XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri

Resoconto stenografico

Seduta antimeridiana n. 23 di Mercoledì 13 luglio 2016

INDICE

Pubblicità dei lavori:
Amoddio Sofia , Presidente ... 3

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

La seduta inizia alle 9.

Pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE . Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
Apprezzate le circostanze, propongo di procedere all'audizione odierna in seduta segreta.

(La Commissione delibera all'unanimità di procedere in seduta segreta).

Audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l'audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.
Do quindi la parola al signor Davide Miazzi che ringrazio per aver accettato il nostro invito.
Signor Miazzi, la Commissione, come lei avrà certamente appreso, sta indagando sulla morte di Emanuele Scieri avvenuta il 13 agosto ’99 presso la caserma Gamerra di Pisa. Noi sappiamo che lei era in servizio lì, quindi le faremo alcune domande: quando è arrivato in caserma, di che battaglione faceva parte, se ha conosciuto Emanuele Scieri.

DAVIDE MIAZZI . Allora, io facevo parte della compagnia comando e servizi. Non ricordo la data in cui sono arrivato lì, mi sembra di ricordare che facessi parte del terzo ’99. Arrivai nella caserma di Pisa credo a fine aprile perché feci un mese di CAR a Scandicci. A Pisa feci il mese di corso di lanci e dopo fui assegnato alla tipografia, litografia assieme al maresciallo Miletto, mi sembra si chiamasse. Dopo feci tutti i servizi della caserma: piantoni, guardie, corvée cucina, tutto quello che riguardava la vita militare. Se avete delle domande, dite pure.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Buongiorno, lei si ricorda di Emanuele Scieri?

DAVIDE MIAZZI . No, io Emanuele Scieri non l'ho conosciuto, so che il giorno in cui lui arrivò ero di guardia, fu il 13 agosto, e basta. Io Emanuele Scieri non l'ho mai conosciuto.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei era di guardia: a che ora aveva preso servizio?

DAVIDE MIAZZI . Non me lo ricordo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Cosa si ricorda di Emanuele Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Io Emanuele Scieri non l'ho mai conosciuto.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non ricorda neanche il fatto che era scomparso?

DAVIDE MIAZZI . Ricordo che dopo passato il 13, il 14 e il 15 fu trovato il lunedì.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei era in servizio di guardia quando Emanuele è scomparso il 13: lei di quella sera non ricorda nulla?

DAVIDE MIAZZI . Di quella sera lì ricordo solo che io ero in servizio di guardia.

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STEFANIA PRESTIGIACOMO . E cosa ha fatto?

DAVIDE MIAZZI . Ho fatto la normale procedura di guardia.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E cosa ha visto?

DAVIDE MIAZZI . Non ho visto niente. Io sono andato in servizio, ho fatto le mie guardie e basta. Di particolare io non...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . A che ora ha montato la guardia? Se lo ricorda?

DAVIDE MIAZZI . No.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei non passava dal retro della caserma dove c'era la torre dove è stato poi trovato Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Noi sappiamo che facevamo il perimetro delle mura della caserma come ci era stato indicato.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei non ha visto nessuno, non c'erano delle persone, non ha sentito dei rumori? Nulla?

DAVIDE MIAZZI . Io ero insieme all'altro commilitone, la ronda si faceva in due.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E se aveste sentito dei rumori cosa avreste fatto? Se aveste visto qualcosa cosa avreste fatto?

DAVIDE MIAZZI . Normale procedura militare: altolà, fai la prima domanda e....

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Chi era il suo compagno di ronda?

DAVIDE MIAZZI . Non mi ricordo. Io avevo deposto già a Pisa e...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Il giorno dopo lei era in servizio?

DAVIDE MIAZZI . Sì, mi sembra di sì.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E nessuno le ha detto di essere più vigile per cercare, per guardare se c'era qualcosa di strano? Lei era a conoscenza che era scomparso Emanuele?

DAVIDE MIAZZI . No.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non glielo aveva detto nessuno. Lei non sapeva che era scomparso un ragazzo nella caserma?

DAVIDE MIAZZI . Non lo sapevamo. Noi di guardia, almeno per quel che mi ricordo io, non sapevamo nulla.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Quando poi è stato trovato il corpo lei l'ha saputo?

DAVIDE MIAZZI . L'abbiamo saputo e.... è morta lì.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Morta lì. È agghiacciante quello che dice: morta lì.

DAVIDE MIAZZI . L'abbiamo saputo però a noi non è che ci hanno detto....Non so cosa dire.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non sa cosa dire.

DAVIDE MIAZZI . No, perché comunque...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei sa che questa Commissione dopo diciassette anni, poiché non è mai stata fatta giustizia nei confronti di Emanuele Scieri, ha riaperto tutti i fascicoli perché sta svolgendo delle indagini.

DAVIDE MIAZZI . Sì, lo so.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Il contributo di tutti voi può essere prezioso, molti suoi colleghi commilitoni sono stati molto collaborativi, hanno raccontato la vita della caserma. Lei non ricorda niente. È morto un ragazzo e per lei è normale che durante il servizio di leva uno dei suoi commilitoni sparisca e poi venga ritrovato morto. «È Pag. 5 morta lì»: la sua freddezza .... Se lei è venuto fin qui penso sia venuto anche con l'intenzione di fare uno sforzo per cercare di aiutare la Commissione.

DAVIDE MIAZZI . Certo, però io non posso dire cose di cui non mi ricordo. Io mi ricordo che ero in servizio.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ci sono i suoi colleghi che ricordano molte cose, lei non ricorda.

DAVIDE MIAZZI . Mi ricordo che ero in servizio come guardia, feci le mie guardie...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . È morta lì.

DAVIDE MIAZZI . Non mi ricordo più. Se c'era qualche cosa, lo dissi all'epoca.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Era a conoscenza che esisteva un varco nel retro della caserma?

DAVIDE MIAZZI . No.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . No. Secondo lei non c'era un varco?

DAVIDE MIAZZI . Non dico che non c'era un varco, dico solo che non ne ero a conoscenza. Non ero a conoscenza che ci fosse un varco, non lo sapevo, non mi fu detto.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Quando lo ha saputo?

DAVIDE MIAZZI . Mezz'ora fa dalla presidente.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Che entravano, uscivano...

DAVIDE MIAZZI . Io questo non lo sapevo, l'ho imparato sempre dalla presidente.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei sapeva che dentro la caserma c'era chi faceva consumo di droghe?

DAVIDE MIAZZI . No, che si facesse uso di droghe, no.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Che entravano ragazze?

DAVIDE MIAZZI . No. Non ho mai visto ragazze dentro la caserma, almeno io personalmente, poi se entrassero io non lo so.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei cosa fa ora nella vita?

DAVIDE MIAZZI . Faccio il litografo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ho finito, non voglio perdere altro tempo.

GIANLUCA FUSILLI . Io sarò brevissimo. Grazie per la sua presenza. Cerchiamo di concentrarci sulla sua funzione di quel giorno: lei è stato di guardia il 13, il 14 e il 15 di agosto. Ricorda questo?

DAVIDE MIAZZI . Io mi ricordo che il 13 ero di guardia, anche il 14; il 15 non me lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Ha smontato il 15, se era di guardia il 14...

DAVIDE MIAZZI . Ho smontato il 15?

GIANLUCA FUSILLI . Non lo so, glielo sto chiedendo.

DAVIDE MIAZZI . Non me lo ricordo, io so riguardo il 13....

GIANLUCA FUSILLI . Va bene, era in servizio il 13 e il 14. Ci racconta non specificatamente di quella giornata ma di quali erano i compiti e di come si svolgeva il servizio di guardia? Chi era comandato alla guardia? Di cosa si doveva occupare e come si svolgeva il suo servizio durante la giornata e durante la notte?

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DAVIDE MIAZZI . Praticamente eravamo cinque squadre, vado in base al mio ricordo, montavamo verso le otto, otto e mezza – prima l'onorevole Prestigiacomo me lo ha chiesto –, almeno mi sembra.

GIANLUCA FUSILLI . Di mattina o di sera?

DAVIDE MIAZZI . No, di sera. Facevamo a turno ogni due ore la ronda della caserma.

GIANLUCA FUSILLI . Ci spiega come funziona questa ronda? In cosa consiste, quanto dura, quanti eravate, quali erano i vostri compiti?

DAVIDE MIAZZI . Praticamente mi ricordo che eravamo in due, montavamo in ronda, facevamo il giro della caserma.

GIANLUCA FUSILLI . Quanto tempo in media ci mettevate, per quanto ricorda, a fare il giro della caserma? Cosa significa, poi, fare il giro della caserma? Facevate il perimetro, avevate indicazioni di ispezionare qualche luogo in particolare? Dei luoghi sensibili, magari le munizioni?

DAVIDE MIAZZI . Mi sembra fosse il reparto mezzi, le munizioni non me lo ricordo, non so nemmeno se ci fossero le munizioni in caserma, so che c'erano le armi...

GIANLUCA FUSILLI . Le armi.

DAVIDE MIAZZI . ... però – mi sembra – erano dentro la compagnia comandi e servizi. Facevamo il giro, controllavamo se c'era qualcosa di anomalo attorno alle mura.

GIANLUCA FUSILLI . A chi riferivate alla fine del giro?

DAVIDE MIAZZI . Al caporale, credo?

GIANLUCA FUSILLI . Me lo dica lei, io non lo so.

DAVIDE MIAZZI . Non me lo ricordo più. Al caporale credo. Non ricordo quanto durava il giro, forse mezz'ora.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ricorda, quindi, di aver fatto la ronda la notte del 13 di agosto?

DAVIDE MIAZZI . Mi sembra di sì, se ero in servizio.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda a che ora iniziavano e a che ora terminavano le ispezioni?

DAVIDE MIAZZI . In che senso le ispezioni?

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda specificatamente l'ora in cui fece l'ispezione il 13 di agosto? Se all'una di notte, le tre di notte, le cinque di mattina?

DAVIDE MIAZZI . Non lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Però ogni due ore c'erano queste ispezioni.

DAVIDE MIAZZI . Penso ogni due ore.

GIANLUCA FUSILLI . Lei sa dove è stato trovato il cadavere di Emanuele Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Più o meno, perché di preciso...

GIANLUCA FUSILLI . Cosa significa più o meno?

DAVIDE MIAZZI . Mi hanno detto sotto una torretta di asciugamento dei paracadute.

GIANLUCA FUSILLI . E lei ricorda dove era posizionata la torretta di asciugamento dei paracadute considerato che ha svolto servizio di guardia all'interno della caserma?

DAVIDE MIAZZI . Era lì.... Quando si arriva a Pisa c'è una caserma, non una caserma, uno stabile che non ricordo più Pag. 7 come si chiama, dove i commilitoni vengono messi e la torretta era lì vicino, per andare verso la mensa. Nel vialetto dietro.

GIANLUCA FUSILLI . Diciamo prossima al perimetro?

DAVIDE MIAZZI . Sì, era prossima al perimetro.

GIANLUCA FUSILLI . E quindi quando si faceva la ronda si passava nei pressi della torretta?

DAVIDE MIAZZI . Sì, però... sì.

GIANLUCA FUSILLI . Allora io le faccio una domanda. Il compito di chi fa la ronda di guardia all'interno della caserma io credo sia – però è una mia interpretazione, mi dica se è corretta – quello di verificare che nessuno entri all'interno della caserma e nessuno esca dalla caserma durante le ore notturne e di sorvegliare che la vita all'interno della caserma nelle ore notturne non determini alcuna anomalia. Ci siamo secondo lei su questa definizione?

DAVIDE MIAZZI . Esatto.

GIANLUCA FUSILLI . Bene. Mi permetto di farle questa considerazione perché lei ci sta parlando come se ciò che è accaduto la notte del 13 di agosto fosse stato una sorta di circostanza ordinaria che tutto sommato la riguardava relativamente. Io, invece, mi permetto di farle notare anche diciassette anni data e chiedendole uno sforzo ancor più significativo rispetto alla sua memoria, che lei era un militare dello Stato italiano e quindi aveva quel compito in quel momento come uomo, che aveva la responsabilità di verificare che all'interno di quella caserma non accadesse nulla nelle ore notturne. Invece, il giorno in cui lei era di guardia insieme ai suoi commilitoni è stato ucciso un ragazzo. Quindi, non è che questa circostanza la riguardi relativamente, è una circostanza che avrebbe dovuto e dovrebbe ancora «interrogare» la sua coscienza, almeno per chiedere che cosa è accaduto di strano se, nel momento in cui lei e altre venti persone eravate di guardia, montate alle otto di sera, dopo quattro, cinque ore dalla vostra entrata in servizio, c'è una persona caduta da una torretta e rimasta per terra e dopo diciassette anni non si sa ancora che cosa sia accaduto. Quindi, la frase che ha detto lei prima è un po’ infelice, ma capisco anche la tensione del momento, «è morta lì», nel senso non ce ne siamo più occupati. Ma non ce ne siamo più occupati è assolutamente non consono con quello che è accaduto perché, mi permetto di dirle, che certamente non avrete visto nulla, certamente non ci sarà stato nulla di strano durante il vostro percorso, certamente passando a fianco alla torretta non vi sarete accorti né il 13 e né il 14 – non so il 15, non ho il rapporto dettagliato – che c'era il cadavere di un ragazzo ai piedi della torretta sotto i tavoli. Quindi certamente non avrete avuto alcuna sensazione che fosse accaduto qualcosa di strano ma voi eravate deputati all'interno di quella caserma ad evitare che accadesse qualcosa di strano. Quindi che non ve ne siate accorti non è un elemento così generico, è un elemento che dovrebbe interrogare non so la responsabilità del soldato, perché eravate militari di leva e spesso è più percepito come un obbligo il fatto di fare il militare di leva, però certamente almeno la coscienza dell'uomo. Anche a diciassette anni data farsi la domanda del «che cosa è accaduto» ..... io credo che lei se la sia fatta la domanda su cosa sia accaduto, perché mi sembra una persona assolutamente sensibile, nei giorni successivi al ritrovamento del corpo... avrete discusso tra di voi, vi sarete fatti domande: cosa può essere successo, noi eravamo di guardia, non abbiamo sentito nulla. Lei comprende che per una persona come me, di media e modesta intelligenza, pensare che di notte, in una caserma, per quanto vasta, con ventuno persone di guardia, dalle undici e mezza fino alle tre, le quattro, le cinque, con ripetute ispezioni lungo il perimetro, ripetute cioè continuative, tutte quante passano di fronte a quel posto, magari ci passano anche – considerato che era il 13 di agosto – quando sorge il sole cioè quando non è più notte ma Pag. 8 arriva l'alba, non c'è neanche la scusa della poca illuminazione, nessuno si accorge di nulla e cioè, passando in due persone a cinque metri, dieci metri, da un luogo in cui alle due di pomeriggio viene ritrovato il corpo di una persona con un piede in alto, e nessuno abbia visto nulla, lei comprende.... Fermo restando che io ci credo che sia accaduto però è difficilmente ipotizzabile. Questa era la considerazione.
La domanda è: nei giorni successivi, quindi dopo il 16 di agosto, lei ha avuto occasione di scambiare informazioni con i suoi colleghi, farsi domande, fare approfondimento, chiedere notizie, farsi un'idea di quello che è accaduto?

DAVIDE MIAZZI . Ci siamo fatti delle domande, noi dovevamo essere interrogati dalla procura di Pisa, però... domande tra di noi ce ne siamo fatte tante...

GIANLUCA FUSILLI . E lei ci riferisca opinioni, pensieri. Il fatto che voi foste di guardia e che durante la vostra guardia è con certezza avvenuto un «crimine» non è una cosa indifferente nella vita di una persona.

DAVIDE MIAZZI . Non sto dicendo che è una cosa indifferente, sto dicendo che noi abbiamo fatto le nostre ronde, guardando il perimetro che ci era stato indicato, e non notammo niente di strano. Purtroppo. Dopo ci siamo chiesti cosa potrebbe essere successo.

GIANLUCA FUSILLI . Magari vi siete anche chiesti come mai non lo abbiamo visto. Ve la siete fatta questa domanda?

DAVIDE MIAZZI . Non l'abbiamo visto perché evidentemente nessuno ci guardò lì.

GIANLUCA FUSILLI . Be’, però abbiamo detto prima che ci si passava quasi a fianco.

DAVIDE MIAZZI . Ci si passava però... quanti metri era? Non lo so, non me lo ricordo, penso fosse stato venti, trenta metri dalla muraglia, non... poi so che lo hanno trovato sotto un tavolo. Non ci avevano indicato proprio di ispezionare la torretta di asciugamento dei paracadute.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda qualche nome di suo commilitone?

DAVIDE MIAZZI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Ad esempio, Ioanna è un nome che le dice qualcosa?

DAVIDE MIAZZI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Panella?

DAVIDE MIAZZI . Neanche.

GIANLUCA FUSILLI . Qualche nome di qualche ufficiale?

DAVIDE MIAZZI . C'era il maresciallo Miletta che è quello per cui prestavo servizio. Poi chi c'era... il comandante Celentano? Penso tanti altri marescialli ma io non me li ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Fa uno sforzo sulla giornata del 15 di agosto? Oppure chiedo alla presidente se abbiamo la documentazione. Lei era in servizio di guardia anche il 15 di agosto? Le guardie erano settimanali quindi... è possibile verificarlo, presidente?

PRESIDENTE . Sì, era in servizio.

GIANLUCA FUSILLI. Quindi era di guardia anche di notte e ha staccato, credo, alle otto di mattina. Sbaglio, presidente?

PRESIDENTE . Lui era di guardia il 13, il 14 e il 15. Abbiamo messo a verbale il rapporto ordinario della guardia e inviato dal ministero: lui era di guardia il 13 agosto dalle 17 alle 19, poi dalle 3 di notte alle 5; era di guardia il 14 agosto dalle 13 alle 15 e dalle 23 all'una di notte e, sempre il 14 ha fatto una pattuglia, il giro del perimetro, all'una di notte insieme a Basile; era di guardia il 15 agosto dalle 9 del mattino alle 11, dalle 19 alle 21 e ancora dalle 5 alle 7 del mattino del 16 agosto. Sempre il 15 Pag. 9 agosto ha fatto un servizio notturno, una pattuglia, insieme a Di Vittorio all'una e trenta. Il 16 agosto, giorno in cui è stato ritrovato Scieri, era di guardia dalle 20 alle 23, ha fatto un pattugliamento a mezzanotte ed era di guardia dalle 3 alle 5 del mattino. Questi sono documenti ufficiali agli atti.

GIANLUCA FUSILLI. Quindi, abbiamo anche ricordato che lei ha fatto una ronda dalle 3 alle 5 di mattina e normalmente ad agosto alle cinque di mattina è giorno. Le faccio una domanda: nel momento in cui si smonta dalla guardia si va a dormire in camerata immagino?

DAVIDE MIAZZI . Quando si smonta proprio dalla guardia? Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Immagino che quando si smonta tra persone ci siano scambi di informazioni: ha notizie di una ispezione inattesa effettuata il 15 di agosto, lei era in servizio di guardia, intorno alle cinque del mattino da parte del generale Celentano presso la caserma Gamerra? Tenga conto che quando arriva il generale Celentano presso la caserma Gamerra, essendo il comandante del battaglione, arriva con le formalità militari, non arriva certo in borghese. Le risulta, avendo lei lavorato il 14, il 15 e il 16, quindi nel servizio anche deputato alla verifica di questi accadimenti, che il generale Celentano abbia ispezionato la caserma in quella giornata?

DAVIDE MIAZZI . Non me lo ricordo se Celentano fece un'ispezione straordinaria.

GIANLUCA FUSILLI . Non ricorda l'ispezione?

DAVIDE MIAZZI . Non ricordo. Magari c'è stata ma io non me la ricordo adesso.

GIANLUCA FUSILLI . Ultima domanda. Non è conoscenza, anche per conoscenza indiretta, ma per informazioni... a proposito: lei si è congedato alla Gamerra o è stato trasferito successivamente?

DAVIDE MIAZZI . Sono stato congedato alla Gamerra.

GIANLUCA FUSILLI . Quando si è congedato? Il giorno del congedo militare è come il matrimonio.

DAVIDE MIAZZI . ....Gennaio? non mi ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Diciamo che lei, quindi, era qualificabile nel gergo militare come anziano ad agosto quando è morto Emanuele Scieri. Diciamo di sì.

DAVIDE MIAZZI . Ero al quarto, quinto mese, credo che non fossi ancora qualificabile come anziano.

GIANLUCA FUSILLI . E quando uno è qualificabile come anziano?

DAVIDE MIAZZI . Mi sembra, quando ha sei, sette, otto mesi, comunque è vicino al congedo.

GIANLUCA FUSILLI . Lei conosceva, aveva rapporti, con gli anziani della caserma?

DAVIDE MIAZZI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Quali erano i suoi rapporti? C'era un rapporto di cordialità o bisognava prestargli un rispetto particolare?

DAVIDE MIAZZI . Io dentro la caserma Gamerra ho sempre avuto molto rispetto da tutti.

GIANLUCA FUSILLI . Ha conoscenza di qualche «atto goliardico» dentro la caserma?

DAVIDE MIAZZI . C'erano queste voci di atti goliardici, del blocco, queste cose qui, però...

GIANLUCA FUSILLI . L’’armadietto’ lo conosce?

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DAVIDE MIAZZI . L’’armadietto’ l'ho sentito dire e basta.

GIANLUCA FUSILLI . Il termine «sporca» le dice qualcosa?

DAVIDE MIAZZI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Non è a conoscenza di una pratica secondo la quale chi si congedava veniva sottoposto ad un rito chiamato «la sporca» che consentiva di ripetere su chi si congedava qualche atto goliardico che avevano subìto da questi durante il servizio militare?

DAVIDE MIAZZI . No.

GIANLUCA FUSILLI. Ultima domanda. Ritorniamo alla questione della presenza di esterni all'interno della caserma. Le risulta, come informazione goliardica, non dell'esistenza di un varco, non chiamiamolo così, ma che magari i più anziani o anche i più spregiudicati tra i giovani avessero la possibilità, utilizzando qualche escamotage durante le ore di minore sorveglianza, di allontanarsi, magari per prendere un caffè fuori, e poi rientrare senza passare dalle formalità della garitta di accesso?

DAVIDE MIAZZI . No, io questo non lo sapevo, non mi risulta.

GIANLUCA FUSILLI. Presidente, una domanda procedurale. Noi abbiamo sempre la possibilità di riconvocarli i testi?

PRESIDENTE . Certo.

GIANLUCA FUSILLI. Perfetto. Perché se c'è qualche contraddizione, magari li risentiamo.

PRESIDENTE . Prima di dare la parola all'onorevole Zappulla, do atto che è arrivato un documento dal Ministero della difesa, in seguito all'audizione della ministra Pinotti, contenente le ispezioni effettuate in caserma. In calce a quel foglio, vergato a mano e poi sottoscritto, c'è scritto che è stata effettuata un'ispezione alle 5.30 del mattino del 15 agosto dal generale della brigata Folgore Celentano e dal colonnello Fantini. Come potete notare, è proprio uno scarabocchio alla fine di un foglio, questa sarebbe tutta l'ispezione. Non c'è stata data conferma della mia specifica richiesta della copia cartacea dell'ispezione operata la sera del 15 agosto alle 21.30 da parte del colonnello Pierangelo Corradi e del colonnello Fantini, sempre presso la Gamerra. C'è solamente un piccolissimo appunto di questa ispezione delle 5.30 del mattino.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Sarebbe interessante chiedere il verbale della precedente.

PRESIDENTE . Sì, questo poi lo discuteremo.

GIANLUCA FUSILLI . Solo un chiarimento su questo. Quindi, chi ha vergato questo verbale ha fatto un'ispezione alle 5.50, perché così c'è scritto.

PRESIDENTE . C'è scritto che alle 5.30...

GIANLUCA FUSILLI . Alle 5.50.

PRESIDENTE . Alla fine, quello è alla fine.

GIANLUCA FUSILLI . Ho capito. Alle 5.50 l'ha fatto il verbalizzante, alle 5.45 il generale Celentano. Hanno fatto l'ispezione a cinque minuti di distanza l'uno dall'altro e separatamente.

PRESIDENTE . Lo chiederemo. Prego onorevole Zappulla.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Molto velocemente perché concordo con quanto già commentato e con le considerazioni che facevano sia l'onorevole Prestigiacomo sia l'onorevole Fusilli, cioè i due commissari che le hanno rivolto alcune domande insieme alla presidente. Il senso di questi incontri è tentare di capire, di avere qualche elemento in più, anche se sono passati tanti anni, per cercare in qualche modo di contribuire a fare luce su una vicenda drammatica. Ora, io capisco perfettamente Pag. 11 il suo «imbarazzo», le sue difficoltà che sono umanamente comprensibili, ma anche una certa preoccupazione che si evince dalle sue risposte. Però deve pur comprendere una cosa, e credo che su questo lei dovrà convenire con tutti noi: quel ragazzo ha perso la vita dentro la caserma e chi in quel momento era dentro la caserma, con qualsiasi ruolo e con qualsiasi incarico, al di là della responsabilità penale personale, ha una responsabilità morale che è ascrivibile ad ognuno di voi. Poi, naturalmente, ho già detto che c'è una responsabilità penale, ci può essere una responsabilità penale che è quella che noi stiamo tentando di contribuire a scovare, ma c'è anche la responsabilità morale. Allora, sentire persone come lei, a cui io addebito una responsabilità morale, non certo penale.... le chiedo di non farci chiudere il resoconto stenografico di questa audizione con «io non mi ricordo». Allora le faccio due o tre domande velocissime per tentare di aggiungere qualcos'altro. Le chiedo questo sforzo straordinario, anche se sono passati diciassette anni, ma stiamo parlando di ore, di giorni in cui comunque è successo un fatto obiettivamente traumatico.
Prima domanda. Facciamo un passo indietro; lei dice che già da marzo, aprile era nella caserma Gamerra di Pisa dopo aver fatto il CAR. Quindi lei è arrivato tre, quattro mesi prima o qualcosina in più rispetto all'evento traumatico.

DAVIDE MIAZZI . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei cosa ricorda di quei mesi precedenti all'incidente? Quando arriva lei era una recluta, uno nuovo e che quindi ha imparato a conoscere aspetti positivi e negativi, che clima si viveva, se c'era questa forma di latente nonnismo. Questo al di là del fatto se lo abbia o meno vissuto personalmente. Ricorda se c'era questo clima pesante nei confronti delle reclute?

DAVIDE MIAZZI . Io le dico come l'ho vissuta io.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Certo.

DAVIDE MIAZZI . Io l'ho vissuta... c'era questo clima di nonnismo ma nel mio pensiero erano cose banali perché tu comunque potevi farle come potevi non farle. Io tante volte non le facevo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Glielo chiedevano?

DAVIDE MIAZZI . Me lo chiedevano ma se tu non lo facevi non insistevano. Almeno per come l'ho vissuta io. Quindi, sì, c'era questo clima però niente di particolare a mio avviso.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi, lei dice che contro di lei non le risultano esserci state poi delle ritorsioni nel caso di rifiuto ad accettare forme di nonnismo. Ma ad altri suoi colleghi che si ricordi?

DAVIDE MIAZZI . Miei colleghi mi sembra anche loro, adesso non me lo ricordo bene. C'erano questi, posso dire, scherzi ma alla fine niente di particolare. Questo è quello che ho visto io che ero nella compagnia comandi e servizi. Nelle altre compagnie...

GIUSEPPE ZAPPULLA . Cosa intende per scherzi?

DAVIDE MIAZZI . Scherzi come il blocco, quelle cose lì.

PRESIDENTE . Che cos'era questo blocco?

DAVIDE MIAZZI . L'anziano ti diceva bloccati e tu ti bloccavi.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei ricorda solo questo come atto di nonnismo?

DAVIDE MIAZZI . No, c'era anche di andare a terra e fare due flessioni. Però, ripeto, almeno come l'ho vissuta io, potevi farle come non farle. Io tante volte non le facevo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Altre volte le ha fatte?

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DAVIDE MIAZZI . Se avevo voglia sì, se no, no. Io mi bloccavo solo se avevo voglia, non era una cosa che mi imponevano. Io facevo quello che volevo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . È singolare però.

DAVIDE MIAZZI . Le dico come l'ho vissuta io. Se da me veniva un anziano e mi diceva «bloccati», se io quel giorno lì non avevo voglia, lui poteva fare quello che voleva.

GIUSEPPE ZAPPULLA . In ogni caso è difficile immaginare che un ragazzo di diciannove, vent'anni non considerava comunque un atto di prevaricazione e di sopruso...

DAVIDE MIAZZI . È un atto di prevaricazione, sono d'accordo, però io sceglievo cosa volevo fare.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei dice che quando si rifiutava di farlo non succedeva nulla.

DAVIDE MIAZZI . Io lì non ero comandato da nessuno tranne che dal mio maresciallo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . A lei non risulta che ad altri suoi commilitoni che si sono rifiutati di accogliere questi inviti garbati...

DAVIDE MIAZZI . Altri mi risulta che c'erano a rifiutarsi, però erano voci.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Stiamo parlando di notizie. Se lei ha assistito è un conto, ma stiamo parlando anche di voci che circolavano. C'erano casi in cui chi si rifiutava veniva «punito»?

DAVIDE MIAZZI . C'erano queste voci, sì. Ma personalmente le dico che io...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei era rispettato.

DAVIDE MIAZZI . No, io non ero rispettato, io mi facevo rispettare.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E come?

DAVIDE MIAZZI . Se io quel giorno lì non ne avevo voglia....

GIUSEPPE ZAPPULLA . Scusi lei si faceva rispettare: ci faccia capire come. Quali erano gli atteggiamenti? Perché a lei gli altri dovevano rispettarla e ad un altro invece no?

DAVIDE MIAZZI . Dicevo no, semplicemente. Non facevo quello che volevano loro.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E questo era sufficiente a non farla punire?

DAVIDE MIAZZI . Per quello che ho vissuto io, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Rispettato forse per il ruolo che lei svolgeva.

DAVIDE MIAZZI . Io sto parlando per la mia compagnia.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Certo, stiamo parlando di quello che risulta a lei.

DAVIDE MIAZZI . Ovviamente, nel contesto della caserma io non so cosa succedesse.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Allora, una cosa mi è chiara dalle cose che dice lei: lei, per varie ragioni, probabilmente legate anche al ruolo che lei svolgeva, probabilmente conveniva averlo amico piuttosto che nemico per ogni eventualità, veniva rispettato.

DAVIDE MIAZZI . Non ho capito, può tornare indietro?

GIUSEPPE ZAPPULLA . Allora torno indietro.

DAVIDE MIAZZI . No, non è che io venivo rispettato...

PRESIDENTE . Vi prego, però, di fare domande. Lui ha detto, la terza compagnia Pag. 13 ’99, che queste cose non accadevano se non in forma goliardica e lei si poteva rifiutare di fare flessioni oppure no; giusto? Nella terza compagnia ’99. Apprendiamo oggi che la terza compagnia ’99 era perfetta.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Erano dei buoni.

DAVIDE MIAZZI . Non è che era perfetta.

PRESIDENTE . Allora ci dica le imperfezioni. Questo le sta chiedendo l'onorevole Zappulla: quali imperfezioni c'erano che riguardavano gli atti di nonnismo nella terza ’99 nei dieci mesi in cui lei è stato alla Gamerra?

DAVIDE MIAZZI . Imperfezioni, ce ne sono tante di imperfezioni, cosa s'intende per imperfezioni? Gli atti di nonnismo? C'erano quegli atti lì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Solo questi due che lei ha indicato?

DAVIDE MIAZZI . Che io ho vissuto, questi due qui. Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Le risulta che ce ne fossero degli altri?

DAVIDE MIAZZI . Ho sentito voci che ce ne erano degli altri ma...

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quali?

DAVIDE MIAZZI . Non me li ricordo. Scusi, non posso dire cose di cui non mi ricordo, io dico quello che mi ricordo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Stiamo prendendo atto delle cose che lei si ricorda e di quelle di cui non si ricorda.

DAVIDE MIAZZI . La mia mente ha cancellato quel periodo anche perché, ripeto, io ero lì obbligato. Ero lì in servizio militare, stavo prestando servizio per lo Stato.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Abbiamo capito. Un'altra domanda. Lei ha mai saputo che dentro il perimetro della caserma c'erano delle zone che in qualche modo erano sotto controllo, sotto tutela di anziani? Naturalmente non parliamo di regole scritte, di consuetudini, di prassi, e per uno che faceva la guardia, in qualche modo, queste cose dovevano risultare.

DAVIDE MIAZZI . Non mi risulta.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non le risulta che dentro c'erano delle zone in qualche modo sotto tutela, controllate?

DAVIDE MIAZZI . Dagli anziani?

GIUSEPPE ZAPPULLA . Sì.

DAVIDE MIAZZI . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi neanche della torretta, neanche della pizzeria, niente?

DAVIDE MIAZZI . C'era una pizzeria dentro? So che c'era il bar, la pizzeria non me la ricordo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Un bar-pizzeria, insomma, un luogo di ritrovo.

DAVIDE MIAZZI . Un luogo di ristoro.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Sì, dove si mangiava qualcosa, dove si beveva.

DAVIDE MIAZZI . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi era tutto sotto vostro controllo? Sotto il controllo della guardia? Non c'erano ’altri poteri’ dentro il perimetro oltre quello istituzionale?

DAVIDE MIAZZI . Non lo so io questo. A me non risulta, non mi ricordo perché, comunque, sono passati tanti anni e di luoghi comandati dagli anziani lo sento adesso. I nove mesi che ho fatto lì non...

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei sente adesso pure il fatto che da più soggetti, suoi colleghi che peraltro non svolgevano ruoli di Pag. 14 guardia quindi avevano meno possibilità di girare per il perimetro, quindi lei per il ruolo che aveva era privilegiato rispetto ad altri sotto questo aspetto...

DAVIDE MIAZZI . Privilegiato in che senso?

GIUSEPPE ZAPPULLA . Per conoscenza del territorio, conoscenza fisica della caserma. Lei, svolgendo il ruolo di guardia, ovviamente, aveva qualche possibilità in più di qualsiasi altro commilitone. Tuttavia, la domanda è un'altra: da più di un suo collega abbiamo appreso che c'era – noi lo chiamiamo «impropriamente» varco ma non è esattamente un buco, una porta, un cancello – alle spalle, nel perimetro della caserma un luogo da cui – forse per la particolare conformità o era più basso il muretto, lo capiremo meglio – era possibile accedere, entrare ed uscire, dalla caserma senza bisogno di utilizzare l'ingresso istituzionale. Lei non ha mai sentito parlare dell'esistenza di questo «accesso»?

DAVIDE MIAZZI . Che io mi ricordi, no.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ma lei faceva il giro del perimetro di questa caserma, era fra i suoi servizi?

DAVIDE MIAZZI . Sì, magari c'era ma io non me lo ricordo e neanche le voci di civili che entravano e uscivano.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Né sentito, né visto mai che c'era questa possibilità di accesso?

DAVIDE MIAZZI . No. Magari l'ho sentito però non me lo ricordo, scusi ma... se vuole che le dica per forza di sì..

GIUSEPPE ZAPPULLA . No, no.

PRESIDENTE . Non vogliamo niente per forza.

GIUSEPPE ZAPPULLA . A questo punto le chiedo una sua opinione e credo che questa non abbia nulla a che vedere con la memoria ma con le sue convinzioni. Che idea si è fatto della morte di Scieri? Cosa è successo quella sera?

DAVIDE MIAZZI . La mia idea è che non si riesce a capire perché, comunque, secondo me dietro quel vialetto potevano passare tante persone, quel vialetto non aveva il divieto di accesso per delle persone in particolare, ci sarebbe potuto passare chiunque per quel che mi ricordo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Chiunque interno lei dice.

DAVIDE MIAZZI . Chiunque interno. Quindi, non so dirle se è stato un omicidio da parte di qualcuno, se hanno fatto degli scherzi tra di loro appena arrivati. Non glielo so dire. I pensieri sono tanti ma non ne ho la più pallida idea.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non si è fatto un'idea compiuta, insomma. Per aiutare anche noi a capire cosa illuminare ulteriormente, per questo le ho fatto la domanda.

DAVIDE MIAZZI . Posso solo dire che dietro quel vialetto ci passava chiunque, quindi può essere stato chiunque, può essere successo tra loro commilitoni appena arrivati. Sono arrivati quel giorno, magari hanno fatto delle stupidaggini, in caserma, capitano, no? Però mi sembra strano che qualcuno abbia obbligato questo ragazzo a slacciarsi le scarpe e ad andare su per la torretta. Questo è quello che ho letto su internet. Mi sembra molto strano perché io l'ho vissuta l'esperienza da militare nella caserma, però tutto può essere.

PRESIDENTE . Ascolti, lei ricorda che quando arrivano gli scaglioni ogni volta il maggiore Romondia raduna tutte le nuove reclute nella piazza ad U facendo un discorso sul nonnismo e facendo firmare un questionario per denunciare gli atti di nonnismo?

DAVIDE MIAZZI . Non me lo ricordo.

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PRESIDENTE . Quindi, quando è arrivato lei con il terzo ’99 non le hanno fatto firmare un foglio con cui si invogliava a denunciare gli atti di nonnismo?

DAVIDE MIAZZI . Non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Conosce Panella?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Ioanna Stefano?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Cinelli?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Tatasciore?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Viberti?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Viberti lo conosce?

DAVIDE MIAZZI . No, non mi ricordo.

PRESIDENTE . Viberti non lo conosce, non se lo ricorda, non ne ha sentito?

DAVIDE MIAZZI . Viberti era un mio commilitone? Non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Io lo sto chiedendo a lei.

DAVIDE MIAZZI . Non mi ricordo.

PRESIDENTE . Ricorda se Viberti era commilitone di Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Non lo so.

PRESIDENTE . Lei ha letto su internet della vicenda Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Sì, su internet. Ah sì, c'era il nome Viberti.

PRESIDENTE . Che cosa sa di Viberti? Non se lo ricorda? È stato lì Viberti dopo la morte di Scieri.

DAVIDE MIAZZI . Su internet c'era scritto che passò la serata con lui.

PRESIDENTE . Sì. Lei ha visto internet prima di venire qui?

DAVIDE MIAZZI . No, quando mi avete spedito la lettera raccomandata.

PRESIDENTE . Scieri e Viberti: lei li ha incontrati in caserma?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Nei dieci mesi in cui lei fu in caserma ci fu anche Viberti per alcuni mesi: lei lo ha incontrato?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Perché non vi incontrate tra reclute? Tra scaglioni diversi non vi incontrate?

DAVIDE MIAZZI . Sì, ma magari non ci si conosce.

PRESIDENTE . Quindi, lei Viberti non lo ha mai conosciuto.

DAVIDE MIAZZI . No, io non l'ho mai conosciuto Viberti.

PRESIDENTE . Conosce Romondia?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Ratti lo conosce?

DAVIDE MIAZZI . No.

PRESIDENTE . Sono tutti superiori della caserma Gamerra all'epoca in cui lei faceva il militare. Romondia, Ratti, sono tutti militari superiori quando lei faceva il militare. Non li ha conosciuti?

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DAVIDE MIAZZI . Lì magari li ho conosciuti ma non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Senta, il casermaggio è molto lontano da dove è stato ritrovato morto Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Il casermaggio dice....

PRESIDENTE . Il casermaggio è dove avviene la distribuzione... lei ha fatto il militare, io conosco cosa sia il casermaggio, non lo conosce lei? Lei ha fatto il militare: che cos'è il casermaggio?

DAVIDE MIAZZI . La porta d'accesso?

PRESIDENTE . No, il casermaggio è il luogo dove viene distribuito il cosiddetto cubo che sarebbero le coperte, lenzuola. Il casermaggio è lontano dal posto dove è stato ritrovato Scieri?

DAVIDE MIAZZI . Non lo ricordo. Credo di no.

PRESIDENTE . Va bene.

DAVIDE MIAZZI . Dentro la caserma si è in tanti, non è che si è in due persone.

PRESIDENTE . Quanti eravate? Mille, duemila?

DAVIDE MIAZZI . Mi sembra che eravamo millecinque, duemila.

PRESIDENTE . Va bene, grazie signor Miazzi. Le sottolineo che questa seduta è in forma segreta quindi lei ha l'obbligo di non parlare con nessuno di quanto riferito alla Commissione Scieri.

(I lavori riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE . Grazie, dichiaro chiusa la seduta.

La seduta termina alle 9.55.

* L'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 5 dicembre 2017 ha deliberato la classificazione di atto libero del resoconto stenografico della presente audizione. La Commissione ha preso atto di tale decisione nella seduta dello stesso giorno. A decorrere da tale data, il resoconto stenografico della presente seduta viene pertanto pubblicato, quale atto libero, ai sensi dell'articolo 1 della delibera della Commissione del 3 maggio 2016, recante i criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti ai sensi dell'articolo 19 del regolamento interno, pubblicata nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 3 maggio 2016, pag. 185.