XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sui fenomeni della contraffazione, della pirateria in campo commerciale e del commercio abusivo

Resoconto stenografico



Seduta n. 59 di Giovedì 6 ottobre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Catania Mario , Presidente ... 3 

AUDIZIONI IN MATERIA DI CONTRASTO DELLA CONTRAFFAZIONE VIA WEB E IN SEDE INTERNAZIONALE

Audizione di rappresentanti di Europol.
Catania Mario , Presidente ... 3 ,
Vansteenkiste Chris , «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition) ... 3 ,
Catania Mario , Presidente ... 7 ,
Cenni Susanna (PD)  ... 7 ,
Vansteenkiste Chris , «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition) ... 7 ,
Catania Mario , Presidente ... 8 ,
Pastorelli Oreste (Misto-PSI-PLI)  ... 8 ,
Vansteenkiste Chris , «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition) ... 8 ,
Catania Mario , Presidente ... 9 ,
Vansteenkiste Chris , «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition) ... 10 ,
Catania Mario , Presidente ... 11 

ALLEGATO: Documentazione prodotta da Europol ... 12

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
MARIO CATANIA

  La seduta comincia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti di Europol.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca un'audizione importante nell'ambito dell'approfondimento tematico in materia del rapporto tra criminalità organizzata e contraffazione, su cui sta lavorando in particolare la collega Cenni come relatrice di una relazione ad hoc.
  Avremo il piacere di ascoltare Chris Vansteenkiste, «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3. Ricordo che l'IPC3, acronimo di Intellectual Property Crime coordinated Coalition, è un nuovo centro per la cooperazione in materia di lotta alla contraffazione, anche mediante lo sviluppo di sinergie con il settore privato e ambienti accademici, è stato costituito presso Europol, che comprende il Focal Point COPY (contraffazione e pirateria) e il Focal Point SOYA (contraffazione dell'euro).
  Chris Vansteenkiste è accompagnato da Giorgio Sincovich, che una delegazione della Commissione ha avuto il piacere di incontrare durante la visita a Bruxelles dello scorso 27 e 28 giugno 2016.
  Avverto che è presente un servizio di traduzione simultanea attivabile con le cuffie.
  Prego il dottor Vansteenkiste di dare inizio al suo intervento. Avete già un testo distribuito.

  CHRIS VANSTEENKISTE, «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition). Purtroppo non riesco a esprimermi in italiano. Preferisco passare all'inglese, altrimenti in italiano sarebbe tutto molto breve.
  Onorevole presidente, onorevoli membri della Commissione d'inchiesta contraffazione, come è stato già detto, mi chiamo Chris Vansteenkiste, sono a capo della IPC3, la sezione di Europol che si occupa dei reati contro la proprietà intellettuale. Vorrei trasmetterVi i ringraziamenti e i saluti del direttore di Europol, Rob Wainwright, che Vi ringrazia per averci dato la possibilità di essere auditi da quest'importante Commissione.
  Se mi consentite, ho preparato una presentazione. Sarebbe forse troppo lunga, quindi cercherò di sintetizzare ciascuno dei punti, poi sarò a Vostra disposizione per rispondere a tutte le domande, se siete d'accordo.
  Il primo punto che voglio toccare è stato già citato in precedenza, cioè l'impatto dei reati contro la proprietà intellettuale sulla società e sulla criminalità organizzata. Uno studio recente dell'OCSE e dell'EUIPO ci ha detto che il 2,5 per cento degli scambi mondiali è rappresentato da beni contraffatti. Se si convertisse questa percentuale in cifre, equivarrebbe a 338 miliardi di euro, una cifra molto alta. Al confronto, questa cifra corrisponderebbe al PIL dell'Austria o, addirittura, al PIL combinato di Pag. 4Irlanda e Repubblica Ceca insieme. Si tratta di una cifra molto alta, un enorme quantitativo di denaro.
  Se ci concentriamo, in particolare, sull'Europa, sono aumentate le importazioni fino al 5 per cento. Come sapete tutti, l'impatto è negativo in termini di perdite economiche, perdita di posti di lavoro, e comporta rischi per la salute e la sicurezza dei consumatori, di cui a volte provoca anche il decesso nel caso dell'utilizzo di alcuni prodotti.
  Il problema sta peggiorando. Nel passato, si tendeva a spedire i beni contraffatti con i container. I beni contraffatti arrivavano nei porti europei, potevano essere sequestrati, mentre oggi tutti sono seduti davanti al proprio computer e con carte Visa, Mastercard, si può acquistare una piccola quantità di prodotti contraffatti, che vengono trasportati con i corrieri e arrivano nelle nostre case uno o due giorni dopo in quantità più piccole. Il problema, quindi, è più difficile da affrontare, perché non ci sono più enormi quantità spedite come nel passato.
  Qual è il ruolo di Europol? Lo vedete nel testo dove si parla in generale di Europol. Non parlerò in dettaglio dei nostri compiti generali. Preferisco concentrarmi più sul campo d'azione della nostra unità per i reati contro la proprietà intellettuale, un'unità creata nel 2008 con due sole persone e che oggi, per darVi un'idea, è diventata una squadra di 18 persone. Sicuramente, quindi, la direzione di Europol ha avuto un ruolo fondamentale a nostro sostegno. In tempi di tagli e di risparmi, ci consideriamo speciali, perché ci è stato dato ulteriore personale, cosa che non accade molto di frequente.
  Abbiamo iniziato nel 2008, ci siamo occupati all'inizio di contraffazione di merci. Il nostro direttore ha esteso il nostro cosiddetto «ordine di apertura», il nostro mandato giuridico, ai prodotti non conformi e all'impatto dei prodotti su salute e sicurezza. È difficile dividere gli ambiti d'azione. In passato, nel porto di Amburgo per esempio, sono stati fermati container con pesticidi contraffatti. A un certo punto – sappiamo quanto sono flessibili e creativi i criminali – non hanno più etichettato i prodotti con marchi famosi, li hanno trasportati all'interno di barili, li hanno versati in piccoli contenitori con le etichette dei marchi più famosi e li hanno spediti nei Paesi di destinazione. Così è diventato più difficile per noi affrontare casi come questo. Il nostro mandato, quindi, è stato esteso fino a includere i prodotti non conformi e i prodotti a rischio per la salute e la sicurezza dei consumatori.
  Oggi, qui, colgo l'opportunità per sottolineare con grande piacere che l'Italia sta compiendo un lavoro eccellente a sostegno del nostro Focal Point COPY, o IPC3, dove lavorano rappresentanti e agenti dei Carabinieri, della Polizia, della Guardia di finanza. Considerato che quasi la metà dei miei collaboratori è composta da italiani, sarebbe ora per me di imparare l'italiano. Ci hanno sempre aiutato moltissimo e, oltretutto, le Forze dell'ordine italiane vantano una grandissima esperienza nella lotta ai reati contro la proprietà intellettuale, quindi sono molto contento di avere i colleghi italiani nella mia squadra.
  Il prossimo punto che voglio toccare è quello del ciclo programmatico politico dell'Unione europea. Brevemente, come sapete, il ciclo programmatico dell'Unione europea è iniziato nel 2010 come ciclo biennale. Dal 2014, la contraffazione delle merci e i possibili rischi per la salute e la sicurezza per la prima volta è diventata una priorità per l'UE. Questo ha dato ulteriore slancio alla nostra lotta contro le violazioni dei diritti di proprietà intellettuale.
  Europol si occupa anche dell'elaborazione della SOCTA (Serious Organised Crime Threat Assessment), la valutazione della minaccia rappresentata dalla criminalità organizzata. La SOCTA è stata redatta nel 2013 e conteneva raccomandazioni per il COSI (Comitato permanente per la cooperazione operativa in materia di sicurezza interna) affinché si potesse lavorare su priorità precise, individuare delle precise priorità. Una delle raccomandazioni era quella di lavorare sulla contraffazione dei prodotti. Come confermato anche dalla Commissione, è per questo motivo che la contraffazione Pag. 5 dei prodotti e i beni non conformi pericolosi per la salute e la sicurezza sono diventati una priorità. E sarà così fino alla fine del 2017.
  Il prossimo anno Europol elaborerà la SOCTA 2017, che sarà la base per il prossimo ciclo politico, che inizierà il 1° gennaio 2018. Noi la attendiamo con impazienza e auspichiamo veramente, per i prossimi quattro anni, di poter lavorare ancora sulla contraffazione.
  Il prossimo punto che voglio citare è l'esito di alcune delle nostre operazioni. Nel giugno di quest'anno, per esempio, abbiamo sostenuto la Guardia Civil spagnola in un'operazione che ha riguardato un cittadino italiano che viveva in Spagna e aveva commerciato prodotti falsi di un marchio sportivo molto famoso per un valore di quasi 2 milioni di euro. Si è trattato di un'operazione enorme. Abbiamo dispiegato anche un ufficio mobile sul campo, dove uno dei nostri analisti ha effettuato un controllo incrociato dei dati a sostegno dell'attività della Guardia Civil spagnola e ha estratto i dati da telefoni cellulari e computer.
  In un altro caso, anche questo casualmente in Spagna, con la Policía Nacional spagnola e insieme a Eurojust abbiamo sostenuto le indagini che vedevano coinvolta anche una rete criminale in Germania, specializzata nella distribuzione illegale di canali pay TV.
  Si tratta di un ottimo esempio che dimostrano i vantaggi che si traggono nella lotta a fenomeni del genere. Le attività illecite venivano effettuate attraverso decoder pirata. In totale, sono state arrestate circa 30 persone in Spagna, sono stati rinvenuti e sequestrati quasi 50.000 decoder pirata, e più di 180.000 euro in contanti sono stati bloccati, come Bitcoin per un valore di oltre 30.000 euro, sono state confiscate dieci macchine di lusso, addirittura una macchina di lusso contraffatta, un esempio molto particolare, e addirittura un aereo privato. È giusto per darvi un'idea della quantità di denaro che gira nell'ambito di queste operazioni di contraffazione.
  Poi ci sono i casi «singoli», in cui abbiamo lavorato su iniziativa di singoli Stati. Poi abbiamo avuto operazioni anche di alto livello. La prima che voglio presentarvi è l'operazione «Opson», termine che in greco antico indica il cibo. Si è trattato di un'operazione congiunta, guidata da Europol e Interpol, organizzata per la prima volta nel 2011.
  Nella successiva edizione dell'operazione «Opson», che si è conclusa nel febbraio di quest'anno, in 57 Paesi sono stati sequestrati più di 10.000 tonnellate di prodotti e più di un milione di litri di bevande. «Opson» è integrata nelle nostre attività operative per le priorità EMPACT dell'Unione europea. Si è trattato dell'operazione più grande in relazione a tutte e nove le diverse priorità individuate. Come ho già detto, ha visto la partecipazione di 57 Paesi, anche di alcuni Paesi terzi, non solo di Paesi dell'Unione europea.
  Un'altra operazione è «In Our Sites», IOS, condotta insieme a Interpol e alle autorità competenti degli Stati Uniti. I criminali non conoscono confini, uniscono le loro forze, quindi le Agenzie di polizia e doganali uniscono anch'esse le loro forze per affrontare questi gruppi. L'operazione IOS riguarda il sequestro di nomi di domìni. Negli altri Paesi si sequestrano armi, contanti e droghe, noi sequestriamo nomi di domìni. Quando i siti spariscono e i consumatori arrivano su siti illeciti, il sito viene sostituito da un banner che mostra i loghi di tutte le autorità doganali e di polizia coinvolte.
  L'operazione è stata condotta per la sesta volta. Si è conclusa alla fine dell'anno scorso con più di mille siti oscurati. Al momento è in corso l'operazione IOS 7 e posso garantirvi che già adesso abbiamo ottenuto davvero risultati eccezionali. Alla data di oggi, pur non disponendo di tutte le cifre, possiamo dire di aver raggiunto il triplo dei risultati rispetto allo scorso anno.
  L'altra operazione, «Silver Axe», riguarda pesticidi non a norma e contraffatti, che sono diventati un problema enorme. Insieme a Europol abbiamo cercato di organizzare e sostenere un'operazione, condotta in sette diversi Paesi: Belgio, Paesi Bassi, Germania, Spagna, Francia, Italia e Slovenia. Nei dodici giorni di Pag. 6durata dell'operazione, in tutti gli Stati membri abbiamo sequestrato più di 190 tonnellate di pesticidi illegali o contraffatti.
  In tutte e tre le operazioni di alto livello che ho citato, l'Italia ha sempre svolto un ruolo fondamentale. Mi fa piacere sottolineare, nell'ambito di quest'audizione, che l'esito delle operazioni in Italia, che si tratti di «Opson», «IOS» o «Silver Axe», è sempre stato ragguardevole.
  Per quanto riguarda il nostro accordo strategico con l'EUIPO, precedentemente noto come UAMI, l'Ufficio per la proprietà intellettuale dell'Unione europea, che ha sede ad Alicante; da molti anni abbiamo con EUIPO un'ottima collaborazione, che è culminata nella firma di un accordo strategico. Grazie ai nostri buoni contatti, EUIPO si è addirittura offerto di finanziarci con 500.000 euro a condizione che il denaro sia utilizzato per organizzare ed ampliare la nostra attività fino ad includere i reati contro la proprietà intellettuale.
  La prima tranche di denaro è arrivata a dicembre 2015 e la stiamo ancora spendendo per operazioni legate ai diritti di proprietà intellettuale o per consentire al nostro staff di lavorare con maggiori possibilità. Una volta terminata questa prima tranche, arriveranno altri 500.000 euro, che saranno trasferiti a Europol a dicembre. Il finanziamento arrivato da EUIPO è l'elemento che ci ha consentito di creare l'IPC3, la nostra unità.
  La sigla IPC3 sta per Coalizione coordinata per i reati contro la proprietà intellettuale, e rappresenta il principale punto di riferimento per questo ambito d'azione a livello europeo. Siamo l'omologo europeo dell’Intellectual Property Rights Center statunitense, il che può essere utile nel caso in cui sia necessario collaborare per risolvere alcuni casi.
  La base principale dell'attività dell'IPC3 è il Focal Point COPY, che in passato aveva la competenza per i reati contro la proprietà intellettuale, con l'ampliamento del personale. Siamo riusciti ad assumere altre cinque persone, che al momento si stanno concentrando sui reati contro la proprietà intellettuale su internet. Gli obiettivi fondamentali della nostra Coalizione IPC3 sono citati nel testo che ho distribuito. L'obiettivo fondamentale è quello di lavorare sui reati commessi su internet, non in via esclusiva, ma almeno in via principale.
  La Coalizione è stata lanciata dal nostro direttore e dal presidente di EUIPO alla presenza di Danny Marti, coordinatore dell'unità IP Crime alla Casa Bianca. Abbiamo lanciato IPC3 il 12 luglio di quest'anno e abbiamo creato anche un gruppo consultivo di esperti, che ci fornisce consulenza in termini di strategie per il futuro. Questo gruppo consultivo di esperti è composto dai cosiddetti driver, cioè dai motori delle priorità EMPACT, vale a dire l'Italia. Quasi tre anni fa l'Italia ha assunto l'iniziativa e sono lieto di vedere qui il Generale che all'epoca assunse la decisione di assegnare all'Italia la drivership, la guida di questa iniziativa.
  La guida dell'Italia, condotta insieme da Carabinieri e Guardia di finanza – per i Carabinieri, in particolare, ci sono i NAS, che si occupano degli aspetti legati alla salute – rappresenta una storia di successo. Spesso, Europol mostra esempi di drivership per l'elaborazione di altre priorità. Siamo lieti di avere l'Italia a svolgere questo ruolo in questo momento, e speriamo davvero che per le priorità EMPACT l'Italia possa continuare così come ha fatto negli ultimi tre anni.
  Il 12 luglio, quando abbiamo inaugurato la nostra coalizione IPC3, nella stessa sessione il nostro direttore ha firmato cinque memorandum d'intesa con diverse parti: AAPA (Audiovisual Anti-Piracy Alliance), ETICS (European Testing Inspection and Certification Systems) e UL (Underwriters laboratories), una società semi-statale che si occupa della certificazione negli Stati Uniti, la Coalizione internazionale contro la contraffazione (IACC) e l'Università di Trento.
  La nuova IPC3, che ora è composta da diciotto dipendenti, rispetto ai due che avevamo all'inizio otto anni fa, ha rafforzato le capacità operative di Europol nel campo dei reati contro la proprietà intellettuale. Questo rende Europol sempre più un punto di riferimento nelle attività di lotta alla contraffazione. Pag. 7
  Con questo dichiaro conclusa la mia presentazione. Sarò lieto di rispondere alle vostre domande. Vi ringrazio ancora per avermi invitato insieme a Giorgio a quest'audizione. Anche noi auspichiamo di potervi ricevere nei nostri uffici per farvi vedere come lavoriamo quotidianamente.

  PRESIDENTE. Ringrazio il nostro ospite.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti e formulare osservazioni.

  SUSANNA CENNI. Ringrazio per la presenza, per la relazione che ci è stata consegnata e illustrata, ma soprattutto per le cose che si stanno facendo, compresa la novità di questa recente istituzione di un soggetto di coordinamento, che dovrebbe ulteriormente implementare l'attività di Europol di contrasto.
  Avevamo già avuto modo di sentire alcune cose qualche mese fa, durante la nostra missione a Bruxelles, che ci ha consentito di farci una prima idea del lavoro che viene fatto. Una parte delle esigenze che avevamo come Commissione è, invece, legata a una lettura un po’ più particolareggiata.
  Noi abbiamo svolto già una serie di indagini di carattere generale sul fenomeno. Ho avuto modo anch'io di leggere quest'indagine, condotta oramai quasi un anno fa, da OCSE ed EUIPO, che ci ha illustrato numeri molto preoccupanti per il nostro Paese, che dopo gli Stati Uniti è quello più interessato dal fenomeno, con conseguenti danni non solo in relazione ai rischi per la salute, ma per l'economia. Soprattutto in una fase come questa, il danno è ancora più pesante.
  Dicevo che vorrei capire da lei, se possibile, se avete un quadro proprio della relazione tra il fenomeno contraffazione e la criminalità organizzata. Su questo noi stiamo adesso concentrando una nostra indagine.
  Aggiungo che già l'indagine di OCSE faceva qualche riferimento, non dettagliato, ma la scorsa settimana abbiamo ascoltato la Guardia di finanza su questo fenomeno, che ci ha ufficialmente confermato alcune cose. Alcune le conoscevamo. Riguardano la commissione e la diversificazione dell'attività economica di mafia e camorra, che utilizzano i proventi della contraffazione forse anche perché meno rischiosi e di quelli di altre attività illeciti dal punto di vista delle norme penali.
  Ci hanno confermato l'esistenza di un legame verificato da alcune indagini anche con il terrorismo internazionale di matrice islamica, quindi anche in relazione a possibili vicende che hanno riguardato recentemente l'Europa. Vorrei capire se anche voi avete avuto un riscontro di questo tipo.
  L'altra domanda che vorrei porle riguarda gli strumenti che avete, o voi indirettamente o tramite le relazioni che avete costruito con le Forze dell'ordine dei vari Paesi, per intervenire sull'arrivo nei porti del nord Europa di prodotti contraffatti, che una volta sbarcati purtroppo circolano liberamente e arrivano anche in Italia. È un tema che abbiamo riscontrato nelle indagini sul distretto di Prato. Avete strumenti per intervenire sui flussi che utilizzano money transfer o altri canali paralleli di circolazione del danaro, per poter individuare forme anche internazionali di criminalità legata alla contraffazione?

  CHRIS VANSTEENKISTE, «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition). Innanzitutto, Europol dispone di un mandato soltanto quando entrano in gioco reati gravi e legati alla criminalità organizzata, con il coinvolgimento almeno di due Stati membri. Se, quindi, si verifica il caso di uno studente che masterizza CD o DVD privatamente Europol non interviene; ci attiviamo soltanto per reati gravi o legati alla criminalità organizzata.
  A volte, Europol è percepita in maniera errata. I cittadini pensano che sappiamo tutto, che abbiamo una visione globale del problema, il che non è vero, perché ogni Stato membro è libero di segnalare i propri casi, e i casi legati a un solo Paese non rientrano nelle nostre competenze.
  Posso confermare che, in tanti casi legati alla criminalità organizzata, ci sono stati legami anche con la mafia. Per caso, quando lavoravo ancora per la Polizia belga Pag. 8come capo dell'unità per i reati contro la proprietà intellettuale a Bruxelles, ho seguìto un caso di italiani che cercavano di vendere utensili falsi in Belgio.
  Quando lo abbiamo analizzato, abbiamo visto che questo caso era ben più grande, legato all'Italia, perché i prodotti arrivavano da Napoli, ma durante le indagini ci siamo resi conto che il caso non riguardava solo il Belgio. Io lavoravo in Belgio, quindi mi sono rivolto a Europol, all'unità che era stata appena creata per l’IP crime, e nel 2010, con il supporto di Europol è stata condotta un'enorme operazione in dieci Paesi europei, tra cui Belgio, Francia e Italia. Sono stati effettuati numerosi arresti a Napoli, con il congelamento di beni e conti bancari. Il commercio degli utensili contraffatti era legato alla camorra. I gruppi della criminalità organizzata avevano scoperto che era facile guadagnare con i reati contro la proprietà intellettuale.
  In generale, le condanne sono più miti, più lievi rispetto a quelle per i reati connessi alla droga e la consapevolezza dei cittadini non è così forte. Se si parla con il cittadino comune dei reati legati alla droga, allora la reazione è negativa e di disapprovazione; quando si parla di borse contraffatte o di articoli sportivi contraffatti, allora sono parte in causa, perché effettivamente gli stessi cittadini vogliono comprare quei prodotti, quindi c'è una minore sensibilità tra i cittadini su questo in Europa.
  Se si guarda al personale che si occupa di reati contro la proprietà intellettuale, allo staff specializzato, in Belgio ad esempio – ne parlo perché ho lavorato lì – sicuramente il numero di persone che si occupano quotidianamente di reati contro la proprietà intellettuale non sarà più alto di venti, mentre per i reati legati alla droga ci sono centinaia e centinaia di agenti e funzionari di Polizia a occuparsene.
  È chiaro che i gruppi della criminalità organizzata sono creativi e flessibili e, come la camorra, vogliono diversificare il loro rischio per cui cercano di fare un po’ di tutto. Quando c'è un'operazione che riguarda un aspetto della loro attività, c'è sempre un'altra attività che permette loro di guadagnare. I reati contro la proprietà intellettuale rappresentano parte della loro attività centrale. Non so se ho risposto in maniera sufficiente ed esaustiva alla sua domanda.

  PRESIDENTE. La ringrazio per la risposta. La collega le ricorda che c'era anche una domanda relativa a eventuali contatti con la rete terroristica internazionale, se vi risulti qualcosa di questo tipo, terrorismo di matrice religiosa o altro. Di questo magari prenda nota, se ritiene.
  Do ora la parola al collega Pastorelli.

  ORESTE PASTORELLI. Ringrazio l'audito per la relazione, per i dati che ci ha fornito.
  Io voglio entrare nel merito del grave problema dei beni contraffatti per 338 miliardi di euro a livello mondiale, cifra talmente grande da richiamare i PIL di Nazioni come l'Austria, e l'Irlanda e la Repubblica Ceca messe insieme. Come diceva, questa è una perdita per le aziende che lavorano e occupano delle persone e per gli Stati nel recupero delle tasse che queste aziende dovrebbero pagare.
  Qual è il problema che pongo? Questo è un mondo che ormai, come ci ha illustrato, viaggia tutto attraverso internet, in cui non c'è più un controllo. Mentre i porti e altri canali possono essere controllati con un rafforzamento di Forze di polizia e con il reimpiego dell'Agenzia delle dogane, il problema del controllo sull'informatica qual è? Se il cittadino ordina direttamente e riceve direttamente a casa, diventa del tutto impossibile fare dei controlli.
  Su questo, il punto è l'informazione che lo Stato deve dare ai cittadini rispetto alla qualità del prodotto che acquista. Bisogna mettere in campo altre posizioni a livello internazionale per bloccare questo fenomeno? Abbiamo letto che, quando il cittadino ordina dei prodotti, non è che arrivano a casa prodotti che corrispondono a direttive comunitarie o a direttive del Paese in quel bene viene inviato.

  CHRIS VANSTEENKISTE, «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition). Sì, ha Pag. 9ragione. Torno su alcuni dei punti che ho esposto durante la mia presentazione. Rispetto al passato, oggi all'IPC3 abbiamo una squadra, che si occupa specificamente dei reati contro la proprietà intellettuale, un team che è stato creato di recente. Nel frattempo, abbiamo avuto una formazione interna ed esterna, abbiamo avuto anche un software extra per consentire una scansione diversa della rete e individuare subito i siti non autorizzati; abbiamo elaborato alcune procedure specifiche per rimuovere i siti non autorizzati.
  Come ho detto, cerchiamo anche di educare i cittadini. Se sequestriamo il nome di un dominio e chiudiamo un sito, anziché il messaggio dell'errore 404, facciamo uscire un banner che informa i cittadini del fatto che la Polizia è attiva anche su internet. Questo fa sentire chiaramente la presenza della Polizia anche su internet. È un segnale che mandiamo ai cittadini, che possono stare sicuri, ma che se vogliono comportarsi in maniera illecita, c'è sempre la Polizia presente. È chiaro che, se chiudiamo alcuni siti, ne vengono creati tanti altri, ma i consumatori ricevono un segnale.
  Alcuni siti sono così originali e così ben fatti, talvolta migliori rispetto ai siti originali, che a volte gli utenti credono di acquistare prodotti autentici, perché pensano di essere finiti sul sito giusto, come se si andasse in un outlet, dove si fanno affari con uno sconto del 20-30 per cento.
  Abbiamo creato anche dei video di sensibilizzazione per sensibilizzare i cittadini sul pericolo dell'acquisto di beni contraffatti on line. Se si acquistano farmaci illeciti, i prodotti che si ricevono possono non avere ingredienti attivi. Si pensa che non siano pericolosi, e invece potrebbero esserlo. Se si arriva in un Paese tropicale, dove c'è il pericolo della malaria, e si assumono pillole contro la malaria senza princìpi attivi, non si è protetti contro la malaria. A volte, in quei farmaci arrivano sostanze pericolose, dannose per la salute, per la vita stessa. È questo che cerchiamo di fare quando dico che cerchiamo di educare anche attraverso i video.
  Ci saranno presto nuovi video, alla fine di novembre, e ci sarà anche un piano di comunicazione a mezzo stampa attraverso Europol: se si finisce in un sito non autorizzato, il cui dominio è stato sequestrato, comparirà il banner e, automaticamente, si verrà ricondotti alla proiezione del video di sensibilizzazione.
  Come di diceva prima a proposito dei consumatori che oggigiorno acquistano on line e ricevono a casa i prodotti nel giro di due giorni, siamo in contatto anche con i corrieri, con ditte come DHL e UPS. Abbiamo condotto per esempio un'operazione che ha riguardato semiconduttori e siamo stati in contatto con loro. Il nostro obiettivo è affrontare i vari casi con un approccio più completo e più integrato.
  Vorrei toccare un punto specifico a proposito di internet. I cittadini comprano attraverso i siti on line, in modo molto facile, stando dietro un monitor, e cliccano sul simbolo di una carta di credito o su PayPal per effettuare il pagamento. Noi vogliamo lavorare anche a più stretto contatto con i fornitori dei servizi di pagamento, li informiamo del fatto che alcuni siti specifici non sono autorizzati, e quindi li invitiamo a chiudere i conti. È chiaro che, se non viene autorizzato il pagamento, i cittadini forse diventano sospettosi, pensano che ci sia qualcosa di anomalo perché magari vengono dirottati su altri canali di pagamento e notano che la procedura diventa più macchinosa e allora possono lasciar perdere quel sito.
  Grazie ai contatti con i fornitori dei servizi di pagamento, possiamo chiedere loro di impedire alcuni pagamenti o nel caso di un contenzioso, attraverso i rendiconti dei trasferimenti di denaro effettuati in loro favore, possiamo provare i pagamenti effettuati ed eventualmente far disporre una procedura di rimborso.

  PRESIDENTE. Le rivolgo anch'io alcune brevi domande.
  Premetto che ho preso nota con molta soddisfazione del fatto che la lotta alla contraffazione fa parte delle priorità di Europol. Sono anche contento, come tutti i colleghi, che sia stato istituito questo gruppo Pag. 10IPC3. Fatta questa premessa, le cose che le chiedo sono le seguenti.
  Sul tema della lotta alla contraffazione c'è un coordinamento che funziona bene con Interpol da un lato e l'OLAF (European Anti-Fraud Office) dall'altro? Queste tre realtà, Europol, OLAF e Interpol, sono correttamente coordinate? Questa è la prima domanda?
  La seconda domanda è: sempre sul tema della contraffazione, voi di Europol lavorate esclusivamente sulla base di un vostro programma concordato con le Forze di polizia dei Paesi membri o vi attivate anche su denunzia delle imprese colpite? Se un'impresa titolare di marchio vi contatta, voi attivate un'indagine o vi limitate a trasferire gli elementi alla Polizia dello Stato membro?
  La terza e ultima domanda è la più delicata. Negli Stati membri, in tutti gli Stati membri, quindi non solo in Italia, in Spagna o in Belgio, trovate attenzione e collaborazione adeguata sul tema della lotta alla contraffazione da parte delle autorità politiche, ma soprattutto di Polizia, degli Stati membri?

  CHRIS VANSTEENKISTE, «Cluster Manager» Counterfeiting IPC3 (Intellectual Property Crime coordinated Coalition). Per rispondere alla prima domanda sui nostri rapporti con Eurojust, OLAF, Interpol, sì. Addirittura, la settimana scorsa abbiamo elaborato le nostre attività operative per il prossimo anno, le cosiddette priorità EMPACT e con il gruppo EMPACT abbiamo deciso cosa faremo sul piano operativo l'anno prossimo. Abbiamo dovuto elaborare e approvare questo piano di attività con il Comitato COSI. Come attività collaterale, il nostro vicedirettore operativo ha siglato un accordo di collaborazione con OLAF, il che vuol dire che anche OLAF adesso è diventato membro del Focal Point COPY, o IPC3; avremo quindi una linea sicura per lo scambio di messaggi sicuri, ci sarà un accesso automatico al nostro sistema.
  Con Interpol, come ho detto a proposito delle operazioni ad alto livello, abbiamo ottimi contatti. Non ci consideriamo rivali, anzi ci consideriamo parte integrante gli uni degli altri. Il nostro campo d'attività è l'Europa, i 28 Stati membri, anche se abbiamo accordi di cooperazione con Svizzera, Norvegia, Islanda e con le principali agenzie negli Stati Uniti, in Canada, in Colombia, in Australia. L'Europa, però, è il nostro campo d'attività principale, quindi abbiamo bisogno di Interpol, perché i reati non si fermano ai confini di un Paese né si fermano ai confini dell'Unione europea.
  Si tratta di un problema globale che va affrontato a livello globale. Ecco perché in ogni operazione ad alto livello lavoriamo in maniera molto efficiente insieme a Interpol e a OLAF, con cui abbiamo lavorato su alcuni casi specifici. Spesso, quando abbiamo riunioni operative, cerchiamo di coinvolgere anche le autorità giudiziarie, i procuratori. È chiaro che un funzionario di polizia può essere molto motivato, ma se non ha il sostegno e l'input dei procuratori non può attivarsi. A Europol, in genere, ma non sempre, cerchiamo sin dalla fase iniziale delle riunioni operative di coinvolgere le autorità giudiziarie.
  Procediamo, quindi, con riunioni di coordinamento con le autorità giudiziarie all'interno di Eurojust. Lavoriamo molto bene e possiamo dire di avere ottime relazioni con altre agenzie.
  Rispondo alla Sua seconda domanda, che, se ricordo correttamente, riguarda la nostra capacità di affrontare i casi soltanto dal punto di vista delle autorità di Polizia o anche da una prospettiva privata.
  Nella maggior parte dei casi, l'iniziativa per avviare un caso è dello Stato membro. C'è un'agenzia che lavora su un caso, rileva che il caso è legato ad altri Paesi, e allora l'agenzia si rivolge a noi per avere assistenza, in quanto a Europol o anche all'estero organizziamo riunioni operative, e poi paghiamo anche le spese di viaggio e soggiorno per gli investigatori coinvolti. Se la Guardia di finanza italiana si deve spostare in Spagna, organizziamo una riunione operativa a Europol o anche a Roma – la prossima settimana avremo una riunione operativa a Roma – invitiamo gli altri Paesi coinvolti e i loro investigatori.
  In tempi di austerità, se non abbiamo le persone competenti intorno al tavolo, la Pag. 11possibilità di condurre un'operazione in maniera efficiente diventa molto bassa, quindi è importante essere fisicamente tutti intorno allo stesso tavolo. Questo è lo scenario più comune.
  Se poi riceviamo informazioni di intelligence private, le analizziamo. Non è la prima volta che succede. Cito un esempio, che riguarda una società tedesca, la Baiersdorf, e uno dei suoi prodotti più noti, la Nivea. Apparentemente in uno degli Stati membri dell'UE era stata rilevata la produzione non autorizzata di prodotti Nivea e di altri marchi rivali. In quel caso, abbiamo avuto una riunione operativa con i rappresentanti del settore privato, poi abbiamo invitato rappresentanti dei due Paesi coinvolti, che non erano consapevoli del problema, perché le società private hanno i loro investigatori privati, il loro bilancio, il loro denaro, e monitorano da soli il mercato.
  In quel momento per la prima volta, abbiamo informato i due Paesi che c'era un problema, abbiamo avuto varie riunioni operative. Per accorciare il racconto, abbiamo individuato nel Paese interessato 13 diverse località dove impianti non autorizzati producevano cosmetici non autorizzati, sono stati quindi sequestrati enormi quantitativi di cosmetici non autorizzati, anche in alcuni Paesi limitrofi. In questo caso, quindi, abbiamo lavorato sulla base di dati forniti dal settore privato. Quasi ogni settimana riceviamo la visita di una società privata che segnala un problema. Se possiamo, organizziamo una riunione operativa oppure cerchiamo di coinvolgere le autorità di Polizia competenti.
  Quanto all'ultima domanda, che riguarda il livello di sostegno che riceviamo dagli Stati membri, devo dire che in alcuni Paesi abbiamo più collaborazione che non in altri. Quando ricevo delle visite, devo dire che sono un po’ geloso dei miei colleghi che si occupano di sostanze stupefacenti: se loro devono decidere di gestire un'operazione, si decide nel giro di mezz'ora; se noi abbiamo un caso, a volte ci vogliono settimane o mesi prima di trovare le risorse giuste, anche umane. C'è ancora molta strada da fare.
  C'è una differenza tra i vari Paesi. In genere, i Paesi che hanno delle unità già dedicate a questo tipo di criminalità ci danno più collaborazione, perché non dobbiamo trovare delle persone per gestire il caso. In Italia abbiamo la Guardia di finanza e i Carabinieri, che già si occupano di questo tipo di reati, quindi sappiamo già quali sono le autorità competenti ed è facile gestire i casi.
  Con Paesi in cui non vi sono unità specializzate per questo tipo di criminalità diventa difficile, perché dobbiamo lavorare tramite le unità di Europol per trovare delle controparti. A volte funziona bene, gli operatori che non conoscevamo poi tornano da noi, perché capiscono il valore aggiunto di Europol. Tutti i funzionari di Polizia conoscono di nome Europol, ma se si chiedesse ai funzionari di Polizia che cosa può fare Europol per loro, molti funzionari di Polizia risponderebbero che non lo sanno, che sanno solo che abbiamo sede in Olanda, ma che non sanno esattamente cosa potremmo fare per aiutarli. Una volta che partecipano a casi gestiti da Europol, la maggior parte dei nostri «clienti» torna da noi.

  PRESIDENTE. È stata una riunione molto interessante. Io credo che abbiamo qualche elemento in più. Non so se sarà possibile, ma valuteremo la possibilità di fare una piccola missione nella vostra sede, compatibilmente con i lavori della Commissione e con il planning dei prossimi mesi. Per ora, vi ringrazio. La vostra presenza è stata molto gradita.
  Dispongo che la documentazione prodotta sia pubblicata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.

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