XVII Legislatura

Commissioni Riunite (VII Camera e 7a Senato)

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Mercoledì 21 settembre 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, sulla mobilità interprovinciale dei docenti e sull'inizio dell'anno scolastico (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 3 ,
Marcucci Andrea  ... 3 ,
Giannini Stefania , Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 3 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 9 ,
Blundo Enza Rosetta  ... 9 ,
Puglisi Francesca  ... 10 ,
Gallo Luigi (M5S)  ... 11 ,
Santerini Milena (DeS-CD)  ... 11 ,
Pannarale Annalisa (SI-SEL)  ... 12 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 12 ,
Pannarale Annalisa (SI-SEL)  ... 12 ,
Coscia Maria (PD)  ... 13 ,
Bocchino Fabrizio  ... 13 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 14 ,
Ricchiuti Lucrezia  ... 14 ,
Montevecchi Michela  ... 14 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 14 ,
Giannini Stefania , Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca ... 14 ,
Piccoli Nardelli Flavia , Presidente ... 18 

ALLEGATO: Nota depositata dalla Ministra Stefania Giannini ... 19

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
DELLA VII COMMISSIONE
DELLA CAMERA DEI DEPUTATI
FLAVIA PICCOLI NARDELLI

  La seduta comincia alle 13.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, Stefania Giannini, sulla mobilità interprovinciale dei docenti e sull'inizio dell'anno scolastico.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione della Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca, senatrice Stefania Giannini, sulla mobilità interprovinciale dei docenti e sull'inizio dell'anno scolastico.
  Salutiamo la Ministra Giannini e la ringraziamo per la sua presenza.
  Faccio presente che, secondo le intese con i gruppi e con la Ministra Giannini, la nostra audizione si articolerà in tre fasi. Nella prima mezz'ora, si svolgerà la relazione della ministra; poi seguiranno circa trenta minuti per interventi e domande da parte dei gruppi, con la raccomandazione a ciascun parlamentare di contenere le proprie domande entro i due o tre minuti, in modo tale da far parlare tutti coloro che siano interessati a farlo. Nell'ultima mezz'ora, avremo la replica della ministra, che dovrà lasciare quest'aula intorno alle ore 15.00, dal momento che è impegnata nelle interrogazioni a risposta immediata in Assemblea. Prima di lasciare la parola alla senatrice Giannini, saluto il presidente Marcucci, i colleghi presenti della Commissione cultura del Senato. Do la parola al presidente Marcucci per un saluto.

  ANDREA MARCUCCI. Grazie Presidente. Intervengo solo per associarmi al ringraziamento per la disponibilità della ministra e, ovviamente, alla Commissione della Camera per averci ospitato.
  Formulo l'auspicio che si riesca a completare il ciclo di domande e risposte nella giornata odierna. Ringrazio e auguro a tutti buon lavoro.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Vi ringrazio per l'invito, che mi dà l'opportunità di fare il punto sui due argomenti specifici che ha richiamato la presidente Piccoli Nardelli: il piano di mobilità e l'attuazione delle procedure concorsuali attivate ai sensi della legge n. 107. Ma, ovviamente e doverosamente, colgo anche l'occasione, in estrema sintesi, restando nei trenta minuti che abbiamo concordato, come parte propositiva di relazione da parte mia, per mettere in evidenza anche altri aspetti intercorsi proprio in concomitanza con l'avvio dell'anno scolastico e che il Governo ha il dovere, credo – e questa è l'occasione opportuna – di presentare al Parlamento.
  Anzitutto, non vi saranno sfuggite, per emergenza e urgenza, le iniziative che si sono rese necessarie dal 24 agosto all'inizio effettivo dell'anno scolastico (tra il 13 e il 15 settembre) e che hanno reso possibile regolarità e puntualità nell'inizio delle lezioni Pag. 4 nelle zone terremotate. Il sisma ha colpito pesantemente – non sto a ripetere cose note a tutti i colleghi – quattro regioni italiane, con un epicentro individuato tra Lazio, Abruzzo e un lembo significativo esteso anche alle Marche e all'Umbria; siamo stati quindi costretti a un intenso lavoro di ricognizione, di intervento e anche di misure di urgenza, che descrivo molto brevemente.
  Come strumento abbiamo immaginato da subito, precisamente a partire dal 27 agosto, l'insediamento di una task force ministeriale presso il Dicomac, la struttura dipartimentale che si è strutturata a Rieti e che sta tuttora coordinando le aree colpite e che opera, adesso, anche con una prospettiva verso la ricostruzione. Questo è stato un elemento assolutamente fondamentale, affinché il processo organizzativo – che naturalmente compete al ministero, e che riguarda didattica, assegnazione degli insegnanti, spazi compatibili con una regolarità di avvio delle lezioni e di continuità dell'anno scolastico – potesse avvenire nel modo meno traumatico e più normale possibile.
  Ciò è avvenuto: è sotto gli occhi di tutti, non solo per la divulgazione attraverso i mezzi stampa. Voglio però darvi una rassegna puntuale delle azioni che sono state compiute, di quelle in corso e di alcuni punti critici, ovviamente ancora in atto, a carico, soprattutto, della Protezione civile e delle altre componenti del Dicomac che stanno lavorando su quelle zone.
  A oggi, abbiamo realizzato in quell'area una ricognizione su 172 istituzioni scolastiche, distribuite in 81 comuni, per un totale di 726 scuole. Per 648 di esse è stata necessaria la cosiddetta verifica tecnica della Protezione civile per classificare la scuola come agibile, inagibile o agibile con prescrizioni. Da questa ricognizione – che si è completata ovviamente prima dell'inizio dell'anno scolastico, quindi tra la fine di agosto e i primi di settembre –, 591 edifici sono risultati perfettamente agibili e altri 104 agibili con prescrizioni, cioè con necessità di interventi o di misure che li mettano in condizioni di assoluta sicurezza.
  Questi 104 edifici interessano una popolazione scolastica complessiva di 5.230 ragazzi, per i quali sono state nel frattempo individuate soluzioni alternative di varia tipologia: dal trasferimento in altri spazi agibili dello stesso plesso scolastico, al trasferimento in altri plessi. Quest'ultima soluzione, per esempio, è quella che è stata adottata a Norcia. Ricordo questa tra le molte. In alternativa, c'è stato l'utilizzo di altre strutture pubbliche, messe al servizio del mondo della scuola in questa fase transitoria. 31 edifici, nell'ambito di questo plafond complessivo di 726 che ho citato, che riguardavano l'accoglienza di 1.346 studenti, sono invece risultati inagibili. Per questi edifici – cito il caso noto di Amatrice – sono state trovate e immediatamente realizzate soluzioni alternative. Ad Amatrice, per esempio, i 210 studenti hanno iniziato l'anno scolastico nelle tensostrutture montate dalla Protezione civile con l'intervento tempestivo, e devo dire risolutivo, della provincia autonoma di Trento, in tempi record, che non vi sono sfuggiti. Sono 600 metri quadrati, con 12 aule della misura di 35 metri quadrati, che ho potuto visitare personalmente, oltre alle aree dedicate ai servizi. Manca a oggi l'insediamento della struttura sportiva, che però è di imminente realizzazione e che completerà questo plesso assolutamente necessario perché la scuola possa andare avanti.
  Contestualmente a questa misura, a totale carico e responsabilità del MIUR, abbiamo ritenuto – credo che fosse assolutamente necessario – che le misure dovessero riguardare non solo il mondo nella scuola intesa come struttura che si mette in cammino per un regolare funzionamento durante quest'anno scolastico, ma anche il mondo degli insegnanti le cui famiglie sono state colpite in questa vicenda.
  Ho emanato un'ordinanza per consentire ai docenti, agli educatori e a tutto il personale amministrativo e tecnico di quell'area che fosse coinvolto in procedure di mobilità, e che si trovasse in condizioni di inagibilità e di diretto coinvolgimento, di poter restare, volendolo, nel proprio territorio. Pag. 5
  Oltre a questo, abbiamo predisposto un immediato servizio di sostegno e accompagnamento psicologico per docenti, bambini e famiglie coinvolte nel processo educativo, facendo tesoro, ahimè, delle importanti esperienze dell'Emilia-Romagna e dell'Abruzzo, che già erano state un modello di preparazione per gestire sia la fase post-sismica – che prevede, come è avvenuto nei giorni scorsi, uno sciame sismico che nel mondo della scuola può destare reazioni non propriamente semplici, lineari e controllabili, per gestire le quali occorre un corpo docente preparato – sia, soprattutto, per accompagnare il processo non della rimozione, ma della rielaborazione di questo trauma molto significativo.
  Nello stesso momento, e concludo questa premessa che ritenevo necessaria e doverosa, abbiamo raccolto un'ingente quantità di offerte, di donazioni e di aiuti di vario titolo. A questo fine c'è una e-mail che come indirizzo reca lo slogan che abbiamo utilizzato quel giorno, il 13, quando siamo ripartiti: «ripartiamodalla scuola@istruzione.it». A questo indirizzo possono essere inviate tutte le proposte e tutte le adesioni a un programma di supporto sia per questo periodo sia per quello della ricostruzione, che sarà complesso e sicuramente bisognoso di tutti questi supporti.
  Colgo l'occasione per ringraziare le molte organizzazioni che si sono già dimostrate generosamente presenti, anche con donazioni significative che stiamo monitorando, finalizzando e destinando alle diverse funzioni, naturalmente secondo le indicazioni e i desideri dei donatori.
  Questo mi porta immediatamente, in relazione all'inizio dell'anno scolastico, a fare il punto anche sul piano dell'edilizia scolastica, che è richiamato da questa fatale calamità, che ovviamente non attendevamo, ma che rientra in misure già molto ben programmate, attuate, o comunque progettate, per il prosieguo della legislatura e ben oltre, come sapete, fin dall'inizio del 2014.
  Accanto alla gestione dell'emergenza, il Governo ha stanziato per l'edilizia scolastica 6,7 miliardi, che hanno riguardato una serie di iniziative che non sto a ripetere. Quella relativa alle misure anti sismiche è di 240 milioni, e ha interessato fino a oggi 430 interventi specifici.
  Sono state avviate indagini diagnostiche su 7.304 edifici, per 40 milioni di euro. Ricordo che si tratta di numeri significativi che non riguardano il sisma, ma riguardano comunque la pericolosità di alcuni edifici costruiti, in molti casi, prima del 1974. Tutta questa gigantesca operazione è stata resa possibile anche grazie a una governance nuova che abbiamo scelto, da subito, di organizzare per tutto il capitolo dell'edilizia scolastica e che ha nell'Osservatorio nazionale il proprio perno, unitamente all'unità di missione di Palazzo Chigi. L'Osservatorio si trova presso il ministero e non era stato attivato e reso funzionale, per quanto previsto dalla legge, da 17 anni. Questo, sostanzialmente, diventerà lo sportello unico per l'edilizia scolastica a partire dai prossimi mesi. Oggi già esiste la programmazione triennale che individua l'intero fabbisogno nazionale e organizza tutti i finanziamenti: sia i 6,7 miliardi sia le risorse aggiuntive. Penso, per esempio, alla legge di stabilità 2015 che, come ben sapete, avendola approvata, ha destinato all'edilizia 1,7 miliardi aggiuntivi. Questo strumento, l'anagrafe dell'edilizia scolastica, gli interventi preventivi di monitoraggio della sicurezza, la precisa attenzione, ovviamente in crescita per evidenti motivi, alle misure antisismiche – rientranti anche nel grande piano che il Presidente del Consiglio ha presentato e che ha anche ben altre componenti di Casa Italia –, danno una garanzia di programmazione e di consapevolezza del quadro nazionale, inedita per il nostro Paese. Questo è un punto che va sottolineato, perché è un dato oggettivo.
  Passiamo ora alle questioni che riguardano l'avvio dell'anno scolastico, e soprattutto il coinvolgimento delle due componenti fondamentali, studenti e docenti, con un focus particolare sulla mobilità e sul concorso, che rientrano nei due quesiti che mi sono stati posti.
  Quanto al quadro generale del panorama studentesco, sono circa 8 milioni gli Pag. 6studenti italiani, distribuiti su 370.597 classi, con un incremento degli alunni con disabilità del 2,87 per cento. Quest'anno i ragazzi che hanno differenti modalità di bisogni educativi sono quasi 230.000 – 224.509, per la precisione –. Questo rende particolarmente urgente le misure che la 107 prevede in forma di decreto delegato per questo capitolo.
  Gli alunni stranieri sono, invece, assestati su una crescita che ha una sua tendenza ormai stabilizzata nel corso degli ultimi dieci anni, con un aumento annuale lieve. Sono arrivati quest'anno a 736.000, quindi la percentuale è sempre quella dell'8-9 per cento della popolazione scolastica generale.
  Questi dati sono funzionali alla comprensione della distribuzione dei docenti e delle diverse complessità che riguardano la mappatura, non solo della mobilità, ma anche delle assegnazioni dei posti a cattedra. È ovvio che, se non si parte da una visione chiara quantitativa e qualitativa della popolazione studentesca, il resto si trasforma in categorie astruse, o comunque in modelli non chiaramente riferibili alla realtà dei fatti.
  Dunque, 1.200.000 ragazzi frequenteranno, a partire da quest'anno scolastico, l'indirizzo liceale, uno dei due: chiaramente con uno sbilanciamento a favore del liceo scientifico nelle sue varie specializzazioni; 831.739 frequenteranno un indirizzo tecnico; 546.716 frequenteranno un indirizzo professionale. Il resto è scuola dell'obbligo.
  Si registra quest'anno un calo di circa 48.000 alunni e un aumento delle classi di circa 400. Ne consegue, quindi, per un fatto puramente aritmetico, una diminuzione del rapporto complessivo tra alunni e numero di classi, che passa da 21,24 a 21,09. La disponibilità complessiva dei docenti a livello nazionale è aumentata, ovviamente, per il grande piano di potenziamento, il piano straordinario assunzionale. Il rapporto docenti/studenti, quindi, è ancora più virtuoso di quanto già non fosse, nel nostro Paese, prima della riforma recata dalla legge 107. Abbiamo un docente ogni 11,5 alunni contro gli 11,4 precedenti.
  Vengo al personale della scuola, fondamentalmente docenti, ma anche personale amministrativo. Ricapitolo con sintesi molto estrema il percorso svolto dal 2015 a oggi, quindi dal piano straordinario assunzionale dello scorso anno, e descrivo poi la modalità con cui si sta procedendo per la mobilità straordinaria e per le altre misure che sono in corso di espletamento in questi stessi giorni.
  Le assunzioni sono state effettuate entro il 15 settembre, come previsto dal decreto-legge n. 42 del 2016, e gli uffici, soprattutto a seguito di rinunce da parte di docenti che in molti casi hanno optato per altre classi di concorso, stanno in questi giorni effettuando le ultime, poche ma necessarie, nomine. Il processo di assegnazione delle nomine di incarico è in corso e calcoliamo che debba essere completato nel corso della prossima settimana, quindi entro la fine del mese di settembre.
  Per ciò che riguarda la dirigenza scolastica, è stata garantita a tutte le istituzioni scolastiche l'assegnazione del dirigente in forma di titolarità diretta o di reggenza, a seconda dei casi previsti, entro il 1° settembre, perché gli organi collegiali si dovevano riunire per dare applicazione, oltre che alla normale routine, anche a una serie di misure abbastanza complesse, che si sono concentrate in questo inizio d'anno scolastico e che descriverò dettagliatamente tra poco.
  Ricordo che nel campo della dirigenza, per il 2016-2017 sono state autorizzate 285 immissioni in ruolo, nuove di quest'anno, che ancora non completano il plafond necessario per l'eliminazione del fenomeno della reggenza, ma sono destinate, insieme al concorso per dirigenti in fase di realizzazione – dirò ora a che punto siamo anche su questo capitolo – a raggiungere un eccellente riequilibrio tra il numero dei dirigenti scolastici titolari e il numero dei dirigenti scolastici reggenti. Si trattava di una delle anomalie, dei difetti strutturali, che il Governo ha trovato nel mondo della scuola.
  Per quanto riguarda i posti di dirigente scolastico, ricordo che la normativa in questi due anni e mezzo si è sviluppata ed Pag. 7evoluta, riportando a carico del Ministero dell'istruzione la funzione pubblica, l'onere e l'incarico di bandire il concorso e di espletarlo nei tempi più rapidi possibili. Precisamente, è il comma 217 della legge di stabilità 2016 che ha ricondotto questa funzione al ministero.
  I passaggi sono avvenuti, se non con la dovuta rapidità – si tratta pur sempre di operazioni complesse – ma con la dovuta puntualità. Il regolamento è pronto. Si è già espresso il Consiglio superiore della pubblica istruzione, che doveva dare un parere non vincolante, ma necessario. Il regolamento è in questi giorni all'esame del Consiglio di Stato, cui è stato consegnato già da diverse settimane.
  Nel momento in cui il Consiglio di Stato congederà il regolamento con il proprio parere, il passaggio successivo – lo ricordo – sarà la pubblicazione sulla Gazzetta Ufficiale e, quindi, la richiesta di autorizzazione al Ministero dell'economia per procedere. Se non ci sono intoppi derivanti dal parere del Consiglio di Stato, come crediamo e auspichiamo, il tutto si realizzerà nel corso dei prossimi due mesi, per dare una misura ragionevole. Nelle prossime settimane saremo in grado di stilare un cronoprogramma puntuale, che – mi rivolgo, in particolare, ai presidenti – comunicherò anche alle due Commissioni, in modo che ci sia una consapevolezza condivisa delle date precise. È un momento molto atteso e molto importante. Bandiremo questo concorso per tutti i posti vacanti e disponibili in questo anno scolastico nonché quelli che si renderanno disponibili nel corso del triennio. Anche qui, la programmazione, come per il concorso docenti, è necessariamente triennale e questo consentirà – in base a un calcolo ancora approssimativo, ma approssimativo per unità, non per grandezze ampie – di limitare le reggenze a quelle 330 scuole circa che restano sottodimensionate. È un decremento fortissimo della presenza di dirigenti scolastici reggenti. Oggi sono 1.400 su 7.200 presidi, o dirigenti, che sono in servizio.
  Anche il personale tecnico-amministrativo è interessato a un processo di immissione in ruolo. Le operazioni, in questo caso, trattandosi di numeri più gestibili, sono state completate. Ricordo che c'era stato un blocco delle assunzioni, felicemente rimosso quest'anno. Abbiamo avuto proprio quest'anno la possibilità – lo ricordo, ma i parlamentari lo sanno bene, perché la misura è nota – di assumere 10.294 unità di personale tecnico-amministrativo.
  Complessivamente, e arrivo alla mobilità, il Governo ha messo in ruolo 120.000 – possiamo arrotondare, credo – insegnanti tra piano straordinario assunzionale del 2015, immissioni relative a quest'anno scolastico, cui seguirà l'immissione progressiva nel triennio dei vincitori di concorso, che si sta concludendo in questi giorni.
  A questo si è aggiunto, per dettato di legge fortemente voluto dal Parlamento e, naturalmente, condiviso dal Governo, il grande piano straordinario di mobilità. Aggiungo l'aggettivo «grande», non per semplice gusto di enfasi retorica, ma perché, straordinariamente, questo piano ha riguardato 207.000 insegnanti in Italia, più del doppio del numero di docenti che, di solito, il piano di mobilità annuale metteva ordinariamente in possibile opzione di trasferimento.
  È, quindi, un'operazione di dimensioni notevoli, direi gigantesche, che ha consentito a molti insegnanti di tornare nella propria sede, spesso dopo anni di attesa, con la legittima aspirazione di poterlo fare. Al tempo stesso, però, ha anche comportato lo spostamento di insegnanti, che riguarda, soprattutto, – parlo a specialisti e addetti ai lavori, ma anche per chi ci ascolta da fuori – gli assunti in fase C dello scorso anno. Dopo un mantenimento della posizione, ai sensi della legge n. 107, per quel primo anno, si sono trovati a doversi spostare, in applicazione di quella stessa legge.
  L'inversione rispetto alle aspettative, per una parte di questi docenti, tra nord e sud – l'ho detto in molte sedi, è un dato noto che però è doveroso per me ripetere anche qui – è ineliminabile nelle sue macro dimensioni e traiettorie di spostamento. Abbiamo, Pag. 8 infatti, l'80 per cento dei docenti che sono di residenza o origine centro-meridionale, prendendo Roma come tradizionale linea di demarcazione tra il centro e il sud del Paese e il 65 per cento delle cattedre disponibili al di sopra di quest'immaginaria linea di demarcazione geografica.
  È chiaro che questo aspetto, ma non è una novità di questi giorni, bensì una caratteristica strutturale del sistema scolastico pubblico del Paese, non è eliminabile. Questo è anche il motivo per cui, credo – gli onorevoli parlamentari ne hanno piena consapevolezza – che la Commissione cultura della Camera, di concerto con tutta le forze interessate alla legge 107, abbia ritenuto che la mobilità straordinaria fosse uno strumento importante per consentire a chi si era trasferito, magari da molto tempo, di poter ritornare nella propria sede: così come è avvenuto.
  Dicevamo di 207.000 persone in movimento, un po’ più del doppio rispetto ai numeri consueti, di cui 95.000 interessate da mobilità interprovinciale. I trasferimenti nella fase A sono stati 82.244; nelle fasi restanti, 75.657: per un totale di 157.900 persone.
  La modalità tecnica, il famigerato algoritmo con cui è stato gestito questo processo, non è altro che la traduzione in un modello matematico necessario di tutte le variabili che sono state concentrate all'interno del contratto per la mobilità, condiviso e sottoscritto dalle forze sindacali, oltre che, ovviamente, dalla controparte ministeriale: nella sua complessità – lo dico con molta chiarezza – questa procedura ha funzionato perfettamente, perché su 207.000 casi di trasferimento, abbiamo avuto 3.000 docenti interessati da un accordo conciliativo.
  La percentuale – la sapete calcolare molto meglio di me – è del 2,4 per cento: un po’ superiore alla media dei 1.000-1.200 casi di conciliazione necessaria prima, quando non c'erano piani di mobilità straordinaria. Un incremento, quindi, c'è stato. Chiaramente, è derivato da errori, ma errori topici che sono sempre intercorsi purtroppo e che avvengono sia che si facciano con carta e penna, sia che si facciano con una procedura informatica che, se non avesse funzionato nella sua globalità, quelli che gli informatici chiamano bugs, i bachi, avrebbero prodotto risultati devastanti.
  Questo non significa – voglio che sia chiaro e parlo a titolo personale e a titolo sicuramente di tutto il Governo – che ci sia una totale insensibilità: c'è una presa d'atto della sofferenza di quelle persone per cui si è verificato l'errore che ha colpito la sorte individuale. A questo errore stiamo cercando di porre rimedio attraverso una procedura conciliativa e con tutti gli strumenti che la legge prevede. Questo è un atto di umiltà e di necessaria consapevolezza da parte del Governo e mio personale, ma non significa che la procedura non abbia funzionato e non abbia dato i risultati attesi.
  I presidenti mi richiamano, giustamente, a rispettare i tempi. Cito solo – i numeri li ho già dati – la mobilità interprovinciale, che forse è uno degli aspetti più spigolosi di tutta la vicenda della scuola secondaria di secondo grado, quella più consistente numericamente. Su 32.126 docenti che hanno ottenuto il trasferimento, 7.029, assunti prima dello scorso anno, sono riusciti a cambiare provincia; 15.054, assunti nella fase nazionale, sono riusciti a restare nella provincia che desideravano mantenere come sede di lavoro.
  Questi sono i numeri che vi danno la sensazione di quanto è avvenuto. Due docenti su tre hanno avuto dalla mobilità straordinaria il risultato che speravano. Ovviamente, in un caso si è avuto un esito diverso rispetto all'aspettativa e, per una percentuale molto ridotta, che ho citato, c'è stata anche una disattesa delle aspettative, legittime in quel caso.
  Arrivo a un altro capitolo che, presidente, non mi è stato esattamente esplicitato, ma credo sia correlato in maniera cruciale con quanto stiamo dicendo, ossia l'individuazione per competenze, che è la novità della legge 107, impropriamente definita, in una prima fase, la chiamata diretta da parte dei dirigenti scolastici. Il sistema è cambiato. È complesso, ma decisamente innovativo, ovviamente dal punto di vista del Governo e della maggioranza Pag. 9 di Governo. Ha funzionato direi in maniera molto soddisfacente, pur in questa fase compressa e di avvio del procedimento. Vi dico i numeri.
  Ha interessato 61.277 docenti trasferiti su un territorio di 312 ambiti territoriali. Più del 95 per cento dei docenti ha inserito il proprio curriculum vitae per segnalare la propria disponibilità. Il 62 per cento ha ricevuto e accettato una proposta di incarico triennale. Negli altri casi, evidentemente, non c'è stato il matching virtuoso tra domanda e offerta.
  Sul concorso dico solo questo, presidente, due parole, e lascio poi lo spazio al dibattito e, se necessario, ai doverosi chiarimenti da parte mia. Ricordo i numeri, che sono noti a tutti voi. Parliamo di 63.712 posti disponibili per una platea di 165.578 candidati. Sono state svolte 230.000 prove scritte. Ricordo che ciascun candidato, su richiesta, poteva naturalmente partecipare a più classi concorsuali.
  Di queste 620 procedure concorsuali attivate nelle diverse regioni, 36 hanno riguardato la scuola dell'infanzia e la primaria, posto comune, 584 la secondaria di primo e di secondo grado, più il sostegno, incluso in questo numero.
  Risparmio i numeri noti e vi dico lo stato dell'arte. A oggi, le procedure concluse entro il 15 settembre sono state il 55 per cento. Hanno riguardato 22.640 posti per il triennio 2016-2018. Ricordo in maniera chiara e ineludibile che il concorso, come quello per i dirigenti, che stiamo per varare, è un concorso triennale, si distribuisce sui tre anni, l'esito del concorso ha una durata effettiva nel triennio, quindi tutti i vincitori di concorso saranno assunti ex lege 107 all'interno del triennio.
  Per alcune di queste procedure era noto ed evidente che il completamento del concorso entro l'inizio dell'anno scolastico era praticamente inimmaginabile, e mi riferisco alla scuola dell'infanzia e alla primaria. Sulla secondaria i numeri sono diversamente distribuiti. In alcuni casi, qualche rallentamento – vi dico con molta onestà – l'ho anche sollecitato di persona, perché qualche complessità nelle commissioni si è verificata, ma anche qui per numeri assolutamente circoscritti e ristretti.
  Anche quello della percentuale dei promossi è un tema molto discusso, o comunque quello della percentuale di coloro che hanno superato il concorso, in qualche caso non ancora completato. Posso dirvi che è stata molto disequamente distribuita. Vi do due numeri. La media è un po’ più del 50 per cento: nel Friuli-Venezia Giulia si è registrata la punta massima di ammessi alla prova orale, quindi verosimilmente ci auguriamo anche di vincitori definitivi, pari al 75,57 per cento; in Calabria e in Lombardia ci sono state invece le punte minime: del 37 e del 35,36 per cento.
  Una media di oltre il 50 per cento, in una procedura concorsuale di queste dimensioni, rientra perfettamente non dico nelle aspettative dei candidati – quando ci si presenta a una qualunque prova selettiva, credo che tutti i candidati abbiano la ragionevole aspirazione di essere vincitori e di superare brillantemente la prova – ma nelle statistiche che chi si occupa di education conosce benissimo.
  Presidente, ho concluso relativamente agli argomenti che mi sono stati richiesti. In questa relazione ho approfittato anche per inserire un aggiornamento sulle fasi attuative della legge e su altri aspetti che non erano esattamente quelli richiesti, ma che restano a disposizione degli onorevoli colleghi.

  PRESIDENTE. Prendo atto del deposito di questa relazione e ringrazio il ministro, anche per aver rispettato i tempi. Abbiamo un elenco di iscritti a parlare. Non voglio perdere tempo e do immediatamente la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. Prego, senatrice Blundo, Le ricordo che ci siamo dati tre minuti, in modo da consentire ai colleghi di intervenire nel numero maggiore possibile.

  ENZA ROSETTA BLUNDO. Ringrazio il Ministro Giannini, che è venuta qui a farci un excursus sulle azioni sul territorio per l'evento sismico che ha portato a un numero di 8.000 sfollati circa. La ringrazio Pag. 10anche per averci illustrato l'edilizia scolastica, per la quale credo andranno fatti ulteriori approfondimenti, perché non mi sembra che siano stati esauriti.
  Secondo il ministro, questo doveva essere l'anno delle assunzioni da concorso e, quindi, ci ha spiegato che queste assunzioni stanno avvenendo, ma si completeranno nei tre anni. Quello che noi rileviamo è che, nonostante sia trascorso il 15 settembre, tuttavia risultano ancora numerose graduatorie bloccate, sulle quali si attende la pronuncia del TAR.
  Ci riferiamo a graduatorie bloccate per la prova pratica che non ha consentito l'anonimato. La prova pratica, infatti, in alcuni casi poteva essere trasformata in scritto non essendoci gli strumenti per farla espletare nelle classi di concorso dov'era prevista e quest'anonimato non è stato garantito, purtroppo anche per l'assenza dei codici che il CINECA avrebbe dovuto offrire. Ci piacerebbe capire quale sarà il futuro di questi insegnanti, vincitori delle prove concorsuali, che sono inseriti nelle graduatorie bloccate.
  Premetto che ancora attendiamo la risposta a interrogazioni presentate sul concorso fin da luglio. Già da allora si evinceva un alto tasso di persone respinte alle prove scritte, in particolare alle prove pratiche, e un alto numero di bocciati. Tra l'altro nelle classi di concorso con la prova pratica, il bando prevedeva di normalizzare il voto della prova scritta. Dovevano avere il voto normalizzato e poi aggiungere il voto della prova pratica, con tutte le questioni che ci sono. Quello che è strano è che questa normalizzazione prevedeva dei decimali che non sono stati neanche considerati come numeri interi. Abbiamo, quindi, persone bocciate con 18 a una prova scritta e un 9 a una prova pratica, cioè insegnanti professionali, che hanno dimostrato di avere una professionalità.
  Lei sostiene che i corsi di abilitazione non erano idonei, ma i corsi di abilitazione TFA, PAS e SSIS sono stati pagati ed erano stati gestiti e voluti dal ministero. Sebbene tutto ciò sia accaduto, il totale dei respinti è alto. Vogliamo sapere, visto che anche gli insegnanti di sostegno restano ancora non assunti in gran numero, quanti sono i posti coperti per quest'anno dai docenti vincitori di concorso; quanti di quelli, seppur bocciati, sono stati richiamati per ricoprire i posti vacanti e se l'organico di fatto verrà trasformato in organico di diritto, come annunciato dal Sottosegretario Faraone.

  FRANCESCA PUGLISI. Grazie Presidente, grazie ministro per essere venuta innanzi a queste Commissioni a illustrare gli importanti e tempestivi interventi all'indomani della terribile tragedia che ha colpito le regioni dell'Italia centrale con il sisma. Ringraziamo dello sforzo compiuto non solo dal Governo, ma anche dalla Protezione civile e dai tanti volontari impegnati, che hanno permesso la regolare apertura delle scuole per gli studenti colpiti dal sisma. Credo che questo sia un brillante risultato che debba essere riconosciuto.
  Come lei stessa ha affermato, con grande senso di trasparenza e di responsabilità, la natura straordinaria dei numeri – sin dall'anno scorso, con l'applicazione della legge 107 che ha coinvolto il mondo della scuola, prima con il piano straordinario di assunzione, e quest'anno con il piano straordinario di mobilità – ha generato qualche errore cui dovremo porre rimedio. La conciliazione ha già dato buona parte delle risposte alle istanze che gli insegnanti attendevano.
  Le novità introdotte dalla legge 107 a volte generano alcune incertezze, anche nei dirigenti scolastici e in alcuni uffici provinciali. Le chiedo, quindi, di chiarire. Il comma 131 della legge 107 fa divieto di supplenze oltre i 36 mesi, su posti vacanti e disponibili, a seguito di una sentenza della Corte europea. Il comma parla chiaro: a decorrere dal 1° settembre 2016 i contratti di lavoro a tempo determinato stipulati con il personale docente educativo, ma anche ausiliario e tecnico – è davvero una notizia molto buona per la scuola lo sblocco del turnover e l'assunzione di oltre 10.000 tra dirigenti, amministrativi e personale ATA – non devono superare i 36 mesi. La legge parla chiaro: la decorrenza è dal 1° settembre 2016.
  Sappiamo, attraverso i nostri parlamentari e le segnalazioni dei sindacati, che Pag. 11qualche zelante dirigente chiede autocertificazioni non necessarie. Le chiederei, quindi, di dissipare ogni dubbio su questo punto.

  LUIGI GALLO. Grazie Presidente, grazie ministro. Le rivolgerò due semplici domande. Insieme a Renzi e al Sottosegretario Faraone, avete imboccato la strada della più ottusa testardaggine che si sia vista in qualsiasi riforma della scuola in Italia. Volevate abolire la «supplentite», e lo scorso anno abbiamo avuto 105.000 supplenze annuali, docenti che lavorano per un solo anno con un gruppo di studenti, per abbandonarli l'anno successivo. Questa circostanza si ripeterà per decine di migliaia di classi anche quest'anno: un danno per tutti gli studenti, soprattutto per bambini e ragazzi disabili.
  Avete inserito la chiamata diretta dei docenti da parte dei dirigenti, e quest'anno la stragrande maggioranza dei dirigenti ha preferito utilizzare il classico punteggio di graduatoria, che risulta un sistema oggettivo di valutazione dei docenti, o la scelta del CSA, contro l'arbitrarietà di criteri impossibili da monitorare.
  Avete inventato l'organico potenziato, un numero di docenti aggiuntivo da assegnare a ogni scuola, per una ventina di strepitose e innovative finalità educative, che sono finiti a fare i «tappabuchi» dei colleghi che si assentano per uno o due giorni.
  Avete scelto la via di un concorso per la selezione dei docenti che è partito tardi, è ancora in corso e si è svolto con numerose violazioni.
  Dovreste garantire l'istruzione gratuita per tutti i cittadini della scuola dell'obbligo e invece siete inerti e complici di un contributo volontario dei genitori, che diventa una tassa occulta di iscrizione, necessaria per pagare la carta igienica e le risme di carta per le fotocopie.
  Avete programmato un numero di assunzioni per ogni regione e le avete stravolte con le operazioni di mobilità, facendo saltare tutta la programmazione. Avete messo la vita delle persone, delle loro famiglie e dei loro bambini, in mano a un algoritmo, di cui non pubblicate il codice, né pubblicate la graduatoria nazionale. I dati che ci fornisce oggi il ministero contraddicono quelli che sostengono, invece, che è stato fatto un errore su quattro mobilità: sono dati riportati fino ad ora dai giornali.
  Avete bloccato per tre anni il concorso di dirigenti, e oggi pochi dirigenti devono gestire migliaia di scuole e plessi, che rischiano di non essere per nulla governati.
  Avete inserito un sistema premiale, come quello del «Bonus», che, invece di migliorare la qualità della scuola, la sta solo inquinando, rompendo il clima di collaborazione con i docenti che costituiscono il sale di una buona comunità scolastica.
  A ogni atto avete prodotto disuguaglianza tra precari, lavoratori, scuola e studenti. Tutto questo ha prodotto decine di migliaia di ricorsi, in tanti dei quali il ministero è soccombente.
  Quello che vogliamo sapere è: tutta questa incompetenza quanto è costata ai cittadini in termini di risorse spese dal ministero per affrontare i costi giudiziari della legge 107?
  La seconda domanda è: quando avete intenzione di dimettervi?

  MILENA SANTERINI. Ringrazio il ministro per le informazioni che ci ha dato, molto utili.
  Sono tra quelli che pensano che un piano di mobilità così ampio, una mobilitazione di docenti così ampia, non poteva certo esaurirsi nell'arco di mesi o di un anno. Sono necessari sicuramente almeno i tre anni di cui il Governo aveva già dato preavviso. Ritengo, quindi, che le valutazioni vadano fatte non ora, ma successivamente, soprattutto considerando le enormi differenze di tipo demografico che abbiamo tra nord e sud. Sono, quindi, tra quelli che, pur rammaricandosi degli errori, per le storie individuali segnate da turbamenti e da cambiamenti di vita, ritengono che sia anche necessario aspettare per capire i risultati di questa enorme mobilitazione, che mi auguro positivi.
  Ho una domanda: ai vincitori di concorso, le cui procedure, come lei ha giustamente detto, saranno completate entro tre anni, verrà assegnato un posto entro Pag. 12quel termine? Gli effetti giuridici della nomina in ruolo saranno comunque posticipati o potrebbero esserci già da subito? Questo, ovviamente, farebbe la differenza per quasi la metà – mi confermi lei i numeri – delle persone che per il protrarsi delle procedure non hanno potuto avere assegnata la cattedra quest'anno.

  ANNALISA PANNARALE. Ministra Giannini, naturalmente la ringrazio per la disponibilità, ma devo dirle che questa prima parte dell'audizione mi lascia particolarmente insoddisfatta. La trovo estremamente lacunosa, non per ragioni di tempo, temo, ma perché lei forse ha dimenticato di nominare una serie di questioni irrisolte che ci sono in questo momento e che hanno fatto sì che, se il 2015 è stato l'anno della transizione, come lei stessa in una serie di dichiarazioni pubbliche aveva affermato, il 2016 sta diventando l'anno degli enormi disagi per tante e tanti docenti.
  Ci ha parlato di un grande piano della mobilità straordinaria, delle assunzioni provvisorie, del fatto che gli organici, che sono stati assolutamente terremotati da queste decisioni prese in corso, anche con l'ultimo decreto, non sono ancora completati, e non sappiamo se verranno completati a fine settembre. Non ci ha parlato, ad esempio, di un problema che si innesta esattamente sulla questione della mobilità, cioè quello che generalmente noi leggiamo definito negli articoli di stampa come residuali GaE. Stiamo parlando di circa 45.000 docenti. Sono coloro che in base alla legge 107 non hanno diritto al piano straordinario, perché quella legge prevedeva due opzioni, come lei sa molto bene: o la possibilità di aderire al piano straordinario, e quindi di essere mandati in qualunque parte dell'Italia, o quella di non aderire al piano. E molti docenti non hanno potuto aderire al piano, hanno scelto di non aderire al piano, perché questa legge lo prevedeva, e quando una legge lo prevede, la legge dovrebbe essere al di sopra di tutto.
  Nel frattempo, vengono cambiate le regole in corsa – abitudine frequente di questo Governo – e questi docenti che, sulla base della legge, non hanno aderito al piano, oggi rischiano di non poter uscire dalla loro condizione permanente di precarietà, nonostante siano degli iscritti GaE e si trovassero anche in posizioni migliori rispetto a coloro che, invece, hanno aderito al piano straordinario. Che cosa succederà a questi docenti?
  Ho una seconda considerazione.

  PRESIDENTE. Onorevole Pannarale, deve essere molto breve, perché abbiamo ancora quattro interventi.

  ANNALISA PANNARALE. Lo so, presidente. Non sempre abbiamo la possibilità di avere qui la ministra. Sul concorso devo dire che, da parte del ministero, forse ci saremmo aspettati qualche scusa nei confronti di questi docenti. Le procedure concorsuali sono state discutibilissime, a cominciare dai tempi con cui è stato bandito il concorso, poi l'assenza di criteri e per l'assenza delle griglie di valutazione nei tempi giusti, per le prove concorsuali che sono state decise in maniera assolutamente discutibile. Forse su questo sarebbe stato utile avere anche un minimo di assunzione di responsabilità da parte della ministra.
  La chiamata diretta è stato un fallimento, Ministra! Ha creato e sta creando numerosissimi disagi, ed è singolare che questo non venga ricordato nella prima parte dell'audizione. Peraltro, lei ci ha ricordato il famoso algoritmo: ci piacerebbe, ad esempio, sapere, che fine ha fatto la task force sull'algoritmo, di cui lei aveva parlato, se ha attivato il suo lavoro, se ci sono a oggi dei risultati, se abbiamo individuato i responsabili, se quel meccanismo dei cento ambiti non fosse già di per sé assurdo.
  Vengo alle ultime due osservazioni flash, presidente. Che fine fanno i TFA e i PAS? Questa è la domanda di sempre, a cui continuiamo a non avere risposte.
  Infine, lei ci ha parlato di 120.000 docenti assunti in ruolo, all'inizio della sua relazione, tra il 2015, il 2016 e l'immissione in concorso, che però sappiamo spalmarsi su tre anni. Ora, 63.000 sono quelli previsti dal concorso, già a febbraio ne erano stati annunciati 100.000: siccome non vorremmo trovarci in una lotteria, le chiederei Pag. 13di ripeterci le cifre di queste assunzioni con una certa cura, distinguendole anche nelle vari fasi perché, ancora una volta, i conti non tornano.

  MARIA COSCIA. Grazie Presidente, grazie ministro per la sua relazione e per averci fornito dei dati chiari e, come sottolineava la collega Puglisi, con molta trasparenza, raccontando anche le difficoltà che ci sono state e le misure che sono state prese e quelle che si cercherà di prendere nel prossimo futuro.
  Presidente, mi scusi, ma una battuta ai colleghi del Movimento 5 Stelle la vorrei fare. Non hanno cambiato di una virgola la loro posizione, ma dall'altra parte fanno continuamente appello al fatto che sono una forza che si vuole misurare con il Governo del Paese: forse dovrebbero fare i conti anche dove già governano, come a Roma, dove, da un lato, la nostra sindaca Raggi ha rivendicato il merito di aver acquisito un decreto voluto dal Governo, che consente le assunzioni nei nidi e nelle scuole dell'infanzia; dall'altro, a Roma siamo in enorme ritardo, tanto che gli asili nido sono partiti senza le nuove assunzioni, ci sono supplenze giornaliere, così come avviene nella scuola dell'infanzia. Li stanno chiamando in questi giorni. C'è almeno un mese di ritardo, con i bambini che stanno subendo difficoltà inenarrabili.
  Sono sicura, ministro, che ha già presente questo problema e, ahimè, le difficoltà che si sono verificate, probabilmente in un intreccio tra la vicenda della mobilità e il problema di avere le assegnazioni provvisorie, tanto che in diverse scuole si sono verificati problemi anche per le supplenze giornaliere. Per questo, le chiedo se – penso sicuramente di sì, considerata la sua sensibilità – e come farete fronte alle situazioni che purtroppo sono emerse in questi giorni, soprattutto in relazione al problema degli studenti e delle loro famiglie.

  FABRIZIO BOCCHINO. Anch'io ringrazio la signora ministra per la sua disponibilità a intervenire in questa Commissione, ma, vede onorevole ministra, è normale che un Governo superato venga giudicato sulla base anche di quelle che erano state un po’ le premesse della legge della «Buona scuola». D'altro canto, qui in Parlamento abbiamo vissuto pienamente l’iter legislativo. Ci ricordiamo tutti che le premesse erano quelle, come è stato ricordato, dell'eliminazione del fenomeno della «supplentite» e di avere a settembre 2015 addirittura la soppressione delle GaE, l'eliminazione delle supplenze, tutte le assunzioni e così via. A distanza di un anno dall'approvazione della legge, ci troviamo con dei dati che contraddicono le premesse che voi stessi del Governo avevate messo sul tavolo quando si trattava di affrontare questa legge.
  Le pongo una questione, un dato secco: vorrei sentire proprio dalla sua bocca quali sono i contratti di supplenza che quest'anno avete attivato. Credo che questo dato dimostri più di ogni altro il fallimento di questo piano straordinario di assunzioni e anche le criticità introdotte da questa mobilità straordinaria. Ricordiamo che uno dei problemi è stato quello che il concorso era regionale, mentre il piano di mobilità era nazionale, per cui ci troviamo di fronte al fenomeno per cui i posti banditi dal concorso sono stati effettivamente decurtati perché usati per la mobilità nazionale. Ci ritroviamo, per esempio, nella situazione assurda che i vincitori di concorso non sono stati assunti.
  Ora, è vero che il concorso era triennale – me ne rendo conto – ma triennale significa che le eventuali graduatorie valgono per un triennio e, quindi, sostanzialmente, laddove i posti non siano più disponibili, posso essere assunto anche nel corso dei tre anni. Se, però, c'è stato solo un 50 per cento di vincitori di concorso e circa 30.000 posti non sono stati coperti, non capisco perché si debba aspettare un triennio per poter essere immessi in ruolo da concorso. Ritengo che queste questioni vadano tutte affrontate e che si debba avere una risposta da lei. La stessa decisione politica di bandire un concorso, sapendo che nella graduatoria di secondo fascia, per esempio, ci sono ancora tanti docenti, usati, tra l'altro, anche quest'anno, così come negli anni Pag. 14passati, con assunzione su posti annuali, dovrebbe essere lasciata al vaglio degli insegnanti, del Paese e degli elettori tutti.
  Credo che uno dei principali problemi nella buona scuola sia stato quello di aver fatto tutto in un solo anno, quando invece si sarebbero potute fare normalmente in tre anni tutte le assunzioni, anche prevedendo posti disponibili sul turnover, e affrontare le criticità della mobilità. È vero, infatti, che in sostanza c'è stato più del doppio delle domande di mobilità, ma è anche vero che gli anni scorsi, e concludo, non ci sono state tutte queste proteste. Quest'algoritmo non esisteva, la mobilità veniva fatta a punteggio e nessuno si lamentava.
  Quest'anno, invece, per la volontà di fare tutto in un unico anno, tutto in maniera straordinaria, è stato creato un algoritmo e la gente non sa per quale motivo ci sono casi di persone con punteggio superiore che si sono state spostate molto più lontano di altre che avevano punteggio inferiore. Sono state fatte delle fasi di mobilità, è stata persa la relazione tra punteggio e priorità nella scelta della mobilità.

  PRESIDENTE. La ringrazio, senatore. Do la parola alla senatrice Ricchiuti, ma solo per una battuta, perché non facciamo in tempo. La stessa cosa vale per la senatrice Montevecchi.

  LUCREZIA RICCHIUTI. Grazie presidente, buonasera, signora ministra. Non faccio parte della Commissione istruzione, ma approfitto dell'occasione per far presente, come certamente la ministra sa, che il consigliere regionale della Lombardia Gianantonio Girelli, presidente della Commissione antimafia regionale, ha scritto una lettera il cui contenuto è condiviso dalla Commissione consiliare del comune di Milano, presieduta da David Gentili, da Libera di don Ciotti e dalla rete delle associazioni antimafia della regione, a partire da Brianza Sicura, volta a sollecitare il ministero a introdurre nei programmi di storia e in quelli di Costituzione e cittadinanza lo studio delle mafie italiane e della lotta alla criminalità.
  Nella lettera del consigliere Girelli si dice una cosa tanto semplice quanto indispensabile. La lotta alle mafie, alla violenza e alla prepotenza comincia sui banchi di scuola, con un'educazione ai diritti, alla legalità, come del resto recita anche l'articolo 1, comma 7, lettera e) della legge 107 sulla «Buona scuola». Vorrei chiedere alla ministra di rispondere sollecitamente alla lettera del consigliere Girelli.

  MICHELA MONTEVECCHI. Intervengo solamente per chiedere alla ministra se ci può dire qualcosa di più in merito alle GaE infanzia, all'immissione in ruolo, quindi alle procedure di assunzione dei docenti della scuola dell'infanzia, inseriti a pieno titolo, secondo il decreto del maggio 2016 e poi il decreto ministeriale del 22 giugno 2016, e afferenti alle graduatorie di merito del concorso ordinario del 2012.
  Ci sono state segnalate delle procedure di assunzione e l'invio di lettere a una percentuale di docenti maggiore rispetto a quella prevista dal decreto del maggio 2016 e dal decreto ministeriale del giugno 2016. Vorremmo che ci chiarisse questa questione delle GaE infanzia e dell'immissione delle percentuali delle graduatorie di merito 2012.

  PRESIDENTE. Siamo riusciti a far parlare tutti quelli che hanno chiesto di intervenire.
  Do la parola alla Ministra Giannini per la replica. Naturalmente, molte delle domande sono specifiche, quindi se la ministra vorrà poi rispondere in maniera più puntuale per iscritto, potrà farlo.

  STEFANIA GIANNINI, Ministra dell'istruzione, dell'università e della ricerca. Forse ce la possiamo anche fare, perché alcuni quesiti ricorrono, salvo domande più specifiche, come quella della senatrice Montevecchi a cui, però, spero di dare una risposta altrettanto precisa.
  Parto in ordine di presentazione delle domande. La senatrice Blundo ha fatto una serie di considerazioni che riguardano le differenti misure. La domanda specifica, la prima che ha fatto la senatrice Blundo, se Pag. 15ho bene appuntato, riguarda presunte – dico presunte, perché non ne ho una contezza né quantitativa né qualitativa – graduatorie bloccate per ricorsi, o comunque procedimenti in corso al TAR. È chiaro che in questo caso, quando questi procedimenti andranno avanti, se andranno avanti, interverremo laddove c'è da intervenire, ma non sono azioni di sistema. Io non ho in questo momento notizia di casi di particolare complessità che siano stati messi all'evidenza del ministero.
  Ovviamente, la procedura del ricorso, anche sulle procedure concorsuali, è una procedura molto praticata nel nostro Paese, non solo nel mondo della scuola, quindi non mi sento di escludere che anche questo concorso possa già avere o che possa avere nel futuro questo tipo di risposta da parte di alcuni candidati che non si sono sentiti trattati nella maniera corretta. Questa è una questione che riguarda il procedimento amministrativo e non riguarda, certamente, in questa fase, il ministero. Laddove, invece, questo arriverà alla nostra attenzione, come in ogni caso, dall'università alla scuola, ci sarà assolutamente una presa di posizione mirata al singolo caso.
  Sul merito del concorso, senatrice, credo di aver già risposto, avendo dato dei numeri e avendo anche espresso una valutazione molto precisa di tipo qualitativo su questi numeri. Peraltro, approfitto per chiarire, ma poi tornerò su altre domande per quanto riguarda uno dei quesiti del senatore Bocchino, che quando io parlavo di poco più del 50 per cento, parlavo dei vincitori di concorso, non parlavo dei posti resi disponibili. Forse qui c'è stato un misunderstanding sulla mia presentazione, ma poi tornerò agli altri quesiti.
  Quanto alle valutazioni di merito che riguardano le assunzioni a seguito del concorso in atto, la prima domanda l'ha posta la senatrice Blundo, altri senatori o deputati l'hanno posta, per cui darò la risposta per tutti. Anche l'onorevole Santerini si è puntualmente interrogata su questo quesito. L'ingresso in ruolo avviene quando viene pubblicata la graduatoria. Io non ho detto, onorevole Santerini – per carità – che il concorso si concluderà nel corso del triennio. I concorsi si devono concludere quam celerrime, ci mancherebbe. Lo dico per chiarirci, perché a volte nelle molte cose si può anche annidare un'ambiguità espositiva. Quello che, invece, è sicuro è che al completamento della graduatoria i vincitori entrano in ruolo. Questo è quanto prevede un concorso di durata triennale, che vuol dire che quel posto è disponibile all'interno del triennio. E quello che la legge prevede ed è quello che è stato per i concorsi avviati e sarà rispettato per quelli non ancora completati.
  La Senatrice Puglisi pone un quesito molto specifico, a cui do una risposta altrettanto specifica, e spero chiarificante, sul tema – capisco, qualcosa ovviamente è arrivato anche per eco indiretta a me – del comma 131, divieto di supplenza oltre i 36 mesi. Mi si chiede chiarezza e mi si chiede la soluzione.
  La chiarezza l'ha esplicitata lei, senatrice, dicendo che il testo della legge è chiarissimo: a decorrere dal 1° settembre del 2016. Questo significa che il computo, il calcolo dei mesi che andrebbero a riformulare la misura non superabile per non incorrere nell'infrazione europea, questa legge lo indica chiaramente come punto di partenza, è fissato dal 1° settembre.
  Se ci sono state delle ambiguità o – diciamolo pure – anche delle perplessità interpretative da parte dei dirigenti, sarà mia cura nelle prossime ore utilizzare gli strumenti che sono a mia disposizione per fare chiarezza, in modo tale che la legge venga applicata così come è scritta. Punto.
  L'onorevole Gallo, a parte le considerazioni di merito e i commenti, che lascio alla sua legittima valutazione – non sta a me replicare in tal senso – tra le molte cose che ha richiamato, commentandole e non chiedendone chiarimenti, pone invece in maniera puntuale, il tema delle supplenze. Guardi, onorevole, sarebbe stato ingenuo o superficiale immaginare che il fenomeno delle supplenze – chiamiamolo così com'è, senza neologismi fuorvianti – venisse eliminato da un pur gigantesco piano assunzionale, a cui si unisce una pur gigantesca riattivazione del canale naturale costituzionale Pag. 16 per entrare nel mondo della scuola, cioè il concorso nazionale.
  Quello che, invece, il Governo si aspettava e continua ad aspettarsi è un trend di diminuzione di questo fenomeno che, già a partire da questi due anni, ma la misura andrà vista, e lì quindi la risposta la do per tutti, nella fase attuativa, soprattutto per leggi che riguardano il settore dell'istruzione, e soprattutto per leggi con un'ambizione complessa come questa che ha riguardato il personale docente e i meccanismi di assegnazione al ruolo del personale docente, nel corso dei prossimi anni. Il trend, però – glielo cito a memoria, perché questo dato non ce l'ho sott'occhio – è di una diminuzione di 18-15.000 posti dal 2014 al 2015 e in aspettativa anche per quest'anno scolastico, sui 120.000 che lei citava come dato di partenza, mi pare in maniera un po’ diversa.
  Non c'è, quindi, una bacchetta magica nelle mani di un Governo, che – mi perdoni – ha piena consapevolezza della complessità dei processi che sta affrontando, ha piena consapevolezza del danno devastante che è stato fatto al mondo della scuola nel corso degli anni, consolidando una situazione di precarietà, che per sua natura – le parole hanno un peso – doveva essere transitoria e non stabilizzata come tale. Credo, quindi, che il risultato di questo processo sarà misurato e misurabile nel corso di quel tempo che noi indicammo immediatamente: un primo triennio per le prime valutazioni di merito e, successivamente, negli anni; anche per correggere le misure che andranno corrette, come per tutte le leggi che imperfette non nascono, e comunque imperfette diventano al momento dell'attuazione.
  Sulla chiamata per competenza, onorevole Gallo, le ho già dato una risposta. Lei è tornato sul tema. Non sto a dilungarmi. Nella relazione ci sono i numeri. Ho detto, comunque, che il 95 per cento dei docenti ha inserito sponte sua il curriculum all'interno della procedura, che era l'indicazione della domanda. Il 62 per cento ha trovato una felice congiunzione, il matching desiderato, con l'offerta da parte della scuola. Non mi sembra che si possa definire, per la prima fase attuativa, per il primo anno di attuazione, un insuccesso.
  All'onorevole Santerini credo di aver risposto. Onorevole, non so se c'è qualche altro aspetto oltre a quello delle graduatorie, momento cruciale per il cronometro, per la partenza delle singole destinazioni in ruolo; il triennio è nel senso detto. Poi siamo tutti anche ben consapevoli di che cosa significhi una procedura concorsuale che si distribuisce su questo arco di tempo.
  L'onorevole Pannarale ha fatto una serie di considerazioni sulla qualità della legge, anche qui di merito, di carattere generale, come è suo diritto e legittimità; però mi richiama alcuni punti, che ho segnato, per quanto riguarda soprattutto i cosiddetti – brutta espressione, ma lei veramente citava la stampa, non era una sua definizione – residuali GaE, cioè i docenti che sono rimasti per non aver scelto l'opzione che la legge proponeva.
  Mi permetta, qui è un altro il mio punto di vista. Quando una legge indica un'opzione, è una legge che comunque è giusta per quel punto, perché dà una scelta alla persona di indicare una strada o un'altra. Quei docenti che, legittimamente, non hanno scelto di rientrare nel piano assunzionale pur potendolo fare, restano nelle graduatorie a esaurimento. Come lei sa, ci sono classi di concorso che hanno più affollamento rispetto ad altre e classi che sono state invece completamente esaurite. Anche su questo la legge parla chiaro: rientrano in quel plafond del 50 per cento assunzionale che si distribuirà fintanto che non saranno esaurite le graduatorie a esaurimento. Non mi sembra che ci siano ambiguità o incertezze attuative nemmeno su questo punto.
  Sul concorso credo di aver detto tutto quello che è in mio potere oggi di dire, così come, analogamente, sulla chiamata diretta. Quanto alla task force sull'algoritmo, mi perdoni, ma non c'è stata mai una task force sull'algoritmo. La task force – l'ho citata – era quella di emergenza e urgenza sulle questioni del terremoto.
  Queste procedure vengono elaborate al nostro ministero come in qualunque altra struttura, istituzione pubblica o privata, Pag. 17dagli esperti che sono dentro il ministero e che si occupano, non solo in queste occasioni, di tradurre in un modello matematico, con uno strumento informatico, leggi, regolamenti e, in questo caso, contratti di mobilità. Non c'è alcun mistero, non c'è alcun elemento occultato o poco trasparente. Il modello matematico e la procedura informatica sono ovviamente disponibili e visitabili da chiunque abbia desiderio e strumenti per capirne anche l'applicazione pratica.
  Quanto a TFA e PAS, ho detto anche pubblicamente in un'occasione recente che l'impegno del Governo è far sì che tutti coloro che non sono ancora abilitati abbiano lo strumento di abilitazione nei prossimi mesi. Questo lo dice la legge che indica solo per gli abilitati la possibilità anche di adire a posti di incarico annuale di supplenza. Questo strumento oggi si chiama TFA, perché questo è quello che abbiamo a disposizione.
  Non escludo, anzi me l'auguro, che la delega sulla formazione iniziale che stiamo varando, tra le altre misure, possa darci con la sufficiente e necessaria rapidità uno strumento più adeguato al nuovo modello che presenteremo attraverso questa delega al mondo della scuola, che invertirà un paradigma che è stato penalizzante – l'ha richiamato, mi sembra, l'onorevole Gallo – e cioè il pagamento da parte dei corsisti e degli abilitanti. Noi vorremmo, invece, fare esattamente il contrario.
  L'impegno del Governo, quindi, è a dare uno strumento possibile di abilitazione, perché l'abilitazione – l'abbiamo detto tante volte, non è questo Governo che ha creato la confusione – è la patente e non l'accesso alla viabilità. Sono due cose molto diverse. Non ci sarebbe stato bisogno di un concorso ai sensi della Costituzione se l'abilitazione fosse diventata erroneamente, come è stato fatto credere, lo strumento di accesso al ruolo.
  L'onorevole Coscia mi faceva un'altra domanda molto puntuale, che riguarda alcune complessità di assegnazione dei posti in questi giorni, che non mi sfugge e non ci sfugge – ci mancherebbe altro – pur nella dimensione gigantesca di questi procedimenti. Quello che io posso dire è che su questo si sta lavorando. Mi sto anche occupando personalmente di questa vicenda.
  Il dipartimento istruzione il 15 settembre ha inviato a tutti gli uffici scolastici regionali e provinciali, quindi a tutti gli uffici territoriali, una nota in cui si invitavano i dirigenti scolastici a procedere subito alle nomine dei supplenti che si dovessero eventualmente ritenere necessari, anche con la formula «sino all'arrivo dell'avente titolo», quindi con la piena e doverosa possibilità di risolvere la situazione.
  Se qualcuno, al solito – sono tanti e, per carità, estremamente zelanti, ma talvolta può capitare – non ha capito questo messaggio, non è arrivato o è stato frainteso, analogamente, come per i 36 mesi, sarà mia cura riproporre immediatamente, con maggiore efficacia, onorevole, questa misura.
  Sulle questioni del senatore Bocchino sul concorso, spero di aver reso più intelligibile il tema del 50 per cento. Su concorso e mobilità, non mi pare che quella sia una domanda. È un suo commento, senatore Bocchino! «Si è fatto tutto di corsa»: no! Si è fatto e si sta facendo quello che si deve fare quando si discute una legge per mesi in Parlamento. Ricordo che quel percorso l'abbiamo compiuto insieme da marzo 2015 al 16 luglio dello stesso mese.
  Quando inizia una fase attuativa, c'è una scansione temporale per tutte le complesse fasi previste. Mi pare che, quindi, sia proprio nel percorso di attuazione che si dovranno fare valutazioni di merito, non solo da parte di chi giudica il Governo, ma anche del Governo stesso, questo che è in carica oggi, quelli che gli succederanno a partire dal 2018, per valutare le modifiche e le correzioni. Questo si fa sempre con le leggi, soprattutto le leggi del mondo dell'istruzione, che hanno per loro natura una complessità intrinseca.
  Senatrice Ricchiuti, il suo messaggio è chiaro. Ha richiamato lei il comma della legge che punta il dito e la freccia sui temi della legalità. Assolutamente mi impegno perché ciò avvenga e si inserisca anche il tema della lotta alle mafie. Voglio, in questo caso, approfittarne solo per dire che anche a livello universitario si sta facendo uno Pag. 18sforzo, come forse lei sa, come io credo, se è sensibile a questi temi. Abbiamo un progetto molto bello con la Statale di Milano. Quello è lo scalino successivo, ma va benissimo insistere anche sulla scuola.
  Rimane, ma concludo, la puntuale domanda della senatrice Montevecchi che riguarda le GaE infanzia e il superamento – forse questo era il quesito – della soglia del 15 per cento: è vero. Questo è derivato, però, da un contingente di posti che si è liberato, e che quindi stiamo cercando di completare. Derivati dalla mobilità, certamente. Confermo che è superiore alla soglia che veniva indicata.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro Giannini. Siamo riusciti a concludere in tempo utile. La seduta in Aula non è ancora ripresa, quindi noi continuiamo come VII Commissione, perché abbiamo due Comitati ristretti. Ne approfitto, però, per salutare il ministro, per salutare il presidente Marcucci e i colleghi del Senato. Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna della nota depositata dalla Ministra Stefania Giannini (vedi allegato).
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.05.

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