XVII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 10 di Martedì 21 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Guglielmo , Presidente ... 2 

Audizione, nell'ambito dell'esame, in sede di atti dell'Unione europea, della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final) (COM(2016) 52 final e allegati), della Viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Epifani Guglielmo , Presidente ... 2 ,
Bellanova Teresa (PD) , Viceministra dello sviluppo economico ... 2 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 5 ,
Vico Ludovico (PD)  ... 5 ,
Becattini Lorenzo (PD)  ... 6 ,
Crippa Davide (M5S)  ... 6 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 7 ,
Bellanova Teresa (PD) , Viceministra dello sviluppo economico ... 7 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 7

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia alle 12.40.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, nell'ambito dell'esame, in sede di atti dell'Unione europea, della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final) (COM(2016) 52 final e allegati), della Viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione, nell'ambito dell'esame, in sede di atti dell'Unione europea, della Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final) (COM(2016) 52 final e allegati), della Viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova.
  Do la parola all'onorevole Bellanova.

  TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Colleghe e colleghi, sono lieta che il dibattito sul Regolamento sicurezza degli approvvigionamenti gas sia stato organizzato con tanta rapidità, accogliendo il nostro invito, al fine di rendere più proficuo il rapporto tra Governo e Parlamento sin dalla fase ascendente del diritto comunitario.
  Vorrei preliminarmente ricordare che, nonostante le politiche italiane di incentivazione delle fonti rinnovabili, che hanno consentito al nostro Paese di raggiungere con sei anni di anticipo il target del 17 per cento previsto dall'Unione europea al 2020 e che continueranno a dare luogo a ulteriori incrementi della generazione da fonte rinnovabile nel mix energetico nazionale, il gas resterà ancora per anni una fonte importante come ponte verso la futura economia decarbonizzata, come backup della forte variabilità della fonte rinnovabile e come carburante alternativo meno inquinante per i trasporti pesanti e marittimi. La sicurezza delle forniture è, quindi, un tema strategico in un Paese come il nostro, fortemente metanizzato nel settore domestico.
  A questo proposito, non dobbiamo dimenticare che l'attuale sistema italiano gas e i relativi piani di emergenza nazionali sono efficaci e gestiti dal Ministero dello sviluppo economico con pluriennale esperienza, come dimostrato dalla circostanza che la crisi del gas del 2006, del 2009 e del 2012 sono state gestite senza che la sicurezza della continuità delle forniture fosse messa a rischio. A cinque anni dall'adozione del Regolamento dell'Unione europea n. 994 del 2010, la sicurezza dell'approvvigionamento rimane comunque un tema estremamente centrale per l'Unione europea, Pag. 3 anche tenuto conto delle recenti tensioni tra Ucraina e Russia.
  Dopo le tensioni geopolitiche con la Russia, infatti, la Commissione ha chiesto agli Stati membri di effettuare uno stress test nell'estate 2014 sui propri sistemi nazionali, cercando di valutare l'impatto che avrebbe avuto un'interruzione prolungata delle forniture di gas russo, traendo come conclusione che un aumento della cooperazione tra gli Stati membri avrebbe ridotto il pericolo di black-out del gas per i Paesi maggiormente dipendenti dal gas russo e che hanno solamente quella via di approvvigionamento.
  La Commissione ha dato il via lo scorso anno a un processo di consultazione per individuare eventuali modifiche da apportare al Regolamento n. 994 del 2010 a valle del processo di consultazione scaturita l'attuale proposta di Regolamento.
  In particolare, il Regolamento propone un coordinamento più stretto a livello regionale con principi e standard fissati a livello di Unione europea. Gli Stati membri si trovano, pertanto, a cooperare da vicino all'interno delle regioni di appartenenza al fine di rendere un risk assessment regionale nonché un piano di prevenzione di emergenze regionali, tutti da sottoporre a revisione e approvazione della Commissione.
  La proposta di Regolamento, inoltre, rafforza le misure in tema di standard di fornitura nei confronti dei clienti protetti, in particolare i domestici, e di standard infrastrutturali; consente la capacità permanente bidirezionale; propone l'introduzione di misure addizionali di trasparenza sui contratti di fornitura di gas in caso in cui tali contratti possano influire sull'approvvigionamento dell'Unione europea.
  Durante il negoziato che si è fin qui svolto nel gruppo di esperti energia del Consiglio, i Paesi baltici (Estonia, Lituania, Lettonia) insieme alla Polonia hanno dato supporto di massima al testo della Commissione, anche se una vera e propria posizione a favore della proposta non si è definita visti i molti aspetti da valutare in maniera più approfondita.
  Un importante gruppo di Stati membri, tra cui il nostro, ritiene invece che la Commissione adotti un approccio troppo rigido e difficilmente applicabile. Questi Stati membri (Austria, Belgio, Francia, Germania e Italia) hanno finalizzato e congiuntamente presentato alla Presidenza un non paper in cui sono analizzate le criticità della proposta della Commissione e fornite alcune proposte di modifica al testo.
  La Presidenza olandese ha preso atto dell'esistenza di questo dissenso e, dopo aver chiesto un confronto con gli Stati membri firmatari del non paper, ha chiesto a questi di redigere una proposta di Regolamento, su cui si sta attivamente e congiuntamente lavorando.
  Nel frattempo, al fine di far crescere il consenso sul testo alternativo, gli Stati membri del non paper stanno divulgando le loro proposte agli altri Stati membri, partendo da quelli più aperti al compromesso. Anche la Commissione nell'ultimo periodo si è confrontata con gli Stati membri con una buona disposizione al dialogo e ponendo l'attenzione sul tema delle misure da attuare in caso di particolare emergenza.
  Si segnalano poi diversi incontri tenutesi a Bruxelles tra parlamentari europei ed esperti nazionali degli Stati membri firmatari del non paper volti ad approfondire la posizione congiunta di questi Paesi. Tra questi incontri, si cita quello tra i parlamentari di area popolare europea e liberale, in cui il relatore, Buzek, ha proposto ulteriori modifiche alla proposta della Commissione.
  Gli Stati membri i firmatari del non paper hanno apprezzato e commentato il contributo offerto al dibattito sottolineando i punti di convergenza, tra i quali si segnalano ad esempio l'introduzione del concetto di corridoio di approvvigionamento di emergenza; l'esplicita citazione nel Regolamento delle implicazioni che una crisi del sistema gas può avere nel sistema elettrico; la necessità di indicare più dettagliatamente come dovrebbero attuarsi i meccanismi di solidarietà e quella di sottolineare che debba essere una misura di ultima istanza. Pag. 4
  Si è ritenuto, però, di precisare anche le significative divergenze rispetto al documento del relatore, riguardanti in particolare la necessità di definire regioni su base geografica rigida, che di certo non è il modo più efficace per affrontare situazioni impreviste di crisi nonché la ridotta flessibilità che ogni Stato membro può esercitare nella definizione dei clienti protetti sia in caso di emergenza nazionale sia in caso di richiesta di solidarietà. I punti fondamentali di dissenso sul testo della Commissione sono i seguenti: cooperazione regionale; misure di solidarietà tra Stati membri in caso di emergenza; ruoli e responsabilità; trasparenza e scambio di informazione sui contratti di importazione.
  Quello della cooperazione regionale è un aspetto centrale della proposta della Commissione ed è lo strumento per garantire efficacia alla misura. Per questo motivo, pensiamo che sia essenziale stabilire una struttura regionale che sia efficace ed efficiente. La proposta della Commissione prevede ambiti regionali su base geografica rigida che non consideriamo utili allo scopo. L'Italia non risulterebbe, ad esempio, connessa con Germania e Francia in quanto il gasdotto che attraversa la Svizzera non sarebbe considerato esistente.
  Proponiamo, in alternativa, di redigere scenari di rischio e piani nazionali di emergenza legati a possibili eventi negativi a carico di una specifica infrastruttura, ad esempio nel caso di un'interruzione del gas russo attraverso l'Ucraina analizzare come barriere ebbero i flussi fisici del gas nelle reti europei a valle, e quali misure di emergenza potrebbero essere adottate per ridurre l'impatto della mancanza di gas. In questo modo, verrebbero stabilite le misure regionali da inserire poi nei piani nazionali di emergenza degli Stati membri coinvolti a catena dall'evento o dalle contromisure adottate. L'inclusione nei piani nazionali delle misure regionali ne garantirebbe l'obbligatorietà. Per fare questo, sarà essenziale la collaborazione con i gestori di rete nazionali e con la loro associazione a livello europeo, ENTSOG (European Network of Transmission System Operators for Gas) demandando a loro il compito di individuare, insieme alla Commissione e agli Stati membri, su ciascuna infrastrutture i rischi possibili e le misure per farvi fronte.
  Poiché la sicurezza degli approvvigionamenti fa capo ai Governi nazionali, saranno questi ultimi che nei rispettivi piani nazionali di emergenza introdurranno le misure per far fronte a ciascuna situazione di rischio regionale individuata sulle infrastrutture che li riguardano. Ciò consentirà anche di dare certezza circa l'applicazione delle misure stesse e di chiarire le responsabilità.
  Quanto alle misure di solidarietà tra Stati membri in caso di emergenza, il Governo italiano sostiene in tutti i campi l'applicazione del principio di solidarietà, principio fondante dell'Unione europea. Per rendere effettiva la solidarietà e assicurare che tutti facciano la propria parte, occorre tener fermo il principio secondo cui la responsabilità delle azioni deve far capo ai Governi nazionali con i piani di emergenza concordati a livello regionale.
  Circa le misure da attivare per far fronte a situazioni di crisi, la proposta di Regolamento prevede sostanzialmente misure di taglio della domanda degli Stati membri, tenuti ad attuare misure di solidarietà verso altri Stati membri in emergenza.
  L'Italia suggerisce, invece, di attivare prioritariamente misure di incremento dell'offerta, quali l'istituzione ex ante di fornitori di ultima istanza che intervengano in caso di emergenza. Si tratterebbe di imprese individuate ex ante, disponibili in caso di interruzione a fornire volumi di gas aggiuntivi al sistema, ad esempio mediante contratti di fornitura spot via tubo o GNL dall'estero, l'utilizzo condiviso degli stoccaggi di mercato e di quelli strategici. L'Italia potrebbe mettere a disposizione di altri Stati membri il proprio stoccaggio strategico, l'uso coordinato a livello regionale delle capacità dei terminali di rigassificazione di GNL oggi sottoutilizzati.
  Solo qualora queste misure non diano gli effetti desiderati, si potrebbe ricorrere al taglio della domanda, che comunque non dovrebbe mai interessare nei Paesi come Pag. 5l'Italia, fortemente indipendenti dalla generazione elettrica, da centrali alimentate a gas naturale, le centrali identificate dal gestore della rete elettrica quali centrali essenziali al mantenimento in funzione del sistema elettrico nazionale. A fronte di qualsiasi misura di solidarietà, va comunque stabilito il giusto corrispettivo che il Paese richiedente sarà tenuto a pagare.
  L'equilibrio tra ruoli e responsabilità riguardanti la sicurezza degli approvvigionamenti di gas naturale attualmente in vigore è considerato adeguato. Non si reputa necessario aumentare le prerogative di controllo della Commissione europea sui piani nazionali. L'equilibrio tra la necessità di trasparenza e la confidenzialità dei dati commerciali è essenziale in questa proposta di Regolamento. Tale equilibrio va in primo luogo trovato individuando con chiarezza le informazioni indispensabili per garantire la sicurezza degli approvvigionamenti, evitando appesantimenti amministrativi per le imprese e la duplicazione delle informazioni richieste sulla base di altri strumenti normativi, ad esempio REMIT (Regolamento sull'integrità e la trasparenza dei mercati energetici all'ingrosso).
  Riteniamo, inoltre, non si possa e non si debba chiedere agli importatori di gas di divulgare informazioni di carattere strategico riguardanti i loro contratti. Non si ritiene opportuno, per esempio, chiedere agli importatori le quantità minime importabili a livello annuale, mensile e giornaliero, i cosiddetti valori take or pay, che hanno valore commerciale, mentre bisognerebbe eventualmente chiedere i valori della flessibilità dei contratti, che mostrano la possibilità o meno di aumentare e di quanto l’import giornaliero o mensile in caso di necessità da parte dell'importatore.
  Il Parlamento europeo, Commissione ITRE (Commissione per l'industria, la ricerca e l'energia), ha iniziato l'esame del dossier e dovrebbe fornire il parere nel mese di ottobre. Si prevede che la chiusura del dossier a livello di Consiglio possa avvenire sotto la prossima Presidenza slovacca. Nei prossimi mesi, contiamo di continuare il negoziato sulle direttrici che ho tracciato, puntando in primo luogo a convincere sia gli Stati membri, che sino a oggi non hanno aderito alle nostre proposte, sia la Commissione, la quale pur mostrando interesse manifesta delle perplessità riguardo alla struttura da noi proposta. Tale struttura non diminuisce la sicurezza per gli Stati più a rischio, ma al contrario la migliora, garantendo efficacia delle misure sia sotto l'aspetto dell'individuazione ex ante dei possibili rischi e dei possibili rimedi, sia sotto quello dell'obbligatorietà delle misure rese vincolanti mediante inserimento nei piani nazionali degli Stati membri, che restano comunque i soggetti tenuti a garantire la sicurezza delle forniture per i cittadini e per le imprese. Vi consegnerei anche un documento che è stato elaborato dalla nostra direzione. Lo depositerei agli atti, oltre a comunicare, come non ho fatto all'inizio, di essere assistita dal dottor Gilberto Dialuce, direttore generale, e dalla dottoressa Liliana Panei.

  PRESIDENTE. Ringraziamo la Viceministra Bellanova e salutiamo la dottoressa Panei e l'ingegnere Dialuce.
  Distribuiremo la documentazione depositata a tutti i commissari.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LUDOVICO VICO. Condivido assolutamente la relazione che ci ha sottoposto l'onorevole Viceministra Bellanova.
  Come ho già detto nella più recente audizione con l'Autorità per l'energia elettrica il gas e il sistema idrico, nella cui memoria ci veniva sottoposto anche il rischio della possibile eliminazione dello stoccaggio strategico a proposito di una serie di emendamenti che il relatore del provvedimento aveva posto in sede di Consiglio, sento il bisogno di reiterare la mia di posizione. Lo stoccaggio è strategico, è uno degli elementi indispensabili ai fini del processo di solidarietà che il Governo ci sta sottoponendo con il documento in esame, in cui sono evidenziati elementi di solidarietà, in particolare nelle difficoltà segnalate dalla Viceministra per quanto riguarda Pag. 6la Svizzera. Aggiungerei che, relativamente a quell'orientamento di suddividere per regioni gli Stati membri in ordine al principio di solidarietà e all'interconnessione, mi era nata spontanea la battuta che averci collocato con l'Austria e con l'Ungheria facesse tornare dal punto di vista storico un'idea austro-ungarica che abbiamo superato il 17 marzo 1861. Era solo una battuta per dire che non solo quel tipo di collocazione, ma anche la necessità dell'interconnessione europea è fondamentale sia dal punto di vista del sistema delle reti sia anche del principio di solidarietà.

  LORENZO BECATTINI. Anch'io ringrazio la Viceministra per la relazione e anche per il senso delle dichiarazioni che ha rilasciato in questa sede, l'approccio nei confronti di questo tema così delicato, che origina da una seria preoccupazione dei nostri rapporti di approvvigionamento con la Russia. È stato ricordato che nell'ultimo decennio vi è stata più di una crisi, più di un momento difficile. Peraltro, in un caso si combinò anche una sorta di tempesta perfetta, perché avemmo una crisi di approvvigionamento con la Russia anche per i problemi con l'Ucraina, ma capitò anche che in un inverno freddo vi fossero problemi di approvvigionamento con il gasdotto che proveniva, che proviene dal deserto dell'Algeria, quello per intendersi che arriva a Mazara del Vallo. Ci fu poi la concomitanza della rottura del rigassificatore nell'alto Adriatico. Più elementi si crearono per avere qualche giornata di preoccupazione proprio dal punto di vista delle forniture. Siccome la natura di questo provvedimento è quella di regolare le situazioni difficili, la questione che pongo, approfittando anche della presenza dell'ingegnere Dialuce, è questa. Sullo stoccaggio mi sembra che la realtà italiana sia molto più avanzata rispetto ad altri Stati europei. Sia con Stogit sia con Edison abbiamo 5 miliardi di riserve strategiche e, se non vado errato, una decina di miliardi di riserve che vengono utilizzate, e lo sono sempre più con un rendimento anche diverso dal punto di vista economico e finanziario sulla base del venir meno dei contratti take or pay.
  Non mi sembra – ma vorrei avere la certezza di quello che sto dicendo – che vi sia analoga consapevolezza dal punto di vista dell'investimento sugli stoccaggi in altri Stati dell'Unione europea. Noi li abbiamo fatti e siamo stati avvantaggiati anche da un fatto, e cioè che stocchiamo in quelle realtà che erano cavità dove si è estratto il gas: adesso ce lo rimettiamo, e quindi siamo un po’ avvantaggiati, ma sono stati fatti investimenti consistenti. Avrei immaginato che in una politica sulla sicurezza, che si basa sulla capacità di affrontare problemi derivanti da una crisi con la Russia massimamente, vi fosse stata una proposta più coraggiosa dal punto di vista dell'Unione europea su una gestione complessiva e unitaria del tema degli stoccaggi, senza che dobbiamo essere fornitori per gli altri in caso di crisi. Può darsi che mi sia sfuggito questo tema, e forse non ho i dati sotto mano, ma mi sembra di ricordare che non tutti gli Stati hanno fatto gli investimenti che abbiamo fatto noi.
  In un ridisegno generale, forse un tema che l'Unione europea potrebbe affrontare in modo un più forte e determinato è quello di spingere anche altri Stati ad avere delle riserve strategiche che superino il miliardo di metri cubi almeno. Noi un po’ di più ce li abbiamo. Era questa la considerazione, che naturalmente sottopongo alla Viceministra Bellanova per avere una sua opinione al riguardo.

  DAVIDE CRIPPA. Ringrazio la Viceministra Bellanova. Leggeremo la documentazione che ha lasciato agli atti per comprendere meglio quali siano le situazioni che sono state valutate più nel dettaglio.
  Ho notato che nel discorso che ha fatto poc'anzi ha sottolineato l'essenzialità della fornitura del gas, che rappresenta un vettore per la produzione di energia elettrica. Avete ben chiaro, quindi, quel comma che oggi recita della possibilità di interrompere le forniture di gas anche alle aziende termoelettriche.
  Il dubbio che mi viene riguarda la ragione e quale sia il grado di informazione a livello europeo dove questa situazione dovrebbe essere ben nota. Nella modalità secondo cui si va verso una transizione, Pag. 7verso il vettore elettrico, con il relativo spostamento di alcuni consumi essenziali, come quelli del riscaldamento, questi ultimi possono essere soddisfatti dal vettore elettrico: come mai questo non è neanche lontanamente contemplata all'interno del documento che oggi abbiamo in consultazione? Su questo tema c'è qualche informazione in più a livello di scambio tra Paesi?
  Peraltro, la penetrazione del vettore elettrico sembra in alcune realtà, come quella francese, ben oltre. Anche se è vero che loro hanno una produzione nucleare di un certo livello, dal momento che c'è ancora questo meccanismo di transizione verso la produzione di energia elettrica da gas, vorremmo capire in che modo la Commissione europea si è orientata e quali sono le azioni del Governo italiano per cercare di spostare almeno il punto di vista che anche lei citava poc'anzi relativo all'essenzialità di alcune produzioni energetiche.
  Concludo con una considerazione generale sulla questione dell'approvvigionamento e delle infrastrutture. Ho sempre il dubbio che, aumentando sempre più la disponibilità di alcune infrastrutture, si arriverà sempre a un intervento statale di sussistenza delle infrastrutture stesse. Oggi, quella che veniva citata come non pervenuta dell'infrastruttura gas che proviene dalla Svizzera sembra avere, dati alla mano, un periodo di fruizione molto basso, anche per una questione di logiche di mercato.
  Vorremmo comprendere se queste necessità di diversificare il più possibile e avere punti di approdo e di fornitura di gas non si riveleranno poi dei boomerang dal punto di vista della sostenibilità finanziaria degli investimenti. In realtà, si seguirà sempre e solo una logica di mercato, per cui in alcuni momenti, se non ci saranno criticità dal punto di vista politico e di gestione, si seguirà meramente la logica del mercato. Quelle infrastrutture saranno fuori mercato, e quindi chiederanno quel regime di strategicità, che poi verrà riversato come oneri sulle spalle dei consumatori. Il dubbio è che l'investimento non sia a ritorno garantito, in quanto i flussi dipendono da ragioni che seguono tipiche logiche di mercato.

  PRESIDENTE. Do la parola alla Viceministra Bellanova per la replica.

  TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Alcuni Stati membri ritengono che avere uno stoccaggio strategico rappresenti un costo eccessivo. L'Italia ha circa 5 miliardi di metri cubi di stoccaggio strategico. Intendiamo mantenerlo, perché è necessario. Non ci si può affidare, in caso di emergenza, solo a misure di mercato. Non tutti gli Stati dell'Unione europea hanno stoccaggi di gas. La Commissione europea ha adottato una comunicazione sull'uso coordinato degli stoccaggi commerciali. Lo stoccaggio italiano può essere usato come misura di solidarietà in caso di crisi. In tal caso, appunto, gli Stati membri che lo ricevono dovranno pagare secondo accordi presi in anticipo. La Commissione ha nella sua proposta inteso proteggere solo i consumatori domestici di gas, non ha indicato la protezione del sistema elettrico. È un errore, e lo abbiamo segnalato. Ha chiesto che sia incluso anche il Parlamento europeo.
  Vi è necessità diversificare. Dipendiamo per il 44 per cento dal gas russo, e in alcuni giorni d'inverno arriviamo al 68 per cento. I nostri gasdotti, quali il TAP, non vengono pagati dal sistema gas nazionale, ma dagli importatori. Bisogna anche considerare che l'Italia può utilizzare la sua rete anche per fare transito di gas da sud verso il centro dell'Europa.
  Ho concluso. Grazie a tutti.

  PRESIDENTE. Ringrazio la Viceministra Bellanova.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.10.

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