XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 168 di Martedì 2 agosto 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta:
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 8 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Gaetti Luigi  ... 10 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Mattiello Davide (PD)  ... 11 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 11 
Mattiello Davide (PD)  ... 11 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 11 
Mattiello Davide (PD)  ... 11 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 11 
Mattiello Davide (PD)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 12 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 12 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Mineo Corradino  ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Torrisi Salvatore  ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 13 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 14 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Molinari Francesco  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Lumia Giuseppe  ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Mirabelli Franco  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 17 
Bindi Rosy , Presidente ... 17 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 18 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 18 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 19 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Fava Claudio (SI-SEL)  ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 20 
Bindi Rosy , Presidente ... 20 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 21 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 21 
Mirabelli Franco  ... 21 
Bindi Rosy , Presidente ... 21 
Mirabelli Franco  ... 21 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 21 
Bindi Rosy , Presidente ... 21 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 21 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 21 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 21 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 22 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 22 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 22 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 22 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 22 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 22 
Nuti Riccardo (M5S)  ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 23 
Mirabelli Franco  ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 23 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 23 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 23 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 23 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 24 
Attaguile Angelo (LNA)  ... 24 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Molinari Francesco  ... 25 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 25 
Molinari Francesco  ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Crocetta Rosario , presidente della regione siciliana ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ROSY BINDI

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

  La seduta comincia alle 14.10.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Audizione del presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta. Il presidente Crocetta è accompagnato dalla vicepresidente della regione siciliana, l'assessore regionale alle attività produttive, Maria Lo Bello, dall'assessore regionale della salute, Baldassare Gucciardi, dalla dottoressa Patrizia Monterosso, segretario generale della regione siciliana e dall'avvocato Vincenzo Lo Re.
  L'audizione odierna è stata richiesta dal presidente Crocetta in occasione della missione che la Commissione ha svolto a Palermo e a Trapani dal 18 al 20 luglio scorsi. In sede di ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi si è convenuto di accogliere la richiesta, demandando l'audizione alla sede plenaria, così come avvenuto anche per gli altri presidenti di regione ascoltati in Commissione antimafia nel corso dei lavori.
  L'audizione rientra, pertanto, negli approfondimenti relativi alla situazione della mafia in Sicilia ed è dedicata, in particolare, ai temi del ruolo attuale del movimento civile dell'antimafia, della gestione dei fondi europei e regionali, delle politiche della regione siciliana nei settori dei rifiuti, dell'acqua, della sanità, per la prevenzione e il contrasto della criminalità organizzata mafiosa.
  Ricordo che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta.
  Nel ringraziare, pertanto, il presidente Crocetta per la sua presenza e tutti coloro che lo accompagnano, gli cedo volentieri la parola. Penso che i nostri lavori potranno proseguire, verosimilmente, fino alle 15.30. Pregherei il presidente Crocetta di contenere la sua introduzione in venti minuti, poi passiamo alle domande, in seguito ci saranno le risposte.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Onorevole presidente, onorevoli deputati, vi ringrazio di quest'audizione, che credo non sarà sufficiente nei tempi in cui è prevista per sviscerare questioni che riguardano la mafia in Sicilia e il contrasto alla criminalità organizzata che abbiamo avviato durante il periodo del mio mandato. Tra l'altro, qui è presente oggi una serie di dirigenti e assessori, anche loro impegnati in questa battaglia.
  Ritengo che sarebbe un'operazione verità da fare rispetto alle questioni anche a volte, come si dice, nella vera politica classica di «mascariamento» nel sistema mafioso, che è stata portata su una serie di vicende. Può essere l'occasione per fare chiarezza, ma non soltanto a livello verbale con atti, documenti e con fatti concreti e compiuti. Pag. 4
  Certo, io vorrei iniziare questo mio colloquio dicendo che mai come quest'estate o l'estate precedente il film che dice che la mafia uccide solo in estate ha una concreta attualità in Sicilia e anche per quel che mi riguarda.
  Quest'anno, noi abbiamo avuto il 15 giugno l'apertura della campagna antincendi. Non è la prima volta che accade, anche due anni fa è accaduto che proprio il giorno dell'apertura della campagna antincendio i boschi abbiano preso fuoco in Sicilia: 380 incendi in un solo giorno in punti completamente diversi della Sicilia, qualche giorno prima c'era stata la devastazione del parco di Pantelleria, anche questo con le stesse modalità, incendi che scoppiano in punti diversi, e qualche mese prima avevamo licenziato circa 180 lavoratori forestali, alcuni perché interdetti permanentemente dai pubblici uffici, altri perché avevano ricevuto condanne per mafia, altre perché avevano ricevuto addirittura condanne per aver causato incendi dolosi nei boschi.
  C'è un collegamento tra questo e... non so, io credo che ci siano tanti collegamenti. È chiaro che nell'area di Pantelleria o in quella di Cefalù questi boschi sono sicuramente legati a progetti di speculazione edilizia. A Cefalù hanno colpito aree contigue a strutture alberghiere e abitazioni utilizzate prevalentemente come strutture turistiche di ricezione estiva. È facile cancellare un bosco per poi avere la possibilità, eventualmente, di lottizzare.
  Allo stesso modo, a Pantelleria sono andato annunciando che la risposta agli incendi che c'erano stati era quella di creare il parco di Pantelleria e ho avuto proprio delle proteste organizzate di gente che si dichiarava contro il parco, capeggiata probabilmente dai gruppi di lottizzazione edilizia che esistono nell'isola, che trovano aggancio anche con una parte di lavoratori forestali deviati. Sappiamo che cos'è avvenuto negli anni passati. Conoscono bene questo territorio.
  Successivamente, abbiamo avuto l'attentato a Giuseppe Antoci, un presidente del parco che ho voluto io fortemente. Insieme a lui e insieme al sindaco di Troina abbiamo avviato la battaglia contro l'appropriazione da parte dei gruppi mafiosi dei terreni destinati ai pascoli.
  È chiaro che qui la mafia che organizza prevalentemente questo tipo di attività è quella tortoriciana, che è alleata con il clan Santapaola e ha alleanze anche con il sistema della ’ndrangheta, che nella provincia di Messina si incontra stranamente, neanche tanto stranamente, con settori di massoneria deviata, come è stato scoperto nelle recenti operazioni della magistratura messinese a Barcellona, da cui emerge che il settore legato alla ’ndrangheta, mafiosi siciliani, tortoriciani, santapaolesi e massoni stanno insieme a gestire un sistema di malaffare.
  I rapporti tra la ’ndrangheta e la mafia siciliana negli ultimi tempi si stanno molto intensificando, non solo nella città di Messina, ma proprio soprattutto sui Nebrodi e sulla costa ionica. Il cemento qui è il clan Santapaola e, ripeto, i tortoriciani, che sono una mafia anche particolarmente selvaggia, meno gerarchica rispetto ad altri tipi di mafie, un po’ ’ndrangheta, un po’ stidda. Questi luoghi, che per decenni sono rimasti luoghi isolati, hanno permesso la formazione di una mafia con una componente familistica molto forte che la fa rassomigliare come connotazione proprio alla ’ndrangheta.
  Sui pascoli la speculazione era l'accesso ai fondi europei. Si prendevano in affitto dai parchi, dai comuni, i terreni dei pascoli e ci si guadagnava immediatamente 300 per i rimborsi che dava la regione siciliana, per cui tu affitti a 30 e guadagni 300, che potevano arrivare fino a 2.000 euro a ettaro senza fare nulla, perché nessuno attestava un'attività, nessuno verificava le carte. Ovviamente, questo tipo di mafia per operare aveva bisogno anche di colletti bianchi, perché accedere ai fondi europei è una cosa un po’ complicata che presuppone progetti, presuppone occhi chiusi, silenzi e complicità.
  È un sistema che è durato per anni, che è stato interrotto grazie alla battaglia che abbiamo fatto e che ha determinato un rischio altissimo per il sindaco di Troina, che per primo ha avviato questa battaglia. Pag. 5Insieme a Giuseppe Antoci abbiamo recepito un progetto proprio di legalità, di controlli, di informative antimafia anche sotto soglia per evitare che proprio attraverso il sistema del sotto soglia le mafie controllino quei territori.
  Insieme a questo abbiamo un'inchiesta in corso e ho avviato un lavoro specifico con una commissione di inchiesta veterinaria, che dimostra – siamo in condizione di darvi le carte – che gran parte del sistema di macellazione soprattutto nei Nebrodi, ma anche altri territori della Sicilia non sono risparmiati, è in mano a gruppi mafiosi, che impongono regole spietate agli allevatori, impediscono la libertà di attività e di mercato, per cui gli allevatori seri sono praticamente vessati da questa mafia delle montagne che impedisce loro di esercitare qualsiasi tipo di libera attività.
  C'è un mercato clandestino delle carni infette documentabile e accertabile. Per questo dico che l'incontro di stamane sarebbe poca cosa rispetto alle cose spaventose che noi abbiamo scoperto, che stiamo denunciando, che abbiamo denunciato e che possono dare una chiave di lettura anche molto più complicata del fenomeno della mafia.
  A oggi, c'è chi è arrivato a teorizzare che potesse esistere una mafia senza mafiosi, cioè la sola mafia dei colletti bianchi, che ovviamente esiste. Tra l'altro, sono stato vicepresidente della Commissione antimafia europea. Abbiamo abbastanza chiaro il fenomeno delle mafie che si muovono attraverso i mercati finanziari, attraverso gli investimenti legali con sistemi illegali o con fonti illegali, ma in questi anni credo che si sia sottovalutata anche quella mafia che in alcune zone della Sicilia ha continuato regolarmente a comandare in modo feroce e prepotente.
  La voglio presentare con un esempio semplice, perché a volte le cose semplici parlano più di tanti discorsi complessi. Mi riferisco a quella mafia per cui tu ti trovi al bar, entra il mafioso, ti calpesta il piede e gli devi chiedere scusa perché ti ha calpestato il piede, che è quello che avviene nella quotidianità di territori che sono stati completamente abbandonati.
  Comuni come Cesarò, dove è avvenuto l'attentato ad Antoci, sono comuni dove ci sono due carabinieri e dove c'è una mafia invece potentissima. Sono territori interi dove lo sforzo nobile delle forze dell'ordine ha valore eroico, ma non può avere quell'efficacia che richiederebbe un sostegno ai cittadini, ai sindaci, agli amministratori, a coloro che si vogliono liberare del fenomeno mafioso.
  Abbiamo, tra l'altro, dati molto certi anche sulla diffusione della brucellosi non solo tra gli animali, ma anche della TBC, soprattutto nei capi bovini, con larga incidenza, con numeri spaventosi, persino di contaminazione della popolazione.
  È un sistema incontrollato. Mi rendo conto che queste non sono cose semplici, probabilmente, da dire, che probabilmente questo può fare danno e creare effetti di panico, ma io ho il dovere di dire che noi stiamo mettendo mano, che c'è uno scontro, per cui temo anche per quei miei collaboratori che stanno svolgendo un'attività di denuncia, di certificazione e anche di proposizione di certi modelli.
  Tra l'altro, pur obbligando, per le concessioni dei pascoli, delle macellazioni, a chiedere l'informativa antimafia, molte aziende del messinese, dei Nebrodi, non risultano avere alcuna certificazione antimafia, informativa antimafia, né tantomeno questa è stata mai richiesta nel passato né dalla regione né dall'ASP né da nessuno, per essere chiaro. Abbiamo iniziato quest'attività.
  Per quanto riguarda i terreni, i terreni della riforma agraria siciliana, sono stati oggetto di una delle battaglie storiche del popolo siciliano iniziata con i Placido Rizzotto, con i Turiddu Carnevale. Questi terreni negli anni sono stati ripresi in gran parte dal sistema mafioso attraverso finte procedure di usucapione, con notai complici che non hanno controllato la proprietà pubblica di quei terreni.
  Queste denunce sono state fatte puntualmente alle procure siciliane, e in particolare alla procura di Messina, quando ho accusato la famiglia dei Bontempo Scavo, che sono i tortoriciani per intenderci, di essersi appropriati di centinaia e centinaia Pag. 6di ettari, ma il fenomeno è molto più diffuso. Col presidente dell'ESA (Ente di sviluppo agricolo) stiamo facendo un lavoro che ancora continua non solo di denunce, ma di azioni. In pratica, però, queste denunce le abbiamo fatte e da tempo, ma poi starà alla magistratura valutare questi fatti, e soprattutto restituire alla collettività i terreni rubati.
  Il demanio è oggetto di una ricerca più recente che abbiamo avviato insieme al segretario generale, che è qui presente, e che riguarda tanti aspetti: concessioni demaniali rilasciate senza informative antimafia, per cui abbiamo più che un sospetto che molte concessioni demaniali siano state rilasciate a mafiosi; terreni svenduti a prezzi insignificanti; opere di cedimenti di terreni in zone vincolate, come la Valle di Agrigento, il parco archeologico di Agrigento, come in zone di parchi marini o costieri vincolati.
  Qual è la finalità? Sono stati ceduti per lottizzarli in violazione dei vincoli, in violazione di leggi, e anche con danni erariali spaventosi. A fronte dei circa 150 milioni di euro che noi dovremmo avere ogni anno dalle concessioni demaniali, ne abbiamo ricavati in questi anni 6,5 milioni. Abbiamo fatto con Riscossione Sicilia recentemente una convenzione appena abbiamo scoperto il fenomeno.
  Ovviamente, scoprire i fenomeni in Sicilia è scoprire tutto. Siccome ogni giorno che si indaga se ne scopre una, qui stiamo parlando soltanto di una minima parte del lavoro che abbiamo fatto in questi anni. Sono in corso gli accertamenti, e soprattutto sono in corso le verifiche antimafia e revocheremo in poco tempo tutte le concessioni che sono state rilasciate senza antimafia.
  Il fenomeno dei guasti, però, non ha riguardato solo i colletti bianchi, ma anche una parte del popolo. Ho citato prima i forestali, ma era la massa di manovra dei gruppi politico-mafiosi della Sicilia. Uno dei regali che ci siamo trovati, infatti, è l'assorbimento degli ex PIP, i progetti emergenza Palermo, da parte del precedente governo Lombardo, con 3.200 lavoratori soggetti e oggetto di contributi pubblici, che sono stati trasferiti dal comune di Palermo alla regione dal precedente governo.
  Bene, ho scoperto che questi, pur godendo di un assegno di precariato come contributo, nel frattempo si erano autoassunti con l'assegno del precariato a tempo indeterminato e la regione regolarmente li trattava come dipendenti regionali. Ci vuole una bella fantasia per un'operazione del genere. La prima cosa che ho fatto è stato far scomparire quest'attività di servizi. Dove è stato scoperto che avvenivano anche i vertici dei mandamenti mafiosi di Palermo, le riunioni di mafia dei vari quartieri di Palermo, ho fatto anche una denuncia a partire dal 2013 su questa vicenda strana della Trinacria service.
  È passato un bel po’ di tempo. Ho ravvisato anche responsabilità nei confronti della regione del governo precedente, di una parte della burocrazia. Confidiamo anche in questo caso in un'azione severa ed efficace della magistratura. Sono convinto che ci sarà, ma vi rappresento, visto che si parla oggi di emergenza rifiuti, che proprio qualche giorno fa è stata chiusa per prescrizione l'indagine sui cinque termoinceneritori dell'appalto per 750 tonnellate l'uno, quando anche nel piano del Ministero dell'ambiente la valorizzazione dei rifiuti dovrebbe essere per tutta la Sicilia non superiore a 750 tonnellate. Capite che affare e che megadiscarica doveva diventare la Sicilia.
  Tra l'altro, erano state accertate responsabilità non solo relative alla violazione della pubblicità, e quindi dell'evidenza pubblica sulla gara dei termoinceneritori siciliani, ma anche per la presenza nella gara dell'Altecoen, società che era sponsorizzata dal boss della mafia catanese Nitto Santapaola e da Francesco Gulino, arrestato per concorso esterno in associazione mafiosa dalla procura di Messina. Ora, questa è andata in prescrizione. È uno dei tentativi di megatruffa più pazzeschi che siano stati fatti nei confronti della pubblica amministrazione italiana chiuso con un nulla di fatto.
  Stavo dicendo degli ex PIP. Una delle prime cose che abbiamo scoperto con l'indagine che abbiamo avviato col segretario Pag. 7generale è che il contributo doveva essere dato per ragioni lavorative, e invece veniva erogato anche a persone che erano in carcere anche per reati mafiosi. Da quell'elenco abbiamo espulso, su 3.200, 90 persone per reati connessi alla mafia, di cui la metà in carcere. Risultavano, però, regolarmente al lavoro.
  È una truffa enorme nei confronti della regione siciliana, e soprattutto è una grande azione diseducativa: se il contributo lo prendono i mafiosi, poi la povera gente ci chiede che cosa debba fare per lavorare, se diventare criminali. Non riescono a capire, i ragazzi e le ragazze di Sicilia, questi privilegi concessi alla mafia.
  Abbiamo lì in totale espulso un bacino di circa 400 persone per reati gravissimi, spacciatori di droga che reiteravano i reati nonostante il contributo e venivano messi nelle scuole di Palermo, stupratori mandati lì a gestire o gente con redditi altissimi. Si scopre, per esempio, che gente con un milione di euro di reddito o con patrimoni notevoli, addirittura gente a cui sono stati confiscati beni per mafia, percepiva... Ovviamente, questo non ci ha reso molto simpatici in alcune realtà palermitane anche popolari, considerata anche l'azione che stiamo conducendo e abbiamo portato avanti.
  Quanto alla formazione, conoscete tutti il caso Genovese. Io ho denunciato il sistema della formazione sin dall'inizio del mio mandato con fatti concreti, denunce alla procura della Repubblica, denunce pubbliche, e soprattutto con un'azione di moralizzazione concreta che ha portato un sistema in cui si spendevano 350 milioni di euro l'anno a circa la metà, mantenendo in qualche modo una politica di coesione sociale. Ovviamente, erano state fatte anche assunzioni in periodi in cui non potevano essere più fatte, perché la regione lo impediva e ovviamente abbiamo ripristinato la legalità anche in questo campo.
  La formazione era un affare dei deputati regionali, delle loro mogli e dei loro figli e non solo. Mi augurerei che quest'affare fosse circoscritto solo alla politica. Qualche volta si va anche un po’ oltre, laddove non te l'aspetti. È, quindi, un sistema corruttivo profondo su cui abbiamo messo le mani.
  Sanità: cito i titoli, perché voglio ricordarmi che poi voglio darvi le carte, voglio approfondire, ma voglio farlo con voi, in un rapporto di lealtà con la Commissione antimafia e col Parlamento nazionale, che deve sapere quali scontri si stanno verificando in Sicilia e la materia del contendere.
  Qual è la prima cosa che abbiamo scoperto sulla sanità? L'uso eccessivo di farmaci, oltre la media nazionale, 250 milioni in più. Ci sono casi persino eclatanti, spaventosi, in cui Messina, Palermo e Catania erano le capitali mondiali del consumo di farmaci contro l'osteoporosi. Ovviamente, lì non può non esserci la corruzione, considerato che la Sicilia non ha le condizioni economiche del Biafra né il clima dell'Islanda, ha sole e una condizione sicuramente povera in alcune realtà, ma non una miseria che possa essere la causa di uno sviluppo così anomalo delle malattie. È bastato iniziare l'azione di controllo e lì si è fatta pulizia.
  Quanto all'assicurazione, c'è una denuncia della procura della Repubblica di qualche anno fa. Per l'assicurazione, nell'ultimo decennio in Sicilia si era speso nella sanità 8 milioni di euro l'anno. Quando sono arrivato, era stata indetta dal precedente governo una gara per 155 milioni di euro in tre anni, quindi qualcosa come 47 milioni in più di euro l'anno.
  A chi andavano a finire? È una domanda che ho posto, ovviamente. Perché tutto questo? L'abbiamo revocata e si è proceduto a fare in house l'autoassicurazione con un fondo per coprire i rischi assicurativi, che ha evitato questo scippo alla regione siciliana.
  Tutti gli affidamenti della sanità avvenivano: per proroga, trattativa diretta o trattativa negoziata. Da quando ci siamo noi, non ne avviene neppure una, perché abbiamo messo nei contratti dei manager il divieto pena la decadenza dall'incarico. E ci sono tanti altri aspetti della questione.
  Giusto perché parliamo anche di rifiuti, vi comunico dell'emergenza e concludo, perché ripeto che io avrei bisogno perlomeno Pag. 8 di tre giorni consecutivi di racconti a memoria.
  Visto che parliamo di rifiuti, voglio precisare che quando sono arrivato tutto il sistema dei rifiuti era in mano ai privati, che c'è un inganno di fondo nella gestione dei rifiuti in Sicilia, ed è una previsione del 65 per cento di differenziata quando in realtà non sia andati mai oltre l'11 per cento, perché si doveva giustificare il termoinceneritore di Cuffaro.
  Si è sottostimata la necessità di impianti in cui conferire perché bisognava creare emergenze e approvare in emergenza anche i piani di realizzazione del termoinceneritore. Si è sottostimata la previsione dell'impiantistica non mettendola in regola, quindi niente tritovagliatura, niente biostabilizzazione, niente differenziata.
  Uno dei problemi che mi sono posto sin dall'inizio era dotare di impiantistica regionale per evitare conferimenti in violazione della legge europea in materia di rispetto dell'ambiente, quindi tritovagliatori e biostabilizzatori. Mi è stata data per sei mesi nel 2014 un'emergenza sull'impiantistica, che è durata sei mesi. Io avevo chiesto altri sei mesi per potere completare il quadro dell'impiantistica e non mi sono stati concessi.
  In quei sei mesi, però, abbiamo fatto interventi tutti a favore delle discariche pubbliche, che sono quella di Bellolampo, che oggi sarebbe chiusa e veramente non si saprebbe dove mettere i rifiuti in Sicilia; quella a Messina, dove abbiamo realizzato l'impianto di tritovagliatura e biostabilizzazione.
  Per la cronaca, sempre della serie che la mafia uccide solo in estate, un paio di settimane fa dovevamo aprire l'impianto di biostabilizzazione di Trapani: in piena crisi dei rifiuti, doveva aprire il 31 luglio e aprirà alla fine di settembre, perché si è incendiato l'impianto di tritovagliatura, di biostabilizzazione in questi giorni, come si sono incendiati boschi, come prende fuoco pure l'acqua in Sicilia. Una quindicina di giorni fa, infatti, le condutture che avevamo realizzato con la Protezione civile regionale e nazionale per risolvere il problema della crisi idrica di Messina hanno preso fuoco in due punti diversi.
  Ora, possiamo accettare la tesi che sia questo Crocetta a vedere sempre mafia dappertutto, che possano andare in autocombustione i tritovagliatori per la crisi dei rifiuti, poi possiamo accettare che ci possano essere autocombustioni in 400 punti diversi nello stesso giorno, misteri siciliani, ma che vada in autocombustione l'acqua sinceramente questo sconvolgerebbe ogni logica della fisica. Che qui si possa dire che sicuramente è doloso, non c'è dubbio.
  Poi c'è l'attentato ad Antoci. L'altro giorno ci sono state minacce di proiettili di lupara e una frase «tu come Antoci», indirizzati a Maria Grazia Brandara, commissario straordinario dell'IRSAP, l'ente per le aree di sviluppo industriale della Sicilia. A me di proiettilini e lettere in questi anni ne sono arrivati parecchi, ma io non faccio testo. Siccome me ne frego, sinceramente non è il caso di riferirne. Mi colpiscono di più quelle arrivate ai miei collaboratori, compresa Nelli Scilabra, la giovane assessora che avevo destinato alla formazione, che ha ricevuto minacce e cartucce di lupara.
  Concludo dicendo che sarei felice se noi potessimo rincontrarci, riferire, portare la documentazione, anche rispondere alle vostre domande, ai dubbi, alle incoerenze che si possono avere, alle insufficienze. Io non credo di avere fatto tutto. Ho fatto tutto quello che mi era possibile fino a oggi, che materialmente riesco a fare da essere umano lavorando dalle otto del mattino fino alle tre di notte, come ho fatto in questa emergenza dei rifiuti, che considero risolta.
  Anche lì, ci sono state strane pressioni per mandare i rifiuti fuori regione invece che risolvere il problema della crisi nel territorio. Qualcuno lo dice per cretineria, qualche altro lo dice per interesse.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il presidente. Ovviamente, la Commissione è disponibile anche per altri incontri, per altre audizioni. Allo stesso modo, se lei ha materiale e documentazione da fornire...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Lo manderò.

Pag. 9

  PRESIDENTE. Lo può lasciare, lo può inviare.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Preferisco inviarlo anche sulla base delle domande che mi verranno rivolte, in modo da arricchire tutta la documentazione.

  PRESIDENTE. Io ho già molti iscritti che intendono prendere la parola per porre quesiti o formulare osservazioni: Fava, Gaetti, Mattiello, Attaguile, Mineo, Molinari, Nuti, Torrisi, Prestigiacomo, Lumia.
  Normalmente, quando abbiamo problemi di tempo, prima si fanno le domande e poi si danno le risposte, prima tutte le domande e poi tutte le risposte. Sarebbe più comodo per l'audito rispondere a una domanda per volta, ma chi è iscritto per primo ha qualche vantaggio rispetto a chi è iscritto per ultimo, quindi è meglio che prima ascoltiamo tutti i commissari, ai quali naturalmente raccomando di fare domande e non proclami, e poi passiamo alle risposte.
  Io ho tre domande velocissime. Una è articolata in due. La sua presidenza della regione si è caratterizzata per una certa mobilità e turnover degli assessori, presidente. Io non ho tenuto il conto, ma due dimissioni sono legate a grandi questioni di merito che i dimissionari hanno anche pubblicamente denunciato in lettere. Mi riferisco, in particolare, alle dimissioni dell'assessore Marino e alle dimissioni dell'assessore Borsellino. Tra l'altro, quanto a Marino, audito già in Commissione di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti e su illeciti ambientali ad esse correlati, cosiddetta «ecomafia», gli atti della sua audizione sono pubblici. E noi abbiamo audito prima della nostra presenza a Palermo il già assessore Borsellino.
  Ecco, queste due dimissioni sono legate a due settori molto delicati, molto importanti. Ci sono accuse precise, in particolare sul caso rifiuti, il caso Catanzaro. Lei ha appena riferito sul fatto che la sua presidenza si caratterizzerebbe per una riapertura delle discariche pubbliche. C'è questa vicenda, che è una vicenda sulla quale forse serve fare chiarezza.
  Le dimissioni dell'assessore Borsellino, al di là della vicenda intercettazione, sulla quale personalmente non intendo ritornare, denunciavano mancanza di trasparenza nella gestione della sanità, ingerenze da parte di consulenti e altro. Anche su questo credo che questa Commissione abbia diritto ad avere qualche chiarezza.
  L'ultimo aspetto riguarda la vicenda dell'antimafia: la sua giunta si caratterizza anche, come pubblicamente affermato da vari organi di stampa, da esponenti politici, per un appoggio esplicito da parte di Confindustria siciliana, la quale avrebbe anche espresso assessori. Anche su questo punto, viste le vicende di Confindustria siciliana, a questa Commissione piacerebbe sapere, proprio perché stanno svolgendo un'inchiesta anche sull'antimafia, se è vero che il socio di maggioranza quasi più che relativa della giunta Crocetta è Confindustria siciliana.
  Sono domande, come vede, molto schiette. D'altra parte, conosciamo l'interlocutore. Noi non possiamo non fare queste domande. Dopo le domande lei dà le risposte e decide lei da dove cominciare.

  CLAUDIO FAVA. Ho tre domande, due un po’ a chiosa dei temi che ha introdotto anche lei.
  Il presidente dell'Autorità nazionale anticorruzione ha dichiarato recentemente che «la presenza di tantissime – leggo testuale – discariche private in Sicilia rivela il fatto che qualcuno abbia l'interesse che questo sistema, che ormai viene messo in discussione in Europa e nel mondo, resti così».
  In appendice alla domanda che faceva la presidente, è un caso se la presenza strutturale e strutturata da più governi, non soltanto dal governo Crocetta, ma anche dal governo Cuffaro e dal governo Lombardo, di Confindustria all'interno dell'esecutivo regionale sia coincisa col fatto che non ci sia mai stato un piano regionale dei rifiuti e con un ricorso al conferimento indifferenziato in buona parte in discariche private?
  Sulle dimissioni di Marino ci siamo interrogati tutti, e vorrei conoscere la sua valutazione e la sua opinione. Marino era un assessore chiave nell'economia del suo esecutivo. Le dimissioni, abbastanza rumorose Pag. 10 per il modo, non soltanto per i temi alla loro base, sono state precedute da un incontro che Marino ha avuto, e che è stato richiesto dai suoi interlocutori, in un albergo catanese, con il senatore Lumia, che è un nostro collega della Commissione antimafia, e con il presidente regionale di Confindustria e il vicepresidente nazionale.
  Nulla quaestio sul fatto che un rappresentante delle istituzioni possa avere la necessità di interloquire con un assessore in procinto di lasciare una giunta. Io mi chiedo quale lettura dia lei del fatto che alla vigilia di queste dimissioni un incontro con affermazioni e intenzioni piuttosto solide, piuttosto frontali nella discussione con il suo assessore, sia stato sostenuto dai due vertici di Confindustria, vicepresidente nazionale e presidente regionale.
  Sempre sul presidente regionale Montante, è stato recentemente riconfermato alla guida di Sicilcassa, col voto determinante dei quattro commissari – quattro su nove delle camere di commercio sono commissariate – il 20 aprile di quest'anno. Il presidente Montante è stato riconfermato alla guida delle camere di commercio siciliane nonostante sia indagato per un reato che a noi sembra abbastanza grave.
  Siccome i quattro commissari sono emanazione diretta all'esecutivo regionale, vorrei chiederle se hanno agito corrispondendo a una sua indicazione, se autonomamente, se questa rielezione di Montante è un fatto totalmente sfuggito all'attenzione e alla consapevolezza del governo regionale o se sia una sua decisione.
  Vengo all'ultimo punto. Quando siamo stati a Trapani e a Palermo, tra le altre evidenze e preoccupazioni che ci sono state manifestate dalla procura della Repubblica, abbiamo approfondito molto anche un rapporto che riemerge in tutta la sua vastità, in tutta la sua gravità, tra istituzioni politiche e massoneria.
  Come lei sa, come sappiamo tutti e abbiamo letto sui giornali, si è parlato nel corso di un processo in corso a Catania di una presunta appartenenza a una loggia coperta della segretaria della regione siciliana, della dottoressa Monterosso, che ha smentito. Abbiamo avuto conferma da altre fonti giudiziarie, quindi non dalla procura di Catania. Ci sono più collaboratori di giustizia che insistono su questo punto.
  Io non le chiedo, naturalmente, di divinare quale sia la verità. Le chiedo se lei ha ritenuto di dover fare un approfondimento specifico su questo punto con la procura di Catania e con la procura di Palermo per capire quale solidità abbiano queste affermazioni e queste preoccupazioni e quale sarebbe il suo atteggiamento se dovesse avere la certezza che la dottoressa Monterosso risulta iscritta a una loggia massonica coperta o meno, e se lei sappia che c'è uno o più assessori della sua giunta che fanno capo a queste logge.
  È una domanda che può sembrare banale, presidente, ma quando noi apprendiamo che in provincia di Trapani ci sono 19 logge massoniche, sei soltanto a Castelvetrano, e che metà del consiglio comunale della giunta di Castelvetrano è iscritto in logge massoniche, la domanda sul rapporto, sul modo in cui questo rapporto si sta costruendo, si sta ricostruendo, tra istituzioni, politica e massoneria, è una domanda dovuta. Vorremmo conoscere non quali siano le verità di cui lei è in possesso, ma qual è la sua opinione, il suo atteggiamento se alcune di queste notizie dovessero risultare vere.

  PRESIDENTE. I giornalisti mi chiedono di indicare il gruppo di appartenenza: il vicepresidente Fava è Sinistra italiana.
  Do adesso la parola al vicepresidente Gaetti, del Movimento 5 Stelle.

  LUIGI GAETTI. A questo punto, le chiedo se può rispondere lei a due interrogazioni parlamentari che ho presentato il 3 febbraio e il 9 marzo, che proprio ricostruiscono tutte le notizie di stampa attorno alla gestione delle camere di commercio e a tutte le nomine che sono state fatte, focalizzate soprattutto sul fatto poi che queste hanno un'influenza sulla gestione anche degli aeroporti.
  L'altro elemento che mi interessa capire, anche facendo riferimento a una domanda che qui fece Bolzoni, è il fatto che un rappresentante di Confindustria come Montante, Pag. 11 rappresentante per la legalità, in tutti questi anni non abbia mai espulso nessuno da Confindustria in una regione dove credo che il pizzo si paghi ancora. Come interpreta questo fatto? Secondo me, è molto significativo.
  Anch'io vorrei sottolineare la problematica dell'assessore Marino, una persona estremamente competente e pratica su un argomento così complicato come quello dei rifiuti.
  Inoltre, anch'io vorrei sottolineare il fatto di quest'intreccio tra persone del suo staff con così tanto potere, con così tanti incarichi, molto spesso assunte anche al di fuori della cerchia dei dirigenti interni. Questo attiene, secondo me, a quell'aspetto che probabilmente non è un reato, ma dal punto di vista etico risulta quanto meno discutibile.
  Quanto al rapporto del vissuto di alcuni collaboratori, una serie di testimoni di giustizia dicono cose anche relativamente pesanti. A questo punto, non sarà reato, ma per una questione di opportunità, in questa fase, dove c'è un intreccio, dove c'è una sovrapposizione tra bianco e nero, per cui molto spesso non si riescono bene a capire quelle sfumature di grigio, non conviene dare un taglio, in modo da evitare la possibilità di questi dubbi?
  Mi scuso, presidente, ma sono il secondo a parlare sul provvedimento al Senato e debbo lasciare l'Aula.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Mi dispiace che vada via.

  PRESIDENTE. Leggerà il resoconto.
  Do la parola all'onorevole Mattiello, del Partito Democratico.

  DAVIDE MATTIELLO. Presidente Crocetta, ho due domande.
  La regione siciliana si è impegnata molto e concretamente sul fronte dei testimoni di giustizia, decidendo provvedimenti utili al loro reinserimento sociale, soprattutto sul piano lavorativo. Si è posto poi il problema di quei testimoni di giustizia di origine siciliana che per motivi di sicurezza non potevano rientrare sul territorio siciliano. Questa situazione concreta ha portato con sé un supplemento forse di sforzo organizzativo. Dovrebbe essere, a questo punto, andato tutto in ordine sul piano normativo.
  Le chiedo se a voi risulti che i passaggi che dovevano essere fatti di concerto con il Ministero dell'interno siano stati fatti con successo. Ne approfitto anche per riproporre un'audizione del Viceministro Bubbico per fare un po’ il punto rispetto ai testimoni di giustizia di origine siciliana, e non, almeno relativamente al loro inserimento lavorativo.
  La seconda domanda riguarda la vicenda di SNS, Società di navigazione siciliana. Oltre ad altri parlamentari, sono autore di un'interrogazione parlamentare, che ho presentato un paio di mesi fa. Approfitto della sua presenza per chiederle quale sia la valutazione di quest'operazione, che ha avuto, tra in momenti decisivi, l'acquisto da parte di SNS di Siremar.
  Tra i provvedimenti assunti dalla regione siciliana che mi risultano e che sono stati oggetto della mia interrogazione parlamentare, che mi hanno e ci hanno incuriosito, c'è una doppia delibera assunta nell'arco di una giornata. Nella prima delibera, la regione siciliana stabilisce di attendere la pronuncia della Corte dei conti per, conseguentemente, fare altre operazioni. Adesso, non entro nel dettaglio, ma pare che dodici ore dopo la regione siciliana abbia fatto una seconda delibera revocando la prima.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Delibera della regione?

  DAVIDE MATTIELLO. Della giunta.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Credo che questi siano atti dirigenziali, non della regione.

  DAVIDE MATTIELLO. Sono in grado poi di produrli precisamente.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. La regione non ha fatto delibere con questa rapidità.

Pag. 12

  DAVIDE MATTIELLO. Questo è solo per chiedere, dal momento che l'operazione SNS ha lasciato perplesso me e non soltanto me, quale sia la vostra valutazione a questo punto.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Attaguile, della Lega Nord, Lega dei Popoli e Noi con Salvini.

  ANGELO ATTAGUILE. Ringrazio il presidente, che mi dà l'opportunità di chiarire alcune cose alla presenza del presidente Crocetta.
  Io ho paura che qui siamo, come in Sicilia, il Gattopardo: cambiamo per non cambiare niente. Si parla delle giunte precedenti, Lombardo e altre. Oggi, noi vediamo che anche la giunta Crocetta ha collaborazioni con quelli che collaboravano con Lombardo, Pistorio, anche Lumia e altri. E, vedi caso, rinnova il contratto come segretario generale, un incarico importantissimo, a un'esterna, la dottoressa Monterosso.
  Nonostante la regione siciliana abbia, mi pare, 1.400 dirigenti, si ha bisogno di una persona esterna, per una certa somma di denaro da spendere come regione siciliana, una nomina alquanto discutibile. Abbiamo audito nelle nostre missioni in Sicilia, come diceva giustamente il vicepresidente Fava, della posizione della dottoressa, che fa parte, dettoci da tanti magistrati, di logge massoniche, condannata per danno erariale per un milione 300 mila euro, proprio come si diceva poc'anzi sulla vicenda che ripeteva il presidente Crocetta per lo scandalo sulla formazione.
  E poi si è indagati, e ancora c'è una richiesta di rinvio a giudizio...

  PRESIDENTE. Ci domandiamo se non sia il caso di secretare qualcosa.

  ANGELO ATTAGUILE. Posso secretare, ma sono cose che si sono dette, pubbliche, che sappiamo tutti, che riportano tutti i giornali. Sono cose detteci qui.
  C'è una richiesta di rinvio a giudizio da parte della magistratura di Palermo proprio per peculato. Non voglio andare oltre, è una cosa che mi dispiace enormemente. Sono anch'io un siciliano, capisco il presidente Crocetta. Anch'io ho dovuto allontanare la mia famiglia dalla Sicilia quand'ero presidente dell'Istituto autonomo delle case popolari, rinunziando alle scorte, ma bisogna affrontare con decisione le...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Lei è eroico e io no.

  ANGELO ATTAGUILE. Non c'è nulla di personale, presidente. Sto semplicemente parlando di amministrazione... Anche io ho avuto degli avvertimenti. Veda il prefetto Salazar e gli chieda degli avvertimenti che ho ricevuto io...

  PRESIDENTE. Evitiamo...

  ANGELO ATTAGUILE. Io non voglio continuare, per carità, perché ci vuole tanto tempo, però io ritengo che sia giusto che si senta anche Marino. Ci sono delle dichiarazioni da parte dell'ex assessore Marino, oggi mi pare ufficio gip Reggio Calabria, quindi stiamo parlando di un magistrato, e si dice che ci sono stati dei danni da parte della regione siciliana e che i dirigenti della regione siciliana non hanno fatto nulla per recuperare le somme da parte della ditta Catanzaro.

  PRESIDENTE. Do la parola al collega Mineo, del Gruppo Misto.

  CORRADINO MINEO. Sì, sono del Gruppo Misto, perché non c'è in Senato un gruppo formato.
  Porrò due rapidissime domande, la prima al presidente Crocetta: in quasi quattro anni di funzione, il presidente ha avuto la sensazione, l'impressione o elementi di giudizio più circostanziati, che una parte del notabilato siciliano – parlo di imprenditori, di professionisti, di uomini politici – abbia usato l’«antimafiosità» e le istituzioni antimafia per assicurarsi affari sostanzialmente non dissimili da quelli che prima gestiva la mafia.
  La seconda domanda riguarda delle dichiarazioni che ha fatto un uomo politico Pag. 13siciliano di rilievo, che ha detto che la mafia oggi ha sostanzialmente tre interessi: petrolio, acqua e rifiuti. Quest'uomo politico è Leoluca Orlando, che il presidente Crocetta ben conosce.
  Allora, io mi chiedo su queste cose, in particolare acqua e rifiuti – quattro anni non sono un esordio, ma un'azione di governo importante – che cosa la regione ha fatto per contrastare questo business di mafia, se ci fosse. Parlare di discariche pubbliche anziché private è una precondizione, ma non è una soluzione. Se c'è un grosso business intorno ai rifiuti, bisogna programmare un'azione imprenditoriale di riforma e di lotta per affrontarlo.
  C'è un problema dell'acqua. Io ho letto tutte le polemiche, che non ripeto perché sarebbe irrispettoso parlare di singoli episodi, ma vorrei sapere la linea direttrice della regione Sicilia, e non soltanto le dichiarazioni, che ci stanno bene, le denunce, che ci stanno bene, ma la linea politica e di politica economica della regione Sicilia da quando Crocetta è dirigente, in che cosa differisce in questi settori dalle tradizionali linee politiche delle giunte siciliane.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Torrisi, NCD-UDC.

  SALVATORE TORRISI. Presidente Crocetta, ho ascoltato la sua relazione, ho apprezzato nel tempo anche la sua attività di denuncia, coerente con l'impegno che lo ha caratterizzato. Alcuni aspetti, alcune attività di denuncia riguardano attività di illeciti contro la pubblica amministrazione. Non tutti quelli da lei citati si riferiscono a iniziative della criminalità organizzata.
  Io, però, credo che a questa Commissione interessi molto conoscere l'idea che lei ha oggi, per il ruolo che ha di presidente della regione, di una regione dove la presenza della mafia è centrale. Qual è l'idea che lei oggi ha della mafia? Dove percepisce che vi è l'interesse ancora oggi nella criminalità organizzata, dell'organizzazione mafiosa rispetto all'attività della pubblica amministrazione?
  La mafia corleonese, quel tipo di mafia, è ancora oggi capace di influenzare l'attività della pubblica amministrazione o, come è stato riferito anche da altri colleghi, accanto a quella c'è una mafia notabile, dei cosiddetti colletti bianchi? Vorrei una lettura più di tipo generalistico su quello che oggi rappresenta la mafia in Sicilia e su come cerca di influenzare l'attività della regione, l'ente più importante, e l'attività della politica siciliana.
  È stato ricordato che ci sono alcuni settori che vengono riconosciuti come di particolare rischio. Lo stesso Cantone, Leoluca Orlando, ex assessori della sua giunta sono stati un po’ critici rispetto alle iniziative intraprese anche dal governo regionale in questi settori.
  Mi pare di capire che i settori di maggiore attenzione in questo momento, e vorrei da lei una conferma, rimangono quelli dell'energia, dell'acqua, dei rifiuti. Sui rifiuti è visibile che anche in molte realtà locali non si procede col sistema delle gare, ed è visibile nei territori che il servizio spesso è affidato a soggetti che sono collegati alla criminalità organizzata locale. Anche la sanità credo che sia uno di quei settori dove, per le ingenti somme, probabilmente c'è dell'interesse.
  Un'ultima domanda è più di tipo specifico. La relazione territoriale sulla regione siciliana della Commissione cosiddetta «ecomafia», approvata il 19 luglio 2016, a pagina 360 sostiene questo: «Vi sono casi di società che ai fini del rilascio di provvedimenti autorizzatori hanno sottoscritto patti di integrità con la regione, ma che non risultano iscritte alla white list della competente prefettura. Conseguentemente, in tali situazioni risulta elusa l'attività di controllo operato dalle prefetture in materia di prevenzione del fenomeno mafioso».
  Chiederei un chiarimento. Questo è un atto ufficiale della Commissione «ecomafia». Sembrerebbe che in alcuni casi venga elusa la normativa antimafia.

  PRESIDENTE. Do la parola alla collega Prestigiacomo, di Forza Italia.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Il presidente Crocetta forse non a caso ha lasciato per ultimi i temi dei rifiuti e dell'acqua, che Pag. 14sono i temi più importanti, sui quali noi ci aspettavamo delle risposte, avendo ascoltato anche le domande dei colleghi che mi hanno preceduto e che sottoscrivo tutte anch'io, e quindi evito di ripetere.
  Ha parlato, invece, della macellazione, dei parchi, tutti temi anche questi di grande attualità, ma che non sono forse comunque in questo momento il cuore... Sì. La Commissione antimafia, come lei sa, è stata a Sant'Agata di Militello proprio per mostrare la sua vicinanza al presidente.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. E, infatti, le abbiamo viste le denunce dei deputati siciliani su questi argomenti, tante.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Presidente, se lei mi lascia parlare, poi avrà la possibilità... Ho visto che appena ho preso la parola si è innervosito immediatamente. Spero di non farla innervosire ulteriormente con quello che dirò. Vedo che si è innervosito subito.
  Ebbene, allora, sul tema dei rifiuti, le poche parole che lei ha detto appaiono veramente molto confuse. Delle due l'una: o è mafiosa la politica dei termovalorizzatori, e personalmente non li ho mai difesi e ritengo che i termovalorizzatori progettati a suo tempo fossero enormemente sproporzionati per il fabbisogno della regione siciliana, o è mafiosa la politica delle discariche private.
  Se i rifiuti vanno nei termovalorizzatori, vuol dire che non ci sono rifiuti da portare in discarica. Forse non è mafiosa la politica delle discariche pubbliche, ma se qualcuno minimamente ha approfondito quello che prevede la normativa europea sul ciclo integrato dei rifiuti, certamente non è la discarica, anche pubblica, la soluzione per il problema dei rifiuti, perché la discarica avvelena l'ambiente.
  Relativamente al problema di Palermo, avere fatto in emergenza quattro interventi nella discarica di Bellolampo non ha risolto un bel niente. Lei sa bene, sa molto meglio di me, che la discarica di Bellolampo sopra Palermo costituisce una bomba di inquinamento sopra l'intera città, che per anni non si sono fatti gli interventi da fare e che un giorno i palermitani potrebbe aprire il rubinetto e trovarsi il veleno in mezzo all'acqua.
  E non mi pare che dopo quattro anni lei, consapevole di quest'enorme problema dei rifiuti, che parte dall'epoca di Cuffaro dei termovalorizzatori, abbia previsto uno straccio di piano regionale dei rifiuti. Al contrario, ci interessa moltissimo capire le motivazioni delle dimissioni dell'assessore Marino.
  E ci interesserebbe capire se lei è veramente convinto che la politica dei rifiuti si debba fare con le discariche pubbliche. Apriti cielo, questo sarebbe far parte non dell'Europa, ma dell'Africa. La discarica dovrebbe essere l'ultimo momento del ciclo integrato dei rifiuti, e una politica seria e moderna dovrebbe prevedere una riduzione del numero delle discariche. Mi sembra, quindi, che ci sia molta confusione.
  Anche sul tema dell'acqua, lei ha parlato degli incendi dolosi negli impianti vicino Messina, ma lei sull'acqua ci deve spiegare, presidente Crocetta, come è possibile che ancora la regione siciliana abbia 70 agglomerati urbani in emergenza, con procedure di infrazione comunitaria aperte, abbia le risorse finanziarie in un accordo quadro sottoscritto da più ministeri e dalla regione e che non si riesca a spendere un euro.
  È importantissima la mafia dei pascoli, gravissima la questione della macellazione clandestina con carni infette, questo ci preoccupa moltissimo e vorremmo sapere di più anche di questi argomenti, ma vogliamo capire come sia possibile che un settore di vitale importanza come quello dell'acqua veda ancora una regione immobile. Allora, forse ci sono interessi mafiosi anche nelle soluzioni emergenziali che riguardano questi 70 agglomerati urbani, per cui i depuratori non si possono fare perché ci sono interessi alternativi. Ci dica questo.
  Per quanto riguarda Confindustria, anch'io sono curiosa di conoscere il ruolo che Confindustria Sicilia ha rispetto a questo governo, però ci tengo a precisare una cosa. Confindustria Sicilia è qualcosa che sta a Palermo ed è un'entità separata dalle Confindustrie Pag. 15 territoriali. Non tutte le imprese iscritte a Confindustria si riconoscono in un meccanismo che ormai da qualche anno va avanti. Pregherei, anche nell'affrontare questo tema delicatissimo, di non fare di tutta l'erba un fascio. Le imprese sane in Sicilia ci sono, vivaddio, e sono anche la maggioranza. Non facciamo di tutta l'erba un fascio.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Molinari, Gruppo Misto al Senato.

  FRANCESCO MOLINARI. Ringrazio il signor presidente Crocetta.
  Resto un po’ anche agli esiti dell'ultima missione di questa Commissione a Palermo, in cui abbiamo raccolto qualche contrarietà, se si può utilizzare questo termine, da parte del sindaco Leoluca Orlando nei confronti dell'assessore Contrafatto, in relazione a cui ci ha illustrato dei problemi proprio relativi alla gestione dei rifiuti.
  Mi permetto poi di fare una domanda a margine e a completamento di quelle rivolte da altri colleghi. A quanto mi pare, si dimostra una difficoltà nel governare l'intera materia. Mancano, per esempio, completamente delle stazioni di trasferenza, da quello che leggo da quella specie di piano che avete sulla gestione dei rifiuti.
  Allo stesso modo, non riesco a comprendere come mai siate passati da dieci ATO addirittura a diciotto, complicando molto di più la gestione complessiva.
  Tra l'altro, sarebbe interessante sapere come mai ci sia questa volontà da parte della regione di insistere nella cosiddetta variante relativa alla stazione che vorreste realizzare in contrada di Campobello di Licata, che dovrebbe far capo alla Interass srl di Catanzaro Lorenzo.
  Un'altra domanda che è necessario che le faccia, perché è una di quelle risposte che non ho trovato sulla questione delle dimissioni dell'assessore Lucia Borsellino, è relativa a una sua affermazione che lessi a suo tempo su la Repubblica e le riporto esattamente il virgolettato: «Ma io Lucia l'ho sempre difesa fino all'ultimo. Ho sempre protetto la Borsellino da tante cose che non sa neppure la sua famiglia solo per non darle sofferenze».
  Vorremmo capire, vorrei capire, e magari se vuole lo può fare anche andando in segreta, da che cosa la doveva tutelare, chi sono i soggetti che hanno attentato alla Borsellino, in pratica se riusciamo finalmente ad avere una risposta a queste sue affermazioni.

  PRESIDENTE. Do la parola al senatore Lumia, del Partito Democratico.

  GIUSEPPE LUMIA. Innanzitutto, dovevo una parte di risposta, naturalmente per quanto mi riguarda, all'onorevole Fava. Rassicuro l'onorevole Fava che in quel periodo neanche erano all'ordine del giorno le dimissioni dell'assessore Marino e non si è parlato di rifiuti. Si è parlato semplicemente delle strategie e del conflitto antimafia Confindustria.
  All'onorevole Fava ricordo una sua intervista del 13 agosto del 2012 con la giornalista Claudia Fusani: «Montante, presidente di Confindustria Sicilia, scrive su l'Unità che questo voto può essere un'occasione unica – ricordo ai colleghi che eravamo alla vigilia delle elezioni regionali – se saprà rinnovarsi – continua sempre la giornalista citando Montante – l'isola può diventare avanguardia di un modello di sviluppo nazionale. Condivide?». Risponde l'onorevole Claudio Fava: «Montante dice di affrancarsi da spesa pubblica e assistenzialismo. Di puntare sulla creatività per valorizzare le risorse che abbiamo, sul mercato e sullo sviluppo. Ne abbiamo parlato finora. Condivido riga per riga».
  L'onorevole Fava ha avuto poi dopo, nel corso di questi anni, degli incontri... Anch'io. Mi ha citato. Mi sta citando. Ricordo che anche lui ha incontrato più volte, anche di recente, e che non esiste nessuna presa pubblica dell'onorevole Fava prima delle vicende giudiziarie che hanno riguardato i vertici di Confindustria. Fino a quel momento, come debbo dire gli alti vertici istituzionali, come rappresentanti di tutte le realtà, aveva espresso solo opinioni positive. Da quel momento, ha preso le distanze, non prima. Pag. 16
  Chiarita questa vicenda per quanto mi riguarda, vorrei invece intervenire sul problema proprio della lotta alla mafia in Sicilia, sulla funzione della regione.
  Per quanto riguarda il tema proprio dei rifiuti, io vorrei che il presidente ci spiegasse bene la presenza dell'attività privata, delle discariche private presenti in Sicilia, quali di queste sono state colpite da attività giudiziarie, quali sono state sottoposte a sequestro giudiziario e quali altre no. Per quanto mi riguarda, sono sempre stato contro le discariche private, compresa quella gestita dal dottor Catanzaro, ma vorrei che da un punto di vista dell'antimafia il presidente Crocetta ci raccontasse quali di queste discariche sono state colpite dall'autorità giudiziaria, quali non sono state colpite e quali azioni concrete sta facendo per liberare la Sicilia di una presenza privata che non ha dato buoni frutti sia sul versante della gestione dei rifiuti sia su quello della stessa legalità.
  Inoltre, presidente, vorrei che non passasse inosservato un altro punto molto importante della vicenda della presenza delle mafie nella nostra terra. Vorrei sapere dal presidente Crocetta quando lui ci parla di questa nuova evoluzione del suo intervento (pascoli, macellazione) qual è il calcolo che ha fatto sul giro d'affari che è stato messo in discussione.
  Questo giro d'affari è un giro residuale o è un giro di tale portata che mette in discussione globalmente il rapporto mafia, politica, colletti bianchi in Sicilia? Questo è un punto per capire anche se la Commissione antimafia ha a che a fare con una vicenda marginale o con una vicenda invece strutturale di questo rapporto.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Nuti, del Movimento 5 Stelle.

  RICCARDO NUTI. Il primo punto è, come ha detto anche lei chiedendo al presidente Crocetta sull'argomento Confindustria e criminalità organizzata, se lei, presidente Crocetta, ha avuto notizie di pressioni da parte della criminalità organizzata all'interno della sua giunta. Se sì, di che tipo? Eventualmente, potrebbe farci anche dei nomi e dei cognomi, così possiamo avere delle informazioni più precise e meno generiche.
  La seconda domanda riguarda il mondo del sistema sanitario siciliano, basata anche sulle denunce della Borsellino: può garantire che le sue nomine delle aziende sanitarie sono state impermeabili alle infiltrazioni, alle influenze mafiose e clientelari? Ha ricevuto pressioni dal suo medico personale, Matteo Tutino, in merito?
  Il terzo argomento è quello della gestione dei rifiuti. Ovviamente, sappiamo tutti che ci sono degli interessi imprenditoriali enormi. Ritiene che ci siano state pressioni mafiose per optare per una scelta piuttosto che per un'altra? Eventualmente, può farci dei nomi e dei cognomi, per non essere generici?
  La quarta domanda parte dalle sue dichiarazioni odierne. Lei ha detto che i PIP si erano autoassunti: in che senso si sono autoassunti? Chi è che ha permesso quest'autoassunzione? C'era qualche PIP all'interno della regione che ha assunto se stesso e tutti gli altri? Ci spiega meglio questo fatto, dicendoci chi li ha assunti, fornendoci dei nomi e dei cognomi? Se ho capito bene, queste persone, e mi pare che le cronache lo confermino, erano nel comune di Palermo, quindi venivano pagati quei personaggi anche mafiosi di cui lei diceva in precedenza da parte del comune di Palermo, poi sono transitato dalla regione e la cosa è continuata in tutti questi anni, anche quando c'erano altri presidenti di regione, ma i personaggi politici sotto i presidenti di regione erano più o meno gli stessi e non sono mai cambiati. Le cronache, da questo punto di vista, non mentono.
  Vengo a una considerazione. Sinceramente, e qui mi rivolgo un po’ a tutti, penso che le tematiche che sono state affrontate siano così importanti, così grandi e così delicate, che forse le tempistiche di quest'audizione non permettono uno svolgimento sufficientemente completo e approfondito. Considerando che l'Aula alla Camera era alle 15 e tra poco si inizierà a votare, probabilmente non ci sarà il tempo di ascoltare tutte le risposte con i relativi Pag. 17dettagli che il presidente Crocetta ci vorrà dare.
  La seconda osservazione che faccio è che probabilmente, essendo la mafia infiltrata anche nella pubblica amministrazione comunale e, come abbiamo visto in tante audizioni che abbiamo tenuto, anche regionale, forse avere la presenza di dirigenti dell'amministrazione, di cui si è parlato, e di assessori non è il massimo, perché magari qualcuno di noi, che voleva fare delle osservazioni, segretando alcune parti, ritiene quasi inutile...

  PRESIDENTE. Non ci sono dirigenti, ci sono solo assessori.

  RICCARDO NUTI. Funzionari?

  PRESIDENTE. No, c'è il segretario generale. Mi pare che nessuno si sia autocensurato...

  RICCARDO NUTI. Non mi sembra che questo possa dare garanzie. Ovviamente io stesso non farei mai la domanda chiedendo la segretazione, se le persone di riferimento sono anche qui presenti, quindi capisce bene che la segretazione non ha senso in certi casi.
  In ultimo, ritengo – e chiudo, presidente, poi ci saranno le risposte del presidente Crocetta – che, al vicepresidente Fava, doveva rispondere il presidente della regione Crocetta e non il collega Lumia. Grazie.

  PRESIDENTE. Il collega Lumia ha risposto per la parte che lo riguardava. Dopodiché, ci sarà un'altra occasione.

  FRANCO MIRABELLI. Intanto, il senatore Lumia ha risposto a una questione che riguarda lui e non Crocetta, che è stata posta qui dentro, quindi mi pare ovvio e giusto che abbia risposto.
  In secondo luogo, io chiedo all'onorevole Nuti di far allontanare la persona che ritiene sia meglio non assista alla sua domanda e di farla, secretandola. Evitiamo che ci siano ombre su questa discussione, per cui, se c'è qualcuno a cui potrebbe dar fastidio la domanda dell'onorevole Nuti, chiediamone l'allontanamento e facciamo la domanda, perché non mi pare giusto che rimangano ombre di questo tipo.

  PRESIDENTE. Io avevo già fatto una selezione che mi sembrava corretta. Come sapete, ha assistito, qualche volta, anche qualche capo di gabinetto o altri alle riunioni. Cito fra tutte quelle al sindaco Marino, per esempio, ma è successo anche altre volte, per esempio a quelle di Maroni.
  Ringrazio il senatore Mirabelli per la precisazione, però, onorevole Nuti, se lei ha da fare una domanda che richiede la secretazione, noi interrompiamo l'audizione pubblica, chiedendo l'allontanamento della persona sulla quale vuole fare la domanda, e facciamo le domande.

  RICCARDO NUTI. Presidente, non è necessario perché io ritengo che questo sia un metodo, per quello che lei ha espresso, che non è del tutto corretto, fermo restando che già una serie di argomenti nello specifico è stata toccata da altri colleghi.

  PRESIDENTE. Sul metodo, dica ai suoi membri dell'ufficio di presidenza di porre il problema in ufficio di presidenza, perché ci siamo comportati, oggi, come ci siamo comportati sempre. Ci tengo molto a precisarlo, siccome il presidente Crocetta si è presentato accompagnato anche da alcuni dirigenti e funzionari, sono stata io a dire a lui «ci comportiamo come ci siamo sempre comportati».
  I capi di gabinetto e i segretari generali hanno sempre partecipato. Inoltre, trattandosi di due argomenti sui quali era stata chiesta l'audizione e noi stessi avevamo da fare le domande, credo che il presidente possa decidere di delegare ai due assessori le risposte. Poi, se ci sono problemi, le ripeto che può parlarne con il suo capogruppo e il suo vicepresidente, che sono in ufficio di presidenza, e cambiamo metodo per svolgere l'audizione, ma non c'è stato niente di diverso rispetto agli altri casi. La seduta è pubblica e ci tengo a precisare queste cose. Pag. 18
  Condivido con l'onorevole Nuti che ci vorrà del tempo per le risposte, quindi sicuramente ci aggiorneremo.
  Le domande che restano senza risposta non sono neanche corrette nei confronti dell'audito, anche perché alcune investono argomenti particolarmente delicati. Io credo che almeno su alcune questioni, per le quali lui ritiene sia fondamentale dare la risposta oggi, gli si debba dare la possibilità di rispondere. Ci aggiorneremo in un'altra occasione. Chi può, si ferma, altrimenti, essendo la seduta pubblica, c'è comunque il resoconto.
  Do la parola al presidente Crocetta per la replica.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Io sinceramente mi sarei aspettato, di fronte a una serie di vicende che mettono a rischio la vita delle persone, per le quali c'è un impegno, la partenza da questi dati.
  Sicuramente, leggo in qualche intervento il teorema politico e le questioni politiche, che a me francamente non interessano, perché non mi sono mai interessate, né come uomo di partito, anche se lo sono stato un po’, né tanto meno nelle figure istituzionali, che io ho ricoperto in questi anni.
  Mi trovo improvvisamente, in questa vicenda di Confindustria, ad apparire come colui che avrebbe preso questi contatti con Confindustria e che chissà quali segreti o quali occulti progetti avrebbe con Confindustria o chissà quale sistema di protezione. Bene, mi si dica un solo affare, in cui io sono interessato in Sicilia. Ditemene uno solo, non da adesso, ma durante tutta la mia vita, e lo si dica pubblicamente...

  PRESIDENTE. Presidente Crocetta, vorrei fare una precisazione. Nessuno, qui, ha osato gettare ombre sul suo comportamento personale, perché noi conosciamo la sua storia e le sue battaglie.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Il mio discorso era propedeutico.

  PRESIDENTE. Io faccio questa precisazione perché non vorrei che lei eludesse la domanda, perché le domande sono state numerose.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. È chiaro che, per esserci un intreccio, ci deve essere un interesse. Di che natura? Politica? Affaristica? Non mi si dica, a questo punto, che io improvvisamente sarei quel tipo di persona, anzi vi sfido a trovare mie dichiarazioni a sostegno di Confindustria. Ne troverò, invece, tante di tanti di voi nel passato e ne troverò tante, per esempio, di Pignatone, che, adesso, a proposito del sistema siciliano, dice che, a Palermo, dal 2006 Confindustria ha fatto su larga scala quello che aveva già fatto su piccola scala, ha puntato il dito sulla mafia eccetera. Poi, possiamo includere Scarpinato, Lari, i ministri e poi...

  PRESIDENTE. Troverebbe sicuramente anche una dichiarazione della presidente Bindi a sostegno dell'azione di Confindustria, però, presidente, non eluda la domanda, perché lei è abilissimo. La domanda è: perché in tutti i cambiamenti della sua giunta c'è sempre e comunque stato un esponente di Confindustria Sicilia? Questa è la domanda.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Io sto rispondendo. In tutti i Governi, dal dopoguerra in poi, in Italia, c'è sempre stato qualche esponente di Confindustria, così come c'è stato qualche esponente dei sindacati. Questo non vuol dire che uno fa gli affari con Confindustria. Per quel che mi riguarda, il rappresentante di Confindustria è stata Linda Vancheri, come era stato deciso in un accordo in campagna elettorale. Inoltre, posso dire – per essere chiari – che nella mia giunta ho messo una rappresentante del sindacato che era l'assessore Mariella Lo Bello e una rappresentate dei datori di lavoro. Poi, per tutto il resto io di che cosa dovrei rispondere, rispetto ai rapporti con Confindustria?
  L'onorevole Prestigiacomo concorderà che Confindustria forse è meno palermitana e Pag. 19più siracusana, come dimostra molto la vicenda della Basilicata o la vicenda dei porti. Anche in quel caso, risulta molto chiaro, in quelle intercettazioni che riguardano ambienti confindustriali, che, mentre pensavano di accedere ai fondi europei, uno dei due dice «Crocetta cosa ne pensa?» e l'altro risponde «ce ne freghiamo perché lo facciamo nelle altre regioni». Inoltre, voglio citare anche altri ambienti siracusani, per esempio Foti e altri, che, a proposito di affari degli ospedali, dicono «dobbiamo trovare qualcuno con cui parlare a Roma».
  Da tutte queste vicende di Confindustria è perfettamente chiaro non solo che io non c'entro nulla, ma anche che queste persone parlassero male di me. Lo dico per essere chiari rispetto alla politica degli affari.
  Sull'aeroporto, mi si vuole contestare di aver bloccato un'operazione in cui si voleva mettere un'OPA sugli aeroporti in termini privatistici, prendendo i capitali degli azionisti, destinandoli a investimenti e vendendo azioni pubbliche con modalità private? Io ho detto di fare la gara internazionale, quindi cosa mi si vuole rimproverare rispetto a questo? Quali rapporti? Questa operazione era stata fatta in qualche modo da Confindustria anche, quindi quali sarebbero questi rapporti? Tra Catanzaro e Lo Bello?
  A me piace parlare molto chiaro. Allora, vediamo il fronte Catanzaro, quindi anche quello di Montante. In tal senso, rispondo molto chiaramente a Orlando, che non sa neanche quello che dice e di che cosa parla, e mi assumo la responsabilità di quello che dico. Orlando non sa neanche di che cosa parla e, intanto, si dovrebbe chiedere quanta mafia c'è a Bellolampo, in riferimento agli affari nei subappalti e nello smaltimento del percolato. Avremo un capitolo specifico sui rifiuti, che riguarda la mafia di Montelepre, Borgetto e Contessa Entellina, che sembrano interessare Palermo, anche se a Palermo la mafia non esiste.
  Passiamo, invece, alla sostanza delle cose. Noi abbiamo fatto un'intesa il 25 maggio con il Ministero. In questa intesa, sono stati autorizzati solo quelli dotati di impianti di biostabilizzazione. Da quel momento, io ho fatto un'ordinanza in cui non si conferiva neanche un chilogrammo dalla Catanzaro costruzioni. Il teorema di Orlando è stato, in questi anni, che noi non mandavamo nulla dai comuni della provincia di Palermo a Bellolampo per favorire Catanzaro.
  Tuttavia, nel momento in cui ho mandato i comuni della provincia di Palermo da Orlando, che era quello che lui stesso chiedeva, è scoppiata la crisi dei rifiuti in Sicilia, appunto a partire da Bellolampo, perché Bellolampo non ha voluto accettare i rifiuti di quei comuni, pur avendo un impianto che è costato 25 milioni di euro di biostabilizzazione, pur essendoci nell'ordinanza la previsione di dotarsi di impianti di biostabilizzazione mobili, che potevano essere recepiti in un mese, e ottemperando solo ieri all'ordinanza, che consentirà di aumentare la capacità con impianti mobili a Bellolampo. Allora, il tema è: in questo momento chi è che ha favorito il privato?
  Passiamo, ora, a Marino. La sacralità di Marino da che cosa discende? Perché le dichiarazioni di Marino dovrebbero avere maggiore valenza di quelle che faccio io? Da che cosa deriva questa sacralità? Lo dico perché Marino non ha parlato da magistrato, ma da assessore, o meglio da assessore non dimesso, ma da me revocato. Lo dico per essere molto chiari. Marino è stato revocato perché non condividevo...

  PRESIDENTE. Se ce lo spiega, perché è importante questa cosa...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Di Marino non condividevo la politica in materia di eolico, perché io ero per bloccare l'eolico, considerato affare di Matteo Messina Denaro, e Marino, invece, insieme al suo dipartimento, continuava ad autorizzare impianti eolici. Non condividevo le sue posizioni sul patto dei sindaci, perché volevo sviluppare il patto dei sindaci per le energie rinnovabili e Marino lo bloccava. Su questo, ci sono gli atti di giunta. Lo consideravo lento nell'azione di impiantistica pubblica e, anche su questo, ci sono gli atti di giunta. In pratica, non lo consideravo un buon assessore. Pag. 20
  Mi dica quali sono gli interventi che io avrei fatto a favore di privati e di Marino, anche un solo caso. Poi, dei suoi incontri privati, che avvengono con altri soggetti, posso dire che ognuno risponde delle cose per quello che fa. Io rispondo per quello che faccio io e non per altri. Lo dico per essere estremamente chiari, per cui, se Catanzaro o mio nonno hanno preteso di incontrare Marino per discutere...

  CLAUDIO FAVA. Era un suo assessore in quel momento. È stato un suo assessore ad incontrare il presidente di Confindustria Sicilia e il vicepresidente nazionale, ma lei non si è posto il problema di quale fosse la ragione di questo incontro, anche si trattava di un suo assessore.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Veramente io ho appreso dalla stampa la ragione del suo incontro.

  CLAUDIO FAVA. Lei lo ha appreso da Marino, che lo ha incontrato.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Non lo ho appreso da Marino, che lo ha incontrato. Noto che le è molto caro Marino. Però, mi ascolti: si darebbe caso che il mio impegno antimafia non è stato in questi anni né minore del suo né di quello di Marino, quindi la prego di trattarmi con rispetto e di considerare la credibilità delle mie affermazioni, identicamente a quelle di Marino. Lo dico per essere chiaro e perché non abbiamo lezioni da imparare da nessuno...

  CLAUDIO FAVA. Io le ho fatto una domanda e lei sta rispondendo...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Sono stati denunciati rapporti mafiosi nel sistema delle discariche perché questo è stato fatto dalla commissione speciale che io ho nominato e che, appunto, ha fatto la denuncia per infiltrazioni mafiose, quindi è inutile che costruiamo teoremi. Io sinceramente trovo allucinante che questioni di natura politica e persino delusioni rispetto a sconfitte elettorali possono essere alla base di un'accusa nei confronti di un Governo, che sta facendo il suo lavoro. Il mio dissenso...

  PRESIDENTE. Mi scusi, presidente, queste non sono accuse ed è fuori luogo anche l'interruzione del vicepresidente Fava o l'abbandono dell'Aula, quando non piacciono le risposte. Io le dico, presidente, una cosa per l'ultima volta, perché per la prossima volta non la ripeto. Nessuno ha fatto accuse di tipo personale e nessuno ha fatto teoremi, perché abbiamo chiesto solo delle spiegazioni. C'è un assessore, di cui addirittura lei ci dice «io l'ho dimesso»...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Perché Marino dovrebbe essere più credibile di me?

  PRESIDENTE. Non si tratta di una questione di credibilità. Ci sono dei problemi e dei fatti precisi.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. L'onorevole Fava mi ha interrotto, specificando «Marino dice questo».

  PRESIDENTE. Ho appena detto che il vicepresidente Fava ha sbagliato.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Marino può dire quello che vuole e io dico quello che voglio, quindi...

  PRESIDENTE. Noi ascolteremo in audizione anche Marino, chiaramente.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Già l'avete sentito.

  PRESIDENTE. No. Questa Commissione non l'ha sentito.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Il discorso con Marino era di natura politica...

  PRESIDENTE. Onorevole Prestigiacomo, le chiedo di attendere e poi le do la parola. Presidente, noi non abbiamo audito Marino. Pag. 21 Le affermazioni di Marino sono sulla stampa e sono nel resoconto della Commissione che si occupa di rifiuti. Lei ha chiesto di essere sentito in particolare sui rifiuti, per cui come facevamo a non farle questa domanda? Poi, lei si può anche irritare, perché il vicepresidente Fava la interrompe, sbagliando, però lei ci deve dare le risposte su questo punto.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Onestamente, in questo momento mi trovo ad aver ricevuto una serie di domande, cui non mi fate rispondere...

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Ho chiesto la parola e la presidente me l'ha data, per cui avrò anche diritto a parlare. Presidente Crocetta, per molto meno di quello che lei ha rivolto come risposta a me, il vicepresidente Fava ha deciso, sbagliando o non sbagliando, di abbandonare i lavori. Questa audizione è molto importante e i tempi sono contenuti. Io la invito, presidente Crocetta, ad essere un po’ più misurato anche nelle cose sottintese delle sue risposte e di essere un po’ più sereno.
  Il presidente Crocetta evidentemente non ha capito quello che io ho puntualizzato, in riferimento a Confindustria. La domanda posta dal collega era molto chiara: Confindustria appoggia il suo Governo? Lei poteva dare la risposta che voleva. Io ho leggermente puntualizzato la domanda del collega, specificando che non tutta Confindustria appoggia il Governo Crocetta, anzi i sentimenti diffusi fra le imprese sono di ben altro orientamento e il presidente Crocetta ha risposto puntando il dito su una Confindustria molto siracusana, alludendo a che cosa, dal momento che la sottoscritta è di Siracusa? Dopodiché, lei ha fatto un riferimento che le chiedo di puntualizzare, perché ha detto che Foti ha chiesto appoggi a Roma per l'ospedale di Siracusa. Foti è un ex parlamentare ed è un ex Sottosegretario democristiano, cosa c'entra con la Confindustria, che fa parte dell'area renziana? Con questo, cosa voleva dire?
  Lo specifico perché le cose dette a metà, non vanno bene. Le chiedo di sapere cosa ha chiesto Foti a Roma e a chi lo ha chiesto. Inoltre, cosa c'entra Foti con Confindustria?

  FRANCO MIRABELLI. Io sono stupefatto perché non mi ricordo che sia mai successa una cosa di questo genere, nel senso che il presidente Crocetta sta rispondendo alle domande, dopodiché le risposte possono non piacere, ma questo non vuol dire che bisogna interromperlo o accusarlo di non rispondere. Credo che ogni tanto sia giusto puntualizzare perché chi assiste a questa discussione non capisce molto, cioè c'è stato uno scontro, in cui è stato detto e viene ripetuto che Crocetta non ha risposto. Crocetta ha risposto e ha detto quello che pensa.

  PRESIDENTE. Senatore Mirabelli, lei è lombardo e io sono toscana, però hanno capito tutti che c'è uno scambio di cose non dette tra siciliani.

  FRANCO MIRABELLI. Non sto parlando dell'intervento dalla Prestigiacomo, ma, siccome il vicepresidente della Commissione se n'è andato, accusando il presidente Crocetta di non aver risposto, io sono qui a testimoniare che, per quello che mi riguarda, lui ha risposto, per cui non devono piacere necessariamente al vicepresidente le risposte.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Mi avete posto delle domande, cui ho il diritto di rispondere, ma, se voi ritenete che non debba farlo, io me ne vado e chiudiamo la discussione.

  PRESIDENTE. Il presidente sono io qui. Prego, risponda pure alle domande.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Io voglio avere il diritto di rispondere.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Se fa delle allusioni offensive, le deve spiegare.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Onorevole Prestigiacomo, Pag. 22io non ho fatto allusioni a nessuno. Ho riferito fatti che sono presenti nelle intercettazioni pubbliche e di cui lei è in possesso, quindi ho detto cose pubbliche.
  Tuttavia, li ho messi insieme correttamente, così come vanno messi, per tutto quello che è accaduto in Basilicata, per gli interessi in relazione a tutta questa vicenda, a quella dell'aeroporto e ad altre vicende, quindi non c'è nessun riferimento.
  Intanto, riguardo all'appoggio politico di Confindustria, io vi posso dire – e vi posso portare pure i documenti – che ogni finanziaria è stata criticata aspramente e persino Montante ha chiesto, nel 2014, di andare al voto. Per il resto, a me non interessa assolutamente questa vicenda. Io ho conosciuto Antonello Montante nel 2004, un anno dopo che ero diventato sindaco di Gela, quando ho lanciato la battaglia contro il mafioso Di Vincenzo, che dirigeva Confindustria. Con Antonello Montante abbiamo iniziato insieme la battaglia per liberare Confindustria Sicilia dalla mafia.
  In questi anni quel lavoro è stato apprezzato da tutte le istituzioni. Inoltre, quando c'è stata la candidatura, che io sostenni, di Montante per Confindustria di Caltanissetta, mi consultai col prefetto, con la procura, con la questura e con i carabinieri e tutti mi dissero che Montante era una persona su cui puntare per la battaglia alla legalità. Questo lavoro, per anni, è stato apprezzato da mezza Europa, dai media e dalle forze politiche. Oggi, se c'è una vicenda da chiarire, lo farà Montante.
  Passiamo, ora, alla vicenda di Monterosso, che è il mio segretario generale.

  RICCARDO NUTI. Con Confindustria abbiamo chiuso?

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Non lo so, però, se volete, ne parlo per giornate intere. Ho già detto, a meno che non ci siano altre domande da fare. La vicenda di Confindustria per me non è un problema, perché faccio patti o affari con Confindustria. Contrariamente a quello che può pensare l'onorevole Nuti, io ho risposto alla domanda perché veramente sono una persona che non ha relazioni strane con nessuno.

  RICCARDO NUTI. Quindi, se mi dice di aver risposto, mi risponda di nuovo. Presidente, chieda al presidente Crocetta di rispondermi alle domande...

  PRESIDENTE. Qual era la sua domanda, onorevole Nuti?

  RICCARDO NUTI. La ripeto. Lei, presidente Crocetta, ha avuto notizia di pressioni da parte della criminalità organizzata all'interno della sua giunta e, se è così, di che tipo? Eventualmente, se vuole, le dico nome e cognome...

  PRESIDENTE. Che cosa c'entra Confindustria con la criminalità organizzata? Non capisco questi teoremi...

  RICCARDO NUTI. Mi scusi, presidente. Forse, può essere sfuggita la premessa che ho fatto alla prima domanda.

  PRESIDENTE. Riformuli la domanda...

  RICCARDO NUTI. Sull'argomento Confindustria e criminalità organizzata, il presidente Crocetta ha parlato di accordo politico, quindi non ha risposto alla mia domanda e, se dice «abbiamo terminato le risposte su Confindustria», per me va bene e chiudiamo questo discorso.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Se la domanda è posta in questi termini, diventa impossibile rispondete, perché diventa una sorta di trappola. Per quel che mi riguarda, ho risposto a una domanda su Confindustria, che non era la sua domanda, adesso lei mi sta facendo un'altra domanda.

  RICCARDO NUTI. No, si tratta della stessa domanda che le ho fatto prima.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Lo chieda a Confindustria, onorevole Nuti. Secondo lei, io sono una persona a cui un mafioso può fare una minaccia personalmente? Secondo la sua fantasia – è evidente che lei non conosce la mafia – un mafioso potrebbe venire da me, Pag. 23che ho fatto centinaia e centinaia denunce...

  RICCARDO NUTI. Basta rispondere «no».

  PRESIDENTE. Onorevole Nuti, lei ha diritto a fare domande, ma, se lei non è soddisfatto, si dichiari non soddisfatto, perché non può chiedere all'onorevole Crocetta di dire cose che non intende dire. Dopodiché, potete fare una valutazione, quando vi pare.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Voglio dire che non c'è, per una persona come me, un mafioso che si può permettere il lusso di minacciarmi, perché verrebbe immediatamente arrestato, quindi non può essere accaduto.
  Passando al discorso di Lucia Borsellino...

  FRANCO MIRABELLI. Stava parlando del segretario generale Monterosso.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. In merito, cosa c'entra la Corte dei conti con la mafia? Lo chiedo per capirlo, anche perché, siccome viviamo in uno stato di diritto...

  PRESIDENTE. Presidente Crocetta, non ci faccia le domande, altrimenti ci istiga a dare le risposte...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Questo è il modo di dialogare, in cui pongo una questione.

  PRESIDENTE. Però, non ci provochi...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Io non provoco nessuno. Lo dico perché una condanna della Corte dei conti prevede una sanzione prevista dalla legge e basta, per cui non è riconducibile a comportamenti, e relativi fatti, durante il mio mandato di governo. Tra l'altro, la legge approvata dal Parlamento esclude la possibilità per i dirigenti pubblici di decadere dalla pubblica amministrazione per effetto di una condanna della Corte dei conti. Il fatto che sia stata aperta un'inchiesta per peculato è particolare, perché questo è uno strano peculato. Vorrei raccontarvi subito com'è andata, così capiamo anche di che cosa stiamo parlando.
  In buona sostanza, l'accusa che si configurerebbe nei confronti del segretario generale è che, avendo deciso il precedente Governo di dare, a causa degli aumenti contrattuali dei lavoratori, l'incremento agli enti di formazione, relativo all'adeguamento contrattuale, per effetto di sentenze dei giudici del lavoro, queste somme erano dovute, dopodiché è stato presentato un decreto alla Corte dei conti. La Corte dei conti l'ha registrato e ha dato parere favorevole, quindi ha fatto un procedimento e ha condannato la medesima. Dopodiché, il segretario generale ha avviato, nei confronti degli enti, l'azione di recupero delle somme non dovute, cosa prevista dalla legge. Il peculato avrebbe incassato i soldi per la regione, avendo già pagato il danno erariale di persona, quindi non poteva essere destinato ad averne un vantaggio personale...

  ANGELO ATTAGUILE. Ma il peculato...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Su questo deciderà la magistratura. Tuttavia, se riuscite a dirmi per quale ragione arcana...

  ANGELO ATTAGUILE. Peculato non significa questo. Il peculato si può fare anche per altro. Questa è giurisprudenza, presidente. Poi, stiamo parlando della massoneria. Comunque, se vuole, la giustifichi. Io non ho nulla di personale. Per carità, si tratta di regolare amministrazione. Tuttavia, se lei mi chiede «che c'entra la mafia?», il presidente ha ragione a dire «vediamo cosa c'entra la mafia».

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Si tratta di peculato ai danni della regione, per soldi che venivano incassati in regione. Onorevole Attaguile...

  ANGELO ATTAGUILE. Si faccia spiegare da un penalista che il peculato si può fare anche per interesse proprio...

Pag. 24

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Mi è stato già spiegato da costituzionalisti e da tante persone serie.

  ANGELO ATTAGUILE. Sulla massoneria non dice niente?

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Sto rispondendo alle domande, una per volta, ma non mi date la possibilità di continuare. Capisco che l'oggettività dei fatti irrita chi pensa di fare delle domande non per amore della verità, ma per il partito politico e per presa di posizione politica, però questi sono fatti.
  Sulla massoneria, a me non risulta nessun rapporto con la massoneria da parte della dottoressa Monterosso. In merito, non c'è alcuna inchiesta nei suoi confronti, ma c'è una dichiarazione di un pentito che non è stata giudicata attendibile dalla magistratura. Inoltre, rispetto alle affermazioni di certa politica siciliana, interessata a creare teoremi di attacco nei confronti di un Governo, che sta facendo la lotta alla mafia, come non l'ha mai fatta nessuno in Sicilia, e rispetto a teoremi continui di mascheramento, io dico che, se la dottoressa Monterosso dovesse essere colpita da avviso di garanzia o persino rinviata a giudizio su questo, state tranquilli che, prima di prendere io i relativi provvedimenti, li prenderà, per quanto la conosco, la stessa dottoressa Monterosso.
  Fino a oggi, ci siamo trovati di fronte ad articoli di stampa e a presunte dichiarazioni, rese tre anni fa e che arrivano in un momento molto particolare dello scontro, che abbiamo anche con il sistema mafioso.
  Passando alle altre vicende, vorrei parlare di quella relativa a Lucia Borsellino, con cui io ho avuto sempre un rapporto bellissimo e meraviglioso. Non posso dire altrettanto del rapporto con l'assessore Marino, per fatti – vi ripeto – un po’ caratteriali e per fatti anche politici, legati al modo in cui lui intendeva la vicenda sull'eolico, che abbiamo potuto bloccare solo dopo che se n'è andato, o al patto dei sindaci e persino al sistema pubblico dei rifiuti. Ci sono gli atti deliberativi, in cui ordiniamo all'assessorato, per quei rifiuti, di fare alcuni atti e li posso portare a questa Commissione.
  Passando alla vicenda dello scontro con Marino...

  PRESIDENTE. Stava parlando di Lucia Borsellino...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Vorrei aggiungere un ultimo passaggio su Marino, per arrivare allo scontro con Catanzaro. In merito, quando io chiesi il commissariamento per realizzare l'impiantistica pubblica, si sollevarono problemi in Commissione ambiente, territorio e lavori pubblici e in Parlamento, sulla base di una richiesta di Catanzaro e di Legambiente, entrambi rappresentanti agrigentini per intenderci. Questi mandarono una bella nota, in cui dicevano che dare un commissariamento in materia pubblica dei rifiuti significava in Sicilia il rischio di favorire il sistema mafioso.
  Debbo dire, con estrema chiarezza, che in quella vicenda Catanzaro utilizzò la carta intestata di Confindustria per ragioni meramente private, perché, in realtà, lui difendeva gli interessi della sua discarica e non – per intenderci – di Confindustria. Antonello Montante, che allora era il presidente, lo diffidò a rappresentare Confindustria in questa vicenda, come a me risulta. Della questione parlai con Marino, dicendogli che non poteva criminalizzare l'intera Confindustria, sulla base uno scontro con Catanzaro, che io condividevo, perché una cosa era accusare Catanzaro di volerci bloccare in quell'azione, mentre quella di Confindustria era un'altra questione.
  Passo alla questione di Lucia Borsellino e ho finito.

  PRESIDENTE. Poi finiamo perché dopo abbiamo l'Aula.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Con Lucia Borsellino i rapporti sono stati sempre corretti e non ho mai avuto alcuna influenza nella decisione di Lucia Borsellino. Le nomine sulla sanità sono state tutte proposte da Lucia Pag. 25Borsellino e hanno avuto l'istruttoria del suo dipartimento. Non l'ho mai condizionata e, quando ho detto di volerle bene, in qualche modo, come una sorella minore, mi riferisco ad alcune vicende, come quella sulla corruzione o sui farmaci, o a questioni che riguardavano gli appalti e sostanzialmente anche a tutta la vicenda dell'assicurazione da me scoperta, quindi, per intenderci, con Lucia...

  PRESIDENTE. Scusi, cosa significa questa cosa?

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. La vicenda delle assicurazioni malate...

  PRESIDENTE. No, il fatto che lei ha difeso...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. L'ho scoperta io. Il presidente non può scoprire delle cose, che possono sfuggire a un assessore?

  PRESIDENTE. Certo.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Lucia ha talmente condiviso con me questa vicenda che, per fare la denuncia che siamo andati a fare insieme, io, Lucia Borsellino e la dottoressa Monterosso, si è trasferita per un mese nella presidenza della regione, ritenendo l'ambiente del dipartimento per la salute non sufficientemente garante nei suoi confronti. Questo era il tipo di rapporto tra me e Lucia Borsellino.

  PRESIDENTE. Capisce, però, che era necessario chiarirlo.

  FRANCESCO MOLINARI. Siccome le ho ripetuto una sua frase, in cui dice appunto che ha sempre difeso la Borsellino da tante cose, che non sanno neppure nella sua famiglia...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Certo. Alla sua famiglia, non potevo raccontare i rischi che correva Lucia Borsellino, per avere intrapreso quest'azione insieme al Governo di legalità. La famiglia non sa, per esempio, del fatto che abbiamo lavorato insieme. Noi abbiamo lavorato fianco a fianco, con Lucia Borsellino.
  Per me è stato un grande dolore. Capirete che la vicenda de l'Espresso, nel cui merito non voglio entrare, che non appare sulla stampa, ma che era stata riferita a Lucia Borsellino come veritiera qualche mese fa, ha agito sulla decisione, perché, se uno si sente dire «Crocetta ha ricevuto la telefonata in cui gli si dice che devi fare la fine di tuo padre» e non reagisce, io penso che qualsiasi essere umano... Ma è meglio non parlare di questo...

  PRESIDENTE. La pregherei di non entrare in questo argomento per il semplice motivo che io non l'ho introdotto e, quando è venuta Lucia Borsellino, non ne abbiamo parlato. Io non consento che si attribuisca, attraverso le sue parole, che le dimissioni della Borsellino sarebbero state in qualche modo determinate da quella intercettazione. Lo dico perché questo diventa un modo, con il quale si vogliono mettere in secondo piano le denunce serie sul Governo della sanità che l'assessore ha fatto in quella lettera. Non consento questa operazione e ci fermiamo qua.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Io le assicuro che le denunce sul Governo della sanità sono state fatte da me e che ci sono gli atti giudiziari che parlano.

  PRESIDENTE. La lettera è quella...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Mi dispiace che la lettera sia quella, però io posso portare le prove delle denunce del malaffare della sanità che ho fatto io, Rosario Crocetta. In merito, alle delibere di giunta, con cui indirizzavamo l'orientamento dell'assessorato per la sanità con il malaffare, se poi dobbiamo credere a questo, io sono disponibile anche a un confronto pubblico.

Pag. 26

  FRANCESCO MOLINARI. Così come ha denunciato anche chi voleva attentare alla Borsellino?

  PRESIDENTE. Siccome si sta parlando di qualcosa della quale nessuno di noi ha degli elementi, anzi ci sono questioni aperte...

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Quando il Ministro della salute attaccò Lucia Borsellino, chiedendone persino le dimissioni e il commissariamento, chi difese Lucia Borsellino? Inoltre, quando ci fu l'attacco all'operazione Humanitas di Catania, chi difese Lucia Borsellino? Solo Rosario Crocetta!
  Certo, ognuno può interpretare il suggerimento di un presidente, che dice di fare una cosa, persino come una specie di lesione all'autonomia, ma io ho chiesto solo di fare atti concreti nella lotta per la legalità e di questo ho le prove con atti e delibere di giunta. Poi, io non voglio entrare in merito alle valutazioni personali, anche perché sinceramente questo mi dà fastidio e so da che cosa è attraversata la vita di Lucia Borsellino. Nel luglio scorso, non volevano fare fuori Lucia Borsellino, ma volevano fare fuori Rosario Crocetta.

  PRESIDENTE. Rosario Crocetta è ancora il presidente della regione, quindi evidentemente non ci sono riusciti, mentre Lucia Borsellino non è più assessore.

  ROSARIO CROCETTA, presidente della regione siciliana. Si è dimessa lei...

  PRESIDENTE. L'ho capito e ci possono essere molte situazioni, ma dei fatti personali non intendo parlare, perché credo che non sia corretto.
  Presidente Crocetta, noi ci dovremmo rivedere. C'è un aspetto che tengo a verbalizzare alla fine di questa vivace audizione: stigmatizzo il comportamento dei colleghi che interrompono alla ricerca di risposte diverse da quelle che, giustamente, l'audito ha il suo diritto di dare.
  C'è un punto, però, sul quale io credo che dobbiamo capirci, anche per gli eventuali prossimi appuntamenti. Nessuno mette in dubbio la correttezza del suo comportamento, presidente Crocetta, anzi conosciamo la sua storia. In secondo luogo, nessuno sottovaluta la mafia che spara e che fa gli attentati. Credo che, nel giro di 24 ore, la Commissione è stata presente al Parco dei Nebrodi per esprimere la solidarietà al presidente Antoci, che abbiamo, per altro, audito e con il quale si è stabilita un'interlocuzione, che non si fermerà qui, anche perché la nostra Commissione intende approfondire il tema dei fondi, così come, da tempo, attraverso l'inchiesta sulla sanità, c'è un orecchio attento nei confronti della vicenda dei veterinari e di molti altri aspetti. Approfondiremo anche la vicenda sui rifiuti, per la parte che riguarda la nostra Commissione.
  Noi non sottovalutiamo la mafia che spara, però sappiamo anche che la mafia ha imparato ad agire anche in un altro modo e a condizionare in altro modo, anche attraverso l'avvelenamento del movimento antimafia. Su questo punto, noi vogliamo un'interlocuzione vera con la regione siciliana, presidente, perché, al di là delle denunce e del ruolo che nessuno nega o della capacità di contrastare la mafia che torna ad uccidere, io credo che – e non siamo i soli ad affermarlo – la pericolosità della mafia di oggi e di cosa nostra di questi mesi e di questi anni sia quella di riuscire a stabilire rapporti con il potere.
  Sono profondamente convinta dell'ottimo lavoro svolto dalla Confindustria siciliana, ma credo anche – lo hanno ammesso loro – che l'avere trasformato una lotta alla mafia in un presupposto anche per l'occupazione del potere economico e politico in quella regione sia stato un modo sbagliato di fare antimafia e probabilmente anche un modo per aprire le porte a quella mafia che agisce con i sistemi di oggi. Questa è la mafia che continua a sparare, ma è la mafia anche che continua e che forse ha imparato meglio di prima a fare affari e soldi.
  Presidente, noi chiediamo in questa fase anche su questo punto un'interlocuzione alla regione siciliana. Questo è il motivo per il quale stiamo facendo l'inchiesta sull'antimafia ed è il motivo per il quale Pag. 27abbiamo ascoltato, dopo la denuncia che ha fatto pubblicamente, il sindaco Orlando, nonché il motivo per il quale sentiremo l'assessore Marino; naturalmente non potevamo non sentire lei. La ringrazio per averlo chiesto così tempestivamente, ma ritorneremo a interloquire su molti aspetti, che non abbiamo avuto la possibilità di approfondire oggi.
  Ringraziamo lei, gli assessori, il segretario generale e anche tutti dirigenti della regione che l'hanno accompagnata.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.20.