XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 159 di Mercoledì 22 giugno 2016

INDICE

Audizione del prefetto Anna Palombi, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 2 
Bindi Rosy , Presidente ... 4 
Mirabelli Franco  ... 4 
Gaetti Luigi  ... 4 
Falanga Ciro  ... 5 
Molinari Francesco  ... 5 
Costantino Celeste (SI-SEL)  ... 5 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 6 
Mirabelli Franco  ... 6 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 7 
Mirabelli Franco  ... 7 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 7 
Falanga Ciro  ... 7 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 7 
Falanga Ciro  ... 7 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 7 
Mirabelli Franco  ... 8 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 8 
Mirabelli Franco  ... 8 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 8 
Bossa Luisa (PD)  ... 8 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 8 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 8 
Bindi Rosy , Presidente ... 9 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 9 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Palombi Anna , già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 10 
Falanga Ciro  ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 10 

Audizione del viceprefetto Luca Rotondi, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì:
Bindi Rosy , Presidente ... 10 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 10 
Bindi Rosy , Presidente ... 11 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 11 
Bindi Rosy , Presidente ... 12 
Bossa Luisa (PD)  ... 12 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 12 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Molinari Francesco  ... 13 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 13 
Bindi Rosy , Presidente ... 13 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 13 
Mirabelli Franco  ... 14 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 14 
Rotondi Luca , già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì ... 14 
Bindi Rosy , Presidente ... 15 

(La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.45) ... 15 

Audizione del sindaco di Platì, Rosario Sergi:
Bindi Rosy , Presidente ... 15 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 15 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Mirabelli Franco  ... 16 
Bindi Rosy , Presidente ... 16 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 16 
Mirabelli Franco  ... 16 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 16 
Mirabelli Franco  ... 16 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 16 
Mirabelli Franco  ... 16 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 16 
Mirabelli Franco  ... 16 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 16 
Mirabelli Franco  ... 17 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 17 
Mirabelli Franco  ... 17 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 17 
Mirabelli Franco  ... 17 
Falanga Ciro  ... 17 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 18 
Prestigiacomo Stefania (FI-PdL)  ... 18 
Bossa Luisa (PD)  ... 18 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 19 
Bindi Rosy , Presidente ... 19 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 19 
Bossa Luisa (PD)  ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 22 
Bossa Luisa (PD) , (fuori microfono) ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 22 
Bindi Rosy , Presidente ... 22 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 23 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 23 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 24 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 24 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 25 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 25 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 25 
Bindi Rosy , Presidente ... 25 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 26 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 26 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 26 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 26 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 26 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 26 
Costantino Celeste (SI-SEL)  ... 26 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 26 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 27 
Bindi Rosy , Presidente ... 27 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 28 
Bindi Rosy , Presidente ... 28 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 29 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 29 
Bindi Rosy , Presidente ... 29 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 29 
Bindi Rosy , Presidente ... 29 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 29 
Bindi Rosy , Presidente ... 29 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 29 
Bindi Rosy , Presidente ... 29 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 29 
Bindi Rosy , Presidente ... 29 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 29 
Bindi Rosy , Presidente ... 30 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 30 
Bindi Rosy , Presidente ... 30 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 30 
Bindi Rosy , Presidente ... 31 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 31 
Bindi Rosy , Presidente ... 31 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 31 
Bindi Rosy , Presidente ... 31 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 31 
Bindi Rosy , Presidente ... 31 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 31 
Bindi Rosy , Presidente ... 31 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 31 
Bindi Rosy , Presidente ... 32 
Sergi Rosario , sindaco di Platì ... 32 
Bindi Rosy , Presidente ... 32 

Sui lavori della Commissione:
Bindi Rosy , Presidente ... 32

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
ROSY BINDI

  La seduta inizia alle 14.20.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente)

Audizione del prefetto Anna Palombi, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del prefetto Anna Palombi, attualmente prefetto di Piacenza, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì, in provincia di Reggio Calabria, dopo la misura dello scioglimento per infiltrazione e condizionamento di tipo mafioso adottata con decreto del Presidente della Repubblica del 30 marzo 2012. L'audizione odierna prosegue gli approfondimenti sui comuni sciolti per mafia oggetto della relazione approvata nella seduta del 31 maggio scorso. Cominciamo, pertanto, oggi con il comune di Platì mediante un'ampia panoramica istituzionale che comprende l'audizione dei due commissari prefettizi, straordinario e ordinario, e, a seguire, del nuovo sindaco, in modo da offrire un'occasione di conoscenza diretta sulle criticità attuali e sugli impegni futuri che attendono gli amministratori locali dopo lo scioglimento per mafia del comune e l'elezione. Ringrazio il prefetto per la sua disponibilità e le cedo volentieri la parola, ricordandole che la nostra audizione si svolge non solo in forma libera, ma anche con la pubblicità dei nostri lavori e che, qualora il prefetto lo ritenesse necessario, possiamo passare alla fase segreta.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Buonasera. Sono stata due anni con la commissione antimafia, che era composta da tre persone, dalla terna commissariale. Il comune di Platì è un comune piccolo. Non raggiunge i 4 mila abitanti. Con un'estensione di 50 chilometri quadrati, è proprio a ridosso dell'Aspromonte e dista una ventina di minuti dal mare con la macchina. Apparentemente è un comune normale, come se ne vedono tanti al sud, con questi palazzi non del tutto restaurati. Sembra un piccolo comune che non dà problemi. Invece, poi, andando a gestire l'amministrazione comunale, in effetti sono sorti parecchi problemi. Ci sono problemi del comune – parlo dell'amministrazione del comune – dell'ente, che è un ente abbandonato in tutti i settori. È stata fatta un'opera molto difficile da affrontare dal punto di vista amministrativo per riprendere i settori che sono i più importanti nella gestione di un comune, a iniziare dal settore finanziario, ma anche da quello dei lavori pubblici, per arrivare poi a tutti i settori amministrativi. Il settore finanziario era abbandonato a sé stesso. Vi era preposto un funzionario del comune da sempre, da tanti anni. Nella gestione del settore dei lavori pubblici c'era e c'è tuttora un ingegnere, ovviamente non di qualifica dirigenziale, ma c'era un abbandono totale. Noi abbiamo ricominciato daccapo, nel vero senso della parola. Abbiamo ricominciato dagli archivi e, quindi, dal riprendere tutte le carte, che per la maggior parte non sono state neanche trovate, cercando di ricostruire quella che era una gestione amministrativa abbandonata. L'opera è stata molto difficile da questo punto di vista di riorganizzazione dei settori. La riorganizzazione c'è stata anche, per esempio, nel piano triennale delle opere pubbliche, in cui, stranamente, erano stanziati dei fondi sia regionali, Pag. 3 sia provinciali, anche quelli che derivavano dalla gestione commissariale precedente, quella del 2009, ossia quella che usufruiva del finanziamento da parte dello Stato. Questi fondi, nonostante dopo la gestione commissariale, che è terminata nel 2009, ci sia stato per un anno e mezzo o due il sindaco, erano fermi. Quindi, abbiamo ricostruito tutti questi finanziamenti e li abbiamo destinati alle opere pubbliche più essenziali, dalle fognature del paese ai depuratori. In una frazione mancava del tutto il depuratore, nonostante ci fosse un finanziamento da parte della regione di 800.000 euro. Questo finanziamento era abbandonato. L'abbiamo riesumato e abbiamo fatto anche il bando tramite la SUAP della provincia Reggio Calabria. Addirittura è stato aggiudicato per l'esecuzione dei lavori. Si trattava di opere importanti, che potevano servire per la vita normale delle persone, dalle condutture dell'acqua, per cui non si era mai provveduto a riscuotere i tributi – nessuno pagava – alla gara che abbiamo fatto addirittura per acquistare i contatori, perché praticamente si usufruiva dell'acqua tramite tubi volanti che si tenevano legati alle condutture. Ognuno ne poteva usufruire a piacimento, tranne quando magari arrivava qualcuno della commissione a visitare un punto del paese. L'acqua, però, arrivava e c'era tranquillamente. A me è capitato di andare, a seguito di proteste perché mancava l'acqua, al cimitero. Quando sono andata al cimitero, l'acqua nella fontanella c'era normalmente. Qualcuno era stato avvisato, molto probabilmente. Questa è una piccola divagazione. Questa era la situazione. Da questo punto di vista abbiamo anche fatto intervenire la stazione dei Carabinieri. Abbiamo preso delle decisioni anche piuttosto dure, tagliando anche i tubi di collegamento e denunciando le persone che nei terreni e lungo la strada mettevano questi tubi volanti che si allacciavano alla conduttura dell'acqua. Questo è uno dei provvedimenti che sono stati presi. Abbiamo cercato di approntare tutte queste opere, che, secondo noi, secondo la commissione, erano essenziali per poter migliorare le condizioni di vita della collettività. È stato molto difficile portarle avanti, sia perché c'erano molte lungaggini burocratiche da parte della regione o della provincia, sia perché, anche facendo delle gare e dovendo chiedere per ogni gara pubblica la certificazione antimafia, siamo incorsi molto spesso, anche per i lavori di somma urgenza, in ditte che avevano le interdittive. Praticamente, le procedure sono diventate molto lunghe. Alcune opere non si è riusciti a portarle a termine proprio per questi motivi, o perché volutamente si intromettevano personaggi che rallentavano la situazione, o perché effettivamente c'era la partecipazione di alcune ditte che avevano già le interdittive antimafia. Quindi, la situazione è stata molto difficile, non solo per queste opere che abbiamo cercato di portare avanti, ma anche, per esempio, per la gestione dei rifiuti. La gestione dei rifiuti era bloccata anche a Siderno, dove si andavano a sversare i rifiuti, ma anche come gestione interna del comune. È stato molto difficile, perché non si poteva più mantenere la società a cui era stata affidata la gestione e poi, quando abbiamo deciso di acquistare un camion per una gestione del comune, ci sono stati problemi anche per l'affidamento della gara. Una situazione molto interessante e molto importante riguarda le scuole. Platì è riconosciuto come il comune che ha la maggiore natalità in Italia. Pensate che il parroco faceva il catechismo a 300 bambini. Il catechismo va da un'età dai 9 ai 10-12 anni. Erano 300 i bambini che seguivano il catechismo. Quindi, la natalità era molto alta. Questo è dovuto al fatto che ci sono molte famiglie che si uniscono tra di loro. Se, da una parte, c'erano parecchi rappresentanti delle famiglie, dall'altra vi erano parecchi bambini con malattie genetiche molto rare, perché si creavano parentele che generavano questo problema, che era veramente pesante. C'erano parecchi ragazzi che avevano il sostegno nelle scuole. Lì ci sono le elementari e le medie. Ci sono parecchi ragazzi che avevano gli insegnanti di sostegno, anche se molte famiglie si rifiutavano di preparare la documentazione per avere questo insegnante di sostegno, perché per loro non era proprio un onore avere questa situazione in famiglia. Pag. 4Nonostante tutto, i ragazzi rispondevano moltissimo ai coinvolgimenti delle insegnanti. Anche noi abbiamo tentato di fare qualcosa che fosse importante. Lo stesso 2 giugno, festa della Repubblica, abbiamo fatto una gara di pittura e di disegno cui hanno partecipato molti ragazzi. I ragazzi sono stati bravissimi. Abbiamo esposto tutti questi disegni nel comune e poi nelle scuole. È stata una manifestazione molto riuscita. Vi devo dire, però, che la presenza dei genitori non c'è stata. La popolazione è molto difficile da affrontare. Dunque la gestione non è stata semplice. Purtroppo, il dispiacere che ho avuto, quando è finita la gestione, è stato quello di non essere riuscita a fare alcune cose che avrebbero potuto essere importanti per il comune.

  PRESIDENTE. Grazie, prefetto. È iscritto a parlare il senatore Mirabelli, ma devo farle prima due domande. Dopo sentiremo il sindaco appena eletto, Sergi. Secondo lei, che cosa dovrebbe fare il sindaco appena eletto per interrompere questa lunga serie di atti che hanno in qualche modo compromesso la vita di quella comunità? Passando alla seconda domanda, lei ha fatto riferimento alla difficoltà di fare le cose. Questo perché non ha trovato collaborazione, perché c'è stato qualcuno che ha cercato di impedire il suo lavoro o perché c'è una situazione consolidata di difficoltà per cui certo non bastano due anni di commissariamento per poter voltare pagina? Inoltre, anche Sergi a noi risulta essere in qualche modo espressione di quella comunità e del suo mondo. È nota l'organizzazione da parte sua di una manifestazione alla quale hanno partecipato familiari espressione di famiglie anche condannate. Abbiamo già scritto queste cose in una relazione pubblica. Lei ritiene che ci siano le condizioni perché l'azione della nuova amministrazione comunale appena eletta possa affrancarsi dai condizionamenti, che spesso sono legati anche a legami familiari? Che cosa si può fare per queste comunità, perché non si passi da un commissariamento a un altro? Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCO MIRABELLI. Grazie per l'illustrazione, che conferma un quadro complicato e anche anomalo, che ha una propria preoccupante singolarità. Le faccio due domande. La prima è relativa alle cose che ci ha raccontato e che ci ha detto prima. Il punto sulle difficoltà a trovare aziende per gestire i servizi pubblici è legato al fatto che altre aziende che non hanno le interdittive e che non hanno legami con il territorio non si presentano ai bandi? Volevo sapere se è così, perché questo, ovviamente, lascerebbe supporre che ci sia un'intimidazione nei confronti delle aziende molto seria. È strano che partecipino solo aziende con interdittive. Volevo capire se avviene questo. Penso che sia così, ma vorrei la conferma. La seconda questione la riporto un po’ più all'attualità. Volevo capire se si è formata un'opinione sulla ragione per cui la minoranza, ossia chi ha perso le elezioni – la candidata sindaca e il suo intero schieramento – che era anch'essa legata a famiglie con vicende analoghe a quelle di Sergi (mi pare che fosse la figlia del sindaco che era stato già due volte commissariato) si sia dimessa. Il fatto che si sia dimessa e che abbia fatto dimettere i consiglieri di opposizione prima ancora che cominci l'attività consiliare è una scelta che va tradotta e va compresa. Volevo sapere se lei ha una chiave di lettura da fornirci rispetto a questa scelta.

  LUIGI GAETTI. Anch'io la ringrazio per le informazioni che ci ha dato. Volevo sottolineare due passaggi. Trovo una certa contraddizione nel fatto che ci fossero dei soldi – lei ha fatto riferimento a questi 800.000 euro per le spese per le fognature – che non venivano utilizzati. Di solito, un'amministrazione, anche per far lavorare i propri dipendenti oppure ditte della zona, tende a spendere subito questi soldi. Anch'io non ho capito bene come ci fosse questa difficoltà di spesa. L'altro elemento che mi ha incuriosito molto è di ordine epidemiologico. Mi riferisco al fatto che lei abbia fatto riferimento alla presenza di numerosi bambini in un comune con poca residenza. Evidentemente ci deve essere un flusso migratorio importante. Come fanno Pag. 5a nascere tanti bambini e a non esserci popolazione?

  CIRO FALANGA. Mi aggancio alla richiesta del senatore Gaetti. Signora prefetto, ella ha rappresentato un'amministrazione abbandonata. Ha reso proprio questo tipo di dichiarazione: ha trovato un'amministrazione abbandonata, tanto che avete dovuto riesumare dei finanziamenti che stavano nei cassetti. Capisce la mia perplessità? Un'amministrazione che ha delle compromissioni sotto il profilo mafioso di organizzazioni criminali è un comune che i soldi li spende. Qui mi pare che si traduca tutto in una sorta di rassegnazione e di abbandono della cosa pubblica. Si esula in qualche modo da quella che può essere un'attenzione della criminalità organizzata sulle attività del comune. Se non c'è quest'attenzione, non ci può essere, a mio avviso, una sorta di condizionamento. A meno che – è quello che diceva il senatore che mi ha preceduto – queste ditte interdette impedissero anche a ditte sane di poter partecipare e di poter fare questi lavori. Era una sorta di «se non lo faccio io, non lo fa nessuno». Allora, in questo senso si potrebbe leggere anche l'inerzia dell'amministrazione comunale. Solo in questo caso e per questo verso si potrebbe ritenere condizionato l'ente. Diversamente, se non si fornisce una risposta affermativa a quanto diceva il senatore, mi pare che abbiamo delle questioni più profonde da esaminare.

  FRANCESCO MOLINARI. Sono rimasto molto colpito dal quadro che ci ha dato la signora prefetto, anche perché mi sembra di aver ascoltato i racconti di Alvaro dei primi del Novecento sulla Calabria. C'è una situazione di totale anarchia amministrativa, in pratica, in cui addirittura le risorse erano ferme. Come giustamente hanno osservato i miei colleghi che vengono da altre parti dell'Italia, è incomprensibile come una pubblica amministrazione, piuttosto che sforare il bilancio, addirittura abbia risorse rimaste ferme. Ne deriva l'impossibilità per i cittadini di Platì e di buona parte della Calabria di capire quanta bontà ci sia nella democrazia repubblicana. Volevo capire se lei, quale rappresentante di questo Stato, ha trovato un aiuto nelle altre strutture dello Stato per cercare di affrancare da questo destino anche questa parte della Calabria. Quello che ci ha raccontato di queste opere pubbliche essenziali, che sono una delle ragioni dell'esistenza dello Stato, è vero anche a San Luca, dove abbiamo visto che ci sono interi quartieri in cui ancora l'acqua corrente non arriva. Vorrei sapere se questo aiuto l'ha avuto e, se non l'ha avuto, perché e poi soprattutto se ha tentato, insieme ai suoi colleghi e a chi le è stato vicino, di avvicinare la popolazione a un'educazione anche alla cittadinanza, perché è il passaggio fondamentale per tentare di non ricadere nei continui scioglimenti per mafia. Dal racconto che ci viene fatto, che purtroppo è passato anche da questa Commissione, sembra quasi che ci sia un destino antropologicamente segnato per alcune parti della popolazione calabra, che non può che essere quello di essere dei mafiosi, così come a suo tempo si era dei briganti. Io credo che non sia questo e che grande mancanza e grande colpa l'abbia anche questo Stato, che ha bisogno di braccia, come nel Novecento, per fare gli immigrati. A quanto pare, c'è bisogno ancora di braccia. Avere un'alta natalità di quel genere di gente che magari poi è costretta a emigrare vuol dire che qualche problema c'è.

  CELESTE COSTANTINO. A differenza del collega che ho appena ascoltato, penso che ci sia quasi un problema di ordine antropologico rispetto a Platì. Infatti, il passaggio che lei ci ha fatto prima sul fatto che sostanzialmente è un paese fatto di parenti, perché si tratta di famiglie che si incrociano fra di loro, penso determini anche sull'aspetto politico-amministrativo dei problemi. Le voglio chiedere se ha avuto la sensazione – è una considerazione che esula anche dal lavoro strettamente ordinario che ha svolto in questo periodo – che rispetto a questa tornata elettorale si costruissero in qualche modo delle elezioni concordate tra tutte le parti per poter finire il commissariamento e, quindi, non Pag. 6avere più alcun tipo di ostacolo rispetto alla gestione di quel territorio.

  PRESIDENTE. Do la parola al prefetto Palombi per la replica.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Inizierei dalla fine. Faccio una premessa. Il comune di Platì e credo anche i due comuni viciniori che gli si accomunano sempre, cioè Africo e San Luca, un po’ perché sono comuni commissariati e quindi magari ci sono degli scambi di vedute tra i colleghi che fanno queste gestioni commissariali, hanno più o meno gli stessi problemi, ma il comune di Platì è un comune molto particolare. Non si può fare riferimento a minoranze o maggioranze dal punto di vista partitico. Non è proprio di quel comune parlare di minoranza o maggioranza. Lì non ci sono persone che hanno il credo politico della sinistra o della destra – almeno, queste sono sensazioni – ma persone che si sono candidate così, tanto per fare qualcosa. Durante la nostra gestione commissariale, nel 2014, si è presentata una lista che era quella del sindaco Mittiga, che era già stato sindaco prima della gestione commissariale. Perché? Perché ci teneva a continuare una gestione che, secondo lui, non aveva terminato, pur avendo dato le dimissioni. È un tipo un po’ particolare. Voleva continuare questa gestione perché, secondo lui, tanto stava da solo. Il Sergi, nello stesso tempo, a sua volta voleva partecipare a quella tornata elettorale, ma pensava che Mittiga lo facesse apposta, non per motivi politici, ma per motivi forse di screzio tra i due, o neanche tanto di screzio, non saprei come dire. Non erano neanche motivi di vera e propria rivalità. Forse era perché si doveva presentare qualche lista. Forse uno pensava «tanto quello non la presenta» e l'altro pensava «tanto quello non la presenta» e, alla fine, l'ha presentata solo uno. Adesso il Mittiga ha fatto partecipare la figlia, che però non viveva nemmeno lì, giusto per mantenere il punto, diciamo così. Una volta capito l'errore fatto due anni fa, questa volta Sergi non ha rifatto l'errore e, quindi, si è presentato e le persone l'hanno votato, alla fine. Quindi, non c'è un legame politico. Non c'è un accordo, ecco quello che voglio dire. Non sono state concordate. Poi, se sono state concordate da alcune famiglie note in quel comune, questo... forse sì, forse no. Sergi l'ho conosciuto. Finora è stato il presidente della pro loco del comune. Ha fatto tante iniziative e manifestazioni che – posso dirlo – hanno coinvolto parecchi ragazzi e parecchie persone. Adulti molto meno, perché gli adulti non ci sono in giro a Platì. Le donne non vanno in giro per il comune, se non per accompagnare in macchina i figli a scuola. La scuola dista dalla casa più lontana forse 100-150 metri. La vita in quel comune è molto particolare. Il comune è molto particolare. Non si può fare riferimento alla gestione di mezzi finanziari, che pure c'erano. Con grande nostra sorpresa abbiamo ereditato una serie di finanziamenti – ripeto – della regione e della provincia, a parte quelli che aveva lasciato la commissione straordinaria, somme ingenti che erano state tenute lì, perché il sindaco Mittiga per quasi due anni di gestione non ha fatto niente. Non ha neanche modificato il piano triennale per le opere pubbliche, perché quelli erano gli stessi stanziamenti previsti dalla commissione, che aveva lasciato quei soldi che gli spettavano. Non ha fatto niente di gestione amministrativa. Non mi risulta che abbia fatto niente. Non ha messo mano ad alcuna iniziativa. Quindi, partendo dalla fine, sulle elezioni concordate posso dire di no. Credo di no. Poi certamente non posso dire con certezza se alcune famiglie o meno abbiano appoggiato l'elezione di Sergi o meno. Questo non lo posso dire.

  FRANCO MIRABELLI. In questa vicenda delle elezioni aggiustate o no c'è un particolare: alla manifestazione contro il sottosegretario Minniti Sergi annuncia la candidatura della Mittiga. Lui annuncia la candidatura della Mittiga. Volevo ricordarlo. Per questo sorge il dubbio che ci sia stato qualche accordo o qualche cosa che non andava, qualche accordo rotto, visto che lei non vuole andare in consiglio...

Pag. 7

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Ci sono stati anche a suo tempo.

  FRANCO MIRABELLI. Il fatto che sia stato lui, non più tardi di tre mesi fa, a candidare la Mittiga è un dato da non trascurare.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Sì. Infatti, anche allora lui diceva che si doveva candidare Mittiga e poi diceva «No, mi presento io». Dal punto di vista politico non è stata seguita con sicurezza una determinata linea, come uno potrebbe pensare, da parte di un candidato che dovrebbe proporre un programma. Magari Sergi l'ha pure proposto il programma, perché è previsto dalla norma che si debba presentare il programma prima di presentare la lista, ma comunque Platì non è un comune in cui si possa fare riferimento alle varie correnti politiche. Secondo me, non ci sono correnti politiche lì. Per ritornare alle opere pubbliche e al fatto della stranezza di questi finanziamenti, i finanziamenti c'erano ed erano abbandonati. Noi abbiamo avuto queste risorse con grande sorpresa e devo dire che siamo stati ben contenti di poter iniziare ad attivare delle opere che in parte sono riuscite e in altre parti, quelle preponderanti, non sono riuscite per i motivi che ho detto prima. Purtroppo, i cittadini non possono essere coinvolti in quel comune, perché i cittadini perseguono un fine diverso dal rispetto delle norme della comunità in generale. I cittadini arrivano al comune perché richiedono determinate cose, ma forse gli interessi sono altri. Non possono essere coinvolti se non con manifestazioni che danno una visibilità dal punto di vista concreto per poter migliorare la situazione del comune. Noi, come commissione, abbiamo fatto anche un regolamento sull'affidamento dei beni confiscati. Lì ci sono cinque o sei palazzi – non appartamenti – confiscati. Abbiamo fatto questo regolamento e abbiamo fatto anche un bando. Alla seconda tornata si è presentata un'associazione di protezione civile, il nostro intento era quello di poter far partecipare al massimo la cittadinanza con iniziative di protezione civile, visto che anche la situazione idrogeologica del comune è molto importante. Ci sono state diverse situazioni alluvionali in quel paese.
  Per concludere, quest'associazione si è rifiutata, con tanto di lettera scritta, di usufruire con comodato d'uso di novantanove anni di questo palazzo confiscato.

  CIRO FALANGA. La questione di questo palazzo l'aveva lei, come commissario? Quando il bene viene confiscato, la gestione del bene confiscato rimane all'Agenzia. Poi l'Agenzia può darlo, eventualmente. Sto chiedendo questo, ossia se questo bene fosse stato dato dall'Agenzia al comune e, quindi, il comune lo aveva acquisito.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Sì, c'è stato un regolare provvedimento.

  CIRO FALANGA. Se manca questo passaggio, non si capisce.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Abbiamo trovato questi provvedimenti di assegnazione da parte dell'Agenzia. Avevano disposto come custode il comune. Parlavo di questa impossibilità di colloquiare con i cittadini, anche come partecipazione a delle iniziative. Non c'è stato riscontro. I bambini il 2 giugno sono stati coinvolti per fare questa manifestazione, di cui vado molto orgogliosa, perché ho visto la partecipazione di questi ragazzi, che effettivamente pensavo fossero il futuro, avulso da quello che era il quadro di questo comune. Nella piazza dove si è fatta questa manifestazione, però, non c'erano i genitori. Non c'era nessuno. C'erano solo le maestre con i bambini. Sfido io, in un giorno di festa, se un genitore non accompagna un bambino delle elementari e delle medie che deve fare una gara. Questo ha dato molto da pensare, come dà da pensare sui condizionamenti. Non posso negare che ci siano condizionamenti. Ho avuto delle Pag. 8occasioni per poter pensare che ci potessero essere delle infiltrazioni all'interno del comune. Certamente, se ne avessi avuto la certezza, l'avrei segnalato alla procura della Repubblica. Questo è ovvio. Quindi, non posso dire con certezza che ci siano delle infiltrazioni. Posso dire che ho avuto delle sensazioni. Posso dire che ho avuto delle sensazioni in alcuni episodi, ma non posso certamente affermare questo. Avrei segnalato la questione alla procura della Repubblica. È vero che magari alcune società, alcune ditte... Per esempio abbiamo fatto una gara per acquistare tre computer, quindi una spesa minima, e la ditta che da noi scelta aveva fatto un'offerta interessante per noi. Il periodo per la richiesta della certificazione antimafia – le commissioni straordinarie hanno l'obbligo di richiedere anche per una minima somma la certificazione antimafia – era di tre mesi. Passati tre mesi dall'aggiudicazione di questa gara, che era di neanche 4.000 euro, alla fine la ditta che avevamo scelto ci ha scritto una lettera in cui diceva che avevamo fatto delle richieste di macchinari molto sofisticati che loro non avevano in dotazione e che ci saremmo potuti rivolgere a qualche altra società. Pertanto, tre mesi prima questa ditta forniva quello che chiedevamo – chiedevamo dei computer, non abbiamo chiesto macchinari particolari – e dopo tre mesi ha scritto questa lettera. Posso dire che non si facevano partecipare ditte dall'esterno della provincia? Può darsi. Questa era di Cosenza. Potrebbe essere che...

  FRANCO MIRABELLI. Non intendevo esterne alla provincia, ma esterne a un giro, quello con le interdittive, diciamo.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Quelle con le interdittive non partecipavano, è ovvio. Le ditte con l'interdittiva le conoscevamo.

  FRANCO MIRABELLI. Sì, ho capito, ma, al di fuori di quelle, diventava impossibile intervenire, mi pare di capire.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Presumo, perché non si spiega altrimenti. Le ditte che non avevano la certificazione antimafia interdittiva potevano partecipare. Quando abbiamo acquistato il camion dei rifiuti, ha partecipato una ditta pugliese, ma ci sono stati problemi pesanti per quanto riguarda l'aggiudicazione di questa gara. Ci sono stati degli episodi che si può pensare che indicassero un condizionamento, ma non posso esserne certa, perché non ne ho avuto la concretezza. Questo vale anche per i dipendenti del comune. Il famoso mafioso Barbaro, il fratello di quello vivente, che è uscito ed è stato scarcerato nel 2014 e ha avuto negato dalla questura di Reggio Calabria la partecipazione al funerale. Il figlio lavora al comune, ma non ha alcun problema dal punto di vista penale. Non posso dire che sia un mafioso anche lui, come altri dipendenti del comune.

  LUISA BOSSA. Lei è stata lì un po’ di tempo. A suo parere, per le cose che ha visto, sentito e fatto, per i cittadini che sono venuti sicuramente a parlarle, per gli impiegati che aveva lì, può dirci, dal suo punto di vista naturalmente, qual è il reale interesse su Platì delle cosche della ’ndrangheta? Quali condizionamenti e quale ricchezza ha questo comune – lei parlava di un comune di meno di 4 mila abitanti – perché la ’ndrangheta è così forte in quella zona? Che idea si è fatta?

  FRANCESCO D'UVA. Mi ha colpito l'idea che in questo comune particolare – non riesco a capire che cosa intendiamo per «particolare» – il massimo che le donne fanno sia accompagnare i figli a scuola con la macchina. Non girano liberamente per le strade? Possiamo descrivere meglio, anche per lasciarlo agli atti, la situazione riguardo alle donne nel comune di Platì e, in generale, se ne ha contezza, anche in altri comuni? Ho sentito qualcosa del genere a San Luca. Me ne parlavano dei testimoni oculari miei conoscenti.

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Per quanto riguarda l'interesse Pag. 9 su Platì delle cosche, Platì è noto anche a livello internazionale, non solo a livello nazionale. Oggi è noto perché ci sono delle famiglie che hanno dei contatti internazionali dal punto di vista, oggi, di spaccio di droga e soprattutto di traffico di armi. Queste sono le due cose fondamentali del comune. Questo è emerso con operazioni pubbliche, che sono fatte frequentemente dai Carabinieri di Locri, ma anche di Reggio Calabria. Ci sono state persone implicate anche nelle procedure di appalto e in vari appalti che si sono fatti non a Platì, ma fuori, in cui erano implicate anche persone di Platì. L'interesse su Platì è che negli anni Settanta Platì e San Luca erano le basi per i sequestri di persona. I proventi dei sequestri di persona sono stati utilizzati proprio per riconvertirsi, vuoi perché i sequestratori sono stati uccisi, vuoi perché sono stati arrestati. Ci sono stati tanti latitanti che sono stati arrestati. Mi pare che anche proprio l'anno scorso ne sia stato arrestato uno, che era di Platì. A Platì ci sono molte abitazioni con bunker in cui si nascondevano questi latitanti. Quindi, l'attività delinquenziale e criminale è nata con i sequestri. Evidentemente poi quest'attività si è riconvertita in una più danarosa, che è quella dello spaccio di droga, anche perché lì si trovano spesso delle piantagioni di cannabis. Spesso si trovano armi. Questa è la ricchezza, se possiamo chiamarla così, che si vede nel comune, ma che si tocca anche con mano, ovviamente. Io non sono stata a casa di nessuna delle persone che ho avuto modo di conoscere e che si sono presentate al comune, ma le operazioni che hanno fatto i Carabinieri mi dicono che le case di Platì sono superaccessoriate, con mobili costosi e arredamenti costosi. Questo lo posso dire, ma non ho toccato con mano. Ho visto i palazzi e gli appartamenti confiscati. Questi li ho visti ed effettivamente sono appartamenti di almeno 150-200 metri quadri. Non ce n'è uno più piccolo. Già quello mi sembra indicativo. Per quanto riguarda le donne, purtroppo forse, come avveniva in passato, secondo i canoni delle attività mafiose, in casa magari gestiscono il patrimonio. Questo non lo so, però le donne non vivono una vita di relazione a Platì. Per la strada non si incontrano donne che passeggiano o vanno a fare la spesa. Molto spesso le donne non lavorano a Platì. Si sposano tutte a Platì perché lì c'è una forte influenza di matrimoni nei mesi di luglio e agosto, in quanto tornano i parenti da fuori e, quindi, si sposano tutti a Platì. C'è un ristorante molto bello, che ho potuto vedere solo dall'esterno, perché non era accessibile, in quanto è di uno dei più grossi trafficanti di droga a livello internazionale, in Canada e Australia. Credo che sia ancora agli arresti domiciliari, nel ristorante. Quindi, si sposano lì. Hanno molti figli. Ecco perché ci sono molti bambini, perché ogni coppia ha almeno tre o quattro bambini, se non di più. La cosa brutta, la cosa preoccupante, molto preoccupante, è che si uniscono tra famiglie e che, quindi, generano queste malattie veramente sconfortanti. Ho potuto assistere ad alcune ragazze che sono venute perché pensavano che potessimo dare un aiuto. Quando hanno raccontato queste storie di bambini che avevano queste malformazioni, ho notato che è veramente una situazione sconfortante. Su questo si dovrebbe forse fare qualcosa. Non so bene che cosa.

  PRESIDENTE. Togliere il ristorante dove fanno le cerimonie. Sequestrare anche quello mi parrebbe la cosa più...

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. Posso dire una cosa per quanto riguarda l'attività del comune e la gestione dell'amministrazione comunale: credo che si debba avere il rispetto delle regole. Se con le varie gestioni, non tanto quelle delle commissioni straordinarie, quanto quelle dell'amministrazione pubblica, si riesce a dare un'impostazione di rispetto delle regole e delle norme – il che è molto difficile – allora forse si può cercare di avere un comune quantomeno avulso da certe situazioni. Occorre che si cerchi di rispettare le norme nella gestione amministrativa del comune. Già quello potrebbe essere un grande successo per il comune. Voglio dire, se si devono fare le gare per Pag. 10fare un lavoro di somma urgenza, non si può alzare il telefono e chiamare l'amico mafioso – questo succedeva – ma si deve fare una gara, un'indagine di mercato. Questo abbiamo cercato di inculcare e questo abbiamo cercato di fare con il collega che poi...

  PRESIDENTE. Lei pensa che il figlio di Barbaro che lavora in comune sarà in grado di non subire le pressioni di ditte legate...? La domanda, che chiaramente non possiamo non fare, è questa. Capisco che dal punto di vista penale ognuno, fino a prova contraria, è considerato, ovviamente, innocente, ma, se c'è un tale radicamento nel territorio, tanto che si arriva fino all'amministrazione comunale, si può mai pensare che questo soggetto sarà libero dai condizionamenti che potranno arrivare, dal momento che i Barbaro hanno partecipato alla riunione del sindaco nella quale lui ha fatto la prima manifestazione elettorale?

  ANNA PALOMBI, già commissario straordinario per la provvisoria gestione del comune di Platì. No, non sono scevri. I condizionamenti ci saranno sempre, è ovvio. Tuttavia, se al figlio di Barbaro che lavora al comune si dice che deve fare un certo lavoro, lo deve fare. Nella nostra gestione l'ha fatto, per esempio. Tutti hanno fatto quello che abbiamo imposto.

  CIRO FALANGA. Chiedo scusa, ma non ho letto gli atti, presidente. Le ragioni dello scioglimento, visto che non c'era un'amministrazione attiva, quali furono?

  PRESIDENTE. È scritto tutto nella nostra relazione. Prefetto, la ringraziamo. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 15.15, riprende alle 15.20.

Audizione del viceprefetto Luca Rotondi, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del viceprefetto Luca Rotondi, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Con l'audizione odierna proseguono gli approfondimenti sulla fase che ha preceduto le elezioni. Tra l'altro, ricordo che il dottor Rotondi in questo momento è commissario a Trentola Ducenta, altro comune che ha avuto la nostra attenzione. Siamo naturalmente interessati – tra poco procederemo all'audizione del sindaco – ad acquisire gli elementi da lei, che ha seguito questa fase prima delle elezioni, anche per sollecitare in qualche modo il sindaco di Platì appena eletto a dare un'impronta di legalità alla sua amministrazione. Le chiediamo quali sono, secondo lei, le problematiche più forti di quella comunità e come possiamo far leva su elementi di speranza che ci auguriamo ci siano, come ovunque, chiaramente. Se ritiene che dobbiamo segretare alcuni aspetti, ce lo chieda. In questo momento siamo in audizione libera con circuito pubblico.

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Credo che il discorso possa essere tranquillamente posto, sia per Platì, sia per realtà similari della Locride, nel senso che Platì rappresenta, come è noto, un comune nel quale più accentuata probabilmente è stata la pressione della criminalità organizzata, con gangli storici che sicuramente sono intersecati nel contesto sociale in maniera molto profonda. Questo lo dimostrano i fatti. Lo dimostra il numero degli arresti, lo dimostra storicamente il numero delle operazioni di polizia e lo dimostra il numero degli scioglimenti dell'ente. Credo che su territori come quello di Platì e nella Locride in generale sia importante proseguire con un'azione di bonifica e di risanamento, partendo – io insisterei su questo – dalle giovani generazioni. Forse non tutti i presenti sanno che il territorio di Platì e buona parte della Locride hanno dei tassi di natalità altissimi, record, in Italia. Questa è una cosa molto bella. Ci sono giovanissime generazioni, tanti bambini e una scuola che è il futuro e la speranza. Nel mio periodo di commissariamento, nel biennio, ho investito molto per operare in concomitanza con la scuola, che Pag. 11non sempre forse ha l'attenzione che sarebbe necessario dedicarle. Le speranze di quei territori si possono, secondo me, soltanto basare su una ripresa reale di tante attività per i giovani e i giovanissimi. Il percorso di crescita socioculturale di quel territorio, secondo me, deve partire dalle scuole elementari. Ci sono stati dei risultati eccellenti, con una dirigente scolastica quest'anno molto attiva, con la quale i ragazzi hanno dato dimostrazione di essere ben felici di partecipare a percorsi di recupero della legalità, bellissimi e davvero toccanti. Li ho visti. Ho visto dei filmati fatti dai ragazzi, dei videoclip su Giovanni Falcone. Entrano proprio nel vivo della dinamica della lotta alla criminalità e del ripristino dello Stato di diritto. Credo che un'amministrazione, dopo tanti commissariamenti, dovrebbe proseguire in questo percorso di legalità, ma non soltanto attraverso un formale rispetto delle regole. Loro, che sono più esperti di me nelle dinamiche che, purtroppo, provocano gli scioglimenti dei comuni per infiltrazioni, sanno bene che non è tanto, o non è soltanto il formale rispetto della regola quello che dimostra la vera integrità del tessuto. È anche altrove che andrebbero ricercati i motivi dell'inquinamento. Ormai siamo a forme di criminalità più evolute, che formalmente sono in grado di rispettare le regole, ma l'inquinamento, come la magistratura ha spesso rilevato, è più profondo. Per esempio, nel settore degli appalti credo che una particolare attenzione vada posta non tanto all'appalto a monte, ma alla fase di esecuzione dei lavori, con il nolo dei mezzi e l'utilizzo della manodopera. Sono questi i settori principali, perché gli appalti ormai, con le stazioni uniche appaltanti, diventano – credo – assai più difficilmente pilotabili. Penso che su alcuni territori, per la mia esperienza, sia più nell'ambito dell'esecuzione dell'opera che ci può essere, invece, un condizionamento e che ci possono essere delle pericolose infiltrazioni. Su quei territori, però, vi assicuro che lo Stato è molto presente. Non a caso, pochi giorni fa il comandante della stazione di Platì, il maresciallo Di Gioia, che voglio menzionare, è stato premiato, in occasione della festa dell'Arma a Roma, come miglior maresciallo di stazione Sicilia-Calabria. Non è poco, considerato il numero delle stazioni. Mi spiego meglio. La professionalità delle forze di polizia in quella zona da parte dell'Arma dei carabinieri, ma anche della Polizia di Stato e della Guardia di finanza, che spesso svolgono servizi, è notevole. La magistratura è molto attenta. Quindi, non è un problema esclusivamente di controllo del territorio con impiego di uomini e mezzi, perché questi ci sono. Credo che sia molto un discorso culturale. Perché dico che si deve partire dalla scuola? Perché occorre spiegare che l'individualismo esasperato e la sopraffazione che sono alla base della cultura ’ndranghetistica e di tutte le mafie possono essere superati soltanto con un'evoluzione generale del livello culturale, che non può che partire dalle giovani generazioni. Questa è la mia opinione. Non credo che sia possibile tagliare un albero in una zona in cui le radici sono profonde e presto nasceranno nuovi rami. Bisogna partire dal basso, dai virgulti. Questo è il mio parere.

  PRESIDENTE. Grazie. Le chiederei una cosa. Concordo sul fatto che, soprattutto trattandosi di una popolazione molto giovane – il che ha a sua volta del paradossale, se pensiamo alle vicende demografiche di quella comunità – la sua è sicuramente una proposta importante, soprattutto sulla scuola e comunque su una presenza nei confronti delle giovani generazioni. Tuttavia, essendo i vincoli familiari così forti in una struttura nella quale le famiglie, tra l'altro, sono poche e tutte imparentate tra di loro, tutte collegate, e hanno al loro interno anche molte persone che sono state condannate per 416-bis o che magari sono agli arresti o che comunque sono coinvolte, dalla sua esperienza è possibile scindere questo legame o questo legame resta tanto forte che anche l'influenza e i percorsi educativi extrafamiliari difficilmente riescono a incidere poi su di esso?

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Onorevole, la mia risposta, Pag. 12sulla base dell'esperienza che ho fatto – ripeto – a Platì, ma nella Locride anche a Siderno e a Careri, due comuni che ho gestito, e in provincia di Reggio Calabria anche a Bagnara Calabra, è che non si può prescindere dall'influenza della famiglia sui giovani. È evidente. Sarebbe un'analisi assolutamente superficiale quella che non tenesse conto del fatto che i padri, le madri e le famiglie hanno un'influenza forte nei confronti dei giovani. Tuttavia, credo che non possiamo neanche non considerare la forza dell'elemento culturale e dei mass media. Anche lo strumento Internet, il nuovo modo dei giovani di rapportarsi tra di loro, potrebbe in qualche modo far uscire da un isolamento prolungatissimo nel tempo una parte di questa popolazione. Da un lato, abbiamo un effetto «negativo» dovuto alle nuove frontiere, negativo perché le cosche mafiose e ’ndranghetiste hanno potuto espandersi sfruttando anche nuovi percorsi; dall'altro, però, abbiamo anche la possibilità di far accedere e fare entrare la cultura e soprattutto di far capire alle giovani generazioni – penso che il punto cardine possa essere questo – che alla lunga il crimine non paga. Credo che, se si convincesse l'elemento giovanile che la legalità conviene, nel senso che un percorso di crescita reale e duraturo può esistere solo in un contesto sano, e soprattutto che la lotta al crimine non si ferma – lo Stato è forte ed esiste sempre e, quindi, è una speranza vana da parte del delinquente quella di rimanere impunito – alla lunga, nella lotta, che sarà dura sicuramente e non si risolverà in pochi mesi o anni – sarebbe impensabile una cosa del genere – le giovani generazioni, se aiutate, se incentivate, potrebbero far rinascere questo territorio, che è molto vasto, bello e ricco di risorse, purtroppo spesso depauperate e vandalizzate.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUISA BOSSA. Grazie, presidente. Le dirò, con estrema franchezza, che chi l'ha preceduta ha mostrato un'altra realtà, che adesso non ritrovo nelle sue parole. Per carità, forse l'ha fatto perché ha voluto togliere il prologo. Ha dato per letto e approvato. Va bene così. La mia domanda è questa. Sono una vecchia docente di latino e greco. Chi più di me sa che la scuola è un veicolo e un'agenzia culturale straordinaria? La scuola mi ha insegnato a ottenere piccoli obiettivi su tempi lunghissimi, perché i bambini sono persone su cui si semina e poi si deve raccogliere con pazienza. Sono d'accordo sulla scuola, prefetto. Sono d'accordo sui minori, sui bambini, sulla cultura, per carità, sul futuro, ma il presente? Che ci dice lei sul presente? Vede – e chiudo davvero – Gandhi, che ha sconfitto gli inglesi, diceva che tra mezzo e fine deve passare lo stesso rapporto che passa tra seme e albero. I mezzi sono la realtà, il fine può essere un sogno. Per questo sogno che facciamo? Aspettiamo che questi bambini, come diceva anche la presidente, vengano tirati fuori dalle famiglie? Non so. Certo, vivono un po’ a scuola, ma molta più parte della vita la vivono a casa.

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Sono d'accordo con questa considerazione. È logico che si debbano considerare delle prospettive nell'immediatezza, a breve e medio termine. Credo però che non si possa prescindere da un progetto di crescita culturale dei ragazzi della Locride, come credo che sia importante coinvolgerli in attività di tipo sportivo. Con molti sforzi ho realizzato un campetto di calcio. Non è semplice lì. È stato molto apprezzato dai ragazzi perché, sembra poco, ma anche dei campetti di calcio danno delle opportunità ai giovani. Indubbiamente è un contesto territoriale che non può non essere attenzionato, perché le dinamiche ’ndranghetiste sono delle dinamiche fortemente contaminanti. In questo la presidente ha ragione. Non si può prescindere dal fatto che, se uno vive in un contesto familiare, non può non esserne condizionato. Certo. Questa era una premessa. La mia risposta era nel senso in cui mi chiedeva la presidente e cioè dal mio punto di vista cosa si può fare per cercare di Pag. 13superare queste situazioni. Ho fornito la risposta nei termini di cui sopra.

  PRESIDENTE. Che idea si è fatto su come si sono svolte le elezioni a Platì, su come sono andate le presentazioni delle liste, del perché sono state annunciate le dimissioni da Mittiga? Mi fermo.

  FRANCESCO MOLINARI. Innanzitutto ringrazio il viceprefetto perché la sua prospettiva è una prospettiva realistica e contemporaneamente di speranza. Chi vive quella terra sa che la speranza è tanta, soprattutto per i tentativi che si stanno facendo di rompere le catene del destino dei legami familiari. L'intervento molto coraggioso del tribunale dei minori di Reggio dimostra che non è vero che antropologicamente i calabresi siano destinati al destino che sembrano raccontarci alcuni testimoni, come la precedente prefetto. La sua mi sembrava più una realtà da feuilleton piuttosto che una realtà che dovrebbe avere vissuto. Penso che forse vivesse poco tempo a Platì. Detto questo, andando nel merito della questione, ho letto delle dichiarazioni per cui la dottoressa Mittiga sembrerebbe non aver poi voluto decidere di partecipare in quanto minoranza all'interno di questo nuovo consiglio comunale perché nelle fasi precedenti aveva sottoscritto la – per me famosa – legge Lazzati, quella che in pratica dovrebbe impedire ai sorvegliati speciali per mafia di fare campagna elettorale. Questa sua partecipazione sin durante la campagna elettorale l'ha portata, all'esito delle elezioni, a dichiarare – leggo poi, tra l'altro, diversi articoli di giornale di quella zona – che proprio l'elezione di questo sindaco e, quindi, della sua maggioranza le impediva anche di stare vicino. Si tratta di una presa di distanza netta rispetto ad alcune consorterie di quella zona. Vorrei sapere se questo è a sua conoscenza.

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. No. Posso dire semplicemente che la campagna elettorale si è svolta a Platì con notevole ordine, anzi, senza alcun clamore. Il clamore è stato suscitato precedentemente perché era stata preannunciata la candidatura di una giovane candidata del PD che veniva da Reggio Calabria, la Leonardi, che aveva provato a fare una lista. Poi, all'ultimo momento, è venuta meno questa candidatura e sono rimaste in campo due liste, tra le quali, a onor del vero – diciamo così – non ci sono stati mai episodi o scontri di particolare rilevanza. Anzi, nella mia esperienza – sono stato commissario in tanti comuni – ho visto campagne elettorali decisamente più accese. Non c'è stato alcun fenomeno da segnalare di atipico o di anomalo. È stata una campagna elettorale regolarissima, tranquilla, senza polemiche, né da parte mia, né da parte di... Io non ho registrato, né i Carabinieri sul posto mi hanno riferito di alcuna particolare polemica. Poi, ovviamente, la scelta successiva, un po’ atipica, di non prendere parte al consiglio è una scelta personale. Non posso dire – sarei presuntuoso se dicessi così – di conoscere la motivazione di questa scelta.

  PRESIDENTE. Erano due liste davvero contrapposte, secondo lei, commissario, o nella presentazione delle due liste c'era anche una sorta di ricerca strumentale di superare il quorum?

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Indubbiamente nei comuni del Mezzogiorno d'Italia questo avviene. Precedentemente, per esempio, ero stato commissario al comune di Careri. Era stata presentata una sola lista e il sindaco che fu eletto ce la fece per un soffio. Nei piccoli comuni del sud c'è una grandissima percentuale, come sapete, di residenti all'estero e, quindi, per raggiungere il quorum indubbiamente ci vogliono numeri notevoli della popolazione effettivamente residente, nell'ipotesi di una sola lista. Quindi, i candidati sanno che con due liste, invece, viene meno il problema del quorum. Tuttavia, le due liste erano composte da personaggi diversi, che hanno storie diverse. Uno rappresentava la pro loco di Platì, l'altra invece – almeno così è stato detto pubblicamente Pag. 14anche alla televisione – era la figlia di un ex sindaco di Platì che aveva voluto presentarsi per ridare un'opportunità di riscatto al suo territorio. Non ho elementi. Bisogna essere obiettivi e dire le cose così come stanno. Al di là dei pensieri o dei retropensieri, non ho alcun elemento per poter fare affermazioni di questo genere, cioè che tra le liste vi fossero intese.

  FRANCO MIRABELLI. A prescindere dal fatto che la Mittiga, come lei sa, è stata candidata da Sergi? Durante la manifestazione famosa costruita contro Minniti è stato Sergi a candidare la Mittiga.

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Credo che in quell'occasione si parlasse del padre. Poiché, come lei può immaginare, in questo tipo di manifestazioni non c'è mai la presenza del commissario – ovviamente, sono manifestazioni spontanee – non mi sarei mai...

  PRESIDENTE. Per una giusta distinzione.

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. Sono cose che possono essere riferite da organi di polizia.

  PRESIDENTE. Lei dell'amministrazione che idea si è fatto, nel tempo in cui è stato lì? Intendo degli amministrativi, dei funzionari, dei dirigenti, degli impiegati?

  LUCA ROTONDI, già commissario prefettizio per la provvisoria gestione del comune di Platì. La tematica del personale dipendente degli enti locali e, in particolare, di quelli sciolti per infiltrazioni presenta spesso delle criticità. Così è anche nel caso di Platì. Va detto che in un contesto territoriale di così ridotte dimensioni è evidente che gli apparentamenti e, quindi, la consanguineità stanno nei fatti e nelle cose. Sono nuclei di ridotta consistenza demografica. Platì, come popolazione effettiva sul posto, è di circa 3 mila abitanti. Stiamo parlando di un paese di circa 3 mila abitanti o poco più. Immaginate come sia frequente, direi quasi statistica, la parentela di persone, anche dipendenti comunali, con soggetti che hanno pregiudizi anche importanti dal punto di vista penalistico. Ciò non toglie che queste persone, finché svolgono il loro lavoro in maniera tale da non commettere abusi o elementi obiettivamente perseguibili, restano e devono giustamente restare, perché siamo in uno Stato garantista, al loro posto. La domanda che mi fa la presidente è una domanda particolare. Lei cosa ne pensa della struttura? Queste strutture, non soltanto quella, ma anche altre che ho amministrato in quell'area, sono strutture che hanno gravissime carenze di personale e un apporto forte dal punto di vista organizzativo da parte di lavoratori precari (i cosiddetti LSU, LPU) o, nel caso di Platì, maestranze dell'ex ente parco, che poi sono state dalla regione distribuite tra alcuni comuni e che possono essere utilizzate per mansioni naturalmente di base, perlopiù manutentive. In realtà, mi sono avvalso di collaborazioni, nei limiti del possibile, anche esterne. Dico «nei limiti del possibile» perché i limiti di bilancio di un piccolo ente e i limiti di assunzione, naturalmente, impediscono di poter usufruire di contingenti elevati. Va da sé, però, che, se non c'è in comuni di quelle dimensioni, secondo me, un amministratore che abbia una particolare cognizione e una contezza dei procedimenti amministrativi, ahimè, non è facile gestire una struttura di quel genere. Un conto è essere un commissario, che per lavoro ha necessità e ha anche le basi tecniche per poter comprendere bene e appieno qual è l'attività svolta dalle singole aree, un conto è l'attività di un amministratore che, per formazione professionale o per altri motivi, non ha le stesse capacità tecniche e per il quale, quindi, può essere più difficile seguire nel profondo come avviene la gestione ordinaria della vita amministrativa dell'ente. Non è facile gestire un comune di quel genere con quel personale. Non è facile, ma non è solo un problema di Platì, ripeto. È un problema abbastanza generalizzato.

Pag. 15

  PRESIDENTE. La ringrazio e le auguro un buon lavoro per il nuovo commissariamento. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta, sospesa alle 15.40, riprende alle 15.45.

Audizione del sindaco di Platì, Rosario Sergi.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del sindaco di Platì, Rosario Sergi. L'audizione odierna prosegue gli approfondimenti oggetto della relazione approvata nella seduta del 31 maggio scorso sulla situazione dei comuni sciolti per mafia e tornati al voto nella scorsa tornata elettorale. In particolare, l'audizione è dedicata alle criticità da tempo esistenti e agli impegni futuri che attendono gli amministratori locali eletti dopo lo scioglimento per mafia del comune e il relativo periodo di commissariamento degli organi elettivi. Ricordo al sindaco che la seduta odierna si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Le premetto, signor sindaco, che siamo stati cattivi amministratori del nostro tempo, perché nell'audizione dei due commissari, il commissario straordinario, attuale prefetto di Piacenza, e il commissario ordinario, viceprefetto, abbiamo consumato molto tempo. Non abbiamo a disposizione molto spazio, perché il lavoro di Aula riprenderà. Le chiederemmo, quindi, un'introduzione abbastanza sintetica, per poi passare alle domande dei commissari. Comincio subito con una mia domanda, passandole la parola e ringraziandola per essere qui. Conoscendo le criticità della sua comunità, molte delle quali legate e provocate sicuramente anche dalla presenza di organizzazioni ’ndranghetiste nel territorio, le chiedo come intende far fronte ai tanti problemi di quella comunità improntando la sua amministrazione alla legalità e alla collaborazione, naturalmente, con le forze sane della comunità e con tutte le altre istituzioni.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Buonasera a tutti. Ringrazio l'onorevole Bindi per avermi invitato a quest'audizione. Ringrazio tutti gli onorevoli parlamentari. Ritengo che sia un passaggio molto importante per la nostra comunità essere qui oggi. Visto anche quello che è accaduto sugli organi di stampa, ritengo sia doveroso da parte della nostra comunità essere al centro per fatti anche positivi per un territorio che è stato per anni sotto l'occhio vigile delle varie commissioni che si sono susseguite. A Platì in questo momento c'è stato veramente un bel ritorno alla democrazia, io ritengo, in quanto è dagli ultimi quattordici anni che non si riscontrava un'affluenza alle urne così alta. Ritengo che anche quest'espressione del voto dei cittadini, che si sono riappropriati anche del loro diritto, sia per noi una cosa molto importante. Per quanto riguarda la mia persona, faccio politica da diversi anni. Non mi presento alla popolazione in modo improvviso, come un fulmine a ciel sereno, ma la mia attività politica inizia nel 2002. Sono stato anche dirigente nazionale del Partito Repubblicano Italiano. Pertanto, ho acquisito anche dalla scuola repubblicana i princìpi repubblicani a cui si ispira la nostra Carta costituzionale. Ritengo che la Carta costituzionale debba essere la nostra guida. Come espressione repubblicana del presidio dello Stato sul territorio, riteniamo anche che dobbiamo essere supportati e sostenuti dagli apparati istituzionali affinché la nostra figura non parta debole, ma sia rafforzata. Mi permetto di dire che tutte le vicissitudini che hanno preceduto e seguito la nostra elezione in un certo qual modo hanno provocato delle tensioni – non ve lo nascondo – anche a livello personale e familiare, anche perché il nostro impegno nel sociale è costante. Il sottoscritto fa parte di tutte le organizzazioni che ci sono sul territorio. Sono segretario del consiglio pastorale di Platì, sono segretario del consiglio affari economici e ho creato una pro loco, la prima pro loco che esista a Platì e che è in vita da cinque anni. Resto promotore di tantissime attività sul nostro territorio. La scelta degli elettori si è rivolta sulla nostra persona solo ed esclusivamente perché ha voluto premiare il nostro impegno nel sociale e il nostro impegno Pag. 16 sul territorio, vicino ai problemi della gente. Penso che la nostra comunità abbia necessità di tanto, tanto sostegno da parte delle istituzioni. Per quanto ci riguarda, siamo vigili affinché la nostra amministrazione sia sempre al passo con le linee guida che le prefetture ci daranno. Non a caso, il giorno 8, due giorni dopo il nostro insediamento, è stato anche ratificato il nuovo accordo con la sezione unica appaltante provinciale (SUAP), che prevede l'andare ad assegnare alla SUAP anche i lavori e gli appalti sotto soglia. È un accordo che va nell'ottica anche della razionalizzazione del nostro impegno per combattere quelle che possono essere le ingerenze della criminalità nella nostra amministrazione. Riteniamo che sia opportuno da parte nostra, e da parte vostra, ove lo riteniate, darci delle linee guida che sicuramente andremo a seguire con costanza e impegno, naturalmente seguendo tutte le procedure che possiamo attivare onde evitare che ci possano essere infiltrazioni nella nostra amministrazione, sempre nell'interesse dei nostri cittadini. Per il resto, vi auguro un buon lavoro e spero di poter oggi uscire da qui più rafforzato, perché, se oggi esco da qui debole, vuol dire che effettivamente tutti i nostri sforzi che si sono avuti negli anni per raggiungere questo obiettivo non sono serviti a nulla. Molto spesso andando in certo qual modo a fare di tutta l'erba un fascio si rischia anche di fare delle analisi forse un po’ superficiali, che magari risultano anche un po’ ingenerose nei confronti di chi presidia il territorio da un ventennio. Su questo vi pregherei di fare un'attenta riflessione, anche perché noi riteniamo di averci messo la faccia e di esserci messi in gioco solo ed esclusivamente per il bene dei nostri cittadini, perché crediamo di poter dare a questa comunità finalmente quella svolta di cui ha necessità.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  FRANCO MIRABELLI. Rapidamente, intanto, per tranquillizzarla, signor sindaco, non siamo una commissione d'esame. Non ha niente da dimostrare a noi. Deve solo rispondere a qualche domanda. Poi dovrà rendere conto di quello che farà all'amministrazione della città e non solo a noi. Ho due domande da farle, rapidamente. La prima riguarda la sua competitor. Capisce anche lei che non è normale che lei si presenti a una manifestazione pubblica, tra l'altro contro un esponente del Governo, e lì candidi una persona. Dopodiché, quella persona si candida, lei si candida contro quella persona e, nel momento in cui lei viene eletta, l'altra persona annuncia di non partecipare.

  PRESIDENTE. Forse bisogna fare nomi e cognomi.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Come competitor a chi si riferisce?

  FRANCO MIRABELLI. A Mittiga. Lei ha candidato Mittiga in quell'assemblea.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No.

  FRANCO MIRABELLI. Come no? Questo riportano le cronache dei giornali.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Naturalmente, quando lei finirà...

  FRANCO MIRABELLI. No, mi dica. Se sbaglio, mi può anche interrompere prima.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Per quanto riguarda questo passaggio, innanzitutto, assieme ai miei concittadini, con il nostro movimento, ho organizzato una manifestazione, ma contro nessuno. Vorrei che questo fosse chiaro.

  FRANCO MIRABELLI. Allora vado avanti. Mi risponde dopo.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Vorrei finire quel discorso che lei diceva prima della candidatura di Mittiga. La nostra manifestazione si è svolta secondo quello che ha disposto l'articolo 17 della Costituzione. Legittimamente abbiamo ritenuto di evidenziare una frase che abbiamo ritenuto Pag. 17per quanto riguarda la nostra comunità forse non opportuna. Circa quello che lei dice del mio competitor, se ha modo anche di poter seguire le dinamiche politiche che ha vissuto Platì negli ultimi anni, saprà che con questa compagine politica io non ho avuto mai nulla a che fare. È stato il papà della Mittiga, che poi si è candidata, a lanciare la sua candidatura nell'assise dell'Assemblea, cosa che non aveva nulla a che vedere con la manifestazione, assolutamente ritengo che non avesse nulla a che vedere, perché è stato un annuncio strumentale che non abbiamo condiviso. Le dinamiche che hanno provocato il ritiro della candidatura del papà a favore della figlia non le conosco. Bisognerebbe chiedere a loro. Per quanto riguarda questo, però, rivendico fortemente l'inopportunità da parte di quella persona di avanzare una candidatura in una manifestazione che non aveva nulla a che vedere con quel tipo di attività che il Mittiga in quel momento ha posto in essere. Con questa compagine politica non ho avuto mai nulla a che fare. Addirittura, se lei vede le interviste che ci sono state, di cui l'ultima la settimana prima delle elezioni amministrative, in cui c'è stato un confronto pubblico con la Mittiga, nota che addirittura la candidata mi accusava dicendo che io nel 2004 avrei dovuto fare una lista, che poi non ho presentato, ragion per cui il papà poi non ha raggiunto il quorum. Si immagini quali potevano essere i rapporti tra me e questa compagine che viene fuori. Ritengo che questo passaggio debba essere chiarito.

  FRANCO MIRABELLI. Siamo qui apposta. Le abbiamo fatto apposta la domanda.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Spero di essere stato chiaro su questo punto. Per quanto riguarda questo processo politico, non ho condiviso né iniziato alcun tipo di percorso con Ilaria Mittiga, che poi si è candidata al posto del papà, per quelli che sono stati poi i successivi scontri.

  FRANCO MIRABELLI. Quindi, contrariamente a quello che appariva, lei ha organizzato la manifestazione e, a sua insaputa, in quella manifestazione...

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Assolutamente sì, e le dico ancora di più, perché voglio essere onesto anche con il mio pensiero. Glielo voglio dire. Addirittura, quando questo signore ha dato questo annuncio e io fra me e me ho detto: «Sicuramente sarà un boomerang che gli ritornerà indietro», perché con quell'annuncio si è confuso lo spirito della manifestazione con quella che poteva essere un'aspirazione politica che nulla aveva a che vedere con la manifestazione. Tanto che in quella manifestazione non ho mai personalmente avanzato alcuna candidatura, anche perché non era il luogo adatto per avanzare candidature. Chi l'ha fatto si assume le sue responsabilità.

  FRANCO MIRABELLI. In relazione a questo volevo capire che lettura dava della scelta della Mittiga di non partecipare al consiglio comunale, ai lavori, e di rinunciare con la sua lista al ruolo di opposizione. Come seconda questione, ci è stato fatto un quadro da altri, ossia dai commissari, che ci ha preoccupato per molte questioni. Mi pare che Platì non sia un paese che ha bisogno di risorse economiche, ma un paese che ha bisogno che si creino le condizioni per fare delle opere e dei servizi. Quelle condizioni in questi anni non ci sono state, perché difficilmente si sono trovate ditte nelle condizioni di poter fare i lavori e, quando si sono trovate, spesso poi hanno dovuto rinunciare a quei lavori. Volevamo capire come lei intende affrontare questa questione, che è stata una questione importante per i commissari prefettizi. Immagino che per un sindaco sia ancora più delicata.

  CIRO FALANGA. Poiché devo andar via, non voglio esimermi dall'esprimere il mio pensiero, che non ha la forma della domanda. Lei, sindaco, ha chiesto anche eventualmente linee guida da questa Commissione. In relazione a questa sua richiesta, che peraltro non può essere accolta – lei comprende che non possiamo dare linee Pag. 18guida ad alcuno – devo esprimere il mio apprezzamento per il senso di umiltà con il quale si approssima alla carica che le è stata assegnata dai cittadini. È entrato con una fascia di sindaco e io per questo ancora le esprimo l'apprezzamento per il suo senso istituzionale. Ancorché poi qualcuno abbia rilevato che non l'avesse indossata bene, davvero inopportunamente, devo esprimerle l'apprezzamento anche per il senso istituzionale e, infine, per il coraggio di essersi messo in gioco in una cittadina come Platì. Il consiglio che posso darle, dalla mia modestissima esperienza, è questo: collabori con l'autorità di prefettura e con le autorità dei Carabinieri, vada avanti nel suo lavoro. Allo stato, sulla base di ciò che ho sentito e che ho letto, le esprimo il mio apprezzamento per le ragioni che ho detto.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. La ringrazio.

  STEFANIA PRESTIGIACOMO. Non vale, perché il senatore Falanga ha detto quello che volevo dire io. Mi ero iscritta a parlare prima. Quindi, adesso sono ripetitiva. Volevo proprio innanzitutto apprezzare il fatto, come ha già detto, anticipandomi, il senatore Falanga, che il sindaco abbia ritenuto di entrare in questa sede con la fascia tricolore, segno che, in una comunità così martoriata per così tanti anni, finalmente il ritorno alla normalità istituzionale è qualche cosa di particolarmente sentito, in primis dalla persona che ricopre il ruolo di primo cittadino. Penso che non siamo nelle condizioni in questo momento di porre domande sul modus col quale poi il sindaco intenderà affrontare le varie problematiche, perché dobbiamo almeno dargli il tempo. È chiaro che questa Commissione terrà i riflettori accesi sulla realtà di Platì, proprio perché è una comunità, ancorché piccola, che si è posta all'attenzione per tutta una serie di problematiche che anche il commissario prefettizio, che è intervenuto prima, e il viceprefetto hanno evidenziato. Per quanto riguarda la sua attività sociale e il suo impegno civico, sono noti nella comunità di Platì e sono noti anche ai partiti politici e ai nostri rappresentanti locali e regionali, ancorché lei sia espressione di una lista civica e abbia candidamente dichiarato la sua storia politica, che si richiama al Partito Repubblicano. Le auguro buon lavoro e la incoraggio ad andare avanti. Soltanto il ritorno alla normalità istituzionale può restituire dignità a una comunità che non penso possa essere tutta condannata. Sono sicura che anche a Platì ci siano forze sane. Sulla base di queste forze sane bisogna ricostruire una speranza per la gente di Platì. Altri indagheranno sulle modalità con le quali qualche candidatura è venuta meno. Non credo che questo ora sia il tema della Commissione antimafia. Per quanto riguarda la mia parte, lei avrà sempre il nostro supporto. Laddove ci chiedesse un intervento sul territorio, credo che, interpretando anche il pensiero della presidente, la Commissione antimafia non possa che essere vicina a quelle comunità che ne richiedono la presenza per rafforzare la lotta alla mafia.

  LUISA BOSSA. Non so se ha visto sul giornale Huffington Post il segnale stradale blu a freccia che indica Platì. Io sono rimasta molto colpita da questo, perché la forma è sostanza, come ci insegna Benedetto Croce. La «a» di Platì è quasi completamente cancellata da colpi di pistola che hanno prodotto sette fori grandi – li ho contati – e quattro fori piccoli un po’ più sotto. Ha rimosso questo cartello o lo farà rimuovere? È l'immagine della città. Se l'immagine si presenta così... In secondo luogo, il 12 maggio scorso – lei non era ancora sindaco, ma l'avrà saputo, essendo in piena campagna elettorale – nella vallata del Bonamico si è trovato, nascosto tra una fitta vegetazione, oppure occultato sotto terra, in anfratti naturali, del materiale corrispondente a fucili – non so quanti – pistole, puntatori laser, 500 cartucce, della cocaina e della canapa indiana. Che ci fa tutta questa roba in un paese di 3.800 abitanti? Lei se l'è chiesto? Passo all'ultima domanda, che è la più importante, a mio parere. Il 29 marzo 2016 c'è stata quella manifestazione a cui faceva riferimento il mio capogruppo. Avete protestato Pag. 19per rispondere all'onorevole Minniti, il quale, circa il terrorismo jihadista, aveva detto che a Molenbeek in Belgio c'è un radicamento del terrorismo paragonabile a quello della ’ndrangheta a Platì.
  Le chiedo: c'è o non c'è la ’ndrangheta a Platì?

  FRANCESCO D'UVA. Signor sindaco, buongiorno e grazie per essere qui. La mia domanda si aggancia anche alla domanda della collega: lei si sente minacciato dalla ’ndrangheta? Poiché poco fa ci è stato descritto un fenomeno sociale, volevo sapere che ne pensa lei. Si dice che, tutto sommato, le donne non vivono molto la vita di paese, che non si vedono molto per strada. Le chiedo se le risulta questa circostanza ed eventualmente che cosa pensa del fatto che non ci sia una grande partecipazione alla vita del paese da parte dei cittadini di sesso femminile.

  PRESIDENTE. Sindaco, aggiungo una domanda anch'io, ritornando sull'organizzazione di quella manifestazione, semplicemente per questo motivo, ossia perché quella manifestazione è stata indetta in qualche modo per polemizzare con la frase del sottosegretario Minniti, che paragonava il radicamento jihadista a Molenbeek al radicamento della ’ndrangheta a Platì. Personalmente ritengo che quella frase fosse molto efficace per far capire la pericolosità del terrorismo di matrice islamica, proprio nel fatto di avere il consenso della popolazione, come la ’ndrangheta ha il consenso della popolazione, altrimenti sarebbe stata sradicata. Al di là di questo – lei può pensare diversamente, tant'è vero che avete convocato una riunione – perché le faccio questa domanda? Immagino che sappia che fare il sindaco a Platì significa contrastare la presenza della ’ndrangheta. Non credo che sia possibile fare il sindaco a Platì senza rifiutare i voti in campagna elettorale. Mi auguro che lei l'abbia fatto, nonostante la sua candidatura sia stata sottoscritta da persone che portano dei nomi imbarazzanti e nonostante a quella manifestazione avessero partecipato persone chiaramente appartenenti a famiglie o comunque legate a persone che sono state condannate al 416-bis. Fare il sindaco a Platì significa contrastare la ’ndrangheta. Noi crediamo questo. Lei ha chiesto un aiuto alla Commissione e noi partiamo da qui. Poi significa, certo, avere la collaborazione delle istituzioni. Noi saremo al suo fianco, come siamo al fianco di tutti quei territori che qualche volta sono anche dimenticati dall'intervento delle altre istituzioni, dello Stato o della regione, ma significa contrastare la ’ndrangheta. Per contrastarla intanto bisogna ammettere che c'è, che esiste. Il sottosegretario non aveva detto che Platì era la ’ndrangheta. Aveva detto che a Platì la ’ndrangheta era radicata e noi crediamo che la ’ndrangheta sia radicata a Platì. Se incomincia il suo percorso con una manifestazione che nega questa frase, anzi, lei si oppone a questa frase e dice che questo è il tradimento dell'onore di quella comunità, siamo un po’ preoccupati. Vorremmo sentirci dire da lei oggi che la ’ndrangheta c'è a Platì, che ha nomi e cognomi e che lei prenderà le distanze, anche se magari questi nomi e cognomi sono di qualcuno che lavora nella sua amministrazione comunale, che ha un certo cognome, come ci è stato riferito, e che lei farà il sindaco combattendo la ’ndrangheta. Questo è l'unico aiuto che le possiamo dare, sindaco. Il resto tocca a lei e ad altre istituzioni, che da noi saranno sicuramente sollecitate. Vorremmo, però, essere rassicurati su questo punto. Se lei prende gli atti di scioglimento della sua amministrazione comunale e guarda le relazioni dei commissari quando se ne sono andati, vedrà che ci sono tanti problemi – c'è l'acqua, ci sono problemi sociali – ma anche che c'è un condizionamento fortissimo, proprio perché c'è un radicamento forte in quella comunità. Do la parola al sindaco Sergi per la replica.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Grazie. Non posso che ringraziare tutti voi per tutte le domande che mi avete fatto, perché mi consentono anche di chiarire qual è il volto della nostra comunità per come lo vedo io e per come lo vivo io. Quindi, vi ringrazio per tutte le domande, che sono tutte domande cui rispondo con grandissimo Pag. 20 piacere. Parto dalla questione Mittiga. Non voglio dilungarmi, anche perché ormai è una situazione politica che è superata. È una situazione che non esiste più, in quanto ha presentato le dimissioni. Quindi, Mittiga non farà parte del consiglio comunale che si andrà a comporre. Di fronte a questa situazione vi faccio soltanto riflettere. Nell'ultimo confronto televisivo che abbiamo fatto la Mittiga asseriva che praticamente, nel caso in cui avesse vinto le elezioni, avrebbe usufruito dei permessi che il suo lavoro le consentiva di avere, di ben 48 ore al mese. Per tutto il resto delegava da sindaco. Vi faccio riflettere su questa frase. Nel momento in cui questa ragazza non vince le elezioni e non era disponibile a fare il sindaco a tempo pieno, immaginiamo il suo compito di minoranza. Inoltre, mentre la mia posizione politica è stata costruita nel tempo – ho vissuto tutto quella che è la politica dalla base, a partire da quella che è stata la mia formazione – la signora Mittiga non può improvvisarsi politica per nepotismo. Non può prendere il testimone del padre perché per tanti anni ha fatto il sindaco a Platì e poi essere lanciata su un treno in corsa e fare lei politica. Ritengo che queste siano state le condizioni che hanno fatto sì che questa mia competitor non abbia potuto avere quello stimolo e quella voglia di poter andare avanti. Vorrei ricordare anche alla Commissione che nel 2009 persi le elezioni a Platì. Le persi con un largo margine, ma ho creduto in quel mio progetto e oggi mi trovo qui a dimostrarlo al paese. Eravamo anche derisi nei banchi della minoranza, ma abbiamo fatto il nostro lavoro e siamo andati avanti e oggi ci troviamo qui ad avere un consenso più largo di quello che abbiamo avuto nel 2009. Questo forse chi vuole fare politica lo fa. C'è chi non la vuole fare e pensa di dover solo e sempre vincere, ma ritengo che non sia questo il modo di fare politica, anche perché in questo modo tutte le aule parlamentari, i consigli regionali e il Parlamento europeo sarebbero divisi a metà, se tutti facessero questo tipo di ragionamento. Quindi, non vorrei più parlare di questa questione, ormai passata. Ritengo di andare avanti e spero di essere stato soddisfacente nella mia risposta per quanto riguarda la posizione della candidata, che poi alla fine ha deciso di non sedere neanche nei banchi dell'opposizione.
  Per quanto riguarda le attività che andiamo a fare, proprio ieri ho parlato con il responsabile della prefettura che stila le white list. A queste faremo riferimento per quanto riguarda tutte le attività di affidamento anche diretto degli appalti, qualora si dovesse verificare questa condizione. Oltretutto, come ho detto prima, il commissario Rotondi, prima di andare via, ha sottoscritto il nuovo protocollo SUAP con la provincia. Riteniamo che questi siano elementi che possono andare a contraddistinguere l'attività che andremo a fare, per vigilare su quella che sarà poi l'ingerenza della criminalità che può avere appetito sulle attività finanziarie del nostro comune. Per quanto riguarda questo aspetto, vorrei evidenziare a tutti gli onorevoli rappresentanti di questa Commissione che, nel momento in cui è andato via il dottor Rotondi, la prima cosa che ho chiesto al dottor Rotondi è di darmi una mano a riconfermare tutto lo staff che aveva nominato per coprire le varie aree scoperte. Ci troviamo di fronte a tre aree, l'area tecnica, l'area amministrativa e l'area finanziaria, di cui solo per l'area tecnica abbiamo il dirigente di livello D. Le altre due aree sono scoperte. La prima cosa che ho chiesto è stata questa, anche perché non posso conferire un mandato – anche se temporaneo l'abbiamo dovuto conferire per non creare un handicap all'attività amministrativa – e delle responsabilità a una persona che si occupa di più aree. Questo è impossibile. Avevo chiesto anche questo impegno da parte del dottor Rotondi, nel momento in cui andava via, ossia di potermi dare una mano a confermare queste figure, ove fosse stato possibile. Devo dire che il suo impegno c'è stato, ma anche che, dall'altro lato, questo clima di incertezza che si è creato anche attorno alla nostra figura per dichiarazioni pre e post elettorali ha generato una situazione di instabilità attraverso chi ci circonda. Faccio soltanto questo passaggio solo per farvi capire qual è il mio stato Pag. 21d'animo. Ho una persona che era dello staff del dottor Rotondi che aveva intrapreso un'attività per quanto riguarda la riscossione dei tributi abbastanza attiva. Alla fine del mandato ha detto: «È da tanti anni che sono al comune. Non vorrei prendere un incarico solo perché adesso ho diritto all'indennità di disoccupazione per due anni. Se accetto il suo mandato, presidente, e il giorno dopo ci fosse uno scioglimento, io vado a casa e perdo il mio sostentamento». Questa è stata la risposta di una persona valida. Mi chiedo e vi chiedo: se queste sono le condizioni per poter amministrare un comune in modo corretto, la percezione della popolazione quale sarà? Nel momento in cui c'è il commissario o c'è un intervento da parte degli organi centrali, allora tutte le disponibilità ci sono. Nel momento in cui un sindaco si appronta a fare quello che dovrebbe fare anche meglio rispetto al Commissario, perché è un organo politico e, quindi, è un organo coadiuvato da più persone, ci troviamo di fronte anche a ostacoli di carattere burocratico. Il mio impegno è quello – e l'ho ribadito – di confermare tutto lo staff. Adesso chi vorrà «accontentarmi» si faccia avanti. Se qualcuno non vuole, non posso andare a obbligare nessuno, ma un segnale vostro potrebbe essere anche molto importante, riandando a quello che dicevamo prima sulle linee guida, che non sono linee guida. Magari un incoraggiamento in questo senso potrebbe anche essere utile.
  Ho apprezzato molto l'intervento del senatore Falanga, anche perché mi ritrovo sicuramente nelle sue affermazioni. Ritengo che il mio spirito di servizio debba essere valutato al di là di quelli che possono essere pregiudizi lombrosiani che devono essere verificati sulle persone. Devono essere prima verificate le persone e poi espressi i giudizi. Onorevole Prestigiacomo, accolgo con favore la sua proposta e invito questa Commissione, anche tramite l'onorevole Bindi, a un confronto con i cittadini di Platì, anche per cercare di superare questo stacco che c'è, non solo con le istituzioni a livello centrale, ma anche con il comune, che è il primo presidio. Non c'è la fiducia nei confronti della casa comunale. Cercheremo di ricucire questa fiducia dei cittadini partendo dal basso. Ritengo che una vostra presenza sul territorio, anche con un confronto diretto con i cittadini per sgombrare i dubbi che lo Stato non è un nemico, ma un amico che ci vuole dare una mano ad andare avanti, possa essere sicuramente un'opportunità che vi invito a poter mettere in atto.
  Per quanto riguarda il cartello, ringrazio l'onorevole Bossa. Come giustamente avrà visto questi 7-8 proiettili, avrà anche letto che c'è scritto «Platì 5 chilometri». Quindi, è un cartello che non si trova nell'area di Platì. Oltretutto, questo cartello non esiste più da svariati anni. Peraltro, mi ero reso promotore di una raccolta firme per andare a incidere anche sugli organi di stampa e diffidarli dall'utilizzo di quella foto, perché quel cartello non esiste più da svariati anni. Andare ad associare il nostro paese con quel cartello, che non esiste più e che era stato posto a cinque chilometri di distanza, e quindi fuori dai confini comunali, offende anche la nostra dignità e la nostra immagine. La ringrazio di questa sua domanda perché mi ha consentito anche di fare chiarezza su questo, così come vorrei fare chiarezza sul ritrovamento che lei diceva prima nella vallata del Bonamico. La vallata del Bonamico non si trova sul territorio di Platì, ma vicino a dei paesi limitrofi a Platì. Molto spesso gli organi di stampa, con i quali vorrei anche cercare di instaurare un rapporto più vicino, forse perché Platì fa più audience rispetto ad altri paesi, associano attività o forme di attività criminali al nostro paese. Questo non giova a nessuno, anche perché molto spesso si rischia di dipingere delle persone a prescindere come criminali. Questo non va bene, per un rapporto di trasparenza e di verità nei confronti anche dei cittadini. Ho visto anche questo articolo che è uscito sul giornale in cui si associava questo ritrovamento al territorio di Platì, ma la valle del Bonamico non c'entra niente con il territorio di Platì, per quanto anche a Platì negli anni passati siano stati fatti questi ritrovamenti. Non voglio dire che non ci siano questi ritrovamenti sul territorio di Platì, ma è giusto che, quando ci sono sul Pag. 22territorio di Platì, vengano descritti in modo serio e puntuale. Quando ci sono, diremo che sono sul territorio di Platì, ma, quando non ci sono, non dobbiamo prenderci delle responsabilità o essere dipinti in modo scorretto.

  LUISA BOSSA. Quanto dista Platì dalla valle del Bonamico?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Non ha alcun confine con Platì. Non ha alcun tipo di confine. Quelle a cui si riferisce sono le serre che il vescovo Bregantini aveva a suo tempo. Grazie anche a quest'attività – apro solo un piccolo inciso – ci sono molte famiglie che in questo momento vivono con quelle serre anche a Platì. È questo ciò a cui si riferisce lei. Magari vedendo questo dal di fuori della nostra regione si associa, purtroppo, il territorio sempre a un unico punto. Quelle che dice lei erano nella valle del Bonamico, ma non erano nel nostro comune. Non c'entravano niente con il nostro comune, perché monsignor Bregantini aveva creato queste realtà in più comuni. La valle del Bonamico non rientra nel territorio del nostro comune. All'epoca – si ricorderà – erano state bruciate queste piantine con del diserbante, se ricordo bene, ma non c'entrava niente con attività di persone che lavorano...

  LUISA BOSSA, (fuori microfono). Quindi, non c'è la ’ndrangheta.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No, la ’ndrangheta c'è. Sto semplicemente evidenziando uno stato di cose. Rispondendo sulla valle del Bonamico, le ho detto che i ritrovamenti delle armi ci sono stati pure a Platì, ma che nella fattispecie che lei menzionava non è così. Non è giusto che venga additata una comunità per fatti non sempre imputabili alla stessa comunità, perché molto spesso si sbaglia. Per quanto riguarda la ’ndrangheta, esiste la ’ndrangheta. Esiste la criminalità, come esiste in tutti i posti. Il radicamento esiste, sicuramente esiste, come esiste in altre parti di Italia e come esiste anche in altre zone del mondo. Questa non è una giustificazione. Questa non vuole essere una giustificazione, ma non bisogna creare il male dove non c'è. A Platì c'è la criminalità, c'è la ’ndrangheta, ma non bisogna trattare la comunità tutta allo stesso modo.

  PRESIDENTE. Questo non l'ha fatto nessuno.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Veniamo al discorso della manifestazione. Quando c'è stata la manifestazione... Voglio lasciare alla presidenza il documento che è stato redatto successivamente a questa manifestazione, in cui abbiamo evidenziato che cosa? Molto spesso si dice che abbiamo fatto una manifestazione contro Minniti. Non è così. Abbiamo fatto una manifestazione per via della dignità calpestata, nell'ambito della quale nessuno ha messo in forse la capacità e il lavoro dello stesso. Con riferimento all'onorevole Minniti è stata evidenziata l'inopportunità della succitata dichiarazione, il cui tenore ha offeso Platì e la Calabria intera. Le vorrei lasciare questo documento.

  PRESIDENTE. Sindaco, risponda a questa domanda: perché, secondo lei, sarebbe offensiva quella frase?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Perché non tutti i calabresi meritano questo accostamento.

  PRESIDENTE. Non ha detto questo. Non ha detto questo il sottosegretario Minniti.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Onorevole presidente, non voglio aprire...

  PRESIDENTE. Invece, l'apriamo. Questa cosa l'apriamo, invece, sindaco, perché è legata alla domanda che le ho già fatto.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Sì, infatti stavo rispondendo anche all'altra.

  PRESIDENTE. È legata a quella, perché in quella frase non si dice che la Calabria è ’ndranghetista. C'è scritto che la ’ndrangheta Pag. 23 è radicata in Calabria e che, se il terrorismo jihadista si radica in Belgio, a Parigi o – Dio non voglia – nelle capitali italiane, come è radicata la ’ndrangheta, sarà più difficile sconfiggerlo. Se per tanti anni questo Paese lotta contro le mafie e non ce la fa a vincerle, mentre abbiamo sconfitto il terrorismo, sindaco... Il terrorismo l'abbiamo sconfitto. L'abbiamo sconfitto in anni nei quali ogni giorno moriva una persona. C'era una strage. L'abbiamo sconfitto. Perché? Perché il terrorismo è contro lo Stato – non cerca il rapporto con la politica e con le istituzioni – e perché il terrorismo non ha il consenso. Il pericolo di quello jihadista è che ha il consenso. Quando sono andati a prendere quello che aveva fatto la strage a Parigi, le donne, le madri e i padri hanno cercato di fermare i poliziotti del Belgio, come le madri di Platì o di Scampia cercano di fermare i poliziotti quando vanno a prendere i loro. È un paragone che non offende la Calabria, quello. Quello è un paragone che dice che la ’ndrangheta c'è in Calabria. Vogliamo sentire questo da voi, perché, se non l'ammettete, facciamo fatica a pensare che li combattiate. Facciamo fatica a pensare che li combattiate, se non ammettete neanche che ci siano e vi sentite offesi quando viene detto che c'è la ’ndrangheta. Mi creda. Tra l'altro, sono stata eletta in Calabria. Di quella terra non solo conosco persone perbene, ma so una cosa, ossia che i calabresi fuori dalla Calabria sono i primi e che la Calabria è l'ultima. Vorrei che la Calabria fosse prima come i calabresi sono primi quando sono fuori dal contesto calabrese. Perché nel contesto calabrese succedono queste cose? Anche perché c'è questo terribile condizionamento. Condivido con lei che la questione meridionale esiste e che è una delle spiegazioni del perché l'appartenente alla ’ndrangheta venga considerato una persona perbene e il poliziotto, il prefetto e il politico persone per male. Le capiamo tutte queste cose, però voi siete il presidio lì. Lei ha avuto i voti. Avrà avuto anche i voti di tanta gente – lo dovrà ammettere – legata a quel mondo, perché lì è un po’ difficile capire chi sia legato e chi non sia legato. Se non ammettete che la ’ndrangheta c'è, come fate a combatterla? Lei dice: «Dateci una mano». Noi vi diamo una mano, certo che ve la diamo. Sollecitiamo tutti i giorni le istituzioni perché quella terra non venga abbandonata. Il presupposto, però, è che voi non neghiate questa realtà e che lei dichiari qui che farà il sindaco di Platì combattendo la ’ndrangheta, che ha il nome Barbaro e ha altri nomi che devono dire qualche cosa a lei più di quello che dicono a noi. Questo è il punto, sindaco. Capisce per quale motivo lo dico?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Certo.

  PRESIDENTE. L'ho detto, una volta. Alcuni calabresi si sono offesi, ma l'ho detto e lo ripeto qui: se non si mandano i fondi in Calabria e non si fanno le strade, la colpa è dello Stato, si dice. Sindaco, se si allaga un comune della riviera appena arriva un po’ d'acqua, è perché il sindaco di quel comune non ha fatto pagare gli oneri di urbanizzazione e non ha fatto le opere di urbanizzazione. Quella è responsabilità della classe dirigente locale, perché siete voi il primo avamposto istituzionale. Quella manifestazione a noi è suonata come la negazione della presenza della ’ndrangheta. Vi vogliamo sentir dire oggi che la ’ndrangheta a Platì c'è e che lei la combatterà. Come farà il sindaco contro la ’ndrangheta?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Premesso che mi ero già espresso su questo punto in precedenza, ma che, se c'è necessità di ribadirlo, lo andrò a ribadire, la nostra azione amministrativa sarà ispirata a combattere qualsiasi ingerenza che possa andare a pregiudicare la nostra attività. Ritornando al tenore della nostra manifestazione, sono punti di vista. Naturalmente, ognuno ha il suo. Vorrei che l'ufficio di presidenza prendesse atto di questo verbale di assemblea, che può chiarire qual è stato il tenore della manifestazione. Su questo non voglio fare una difesa d'ufficio, ma è stata un'attività... presidente, vedere delle persone che a Platì manifestano è stata per me veramente una bella soddisfazione, non perché sia stata fatta una protesta contro...

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  PRESIDENTE. Sindaco, lei sa che a quella manifestazione hanno partecipato persone sotto inchiesta, persone con parenti strettissimi condannati? Famiglie con nomi e cognomi riconducibili alla ’ndrangheta hanno partecipato a quella manifestazione. Molti di quei soggetti sono stati anche sottoscrittori della sua lista. Come si libera da questo peso?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Rispondo a questo. Vorrei anche capire... Chiedo se, cortesemente, posso avere la possibilità di poter replicare senza essere interrotto, perché, in caso contrario, non riesco poi ad avere...

  PRESIDENTE. Lei, però, segua anche il nostro ragionamento e non ricominci sempre daccapo.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No, no. Seguo sempre il vostro ragionamento. Vorrei anche ricordare all'onorevole Commissione che nello stesso luogo, quasi un anno prima, si è svolta un'altra manifestazione, che era quella di un partito di un certo tenore, che ha una determinata valenza anche a livello nazionale. In quell'occasione, nello stesso salone parrocchiale, nello stesso luogo, c'è stata una manifestazione pubblica. Autorevoli rappresentanti di questo partito l'altra sera, in televisione, hanno dato questa risposta: «In quella manifestazione non abbiamo neanche potuto capire chi ha partecipato». La stessa risposta la do io. È stata una manifestazione pubblica a cui potevano partecipare tutti i cittadini che l'hanno ritenuto opportuno. Qualora ci fosse stata qualche persona che non poteva partecipare, c'erano le forze dell'ordine. Sarebbe stato anche opportuno, se tali persone potevano avere qualche ingerenza con i lavori della manifestazione, allontanarle.

  PRESIDENTE. Questo non lo possono fare, sindaco. Lei sa che questo non lo possono fare, mentre lei poteva prendere le distanze.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Volevo anche dire un'altra cosa. Volevo chiedere a questa onorevole Commissione se ha preso anche i rapporti della manifestazione del 2 giugno per capire quali persone abbiano partecipato a quella manifestazione, oppure se sia stata attenzionata soltanto una manifestazione che è nata a Platì, mentre magari le manifestazioni che vengono da altri territori non devono essere attenzionate.

  PRESIDENTE. Sindaco, se continua a svicolare, usciamo da quest'audizione con la convinzione che lei non ammette che ci sia la ’ndrangheta.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Non svicolo e sto andando avanti.

  PRESIDENTE. Allora ci risponda a questa domanda: c'è la ’ndrangheta a Platì?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Dovevo chiarire questo aspetto.

  PRESIDENTE. C'è la ’ndrangheta a Platì?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Le ho risposto prima. L'attività criminale della ’ndrangheta c'è a Platì come ci sono le altre attività criminali presenti sul territorio. Nello stesso tempo andremo a combattere questa forma di criminalità che soffoca il territorio. Non so se questo può essere chiaro. Del resto, però, non si può neanche soffocare la libertà dei cittadini. Quando lei mi parla di voto, non esiste il voto buono o il voto cattivo. Esiste il voto, come sancito dall'articolo 48 della Costituzione.

  PRESIDENTE. No, sindaco, no. Esiste un reato di voto di scambio. È chiaro? Esiste il reato di voto di scambio, e di voto di scambio mafioso, proprio perché i voti non sono tutti uguali. Il voto della mafia condiziona, sindaco. Questo è il punto.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Onorevole presidente, su questa sua affermazione sono d'accordo con lei. Qualora venisse riscontrato sulla mia persona un voto di scambio, vi chiedo di agire per come la legge consente. Sto parlando di un'altra Pag. 25attività. Si tratta di andare a stabilire chi può votare e chi non può votare. Ricordo che il senatore Molinari ha partecipato a Platì a una manifestazione organizzata dal Centro Studi Lazzati, che ha trattato di questa argomentazione. Ritengo che l'articolo 48 sia molto chiaro. Chiunque può votare e ha diritto al voto. Poiché domani giurerò sulla Costituzione italiana e sono garante della Costituzione italiana, ritengo che chi non può votare – c'è chi è condannato per fatti anche relativi a criminalità, oltre che ad altri fatti – non debba avere il diritto di voto. Questo è il controllo che si deve fare. Se ci sono delle persone che non possono votare o ci sono degli atti legislativi che possono andare verso questa direzione, ben vengano. Non ci si può venire a chiedere, però... Anche perché le spiego quale può essere il contraltare di quello che dicono i cittadini: «Come mai la problematica del voto nasce solo nelle comunali e nel momento in cui ci sono le altre tornate non c'è questa attività sul territorio?» Le ripeto, a Platì non viene nessuno alla luce del sole a chiedere i voti. Non viene nessuno a organizzare convegni. Io dico ai miei concittadini: «Non date il voto a chi non viene a dare progettualità al voto». Lo dico da anni, questo: «Chi viene a fari spenti non deve prendere neanche un voto. Chi viene a fari spenti a Platì non deve prendere neanche un voto».

  PRESIDENTE. Ha ragione, sindaco.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Si deve venire e dare progettualità a quel voto. A quel punto avremo la dignità di poter votare anche per le comunali, perché in quel modo si innesca un meccanismo che ci porta a questo. Platì non è questo, perché la criminalità rappresenta una parte di Platì. Non è tutta criminalità Platì. In questo modo, però, si rischia di innescare meccanismi tortuosi che ci portano a queste tipologie di ragionamento. Vi chiedo scusa per la mia foga – non voglio essere offensivo nei confronti della presidenza, né della Commissione – ma è un argomento che mi sta a cuore. Anche quando ci sono stati i referendum ed è venuta l'onorevole Bernardini a Platì a raccogliere le firme per i referendum, è stata questa la mia reazione. Ho ringraziato quell'attività perché sono venuti su Platì a dare spiegazioni perché si facesse quell'attività. Ho accolto con entusiasmo quell'attività, ma non accolgo con entusiasmo quando a Platì si vengono a chiedere voti senza dare alcuna progettualità a tali voti. È auspicabile che a Platì nascano le sezioni, che sono le palestre dei nuovi dirigenti. È questo che dobbiamo andare a fare. Quando a Platì ci ritroviamo con la barzelletta dell'Italia, in cui le sezioni nascono il giorno prima per essere chiuse il giorno dopo, quello fa male a Platì e anche quello incide sul ragionamento che prima ci siamo detti, onorevole Bindi, onorevole presidente. Ritengo che Platì debba essere aiutata anche in questi termini. Bisogna dare a questo paese una progettualità e farsi carico di far capire alle persone che la politica non è quella che si è fatta fino adesso.

  FRANCESCO D'UVA. Sulle donne?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Le rispondo subito e la ringrazio per la domanda. Stavo rispondendo all'onorevole Bindi. Se è stato chiaro il punto del nostro impegno contro la criminalità e contro la ’ndrangheta, vorrei rispondere anche agli altri punti, se l'onorevole Bindi non ha altre domande.

  PRESIDENTE. No, a me interessava che lei rispondesse su questo punto. Non condivido le sue sottolineature sul fatto che i voti siano tutti uguali, perché non è vero che i voti sono tutti uguali, mentre sono d'accordo con lei che, se c'è qualcuno che viene di nascosto a chiedere i voti a Platì, questo sia un segnale che qualcuno sta scambiando e non chiedendo i voti – lei ha perfettamente ragione – sia alle comunali, sia a tutte le altre consultazioni. Non so se l'ha visto, ma io ho commentato il ritiro di alcuni candidati, ancorché fossero esponenti o fossero quanto meno sostenuti dal mio partito, perché ho detto che non si improvvisano candidature dentro le comunità. I partiti devono fare come i missionari: Pag. 26 vanno lì, si insediano, conoscono i problemi e combattono tutti i giorni. Da questo punto di vista, sindaco, trova una presidenza e una Commissione assolutamente schierate dalla parte della politica, ma fare politica da quelle parti non significa negare, minimizzare e ridurre il fenomeno mafioso a un fenomeno di criminalità comune o presente in tutti gli altri posti. Punto. Solo questo.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Questo non è un giudizio che dà lei, ma è un giudizio che danno le inchieste che sono state fatte sul fenomeno.

  PRESIDENTE. No, non lo danno solo le inchieste.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No, ho detto che ad avvalorare la sua tesi ci sono le inchieste che suffragano quest'attività.

  PRESIDENTE. È troppo poco, sindaco, perché i magistrati arrivano sempre dopo e la politica deve arrivare prima dei magistrati.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Noi ci auguriamo di poter dare un contributo a questo. Per quanto riguarda il discorso del voto, non voglio fare un discorso di contraddizione. Le ripeto, domani giurerò sulla Costituzione italiana, c'è l'articolo 48. Invito invece la Commissione a voler andare a stilare qualche proposta che vada nella direzione di poter dare ordine a questo stato di cose. Nello stato attuale l'articolo 48 è molto chiaro. Rispondo all'onorevole D'Uva. Questa è una domanda che mi fa tantissimo piacere. Sa per quale motivo? Perché molto probabilmente lei non è stato mai a Platì. Come non c'è stato lei, a Platì non ci sono state tantissime persone.

  FRANCESCO D'UVA. Per questo chiedevo a lei.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. La dottoressa Palombi, che mi ha preceduto – l'abbiamo ringraziata tantissimo per la sua presenza – ha presenziato a un'attività che è stata fatta da sole donne a Platì. Da cinque anni a Platì si tiene la manifestazione Miss Platì, organizzata da donne di Platì, in cui sfilano solo ragazze di Platì. Quindi, le ragazze e le donne di Platì sono sensibili all'attività sociale. A Platì non siamo come i musulmani. Va bene? Onorevole, le manderò tutta la rassegna stampa di tutte le attività che hanno coinvolto le donne sul territorio, se me lo consentirà. Gliele farò avere sulla sua e-mail.

  FRANCESCO D'UVA. Le invii alla Commissione.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Girerò alla Commissione, alla presidenza, tutte le attività che hanno coinvolto le donne sul territorio, in primis mia moglie, che è il carro trainante delle nostre idee.

  CELESTE COSTANTINO. Sullo stesso argomento, il giorno dell'8 marzo tutte le donne escono. Non significa che questo sia patrimonio del quotidiano. Io sono stata un po’ di volte a Platì. C'è un tessuto culturale che non consente di parlare di una parità di genere. Penso che, con la stessa tranquillità con cui si deve ammettere che c'è la ’ndrangheta, si debba anche poter dire che è un territorio che ha una complessità su questo terreno. O no?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Facevo riferimento alle attività che si stanno facendo e alle iniziative che si stanno attuando, anche perché riteniamo che la cultura e lo sviluppo culturale siano molto importanti per il territorio. Nel momento in cui mettiamo in atto e poniamo in essere queste attività, lo facciamo proprio per quello che lei dice, onorevole, ossia per andare a dare uno sviluppo sociale al nostro territorio. Non si può pretendere, però, che a ogni cosa corrisponda semplicemente un'attività di sviluppo. Non ci si arriva dall'oggi al domani. Siamo consapevoli di quello che dice, onorevole. Non per questo stiamo fermi. Facciamo qualcosa. Qualcosa lo stiamo facendo e anche di più. Stiamo cercando di creare i gruppi all'interno della Pag. 27nostra comunità, i gruppi Caritas e il gruppo oratorio, i vari gruppi che ruotano attorno alla Chiesa, perché è il baluardo della società. Lo facciamo solo e semplicemente perché crediamo in quello che lei prima ha detto, ossia nello sviluppo sociale della nostra comunità. Per questo cercheremo di portare la nostra comunità, con le attività, al pari delle altre società e di far sì che ci sia un modo di vivere diverso da quello che è stato l'approccio fino adesso. Non stiamo negando assolutissimamente niente.

  PRESIDENTE. Come si chiama sua moglie, sindaco?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Mia moglie si chiama Sergi Annamaria.

  PRESIDENTE. No, da ragazza.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Sergi Annamaria. Portiamo lo stesso cognome.

  PRESIDENTE. È un caso di omonimia. Sono due famiglie diverse?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. È un caso di omonimia. Portiamo lo stesso cognome.

  PRESIDENTE. Sono due famiglie diverse, però? Lo dico perché c'è una famiglia Sergi imparentata con la famiglia Barbaro o mi sbaglio?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Anche su questo vorrei poi dare il mio contributo. Per quanto guarda la manifestazione, l'abbiamo largamente trattata. Penso che non sia opportuno riportare altre dichiarazioni. Per quanto riguarda il discorso del voto, ci siamo confrontati. Per quanto riguarda il discorso della sottoscrizione, anche questo è legato al diritto al voto. Qualsiasi cittadino che abbia la possibilità di esprimersi al voto può anche sottoscrivere una lista e, poiché la sottoscrizione della lista è libera, qualsiasi cittadino che si avvicina al comune e abbia il certificato elettorale e può votare può sottoscrivere una lista. Non posso certo mettermi lì davanti, dato che è una situazione libera, e andare a contrastare anche quest'attività.

  PRESIDENTE. Non avrebbe potuto in campagna elettorale dichiarare che non voleva l'appoggio dei voti della ’ndrangheta? L'ha fatto in campagna elettorale?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. La mia campagna elettorale probabilmente non è stata seguita a sufficienza da questa Commissione.

  PRESIDENTE. Infatti, lo domando a lei.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Sa perché non è stata seguita a sufficienza? Prima parlavamo dei voti che si chiedono a luci spente. A Platì era dagli anni Settanta che non c'erano i comizi in piazza. Noi abbiamo fatto ben cinque comizi in piazza, abbiamo fatto cinque manifestazioni in tutto il territorio del paese e abbiamo esposto la nostra attività e quello che volevamo fare.

  PRESIDENTE. Se avesse dichiarato che non voleva l'appoggio della ’ndrangheta, secondo lei, alcune famiglie e alcune persone avrebbero firmato la sua candidatura?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Le posso fare questa domanda? Lei è convinta che io abbia preso i voti dalla ’ndrangheta?

  PRESIDENTE. No, le ho fatto un'altra domanda. Le ho detto: sindaco, se avesse dichiarato che non voleva essere appoggiato dalla ’ndrangheta, alcuni personaggi avrebbero sottoscritto la sua candidatura?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Mi scusi un attimo. Premesso che i voti della ’ndrangheta non li vogliamo, premesso questo, così facciamo ordine sulla discussione...

  PRESIDENTE. Vede, sindaco, qual è il problema? Se mi riporta davanti gli articoli della Costituzione...

Pag. 28

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No, mi sta anticipando. Non stavo parlando degli articoli della Costituzione. Mi può riproporre la domanda?

  PRESIDENTE. Voglio sapere, se, secondo lei, qualora avesse dichiarato, cosa che non ha fatto, che non voleva l'appoggio della ’ndrangheta, alcune persone avrebbero sottoscritto ugualmente la sua candidatura.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Le rispondo che sono sicuro di sì. Sono sicuro di sì. Sa perché? Perché la mia è stata una vittoria del popolo. È da vent'anni che a Platì non votavano 2.050 persone. O queste 2.050 persone sono tutte criminali, oppure solo una parte di esse lo è.

  PRESIDENTE. Non giochi su questa cosa, sindaco. Nessuno ha detto questo, sindaco, è come la strumentalizzazione della frase del sottosegretario Minniti. Nessuno sta dicendo questo. Stiamo dicendo, però, che la certezza che tra quei 2 mila votanti non ci sia nessuno in grado di condizionare la sua amministrazione non c'è. Saremmo stati più tranquilli se la sua candidatura non fosse stata sottoscritta da alcune persone. Tutto qui. Ci consenta di dire questo. Ce lo consente o non possiamo?

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Sicuramente condivido il vostro ragionamento e l'impostazione del lavoro della Commissione. Su questo non c'è alcun tipo di problema. Non è un mio problema, però, se la lista è stata sottoscritta da una persona...

  PRESIDENTE. Come no? Lei può rifiutare le sottoscrizioni di alcune persone.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. E come faccio?

  PRESIDENTE. Dice: «Questo non lo voglio».

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. E come lo faccio? Le firme non le autentico io, onorevole presidente.

  PRESIDENTE. È lei che deposita la sua candidatura.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No, le firme non le vado ad autenticare io.

  PRESIDENTE. Non parlo di autenticazione. Le cancella. Le cancella e le sostituisce con quelle che vuole.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Forse sotto l'aspetto della procedura elettorale c'è qualcosa che non mi torna.

  PRESIDENTE. No, guardi, la conosciamo bene, non si preoccupi. Ci siamo anche rinfrescati.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Per quanto mi riguarda, c'è qualcosa che non mi torna.

  PRESIDENTE. Questa non è una questione di procedura. È una questione di volontà politica e di orientamento. Se vedo che è venuto un signore, o una signora, che non ritengo sia adeguato, lo tolgo dalla presentazione. Se mi manca una firma, la vado a cercare da una persona perbene.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Mi può dire qual è il presupposto, perché io...

  PRESIDENTE. Il presupposto è che lei sa perfettamente, Sergi, più di noi, che non viviamo lì – di questo le diamo atto: noi non viviamo lì, lei sì – prima delle inchieste della magistratura, prima delle condanne penali, chi può esercitare dei condizionamenti all'amministrazione. Questo è il punto. Fin quando non si farà questo lavoro in Calabria, ossia la prevenzione, lasceremo il compito solo – e meno male che ci sono – ai magistrati e alle forze di polizia, ma la politica nel frattempo sarà sempre e comunque a rischio di essere sottoposta a quel ricatto.

Pag. 29

  FRANCESCO D'UVA. Sindaco, mi scusi, è chiaro che quel che è stato è stato, ma, come si suol dire, meglio tardi che mai. Eventualmente fare oggi una dichiarazione pubblica su quelle persone che hanno sottoscritto e dire «È vero che queste persone hanno sottoscritto, ma non ho nulla a che fare con loro. Non mi interessa avere nulla a che fare con loro. Mi allontano assolutamente da queste persone», in un certo senso una dichiarazione pubblica di questo tipo potrebbe tranquillizzare la presidente e tutta la Commissione. È chiaro che il mio più di un suggerimento non può essere.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Innanzitutto devo conoscere chi sono i sottoscrittori sotto la lente di ingrandimento. Vorrei conoscere chi sono queste persone – nome, cognome, indirizzo e data di nascita – per capire quali sono le persone dalle quali dovrei, anzi devo, mantenere le distanze. Nel momento in cui mi fornite una lista di queste persone, sarò ben lieto di fare queste attività.

  PRESIDENTE. Ce la porti lei, sindaco, questa lista. Noi comunque ce l'abbiamo. Se vuole, gliela diamo.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Se vuole, me la fa pervenire come atto ufficiale.

  PRESIDENTE. Vada al comune di cui è sindaco. L'ufficio elettorale non le vieterà l'accesso agli atti.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Se c'è questo atto, ne prenderò visione e farò tutte le attività di mia competenza. La Commissione deve stare tranquilla su quest'attività che vado a fare, anche perché chi mi conosce sa come opero e sa qual è l'impegno verso la mia comunità, che difende sempre quelle attività lecite che possono dare veramente sviluppo alla nostra comunità. Va bene? Mi potete accusare di tutto – non solo voi, ma anche l'opinione pubblica e la stampa – ma non che abbia mai condiviso alcun reato con chicchessia. Ritengo di essere una persona perbene e mi propongo a voi per quello che sono. Faccio tutto quello che è nel mio potere di fare. Bisogna, però, operare non con luoghi comuni, ma veramente con la massima condivisione e anche con il massimo rapporto istituzionale. Il sindaco non è altro che una ramificazione di questo Stato, onorevole presidente.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, è il primo.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Credo che sia il presidio della Costituzione sul territorio. Per quello che le ho detto prima ritengo che il sindaco, se lo si ritiene, debba essere una persona degna di poter rappresentare quella comunità e di poterle dare quell'indicazione che lei, giustamente, ci ha dato, ma anche la fiducia affinché queste attività vengano portate avanti. Quindi, oggi a casa e domani al consiglio comunale vorrei portare anche la vostra fiducia in questi termini, fermo restando quello che ci siamo detti.

  PRESIDENTE. Il messaggio che può portare domani, quando giura, è questo: «Ieri sono stato audito in Commissione e la Commissione mi ha chiesto di fare il sindaco a Platì combattendo la ’ndrangheta». Questa è la frase che l'autorizziamo a dire, non un'altra.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. E voi sarete a sostegno di questa attività, ritengo.

  PRESIDENTE. Se sarà contro la ’ndrangheta, sì.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Per quanto riguarda il contesto, ne abbiamo discusso in modo approfondito. Per quanto riguarda gli amministratori, praticamente mi si diceva che all'interno dell'amministrazione ci sono persone che sono state attenzionate dalle varie relazioni, che sicuramente, come lei mi dice, mi troverò negli atti degli scioglimenti. Sarà mia cura andare a sviscerare e verificare tali nominativi all'interno e fare un'attività che possa essere permeante rispetto a queste persone. Pag. 30 Più di questo non so cosa dirle. Ritengo un'altra cosa, onorevole presidente, ossia che la mia figura sia stata, sotto l'aspetto anche dell'opinione pubblica, un po’ calpestata, non per volere di questa Commissione, ma perché magari talune dichiarazioni sono state messe lì giusto per presupporre la penalizzazione di una persona che opera per il bene. Penso che questa sia una cosa che nessuna persona di questo Stato, di questa Repubblica, può condividere. So che è superfluo, ma lascio alla presidenza anche il mio curriculum vitae, giusto perché possa dare un'occhiata alla mia attività, sia politica, sia sindacale, di cui sono veramente fiero. Penso che ci debba essere anche un'inversione di rotta, non nei confronti del sindaco di Platì, ma nei confronti di tutte quelle persone che si mettono in gioco anche a rischio di poter sbagliare, a volte. Lo fanno perché tengono alla comunità e al ritorno della democrazia. Sbaglia chi ritiene che il commissariamento possa essere la panacea di tutti i mali. Il commissariamento è una democrazia sospesa. È una democrazia che alla fine si ripercuote anche sull'andamento sociale – mi rivolgo all'onorevole Costantino – perché crea flussi contrari alla possibilità di uno sviluppo sociale. Nel momento in cui non c'è una fiducia nei confronti del comune, dell'istituzione vicina ai cittadini, questa sfiducia si ripercuote in tutti gli ambiti sulle ramificazioni dello Stato. Come ho evidenziato prima, ho delle aree scoperte, onorevole Bindi. Se posso andare a usufruire anche dei supporti degli uffici di prefettura per coprire queste aree, credo che ciò possa essere per me di notevole aiuto, sia per quanto riguarda le professionalità che potranno essermi affiancate per riuscire ad avere un'azione amministrativa più efficace, sia per una questione anche di tranquillità di tutti noi.

  PRESIDENTE. Sindaco, su questo punto può sicuramente contare non solo e non tanto sulla Commissione, quanto sulla prefettura di Reggio Calabria, nei confronti della quale la Commissione farà sicuramente la sua parte. Può contare anche su questa Commissione. Stiamo lavorando proprio al tema dello scioglimento dei comuni, perché riteniamo che in alcune situazioni, in alcune realtà, sia necessario anche rivedere la legislazione. Anche noi riteniamo un atto grave lo scioglimento, ma la patologia non è lo scioglimento. La patologia è data dalle cause per cui si arriva allo scioglimento. Se non si rimuovono le cause, poi non si può parlare male dello scioglimento e dello Stato. Lei, in questa sua sindacatura, ha la possibilità – e deve essere aiutato – se vuole rimuovere le cause principali che tengono Platì in difficoltà (sa quali sono) e combattere la ’ndrangheta, di poter usufruire dentro il comune di personale affidabile e competente, in grado di aiutarla. È giusto che lo Stato, attraverso la prefettura, l'aiuti, proprio perché il problema non è il commissariamento. Il problema sono le cause del commissariamento. Ritenere che sia sempre e comunque lo Stato che fa del male è un'assoluzione quantomeno indotta delle mafie. Anche io posso leggere la storia italiana come una storia nella quale una parte del Paese è stata abbandonata, ma, quando si fa quest'affermazione, la si deve fare con molta nettezza, senza ambiguità, perché finisce per essere un'affermazione che accusa lo Stato e assolve la mafia. Invece, lo Stato deve fare la sua parte, ma la mafia va condannata. Quindi, il problema non viene dallo scioglimento e dal commissariamento. Il problema viene dalle cause, che spesso non può rimuovere neanche il commissario, mentre la politica, se vuole, può farlo, naturalmente aiutata e accompagnata per raggiungere quel tipo di obiettivo. Questo è il punto.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Condivido appieno il suo intervento, ma ritengo anche che debba essere fatta un'attività di prevenzione rispetto a quella dello scioglimento del consiglio comunale.

  PRESIDENTE. Certo, sì, assolutamente. Si tratta di rimuovere le cause. Siamo d'accordo. Questo è il suo compito, sindaco.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Onorevole presidente, qualora questo non venisse Pag. 31 fatto, ci ritroveremmo in una situazione di democrazia che non esiste.

  PRESIDENTE. Siamo d'accordo, sindaco. Siamo d'accordo. Siamo d'accordissimo.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Onorevole Bindi, mi scusi, mi perdoni, ma è anche giusto e doveroso da parte nostra andare incontro alle esigenze dei cittadini di avere una rappresentanza democraticamente eletta. Onorevole, lei sorride...

  PRESIDENTE. Nessuno lo nega, sindaco.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Abbiamo detto prima che la criminalità va combattuta con ogni mezzo, ma, al pari della criminalità che va combattuta con ogni mezzo, ieri un mio concittadino mi ha fatto un passaggio: «Negli anni Settanta, quando abbiamo avuto l'alluvione ed è venuto un Presidente del Consiglio – non ricordo adesso il nome – c'è stato questo passaggio: mentre nelle fabbriche dell'Emilia-Romagna la Perugina aveva istituito gli asili nido per consentire alle lavoratrici di poter allattare i propri bambini durante il lavoro, a Platì ancora oggi asili nido non esistono». Non dico questo perché voglio ribaltare la frittata. Noi siamo lo Stato e il sindaco non può essere contro lo Stato. Tuttavia, il sindaco e il comune possono andare a rivendicare i diritti di una comunità. Quando vado a evidenziare che c'è una carenza di servizi e che c'è una carenza di strutture, a quel punto devo essere sostenuto a realizzare questi, naturalmente ponendo in essere tutte le attività che possono garantire la realizzazione degli stessi. A tal fine, naturalmente, mi debbo rivolgere alle varie ramificazioni dello Stato che, in ogni caso, penso e ritengo sia giusto e doveroso che diano sostegno all'amministrazione.

  PRESIDENTE. Assolutamente sì, sindaco. È esattamente quello che ho detto – e qui chiudiamo con le mie conclusioni – ossia che lo Stato la deve accompagnare e che la prefettura le deve dare tutto il sostegno, ma lei deve aiutare la sua comunità a non accusare lo Stato e a non assolvere la mafia. Lo Stato va assolutamente sollecitato. La Calabria ha gli stessi diritti del Trentino in questo Paese. I calabresi sono cittadini italiani a pieno titolo e i cittadini di Platì come tutti gli altri. Tuttavia, se c'è questa situazione, è in parte responsabilità di una politica che non ha mai posto al centro la questione meridionale e l'unità vera del Paese. Sono d'accordo con lei e sono disposta a prendermi la mia parte di responsabilità. L'altra causa di tutto questo, però, quella che va rimossa, e che è il motivo per il quale non ci sono gli asili nido, non è solo perché non ci sono i finanziamenti, ma è perché la ’ndrangheta impedisce anche di fare gli asili nido, in quanto lavora per tenere quella terra in un sottosviluppo e in un ricatto. Ecco perché riteniamo che, per fare il sindaco di Platì si debba combattere la ’ndrangheta. Il messaggio che può portare domani è questo: «La Commissione antimafia mi ha ricevuto. Sarà al mio fianco perché le istituzioni mi accompagnino nella mia opera, ma il primo compito che ho a Platì, per rappresentare i 2 mila cittadini che hanno votato, è di combattere la ’ndrangheta, che è il primo nemico di questa comunità». Se fa quest'affermazione, avrà il nostro aiuto. Se non la fa e continueremo a giocare sull'ambiguità come quella della manifestazione contro il sottosegretario Minniti, mi dispiace, ma... Basta. Ci siamo già capiti.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. C'è la libertà di manifestare.

  PRESIDENTE. Di manifestare sì. C'è la libertà di tutto, sindaco, c'è la libertà di manifestare, ma non c'è la libertà di stravolgere. Sindaco, non le ridò la parola.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Se non mi ridà la parola, me ne vado.

  PRESIDENTE. Scusi un attimo. Si sieda e mi faccia terminare.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. No, se non mi ridà la parola, me ne vado, Pag. 32perché non è così che si trattano le persone.

  PRESIDENTE. Ascolti. Si metta seduto. Conosco i calabresi. La libertà di manifestazione, come tutte le libertà della Costituzione, ha le sue regole.

  ROSARIO SERGI, sindaco di Platì. Noi abbiamo ottemperato a tutte le regole.

  PRESIDENTE. Voi avete ottemperato a tutte le regole, ma c'è anche la libertà di valutare la manifestazione. In quella manifestazione, torno a dirle, voi avete giocato contro una frase del sottosegretario Minniti per assolvere la presenza della ’ndrangheta nella vostra comunità. Dichiaro conclusa l'audizione.

Sui lavori della Commissione.

  PRESIDENTE. Comunico che la riunione dell'ufficio di presidenza, già prevista per oggi, è rinviata a domani, giovedì 23 giugno 2016.

  La seduta termina alle 17.