvicinò al luogo del cadavere?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . A che distanza suppergiù?

SEBASTIANO GIORDANO . All'incirca cinque metri.

GIANLUCA FUSILLI . E vide se qualcuno era più vicino di lei, magari se qualcuno cercò di rianimare, se si avvicinò, se cercò di verificare se era vivo o era morto? Chi era?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi non si avvicinò nessuno o non ricorda?

SEBASTIANO GIORDANO . Io non ho visto nessuno avvicinarsi.

GIANLUCA FUSILLI . Chi era con lei nel momento in cui lei si avvicinò alla zona del ritrovamento del cadavere? Ricorda il nome?

SEBASTIANO GIORDANO . Solo Pastore Lorenzo.

GIANLUCA FUSILLI . Lei è entrato in servizio alla caserma Gamerra a marzo del ’99. Lei era militare di carriera o era in servizio di leva?

SEBASTIANO GIORDANO . Di carriera.

GIANLUCA FUSILLI . Era uno dei primi militari di carriera o ce ne erano molti come lei all'interno della caserma?

SEBASTIANO GIORDANO . Era la fase iniziale in cui stavano arruolando.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi era uno dei primi.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Quando morì Emanuele il 13 agosto lei aveva già cinque o sei mesi di servizio ed era militare di carriera. Pag. 9 Che rapporto c'era all'interno della caserma tra i militari di carriera e i militari di leva? C'era un rapporto di rispetto? C'era un rapporto di sovra ordinazione gerarchica? Ci tenevate ad avere un atteggiamento di rispetto da parte dei nuovi arrivati? Ci spieghi qual era il clima tra gli anziani, i militari di carriera e le leve appena arrivate in caserma o comunque con pochi mesi di servizio.

SEBASTIANO GIORDANO . Si usava fare queste flessioni, noi in gergo le chiamavamo pompate.

GIANLUCA FUSILLI . Si usava in che senso?

SEBASTIANO GIORDANO . Si usava nel senso che magari arrivava il collega più anziano ti diceva «vai a terra, pompa, allievo». Queste cose qua.

GIANLUCA FUSILLI . Succedeva anche a lei?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, è successo.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, lei da militare di carriera, arrivava un militare più anziano, anche di leva, e lei... e se uno si ribellava a questa regola non scritta?

SEBASTIANO GIORDANO . Veniva soltanto... lo chiamavano «cane morto», tutto qua.

GIANLUCA FUSILLI . Lei di dove è originario?

SEBASTIANO GIORDANO . Siciliano di Catania.

GIANLUCA FUSILLI . Ha mai percepito all'interno della caserma, rispetto alla sua provenienza, una qualche forma di discriminazione, anche tra i commilitoni, perché era del sud?

SEBASTIANO GIORDANO . No perché al 90 per cento eravamo tutti del sud.

GIANLUCA FUSILLI . Perfetto, serviva per comprendere. Per quanto tempo ha svolto il servizio presso la caserma Gamerra?

SEBASTIANO GIORDANO . Dal marzo ’99 al giugno 2004.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi cinque anni. Durante questo periodo credo abbia svolto anche il servizio di guardia.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Le capitava frequentemente? Come era organizzata la ripartizione dei servizi all'interno della caserma? Durante i cinque anni le è capitato più volte di svolgere il servizio di guardia anche notturna?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . È mai venuto a conoscenza in quei cinque anni, anche se non direttamente, attraverso informazioni dei commilitoni, chiacchierate informali, della circostanza che qualcuno durante la notte fosse uscito senza autorizzazione dalla caserma e senza passare dalla porta carraia?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, capitavano queste cose.

GIANLUCA FUSILLI . Ha idea, rispetto al perimetro della caserma, di qual era la zona nella quale era possibile uscire di notte senza essere visto dalla guardia né dal piantone?

SEBASTIANO GIORDANO . Se non ricordo male, era dietro la mensa o nei pressi della mensa.

GIANLUCA FUSILLI . Dietro la mensa o nei pressi della mensa. Lei ricorda la conformazione della caserma?

SEBASTIANO GIORDANO . Così, così.

Pag. 10

GIANLUCA FUSILLI . Andando a sinistra rispetto alla porta carraia c'è la zona delle torri di lancio.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . È magari quella, che era una zona più buia, quasi di campagna, la zona in cui era più semplice uscire di nascosto?

SEBASTIANO GIORDANO . Non glielo so dire.

GIANLUCA FUSILLI . È mai venuto a conoscenza del fatto che esistesse una parte del perimetro della caserma non protetto dove era possibile scavalcare ed era proprio in quella zona?

SEBASTIANO GIORDANO . No. Non lo so.

GIANLUCA FUSILLI . L'ultima domanda. Lei è stato militare di carriera; in alcune delle audizioni testimoniali agli atti dei procedimenti giudiziari qualche teste avrebbe dichiarato che all'interno della caserma erano presenti soggetti, anche loro da qualche tempo in servizio, magari anche rispettati e impegnati in missioni particolari e con particolare convincimento, magari di età anche avanzata, i quali comunque risiedevano all'interno della caserma senza avere un servizio ben preciso ed erano noti con dei soprannomi tipo «il Lupo». Ha mai avuto notizia della presenza o ha mai visto queste persone? Tra l'altro, erano state degradate rispetto al grado originario per delle inosservanze del regolamento militare.

SEBASTIANO GIORDANO . No, non ne ho mai sentito parlare.

GIANLUCA FUSILLI . Conosce un suo ex commilitone di nome Ioanna?

SEBASTIANO GIORDANO . Non ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Panella?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, l'ho sentito dire.

GIANLUCA FUSILLI . Che ha sentito dire di Panella? Ricorda magari se era uno considerato particolarmente «convinto» della divisa da paracadutista e anche rispetto alle «pompate» di cui lei ha parlato? Era uno che frequentemente, rispetto al militare di riferimento per anzianità, si esercitava in questa pratica un po’ machista?

SEBASTIANO GIORDANO . Non mi ricordo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Buongiorno grazie. Lei ha trascorso quasi cinque anni nella caserma Gamerra. Ci può dire quale è stato poi il suo percorso militare?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, nel giugno del 2004 sono stato trasferito al Comando delle forze operative terrestri a Verona dove sono stato in servizio fino a maggio del 2015. Poi mi sono congedato.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ah, sì è congedato. Perché si è congedato così giovane?

SEBASTIANO GIORDANO . Perché mi ero stufato del mondo militare, non era quello che volevo e mi sono trasferito in Germania.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Quindi lei ha scelto per un periodo della sua vita di fare il militare di carriera più per necessità che non per....

SEBASTIANO GIORDANO . Non per necessità, anche perché io prima di arruolarmi nell'esercito comunque vivevo in Germania. Sono venuto in Italia e mi sono arruolato perché ci credevo, perché la divisa era la mia passione.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non ci crede più?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

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STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ma in questi anni è successo qualcosa per cui lei ha cambiato la sua opinione? La sua è stata un'esperienza negativa? Ha assistito a qualcosa che come stile di vita non pensava appartenesse alla vita militare? Cosa le ha fatto cambiare opinione?

SEBASTIANO GIORDANO . Il mondo militare, come è in Italia, è un mondo dove la meritocrazia non esiste, vanno avanti i soliti grazie alle conoscenze, alle raccomandazioni. Ho sopportato questa vita per sedici anni sperando sempre di... e alla fine poi ho deciso di andare via.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei ha trascorso poi un periodo abbastanza lungo dopo l'episodio della morte di Emanuele Scieri. Ci può raccontare che cosa dicevate tra di voi, quali erano le opinioni tra di voi? Che idea lei si è fatto dell'episodio, comunque gravissimo, per cui non si può ricominciare dall'indomani la vita del giorno prima come se nulla fosse accaduto? Immagino che questo episodio, soprattutto ai militari di carriera, abbia suscitato qualche riflessione, qualche commento. Comunque è un episodio che vi ha scossi.

SEBASTIANO GIORDANO . Io non riesco a spiegarmi come sia successo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei però la conosceva proprio bene la caserma; le abitudini...

SEBASTIANO GIORDANO . Sì ma escludo questi atti di nonnismo su cui all'epoca i media insistevano. Hanno gonfiato la questione in maniera esagerata anche perché...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Però alcuni suoi colleghi militari hanno raccontato di episodi di nonnismo, di prevaricazioni, di forme di violenza, magari non...

SEBASTIANO GIORDANO . Oddio, forme di violenza; fare delle flessioni non...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . No, no anche percosse.... Non lo so, magari in quell'ambiente, calati in quella realtà, in quel momento può sembrare anche normale però normale non è. Quindi, quello che magari all'interno della caserma viene giustificato perché fa parte di un addestramento duro, in realtà non dovrebbe essere considerato come un comportamento normale. Magari voi all'interno della caserma, soprattutto quelli di carriera, pensavate che fatti del genere appartenessero all'addestramento, magari a quelle regole non scritte che però servono a fortificare una personalità e quindi le giustificavate. Però è vero che ci sono stati, soprattutto da parte degli anziani, nei confronti dei giovani non soltanto la richiesta di fare le flessioni ma anche qualche atto un po’ più di prevaricazione. Lei se lo ricorda?

SEBASTIANO GIORDANO . No, tutta questa violenza non l'ho subìta io e non ne ho neanche sentito parlare.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei non si riesce a spiegare l'episodio della morte di Emanuele ma avrete parlato tra di voi. Una vostra verità, una vostra spiegazione ve la sarete comunque data, chiaramente in termini di opinione personale.

SEBASTIANO GIORDANO . Guardi, ripeto, io ricordo il particolare che aveva le scarpe slacciate e questo particolare non mi convince. Dire che si sia suicidato non lo so perché si dice che la sera in cui successe la disgrazia aveva chiamato casa.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Disgrazia?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì. Aveva chiamato casa, la mamma diceva che stava bene, che era tutto a posto quindi non c'era motivo di suicidarsi. Alla fine non riesco a spiegarmelo. Non penso che sia stato qualche atto di nonnismo perché non c'era questa violenza così....

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Senta, nella caserma si faceva uso di stupefacenti tra i ragazzi, qualche spinello...?

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SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sì.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Questi stupefacenti venivano acquisiti durante le uscite fuori, no? O c'era qualcuno che li procurava all'interno della caserma e poi magari venivano venduti, passati ai ragazzi?

SEBASTIANO GIORDANO . Non lo so, io non ne facevo uso.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ma diciamo che....

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sicuramente arrivava dall'esterno.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Arrivava dall'esterno ma veniva acquisita all'esterno? Lei si ricorda, in tutti gli anni che ha passato alla Gamerra, se magari c'era qualcuno, collegato con l'esterno, che la procurava?

SEBASTIANO GIORDANO . No, non mi ricordo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Secondo lei è possibile che dentro la caserma si facesse commercio di altri beni, che ci fossero degli scambi con esterni di altre cose?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Per esempio le armi erano controllatissime, non poteva succedere che ci fossero movimenti strani...

SEBASTIANO GIORDANO . No, no, no, assolutamente.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Quindi secondo lei si tratta di una disgrazia avvenuta per virtù dello spirito santo.

SEBASTIANO GIORDANO . Ripeto, non riesco a spiegarmelo. Ci abbiamo pensato, anch'io mi sono posto delle domande per capire.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Poteva succedere a chiunque quello che è successo a Emanuele Scieri.

SEBASTIANO GIORDANO . Non riesco a spiegarmelo, non lo so. Anche perché aveva ventisei anni, se non ricordo male, comunque era grande di età. I militari di leva all'epoca avevano diciotto, diciannove, vent'anni; era avvocato questo ragazzo quindi se un diciottenne viene e ti dice «vai a terra e fai queste cose qua», un ragazzo di ventisei anni, avvocato lo manda a quel paese. Penso io. Non penso si faccia intimidire da un ragazzino di diciotto anni.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Senta, lei si ricorda della presenza del generale Celentano che fece un'ispezione improvvisa in quei giorni?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, poi scoppiò il panico perché nei giorni successivi, quando qualcuno mancava al contrappello, si usciva tutti quanti e si ispezionava la caserma, si andava a cercare nei punti più nascosti.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E questa ispezione di Celentano... Celentano era il comandante della Folgore, se la ricorda?

SEBASTIANO GIORDANO . No, questa non me la ricordo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei è stato diversi anni alla caserma Gamerra: lui avrebbe fatto visita la notte di Ferragosto alla caserma Gamerra alle 5.30 del mattino?

SEBASTIANO GIORDANO . Non ricordo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non se lo ricorda. E neanche negli anni successivi si ricorda di ispezioni nei giorni festivi? Anche l'anno prima, Natale, Capodanno...?

SEBASTIANO GIORDANO . Non me lo ricordo.

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STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei si ricorda pochissime cose.

SEBASTIANO GIORDANO . Sono passati diciassette anni.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Noi speravamo che lei ci raccontasse qualcosa in più anche in generale. Non si ricorda il nome di Viberti.

SEBASTIANO GIORDANO . Non faceva parte della mia compagnia.

MARIA GAETANA GRECO . Signor Giordano, lei ha detto che venne colpito dalle scarpe di Emanuele Scieri. Perché venne colpito?

SEBASTIANO GIORDANO . Perché erano slacciate e perché una scarpa non la indossava, era...

MARIA GAETANA GRECO . E lei come spiega questa..?

SEBASTIANO GIORDANO . Non riesco a spiegarmelo.

MARIA GAETANA GRECO . La sua attenzione venne polarizzata proprio da questa circostanza.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, il ragazzo era sdraiato, era gonfio e poi mi ricordo questo particolare delle scarpe.

MARIA GAETANA GRECO . Lei che spiegazione dà a questa stranezza?

SEBASTIANO GIORDANO . Non glielo so dire, guardi.

MARIA GAETANA GRECO . Tra di voi non ne avete parlato?

SEBASTIANO GIORDANO . Qualcuno diceva che si era suicidato però, siccome era a pancia in su, era una posizione un po’ strana. Se uno si lancia dalla torretta perché si vuole suicidare, si lancia a faccia in giù, no? Quindi la posizione era strana.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi secondo lei è difficile che si sia lanciato o sia stato spinto?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

MARIA GAETANA GRECO . Sul discorso delle scarpe non ha nessuna idea?

SEBASTIANO GIORDANO . No, non riesco a spiegarmelo.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, lei ha detto di essere stato informato e di essersi recato sul posto dove ha trovato due militari. Ci può indicare i nomi dei due militari che ha trovato vicino al corpo di Scieri?

SEBASTIANO GIORDANO . No, erano degli ufficiali, non ricordo chi fossero.

MARIA GAETANA GRECO . Erano due ufficiali?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì. Successe così: ci chiamò questo collega, Lorenzo Pastore, dicendoci «ragà, c'è un morto!». Sono andato là dietro e abbiamo visto Emanuele Scieri steso per terra. Poi, se non ricordo male, siamo andati a chiamare gli altri ragazzi e quando siamo tornati da Emanuele Scieri erano presenti questi due o tre ufficiali.

MARIA GAETANA GRECO . Sì ma nella prima fase, quando lei è stato chiamato dal Pastore e si è recato lì, chi era presente?

SEBASTIANO GIORDANO . Se non ricordo male, gli ufficiali erano presenti la seconda volta.

MARIA GAETANA GRECO . La seconda volta. La prima volta invece chi trova?

SEBASTIANO GIORDANO . Nessuno.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi lei viene chiamato dal Pastore, arriva nel luogo dove era disteso Scieri e non c'era nessuno.

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SEBASTIANO GIORDANO . No. Penso che Lorenzo Pastore sia stato il primo in assoluto a ritrovarlo.

MARIA GAETANA GRECO . E ha avvertito lei?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, è venuto e ha gridato: «ragà, c'è un morto!» io ero fuori che fumavo una sigaretta, sono dieci, venti metri, ho fatto il giro...

MARIA GAETANA GRECO . E Pastore era da solo quando ha rinvenuto il cadavere?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

MARIA GAETANA GRECO . Non era in compagnia?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

MARIA GAETANA GRECO . Senta io vorrei che precisasse l'altra circostanza a cui lei ha fatto riferimento riguardo al fatto che lì lo spazio era libero. Intendo lo spazio circostante il cadavere. Non c'erano mobili ammassati...?

SEBASTIANO GIORDANO . No, che io ricordi no.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi era facilmente visibile?

SEBASTIANO GIORDANO . Era facilmente visibile sì, se uno ci passa da là dietro sì, lo vede. Però, siccome è una zona vicina al muro perimetrale, è poco frequentata.

MARIA GAETANA GRECO . Poco frequentata ma visibile se uno passa di lì.

SEBASTIANO GIORDANO . Se uno ci passa sì, lo vede, di giorno sì.

MARIA GAETANA GRECO . Lo deve vedere per forza, specialmente di giorno.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, di giorno sì.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, rispetto al magazzino, era visibile?

SEBASTIANO GIORDANO . No, dovevamo fare il giro.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi il magazzino non è ubicato frontalmente rispetto...

SEBASTIANO GIORDANO . No, no dovevamo fare il giro.

MARIA GAETANA GRECO . E capitava di fare questo giro?

SEBASTIANO GIORDANO . Assolutamente no, non avevamo niente da fare là dietro, non c'era nulla.

MARIA GAETANA GRECO . Lei ha parlato di pompate, di queste flessioni: in quale spazio della caserma solitamente venivano praticate?

SEBASTIANO GIORDANO . Nelle camerate, in magazzino, in sala ripiegamento o nelle compagnie.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi anche nel magazzino, giusto?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, poteva capitare, sì.

MARIA GAETANA GRECO . Ricorda qualcosa della pratica del «battesimo»?

SEBASTIANO GIORDANO . Mi rinfreschi la memoria perché non li ricordo più questi termini.

MARIA GAETANA GRECO . Il «battesimo» era sempre un atto di nonnismo che consisteva nel ricevere da parte del militare un pugno in petto. Queste cose se le ricorda?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

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MARIA GAETANA GRECO . Quindi lei conferma che anche nel magazzino avvenivano questi atti di nonnismo in generale.

SEBASTIANO GIORDANO . Bravate diciamo.

MARIA GAETANA GRECO . Nonnismo, bravate, chiamiamole come vogliamo.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, flessioni, non pugni o queste cose qua. Anche perché lavoravamo là, ci conoscevamo tutti e quindi non le facevamo queste cose. Però sì, magari l'anziano andava a terra e pompava e i colleghi più giovani seguivano e facevano queste flessioni. Finiva là. Era anche un modo per tenersi in forma.

MARIA GAETANA GRECO . Chi era in servizio con lei nei giorni 13, 14, 15 e 16?

SEBASTIANO GIORDANO . Quelli che ho nominato prima erano gli effettivi al magazzino ma non ricordo se erano in licenza.

MARIA GAETANA GRECO . E chi erano? Poi magari la licenza è facile verificarla dai registri.

SEBASTIANO GIORDANO . Io le posso fare i nomi dei colleghi con cui lavoravo però adesso non so se sono arrivati dopo.

MARIA GAETANA GRECO . Va be’ poi questo è facile accertarlo, sapere chi era in servizio con lei.

SEBASTIANO GIORDANO . C'era Alberto Pasquavecchia, poi c'era Leone, non mi ricordo il nome, poi c'era Chiariello, poi c'era....

PRESIDENTE . Passariello ha detto prima.

SEBASTIANO GIORDANO . Passariello, Franco Lai, poi c'era....

PRESIDENTE . Ha detto Passovecchia?

SEBASTIANO GIORDANO . Pasquavecchia. Roberto Usai l'ho detto, Lo Scavo, Grieco, Tassone.

PRESIDENTE . Erano tutti caporali?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, caporali, caporal maggiori.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, è possibile che il corpo di Scieri sia stato portato successivamente lì?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, viste le circostanze potrebbe essere. Potrebbe essere, visto questo particolare delle scarpe slacciate.

MARIA GAETANA GRECO . Anche vista la posizione.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, anche vista la posizione.

MARIA GAETANA GRECO . Incompatibile con un lancio dalla torretta.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, potrebbe essere.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, io vorrei capire perché lei ha lasciato la vita militare. A parte queste «ingiustizie» a cui faceva cenno.

SEBASTIANO GIORDANO . Alla fine erano questi i motivi, quelli che ho citato poco fa, non ci credevo più, non era più quello che volevo fare e ho deciso di cambiare.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, la morte di Scieri l'ha segnata? L'ha indotta a riflettere sulla vita militare?

SEBASTIANO GIORDANO . No, no, no. Certo mi ha colpito e.... e basta.

MARIA GAETANA GRECO . E lei non si è mai interrogato sulla dinamica, visto che ha detto che il corpo può essere pure stato portato lì in un secondo momento?

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SEBASTIANO GIORDANO . Me lo sono chiesto ma non riesco a spiegarmelo. È un mistero, per me rimane un mistero questa morte. La caserma era semideserta, non c'era quasi nessuno in caserma. Soprattutto gli anziani, gli anziani sicuramente erano in licenza in quel periodo e si tendeva a far restare in servizio di guardia o di piantone i ragazzi più giovani.

MARIA GAETANA GRECO . Va be’, ma qualcuno degli anziani sarà pure rimasto.

SEBASTIANO GIORDANO . Non lo so, anche perché Emanuele Scieri faceva parte, se non erro, della compagnia corsi speciali perché era appena arrivato, doveva ancora fare il corso. Noi con quella compagnia avevamo poco a che fare. Anch'io sono stato in quella compagnia.

MARIA GAETANA GRECO . Sicuramente avevate poco a che fare visto che è rimasto solo un giorno in caserma.

SEBASTIANO GIORDANO . No, ma proprio con questa compagnia dove lui era effettivo avevamo poco a che fare. Era una compagnia di passaggio: arrivavano là i militari nuovi arrivati e facevano il corso palestra per brevettarsi e poi venivano assegnati alle nuove compagnie. Chi faceva il ripiegatore, chi l'avio rifornitore, chi era assegnato al plotone trasporti.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, lei ha detto che è stato chiamato e ha visto il cadavere di Scieri. Ci può descrivere il clima che si è creato tra di voi e anche tra i militari sovraordinati? Lei era lì presente?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sì.

MARIA GAETANA GRECO . E cosa è successo?

SEBASTIANO GIORDANO . Niente, poi è successo che tutti i giorni c'erano....

MARIA GAETANA GRECO . No, non in quel momento; quando lei dice di essere arrivato e non c'era nessuno e poi arrivano i graduati, diciamo. Che succede? Ci si interroga?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, ci siamo interrogati: ma come è successo, ma chi era questo ragazzo, perché non lo conoscevamo, ma in che compagnia stava. Ci facevamo queste domande qua.

MARIA GAETANA GRECO . Non c'è stata una preoccupazione dei superiori? Un'indagine all'interno? Non vi hanno interrogati?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, i carabinieri ci hanno interrogato.

MARIA GAETANA GRECO . Non i carabinieri, intendo lì all'interno della caserma.

SEBASTIANO GIORDANO . No.

MARIA GAETANA GRECO . È venuto qualche giudice, un magistrato, qualcuno?

SEBASTIANO GIORDANO . No, non ricordo, no. Che io ricordi no. Ricordo solo che poi vennero i carabinieri e ci interrogarono a tutti quanti, a tutta la caserma.

MARIA GAETANA GRECO . E questo quanto tempo dopo?

SEBASTIANO GIORDANO . Un paio di giorni, una settimana? Non ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . Ma in quel momento non venne nessuno? I carabinieri? La polizia? Non venne chiamato nessuno?

SEBASTIANO GIORDANO . Non so poi cos'abbiano fatto gli ufficiali.

MARIA GAETANA GRECO . No, fino a quando lei è rimasto lì sul posto.

SEBASTIANO GIORDANO . No.

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GIUSEPPE ZAPPULLA . Tento di essere molto rapido. Solo una brevissima considerazione per aiutarci a ragionare e dare un contributo di merito importante. Questa Commissione non ha lo scopo di stabilire se Scieri si sia suicidato o se è stata una disgrazia, perché è stato accertato da tutte le indagini che Emanuele Scieri direttamente o indirettamente è stato ucciso. Si tratta di un omicidio. Quello che dobbiamo capire è la dinamica e i responsabili. Questo glielo voglio dire per evitare equivoci e dubbi. Poi naturalmente ognuno si fa le sue convinzioni legittime, i dubbi, le perplessità e le riserve. Le dico questo anche per evitare di continuare a lasciare a verbale dichiarazioni imbarazzanti anche per la famiglia. Parlare di disgrazia o di incidente casuale obiettivamente è di difficile sopportazione non tanto da parte nostra, quanto da parte dei familiari e degli amici. Io invece penso che lei ci possa dare un contributo importante di merito.
Dicevamo poco fa che risulta anche a lei l'esistenza di un altro ingresso: non la porta carraia, non quello ufficiale, un accesso più o meno formale, più o meno sopportato all'interno del perimetro della caserma. Ricorda all'incirca a quale distanza è questo ingresso rispetto alla torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . Un centinaio di metri.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Per raggiungere la torretta da questo ingresso bisogna attraversare luoghi particolarmente visibili oppure ci si può arrivare attraverso un percorso più riservato?

SEBASTIANO GIORDANO . Luoghi poco frequentati come la zona della torretta. Anche là dietro la mensa era una zona...

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi si poteva, a suo avviso, uscire ed entrare anche senza essere particolarmente in vista?

SEBASTIANO GIORDANO . Oddio, c'era comunque la guardia che girava quindi bisognava stare attenti, non è che era proprio così...

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ma se qualcuno ci stava attento poteva tranquillamente...

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sì, si riusciva ad uscire.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Le risulta che il perimetro della caserma fosse in qualche modo gestito, ovviamente non in modo ufficiale ma di fatto, dagli anziani, dai caporali? Cioè, ognuno aveva un territorio, una zona che custodiva e tutelava particolarmente?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non le risulta. Altra domanda veloce. Lei ha descritto la torretta come un luogo che era frequentato molto da voi, lei e i suoi commilitoni che svolgevano quel ruolo, dall'altra parte dove c'era un ingresso che era esattamente opposto a dove è stato poi ritrovato il corpo di Scieri. Le risulta, direttamente o per sentito dire, che quel luogo, proprio perché era più appartato e più riservato, era un luogo di ritrovo per alcuni commilitoni la sera nelle ore tra l'appello e il contrappello?

SEBASTIANO GIORDANO . Diciamo che, siccome era una zona poco frequentata, potrebbe essere che la sera qualcuno si riuniva là a farsi qualche spinello. Sì, la zona era buona per fare questo tipo di attività.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi, è possibile che quello fosse tradizionalmente un luogo di ritrovo anche per quello che ha detto lei.

SEBASTIANO GIORDANO . Non tradizionalmente però era un buon posto per fare queste cose.

GIUSEPPE ZAPPULLA . A lei risulta che lì si vedevano?

SEBASTIANO GIORDANO . No, a me non risulta però, visto il posto, era un buon posto per fare queste attività.

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GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei parla di spinelli per parlare di stupefacenti.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Perché potevano essere spinelli ma poteva essere anche un altro tipo di droga ovviamente.

SEBASTIANO GIORDANO . Certo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non può escluderlo questo.

SEBASTIANO GIORDANO . No, certo che no.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non le risulta che ci sia altro tipo di droga oppure è possibile secondo lei?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sì, sì che è possibile. Pasticche, anfetamine, queste cose qua, sì, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . È possibile che circolassero e che quello potesse essere uno dei luoghi di ritrovo.
Quando lei ci ha descritto la scena che ha visto di Scieri, le è stata fatta una domanda molto importante e lei ha risposto, devo dire, in modo molto puntuale quando ha detto che non esclude che non sia morto lì e che il corpo possa essere stato trasportato. Quando lei è arrivato ha sentito cattivo odore?

SEBASTIANO GIORDANO . No, non mi sono avvicinato più di tanto, ero a cinque metri di distanza.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ma lei ha detto poco fa che lo ha visto a una distanza...

SEBASTIANO GIORDANO . Cinque metri, all'incirca.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Un corpo in decomposizione, come lei lo ha descritto, il cattivo odore lo emana. Quindi lei non ha sentito questo cattivo odore.

SEBASTIANO GIORDANO . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ricorda in quale posizione... perché lei ha descritto anche l'abbigliamento quindi sicuramente ricorderà che era con le spalle a terra e quindi con il viso verso l'alto.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, a pancia in su.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Le gambe si ricorda come ce le aveva?

SEBASTIANO GIORDANO . Leggermente divaricate.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Leggermente divaricate ma tutte e due appoggiate a terra, distese?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, se non ricordo male sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Le faccio solo un'ultima domanda. Lei è stato lì da marzo del ’99, quindi ha vissuto il clima che c'era all'interno della caserma nei mesi precedenti. Lei ci ha detto che c'erano degli atti di nonnismo ma non violenti, mentre suoi commilitoni – ma non è una colpa sua, lei ci ha detto quello che le risulta – ci hanno descritto invece atti di nonnismo in cui c'era anche violenza fisica. Ci sono delle testimonianze su questo. Poi lei ha vissuto anche la fase successiva e per molto tempo, quindi anche i cambiamenti, il clima e così via: un'idea se la sarà fatta, in parte legata alle sue conoscenze dirette ma in parte legata anche a quello che lei ha ascoltato. Insomma, un ragazzo di ventisei anni che per la prima volta entra in quella caserma, perché Scieri è arrivato insieme ad altri, è arrivato alle 13 circa di quel giorno.... di ventisei anni, di corporatura robusta, che non ha nessun problema nella vita se non quello di tutti i ragazzi di quell'età, insomma, è quantomeno strano che perda la vita dentro il perimetro della caserma. Lei – per aiutarci, per darci la cosiddetta dritta, non per accusare nessuno – che idea s'è fatto della dinamica di questo omicidio?

Pag. 19

SEBASTIANO GIORDANO . Non glielo so dire.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non si è fatto un'idea?

SEBASTIANO GIORDANO . Ci ho pensato, ci ho riflettuto e non sono arrivato ad una conclusione.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Poco fa lei qualcosa involontariamente penso l'abbia detta quando, rispondendo ad una domanda dell'onorevole Greco, ha detto che lei non esclude che il corpo sia stato portato successivamente lì.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, potrebbe essere, sì, ma è una cosa che non mi ero mai chiesto. Non ci avevo mai pensato a questo particolare.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Però lei ritiene che sia possibile.

SEBASTIANO GIORDANO . Viste le circostanze, visto come era steso per terra, viste le scarpe slacciate, potrebbe essere.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Buongiorno, la ringrazio per aver accettato l'invito e per aver risposto in maniera abbastanza esauriente a tutte le specifiche domande dei colleghi. Non voglio ulteriormente approfondire i particolari della vicenda, mi interessa cercare di capire quello che era l'ambiente della caserma Gamerra e in questo lei mi deve aiutare. Perché entusiasmarsi o, come è successo a lei a distanza di tempo, perdere questo entusiasmo, dipende anche molto dal tenore di vita, dai rapporti che si vengono a stabilire all'interno di una comunità. Lei non pensa che, se dopo sedici anni ha lasciato la vita militare cui aveva aderito con entusiasmo – lei ha detto specificamente che nella divisa ci credeva – ciò sia potuto accadere anche perché colpito dalla vicenda Scieri, sia pur molto marginalmente? Possibile che la morte di un ragazzo, nel pieno vigore della sua vita, come ha detto lei non un ragazzino ma ormai proiettato verso un futuro da avvocato, in queste circostanze misteriose, per di più in una caserma, non abbia destato in qualcuno di voi – dico in voi perché anche da parte degli altri suoi ex commilitoni non è venuta una presa di coscienza della gravità della vicenda, almeno da quello che ci hanno riferito; sembra che voi abbiate accettato supinamente come un evento straordinario ma forse inevitabile questa tragedia – una reale preoccupazione? Non abbia suscitato un moto di repulsione verso delle condotte che, sia pure non gravi, come lei ha più volte ripetuto, ledevano la dignità di una persona?

SEBASTIANO GIORDANO . Quando mi arruolai al Centro reclutamento a Verona scegliendo di andare nei paracadutisti e feci le selezioni per entrarvi mi aspettavo molto peggio. Da quello che si diceva sugli atti di nonnismo tra i paracadutisti mi aspettavo molto, molto peggio. Forse perché non sono successe a me queste cose. Poco fa il suo collega ha detto che ci sono stati dei ragazzi che hanno raccontato di eventi molto più gravi; magari a loro sono successe queste cose, a me non sono mai successi questi atti così gravi.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Quindi, quando lei escludeva atti di una certa consistenza, lo escludeva su di se ma non lo escludeva in generale? Lei non esclude in assoluto che questi atti...

SEBASTIANO GIORDANO . Ma non di una violenza così inaudita come descritto adesso dagli altri. Non ho mai neanche sentito parlare di ragazzi che venivano pestati o picchiati così selvaggiamente. Io non ne ho sentito parlare, poi ci sono stato cinque anni là. La classica cosa era fare queste pompate, andare a terra, flessioni e basta.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . E offese personali? Non parliamo solo di una sofferenza fisica, no? Parliamo anche di una sofferenza psicologica, se possiamo usare questo termine. Perché un ragazzo di venti, ventuno, ventisei anni trattato magari in maniera poco ortodossa, come si Pag. 20 suol dire, può avere anche delle reazioni. Per esempio tutti hanno descritto il viaggio in pullman da Firenze a Pisa con i condizionatori di aria calda accesi in pieno agosto, in una posizione assurda da sopportare, la posizione della sfinge. Lei la conosce la posizione della sfinge?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, sì, sì.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Quindi la conosce. O col basco in testa.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì va bene, ma tutte queste cose sono possibili.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Potevano anche incidere magari in qualche personaggio poco incline ad accettare di sentirsi umiliato da queste cose?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì. Ora che mi sta facendo ricordare queste cose, anche da noi in compagnia capitava che magari in estate, ad agosto, quando fuori c'erano trentacinque gradi e in cameretta ne avevamo quaranta, si attaccava il ventilatore e magari arrivava il comandante di compagnia e diceva «no, il ventilatore non si può usare.». Sì, erano pressioni psicologiche.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Pressioni psicologiche.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, rompevano le scatole. Capitava, sì. Non volevano vedere, ad esempio, la valigia sotto il letto, che non erano cose che alla fine davano fastidio, anche perché noi avevamo un armadietto di metallo piccolissimo. Uno che parte e va a fare il militare ha un po’ più roba dietro quindi magari un borsone lo mette sotto il letto, l'altro lo mette sopra l'armadietto e rompevano le scatole per queste cose qua.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Lei ha mai sottoscritto un documento in cui s'impegnava a denunciare atti di nonnismo? Le è stato sottoposto un foglio da firmare?

SEBASTIANO GIORDANO . Mi ricordo che avevano appeso dei fogli dappertutto, avvisi in cui c'era scritto che in caso di atti di nonnismo bisognava chiamare il numero verde. Già precedentemente c'era questa cosa qua. Dappertutto si trovavano.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . E durante la sua lunga esperienza militare, a maggior ragione nel periodo che ha trascorso alla Gamerra, lei è venuto a conoscenza di decisioni dei superiori che punivano personaggi che avevano compiuto atti di nonnismo? C'era una presa di coscienza reale che queste cose, piccole o grandi, avvenivano? E i superiori, gli ufficiali come si comportavano?

SEBASTIANO GIORDANO . Se non ricordo male ci sono stati dei casi dove...

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . O lasciavano passare?

SEBASTIANO GIORDANO . No, no, erano abbastanza severi anche. Se non ricordo male, la gente veniva punita, sì. Se venivano a galla queste cose poi si veniva puniti anche abbastanza severamente con giorni di rigore, processini. Però adesso non ricordo se è stato dopo il caso Scieri o prima.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Le chiedeva l'onorevole Prestigiacomo... lei è siciliano?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Non c'erano atti di discriminazione perché ha detto che per il 90 per cento eravate tutti meridionali.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Ha mai sentito parlare dello Zibaldone?

SEBASTIANO GIORDANO . Zibaldone?

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Lo Zibaldone.

Pag. 21

SEBASTIANO GIORDANO . No.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Un testo scritto dal vostro generale, dal generale Celentano. Un testo in cui non si affermavano, diciamo, princìpi e valori condivisibili, in cui, per esempio, si parlava di due Italie, una di serie A e una di serie B, per usare un termine abbastanza tranquillo. Tutte queste idee erano frutto soltanto di goliardia oppure c'erano convinzioni tali da discriminare negli atteggiamenti appartenenti a questa o quella comunità italiana?

SEBASTIANO GIORDANO . No, non esistevano queste cose qua.

BENEDETTO FRANCESCO FUCCI . Non c'erano queste cose?

SEBASTIANO GIORDANO . Assolutamente.

PRESIDENTE . Senta, signor Giordano, lei ha confermato qui in Commissione ciò che aveva detto allora nel verbale dei carabinieri e cioè che vide Pastore e questi la informò che c'era un corpo sotto la torretta. Si ricorda se insieme a Pastore venne un tale Nicolì?

SEBASTIANO GIORDANO . Nicolì lo conosco bene però non ricordo se in quel momento era....

PRESIDENTE . Venne da lei ad avvertirla. Io, per stimolare il suo ricordo, le leggo una parte del verbale del 17 marzo 2000. Domanda: «come e quando ha saputo della morte di Emanuele Scieri?».
Risposta: «l'ho saputo lunedì 16 agosto perché sono stato tra i primi ad arrivare nel luogo in cui si trovava il cadavere. Sono un ripiegatore, quel giorno ero di servizio al magazzino paracadute dove si presentarono due militari della mia stessa compagnia, Nicolì e Pastore, che agitati dissero a me e agli altri ripiegatori in servizio» – quindi, questo conferma che eravate più di uno lì al magazzino il 16 – «che in quel momento sotto la torretta di prosciugamento dei paracadute c'era un morto e tutti gli altri militari di ripiegamento in servizio, insieme a Nicolì e Pastore, ci portammo nel luogo indicato dove effettivamente c'era il cadavere di una persona che poi si scoprì essere lo Scieri.». Conferma queste sue dichiarazioni che c'era anche Nicolì?

SEBASTIANO GIORDANO . Non me lo ricordo Nicolì.

PRESIDENTE . Non se lo ricorda. Però questa è una sua dichiarazione: lo conferma? Lo ha detto, vuole vederla?

SEBASTIANO GIORDANO . Se l'ho fatta all'epoca, vuol dire che era presente.

PRESIDENTE . Che era presente, sì.

SEBASTIANO GIORDANO . Anche perché era appena successo.

PRESIDENTE . Dovevo farle questa domanda per poi chiederle di Nicolì. Lei se lo ricorda Nicolì come era? Se lo ricorda visivamente se lo dovesse rivedere?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, certo.

PRESIDENTE . Era anche lui un militare di servizio?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, anche lui si è congedato.

PRESIDENTE . Anche lui si è congedato? Si è congedato dopo aver fatto il militare di carriera?

SEBASTIANO GIORDANO . Lui era volontario in ferma breve, non passò neanche in servizio permanente.

PRESIDENTE . Non è stato mai in servizio permanente?

SEBASTIANO GIORDANO . No. Neanche io ero in servizio permanente all'epoca perché prima di passare in servizio permanente Pag. 22 dovevano passare comunque i tre anni della ferma.

PRESIDENTE . Quindi lui avrà fatto un anno.

SEBASTIANO GIORDANO . No, ha finito i suoi tre anni e poi si è congedato, se non prima.

PRESIDENTE . E si ricorda se è stato sempre alla Gamerra?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, Nicolì, sì.

PRESIDENTE . Senta, si ricorda che Nicolì è stato punito per aver scavalcato il muro?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Non lo ha mai sentito dire?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Però il 13 agosto se lo ricorda se era in servizio insieme a lei?

SEBASTIANO GIORDANO . Nicolì non lavorava in magazzino paracadute, Nicolì lavorava in sala ripiegamento.

PRESIDENTE . Che è diversa dal magazzino paracadute?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, è più distante.

PRESIDENTE . Quanto è distante rispetto alla torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . 150, 200 metri.

PRESIDENTE . E lo spaccio quant'è distante dalla torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . Lo spaccio è a un centinaio di metri.

PRESIDENTE . Ma è di fronte la torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Dove è rispetto a questa mappa? La torretta è questa.

SEBASTIANO GIORDANO . Questa è la mensa?

PRESIDENTE . No, la mensa è qua. Questa è la mensa pizzeria, questo è il magazzino di casermaggio, di fronte alla torretta. Siamo andati a visionare la caserma. Lo spaccio dov'era?

SEBASTIANO GIORDANO . Lo spaccio era dove c'era la pizzeria.

PRESIDENTE . Dove c'era la pizzeria.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, dove c'era la pizzeria.

PRESIDENTE . La pizzeria era dal lato, diciamo, opposto alla torretta?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Quindi lei non ha mai parlato con Nicolì del fatto che aveva subìto una punizione per aver scavalcato il muro.

SEBASTIANO GIORDANO . No, però, se non ricordo male, Nicolì si congedò perché aveva fatto un errore in sala ripiegamento. Venne punito per una sciocchezza, perché là si puniva spesso e volentieri per delle sciocchezze, lui la prese malissimo, mandò tutti a quel paese e si congedò. Fu una decisione un po’ affrettata.

PRESIDENTE . Senta, Nicolì era presente, sì. Non si ricorda che vi ha accompagnato per il ritrovamento del corpo? Che eravate lei, Nicolì, Pastore ed altri?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Non se lo ricorda.

Pag. 23

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Allora, il magazzino di ripiegamento dove lei lavorava non ricorda quanto è distante dal magazzino di casermaggio; lei questo casermaggio non se lo ricorda affatto.

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Ogni volta che arrivavano i nuovi scaglioni gli veniva consegnato il cosiddetto cubo: non se lo ricorda?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Guardi noi abbiamo apprezzato il suo sforzo ma io le chiedo di fare un ulteriore sforzo di dignità, come lei ha dimostrato finora. Lei si è congedato dall'esercito, non è più militare, a noi risulta veramente molto, ma molto strano che la sera gli addetti al contrappello avevano appreso che Scieri era rientrato in caserma, aveva messo piede in caserma, e non hanno assolutamente attivato le ricerche. Lei questo come ce lo spiega dato che è stato tanti anni in servizio presso la caserma Gamerra? Era mai capitato che qualcuno fosse rientrato in caserma e poi non si era presentato al contrappello? Attenzione, non che non era mai entrato in caserma, non i cosiddetti mancati rientri, questo lo sappiamo che molti non sono rientrati.

SEBASTIANO GIORDANO . No, che io sappia no.

PRESIDENTE . Che lei sappia non è mai capitato che un soggetto, rientrato in caserma, poi non si era presentato al contrappello, giusto?

SEBASTIANO GIORDANO . Si faceva il contrappello, se uno non era presente si segnava il mancato rientro e basta.

PRESIDENTE . Non si cercava?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Il mancato rientro vuol dire che io non ho mai messo piede in caserma. Domando di nuovo: era mai capitato che qualcuno era rientrato in caserma e non si era presentato al contrappello, che lei sappia? Non che non fosse mai entrato in caserma dalla libera uscita.

SEBASTIANO GIORDANO . Non che io sappia.

PRESIDENTE . Non che lei sappia. Dopo la morte di Scieri ci saranno stati dei commenti in caserma, ci saranno state delle domande anche tra voi militari in servizio: a noi interessa ogni dettaglio utile. La prego di fare uno sforzo di memoria. Non stiamo parlando di un atto di nonnismo come lei ha definito e detto, stiamo parlando di un omicidio, volontario o preterintenzionale che sia questo poco importa in questo momento. Stiamo parlando di un ragazzo che è stato ucciso dentro una caserma. Ipotesi. Lei ha sentito parlare di ipotesi? Anche di eventuali responsabili non della caserma Gamerra. Ha sentito parlare di questo?

SEBASTIANO GIORDANO . No. Chiunque escludeva l'omicidio, si dava per scontato il suicidio.

PRESIDENTE . Sì, si dava per scontato il suicidio: le notizie che circolavano in caserma erano solo queste? Del suicidio?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, non si parlava assolutamente di atti di nonnismo.

PRESIDENTE . Allora, superiamo le ipotesi degli atti di nonnismo. Allora, si è stabilito – le è stato chiesto da quasi tutti i commissari e lei ha risposto in maniera sincera – che in caserma circolava droga; che c'era la possibilità di uscire dalla caserma nel senso che qualcuno scavalcava il muro; ora io le chiedo: c'era la possibilità oltre che di uscire dalla caserma.... non sto parlando dei militari che così come uscivano poi rientravano sempre dal muro e non dalla porta carraia, esatto?

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SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Per esempio, le dico subito che Nicolì, la sera del 13 agosto – Nicolì è lo stesso che scopre il corpo il 16 –, dopo aver terminato le sue mansioni, poiché non gli danno la libera uscita, scavalca il muro. Lo ha ammesso lui nei verbali. Quindi, di fatto, questo accadeva. La mia domanda è: capitava o poteva capitare se lei non lo sa, che soggetti estranei alla caserma, chiaramente amici di militari interni alla caserma, potevano scavalcare il muro ed entrare per andare a trovare militari?

SEBASTIANO GIORDANO . Mi sembra improbabile.

PRESIDENTE . Perché le sembra improbabile?

SEBASTIANO GIORDANO . Perché è una zona militare, c'è una guardia armata che gira.

PRESIDENTE . Che fa la ronda.

SEBASTIANO GIORDANO . E quindi sarebbe da...

PRESIDENTE . Ma allora non c'erano le telecamere. Oggi ci sono ma allora non c'erano le telecamere.

SEBASTIANO GIORDANO . No ma comunque c'era una guardia che girava armata.

PRESIDENTE . La guardia che girava armata prima di fare tutto il perimetro ci metteva almeno un'ora. E poi non credo che facesse tutto il perimetro, lo abbiamo visto il perimetro che faceva la guardia. Le faccio la domanda: la guardia armata faceva tutto il perimetro dalla porta carraia a destra e percorreva tutta la caserma anche vicino al campo dove vi allenavate la mattina?

SEBASTIANO GIORDANO . Era facoltativa la cosa. Quando io ero di guardia decidevo io il percorso da fare. Si girava, si pattugliava...

PRESIDENTE . Decideva lei il percorso. Quindi non è detto che la guardia armata facesse tutto il perimetro della caserma Gamerra che è grande almeno cinque chilometri, come abbiamo appreso e come abbiamo visto personalmente. Giusto?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Per fare tutto il perimetro della caserma Gamerra è vero che ci si mette almeno tre quarti d'ora?

SEBASTIANO GIORDANO . A piedi penso proprio di sì.

PRESIDENTE . Non corre la guardia armata, cammina.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Almeno tre quarti d'ora. Quindi se io, guardia armata, sono passato da un posto, prima di arrivare all'opposto ci metto tre quarti d'ora e allora chiunque può entrare, esatto?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Lei se lo ricorda questo campo dove avvenivano le esercitazioni mattutine? Entrando dalla porta carraia tutto a sinistra dopo le torrette di lancio.

SEBASTIANO GIORDANO . Cosa avveniva là?

PRESIDENTE . Le esercitazioni mattutine, la corsa, per gli allievi addetti al reparto corsi. Non lo ha mai fatto lei questo percorso?

SEBASTIANO GIORDANO . Andavamo spesso a correre, ma uscivamo dalla caserma.

PRESIDENTE . E come uscivate dalla caserma? Dalla porta carraia?

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SEBASTIANO GIORDANO . Sì, dalla porta carraia.

PRESIDENTE . Lei non è mai uscito dalla caserma da un cancello vicino alle torri di lancio?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, adesso che mi ci sta facendo pensare sì.

PRESIDENTE . Guardi, io le sto mostrando la cartina che ci ha dato proprio il generale della caserma quest'anno ad agosto. Qui ci sono le torri di lancio, qui c'è un grande spiazzo con una pista in terra battuta dove ci è stato detto che vi esercitavate la mattina. Non tutti, non tutte le mattine.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, ci abbiamo fatto le prove fisiche.

PRESIDENTE . E questa non è una zona facilmente accessibile dall'esterno?

SEBASTIANO GIORDANO . Non lo so.

PRESIDENTE . Se non se la ricorda, dica che non lo ricorda.

SEBASTIANO GIORDANO . Non ricordo.

PRESIDENTE . Purtroppo noi abbiamo perlustrato in lungo e in largo tutta la caserma, quindi ce la ricordiamo molto bene, anche perché lo abbiamo fatto il 13 agosto di quest'anno. Questa è una zona facilmente accessibile, lo metto agli atti, siamo tutti d'accordo in questa Commissione, è una zona facilmente accessibile anche dall'esterno. Accessibile a noi figuriamoci a dei giovani prestanti. Quindi lei esclude che qualcuno possa essere entrato dall'esterno?

SEBASTIANO GIORDANO . Civile?

PRESIDENTE . Civile.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì, lo escluderei, sarebbe da incoscienti.

PRESIDENTE . Allora, escludendo che qualcuno possa essere entrato dall'esterno, questo omicidio può essere avvenuto solo ed esclusivamente all'interno della caserma. All'interno della caserma ci sono solo militari.

SEBASTIANO GIORDANO . Certo.

PRESIDENTE . Quindi è avvenuto per mano di militari.

SEBASTIANO GIORDANO . Se si tratta di omicidio allora è successo in caserma.

PRESIDENTE . Che si tratti di omicidio non ci sono dubbi, lo ha detto anche il procuratore nella sua richiesta di archiviazione perché non sono stati trovati i colpevoli. Si tratta di un omicidio, la pista del suicidio è stata esclusa totalmente. Possibile che in cinque anni che lei è stato in caserma non ha sentito parlare di questa ipotesi dell'omicidio?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Quindi, praticamente, dopo morto Scieri lei però dice che tutti i militari che non rientravano venivano cercati?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . E come venivano cercati?

SEBASTIANO GIORDANO . Questo è successo dopo...

PRESIDENTE . Dopo, dopo la morte di Scieri.

SEBASTIANO GIORDANO . Ma non per un lungo periodo. Ci fu questa scenata che magari qualcuno mancava al contrappello e lo si cercava. Si faceva il giro della caserma, si andava nei posti più bui, isolati e....

PRESIDENTE . E ce ne erano tanti di posti bui e isolati nella caserma?

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SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Lei ha ancora rapporti con militari di carriera?

SEBASTIANO GIORDANO . Con qualcuno, sì.

PRESIDENTE . Con chi?

SEBASTIANO GIORDANO . Con militari in servizio a Verona, non erano della caserma Gamerra.

PRESIDENTE . Non sono mai stati alla caserma Gamerra?

SEBASTIANO GIORDANO . No, anzi sì, uno c'è.

PRESIDENTE . Chi è?

SEBASTIANO GIORDANO . Luciano D'Augelli, era con me alla caserma Gamerra e anche lui poi è stato trasferito a Verona.

PRESIDENTE . Certo a noi sembra veramente incredibile che all'interno di una caserma, per quanto con migliaia di militari, avviene la morte di un militare e non se ne parla, anche per tanto tempo. C'è stato un processo che è durato oltre un anno, un'indagine che è durata oltre un anno, sono state sentite 740 persone. Diventa veramente incredibile pensare che non se ne parli anche tra i militari.

SEBASTIANO GIORDANO . Io ricordo che è stato archiviato abbastanza in fretta il caso.

PRESIDENTE . Nel 2000.

SEBASTIANO GIORDANO . È stato archiviato abbastanza in fretta. Volevo solo dirle che io adesso non faccio più parte di questo mondo quindi se sapessi qualcosa potrei benissimo dirlo. Ho detto soltanto quello che so e quello che mi ricordo.

PRESIDENTE . È stato sentito solo una volta lei in fase d'indagine?

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Una sola volta, dai carabinieri.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì.

PRESIDENTE . Anche questo appare molto strano dato che lei è stato uno dei primi a vedere il corpo. Non strano per lei, strano per le indagini. Alcune persone sono state sentite quattro, cinque, sei volte mentre lei è stato sentito una sola volta dai carabinieri. Non è stato mai sentito dal procuratore.

SEBASTIANO GIORDANO . No, no, no. È stato un colloquio anche molto breve, cinque minuti.

PRESIDENTE . Cinque minuti.

SEBASTIANO GIORDANO . Massimo dieci minuti, non di più.

PRESIDENTE . Quindi non le hanno fatto tutte le domande che le abbiamo fatto oggi in Commissione?

SEBASTIANO GIORDANO . Assolutamente no.

PRESIDENTE . Quattro domande. Diciamo quattro per modo di dire.

SEBASTIANO GIORDANO . Sì: dove ti trovavi quella sera, lo conoscevi, che hai fatto quella sera, basta.

PRESIDENTE . Ma qualcuno, che lei sappia, si arrampicava su quella scala sotto la quale è stato trovato Scieri per fare bravate, atti di forza, atti di coraggio?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

PRESIDENTE . Mai sentito dire questo?

SEBASTIANO GIORDANO . No.

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PRESIDENTE . Grazie, nessuna altra domanda. La invito a non parlare con nessuno di quanto detto in Commissione in quanto la seduta è segreta.

(I lavori riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE . Dichiaro la seduta conclusa.

La seduta termina alle 10.

(*) L'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 5 dicembre 2017 ha deliberato la classificazione di atto libero del resoconto stenografico della presente audizione. La Commissione ha preso atto di tale decisione nella seduta dello stesso giorno. A decorrere da tale data, il resoconto stenografico della presente seduta viene pertanto pubblicato, quale atto libero, ai sensi dell'articolo 1 della delibera della Commissione del 3 maggio 2016, recante i criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti ai sensi dell'articolo 19 del regolamento interno, pubblicata nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 3 maggio 2016, pag. 185.