XVII Legislatura

Commissioni Riunite (VIII e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Martedì 14 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 

Audizione, nell'ambito dell'esame, in sede di atti dell'Unione europea, della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia dell'Unione europea in materia di riscaldamento e raffreddamento (COM(2016) 51 final) della Viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Epifani Guglielmo , Presidente ... 3 ,
Bellanova Teresa (PD) , Viceministra dello sviluppo economico ... 3 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 5 ,
Vallascas Andrea (M5S)  ... 5 ,
Realacci Ermete (PD) , Presidente dell'VIII Commissione ... 5 ,
Crippa Davide (M5S)  ... 6 ,
Bellanova Teresa (PD) , viceministra dello sviluppo economico ... 7 ,
Crippa Davide (M5S)  ... 7 ,
Bellanova Teresa (PD) , Viceministra dello sviluppo economico ... 7 ,
Crippa Davide (M5S)  ... 7 ,
Bellanova Teresa (PD) , viceministra dello sviluppo economico ... 7 ,
Crippa Davide (M5S)  ... 7 ,
Benamati Gianluca (PD)  ... 7 ,
Vico Ludovico (PD)  ... 9 ,
Borghi Enrico (PD)  ... 9 ,
Bargero Cristina (PD)  ... 10 ,
Bellanova Teresa (PD) , viceministra dello sviluppo economico ... 11 ,
Epifani Guglielmo , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Documentazione consegnata dalla Viceministra ... 13

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà- Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale-Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI-IDEA (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI-IDEA;
Misto-FARE! - Pri: Misto-FARE! - Pri;
Misto-Movimento PPA-Moderati: Misto-M.PPA-Mod.

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
DELLA X COMMISSIONE
GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia alle 11.05.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione, nell'ambito dell'esame, in sede di atti dell'Unione europea, della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia dell'Unione europea in materia di riscaldamento e raffreddamento (COM(2016) 51 final) della Viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento).

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, nell'ambito dell'esame, in sede di atti dell'Unione europea, della Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo e al Comitato delle regioni – Una strategia dell'Unione europea in materia di riscaldamento e raffreddamento (COM(2016) 51 final), l'audizione della viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova. Saluto il presidente Realacci e do subito la parola alla viceministra Bellanova.

  TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Grazie, presidente.
  Vorrei preliminarmente notare che il documento che oggi viene preso in considerazione è una comunicazione della Commissione, che, in quanto tale, non presenta elementi vincolanti per gli Stati membri e si limita a tracciare una strategia per integrare l'efficienza di riscaldamento e raffreddamento nelle politiche energetiche, attualmente in revisione, dell'Unione europea.
  Rilevo subito che le premesse da cui parte la Commissione sono altamente condivisibili, in quanto il potenziale di efficienza energetica, non solo nel nostro Paese, ma in tutta Europa, è ampiamente superiore a quello attualmente sfruttato, soprattutto per quanto riguarda il settore civile. Tale circostanza era stata rilevata anche nella Strategia energetica nazionale e ha, quindi, dato luogo a una serie di misure, di cui riferirò poi, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi fissati per l'efficienza energetica al 2020.
  Nel 2014 il consumo di energia in Italia è stato pari a 113,5 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, con una riduzione del 4,3 per cento rispetto al 2013, confermando la tendenza alla diminuzione riscontrata a partire dal 2010. La riduzione dei consumi di energia, particolarmente significativa nel settore industriale, è stata determinata dal perdurare della crisi economica e dagli effetti delle politiche per la promozione dell'efficienza energetica. In particolare, il risparmio di energia conseguito grazie alle misure di efficienza energetica a partire dal 2005 è stimato in circa 9,8 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per anno.
  L'Italia ha fissato l'obiettivo indicativo di riduzione dei consumi di energia finale al 2020 in 15,5 megatep/anno, confermando il target previsto dalla Strategia energetica nazionale. Al fine di traguardare tali sfidanti obiettivi – l'Italia vanta già un'intensità energetica del 18 per cento rispetto alla media dell'Unione europea – sono stati introdotti nuovi strumenti per la promozione dell'efficienza energetica che integrano e rafforzano le misure esistenti.
  Tra le iniziative di maggior rilievo che vanno nella direzione tracciata dalla Comunicazione della Commissione oggi in esame e che incidono anche nel settore del riscaldamento e del raffrescamento vi è il programma di riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione centrale, per la cui realizzazione Pag. 4sono stati allocati 350 milioni di euro nel periodo 2014-2020. In quest'ambito, a seguito delle due call (ottobre 2014 e luglio 2015), sono stati presentati oltre 150 progetti, per circa 113 milioni di euro.
  Un impulso all'azione del Governo è stato determinato dall'attivazione della cabina di regia tra il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare per migliorare il coordinamento delle misure e degli interventi di efficienza energetica nella pubblica amministrazione.
  Vi è poi la costituzione del Fondo nazionale per l'efficienza energetica, con una dotazione di circa 75 milioni di euro l'anno. Il Fondo, di natura rotativa, è destinato a fornire garanzie e finanziamenti a tasso agevolato per la realizzazione di investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione e dell'edilizia residenziale popolare, per l'efficientamento dell'illuminazione pubblica e per la realizzazione di reti per il teleriscaldamento.
  Lo sviluppo del meccanismo dei certificati bianchi, volto a sostenere i progetti di efficienza energetica di maggiore dimensione nei settori industriale e delle infrastrutture, ha consentito nel 2014 l'emissione di circa 7,4 milioni di certificati bianchi.
  È prevista, poi, la proroga sino al 31 dicembre 2016 delle detrazioni fiscali al 65 per cento degli interventi di riqualificazione energetica degli immobili.
  Con riguardo alla revisione del meccanismo di incentivazione degli interventi di efficienza energetica nella pubblica amministrazione e degli impianti di produzione di energia termica da rinnovabili, denominato Conto termico, il provvedimento, operativo dal 31 maggio 2016, è finalizzato a favorire il massimo accesso alle risorse per imprese, famiglie e soggetti pubblici ed è stato elaborato tenendo conto degli esiti della consultazione pubblica chiusa il 28 febbraio 2015.
  L'emanazione del decreto che stabilisce i nuovi requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici nuovi e di quelli oggetto di ristrutturazioni importanti introduce una nuova metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici e getta le basi per la transizione verso gli edifici a energia quasi zero.
  È prevista, inoltre, l'allocazione di 350 milioni di euro (ex Fondo Kyoto) per il finanziamento a tasso agevolato (lo 0,25 per cento) di interventi di dimensioni anche importanti, fino a 2 milioni di euro, di riqualificazione energetica degli edifici pubblici adibiti all'istruzione scolastica e universitaria.
  Come previsto dal decreto legislativo n. 102 del 2014, di recepimento della direttiva sull'efficienza energetica, il GSE ha predisposto uno studio sul potenziale del teleriscaldamento efficiente, che ha messo in luce un potenziale tecnico stimato pari a 1,1 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio. Rispetto al calore erogato dal teleriscaldamento nel 2013, pari a 802.000 tep, è stato riscontrato un potenziale incremento da teleriscaldamento efficiente di 359.000 tep. A tale potenziale incremento contribuisce la produzione di calore basata sullo sfruttamento delle biomasse per 115.000 tep e lo sfruttamento della termovalorizzazione dei rifiuti per ulteriori 90.000 tep, essendo il resto relativo al gas naturale.
  Le direttive che la Commissione europea proporrà al Consiglio e al Parlamento europeo nei prossimi mesi andranno a incidere sui settori già aggrediti dalle misure nazionali. Dunque, si tratterà di vigilare durante la fase ascendente del negoziato in Consiglio e poi nei successivi triloghi con il Parlamento europeo che le direttive che ne risulteranno siano compatibili con la strategia nazionale e con la situazione del nostro settore civile e industriale.
  A questo fine il Ministero dello sviluppo economico ha già in corso frequenti contatti con le unità della Direzione generale dell'energia, che proporranno le iniziative legislative. In quest'ambito sarà dato adeguato rilievo alla necessità, per far decollare le iniziative, di un'iniezione di risorse pubbliche, che non dovranno dar luogo a contestazione della Commissione sotto il profilo degli aiuti di Stato. Pag. 5
  D'altra parte, la stessa comunicazione della Commissione rileva che una delle barriere fondamentali per attingere all'ulteriore potenziale è fin qui stata il finanziamento dei progetti. Sarà cura del Governo instaurare con questa Commissione parlamentare un proficuo scambio di opinioni durante la fase ascendente.
  Consentitemi, infine, di segnalare l'opportunità di focalizzare le prossime audizioni soprattutto sui dossier legislativi in negoziato presso il Consiglio. Sul Regolamento sicurezza e approvvigionamenti di gas, per esempio, questa Commissione, dopo aver ricevuto la prevista relazione dal Governo, ha già in corso audizioni degli stakeholder e degli enti governativi. Sarebbe molto utile giungere in tempi rapidi al parere al Governo, in quanto i negoziati procedono celermente e i ministri dell'energia si sono già espressi sul dossier nel Consiglio che ha avuto luogo a Lussemburgo il 6 giugno. Do sin d'ora la mia ampia disponibilità a calendarizzare tali ulteriori audizioni.
  Vorrei informare, infine, che sono accompagnata dal direttore generale, ingegner Gilberto Dialuce, e dal dottor Bonacci, che risponderanno a eventuali domande, ove fossero necessari ulteriori approfondimenti tecnici.

  PRESIDENTE. Grazie. Do quindi la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  ANDREA VALLASCAS. Interverrò molto brevemente, presidente. Ho una sola domanda da porre. Ritorno sempre sul tema, anche perché l'ha citato la viceministra, dell'attuazione dell'articolo 15 del decreto legislativo n. 102 del 2014. Ho già presentato sul tema due atti di sindacato ispettivo, nei quali chiedevo quando sarà emanato il decreto attuativo.
  Il ministero, nell'ultima risposta, risalente allo scorso mese di maggio, aveva comunicato che il decreto era stato inviato al MEF, al Ministero dell'ambiente e al Ministero delle infrastrutture e che entro breve tempo sarebbe stato emanato. Siamo a giugno e vorrei sapere quanto tempo dovremo aspettare per l'emanazione del decreto.

  ERMETE REALACCI, Presidente dell'VIII Commissione. Vorrei fare presente, sempre con riferimento alle norme vigenti, che occorrerebbe portare a regime, che c'è stato un fortissimo ritardo nell'emanazione delle norme sul Conto termico, che sarebbero dovute essere emanate nel dicembre del 2014 e sono state emanate con oltre un anno di ritardo. Nello Sblocca Italia era previsto che quelle norme potessero essere poi ulteriormente cambiate, se non fossero state in grado di operare in maniera efficiente. Volevo capire se ci sono già dei dati su quanto le nuove norme stanno operando.
  Come seconda questione, si parla di un coordinamento fra il Ministero dell'ambiente – ricordo che mettemmo anche noi in una norma la cabina di regia su queste questioni – e il Ministero dello sviluppo economico. In realtà, per quanto riguarda questa materia sarebbe importante un coordinamento molto forte anche con il Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, perché una parte importante dell'azione economica, anche ai fini della produzione di occupazione sulla questione del riscaldamento e del raffrescamento, è legata all'edilizia. Quindi, è legata alla partita Ecobonus e anche alla partita dell'efficienza energetica negli edifici pubblici.
  Su questo mi sembra, però, che si proceda per leggi e per amministrazioni che non dialogano molto tra di loro. Da questo punto di vista vorrei capire se su questo c'è un lavoro, perché quello è il punto chiave anche per rilanciare un settore ad alta intensità occupazionale come l'edilizia.
  Passo all'ultima questione. C'è un problema molto serio che riguarda l'operatività effettiva dei comuni in questa materia. Ho infiniti esempi, ma sono sicuro che i colleghi ne abbiano anche più di me. Anche quando si è di fronte a misure che palesemente si possono ripagare nel giro di pochi anni, con il differenziale che c'è fra mancata spesa e investimento necessario, poiché i comuni hanno ancora dei limiti di bilancio notevoli, non possono attivare il primo anno queste misure. Bisogna capire Pag. 6se c'è un ragionamento già in corso all'interno del Governo per capire come si possa eliminare questo genere di vincolo.
  Banalmente, ci sono misure di risparmio energetico che riguardano l'illuminazione pubblica o il riscaldamento e raffrescamento degli edifici, che magari hanno dei tempi di rientro nel giro di cinque, sei o sette anni, ma che il primo anno richiedono un investimento. I comuni che non hanno più capacità di investimento per aver raggiunto i limiti di indebitamento non possono avviare queste misure. Vorrei capire se su questo tema c'è già una riflessione in atto, altrimenti alcune delle misure prese non possono essere utilizzate in modo efficace.

  DAVIDE CRIPPA. Ringrazio la viceministra e i rappresentanti del ministero che lo accompagnano. Volevo svolgere alcune considerazioni sull'esempio che la pubblica amministrazione non sta dando.
  Alla luce di quanto ci raccontava la viceministra, mi sembra che, per esempio, anche il decreto ministeriale che prevede l'efficientamento degli edifici della pubblica amministrazione centrale non sia stato ancora emanato e che, quindi, non siano state messe in campo delle misure reali rispetto ai due anni che erano stati indicati come scadenza entro cui rendere operativo questo strumento.
  Ogni volta ci viene detto che il decreto è in fase di emanazione, anche in questo caso. Ritengo sia importante cercare di dare un segnale di efficienza e un esempio da poter perseguire anche a livello di amministrazioni decentrate. Se l'amministrazione centrale ci mette due anni per emanare un decreto, credo che qualcosa non stia funzionando anche nell'ambito degli obiettivi che sono stati individuati.
  Aggiungo alla domanda che ha fatto il collega Vallascas anche quella sull'efficientamento del 3 per cento degli edifici della pubblica amministrazione centrale. A che punto siamo? Era stata istituita anche qui una cabina di regia. Vorremmo comprendere quali sono gli interventi concreti previsti e il cronoprogramma entro cui vedremo realizzati almeno alcuni di questi investimenti.
  Lei citava poco fa, viceministro, i 75 milioni di euro destinati ad una serie di operazioni che vanno dal teleriscaldamento all'efficientamento della pubblica illuminazione, all'efficientamento energetico degli edifici di una serie di amministrazioni centrali. Settantacinque milioni di euro mi sembrano una cifra alquanto ridicola per poter pensare di mettere in piedi veramente una politica energetica, ma soprattutto una politica industriale associata a quella energetica.
  Vorrei provare, per una volta, visto che ci troviamo all'interno della Commissione Attività produttive, a ricordare che questi tipi di linee, se riuscissimo a programmare con tempi certi, genererebbero, da un lato, un'applicazione immediata di maestranze per l'esecuzione delle opere e, dall'altro, anche filiere produttive in grado di realizzare quei componenti da installare.
  Pochi mesi fa c'è stato l'accordo di Parigi. Lei oggi ci viene a raccontare degli obiettivi rispetto alla SEN (Strategia energetica nazionale). Vorrei comprendere se il Ministero dello sviluppo economico ha messo in piedi un gruppo di lavoro per adeguare la SEN a quelli che sono stati gli obiettivi individuati a Parigi. Così come già era stata concepita la SEN, con il rilancio delle trivellazioni e l'utilizzo, che peraltro anche lei ha sottolineato, dell'incenerimento dei rifiuti, non sembra proprio tanto in linea rispetto agli obiettivi della COP21 che si è tenuta a Parigi.
  Vorrei quindi capire nel dettaglio se c'è una strategia per la decarbonizzazione del settore termico. Vorrei sapere qual è lo strumento che il Governo intende mettere in atto per decarbonizzare la produzione di energia termica, se è previsto il trasferimento verso il vettore elettrico, se è previsto l'utilizzo di fonti rinnovabili e l'utilizzo – spero di no – di qualsiasi altra fonte energetica fossile abbinata a un meccanismo di capture storage. Vorrei capire dove vorrebbe andare il nostro Paese e, quindi, cercare di aggiornare magari la strategia energetica alla luce almeno degli accordi che recentemente a parole sono stati presi.
  Sul teleriscaldamento ho visto che se ne parla all'interno di questo documento. Pag. 7Nella Strategia del riscaldamento e del raffrescamento c'è un capitolo dedicato al teleriscaldamento. Vorrei, però, sottoporvi anche una serie di criticità che oggi si presentano nel sostenere nuove infrastrutture di teleriscaldamento.
  Questo vorrebbe dire di fatto ingessare per venti o trent'anni i consumi di quelle aree all'utilizzo della fonte del teleriscaldamento. Per rendere quanto meno remunerativo l'investimento fatto da un soggetto ci deve essere una ricaduta di consumi che sia almeno di vent'anni per il tempo di ammortamento di tutta la questione impiantistica e di tutte le tubazioni.
  Mi chiedo se oggi, in un processo in cui veramente stiamo andando verso una penetrazione del vettore elettrico sempre più spinta, abbia ancora senso realizzare infrastrutture di teleriscaldamento così massive come quelle che vengono spesso portate avanti anche da alcuni stakeholder, oppure se avrebbe senso cercare di diversificare la produzione termica, spostandola sul vettore elettrico, perché è quello che forse riusciamo a gestire meglio come fonte di approvvigionamento, per esempio, da energie rinnovabili.
  Il dubbio è che, se si sceglie di investire sulla produzione energetica da teleriscaldamento, per vent'anni sarò legato a quella produzione e per vent'anni quella zona rimarrà vincolata all'utilizzo di quella rete, per cui sarà ben difficile riuscire a trasferire quei consumi su altri tipi di vettori.
  Ricordo che ci sono aree dove il teleriscaldamento è diventato di fatto un monopolio, quindi nella gestione del riscaldamento cittadino...

  TERESA BELLANOVA, viceministra dello sviluppo economico. La sto ascoltando...

  DAVIDE CRIPPA. No, per carità.

  TERESA BELLANOVA, Viceministra dello sviluppo economico. Siamo capaci di fare due cose insieme, tranquillo...

  DAVIDE CRIPPA. Due orecchie, con una ascolta me e con l'altra ascolta il consulente. La invidio.

  TERESA BELLANOVA, viceministra dello sviluppo economico. Altrimenti, le nostre giornate durerebbero 45 ore.

  DAVIDE CRIPPA. La invidio. Quindi, per il teleriscaldamento, come le dicevo, abbiamo davanti il rischio che diventi un monopolio di gestione. Ci sono realtà territoriali, in Piemonte per esempio, dove si assiste a una maggior convenienza dell'operatore singolo a staccarsi dalla rete di teleriscaldamento per ritornare addirittura alla caldaia autonoma, che è la soluzione energetica peggiore che possa scegliersi per una gestione energetica efficiente di un Paese, quindi c'è qualcosa che forse andrebbe ripensato, andrebbe controllato e andrebbe evitato, per non permettere ai soggetti che oggi gestiscono le reti di teleriscaldamento di realizzare, di fatto, dei monopoli che poi portano a un consumo energetico maggiore rispetto a quello preventivato.
  Un altro aspetto, che ribadisco soltanto per sottolineare maggiormente la domanda di prima, è quello di capire qual è la strategia a questo punto sul vettore termico perché lo consideriamo molto d'impatto sulle pubbliche amministrazioni e soprattutto sul settore residenziale, quindi vorremmo comprendere in che modo il Governo intenda andare verso la decarbonizzazione del settore termico. Grazie.

  GIANLUCA BENAMATI. Grazie, presidente. Questa comunicazione oltre che parlare di teleriscaldamento e teleraffrescamento permette anche una valutazione più ampia, come hanno fatto alcuni colleghi, sul tema della gestione energetica, del teleriscaldamento e del teleraffreddamento. Vorrei chiedere alcuni chiarimenti alla signora viceministro, che ringrazio per la relazione, i settori in oggetto – lo dico per noi – sono importanti per la gestione del sistema energetico e delle utenze domestiche, ma non solo, possono avere un significativo ruolo nel raggiungere gli obiettivi europei che dovremmo ridisegnare, dopo la Conferenza Cop21, quindi anche obiettivi nazionali, a partire dal 2030 e oltre.
  Dico questo perché la discussione in questa Commissione è sempre effervescente Pag. 8 perché a noi piace ed è giusto anche che ragioniamo in termini di scenari complessivi e globali. Però, a volte tendiamo a dimenticare che, con tutte le nostre pecche e con l'umana limitatezza, l'Italia ha, in ambito energetico, già raggiunto gli obiettivi previsti per il nostro Paese, dalla direttiva del 2009, la n. 28, rispetto ai target di consumi energetici interni e di produzione da energia rinnovabile, sia per quanto riguarda la percentuale sui consumi interni lordi sia per quanto riguarda i consumi nei trasporti generati da fonte energetica rinnovabile.
  L'Italia è in linea con gli obiettivi finali che ci siamo dati anche su Kyoto ed è chiaro, come ha già detto qualcuno molto correttamente, che comunque gli obiettivi del 2020, anzi non tanto quelli del 2020, ma quelli del 2030, cioè quelli che erano già stati definiti nel pacchetto clima-energia, dovranno essere rivisti sulla base dell'indicazione che si è assunta a Parigi di procedere in maniera più importante rispetto al contenimento, per la prima volta, di una variazione di temperatura a livello globale.
  Ora, è chiaro che anche a me può interessare sapere se c'è già un gruppo di lavoro al Ministero, però credo che il punto sia un altro: in questo caso, infatti noi stiamo chiedendo anche in altra sede alla viceministra un'indicazione chiara. Vorremmo sapere qual è lo stato della discussione a livello europeo e a livello internazionale. Anche nell'ultimo G7 sull'energia si è parlato – lo presumo – di come adeguare gli obiettivi nazionali – in questo caso, quando parliamo di G7, gli obiettivi nazionali poi sono quelli dell'Unione europea – alle nuove e importanti sfide che sono state lanciate a Parigi.
  Ora, questo sicuramente è interessante. Gli obiettivi raggiunti da parte italiana, a oggi, sono in linea con gli obiettivi previsti al 2020 e faccio anche notare che il sistema di generazione di energia elettrica, per quanto riguarda l'Italia, è in assoluto forse uno dei più interessanti e virtuosi dal punto di vista dei sistemi di generazione nell'ottica di una transizione dall'economia a pieno carico di carbonio all'economia a ridotto impatto di carbonio. Noi produciamo molto dal punto di vista dell'energia elettrica con le fonti rinnovabili e produciamo molto con impianti di ultima generazione a gas, che sono, da quel punto di vista, assai meno impattanti dell'uso del carbone, dell'uso del petrolio e dell'uso comunque di idrocarburi liquidi.
  Da questo punto di vista non possiamo certo considerare chiusa questa battaglia, perché i futuri scenari sono sicuramente una sfida, come diceva anche chi mi ha preceduto, però partiamo da una situazione, a nostro giudizio, nella quale il nostro Paese, per la prima volta da molto tempo, si trova in condizioni di assoluto rispetto. Occorrerebbe, anzi, che, anche in sede europea, le nostre positive specificità fossero considerate in maniera positiva.
  Torno al discorso del teleriscaldamento e del teleraffreddamento perché – vi dicevo – noi, come gruppo, consideriamo la gestione del calore, da questo punto di vista, possibile da diverse fonti e in primis ovviamente dalle fonti rinnovabili, come una delle sfide per ricondurre i consumi energetici a valori sempre più contenuti.
  Questa non è una questione che ci stiamo inventando, perché poi alla fine si può certamente discutere di qualsiasi argomento, però noi stiamo commentando una Comunicazione, nella quale la promozione del teleraffreddamento e del teleriscaldamento, specificatamente da fonte rinnovabile, è e diventa un obiettivo strategico della Commissione europea. Si tratta di una Comunicazione, nella quale si auspicano anche strategie di sostegno alle amministrazioni territoriali, per la diffusione di questo vettore e per la diffusione sempre maggiore delle analisi costi-benefici.
  Dico questo perché è chiaro che il teleriscaldamento è un qualcosa che attiene alla cultura energetica dell'Unione europea, soprattutto nei Paesi del nord, ma le nuove tecnologie, che uniscono anche la possibilità del teleraffrescamento, rendono su tutto il territorio dell'Unione europea queste tecnologie assolutamente utili.
  Detto questo, che mi serviva come premessa per ricondurci all'oggetto della discussione, io chiederei al Governo se, relativamente Pag. 9 a un piano o a un'azione di sostegno alla diffusione del teleriscaldamento e del teleraffreddamento, il sostegno al teleriscaldamento e al teleraffreddamento rappresenti una delle azioni sulla quale il Governo intende investire, come naturalmente si intende operare nella valutazione di quelli che sono gli investimenti.
  Abbiamo verificato che sono presenti anche progetti che hanno vent'anni, ma sono progetti che hanno bisogno naturalmente, appunto per la dimensione degli interventi, di investimenti significativi, e c'è da questo punto di vista un tema di forme di sostegno economico, ma anche di una capacità regolatoria di questo settore. Non è da oggi che l'Autorità per l'energia elettrica, il gas e il sistema idrico integrato chiede l'inserimento delle reti di teleriscaldamento e teleraffrescamento all'interno dei sistemi regolatori. Qui, si può aprire una riflessione molto impegnativa, però mi chiedo se qualche forma di gestione e di regolazione maggiore rispetto a quella attuale sia già stata ipotizzata dal Governo.
  Chiudo dicendo che noi siamo molto interessati all'audizione del viceministro sul tema degli stoccaggi e sui sistemi di gestione del gas in caso di crisi che stiamo proprio trattando in questi giorni.

  LUDOVICO VICO. Grazie, presidente. Colgo positivamente il suggerimento, se l'ho interpretato bene – perciò intervengo – che la viceministra ci sottopone nella sua relazione. Mi riferisco sostanzialmente a quella parte dell'intervento del Governo in cui si dice «accorti, perché siamo nella fase ascendente del negoziato e questo esige un atteggiamento del Parlamento, oltre che del Governo, che sia messo e si metta nelle condizioni, in questa fase ascendente, affinché non ci possano essere, eventualmente, contraddizioni fra le direttive che verranno e come il nostro Paese intenderà attuarle, ivi compreso il discorso sui miglioramenti degli obiettivi».
  Mi sembra che questa sia una raccomandazione significativa e importante, sia sulla direttiva che stiamo esaminando circa le materie che sono il teleriscaldamento e il teleraffreddamento, ma anche sulle decisioni che saranno assunte, o meglio coordinate in futuro dal Governo e in sede europea. Oggi, in Europa anche la questione del coordinamento vive spesso notevoli difficoltà. Poi, ovviamente ci sono le ricadute e in questo osservo come sia importante la funzione di vigilanza e controllo che il Governo consegna al Parlamento e a queste Commissioni, persino fornendo delle indicazioni.
  Su questo mi permetto di aderire, oltre a ulteriori ragionamenti che possano intervenire, e dire che, nell'ambito delle audizioni successive, si debba porre particolarmente l'attenzione ai negoziati e ovviamente al parere del Governo, in quanto quei negoziati stanno andando avanti celermente. Si cita giustamente l'ultimo di Lussemburgo del 6 giugno scorso, quindi anche la materia del gas – in estrema sintesi – deve essere inclusa in questo ragionamento. Concludo con l'apprezzamento del fatto che il Governo affidi alla Commissione questo ruolo anche di vigilanza e di controllo, ruolo che consente alle Commissioni di dare un contributo per gli atti attuativi che si richiamano che il Governo dovrà adottare. Grazie.

  ENRICO BORGHI. Grazie, presidente. Innanzitutto, vorrei fare un ringraziamento e un apprezzamento al lavoro che qui il viceministro Bellanova ci ha esposto. Tale lavoro testimonia una linea di indirizzo che il Governo ha intrapreso e su cui, come Commissione Ambiente, avevamo a più riprese dato delle indicazioni specifiche.
  Vorrei anch'io sottolineare un passaggio a futura memoria, che il presidente Realacci ha richiamato, rispetto alla tempistica degli adempimenti da parte del Governo che il Parlamento è chiamato ad emanare.
  C'è bisogno di una corrispondenza molto puntuale, dal punto di vista della capacità di attuare le modalità di allocazione di risorse, appunto perché inizia a esistere un mercato attorno a questi temi, quindi qualsiasi iniziativa di carattere burocratico che deprime gli sforzi, che anche dal punto di vista imprenditoriale si realizzano, rischia di collocare un determinato mercato su posizioni più tradizionali piuttosto Pag. 10 che su posizione innovative, come, invece, riteniamo debbano esistere.
  È positiva l'attivazione di una cabina di regia fra il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Noi riteniamo che questo sia un elemento molto importante, perché ormai le competenze sono sempre più stringenti e sempre più intrecciate, e che l'attuazione della Cop21 porterà inevitabilmente anche alla definizione, a nostro avviso, di misure differenti rispetto al passato, abbandonando la visione schematica sulla base della quale l'industria è nemica dall'ambiente e viceversa. Tuttavia, compenetrandosi questa dentro alla prospettiva dello sviluppo sostenibile, avremo bisogno anche che le tecnostrutture, sotto questo profilo, facciano un salto concettuale in quella direzione.
  Per quanto riguarda la prospettiva, è utile probabilmente immaginare come si possa andare da un lato verso una direzione di focalizzazione delle politiche pubbliche e delle risorse pubbliche, considerato il fatto che, come si suol dire, la «coperta è corta» e le esigenze sono molteplici, identificando innanzitutto una serie di criteri di priorità.
  È noto che il più grande inquinatore è lo Stato italiano o meglio è la Repubblica italiana con le sue proprietà immobiliari, quindi, se noi realizzassimo un programma straordinario di interventi di efficienza energetica su tutti i fabbricati pubblici in Italia, ridurremmo in maniera consistente l'impiego di risorse fossili e l'immissione di CO2 in atmosfera.
  Da qui una riflessione che diventa anche una domanda: mi chiedo perché non immaginare uno sforzo anche di coordinamento delle regioni da finalizzare in questa direzione.
  Pongo tre temi che sono caratteristici del nostro territorio nazionale: edifici pubblici, edifici storici ed edilizia popolare. Queste sono le tre questioni su cui oggi vi è esigenza e, dall'altro, vi è difficoltà. Buona parte del nostro patrimonio immobiliare ha delle caratteristiche storiche che altri Paesi non hanno, perché realizzare l'efficienza energetica negli Stati Uniti d'America è molto più semplice e più facile che farlo in Italia, quindi occorre introdurre dei meccanismi peculiari sotto questo profilo e anche degli elementi di priorità, immaginando – questa è una domanda – se sia possibile attuare percorsi di sostegno alla qualità e alla certificazione per iniziative di questa natura.
  Noi sappiamo che edifici progettati con criteri di sostenibilità ambientale hanno dei ritorni sulla produttività molto consistenti, cioè conviene di più costruire in termini di edifici sostenibili e rende di più, dal punto di vista anche del prodotto interno lordo. Queste iniziative, però, avrebbero bisogno probabilmente dei percorsi di accompagnamento e anche dei percorsi di formazione degli operatori, quindi la domanda è se non si ritenga di dover prevedere un percorso di coordinamento delle regioni in questa direzione e, in questo senso, cercare anche di creare, con l'ausilio dei fondi europei, un'operazione ancora più marcata rispetto al lavoro sin qui fatto, che, dal nostro punto di vista, è comunque un lavoro positivo. Grazie.

  CRISTINA BARGERO. Anch'io ringrazio il viceministro Bellanova per l'audizione e vorrei porre una domanda più generale, collegando il teleriscaldamento alla questione degli incentivi e al settore delle fonti rinnovabili.
  Innanzitutto, riporto quello che i colleghi prima hanno detto sul teleriscaldamento, cioè: da quali fonti? E da impianti di cogenerazione o da fonti rinnovabili? Noi abbiamo avuto una serie di audizioni, in cui ad esempio FIRE ci spingeva a promuovere il teleriscaldamento, aumentando il mix di fonti rinnovabili, tenendo in considerazione anche la condizione del nostro Paese, perché il documento che ci arriva dalla Commissione europea risente anche di un impianto relativo al Nord Europa, che forse poco si adatta alla situazione italiana.
  Come sarà rivisto il sistema delle incentivazioni alle rinnovabili e verso quali rinnovabili il nostro Paese, che ha una dipendenza energetica molto elevata nell'ambito dei Paesi del G20, vuole spingere? In passato c'è stata infatti una politica delle rinnovabili Pag. 11 forse sbagliata, mentre sarebbe necessario spingere le rinnovabili laddove c'è anche un know how italiano.
  Una seconda domanda, riconducendomi anche a quello che ha detto prima il collega Borghi, riguarda una strategia congiunta e magari anche un tavolo congiunto con le regioni, soprattutto con le regioni del Nord Italia, l'Asse 4 dei Fondi strutturali per il Piemonte (adesso non ricordo per le altre regioni) prevede interventi per l'efficienza energetica. Probabilmente è necessario dare un quadro e delle regole chiare e univoche per l'emanazione di incentivi di sostegno all'efficienza energetica, in modo da incentivare sia imprese sia cittadini sia la pubblica amministrazione a fare interventi in questo settore, perché i dati sulla dispersione di calore e di energia sono preoccupanti nel nostro Paese.
  Infine sul settore del teleriscaldamento e del teleraffrescamento, come ha già detto il collega Benamati, penso che una regolazione del settore sia sempre più necessaria, anche alla luce di quello che l'Authority nell'ultima relazione ha sottolineato. C'è una parte dedicata al teleriscaldamento e l'Authority invita a una regolazione del settore che, come diceva il collega Crippa, in alcune realtà del Nord Italia ormai costituisce una parte importante di approvvigionamento da parte degli utenti.

  TERESA BELLANOVA, viceministra dello sviluppo economico. Sugli obiettivi futuri della decarbonizzazione l'Italia ha già raggiunto gli obiettivi del 17 per cento di rinnovabili al 2020 e, secondo gli scenari pubblicati dalla Commissione, è già in linea per raggiungere il 24 per cento di rinnovabili al 2030.
  La politica italiana post COP 21 si inquadrerà in quella dell'Unione europea, la Commissione presenterà la proposta nell'ambito della Energy Union, esaminando i programmi su rinnovabili e di riduzione di CO2 dei vari Stati membri, potendo verificare il raggiungimento o meno dell'obiettivo comune e in caso contrario adottare misure legislative.
  Per quanto riguarda il decreto attuativo previsto dall'articolo 5 del decreto legislativo 102 del 2014, concernente la riqualificazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione centrale, sono stati svolti gli ulteriori approfondimenti dai Ministeri concertanti, con particolare riferimento alle procedure di erogazione dei finanziamenti, arrivando a un'ulteriore versione dello schema di decreto.
  Sullo stesso tema è tra l'altro intervenuta la legge n. 209 del 2015 (articolo 17, comma 35) prevedendo variazioni compensative in termini di residui di competenza e di cassa tra i capitoli dello stato di previsione del Ministero dello sviluppo economico e i correlati capitoli degli stati di previsione del Ministero dell'economia e delle finanze e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti, consentendo di poter razionalizzare i flussi procedurali e finanziari tra le amministrazioni.
  Il testo è pertanto stato inviato ai Ministeri Ambiente, Infrastrutture ed Economia il 15 aprile ultimo scorso e abbiamo appena ricevuto il concerto.
  Riguardo al teleriscaldamento si ricorda che il decreto legislativo n. 102 del 2014 prevede che l'Autorità emani disposizioni volte a regolamentare il settore, anche prevenendo posizioni di eventuale monopolio. Uno studio sul potenziale del teleriscaldamento è stato prodotto dal GSE e trasmesso alla Commissione europea.
  Il decreto legislativo n. 102 del 2014 prevede che a valle di questo potranno essere emanate misure volte a sfruttare tale potenziale anche con le regioni. Ad ogni modo si evidenzia che diverse misure in merito sono già vigenti, in particolare quelle riguardanti la cogenerazione ad alto rendimento e i certificati bianchi, nonché l'emanando Fondo nazionale sull'efficienza.
  Sul conto termico, che è entrato in vigore il 31 maggio, i risultati sono ovviamente assai parziali, ma i primi segnali positivi arrivano da un aumento di domande al GSE. Risolve il problema dei comuni di accedere agli incentivi con il sistema della prenotazione, ci sono 200 milioni all'anno per la pubblica amministrazione.
  Per quanto riguarda la Strategia Energetica Nazionale, il MISE intende procedere Pag. 12 ad un aggiornamento, iniziando a fare un'analisi di ciò che è stato raggiunto e di ciò che non è stato raggiunto, in funzione degli obiettivi comunitari al 2030 e della COP 21 di Parigi.
  Il Fondo dell'efficienza energetica è ancora in fase di concertazione, allo studio ci sono sinergie con il Fondo Junker, il MEF ha chiesto chiarimenti al Ministero dello sviluppo economico, ossia se il GSE abbia i requisiti per poter fare il soggetto attuatore.
  Credo di aver risposto a tutte le domande. Per quanto riguarda l'esigenza richiamata, presidenti, di un'audizione sui lavori del Consiglio di Lussemburgo avevo già dato la disponibilità e quindi aspettiamo di concordare una data per tornare in Commissione.
  Alla luce dell'attenzione che ho riscontrato, e non solo in questa occasione, anche quando dovevamo parlare di strategie più di livello europeo, della necessità di approfondire l'argomento senza correre il rischio di essere imprecisi nelle risposte date, considerata la materia delicata, di grande attenzione e di interesse, anche con notevoli tecnicismi, voglio dare a queste Commissioni la disponibilità a fare un lavoro anche al di fuori delle audizioni. Se si vorrà convenire una giornata di approfondimento, verrò con le direzioni competenti, in modo da poter rispondere adeguatamente in un lavoro di confronto.
  Poi recupereremo lo spazio, perché nel momento in cui si viene a riferire su un testo specifico stiamo a quel testo, perché capite bene che io non do l'idea di essere una persona che conosce tutto, le direzioni che mi accompagnano lavorano su temi specifici e su fascicoli molto complicati e francamente mi dispiacerebbe se non venisse fuori la professionalità che le persone mettono nel consentirci di trovarci in questa condizione. Se infatti siamo un Paese che è arrivato prima degli altri a raggiungere il 17 per cento che avremmo dovuto raggiungere nel 2020, è perché ci sono persone che, a prescindere anche dalla diatriba politica, lavorano con impegno e con coerenza e cercano di portare risultati per questo Paese e quindi per tutti noi.
  Se vorrete raccogliere questa disponibilità, sarò ben felice di organizzare con le direzioni questo momento di approfondimento.

  PRESIDENTE. Grazie, viceministra, anche per questa disponibilità. Ci rivedremo anche sul Regolamento su efficienza e approvvigionamento del gas, mentre noi procederemo su questo argomento alla redazione del documento finale. Autorizzo la pubblicazione della documentazione consegnata in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna (vedi allegato).
  Nel ringraziare la viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova, dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 12.

ALLEGATO

Documentazione consegnata dalla Viceministra.

  Gentili Colleghe, cari Colleghi,

  Vorrei preliminarmente notare che il documento che oggi viene preso in considerazione è una Comunicazione della Commissione che, in quanto tale non presenta elementi vincolanti per gli stati membri e si limita a tracciare una strategia per integrare l'efficienza di riscaldamento e raffreddamento nelle politiche energetiche attualmente in revisione dell'UE.
  Rilevo subito che le premesse da cui parte la Commissione sono altamente condivisibili, in quanto il potenziale di efficienza energetica (non solo nel nostro Paese ma in tutta Europa) è ampiamente superiore a quello attualmente sfruttato soprattutto per quanto riguarda il settore civile. Tale circostanza era stata rilevata anche nella Strategia Energetica Nazionale (SEN) ed ha quindi dato luogo ad una serie di misure, di cui riferirò poi, finalizzate al raggiungimento degli obiettivi fissati per l'efficienza energetica al 2020.
  Nel 2014 il consumo di energia (usi finali) in Italia è stato pari a 113,5 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio, con una riduzione del 4,3 per cento rispetto al 2013, confermando la tendenza alla diminuzione riscontrata a partire dal 2010. La riduzione dei consumi di energia, particolarmente significativa nel settore industriale, è stata determinata dal perdurare della crisi economica e dagli effetti delle politiche per la promozione dell'efficienza energetica. In particolare, il risparmio di energia conseguito grazie alle misure di efficienza energetica, a partire dal 2005, è stimato in circa 9,8 Milioni di tonnellate equivalenti di petrolio per anno (Mtep/anno). L'Italia ha fissato l'obiettivo indicativo di riduzione dei consumi di energia finale al 2020 in 15,5 Mtep/anno, confermando il target previsto dalla SEN. Al fine di traguardare tali sfidanti obiettivi (l'Italia vanta già un'intensità energetica del 18% inferiore rispetto alla media UE), sono stati introdotti nuovi strumenti per la promozione dell'efficienza energetica, che integrano e rafforzano le misure esistenti. Tra le iniziative di maggior rilievo che vanno nella direzione tracciata dalla Comunicazione della Commissione oggi in esame e che incidono anche sul settore del riscaldamento e del raffrescamento:

  il Programma di riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione centrale, per la cui realizzazione sono stati allocati 350 milioni di euro nel periodo 2014-2020. In quest'ambito, a seguito delle due call (ottobre 2014 e luglio 2015) sono stati presentati oltre 150 progetti per circa 113 milioni di euro. Un impulso all'azione del Governo è stato determinato dall'attivazione della Cabina di regia tra il Ministero dello sviluppo economico e il Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per migliorare il coordinamento delle misure e degli interventi di efficienza energetica nella PA;

  la costituzione del Fondo nazionale per l'efficienza energetica, con una dotazione di circa 75 milioni di euro all'anno. Il Fondo, di natura rotativa, è destinato a fornire garanzie e finanziamenti a tasso agevolato per la realizzazione d'investimenti per la riqualificazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione e dell'edilizia residenziale popolare, per l'efficientamento dell'illuminazione pubblica e per la realizzazione di reti per il teleriscaldamento;

  lo sviluppo del meccanismo dei certificati bianchi, volto a sostenere i progetti di efficienza energetica di maggiore dimensione nei settori industriale e delle infrastrutture, che ha consentito, nel 2014, l'emissione di circa 7,4 milioni di certificati bianchi;

  la proroga - sino al 31 dicembre 2016 - delle detrazioni fiscali al 65 per cento degli interventi di riqualificazione energetica degli immobili;

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  la revisione del meccanismo di incentivazione degli interventi di efficienza energetica nella PA e degli impianti di produzione di energia termica da rinnovabili, denominato Conto termico. Il provvedimento, operativo dal 31 maggio 2016, è finalizzato a favorire il massimo accesso alle risorse per imprese, famiglie e soggetti pubblici ed è stato elaborato tenendo conto degli esiti della consultazione pubblica chiusa il 28 febbraio 2015;

  l'emanazione del decreto che stabilisce i nuovi requisiti minimi di prestazione energetica degli edifici nuovi e di quelli oggetto di ristrutturazioni importanti; in tal modo si introduce una nuova metodologia di calcolo della prestazione energetica degli edifici e si gettano le basi per la transizione verso gli edifici a ‘energia quasi zero’;

  l'allocazione di 350 milioni di euro (ex-Fondo Kyoto) per il finanziamento a tasso agevolato (0,25 per cento) di interventi – di dimensioni anche importanti (fino a 2 milioni di euro) – di riqualificazione energetica degli edifici pubblici adibiti all'istruzione scolastica e universitaria.

  Come previsto dal d.lgs. 102/2014 di recepimento della direttiva sull'efficienza energetica, il GSE ha predisposto uno studio sul potenziale del teleriscaldamento efficiente che ha messo in luce un potenziale tecnico stimato pari a 1,1 milioni di tonnellate equivalenti di petrolio (tep). Rispetto al calore erogato da teleriscaldamento nel 2013, pari a 802.000 tep, è stato riscontrato un potenziale incremento da teleriscaldamento efficiente di 359.000 tep. A tale potenziale incremento contribuisce la produzione di calore basata sullo sfruttamento delle biomasse per 115.000 tep e lo sfruttamento della termovalorizzazione dei rifiuti per ulteriori 49.000 tep, essendo il resto relativo al gas naturale.

  Le Direttive che la Commissione europea proporrà al Consiglio e al Parlamento europeo nei prossimi mesi andranno ad incidere sui settori già aggrediti dalle misure nazionali e dunque si tratterà di vigilare, durante la fase ascendente del negoziato in Consiglio e poi nei successivi triloghi con il Parlamento europeo, che le direttive che ne risulteranno siano «compatibili» con la strategia nazionale e con la situazione del nostro settore civile ed industriale. A questo fine il Ministero dello Sviluppo economico ha già in corso frequenti contatti con le Unità della Direzione Generale dell'energia che proporranno le iniziative legislative. In questo ambito sarà dato adeguato rilievo alla necessità, per far decollare le iniziative, di un'iniezione di risorse pubbliche che non dovranno dar luogo a contestazioni della Commissione sotto il profilo degli aiuti di Stato. D'altra parte la stessa Comunicazione della Commissione rileva che una delle barriere fondamentali per attingere all'ulteriore potenziale è fin qui stato il finanziamento dei progetti.

  Sarà cura del Governo instaurare con questa Commissione parlamentare un proficuo scambio di opinioni durante la fase ascendente.

  Consentitemi infine di segnalare l'opportunità di focalizzare le prossime audizioni soprattutto sui dossier legislativi in negoziato presso il Consiglio. Sul Regolamento sicurezza approvvigionamenti gas, ad esempio, questa Commissione, dopo aver ricevuto la prevista relazione del Governo, ha già in corso audizioni di stakeholders e enti governativi, e sarebbe molto utile giungere in tempi rapidi al parere al Governo in quanto i negoziati procedono celermente e già si sono espressi sul dossier i Ministri dell'energia nel Consiglio che ha avuto luogo a Lussemburgo il 6 giugno. Do sin da ora la mia ampia disponibilità a calendarizzare tale ulteriore audizione.

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