XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri

Resoconto stenografico

Seduta antimeridiana n. 12 di Martedì 7 giugno 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Amoddio Sofia , Presidente ... 3

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

La seduta comincia alle 20.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE . Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
Apprezzate le circostanze, propongo di procedere all'audizione odierna in seduta segreta.

(La Commissione delibera all'unanimità di procedere in seduta segreta).

Audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri. Informo che il signor Meucci, che risulta essere a Londra per lavoro, non ha confermato la sua partecipazione stasera. Invece ha confermato la sua partecipazione il signor Luca Valentini, che ringrazio per aver accettato il nostro invito. Lascio subito la parola al signor Valentini domandandogli se conosceva Scieri e di fornirci tutti i particolari che ricorda: dove lo ha conosciuto, se eravate stati insieme in camera. Ci racconti liberamente cosa ricorda, se è stato alla caserma Gamerra e poi noi le faremo qualche domanda. Per iniziare, lei di dove è?

LUCA VALENTINI . Carrara.

PRESIDENTE . Abita ancora lì?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Lavora, studia?

LUCA VALENTINI . Al momento, non sto lavorando. Conoscevo Scieri perché già al CAR era nella branda a fianco alla mia e quindi avevamo fatto amicizia. Poi di nuovo a Pisa era nella mia stessa camerata, anche se era il primo giorno a Pisa però già ci si conosceva abbastanza, si usciva anche a cena.

PRESIDENTE . Uscivate a cena dove?

LUCA VALENTINI . Anche a Firenze, prima di andare a Pisa siamo usciti qualche volta a cena insieme. Anche a Pisa, quel primo giorno, siamo usciti insieme.

PRESIDENTE . Il primo giorno siete usciti insieme a Pisa?

LUCA VALENTINI . Sì, era il primo giorno quando è successo il fatto.

PRESIDENTE . Ci racconti del primo giorno.

LUCA VALENTINI . Siamo partiti dalla caserma di Firenze dei «Lupi di Toscana» con due pullman, ci hanno fatto stare durante il viaggio in una posizione un po’ scomoda...

PRESIDENTE . Cioè?

LUCA VALENTINI . Dovevamo stare con le mani appoggiate alle ginocchia, in posizione dritta, poi era Ferragosto e avevamo tutti i finestrini chiusi, faceva piuttosto caldo.

PRESIDENTE . E poi come?

Pag. 4

LUCA VALENTINI . Dovevamo fare il viaggio senza muoverci da questa posizione con le mani sopra le ginocchia, petto dritto.

PRESIDENTE . I finestrini aperti o chiusi?

LUCA VALENTINI . All'inizio chiusi poi è salito il tenente e li ha fatti aprire.

PRESIDENTE . Si ricorda il nome del tenente?

LUCA VALENTINI . Amoriello.

PRESIDENTE . Amoriello, sì. È salito il tenente Amoriello e ha aperto i finestrini?

LUCA VALENTINI . Ha fatto aprire i finestrini e accendere l'aria condizionata, però siamo rimasti in quella posizione perché pensavamo che fosse proprio una regola.

PRESIDENTE . Invece?

LUCA VALENTINI . Invece era un atto di nonnismo che si praticava tra ragazzi.

PRESIDENTE . Quando lo avete saputo che era un atto di nonnismo?

LUCA VALENTINI . Dopo un paio settimane che eravamo lì o poco di più, non ricordo.

PRESIDENTE . Come lo avete saputo?

LUCA VALENTINI . Parlando con gli altri.

PRESIDENTE . E poi dove siete arrivati?

LUCA VALENTINI . Siamo arrivati alla Gamerra a Pisa.

PRESIDENTE . E cosa è successo appena siete arrivati?

LUCA VALENTINI . C'è stato l'episodio del battesimo che però non ricordo bene. Ci davano un pugno sul petto...

PRESIDENTE . Ma quando?

LUCA VALENTINI . Appena si arrivava a Pisa, prima di entrare in camera, ora non ricordo bene, sono passati molti anni.

PRESIDENTE . Ma quando scendevate dal pullman, quando entravate in camera, quando?

LUCA VALENTINI . Non ricordo.

PRESIDENTE . E che cos'era questo battesimo?

LUCA VALENTINI . Era un pugno sul petto, più o meno forte.

PRESIDENTE . E lo facevano a tutti?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . A tutti?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Poi quando siete scesi dal pullman, ricorda cosa avete fatto?

LUCA VALENTINI . Mi ricordo che ci hanno convocato nel piazzale, c'era un ufficiale di cui non ricordo il grado, quello sotto il comandante della caserma comunque, che ci ha spiegato come funzionava la caserma, dove si andava a mangiare, gli orari.

PRESIDENTE . Vi ha parlato di nonnismo questo ufficiale?

LUCA VALENTINI . Non mi pare.

PRESIDENTE . Non le pare o non se lo ricorda?

LUCA VALENTINI . Non mi ricordo veramente. Lì per lì per noi quello che ci dicevano di fare erano cose da fare, non Pag. 5 pensavamo fossero atti di nonnismo, pensavamo fossero le regole della caserma.

PRESIDENTE . Mi dica una cosa: quando vi hanno fatto scendere dal pullman, dove vi hanno portato?

LUCA VALENTINI . Nel piazzale davanti alla camerata.

PRESIDENTE . E cosa avete fatto in questo piazzale?

LUCA VALENTINI . Ci ha fatto questa riunione per spiegarci queste cose e poi non ricordo.

PRESIDENTE . Allora guardi, dato che lei non ricorda, sul discorso del battesimo, in effetti lei ne aveva parlato durante l'interrogatorio davanti ai carabinieri il 7 settembre ’99 e aveva detto: «ho sentito da alcuni commilitoni quando siamo andati in mensa per la consumazione del primo ordinario, che avevano fatto il battesimo al commilitone Palatresi». Se lo ricorda Palatresi?

LUCA VALENTINI . Sì, Palatresi me lo ricordo. Magari a qualcuno davano solo un colpetto sul petto mentre a qualcun altro lo avevano dato un po’ più forte.

PRESIDENTE . Quindi, se lo ricorda che lei ha riferito del battesimo a Palatresi?

LUCA VALENTINI . Non me lo ricordo però, ripensandoci, mi ricordo adesso che a Palatresi successe qualcosa in più degli altri. Forse a qualcuno davano appena un colpetto mentre a lui lo hanno dato veramente forte.

PRESIDENTE . Non si ricorda che vi hanno fatto tutto un discorso sul nonnismo in questo grande cortile della caserma?

LUCA VALENTINI . Mi ricordo che c'era questo ufficiale che ci ha fatto il discorso e ci ha detto anche degli atti di nonnismo però...

PRESIDENTE . Che cosa vi ha detto degli atti di nonnismo?

LUCA VALENTINI . Non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Le leggo cosa ha dichiarato sempre il 7 settembre ’99: «verso mezzogiorno il colonnello Ratti ci ha radunati tutti davanti alla prima compagnia e ci ha parlato del fenomeno del nonnismo. Ci ha detto che se avessimo avuto qualche problema di riferirlo immediatamente ai superiori». Se lo ricorda adesso?

LUCA VALENTINI . Vagamente.

PRESIDENTE . Però lo ha dichiarato lei.

LUCA VALENTINI . Sì, sì.

PRESIDENTE . Quindi, lo conferma? È la sua firma?

LUCA VALENTINI . Sì, però sono passati molti anni e tante cose non me le ricordo più.

PRESIDENTE . E poi vi hanno dato quello che vi serviva per la camerata?

LUCA VALENTINI . I vestiti li avevamo già, se ci hanno dato, ci hanno dato solo le lenzuola e le coperte quel giorno.

PRESIDENTE . Ricorda se lei era vicino a Scieri quando vi hanno dato le lenzuola?

LUCA VALENTINI . Non ricordo, però sicuramente sì perché andavamo in ordine alfabetico ed io ero solo due nomi dopo di lui. C'era Scieri, Vigneri, Viberti e poi io.

PRESIDENTE . A ritirare le lenzuola lei ha detto: «sono andato con Scieri».

LUCA VALENTINI . Sì, perché ci si andava per ordine alfabetico.

PRESIDENTE . Ma è successo qualcosa mentre ritiravate le lenzuola? Qualcuno vi ha offeso?

Pag. 6

LUCA VALENTINI . Almeno a me, no.

PRESIDENTE . E a Scieri?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Si ricorda che giorno era?

LUCA VALENTINI . Era venerdì, lo ricordo bene ed era anche il giorno prima di Ferragosto.

PRESIDENTE . Era venerdì ed era il giorno prima di Ferragosto? Quando siete arrivati nella caserma a Pisa?

LUCA VALENTINI . Quando siamo arrivati a Pisa, sì.

PRESIDENTE . E cosa è successo? Dopo che vi hanno dato le lenzuola che cosa avete fatto?

LUCA VALENTINI . Dopo la libera uscita...

PRESIDENTE . No, prima della libera uscita.

LUCA VALENTINI . Non lo ricordo.

PRESIDENTE . Ricorda se prima della libera uscita siete andati a mangiare nella mensa della caserma?

LUCA VALENTINI . A pranzo sì, a cena no di sicuro l'abbiamo fatta fuori.

PRESIDENTE . Eppure lei dice nel verbale del 16 agosto, quindi nell'immediatezza: «insieme a Viberti Stefano e Scieri Emanuele sono andato a mangiare in mensa intorno alle ore 18».

LUCA VALENTINI . Ah sì?

PRESIDENTE . Sì.

LUCA VALENTINI . Me lo sono completamente dimenticato. Si vede allora che quel primo giorno ho mangiato dentro.

PRESIDENTE . «Insieme a Viberti Stefano e Scieri Emanuele son andato a mangiare in mensa intorno alle ore 18».

LUCA VALENTINI . Sì, perché la mensa era alle 18.

PRESIDENTE . Si ricorda che la mensa era alle 18?

LUCA VALENTINI . Sì, la mensa dentro la caserma era alle 18 però ci sono andato poche volte.

PRESIDENTE . Dopo le 18 che avete fatto?

LUCA VALENTINI . Poi siamo andati fuori a fare un giro.

PRESIDENTE . Sempre lei, Viberti e....

LUCA VALENTINI . Io, Viberti, Scieri, Mastrini e Gelli. Abbiamo fatto un giro per Pisa, siamo andati a vedere la torre.

PRESIDENTE . Come mai che se li ricorda così bene?

LUCA VALENTINI . Perché erano persone con cui avevo legato abbastanza.

PRESIDENTE . Durante il CAR?

LUCA VALENTINI . Sì, uscivamo spesso insieme.

PRESIDENTE . Ci racconti i dettagli di quella sera: che avete fatto?

LUCA VALENTINI . Purtroppo non li ricordo.

PRESIDENTE . Siete stati a Pisa...

LUCA VALENTINI . Sì, abbiamo girato Pisa, siamo andati a vedere la torre, abbiamo girato un po’ intorno al Campo dei Miracoli.

PRESIDENTE . Poi a che ora siete tornati in caserma?

Pag. 7

LUCA VALENTINI . Verso le 22.30.

PRESIDENTE . E prima di entrare in caserma avete fatto qualche altra cosa?

LUCA VALENTINI . Non mi ricordo.

PRESIDENTE . Va bene, non si preoccupi.

LUCA VALENTINI . Magari non erano fatti così importanti.

PRESIDENTE . Vi siete fermati al bar prima della caserma?

LUCA VALENTINI . Ah, mi ricordo che abbiamo parlato anche con due ragazzi che erano già lì, che ci hanno spiegato qualcosa.

PRESIDENTE . Cosa vi hanno detto questi ragazzi?

LUCA VALENTINI . Che i primi tempi è dura, che i più anziani ti fanno fare qualcosa, cose così.

PRESIDENTE . Questo ve lo hanno detto i ragazzi il primo giorno?

LUCA VALENTINI . Sì, due che erano lì da non molto più tempo di noi.

PRESIDENTE . Quindi, vi siete fermati al bar fuori della caserma?

LUCA VALENTINI . Sì, era un bar ristorante, ci siamo fermati un pochino anche lì.

PRESIDENTE . È successo qualcosa, qualcuno vi ha offeso?

LUCA VALENTINI . No, nessuna offesa, nessun litigio, niente.

PRESIDENTE . Quindi, lei poi è entrato in caserma insieme a Viberti e Scieri?

LUCA VALENTINI . Sì, e quegli altri due ragazzi.

PRESIDENTE . Cioè, Gelli e Mastrini.

LUCA VALENTINI . Sì e poi siamo rimasti fuori un po’ più a lungo io, Viberti e Scieri.

PRESIDENTE . Fuori dove?

LUCA VALENTINI . Fuori dalla camerata però nel cortiletto.

PRESIDENTE . Vicino alla camerata?

LUCA VALENTINI . Sì, vicino alla camerata.

PRESIDENTE . Quindi, Scieri si è avvicinato alla camerata?

LUCA VALENTINI . Sì, eravamo vicini alla camerata. Il vialetto è vicino all'entrata della camerata.

PRESIDENTE . La vostra camerata era la prima, l'ultima...?

LUCA VALENTINI . La prima.

PRESIDENTE . La prima entrando dalla garitta, dalla porta carraia?

LUCA VALENTINI . Entrando si andava sulla destra ed era la prima camerata che si incontrava.

PRESIDENTE . Entrando dalla porta carraia era la prima camerata?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . E quindi cosa avete fatto? Lei è rimasto con Scieri e Viberti?

LUCA VALENTINI . Noi però siamo passati dietro perché usava così. Siamo passati dietro, siamo rimasti fuori un po’ a chiacchierare poi io sono rientrato e loro sono rimasti fuori.

PRESIDENTE . Loro chi?

LUCA VALENTINI . Viberti e Scieri.

Pag. 8

PRESIDENTE . E gli altri, Mastrini e Gelli?

LUCA VALENTINI . No, loro erano già rientrati, non si sono fermati fuori con noi.

PRESIDENTE . Perché sono rimasti fuori Viberti e Scieri?

LUCA VALENTINI . Perché dovevano telefonare, io non avevo il cellulare, non si poteva telefonare dentro la caserma.

PRESIDENTE . Lei non possedeva il cellulare?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . E poi cosa è successo? Lei è entrato in camerata?

LUCA VALENTINI . Sì, dopo dieci minuti è rientrato anche Viberti e ci ha detto che Emanuele aveva una telefonata da fare e allora si fermava un po’ di più. Poi non lo abbiamo più visto entrare.

PRESIDENTE . E che è successo?

LUCA VALENTINI . Intanto è successo che Viberti era sempre alla finestra per vedere se arrivava, eravamo preoccupati. Poi, quando c'è stato il contrappello, abbiamo detto che Scieri era rientrato in caserma ma non sapevamo dov'era.

PRESIDENTE . L'avete detto?

LUCA VALENTINI . Sì, sì, l'abbiamo detto.

PRESIDENTE . Chi l'ha detto?

LUCA VALENTINI . Viberti l'ha detto, penso.

PRESIDENTE . Viberti l'ha detto?

LUCA VALENTINI . Sì, l'ha detto lui se non mi sbaglio.

PRESIDENTE . L'hanno detto anche altri oltre a Viberti?

LUCA VALENTINI . Penso di sì, però non ricordo, cioè, lo sapevamo tutti che lui era rientrato in caserma ma poi non era rientrato in camerata. Almeno tutti quelli della camerata che eravamo in otto, mi pare o in sedici.

PRESIDENTE . Eravate in sedici in camerata?

LUCA VALENTINI . Sì, sedici perché era doppia.

PRESIDENTE . Si ricorda qualche nome di chi era con voi in camerata?

LUCA VALENTINI . Mi ricordo Vigneri di cui non ricordo il nome, Ricciuti. Non me ne ricordo altri.

PRESIDENTE . Quindi, Viberti era in camerata, Scieri pure, lei pure, poi Vigneri e Ricciuti.

LUCA VALENTINI . Sì, questi me li ricordo. Poi c'erano anche altri ma i nomi non li ricordo.

PRESIDENTE . Bellacima se lo ricorda?

LUCA VALENTINI . Sì, ma non era in camera con me.

PRESIDENTE . E Marras se lo ricorda?

LUCA VALENTINI . Sì, ma anche lui non era in camerata con me.

PRESIDENTE . E Picelli lo conosce?

LUCA VALENTINI . Picelli non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Senta, l'indomani cosa è successo?

LUCA VALENTINI . L'indomani non è successo niente di particolare, pensavamo che lui fosse scappato dalla caserma, pensavamo che lo avrebbero cercato i carabinieri, si parlava di queste cose. Noi pensavamo fosse scappato.

Pag. 9

PRESIDENTE . Ma scusi, torniamo indietro: quando c'è stato il contrappello, voi avete detto che era rientrato in caserma?

LUCA VALENTINI . Sì, che era rientrato in caserma ma poi non era venuto nella camerata.

PRESIDENTE . E quanti erano a fare il contrappello, se lo ricorda?

LUCA VALENTINI . C'era il furiere, c'era un tenente e forse c'era il caporale di giornata.

PRESIDENTE . Giusto, queste tre persone fanno il contrappello. Ricorda anche i nomi?

LUCA VALENTINI . Il furiere si chiamava Martin, il tenente e il caporale di giornata non me li ricordo.

PRESIDENTE . E cosa hanno detto?

LUCA VALENTINI . Non ci hanno dato peso a quello che abbiamo detto.

PRESIDENTE . Non hanno dato peso?

LUCA VALENTINI . No, non ci hanno dato una grande importanza. Abbiamo detto che era rientrato ma che non sapevamo dove fosse.

PRESIDENTE . L'indomani qualcuno vi ha chiesto di Scieri? Il numero di cellulare di Scieri?

LUCA VALENTINI . Cellulare no.

PRESIDENTE . Lei ha dichiarato: «il sabato successivo, sabato 14 agosto, all'alzabandiera il maggiore, di cui non ricordo il nome, chiedeva se qualcuno sapesse il numero di cellulare di Scieri. Gli abbiamo suggerito di telefonare ai commilitoni Vigneri, Coghe e Mancini poiché con lui uscivano spesso».

LUCA VALENTINI . Io non avevo il cellulare e quindi sicuramente non avevo il suo numero, questi tre magari sì. Io queste cose purtroppo non me le ricordo.

PRESIDENTE . Senta, lei sa chi ha ritrovato il corpo? È a conoscenza di qualche dettaglio?

LUCA VALENTINI . Il corpo lo ha ritrovato Joseph Augustus Giulius, mi pare si chiamasse così, che era di servizio al cambio lenzuola.

PRESIDENTE . E quando è stato trovato il corpo?

LUCA VALENTINI . Lunedì mattina, non ricordo a che ora.

PRESIDENTE . Infatti lei ha dichiarato: «la mattina di oggi, 16 agosto ’99». Lei è stato interrogato proprio il 16 agosto, se lo ricorda?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . «La mattina di oggi, 16 agosto ’99 ho partecipato alla cerimonia dell'alzabandiera dopodiché ho effettuato il servizio di piantone alla camerata della prima compagnia».

LUCA VALENTINI . Sì, me lo ricordo ero di guardia.

PRESIDENTE . «... sino alle 14 ora in cui un mio commilitone di nome Giulius Joseph mi riferiva che avevano ritrovato il corpo di Scieri». Lo avevano ritrovato o lo aveva trovato lui?

LUCA VALENTINI . A me lo ha detto lui però lo ha ritrovato insieme ad altri che erano di servizio con lui ma non ricordo chi fossero.

PRESIDENTE . E cosa le disse Joseph?

LUCA VALENTINI . Che avevano ritrovato Emanuele e lo avevano ammazzato di botte. Disse così, forse perché lo aveva visto tutto gonfio in viso.

Pag. 10

PRESIDENTE . Le disse che lo avevano ammazzato di botte?

LUCA VALENTINI . Disse: «abbiamo trovato Emanuele, lo hanno ammazzato di botte».

PRESIDENTE . E poi dopo avete parlato di che cosa potesse essere successo? Qualcuno aveva visto qualcosa?

LUCA VALENTINI . Nessuno ha mai detto di aver visto qualcosa.

PRESIDENTE . Poi lei è rimasto lì altri nove mesi?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . In questi nove mesi cosa è successo?

LUCA VALENTINI . La vita normale di caserma. Tra di noi abbiamo parlato di queste cose, però nessun altro ne parlava.

PRESIDENTE . Tra di voi chi?

LUCA VALENTINI . Quelli arrivati insieme a lui.

PRESIDENTE . E cosa dicevate?

LUCA VALENTINI . Ci chiedevamo cosa fosse successo, perché fosse andato lì. Non ci siamo dati una spiegazione perché ci sembrava strano il fatto che lui andasse lì e si arrampicasse su per la torretta.

PRESIDENTE . Avete pensato che si fosse arrampicato lui, di sua iniziativa?

LUCA VALENTINI . No, ci siamo chiesti perché uno dovesse arrampicarsi su una torretta così. Poi ci hanno detto delle impronte che le avevano trovate nella parte esterna della scala e uno se si arrampica non passa di certo dalla parte esterna della scala.

PRESIDENTE . Aveva un soprannome Scieri?

LUCA VALENTINI . L'avvocato perché era laureato, non ricordo nemmeno se fosse laureato proprio in legge. Era l'unico laureato del gruppo... no, ce ne era un altro.

PRESIDENTE . Chi era?

LUCA VALENTINI . Cristofaro, un nome così, non mi ricordo bene, però mi ricordo che erano solo in due i laureati.

PRESIDENTE . L'indomani, quando il maggiore Romondia vi ha chiesto il cellulare, voi avete detto anche in quell'occasione che Scieri era rientrato in caserma?

LUCA VALENTINI . Non penso.

PRESIDENTE . Allora guardi, questo è un dato importante, lei il 7 settembre ha detto: «alle 8.30 circa il maggiore Romondia durante l'adunata ci ha chiesto se qualcuno sapesse dello Scieri e se eravamo in possesso del cellulare. In quell'occasione il Viberti riferì al maggiore Romondia che Scieri era rientrato in caserma».

LUCA VALENTINI . Glielo aveva detto anche allora, questo non lo ricordavo.

PRESIDENTE . Quindi, glielo avete detto la sera prima, glielo avete detto anche il giorno dopo che Scieri era in caserma. Se lo ricorda?

LUCA VALENTINI . Sì, sì che lo abbiamo detto, questo me lo ricordo.

PRESIDENTE . Quindi, glielo avete detto in tutti i modi che Scieri era in caserma.

LUCA VALENTINI . Però, anche loro pensavano fosse scappato perché era in un punto che, se non ci vai proprio a guardare, non lo vedi.

PRESIDENTE . In quale punto era Scieri?

LUCA VALENTINI . Era ai piedi di questa torretta e mi ricordo che c'erano tanti detriti, armadietti vecchi buttati lì forse in attesa di essere riciclati.

Pag. 11

PRESIDENTE . Ma era un punto che voi frequentavate?

LUCA VALENTINI . No, era il primo giorno che eravamo lì, non era un punto che conoscevamo. Era un punto al cui esterno si poteva passare perché era fuori dal vialetto però proprio nel punto in cui l'hanno trovato...

PRESIDENTE . Ma, passando dal vialetto, questo punto si vedeva?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Non si vedeva passando dal vialetto?

LUCA VALENTINI . No, c'era tutta quella roba davanti, non si vedeva.

PRESIDENTE . Ed era vicino alla mensa?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Era vicino alla pizzeria?

LUCA VALENTINI . Sì, abbastanza vicino alla pizzeria.

PRESIDENTE . Vicino quanto?

LUCA VALENTINI . Trenta metri circa.

PRESIDENTE . Trenta metri dalla pizzeria.

LUCA VALENTINI . Comunque a quell'ora era chiusa la pizzeria.

PRESIDENTE . Lei sa a che ora chiudeva la pizzeria?

LUCA VALENTINI . Alle nove e mezzo, le dieci.

PRESIDENTE . La pizzeria chiudeva alle 22.30 e lei e Scieri siete rientrati alle 22.15. Lei se lo ricorda che la pizzeria chiudeva alle 22.30?

LUCA VALENTINI . Mi ricordavo che chiudeva dopo le dieci ma l'orario preciso no.

PRESIDENTE . E si ricorda a che ora siete rientrati voi?

LUCA VALENTINI . Dieci e mezza o giù di lì ma comunque la pizzeria in quel periodo era proprio chiusa, si era sotto Ferragosto.

PRESIDENTE . Comunque questo punto era vicino alla pizzeria.

LUCA VALENTINI . Sì, era vicino alla pizzeria.

PRESIDENTE . Lei nei suoi verbali dice che siete rientrati alle 22.15 circa.
Scusate una breve parentesi: diamo atto che sono presenti in aula i consulenti e la guardia di finanza autorizzati a seguire le audizioni.
Lei ha detto che Viberti si affacciò più volte alla finestra, preoccupato.

LUCA VALENTINI . Sì, guardava.

PRESIDENTE . Perché era preoccupato?

LUCA VALENTINI . Perché vedeva che non rientrava e si avvicinava l'ora del contrappello. Sapevamo che lì erano piuttosto severi e quindi se non rientrava in tempo per il contrappello chissà cosa poteva succedere.

PRESIDENTE . Allora, voi siete rientrati alle 22.15; il contrappello quando venne fatto?

LUCA VALENTINI . A mezzanotte meno un quarto o alle undici e mezzo, non era tutti i giorni uguale. Comunque tra le undici e mezza e mezzanotte meno un quarto.

PRESIDENTE . Quindi, da quando avete lasciato Scieri alle undici e mezza c'è una bella ora di tempo.

LUCA VALENTINI . Sì.

Pag. 12

PRESIDENTE . E durante quest'ora Viberti si è sempre esposto dalla finestra?

LUCA VALENTINI . Magari i primi dieci minuti no ma dopo un po’ ha iniziato ad andare spesso. Noi però eravamo lì solo da un giorno, eravamo timorosi, non siamo usciti per andare a controllare dove fosse. Siamo rimasti dentro.

PRESIDENTE . Però, potevate uscire dalla camerata prima del contrappello, no?

LUCA VALENTINI . Sì, fino alle undici e mezza si poteva uscire dalla camerata.

PRESIDENTE . E come mai non siete usciti per andare a cercare Scieri, soprattutto Viberti?

LUCA VALENTINI . Non lo so, perché eravamo timorosi.

PRESIDENTE . Dalle 22.15 alle 23.30 c'è un'ora, come mai in un'ora nessuno di voi è uscito per andare a cercare Scieri?

LUCA VALENTINI . Per il fatto che eravamo timorosi poi anche perché lui ci aveva detto che, siccome non gli avevano dato la licenza e invece l'avevano data a tutti quelli che stavano oltre i cinquecento chilometri, e anche lui era oltre e non gliela avevano data, allora se la sarebbe presa da solo.

PRESIDENTE . Ma quando l'aveva detto questo, il pomeriggio?

LUCA VALENTINI . Il pomeriggio, dopo che avevano detto chi andava in licenza e chi no, quindi prima delle cinque.

PRESIDENTE . Allora guardi, lei il 28 settembre ’99 è stato interrogato di nuovo e ha detto: «sono sicuro che Gelli ha riferito dell'assenza dalla camerata ma non dalla caserma dello Scieri». Cioè, che era rientrato in caserma. Quindi Gelli aveva riferito che era rientrato, Viberti aveva riferito che era rientrato.

LUCA VALENTINI . Sì questo lo avevamo detto, sicuramente era rientrato in caserma ma non era in camera.

PRESIDENTE . Lei dice: «ripeto che sono sicuro che Gelli lo riferì al caporale. Sono anche sicuro che al contrappello dello Scieri il Viberti gli disse che Emanuele era rientrato con lui e si era fermato nel viale a fare una telefonata. Il caporale gli rispose che ci avrebbero pensato loro». Quindi il caporale disse «adesso ci pensiamo noi».

LUCA VALENTINI . Queste cose non me le ricordo bene. Comunque sono sicuro al cento per cento che noi avessimo riferito che era rientrato in caserma ma non in camera, poi chi era stato a dirlo non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Lei se li ricorda i caporali Cinelli e Tatasciore?

LUCA VALENTINI . Cinelli era quello in camera con noi.

PRESIDENTE . Lei se li ricorda questi caporali Cinelli e Tatasciore?

LUCA VALENTINI . Tatasciore non me lo ricordo tanto bene, Cinelli lo ricordo perché era quello che durante il corso dormiva in camera con noi.

PRESIDENTE . E Cinelli ha mai avuto atteggiamenti particolari contro di voi?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . E sul pullman che portava da Scandicci a Pisa se lo ricorda Cinelli?

LUCA VALENTINI . Non mi pare che Cinelli fosse sul pullman, non me lo ricordo. Mi ricordo che c'era uno che si chiamava Infantino che era forse caporale maggiore.

PRESIDENTE . Senta, l'ultima domanda e poi lascio la parola agli onorevoli commissari. Lei è stato sentito diverse volte; è Pag. 13 stato chiamato anche in un processo presso la procura di La Spezia?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Ci vuole raccontare perché è stato chiamato?

LUCA VALENTINI . Era un processo contro atti di nonnismo, se non sbaglio, per raccontare cosa era successo in quei giorni, se eravamo stati maltrattati.

PRESIDENTE . Quindi, l'ha chiamata la procura militare?

LUCA VALENTINI . Sì, la procura militare.

PRESIDENTE . Lei è stato interrogato per atti di nonnismo?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Sa contro chi era questo processo?

LUCA VALENTINI . No, non credo che nemmeno me lo abbiano detto.

MARIA GAETANA GRECO . Una precisazione. Lei ha detto che al rientro dalla libera uscita lei è rientrato in camera mentre lo Scieri e il Viberti si sono trattenuti fuori a fare una telefonata. Lei ricorda dopo quanto tempo entrò in camerata il Viberti?

LUCA VALENTINI . Poco, meno di dieci minuti.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi, lei colloca in dieci minuti il tempo...

LUCA VALENTINI . Che si sono ritrovati loro due soli, sì, non più di dieci minuti.

MARIA GAETANA GRECO . E poi il Viberti rimase tutto il tempo in camerata?

LUCA VALENTINI . Sì. Si affacciava sempre alla finestra per vedere se arrivava Emanuele.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, lei ha riferito i fatti che ricorda, ma lei si è fatto un'idea di come possa essere andata?

LUCA VALENTINI . Un'idea sì. Mi sembra veramente strano che uno, il primo giorno che arriva, va in un posto del genere e si arrampica in cima ad una torretta. Questo sicuramente mi sembra molto, molto strano, però poi non so cosa possa essere successo.

MARIA GAETANA GRECO . Lei non si è formato un convincimento? Lasciamo stare come sono andate le cose.

LUCA VALENTINI . No, lasciamo stare... se sono stato lì dieci mesi e non si è saputa neanche una parola vuol dire che, se qualcuno è coinvolto, non dirà mai niente.

MARIA GAETANA GRECO . Lei ricorda se durante la notte vennero effettuate delle ispezioni all'interno della caserma?

LUCA VALENTINI . No, non credo.

MARIA GAETANA GRECO . Non ricorda nessuna ispezione?

LUCA VALENTINI . No.

MARIA GAETANA GRECO . Neanche del generale Celentano?

LUCA VALENTINI . Il generale mi sembra che fosse assente nel periodo in cui siamo arrivati noi perché era sotto Ferragosto. Mi pare che fosse in licenza il generale.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, lei è rimasto a Pisa, vero?

LUCA VALENTINI . Sì.

Pag. 14

MARIA GAETANA GRECO . Chi era autorizzato ad usare il telefono del generale Celentano?

LUCA VALENTINI . Non lo so, non sono nemmeno mai andato nell'ufficio del generale.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi, non è a conoscenza di chi avvertiva il generale.

LUCA VALENTINI . Lì c'era il colonnello di cui ora non ricordo il nome che era il suo vice.

MARIA GAETANA GRECO . Il suo vice?

LUCA VALENTINI . Che comandava quando non c'era il generale. Era un colonnello ma non ricordo il nome. Può darsi che sia agli atti ma ora non lo ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, quando siete rientrati in caserma, vi hanno chiesto di esibire documenti?

LUCA VALENTINI . All'entrata sì.

MARIA GAETANA GRECO . Quante persone stavano all'entrata?

LUCA VALENTINI . Che ti chiedevano i documenti solo due, però c'erano anche altre persone. C'era un gabbiotto, non so come chiamarlo.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, chiedevano i documenti e poi cosa facevano? Annotavano in un registro?

LUCA VALENTINI . No, chiedevano i documenti e basta. Guardare, guardavano sicuramente, però non annotavano.

MARIA GAETANA GRECO . Visto che voi arrivavate quel giorno, quindi sicuramente non vi conoscevano...

LUCA VALENTINI . Andavano a vedere...

MARIA GAETANA GRECO . Andavano a vedere, spuntavano su un elenco?

LUCA VALENTINI . Spuntare no, guardavano solo se eravamo veramente della caserma.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, in questo luogo dove è stato ritrovato il corpo di Scieri ci passavate frequentemente?

LUCA VALENTINI . No, ci si andava solo per fare il cambio lenzuola. Era però in un punto di passaggio ma che rimaneva chiuso perché c'erano vecchi armadietti, lamiere, non si vedeva dietro.

MARIA GAETANA GRECO . Ma lei per andare in camerata passava da questo vialetto? Lei e tutti gli altri ovviamente.

LUCA VALENTINI . Alcune volte sì. Era più comodo passare davanti, però quella sera mi ricordo che passammo dietro proprio sul vialetto che costeggiava il punto in cui è stato ritrovato.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Grazie per aver accolto l'invito della presidente a nome di tutta la Commissione. Io le faccio fare un passo indietro per tornare sul tragitto tra Scandicci e Pisa. Sul pullman una cosa pare sia certa, lo ha confermato anche lei, e cioè che ci fu un atto che possiamo definire non so se di nonnismo ma sicuramente d'imperio.

LUCA VALENTINI . Ci hanno fatto mettere bloccati in una posizione un po’ particolare.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Una posizione così, finestrini chiusi e l'aria calda accesa. Nel mese di agosto non era proprio il massimo.

LUCA VALENTINI . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ricorda se ci sono state reazioni a questo atto, non solo da parte di Scieri, ma di chiunque altro? Se qualcuno dentro il pullman ha avuto qualche gesto di...

Pag. 15

LUCA VALENTINI . No, perché pensavamo fosse una regola e non un atto di nonnismo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Mi sembra una regola un po’ bizzarra.

LUCA VALENTINI . Sì, sì però lo abbiamo pensato.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Avete pensato che era una regola. Una sevizia più che una regola.

LUCA VALENTINI . Il primo giorno lì vediamo che ci fanno stare così e stiamo così.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Sempre sul pullman, ricorda se qualcuno dei vostri capi è salito sul pullman e ha avuto dei gesti nei confronti di qualcuno dei suoi commilitoni? Intendo, ad esempio, uno schiaffo sul petto o cose del genere, più diretto nei confronti di qualcuno?

LUCA VALENTINI . Questo mi pare quando siamo scesi dal pullman.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non sul pullman? Comunque è accaduto qualcosa del genere?

LUCA VALENTINI . Sì, però mi ricordo che a me, ad esempio, non hanno fatto niente. A qualcuno magari hanno dato solo un colpettino sulla spalla e a qualcuno un pugno vero e proprio. A me non è successo niente, però mi ricordo di Palatresi.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Questo è accaduto a più persone?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . A più commilitoni?

LUCA VALENTINI . Mi sembra soltanto a due, Palatresi e Carlotti.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Mentre scendevano dal pullman.

LUCA VALENTINI . Sì o appena scesi. Forse loro due hanno preso un pugno più forte degli altri. Mi ricordo che c'era questo colpetto, a chi piano a chi un pugno vero e proprio. A me non è successo per fortuna.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Fra questi non c'era Scieri?

LUCA VALENTINI . No, non credo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Era vicino a questi due quando è avvenuta questa scena?

LUCA VALENTINI . No a me lo hanno detto dopo, io non ci ho nemmeno fatto caso.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei non lo ha visto?

LUCA VALENTINI . No, però poi parlando tra di noi ce lo siamo detti.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi, lei era seduto vicino a Emanuele Scieri.

LUCA VALENTINI . Non a fianco però, a fianco a me c'era Viberti. Comunque due posti più avanti.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lo aveva a vista, insomma.

LUCA VALENTINI . Sì, a vista sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E non ha notato nulla durante il viaggio?

LUCA VALENTINI . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Uno scambio di battute, sguardi particolari, nulla?

LUCA VALENTINI . No. Poi c'era anche il fatto che Scieri era qualche anno più grande di noi avendo già fatto l'università e quindi, secondo me, anche i caporali lo vedevano un po’ più grande di loro, se Pag. 16 dovevano fare un dispetto lo facevano a qualcun altro. Almeno per quello che ho visto io.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Questa è una considerazione?

LUCA VALENTINI . Una mia considerazione, non so se è vero.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ricorda se, sempre durante il tragitto in pullman, vi siete fermati in qualche rifornimento?

LUCA VALENTINI . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non lo ricorda o lo esclude?

LUCA VALENTINI . Il mio pullman ha fatto un viaggio diretto. Mi pare che l'altro si fosse fermato.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Il vostro invece senza soste?

LUCA VALENTINI . Però, non sono sicuro al cento per cento, sono passati tanti anni.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Naturalmente parliamo sempre di quello che ricorda.

LUCA VALENTINI . Magari le cose rilevanti me le posso ricordare ma questo...

GIUSEPPE ZAPPULLA . A volte alcuni particolari possono diventare....

LUCA VALENTINI . Allora non mi sembrava, magari non ci ho fatto caso.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Vado avanti. Quando siete rientrati la sera insieme a Viberti e altri e c'era anche Scieri, lei dice che ad un certo punto è rientrato in camerata e ha lasciato fuori Scieri e Viberti perché stavano telefonando.

LUCA VALENTINI . Stavano telefonando, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ora in quel momento, quando siete rientrati nella camerata ma anche prima, lei ha notato qualche comportamento strano da parte di Scieri? Nervosismo, uno scambio alterato di opinioni con chiunque della caserma?

LUCA VALENTINI . No, io a parte quella frase che ha detto – non mi hanno dato la licenza, me la prendo da solo – altre cose successe a lui non me le ricordo. Non credo sia successo niente, litigi, baruffe, niente.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei non ritiene che se Scieri o chiunque altro avesse avuto intenzione di scappare non sarebbe rientrato?

LUCA VALENTINI . Non sarebbe rientrato in caserma. Infatti, ci sembrava strano, era una battuta quella che aveva fatto.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ora, se tutti i soggetti, lei, Viberti e gli altri, avete comunicato ai vostri superiori durante il contrappello, ma anche prima, che Scieri era sicuramente rientrato in caserma, perché – non dico solo voi, la presidente glielo ha già chiesto – dalle 22.15 alle 23.30 nessuno di voi, pur potendosi allontanare dalla camerata, lo ha cercato sapendo che Scieri era praticamente lì, a poche decine di metri, almeno lì lo avevate lasciato, anche per dirgli che si stava facendo tardi? Come mai non lo avete fatto?

LUCA VALENTINI . L'ho già detto, perché eravamo troppo timorosi il primo giorno, avevamo paura anche a muoverci. Abbiamo visto arrivando la severità che c'era lì. C'era ancora tempo ma avevamo paura che questi qua magari ci avrebbero messo in punizione perché eravamo usciti.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quando avete detto in tutte le salse che era rientrato, come mai nessuno si è preso la briga, la responsabilità...?

LUCA VALENTINI . Noi pensavamo che le avessero fatte le ricerche e non ci dicessero niente, invece non le avevano fatte. Tra Pag. 17 di noi parlando ci dicevamo che sicuramente lo stavano cercando invece poi abbiano saputo che nessuno lo ha cercato.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Dopo le 22.15, lei si ricorda se i suoi superiori, responsabili di quel dormitorio, sono entrati di corsa e hanno attraversato il corridoio del vostro dormitorio raggiungendo l'altra estremità dove c'è una porticina per uscire? Ricorda questa scena?

LUCA VALENTINI . Che uscivano i responsabili anche di lì sì, non mi ricordo se è successo proprio quella sera. Il primo giorno ci avevano detto che noi dovevamo correre sul corridoio del dormitorio, quindi se noi vedevamo qualcun altro che lo faceva pensavamo che fosse una cosa normale. Poi ho saputo che anche questo era una specie di nonnismo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . No, io non parlo dei suoi commilitoni.

LUCA VALENTINI . No, no, tutti. Anche vedendo un caporale correre lì pensavamo che se ci dicevano di correre a noi era giusto che lo facessero anche loro. Pensavo fosse normale anche se ho visto qualcuno correre verso l'uscita.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Comunque non se lo ricorda.

LUCA VALENTINI . No, non ci avrei fatto caso.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Suoi colleghi, invece, ricordano questa scena e la ricordano con particolare sorpresa e preoccupazione perché l'hanno fatto talmente di corsa da essere preoccupanti. Quindi, da un lato c'era lo Scieri che non rientrava pur essendo dentro la caserma, dall'altro scene di questo genere.

LUCA VALENTINI . E magari a noi è venuto in mente che corressero perché lo stavano andando a cercare, a chiedere alla guardia.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lo ricorda che qualcosa c'è stato?

LUCA VALENTINI . Sì, qualcosa c'è stato però non ricordo bene, non c'ho dato gran peso perché mi sembrava normale visto che ci avevano detto che noi lì dovevamo correre.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Sì, sì non chiedo se lei o altri abbiate fatto chissà quale collegamento, chiedo se si ricorda che c'è stata una scena che somigliava un po’ a quella che ho descritto.

LUCA VALENTINI . Sì, hanno corso verso l'uscita di emergenza e sono usciti da lì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Perfetto. Che poi da quella parte si può raggiungere anche la torretta.

LUCA VALENTINI . Sì volendo, sì, arrivando su quel vialetto.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Si ricorda quando è avvenuta questa cosa? Subito dopo che siete entrati nel dormitorio o un po’ dopo?

LUCA VALENTINI . Prima del contrappello ma non ricordo di preciso.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi, tra le 22.15 e le 23.30 all'incirca.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Poi questi sono rientrati di nuovo?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E hanno attraversato al contrario camminando o correndo?

LUCA VALENTINI . Non ricordo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Penultima domanda. Lei ha detto che la torretta non era un luogo frequentato.

Pag. 18

LUCA VALENTINI . No. Non c'era motivo di andare lì, c'erano vecchi armadietti, cose così.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Chi aveva, invece, l'obbligo di frequentare questo luogo?

LUCA VALENTINI . Non mi ricordo il nome del maresciallo che gestiva il posto.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Intanto le figure e poi se ricorda anche i nomi.

LUCA VALENTINI . Il nome no, mi ricordo che c'era un maresciallo che gestiva il posto, però di sicuro lui non c'era alle dieci e trenta dentro la caserma.

GIUSEPPE ZAPPULLA . No, no, per capire chi aveva la responsabilità di gestire quel servizio.

LUCA VALENTINI . Sì, lì c'era questo maresciallo di cui non ricordo il nome ma me lo ricordo bene.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E quali erano gli orari in cui andavano in questo posto?

LUCA VALENTINI . Io ero magazziniere, facevo anche cambi lenzuola e quindi ci andavo abbastanza di frequente, però questo è successo dopo. Però, non si vedeva gente passare di lì a parte che per il cambio delle lenzuola che non ricordo in che orario si facesse, la mattina comunque.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei ha detto che quando hanno trovato il corpo di Emanuele Scieri il commilitone che per primo lo ha riferito è corso verso di voi dicendo: «abbiamo ritrovato Scieri, lo hanno ammazzato di botte».

LUCA VALENTINI . Sì, ricordo che lui disse così lì per lì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Questa cosa l'avete sentita in tanti?

LUCA VALENTINI . Sì, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E l'hanno sentita, immagino, anche i suoi superiori?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Nessuno ha fatto commenti?

LUCA VALENTINI . No, che mi ricordi io, almeno io non li ho sentiti. Ah, tra di noi sì, pensavo si riferisse ai miei superiori.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Intanto tra di voi, certo.

LUCA VALENTINI . Tra di noi certo che ne parlavamo: «ora che facciamo...», andavamo sempre in giro insieme, eravamo abbastanza spaventati.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ma, di fronte a questa doppia notizia traumatica che vi ha travolto, il ritrovamento del corpo di un vostro commilitone e questa affermazione che potessero averlo ammazzato di botte, da parte vostra non c'è stata nessuna reazione, nessun commento, non vi siete chiesti chi poteva essere stato?

LUCA VALENTINI . Sì, sì ce lo siamo chiesto più volte tra di noi però non ci siamo fatti nessuna idea. Non conoscevamo nessuno, eravamo appena arrivati.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ma proprio perché non conoscevate nessuno o era qualcuno che era stato con voi al CAR oppure era qualcuno che era lì.

LUCA VALENTINI . Sicuramente sì, ma qualcuno del CAR mi sembra molto strano, eravamo tutti dentro la camerata.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quelli che eravate arrivati col pullman?

LUCA VALENTINI . Sì. Eravamo tutti e siamo rientrati prima delle 22.30.

GIUSEPPE ZAPPULLA . È ragionevole, quindi, ipotizzare che gli eventuali responsabili fossero gente che già era lì stanziale?

Pag. 19

LUCA VALENTINI . Sì, se è successo, è qualcuno che conosceva anche il posto.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E che quindi era già lì, non era del gruppo vostro.

LUCA VALENTINI . Sì, secondo me, se qualcuno è coinvolto, non era uno del nostro gruppo perché non conoscevamo nemmeno il posto, non saremmo andati a far arrampicare qualcuno su una scala di emergenza.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Un'ultima domanda. Ma lei, personalmente lei, avendolo conosciuto e frequentato, e avendo poi vissuto in quella caserma successivamente per un periodo abbastanza lungo di tempo...

LUCA VALENTINI . Nove mesi.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Nove mesi... che idea si è fatto? Ce la consegni proprio per avere una sua ricostruzione anche ipotetica, fantasiosa.

LUCA VALENTINI . Ci siamo fatti varie idee, come che lo stessero già aspettando chissà perché, idee così.

GIANLUCA FUSILLI . Anch'io la ringrazio per aver accolto il nostro invito. Una cosa mi ha colpito del suo racconto e cioè che il suo commilitone, credo in maniera abbastanza concitata, si avvicina a lei e ad altri commilitoni annunciando di aver ritrovato il corpo di Scieri e dicendo che lo avevano massacrato di botte, facendo quindi un'affermazione doppiamente sconvolgente, soprattutto per un ragazzo di quell'età. Immagino che lei ricordi la sensazione che provò in quel momento.

LUCA VALENTINI . Sì. Io mi ricordo che ero anche di servizio.

GIANLUCA FUSILLI . Non credo le sia capitata altre volte nella vita una circostanza di questo tipo. Lei ha considerato credibile quell'affermazione?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . E l'ha considerata credibile perché il clima che si viveva in quella caserma era compatibile con il fatto che qualcuno venisse massacrato di botte?

LUCA VALENTINI . Era un ambiente molto...

GIANLUCA FUSILLI . Ce lo precisa meglio? Lei ha parlato prima di severità.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Questa cosa mi ha colpito perché in un ambiente ci può essere severità ma sentirsi dire, in una caserma dello Stato, che qualcuno è stato massacrato di botte, e non avere stupore e quasi incredulità... insomma, ci spiega in quei tre giorni che cosa è accaduto che possa aver portato un ragazzo come lei, che credo non avesse vissuto in precedenza simili esperienze, a ritenere credibile un'affermazione così grave?

LUCA VALENTINI . Perché noi, tra le altre cose, sapevamo, anche per sentito dire, che in questa caserma c'erano atti di nonnismo, anche pesanti. A me non è mai successo, però sapevamo che c'erano e quindi abbiamo creduto che fosse successo veramente.

GIANLUCA FUSILLI . Allora gli riformulo meglio la domanda, forse non sono stato preciso: a parte la notizia che ci potevano essere atti di nonnismo, in quei tre giorni lei ha percepito un clima particolare compatibile con quell'affermazione? Perché qualcuno può raccontare che ci saranno atti di nonnismo, ma lei ha verificato una particolare durezza da parte di qualcuno?

LUCA VALENTINI . Non su di me.

GIANLUCA FUSILLI . Nell'ambiente?

LUCA VALENTINI . Durezza sì, però non da ammazzare qualcuno.

Pag. 20

GIANLUCA FUSILLI . La domanda non era se era da ammazzare qualcuno.

LUCA VALENTINI . Durezza c'era.

GIANLUCA FUSILLI . Ci può descrivere che cosa intende lei per durezza?

LUCA VALENTINI . C'erano tante regole che noi non pensavamo nemmeno fossero di nonnismo come, ad esempio, andare a farsi la doccia con la tuta da ginnastica pure se era Ferragosto e appena usciti dalla doccia dovevamo rimetterci la tuta, nei corridoi della caserma si doveva solo correre e mai camminare, non si poteva parlare al cellulare.

GIANLUCA FUSILLI . Le è capitato in quelle settantadue ore di verificare che qualcuno che non aveva rispettato le regole aveva subìto punizioni?

LUCA VALENTINI . No, perché le rispettavamo tutti.

GIANLUCA FUSILLI . Voi avevate individuato dentro la caserma qualcuno di particolarmente insidioso?

LUCA VALENTINI . Non uno in particolare.

GIANLUCA FUSILLI . Chi erano i soggetti da cui bisognava «stare lontani»?

LUCA VALENTINI . I caporali che erano con noi.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, anche il caporale Cinelli?

LUCA VALENTINI . Sì, anche se non l'ho mai visto fare niente di che.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, arriva questo suo commilitone e dice che lo hanno massacrato di botte; lei lo considera credibile, immagino anche i suoi commilitoni e credo anche i superiori che erano con voi.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . O hanno commentato: «come vi viene in mente che in una caserma dello Stato...?»

LUCA VALENTINI . No, nessuno ha commentato, neanche i superiori hanno detto niente, penso che anche a loro sia apparso quasi credibile.

GIANLUCA FUSILLI . Nei momenti immediatamente successivi al ritrovamento del corpo siete stati consegnati in camerata, vi siete avvicinati al corpo per vedere?

LUCA VALENTINI . No, non ci hanno fatto avvicinare.

GIANLUCA FUSILLI . Chi ve lo ha impedito? I superiori?

LUCA VALENTINI . Sì, però non mi ricordo chi.

GIANLUCA FUSILLI . Siete rimasti a svolgere le vostre normali attività?

LUCA VALENTINI . Sì, ho finito la mia guardia.

GIANLUCA FUSILLI . È tornato in camerata o ha girato liberamente per la caserma? C'è stato un attimo di consegna in camerata per capire cosa fosse successo, di concitazione?

LUCA VALENTINI . Sì, ma tra di noi.

GIANLUCA FUSILLI . E i superiori non erano presenti?

LUCA VALENTINI . Non erano presenti.

GIANLUCA FUSILLI . Va bene. La sera del rientro in caserma con Viberti e Scieri lei è stato praticamente la penultima persona che ha visto Scieri vivo.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, immagino che la notizia della morte di Scieri l'abbia colpita in maniera più significativa rispetto Pag. 21 agli altri militari di compagnia che magari lo conoscevano ma non erano stati fino a un quarto d'ora prima che morisse con lui. Quando è rientrato in camerata, intorno alle 22.30, ricorda che fosse presente il caporale Cinelli?

LUCA VALENTINI . Appena entrato no, però poi dopo me lo ricordo presente in camerata.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda la circostanza che il caporale Cinelli fosse sul letto?

LUCA VALENTINI . Sì, aveva proprio il letto di fronte a me quindi me lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . E immediatamente prima del contrappello e immediatamente dopo si alzò dal letto e uscì per qualche minuto dalla camerata?

LUCA VALENTINI . Sì, però lo facevano i caporali.

GIANLUCA FUSILLI . Io le ho chiesto se quella sera lo ricorda.

LUCA VALENTINI . Non precisamente, no. È successo che lui si alzava dal letto e usciva, questo sì, però non ricordo se è successo proprio in quel frangente.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ha detto che al rientro vi hanno identificato.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Voi rientrate in tre...

LUCA VALENTINI . In cinque eravamo.

GIANLUCA FUSILLI . Rientrate in cinque, due rientrano immediatamente, lei si attarda qualche minuto a parlare con Scieri e Viberti, poi loro rimangono fuori e lei rientra in camerata; dopo qualche minuto rientra anche Viberti.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Lei non aveva il cellulare, Viberti sì.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . E Viberti inizia a preoccuparsi.

LUCA VALENTINI . Dopo un quarto d'ora che non lo vedeva rientrare.

GIANLUCA FUSILLI . La prima domanda è: nel tragitto dalla porta d'entrata della caserma alla camerata e per il tempo che vi siete attardati fuori, c'erano altri militari presenti in caserma o era deserta?

LUCA VALENTINI . Era quasi deserta perché era Ferragosto, erano tutti in licenza.

GIANLUCA FUSILLI . Non avete incontrato nessuno durante questo tragitto?

LUCA VALENTINI . Fuori dalla caserma sì.

GIANLUCA FUSILLI . Non fuori, dentro.

LUCA VALENTINI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, lei non ha visto nessuno che come voi si stava attardando fuori dalle camerate a chiacchierare in attesa del contrappello.

LUCA VALENTINI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Le risulta, anche eventualmente come informazione acquisita successivamente, che ci fosse uno scaglione in congedo in quei giorni il 13, il 14 o il 15 di agosto?

LUCA VALENTINI . Sicuramente c'era.

GIANLUCA FUSILLI . Posso chiederle, in base alla sua esperienza, se ci fosse una tradizione, una regola non scritta di una sorta di allentamento della disciplina rigorosa della caserma negli ultimi giorni di naia? Era consentito avere una maggiore Pag. 22 libertà di movimento, un'interlocuzione particolare magari con i primi arrivati, la possibilità di costringerli a fare, simpaticamente, qualche atto di rispetto, sottomissione particolare?

LUCA VALENTINI . In alcune compagnie anche libertà di uscire...

GIANLUCA FUSILLI . No, secondo la sua esperienza, quello che lei ha verificato di persona, ne avrà viste tante.

LUCA VALENTINI . Sì, appunto dico che non era uguale per ogni compagnia. Per esempio, la compagnia in cui sono stato mandato io, la seconda compagnia quella in cui ho fatto gli otto mesi dopo il primo ed era la camerata dopo, eravamo pochi e non c'erano queste cose. Lì avevamo libertà e non c'era nemmeno il contrappello perché eravamo solo in venti e vedevamo tra di noi chi c'era e chi no.

GIANLUCA FUSILLI . Probabilmente, non ho fatto chiaramente la domanda. In base alla sua esperienza, non esattamente in quei giorni, è credibile.... Lei, ad esempio, l'ultimo giorno di naia ha fatto qualcosa di particolare? Magari non ha risposto al contrappello, è rimasto più tempo fuori...

LUCA VALENTINI . No, era un comportamento comunque punibile ma questo dipendeva più dalla compagnia che dall'anzianità che avevi.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, gli anziani nei confronti degli appena arrivati, in base alla sua esperienza, ciò che ha visto o che le è stato riferito, le risulta che mettessero in atto comportamenti consuetudinari particolari di costrizione?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Me ne racconta qualcuno?

LUCA VALENTINI . Purtroppo no, perché dopo il fatto di Scieri non si è più verificato niente.

GIANLUCA FUSILLI . E prima? Cosa vi hanno raccontato che poteva fare un anziano a qualcuno appena arrivato? Arrivavo il primo giorno, incrociavo un anziano di uno scaglione in congedo...

LUCA VALENTINI . A parte pompare e fare le flessioni, mi ricordo che avevamo un'etichetta al petto col nome, era ruvida, ce la passavano in faccia per vedere se avevamo la barba.

GIANLUCA FUSILLI . Il fermarsi alla vista di un anziano senza potersi muovere?

LUCA VALENTINI . Sì, però queste erano cose fatte più per scherzo.

GIANLUCA FUSILLI . Comunque lei non ricorda che nella fase successiva queste cose siano più accadute.

LUCA VALENTINI . Non dopo il fatto di Emanuele.

GIANLUCA FUSILLI . E quel giorno che siete arrivati nessuno, anche nel tempo successivo magari anche la settimana successiva, ha raccontato di aver incrociato proprio in quei tre giorni qualche anziano che gli ha fatto fare delle flessioni o altro?

LUCA VALENTINI . Delle flessioni o cose così sì, ma non più di quello.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, a qualcuno dei settanta è capitato in quelle settantadue ore di incontrare qualcuno degli anziani in congedo e dover sottostare a qualche atto di subordinazione gerarchica.

LUCA VALENTINI . Sì, però non più di flessioni o cose del genere.

GIANLUCA FUSILLI . Bene, lei è stato interrogato in un processo penale: come teste in aula o dalla polizia giudiziaria?

LUCA VALENTINI . No, non ero in aula, eravamo solo io e il pubblico ministero.

Pag. 23

GIANLUCA FUSILLI . Le ha chiesto chiarimenti su circostanze specifiche?

LUCA VALENTINI . L'interrogatorio a La Spezia ricordo che era più basato sul viaggio in pullman e sugli atti di nonnismo.

GIANLUCA FUSILLI . E ricorda – considerato che il fatto era specifico, il viaggio in pullman – nei confronti di chi il pubblico ministero richiedeva l'approfondimento? Avrà chiesto chi fosse stato a compiere questi atti.

LUCA VALENTINI . Non ce l'hanno chiesto.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ricorda come era organizzata la sorveglianza notturna all'interno della caserma Gamerra? Chi era deputato a sorvegliare il perimetro interno?

LUCA VALENTINI . C'era un sottotenente o tenente, non ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . C'era una pattuglia di guardia?

LUCA VALENTINI . Sì, c'era una pattuglia di guardia, però la maggior parte era formata da gente della leva.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, fatta da suoi colleghi commilitoni.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . A lei è capitato mai di svolgere servizio di turno di notte?

LUCA VALENTINI . No, perché io avevo un incarico particolare.

GIANLUCA FUSILLI . Ma avrà saputo dai suoi colleghi quali erano le funzioni?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . C'era, immagino, durante la notte anche l'obbligo di ispezionare la caserma lungo il perimetro.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Le risulta che nel percorso normale d'ispezione si passasse di fronte alla torretta?

LUCA VALENTINI . Si passava di fronte alla torretta ma non si poteva vedere dove è stato trovato Scieri.

GIANLUCA FUSILLI . Ha sentito dai suoi commilitoni che una delle ragioni per le quali è stato ritrovato il corpo di Scieri era il cattivo odore che emanava in quanto da qualche giorno all'esterno esposto ai fattori atmosferici?

LUCA VALENTINI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Non è mai stato un elemento oggetto di discussione?

LUCA VALENTINI . No, questo non è stato detto.

GIANLUCA FUSILLI . Lei è uscito con Scieri e Viberti e mi sembra abbia detto che anche durante il CAR qualche volta siete usciti insieme.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Lei quindi, il giorno stesso della morte di Scieri, essendo stato la penultima persona a vederlo, immagino si sia confrontato con Viberti, ultima persona a vedere Scieri.

LUCA VALENTINI . Sì, abbiamo parlato più volte.

GIANLUCA FUSILLI . Viberti si affacciava alla finestra ma Viberti aveva un cellulare: non ha provato in quei minuti a fare un colpo di telefono a Scieri? Era la cosa più normale.

LUCA VALENTINI . Sì è vero ma Viberti potrebbe anche non aver avuto il numero di Scieri. Comunque, non sono sicuro che non gli abbia telefonato.

Pag. 24

GIANLUCA FUSILLI . Lei comunque ha mantenuto il rapporto con Viberti? Lui è stato in caserma come lei per tutti i nove mesi successivi?

LUCA VALENTINI . No, lui in seguito è stato trasferito.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei aveva il numero di Scieri?

LUCA VALENTINI . No, io non avevo il cellulare.

GIANLUCA FUSILLI . Lei si è confrontato con Viberti?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Avrà chiesto ragione al Viberti di dove l'avesse lasciato, in che punto, a chi stava telefonando. Gliele avrà fatte queste domande.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Che risposte ha ricevuto?

LUCA VALENTINI . Dove l'aveva lasciato, mi ha fatto anche vedere il punto e si vedeva anche da dentro la caserma affacciandosi, era anche lo stesso punto dove lo avevo lasciato io. Non ricordo le altre domande.

GIANLUCA FUSILLI . Altre informazioni che le ha dato: l'ho lasciato lì, siamo stati dieci minuti, si è allontanato un attimo, stava telefonando alla madre...

LUCA VALENTINI . Viberti mi ha riferito che Scieri ad un certo punto ha detto: «scusa, ma devo fare una telefonata». E si è allontanato. Stava telefonando anche prima per cui non so, forse questa telefonata era privata.

GIANLUCA FUSILLI . Le faccio una domanda che può sembrare che insinui qualcosa ma non vuole insinuare nulla, mi interessa la sua sensazione: nei giorni successivi il suo rapporto con Viberti è cambiato?

LUCA VALENTINI . No, siamo rimasti amici.

GIANLUCA FUSILLI . Viberti è rimasto molto colpito dalla morte di Scieri?

LUCA VALENTINI . Sì, abbastanza, sicuramente il più colpito di tutti, anche perché lui è quello che ha avuto più interrogatori.

GIANLUCA FUSILLI . Lei che idea si è fatto del ruolo di Viberti? Che Viberti abbia detto tutta la verità o che abbia taciuto qualcosa?

LUCA VALENTINI . Io penso che abbia detto tutta la verità sia a noi, sia nei vari interrogatori.

GIANLUCA FUSILLI . Durante il militare lei ricorda qualche fatto spiacevole che le è accaduto?

LUCA VALENTINI . No, a me non è successo niente di spiacevole. Come le ho detto, dopo il fatto di Scieri il nonnismo è finito nella caserma.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi c'era un clima sereno e tranquillo.

LUCA VALENTINI . Da allora in poi sì. C'era qualche scherzo, ovviamente, schiuma da barba, scherzi tra ragazzi.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ricorda la mattina del 15 di agosto, credo alle 5.30, un'ispezione del generale Celentano presso la caserma?

LUCA VALENTINI . Mi pare che il generale Celentano in quei giorni fosse assente.

GIANLUCA FUSILLI . Avete mai subìto un'ispezione nei dieci mesi del suo servizio militare?

Pag. 25

LUCA VALENTINI . No.

GIANLUCA FUSILLI . No, non è mai avvenuta un'ispezione?

LUCA VALENTINI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, la mattina del 15 di agosto, molto presto, siete stati svegliati, radunati nel piazzale e avete avuto modo di verificare la presenza del generale Celentano oppure il 15 di agosto è stata una giornata assolutamente normale?

LUCA VALENTINI . Il 15 di agosto non era il generale Celentano che ci ha fatto questo briefing e nemmeno il suo vice, era quello ancora più sotto, non ricordo il nome.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda invece la sera del 15 di agosto un'altra ispezione, non da parte del generale Celentano, ma da parte di un altro ufficiale?

LUCA VALENTINI . Ispezioni vere e proprio non ne ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, lei il 15 di agosto il generale Celentano non lo ha visto. Lo ha mai visto in caserma?

LUCA VALENTINI . Sì, sì, successivamente al 15 di agosto.

GIANLUCA FUSILLI . Lei è ancora in contatto con qualche suo commilitone?

LUCA VALENTINI . Sì, un ragazzo che abita vicino a me, ogni tanto lo vedo.

GIANLUCA FUSILLI . Come si chiama?

LUCA VALENTINI . Lombardi.

GIANLUCA FUSILLI . Era presente in caserma insieme a lei?

LUCA VALENTINI . Sì, ma non era nella mia camerata.

GIOVANNA PALMA . Io vorrei sapere, lei è stato amico di Scieri durante il CAR?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Lo conosceva bene?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Che idea si è fatto di Emanuele Scieri?

LUCA VALENTINI . Un ragazzo normalissimo.

GIOVANNA PALMA . Quella che si dice una persona con la testa a posto?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Mai qualche fuoriuscita, qualcosa di diverso?

LUCA VALENTINI . No, no. Anzi, si usciva la sera e magari si beveva un pochino, lui invece no.

GIOVANNA PALMA . Era considerato da voi quello un po’ più grande, più maturo?

LUCA VALENTINI . Era considerato ed era anche quello più grande e più maturo.

GIOVANNA PALMA . Era fidanzato all'epoca?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . E la sera di solito telefonava, utilizzava spesso il telefono?

LUCA VALENTINI . Sì era spesso al telefono lui.

GIOVANNA PALMA . Con la fidanzata?

LUCA VALENTINI . Sì, con la fidanzata, con i genitori.

GIOVANNA PALMA . Anche perché all'epoca il telefono non era alla portata di tutti, no?

Pag. 26

LUCA VALENTINI . Io non lo avevo, infatti.

GIOVANNA PALMA . Quella sera, quando vi siete lasciati, lei è rientrato subito perché non doveva chiamare in quanto non aveva il telefono e dentro la caserma non si poteva telefonare; loro cosa hanno detto? Facciamo delle telefonate e vi raggiungiamo?

LUCA VALENTINI . Ci fermiamo dieci minuti, finiamo la telefonata e rientriamo pure noi.

GIOVANNA PALMA . E anche Scieri ha detto la stessa cosa?

LUCA VALENTINI . Sì, però Viberti ha detto che Scieri dopo ha detto che si fermava a fare un'altra telefonata, come a dire che fosse più importante o che volesse parlare di cose più private.

GIOVANNA PALMA . E il luogo dove ha lasciato Viberti e Scieri lei lo poteva vedere dalla sua camerata?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Si vedeva bene?

LUCA VALENTINI . Sì, affacciandosi dalla finestra si vedeva bene.

GIOVANNA PALMA . Non si è preoccupato quando non lo ha visto rientrare conoscendolo? Ha detto che lo conosceva abbastanza bene, era una persona posata.

LUCA VALENTINI . Sì, mi sono preoccupato ma non ci è venuto in mente di andare a vedere.

GIOVANNA PALMA . Mi scusi, ma c'era un tale regime di terrore in caserma?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . E che cosa le avevano detto per spaventarla così? In fondo non eravate bambini, no?

LUCA VALENTINI . No, però ci aveva spaventato anche la gente parlando. Dicevano che qui se si sgarrava un minimo si subivano delle punizioni, dei giorni di rigore.

GIOVANNA PALMA . E chi glielo aveva detto questo?

LUCA VALENTINI . Gente che era già stata in caserma lì, ma anche prima di andare.

GIOVANNA PALMA . E lei l'ha conosciuta questa gente?

LUCA VALENTINI . Sì, anche prima di partire per il militare, gente della mia città che c'era già stata lì.

GIOVANNA PALMA . Addirittura. Era proprio una cosa terribile andare lì.

LUCA VALENTINI . Sì, molto terribile.

GIOVANNA PALMA . E lei conosceva delle persone prima di andare in questa caserma?

LUCA VALENTINI . Sì, conoscevo altri che hanno fatto il militare lì.

GIOVANNA PALMA . No, prima, che magari l'attendevano.

LUCA VALENTINI . No.

GIOVANNA PALMA . E lo Scieri?

LUCA VALENTINI . Non credo.

GIOVANNA PALMA . Tutti per la prima volta?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Non avevate amicizie, anche di qualche concittadino, qualche amico che era stato lì?

LUCA VALENTINI . Io non conoscevo nessuno e penso nemmeno Emanuele Scieri Pag. 27 che era siciliano, dalla Sicilia a Pisa è un bel viaggio, non penso proprio conoscesse qualcuno.

GIOVANNA PALMA . Non le ha mai detto durante il viaggio se lì conosceva un collega o un amico?

LUCA VALENTINI . No.

GIOVANNA PALMA . Quindi, lei sapeva solo che c'era questo regime di terrore, come dire, un sentito dire, tramandato.

LUCA VALENTINI . Sì, io avevo degli amici che avevano fatto il militare lì e mi avevano detto che è terribile, di notte te ne facevano di tutti i colori, queste cose qua.

GIOVANNA PALMA . Tipo?

LUCA VALENTINI . Per esempio, ti spruzzavano nel letto con l'estintore.

GIOVANNA PALMA . Poi?

LUCA VALENTINI . Non mi ricordo, cose così, che però a noi non sono mai successe perché dopo il fatto di Emanuele il nonnismo è finito.

GIOVANNA PALMA . Quindi, lei poteva farsi la doccia liberamente e non rimettere di nuovo la tuta.

LUCA VALENTINI . Sì, c'era chi continuava a farlo perché diceva che ormai era una regola non scritta della caserma, come c'era chi ha continuato a correre nel corridoio, a non telefonare dentro e varie altre cose.

GIOVANNA PALMA . Scusi ma quella notte lei ha dormito bene sapendo che Scieri non era rientrato? In tutta sincerità.

LUCA VALENTINI . Ero bello stanco, sicuramente mi sono addormentato.

GIOVANNA PALMA . Si può mai essere così indifferenti sapendo che un amico che conosceva da un bel po’ non è rientrato?

LUCA VALENTINI . D'altronde cosa avrei potuto fare? Non mi ricordo, magari non ho dormito nemmeno tanto bene.

GIOVANNA PALMA . Non ha pensato di uscire e andare a vedere, non ha insistito con i suoi superiori di andare a cercarlo?

LUCA VALENTINI . No. Abbiamo detto più volte che era rientrato, noi pensavamo che fossero andati a cercarlo, avevano detto che ci pensavano loro.

GIOVANNA PALMA . Ma lei non si è offerto per andare a cercarlo?

LUCA VALENTINI . No.

GIOVANNA PALMA . Non ha detto che era con lui, queste cose non le ha dette?

LUCA VALENTINI . No. Abbiano detto che siamo rientrati e poi rimasti lì fuori, però non l'ho detto io questo, l'ha detto Viberti e anche Gelli. Io, veramente, non ho detto niente.

GIOVANNA PALMA . E il giorno dopo, passata la nottata?

LUCA VALENTINI . Passata la nottata, visto che non era stato ritrovato, abbiamo pensato che avesse fatto la pazzia e fosse scappato.

GIOVANNA PALMA . E lei non si è preoccupato di procurarsi il telefono, di chiedere a Viberti se aveva il cellulare, di rintracciarlo in maniera autonoma, di capire cosa fosse accaduto sapendo che Scieri era un ragazzo con la testa a posto? Non iniziava a preoccuparsi, non ha sentito l'esigenza di capire che fine avesse fatto Emanuele?

LUCA VALENTINI . Sì, ce lo chiedevamo tra di noi però nessuno ha fatto cose veramente concrete. Può darsi che qualcuno abbia provato a chiamarlo.

GIOVANNA PALMA . Per esempio, non ha provato a chiedere a Viberti se lui avesse Pag. 28 il cellulare di Scieri, di provare a chiamarlo? Lei non ha detto neanche questo?

LUCA VALENTINI . Non me lo ricordo.

GIOVANNA PALMA . Faccia uno sforzo, come fa a non ricordare, è banale, viene naturale chiedere una cosa del genere ad un commilitone che, come lei, era stato insieme a Scieri la sera prima, avevate fatto insieme il CAR. Insomma, vi conoscevate, no?

LUCA VALENTINI . Sì, sì ci conoscevamo.

GIOVANNA PALMA . Poi si sta molto tempo insieme quando si è militari, anche un mese vuol dire tanto, si sta tante ore insieme.

LUCA VALENTINI . Però, non ci è venuto in mente.

GIOVANNA PALMA . Neanche di ricordare a Viberti di telefonargli?

LUCA VALENTINI . Ma io non so nemmeno se Viberti avesse il suo numero, non credo neanche che lo avesse.

GIOVANNA PALMA . Ma lei non si ricorda neanche se l'ha chiesto?

LUCA VALENTINI . No, io non l'ho chiesto.

GIOVANNA PALMA . Quindi, a lei stava bene così. Scieri era sparito, come fosse un moscerino.

LUCA VALENTINI . Non è che mi stava bene, ma cosa ci potevo fare?

GIOVANNA PALMA . Preoccuparsi almeno di telefonargli.

LUCA VALENTINI . Non avevo neanche un telefono, però penso che chi aveva il suo numero lo abbia chiamato.

GIOVANNA PALMA . E non le è venuta nemmeno la curiosità di cercarlo in maniera autonoma il giorno dopo quando aveva un po’ di tempo libero in caserma?

LUCA VALENTINI . No, non pensavo fosse dentro la caserma perché pensavo che, se fosse stato dentro la caserma, lo avrebbero già trovato.

GIOVANNA PALMA . Quindi, lei ha pensato che se ne fosse andato di notte?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Ma se avesse deciso di andare via non sarebbe proprio rientrato in caserma.

LUCA VALENTINI . Che ne so, magari quando ha fatto quest'ultima telefonata, la ragazza gli ha detto di venire via e lui se ne è andato. Eravamo preoccupati ma non sapevamo se avesse fatto veramente questa cosa.

GIOVANNA PALMA . Senta, i commilitoni che quella sera dovevano fare la ronda, secondo lei, potevano vederlo il corpo a terra?

LUCA VALENTINI . No.

GIOVANNA PALMA . Perché?

LUCA VALENTINI . Perché è impossibile vederlo passando dal vialetto.

GIOVANNA PALMA . Perché è lontano?

LUCA VALENTINI . No, perché è coperto. C'era molta roba davanti: lamiere, armadietti vecchi, materiale di scarto di alluminio. Se non andavi proprio lì davanti, non lo potevi vedere.

GIOVANNA PALMA . Mi scusi, ma quando si fa la ronda di notte si va con delle luci?

LUCA VALENTINI . No.

Pag. 29

GIOVANNA PALMA . Si cammina al buio?

LUCA VALENTINI . Ci sono le luci della caserma ma non hai pile.

GIOVANNA PALMA . E uno cosa vede? Non ci sono zone più buie? Mi chiedo che senso abbia fare questo giro se poi uno non vede niente.

LUCA VALENTINI . Questo giro è per vedere se qualcuno cerca di entrare, è più un pro forma perché c'è un filo spinato su un muro alto quattro metri, chi vuoi che entri? La ronda è più una pro forma, si fa il giro più volte ma anche se non ci fosse non cambierebbe niente.

GIOVANNA PALMA . Uno fa un giro così, non guarda, non controlla.

LUCA VALENTINI . Guarda, ma non va a guardare in tutti i singoli buchi.

GIOVANNA PALMA . Va be’, ma non era poi così nascosto, no?

LUCA VALENTINI . Sì sì, invece.

GIOVANNA PALMA . E lei come fa a saperlo?

LUCA VALENTINI . L'ho visto poi il punto dove era.

GIOVANNA PALMA . Ha visto il punto ma non ha visto il cadavere?

LUCA VALENTINI . No, però mi hanno detto che era là. Era impossibile vederlo perché la ronda fa il giro del perimetro del muro.

GIOVANNA PALMA . Io non le rimprovero nulla però, mi scusi, un collega che lei ha conosciuto, mi appello alla sua sensibilità – noi siamo qui per dare giustizia a una persona che non c'è più e che potrebbe stare tra di noi – era un suo coetaneo, un mio coetaneo – io ho quarantuno anni –, possibile che almeno lei e Viberti non vi siate preoccupati di cercarlo? Eravate le persone con cui aveva instaurato un legame, non dico affettivo, ma quantomeno di amicizia.

LUCA VALENTINI . Sì, sì, eravamo amici.

GIOVANNA PALMA . Scieri si era comportato per tutto il CAR in maniera esemplare come lei, no?

LUCA VALENTINI . Pensavamo, visto che non l'avevano ritrovato quella notte, che avesse fatto la pazzia di scappare.

GIOVANNA PALMA . E lei non ha neanche chiesto ai suoi superiori se lo avessero cercato quella sera? Aveva paura di chiederlo?

LUCA VALENTINI . Sì. Lì dentro c'era un clima di paura, almeno i primi tempi.

GIOVANNA PALMA . Solo sempre per sentito dire perché poi quando la presidente le ha chiesto come mai avevate paura, ha risposto che nessuno di voi, in realtà, aveva mai visto niente.

LUCA VALENTINI . No, a noi nessuno ha fatto niente.

GIOVANNA PALMA . Era solo per sentito dire, insomma.

LUCA VALENTINI . Sì. Poi c'era anche una legge non scritta che i primi giorni in cui si arrivava nessuno ti poteva fare niente, dovrebbero aspettare che tu sia almeno un pochino ambientato prima di fare atti di nonnismo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Chi gliel'ha detto questo?

LUCA VALENTINI . La gente che era dentro, gli altri commilitoni.

GIOVANNA PALMA . Il tutto è accaduto in un giorno, no?

LUCA VALENTINI . Sì.

Pag. 30

GIOVANNA PALMA . Lei era già preparatissimo su tutto? Sembra come chi, acquistato un televisore, ha già letto tutto il libretto d'istruzioni e conosce tutto.

LUCA VALENTINI . Avevamo già fatto il CAR a Firenze per un mese.

GIOVANNA PALMA . Però, la destinazione, se non sbaglio, la conosce alla fine, no?

LUCA VALENTINI . No, la conoscevamo già.

GIOVANNA PALMA . Ah, la sapevate già dall'inizio? Quindi, per tutto il periodo del CAR vi siete chiesti che cosa vi attendeva lì.

LUCA VALENTINI . Sì, e siccome gli istruttori che avevamo e anche altri erano gente che aveva già fatto una parte di militare lì a Pisa, ci raccontavano come era.

GIOVANNA PALMA . Cosa vi raccontavano?

LUCA VALENTINI . Che c'era un clima di terrore, che se si sgarrava un minimo ti davano una punizione che non si scordava più, degli atti di nonnismo, cose così.

GIOVANNA PALMA . Una punizione che non te la scordi più a cosa arriva?

LUCA VALENTINI . Non lo so, siccome nessuno sgarrava, nessuno veniva punito.

GIOVANNA PALMA . Di solito la punizione consiste nel non avere la licenza, nel lavare i piatti o fare altre cose. Le avevano parlato anche di atti di violenza?

LUCA VALENTINI . Sì, ci avevano detto così.

GIOVANNA PALMA . Quindi, oltre alle normali punizioni che si danno in caserma, le avevano detto che c'erano anche atti di violenza?

LUCA VALENTINI . Per quello che ci avevano detto, sì.

GIOVANNA PALMA . Quindi, vi avevano detto anche che, normalmente, i militari venivano picchiati?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Ma picchiati si intende un ceffone oppure veri e propri atti di violenza?

LUCA VALENTINI . Da quello che ci avevano detto poteva essere vario, dipendeva con chi ti confrontavi.

GIOVANNA PALMA . Lei cosa ricorda di questi racconti?

LUCA VALENTINI . Uno aveva detto che aveva preso dei pugni nella schiena, cose così.

GIOVANNA PALMA . Senza poter reagire.

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . Però, allora eravate ragazzi ma comunque eravate forti, se uno ti dà dei pugni, reagisci. Lei mi fa capire quasi che c'era uno che veniva tenuto da un altro mentre un altro ancora lo picchiava. Agivano in squadra?

LUCA VALENTINI . Sì, ci dicevano che era così.

GIOVANNA PALMA . La reazione umana è quella di rispondere, no? Se io ricevo un pugno, provo quantomeno a difendermi. Se un ragazzo ha vent'anni e sta anche bene fisicamente, non penso che tolleri così, a prescindere.

LUCA VALENTINI . Ci dicevano che i graduati più alti fossero d'accordo con questa pratica e quindi non potevi neanche protestare se no era anche peggio.

Pag. 31

GIOVANNA PALMA . Però a me meraviglia molto il fatto che non avevate tanto la paura di punizioni quali la consegna, quanto di essere picchiati. Quindi, lei è andato già lì con l'idea che se non avesse ubbidito alle regole oltre alla punizione avrebbe corso il rischio di perdere, non dico la vita, ma quasi.

LUCA VALENTINI . No la vita, ma di prendere le botte, sì.

GIOVANNA PALMA . In maniera seria però.

LUCA VALENTINI . Sì, per quello che mi hanno raccontato.

GIOVANNA PALMA . Non era un calcio, non era uno schiaffo, non era un pugno, lei è andato già lì con l'idea...

LUCA VALENTINI . Sì, un pugno alle costole e cose così per quello che ci avevano detto.

GIOVANNA PALMA . Nessuno ne parlava? Tutti sapevano di queste punizioni, anche durante il viaggio in pullman, sedersi in un certo modo, e tutti lo facevano?

LUCA VALENTINI . Sì, tutti lo facevano, nessuno diceva niente. Si pensava che fosse una regola e comunque che i graduati fossero d'accordo con questa cosa.

GIOVANNA PALMA . Quindi, lei di Scieri il giorno dopo non si è proprio preoccupato?

LUCA VALENTINI . No, mi sono preoccupato.

GIOVANNA PALMA . Ha dormito serenamente, anche il giorno dopo, anche il terzo giorno.

LUCA VALENTINI . Mi sono preoccupato però io pensavo fosse scappato. La preoccupazione era che quando lo avessero ritrovato magari lo avrebbero punito col carcere militare. Non pensavamo che fosse in caserma.

GIOVANNA PALMA . Durante il periodo del CAR non vi siete scambiati nemmeno il numero di casa come si faceva un tempo? L'indirizzo?

LUCA VALENTINI . No, penso di averlo fatto soltanto con Viberti.

GIOVANNA PALMA . Quando lo ha fatto, prima o dopo l'accaduto?

LUCA VALENTINI . Dopo.

PRESIDENTE . Lei quando ha cominciato il militare aveva ventidue anni, esatto?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Che studi ha fatto?

LUCA VALENTINI . Ho un attestato di terza superiore.

PRESIDENTE . Che attestato?

LUCA VALENTINI . Segretario d'azienda.

PRESIDENTE . Lei ha scelto di andare a fare il militare nei paracadutisti?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Quindi, doveva fare il militare e l'hanno mandata nei paracadutisti.

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Senta, lei ha detto che Viberti è stato trasferito.

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Cioè, non ha finito il militare con lei?

LUCA VALENTINI . Non l'ha finito lì.

Pag. 32

PRESIDENTE . Rispetto alla morte di Scieri, quando lo hanno trasferito?

LUCA VALENTINI . Hanno lasciato passare del tempo, due, tre mesi.

PRESIDENTE . Quindi, Viberti è stato trasferito due mesi dopo la morte di Scieri?

LUCA VALENTINI . Anche tre mesi dopo. Io ero in camera con lui, anche dopo la destinazione ci hanno messo insieme apposta.

PRESIDENTE . Cioè?

LUCA VALENTINI . Hanno affiancato nella stanza con me e Viberti due nuovi che poi erano due carabinieri infiltrati. Noi li abbiamo scoperti poco dopo.

PRESIDENTE . Come lo avete scoperto?

LUCA VALENTINI . Si vedeva che non erano di naia, erano troppo esperti in tutte le cose.

PRESIDENTE . Ma lei dormiva già in camera con Viberti e Scieri, no?

LUCA VALENTINI . Sì, ma quella era una camerata, eravamo tutti insieme, poi ci hanno messo in una stanza in cui eravamo solo io, Viberti e uno di questi due ragazzi, l'altro è stato poco e poi lo hanno mandato via.

PRESIDENTE . Quindi, dopo la morte di Scieri lei e Viberti siete stati spostati in una camera, diciamo, piccola?

LUCA VALENTINI . Sì, eravamo soltanto in quattro.

PRESIDENTE . In quattro?

LUCA VALENTINI . Era da quattro ma poi eravamo solo in tre: io, Viberti e questo ragazzo infiltrato dei carabinieri.

PRESIDENTE . E lo avete scoperto subito che era un infiltrato?

LUCA VALENTINI . Lo abbiamo scoperto dopo poco tempo perché si vedeva che era esperto in tutto, ne sapeva già tanto. Piano piano lo abbiamo capito.

PRESIDENTE . Senta, in agosto erano sospese le esercitazioni?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Non c'erano esercitazioni?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Che cosa facevate ad agosto?

LUCA VALENTINI . La vita di una caserma serve a far vivere la caserma: cucini, lavi, cose così.

PRESIDENTE . Non c'erano esercitazioni?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Quindi, non c'era motivo che Scieri si esercitasse in quella scaletta?

LUCA VALENTINI . No. Se si è arrampicato, non era per un'esercitazione.

PRESIDENTE . L'ultima domanda. Lei ha detto che in caserma non si poteva telefonare.

LUCA VALENTINI . Dentro la camerata.

PRESIDENTE . Dentro la camerata o dentro la caserma?

LUCA VALENTINI . Dentro la camerata.

PRESIDENTE . Lei fa parte di un gruppo su Facebook che si chiama 7° Giamaica?

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . Da tanto tempo?

Pag. 33

LUCA VALENTINI . Sarà un anno, però non ci vado mai su Facebook. Mi ci ha messo quel ragazzo di Massa che conosco bene.

PRESIDENTE . E chi è?

LUCA VALENTINI . Lombardi.

PRESIDENTE . Lei ha anche amici su Facebook Lagomarsini, Maratea Massimiliano?

LUCA VALENTINI . Sì, tanti che eravamo lì, siamo amici anche sul gruppo Facebook.

PRESIDENTE . Lei ci va su Facebook? Parla, chatta?

LUCA VALENTINI . Molto raramente.

PRESIDENTE . L'ultimissima domanda. Lei adesso che vita fa? Di solito, si alza la mattina, esce, lavora, cosa fa?

LUCA VALENTINI . Io adesso sono disoccupato. Ho avuto delle crisi di ansia e cose del genere, secondo chi di dovere, proprio dovute a queste cose: interrogatori, paura del militare.

PRESIDENTE . Perché lei ha subìto tanti interrogatori?

LUCA VALENTINI . Sì, abbastanza.

PRESIDENTE . E le sue crisi sono dovute agli interrogatori?

LUCA VALENTINI . Non lo so, è quello che pensa il mio psicologo.

PRESIDENTE . E queste crisi quando sono iniziate, dopo il militare?

LUCA VALENTINI . Poco dopo che ho finito il militare.

PRESIDENTE . Non si è più ripreso da queste crisi?

LUCA VALENTINI . Non completamente.

PRESIDENTE . Perché cosa pensa?

LUCA VALENTINI . Non so perché ho queste crisi, secondo gli psicologi che mi hanno visitato sono dovute a questi fatti: il militare, le preoccupazioni, gli spaventi.

PRESIDENTE . Però, lei ha detto su domanda di tanti onorevoli, anche dell'onorevole Palma, che non ha mai subìto atti di nonnismo.

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . Quindi, lei personalmente non ha mai subìto atti di nonnismo ma dopo il militare è entrato in uno stato d'ansia.

LUCA VALENTINI . Sì.

PRESIDENTE . E come le prende questo stato d'ansia, cosa le succede?

LUCA VALENTINI . Non riesco a respirare bene, non riesco a mangiare, a bere, a volte per due, tre giorni.

PRESIDENTE . Ma non ha mai subìto violenze?

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . E ha visto qualche atto di violenza su altri?

LUCA VALENTINI . No, come ho detto, dopo il fatto di Emanuele è finito il nonnismo in quella caserma.

PRESIDENTE . Ma questa ansia che le è venuta è perché si sente responsabile di qualcosa? Naturalmente non le voglio suggerire nulla.

LUCA VALENTINI . No.

PRESIDENTE . In generale, non di Scieri.

Pag. 34

LUCA VALENTINI . No. Non ho idea del perché mi sia venuta, secondo gli psicologi per via dei fatti accaduti durante il servizio militare.

PRESIDENTE . E chi è che la segue come psicologo?

LUCA VALENTINI . Dottor Rossi e dottoressa Dazi.

PRESIDENTE . Dazi e Rossi?

LUCA VALENTINI . Sì, di Carrara.

PRESIDENTE . Grazie anche per aver risposto a quest'ultima domanda. Ora un'altra domanda dell'onorevole Palma.

GIOVANNA PALMA . Lei ha detto che non riesce a dormire, a volte per alcuni giorni non mangia.

LUCA VALENTINI . Quando ho queste crisi non nella norma.

GIOVANNA PALMA . Ma, secondo lei, queste crisi d'ansia potrebbero essere state causate dal fatto che, essendo stati lei e Viberti gli ultimi a vedere Scieri, lei pensa che chi vi ha interrogato all'epoca potesse pensare che voi sapevate cose e le coprivate?

LUCA VALENTINI . Sì.

GIOVANNA PALMA . E quindi lei in parte si sente arrabbiato perché sta dicendo la verità, loro non le credono e quindi le viene la crisi d'ansia?

LUCA VALENTINI . Non so se è per questo però....

GIOVANNA PALMA . Può succedere a volte, no? Che uno, pur dicendo la verità, pur dicendo tutto...

LUCA VALENTINI . Sì, sì quello l'ho notato nei vari interrogatori che pensavano che sapessi più di quello che dicevo. Viberti mi ha raccontato dei suoi interrogatori che sono stati più pesanti dei miei.

GIOVANNA PALMA . Quindi magari lei pensa che può essere dovuto anche a questo?

LUCA VALENTINI . Sì, può essere.

GIOVANNA PALMA . Perché poi quando uno è a posto con la coscienza è tranquillo, no? Ha fatto il proprio dovere, ha detto tutto.

LUCA VALENTINI . Io ho sempre detto tutto e penso anche Viberti.

GIOVANNA PALMA . Forse magari si rammarica del fatto di non aver fatto di più?

LUCA VALENTINI . Può essere.

GIOVANNA PALMA . Che all'epoca era ragazzino, immaturo, spaventato, che se la stessa cosa fosse accaduta ora, con una certa maturità, certamente non avrebbe avuto lo stesso comportamento di allora. Magari si rimprovera da solo.

LUCA VALENTINI . Può essere anche questo. Purtroppo non sono ancora riuscito a capire il vero motivo. Tutti quelli che mi hanno visitato hanno detto che sicuramente è dovuto a quanto successo durante il militare.

PRESIDENTE . La prego di non parlare con nessuno di quanto si è detto stasera, di non avere contatti con nessuno perché questa audizione è segreta. Le chiedo, inoltre, se ci autorizza, qualora la Commissione lo ritenga opportuno, a parlare con i suoi medici, Dazi e Rossi.

LUCA VALENTINI . Io sì vi autorizzo, però dovrei dirlo anche a loro.

PRESIDENTE . Certo.

LUCA VALENTINI . Per me non c'è problema.

Pag. 35

MARIA GAETANA GRECO . Vorrei chiedere se dopo il fatto furono convocati dai superiori per relazionare sull'andamento della caserma.

LUCA VALENTINI . No, non nell'immediato. La sera ci hanno convocato ma per farci degli interrogatori, cose così.

PRESIDENTE . La sera del 16?

LUCA VALENTINI . Sì.

MARIA GAETANA GRECO . Ma tutti insieme?

LUCA VALENTINI . Quella sera lì mi ricordo che eravamo in cinque.

MARIA GAETANA GRECO . E avete messo qualcosa per iscritto?

LUCA VALENTINI . Non mi ricordo, non credo. Nel primo interrogatorio che ci hanno fatto no.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, lei si sente un po’ in colpa per non aver riferito o fatto qualcosa per cercare Emanuele?

LUCA VALENTINI . Non proprio in colpa perché tanto anche se avessi fatto di più, sarebbe stato soltanto trovato prima. Però, a volte ci penso: perché non sono andato a vedere, però ormai...

MARIA GAETANA GRECO . Per esempio, se lei o anche Viberti aveste fatto qualcosa la sera stessa, forse potevate anche salvarlo.

LUCA VALENTINI . Può darsi, se andavamo subito in quei primi dieci minuti perché non credo lui sia morto subito, da quello che ci hanno detto è stato lì un po’ di tempo. Quindi, sì, forse si poteva fare qualcosa.

MARIA GAETANA GRECO . Forse è questo rimorso che le causa il disagio psicologico?

LUCA VALENTINI . Può anche essere questo.

MARIA GAETANA GRECO . E magari conosce qualche altra circostanza che ritiene possa aiutare anche lei a liberarsi di questo peso?

LUCA VALENTINI . Io no, tutto quello che sapevo, l'ho detto.

MARIA GAETANA GRECO . C'è una circostanza che lei ha riferito: gli atti di nonnismo venivano coperti dai superiori.

LUCA VALENTINI . Da quello che ci hanno detto, sì.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi, i superiori erano a conoscenza?

LUCA VALENTINI . Erano a conoscenza degli atti di nonnismo ma andava bene così. Almeno per quello che ci hanno detto, però non sono sicuro perché il nonnismo è finito quando siamo arrivati noi.

MARIA GAETANA GRECO . Ma lei non è venuto a conoscenza di qualche circostanza da parte di qualche collega?

LUCA VALENTINI . No, anche perché avevano paura di parlare con noi. Sapevano che ci torchiavano con gli interrogatori, si vedeva che chi era lì già da un po’ di tempo aveva paura a dirci certe cose. Avevano paura che magari noi lo avremmo riferito durante questi interrogatori.

MARIA GAETANA GRECO . Ma lei non è venuto a conoscenza di niente?

LUCA VALENTINI . No, di cose pesanti no, solo scherzi.

MARIA GAETANA GRECO . No, io dico sul fatto specifico.

LUCA VALENTINI . No.

Pag. 36

MARIA GAETANA GRECO . Lei più volte ha detto che passando dal viale non si vedeva.

LUCA VALENTINI . Non si vedeva, è vero.

MARIA GAETANA GRECO . Ma ha detto che era una zona illuminata.

LUCA VALENTINI . Il viale era illuminato ma non il punto dove era lui.

MARIA GAETANA GRECO . Che distanza c'è tra quel punto e il viale?

LUCA VALENTINI . Era attaccato, però c'era una parete di lamiere e di robaccia buttata e lui era proprio dietro a questa parete. Passando dal vialetto non si poteva vedere. Dovevi fare il giro e andare a vedere.

MARIA GAETANA GRECO . E la parete quanto era alta?

LUCA VALENTINI . Due metri circa, altezza di armadietto.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non avete sentito nessun rumore, nessuno spostamento di tavoli, di lamiere?

LUCA VALENTINI . No, nessun rumore.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Perché, comunque, nel silenzio della caserma i rumori...

LUCA VALENTINI . No, non abbiamo sentito niente.

PRESIDENTE . Grazie signor Valentini anche dello sforzo che ha fatto per venire qui.

(I lavori riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE . Dichiaro conclusa la seduta.

La seduta termina alle 22.10.

(*) L'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 5 dicembre 2017 ha deliberato la classificazione di atto libero del resoconto stenografico della presente audizione. La Commissione ha preso atto di tale decisione nella seduta dello stesso giorno. A decorrere da tale data, il resoconto stenografico della presente seduta viene pertanto pubblicato, quale atto libero, ai sensi dell'articolo 1 della delibera della Commissione del 3 maggio 2016, recante i criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti ai sensi dell'articolo 19 del regolamento interno, pubblicata nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 3 maggio 2016, pag. 185