XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri

Resoconto stenografico

Seduta n. 11 di Martedì 24 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Amoddio Sofia , Presidente ... 3

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

La seduta comincia alle 20.25.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE . Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
Apprezzate le circostanze, propongo di procedere all'audizione odierna in seduta segreta.

(La Commissione delibera all'unanimità di procedere in seduta segreta).

Audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l'audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.
Do quindi la parola al signor Emiliano Palatresi, che ringrazio per aver accettato il nostro invito.
Sono autorizzati ad assistere alla seduta il consulente, dottor Valentinetti Alberto e il luogotenente della guardia di Finanza Paolo Alviani che fornisce un aiuto prezioso per l'archivio della Commissione.
Signor Palatresi, la Commissione sta indagando sulla morte di Emanuele Scieri. Ci risulta che lei è stato commilitone di Emanuele Scieri. Lei vive qui vicino? Che lavoro svolge?

EMILIANO PALATRESI . Io vivo a Vinci e lavoro nel privato.

PRESIDENTE . Non è più militare?

EMILIANO PALATRESI . No.

PRESIDENTE . Non ha mai fatto il militare di carriera?

EMILIANO PALATRESI . No, a parte la leva non ho fatto altro.

PRESIDENTE . Senta, lei ha conosciuto Emanuele Scieri? Ci vuole raccontare cosa ricorda? Avete fatto il CAR insieme? Siete stati insieme?

EMILIANO PALATRESI . Io mi ricordo che Emanuele era un ragazzo piuttosto tranquillo e, se non ricordo male, era anche più grande rispetto alla maggior parte di noi. Eravamo quasi tutti ragazzi di diciotto, venti anni mentre lui era già laureato, quasi avvocato. Era per noi non proprio un punto di riferimento ma dava tranquillità, non era il ragazzo più agitato del gruppo. Per quello che posso ricordare, Emanuele era un ragazzo tranquillo, non creava problemi, era collaborativo con tutti, se c'era un problema era il primo a cercare di dare una mano, qualsiasi richiesta qualcuno di noi avesse non si tirava indietro. Questi sono i ricordi che ho di Emanuele.

PRESIDENTE . Ma si ricorda qualche episodio in particolare? Avete fatto il CAR insieme.

EMILIANO PALATRESI . Il CAR a Firenze lo abbiamo fatto insieme, però non ho ricordi particolari durante il CAR di situazioni strane o di eventi particolari che possano essere fonte di ricordo.

PRESIDENTE . Poi siete stati insieme anche a Pisa?

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EMILIANO PALATRESI . A Pisa non siamo stati insieme. Nel senso che, dal momento che siamo arrivati, io mi ricordo che al momento della libera uscita il primo giorno, appena arrivati, io sono uscito ma non ero con lui.

PRESIDENTE . Non è uscito con lui?

EMILIANO PALATRESI . No.

PRESIDENTE . Come siete andati da Scandicci fino a Pisa?

EMILIANO PALATRESI . In pullman.

PRESIDENTE . Si ricorda qualcosa di questo viaggio in pullman?

EMILIANO PALATRESI . Mi ricordo che durante il viaggio ci sono stati degli episodi che potevano essere evitati ma che comunque non mi hanno turbato più di tanto. C'era l'imposizione di stare dritti al proprio posto, senza essere tanto scalmanati, mi ricordo che c'erano i finestrini chiusi ma non è che ci fossero grosse problematiche e poi ricordo che ci fu questa cosa del battesimo che fu fatta anche a me.

PRESIDENTE . Ci vuole raccontare nei dettagli che cosa è accaduto?

EMILIANO PALATRESI . Nei dettagli, qualcuno, non ricordo chi, mi tolse le mostrine che avevo sulla mimetica e mi dette due pugni sul petto. Non furono, però pugni dati con violenza, atti a fare male, era più un atto dimostrativo. Questo lo ricordo bene. Poi del viaggio da Scandicci a Pisa non ricordo altro. Mi ricordo che siamo arrivati a Pisa, siamo scesi dal pullman, ci hanno mandato tutti all'interno delle camerate, ci hanno assegnato il letto, dato tutto quello che ci serviva e poi, se non ricordo male, ci dissero che, poiché non eravamo mai tornati a casa durante il Car, ci avrebbero mandati a casa in licenza per due giorni a scaglioni a partire dalla settimana successiva. Dopo ricordo di aver fatto la branda, di essere poi uscito e, siccome abitavo e abito tuttora a Vinci che è vicino Pisa, sono tornato a casa perché è venuto il mio babbo a prendermi per festeggiare insieme il suo compleanno. Ricordo quindi benissimo quella sera perché ero piuttosto contento. Questi sono i ricordi che ho del viaggio e del primo giorno a Pisa.

PRESIDENTE . Senta, torniamo al viaggio. Questi pugni sono stati dati con forza, lei ha riportato lividi, lesioni?

EMILIANO PALATRESI . No, per quanto mi ricordi non riportai né lividi, né contusioni.

PRESIDENTE . Lei ha denunciato a qualcuno questo episodio?

EMILIANO PALATRESI . Mi ricordo che ci fu un'inchiesta quando arrivammo a Pisa nei giorni successivi, non so se fatta per questa cosa che era successa a Emanuele o perché c'era già stato qualcuno che... però mi ricordo che subì un provvedimento disciplinare chi aveva fatto questo battesimo.

PRESIDENTE . Si ricorda se questo provvedimento disciplinare di cui lei parla fu dopo la morte di Emanuele Scieri?

EMILIANO PALATRESI . Sicuramente sì.

PRESIDENTE . Lei si ricorda che è stato sentito diverse volte? Si ricorda dove è stato sentito?

EMILIANO PALATRESI . Non ho ricordo di essere stato sentito dai carabinieri o da chi investigava, però sicuramente qualcuno avrà chiesto a tutti noi che eravamo sul pullman che cosa fosse successo riguardo a questa cosa.

PRESIDENTE . Per stimolare il suo ricordo – ovviamente è passato tanto tempo – le dico che lei è stato sentito il 26 agosto ’99, il 24 agosto ’99 e il 10 settembre ’99. Ora le mostro i verbali e lei mi dirà se riconosce la sua firma.
Ma, in merito a questo episodio che lei ha subìto, lei il 26 agosto ’99 alle 20.30 presso il tribunale militare di La Spezia, Pag. 5 disse: «i pugni subiti sono stati dati con forza, non ho riportato alcuna lesione o livido.»
Durante il viaggio, oppure prima durante il CAR a Scandicci, eravate a conoscenza del clima che vi aspettava a Pisa?

EMILIANO PALATRESI . Qualche voce che ci sarebbero state delle cose goliardiche, perché di questo, per quanto mi riguarda, si parlava a livello di piccoli scherzi, ma di un clima ostile nei confronti di chi arrivava io non ho mai sentito parlare, come non ricordo di essere stato alla procura di La Spezia perché chiamato. Mi ricordo che quel giorno non ho parlato mai con nessuno. Questo è il ricordo che ho io di diciassette anni fa.

PRESIDENTE . Ma è stato sentito al comando CEAPAR di Pisa?

EMILIANO PALATRESI . Al comando CEAPAR di Pisa sì.

PRESIDENTE . Sì, infatti il procuratore militare si è recato a Pisa. Riconosce in questo verbale la sua firma?

EMILIANO PALATRESI . Sì, la firma è la mia.

PRESIDENTE . Le sto mostrando il verbale del 26 agosto ’99. Lei sa chi è stato messo sotto provvedimento disciplinare o chi le ha praticato quello che lei chiama il battesimo?

EMILIANO PALATRESI . No, non mi ricordo i nomi.

PRESIDENTE . Lei nel verbale del 10 settembre ’99 dice: «riconosco la foto numero cinque che so di essere il caporale Mesiti che è effettivo presso la mia compagnia. Era presente nel secondo pullman. Riconosco la foto numero dieci che so di essere il caporale Zanchin che è effettivo presso la mia compagnia; riconosco la foto numero undici che so di essere il caporale Tatasciore che il giorno 13 agosto era presente nel secondo pullman.» Lei ricorda questi nomi?

EMILIANO PALATRESI . L'unico nome che riconosco è Tatasciore perché lo ricordo come un ragazzo simpatico, ma gli altri nomi non li ricordo.

PRESIDENTE . Ricorda se Tatasciore ha subìto un procedimento disciplinare?

EMILIANO PALATRESI . Era uno dei caporali della nostra compagnia quindi è possibile.

PRESIDENTE . Lei si ricorda se era stato assegnato nella stessa camerata con Scieri?

EMILIANO PALATRESI . A Pisa sì, mi ricordo che era nella branda davanti alla mia.

PRESIDENTE . E durante il CAR?

EMILIANO PALATRESI . Durante il Car non ricordo ma non credo.

PRESIDENTE . Lei ha dichiarato nel verbale del 24 agosto ’99 che durante il CAR era nella branda di fronte a quella di Scieri nella camerata ’Lupi di Toscana’. Se lo ricorda adesso?

EMILIANO PALATRESI . Se era il ricordo del tempo... ricordo benissimo che a Pisa la branda di fronte a me è stata sempre vuota per i primi mesi ma a Firenze non ricordo se fosse stato nella mia camerata anche perché non c'erano molti divisori.

PRESIDENTE . Senta, ricorda se Scieri lo chiamavano l'avvocato durante il CAR?

EMILIANO PALATRESI . Sì, c'era qualcuno che lo chiamava l'avvocato.

PRESIDENTE . Ricorda chi le ha praticato il battesimo? Lei ha già detto che non ricorda il nome ma ricorda se era uno del suo pullman, se era di fuori?

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EMILIANO PALATRESI . No, sinceramente non ricordo né il nome, né la faccia.

PRESIDENTE . Io le ricordo che lei il 26 agosto ’99, davanti al sostituto procuratore presso il comando CEAPAR di Pisa, ha dichiarato: «prima che il pullman partisse da Firenze un militare di cui non sono in grado di indicare il nome mi ha praticato il cosiddetto battesimo.» Poi lei questo militare lo riconosce nella foto uno del 10 settembre ’99 come il militare che il 13 agosto «dopo essere salito sul pullman si avvicinava a me e mi praticava il battesimo». Lei poi prosegue nel verbale del 26 agosto ’99: «consistente nello strappare il bottone della tuta mimetica che indossavo, le targhette recanti l'indicazione del nome del reparto, mi ha strofinato gli stessi sul viso e mi ha colpito con due pugni dati consecutivamente al torace.» Si ricorda?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . «Riguardo all'autore del gesto in questione, posso solo dire che non era un graduato, non era uno di noi allievi paracadutisti, non era il conducente del pullman sul quale viaggiavamo, era un militare che era salito sul pullman solo per praticare il battesimo». Se lo ricorda se veniva da un altro pullman? Quanti pullman c'erano?

EMILIANO PALATRESI . Eravamo in due pullman, però non ricordo, tra i caporali o chi era venuto da Pisa per prenderci, chi fosse sul mio pullman e chi sull'altro.

PRESIDENTE . Le faccio qualche ultima domanda. Lei ha detto che quella sera tornò in libera uscita a casa perché abitava poco distante. Poi è rientrato dalla libera uscita?

EMILIANO PALATRESI . Sono rientrato.

PRESIDENTE . Si ricorda l'orario?

EMILIANO PALATRESI . Saranno state le 22 e 30.

PRESIDENTE . Ha partecipato al contrappello?

EMILIANO PALATRESI . Sì, io sì, come tutti gli altri. L'unico assente era Emanuele. Ricordo anche che qualcuno disse che Emanuele era rientrato.

PRESIDENTE . È sicuro di questo?

EMILIANO PALATRESI . Ne sono abbastanza sicuro.

PRESIDENTE . Sì, infatti, lei ha detto il 24 agosto ’99, 17.20, al comando operativo dei carabinieri di Pisa: «ho sentito che qualcuno diceva di averlo visto rientrare.» A chi lo hanno detto, ai militari del contrappello?

EMILIANO PALATRESI . Sì, all'ufficiale che passava per il contrappello.

PRESIDENTE . E cosa ha fatto l'ufficiale del contrappello? Cosa ha risposto?

EMILIANO PALATRESI . Non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Allora le leggo che lei ha risposto: «ho sentito che coloro che facevano il contrappello...» Era uno o due?

EMILIANO PALATRESI . In genere passavano in due.

PRESIDENTE . «Ho sentito che coloro che facevano il contrappello hanno risposto che ci avrebbero pensato loro.»

EMILIANO PALATRESI . Sì, è possibile. In genere, quando qualcuno non rientrava per il contrappello o entrava in ritardo, veniva segnalato, gli veniva preso il tesserino militare e poi veniva punito con una settimana, cinque giorni senza libera uscita.

PRESIDENTE . Lei si ricorda altri casi di militari che erano rientrati in caserma e poi non erano presenti al contrappello?

EMILIANO PALATRESI . No.

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PRESIDENTE . No, nel senso che non ce ne sono stati?

EMILIANO PALATRESI . Non ho ricordo. C'è stato qualche ragazzo che ha mancato il contrappello, ma è rientrato in ritardo e comunque è arrivato in compagnia un'ora, un'ora e mezza dopo subendo le conseguenze. Però, non ho ricordo che qualcuno sia rientrato e poi non si sia presentato in compagnia per il contrappello.

PRESIDENTE . Quindi, nel periodo in cui c'è stato lei, nel ’99, ci fu solo Scieri che, rientrato in caserma, non si era poi presentato al contrappello.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Ricorda i nomi di chi era presente nella sua camerata?

EMILIANO PALATRESI . Mi ricordo Mastrini, Masotti, Panichi...

PRESIDENTE . Meucci era presente nella sua camerata?

EMILIANO PALATRESI . Meucci... sì, possibile però, se non ricordo male, lui poi fu trasferito.

PRESIDENTE . Raggiri e Ravasi erano nella sua camerata?

EMILIANO PALATRESI . Raggiri sì, Ravasi non mi ricordo.

PRESIDENTE . Questi nomi, Raggiri e Ravasi, le dicono qualcosa?

EMILIANO PALATRESI . Sono ragazzi che hanno fatto il CAR con me a Firenze nei ’Lupi di Toscana’ e poi siamo stati trasferiti tutti a Pisa.

PRESIDENTE . Solo questo ricorda di loro, nient'altro?

EMILIANO PALATRESI . Raggiri, se non ricordo male, è stato uno dei ragazzi che scoprì il corpo di Emanuele.

PRESIDENTE . Ricorda bene. E Ravasi?

EMILIANO PALATRESI . Ravasi... non ho ricordo di lui.

PRESIDENTE . Tatasciore era con lei nella camerata?

EMILIANO PALATRESI . Tatasciore, se non ricordo male, era il caporale che era nella nostra camerata. Lo ricordo perché mi stava simpatico.

PRESIDENTE . Avete commentato quella sera o nei giorni a seguire che Emanuele Scieri non era rientrato? Ci vuole raccontare quello che ricorda?

EMILIANO PALATRESI . Il ricordo che ho dei giorni a seguire è che siamo stati come ovattati: venivamo accompagnati in mensa, venivamo ripresi, facevamo le nostre attività ma eravamo sempre ipercontrollati.

PRESIDENTE . Perché eravate ipercontrollati?

EMILIANO PALATRESI . Non lo so.

PRESIDENTE . Ma questo prima che si scoprisse il corpo di Scieri?

EMILIANO PALATRESI . No, dopo.

PRESIDENTE . Lei si ricorda quando è arrivato in caserma dal CAR?

EMILIANO PALATRESI . Il 12, 13 agosto? Non mi ricordo di preciso la data.

PRESIDENTE . Allora, l'indomani del contrappello in cui mancava Scieri – lei ha sentito che qualcuno ha detto che era rientrato – che cosa è accaduto?

EMILIANO PALATRESI . Nei giorni seguenti non è successo niente. Siamo stati Pag. 8 più controllati e tenuti d'occhio dal momento in cui è scoppiato il caso di Emanuele.

PRESIDENTE . Dopo il ritrovamento del corpo?

EMILIANO PALATRESI . Dopo il ritrovamento del corpo.

PRESIDENTE . Ci descrive cosa è avvenuto dopo il ritrovamento del corpo?

EMILIANO PALATRESI . A livello di vita quotidiana, a parte tutti gli interrogatori che abbiamo subìto, è successo che eravamo sempre accompagnati da caporali o sergenti in qualunque attività svolgessimo dalla mattina all'alzabandiera fino a sera.

PRESIDENTE . E avete commentato, dopo il ritrovamento del corpo, che cosa poteva essere accaduto a Scieri?

EMILIANO PALATRESI . Sicuramente qualche commento lo abbiamo fatto e ci sembrava una cosa impossibile lì per lì. Comunque sia, eravamo tutti ragazzi tranquilli, nessuno poteva pensare ad una cosa del genere. Il mio primo pensiero, ma forse anche di tanti altri, fu che lui non fosse voluto rientrare in caserma o fosse uscito nuovamente per qualche motivo.

PRESIDENTE . No, la mia domanda è: dopo il ritrovamento del corpo che voci giravano in caserma?

EMILIANO PALATRESI . Non ricordo che voci girassero in caserma su cosa potesse essere successo a Emanuele. Sicuramente potevano girare voci che si fosse trattato di un atto di nonnismo o una sfida finita male. Altro non saprei, i commenti fatti dopo, sinceramente, non me li ricordo.

PRESIDENTE . Va bene, lascio la parola ai commissari. Onorevole Greco.

MARIA GAETANA GRECO . Un chiarimento. Rileggendo le dichiarazioni rese dal teste lei ha detto di aver individuato nella foto numero uno il soggetto che gli praticò il battesimo: posso chiedere il nome di questa persona o se comunque emerge dagli atti?

PRESIDENTE . C'è un riconoscimento fotografico ma purtroppo non abbiamo gli atti relativi a questo riconoscimento. Il nome emerge da altri atti processuali ma non da lui, altrimenti glielo avrei letto. Lui riconosce la foto numero uno come il soggetto che gli ha praticato il battesimo e lo riconosce nel verbale del 10 settembre ’99.

MARIA GAETANA GRECO . Lei lo sa dove è stato ritrovato il corpo di Scieri?

EMILIANO PALATRESI . Sotto la torretta di prosciugamento dei paracadute.

MARIA GAETANA GRECO . Lei ha avuto modo di vederlo?

EMILIANO PALATRESI . No, ero distante una ventina di metri. Ero in una piazzetta dove ci ritrovavamo dopo pranzo.

MARIA GAETANA GRECO . Può indicare i nominativi delle persone che lo hanno ritrovato?

EMILIANO PALATRESI . Come ho detto prima, se la memoria non mi inganna, Raggiri è stato il ragazzo che ha visto il corpo per primo.

MARIA GAETANA GRECO . Ma era da solo o in compagnia?

EMILIANO PALATRESI . Eravamo tutti in compagnia, eravamo quasi tutti quelli della nostra compagnia lì, in quella piazzetta e stavamo aspettando di riprendere le attività.

MARIA GAETANA GRECO . Grosso modo, quanti eravate?

EMILIANO PALATRESI . Saremo stati una quindicina di persone.

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MARIA GAETANA GRECO . Senta, il luogo dove è stato rinvenuto Scieri era un luogo di passaggio abituale?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

MARIA GAETANA GRECO . Perciò si può dire che tutti i giorni passavate da lì?

EMILIANO PALATRESI . Per tornare dalle attività in compagnia ci passavamo quattro, cinque volte al giorno.

MARIA GAETANA GRECO . Lei ha detto che quella sera è andato in libera uscita: può indicare se al suo rientro c'era una guardia che l'ha identificato? Come funziona il rientro?

EMILIANO PALATRESI . Al rientro mi ricordo che avevamo il tesserino e lo mostravamo per poter entrare in caserma.

MARIA GAETANA GRECO . Mostrando il tesserino, la guardia alla porta carraia annotava in un elenco il vostro rientro?

EMILIANO PALATRESI . Non mi ricordo se venisse annotato chi rientrava e chi usciva, ma, così a ricordo, uscivamo tutti insieme e nessuno annotava chi usciva.

MARIA GAETANA GRECO . Io dico al rientro.

EMILIANO PALATRESI . Non me lo ricordo, vado ad intuito: se nessuno segna chi esce, è difficile pensare di sapere chi rientra.

MARIA GAETANA GRECO . Quante persone stavano all'ingresso?

EMILIANO PALATRESI . Due, tre. In genere c'era la guardia, l'ufficiale in comando e poi un'altra persona. Poteva variare con l'orario.

MARIA GAETANA GRECO . Lei ricorda se nella notte del 14 agosto o nei giorni successivi furono effettuate delle ispezioni in caserma?

EMILIANO PALATRESI . Non mi ricordo. Ricordo che ci sono state visite da parte del generale che a quel tempo era Celentano.

MARIA GAETANA GRECO . Ma visite in caserma?

EMILIANO PALATRESI . Sì, mi ricordo che erano i primi alzabandiera che facevamo e c'era lui a fare l'alzabandiera.

MARIA GAETANA GRECO . Guardie o altre persone della caserma effettuarono ispezioni?

EMILIANO PALATRESI . No, quello no. Non ricordo di ispezioni fatte all'interno della caserma.

MARIA GAETANA GRECO . Lei, personalmente, che opinione ha maturato rispetto a questa vicenda? A prescindere dalle voci.

EMILIANO PALATRESI . Sinceramente, per quello che ho vissuto io i nove mesi successivi di leva, mi sembra quasi una cosa impossibile che Emanuele sia morto per un atto di nonnismo perché, a parte questo episodio del battesimo, ci può essere stato qualcuno che mi ha detto che il comandante faceva l'ispezione sulla pulizia ma lui non aveva voglia di pulire i bagni e di andare io, però finiva lì.

MARIA GAETANA GRECO . Va be’, ma dopo la morte di Scieri credo che molte cose siano cambiate all'interno della caserma.

EMILIANO PALATRESI . Sì, ma purtroppo io con Emanuele non ci ho mai vissuto in caserma a Pisa. Siamo arrivati nel primo pomeriggio, siamo stati insieme tre, quattro ore, poi siamo usciti in libera uscita verso le sei.

MARIA GAETANA GRECO . E quindi secondo lei come può essere accaduto un fatto così grave?

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EMILIANO PALATRESI . Non lo so, non me lo so spiegare.

GIUSEPPE ZAPPULLA . La ringrazio anch'io per la sua presenza. Si ricorda se chi le ha praticato quello che lei chiama ’il battesimo’, pur non ricordando chi sia, ha fatto la stessa cosa su altri nel pullman?

EMILIANO PALATRESI . Non sono stato l'unico.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ed era lo stesso e identico battesimo per tutti oppure c'erano delle varianti?

EMILIANO PALATRESI . Sì per quanto mi ricordi, però eravamo tutti seduti e non posso dire se dietro di me...

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quello che lei ha visto naturalmente. Le risulta che altri suoi commilitoni, a seguito di questo battesimo, abbiano avuto delle reazioni, pur minime, contro chi effettuava il battesimo?

EMILIANO PALATRESI . Non ho ricordo di aver visto qualcuno che reagiva a questo battesimo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Hanno subìto tutti in silenzio?

EMILIANO PALATRESI . Sì, anche perché, ripeto, secondo me non era una cosa violenta. Se fosse stata una cosa violenta, avrei subìto dei danni.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non ricorda, immagino, se questo trattamento lo ha subìto pure Scieri.

EMILIANO PALATRESI . No, non ricordo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non se lo ricorda o non lo ha subìto?

EMILIANO PALATRESI . Non mi ricordo se lo ha subìto anche lui.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Però tutti avete subìto la chiusura dei finestrini, la posizione della sfinge...

EMILIANO PALATRESI . Sì, i finestrini erano chiusi per tutti e tutti dovevamo stare seduti composti.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Altra domanda. Lei dice che al contrappello mancava solo Scieri.

EMILIANO PALATRESI . In base al mio ricordo, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Non c'erano altri che, chiamati, non hanno risposto?

EMILIANO PALATRESI . No.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Solo Scieri.

EMILIANO PALATRESI . Solo Emanuele, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quando è rientrato nella camerata, ha notato se alcuni suoi colleghi, magari non pari grado, sono entrati e hanno attraversato di corsa il corridoio raggiungendo l'altro lato del corridoio e magari poi lo hanno giustificato in qualche modo? Ricorda questa scena?

EMILIANO PALATRESI . No, anche perché era vietato correre all'interno delle camerate.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Pare che sia accaduto, durante il contrappello, ragionevolmente lei doveva essere presente. Magari lei guardava altrove, stava facendo altre cose, perché pare che siano entrati due suoi superiori, hanno attraversato di corsa il corridoio, tant'è che hanno allarmato, proprio perché, come ha detto lei, era vietato correre lì, fino all'estremità opposta dove c'era una porticina.

EMILIANO PALATRESI . Sì, era l'uscita posteriore della compagnia.

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GIUSEPPE ZAPPULLA . Poi, quando sono rientrati, hanno giustificato questa loro performance come una pura esercitazione. Lei questa cosa non la ricorda?

EMILIANO PALATRESI . Non la ricordo.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Un'ultima cosa che mi ha lasciato molto perplesso. Quando la collega le ha posto la domanda che idea lei si fosse fatto della morte di Scieri, lei ha risposto con molta nettezza che si sente di escludere si fosse trattato di un atto di nonnismo, magari finito male. Ora, poiché ne stiamo riparlando dopo diciassette anni, dopo che ci sono state tante indagini, tante operazioni, accertamenti sul corpo di Scieri, se c'è un dato sicuro è che Scieri di lì non sia caduto per sua volontà, la sua affermazione, che si sente di escludere, è un paradosso.

EMILIANO PALATRESI . Io ho detto che mi sembra strano dopo aver vissuto quei nove mesi all'interno della caserma.

GIUSEPPE ZAPPULLA . È chiaro che dopo quel fatto, per tutta una serie di motivi che a lei non sfuggono, è cambiato il registro.

EMILIANO PALATRESI . Sì, ma io prima non c'ero.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Però, accertato il fatto che lì, sicuramente, non c'è caduto casualmente, né volontariamente, al netto di queste considerazioni, lei si sente ancora di escludere che si sia trattato di un atto di nonnismo?

EMILIANO PALATRESI . Che possa aver fatto una sfida con qualcuno per salire sulla scala, è possibile, non metto in dubbio questo, anche perché non so la verità quindi tutto è possibile.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Il nonnismo non è una sfida, come lei sa, è un atto d'imperio di un soggetto nei confronti di un altro o di alcuni nei confronti di altri.

EMILIANO PALATRESI . Lo so però, per come avevo conosciuto Emanuele nel mese passato insieme, non era una persona che si faceva mettere i piedi in testa.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi, è possibile che abbia subìto qualche battesimo, come lo ha chiamato lei, e non sia stato in silenzio o inerme.

EMILIANO PALATRESI . Tutto è possibile.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Siamo qui per cercare insieme la verità. Immagino che anche lei abbia il piacere e la volontà di ricordare.

EMILIANO PALATRESI . Però, è possibile che, rientrato in caserma, si sia trovato a confronto con qualcuno e si sia fatto sentire. Ripeto, Emanuele era un ragazzo già molto più grande rispetto a noi.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Ultima domanda. Lei ha detto che quando è stato ritrovato il corpo eravate una quindicina di persone e sopra il corpo di Scieri c'erano macchinari, cose varie.

EMILIANO PALATRESI . Se non mi ricordo male, c'erano tavoli e sedie.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Materiale di risulta. Se il corpo si trovava lì sotto, evidentemente qualcuno lo aveva coperto: vi siete interrogati su questo aspetto? E quali erano i commenti?

EMILIANO PALATRESI . Io ripeto quello che ho detto prima: i commenti non me li ricordo, so quello che ho provato. Avevo diciannove anni e una cosa del genere mi ha impaurito. Non ero molto sereno, avevo più la preoccupazione di pensare a me stesso che non a cosa fosse successo. Non ho pensato al fatto che qualcuno lo avesse coperto perché secondo me non era una cosa pensabile. Questo lo penso tuttora.

GIANLUCA FUSILLI . Grazie anche da parte mia per aver accolto l'invito ad aiutarci Pag. 12 a cercare di fare chiarezza su un fatto che credo abbia segnato, oltre la vita dei familiari di Emanuele, anche la sua che è stato spettatore di una tale vicenda, considerata anche la giovane età. Lei è sposato?

EMILIANO PALATRESI . No, convivente.

GIANLUCA FUSILLI . Ha figli?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, penso possa comprendere esattamente quale sia la condizione di dolore nella quale vivono da diciassette anni la madre, il padre e i familiari di quel ragazzo senza nemmeno il conforto di una spiegazione, una ragione per quello che è accaduto. Noi siamo qui cercando di esercitare, pur con la nostra imperfezione umana, la nostra responsabilità istituzionale che ogni giorno che passa diventa sempre più anche una responsabilità etica e personale.
Vorrei porle un paio di domande sul viaggio. Lei ha detto che la persona che ha esercitato questo atto dimostrativo, anche se poi deve essere stato qualificato come sopruso avendo portato a punizioni disciplinari, non era uno dei caporali inquadratori assegnati al vostro inquadramento e sorveglianza. Quindi, se è vero questo, era una persona che è salita sul pullman ma non ha fatto il viaggio con voi. Mi sembra di capire che è salita, ha fatto questo atto e poi è scesa di nuovo.

EMILIANO PALATRESI . Non me lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ha detto che altri suoi commilitoni comunque hanno subìto lo stesso trattamento.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Sempre dalla stessa persona o sono saliti altri soldati? Perché a questo punto sembrerebbe che questo pullman della Folgore fosse una specie di autobus urbano da cui salivano e scendevano come volevano.

EMILIANO PALATRESI . Se non mi ricordo male, non sono stato il primo a cui è stato fatto.

GIANLUCA FUSILLI . Lei in che posizione era sul pullman? Immediatamente vicino all'ingresso del pullman o più in fondo?

EMILIANO PALATRESI . Più o meno a metà e sul lato sinistro del corridoio.

GIANLUCA FUSILLI . La Presidente ora le farà vedere una piantina della collocazione dei posti sul pullman.

EMILIANO PALATRESI . Mi ricordavo di essere un po’ più al centro però sì, quella era la mia posizione.

PRESIDENTE . Ci vuole dire dove si trovava secondo la pianta che le mostriamo?

EMILIANO PALATRESI . Al posto numero otto.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda, visto che ci ha detto di essere abbastanza certo che altri abbiano subìto lo stesso atto, qualche nominativo, anche guardando i posti, di chi avrebbe potuto subire lo stesso atto dimostrativo?

EMILIANO PALATRESI . Se non mi ricordo male, era sulla mia destra.

GIANLUCA FUSILLI . Ci può leggere il nome?

EMILIANO PALATRESI . Masè, Massicci, poi c'erano Gelli e Sepe.

GIANLUCA FUSILLI . Un'altra domanda. Sul suo pullman c'erano ufficiali, non sottoufficiali, che accompagnavano la vostra compagnia?

EMILIANO PALATRESI . Io mi ricordo del tenente Amoriello però non mi ricordo se è venuto a Pisa a prenderci.

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GIANLUCA FUSILLI . Ricorda, ad esempio, solo se lo ricorda chiaramente, che il tenente Amoriello salì sul pullman e fece aprire i finestrini e spegnere l'aria condizionata calda prima della partenza?

EMILIANO PALATRESI . Non me lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Arrivati a Pisa, ha memoria se, nella fase tra la discesa dal pullman, l'inquadramento e la consegna del famoso cubo, siete stati riuniti in una piazza d'armi o in una zona di contatto dove il tenente Amoriello o un altro ufficiale della caserma vi ha illustrato le regole di funzionamento e vi anche precisato quali fossero gli atti non consentiti all'interno della caserma, parlandovi del nonnismo e del vostro diritto-dovere di denunciare tali comportamenti?

EMILIANO PALATRESI . Mi ricordo che arrivati a Pisa ci hanno fatto scendere direttamente davanti alla mensa perché, se non ricordo male, erano circa le due, le tre di pomeriggio. Dopo siamo stati radunati tutti nel cortile della nostra compagnia e lì fu proprio il tenente Amoriello che ci disse che, poiché ancora non avevamo mai preso nessuna licenza durante il CAR, ci avrebbero mandati tutti a casa per quarantotto ore a scaglioni in ordine alfabetico.

GIANLUCA FUSILLI . E questa circostanza specifica della descrizione degli atti non consentiti o comunque degli atti di potenziale nonnismo con la precisazione del diritto-dovere di denunciarli la ricorda?

EMILIANO PALATRESI . Questa cosa qui no. Mi ricordo bene che c'erano delle cose che non si potevano fare.

GIANLUCA FUSILLI . Al di là di quello, mi riferisco agli atti di nonnismo identificati come tali.

EMILIANO PALATRESI . No, non ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Un'altra domanda. Lei all'interno della caserma, chiaramente nel periodo successivo alla morte di Scieri che è avvenuta nei primi due giorni dall'arrivo, ha stretto dei rapporti di amicizia particolari? Usciva con qualcuno più che con altri all'interno della vostra compagnia?

EMILIANO PALATRESI . Uscivo bene o male con tutti, soprattutto con quelli che erano all'interno della mia camerata però, finito il militare, dopo pochi anni ho perso tutti di vista.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda, ad esempio, nomi come Viberti? Valentini?

EMILIANO PALATRESI . Viberti, se non ricordo male, è il ragazzo che ha dichiarato di essere rientrato in caserma con lui.

GIANLUCA FUSILLI . Ha avuto occasioni di parlare con lui, di socializzare in qualche modo?

EMILIANO PALATRESI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Valentini lo ricorda?

EMILIANO PALATRESI . No, Valentini no.

GIANLUCA FUSILLI . Il caporale Tatasciore ha detto che se lo ricordava come un soggetto simpatico.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda anche il caporale Cinelli?

EMILIANO PALATRESI . No. Il nome non è nuovo ma non ho di lui un grosso ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Lei quanto è stato a Pisa?

EMILIANO PALATRESI . Nove mesi.

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GIANLUCA FUSILLI . Durante i nove mesi a Pisa è montato mai di Guardia?

EMILIANO PALATRESI . No. La notte sì.

GIANLUCA FUSILLI . Ci può spiegare come era composta la pattuglia di guardia numericamente?

EMILIANO PALATRESI . Numericamente...

GIANLUCA FUSILLI . Quanti eravate a fare la guardia di notte?

EMILIANO PALATRESI . Uno.

GIANLUCA FUSILLI . Da solo?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Di ronde?

EMILIANO PALATRESI . No, allora io non l'ho mai fatta. Di fronte alla compagnia, sì e ogni due ore ci davamo il cambio.

GIANLUCA FUSILLI . E c'erano pattuglie di guardia?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Lei conosceva la procedura delle pattuglie di guardia pur non avendola mai svolta?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Ci può dire se era abituale che le pattuglie di guardia, durante l'ispezione consentita, passassero di fronte alla torretta di asciugamento dei paracadute? Era un luogo in cui, chi faceva pattuglia di guardia, normalmente passava?

EMILIANO PALATRESI . Per quello che ricordo io, la pattuglia faceva il giro del perimetro della caserma e le torrette di prosciugamento dei paracadute, se non ricordo male, erano proprio sul perimetro della caserma.

GIANLUCA FUSILLI . Lei in questi diciassette anni avrà mantenuto, chiaramente, il ricordo di questo evento ma anche un dubbio personale su quello che è accaduto: ha mai cercato un approfondimento della verità, anche con i suoi commilitoni, li ha sentiti, vi siete contattati?

EMILIANO PALATRESI . No.

GIANLUCA FUSILLI . Ha sentito per altre circostanze i suoi commilitoni in questi diciassette anni?

EMILIANO PALATRESI . No. L'ultima volta che ho visto i miei commilitoni è stato quando siamo andati alla procura militare di La Spezia.

GIANLUCA FUSILLI . Lei fa parte di qualche gruppo su Facebook, su WhatsApp?

EMILIANO PALATRESI . No, assolutamente. Sono in gruppi su WhatsApp ma non con miei commilitoni.

GIANLUCA FUSILLI . Lei comprende che stiamo facendo un tentativo per capire, attraverso di voi, cosa sia accaduto, a prescindere se riusciremo o meno a scoprirlo e a individuare i responsabili. È evidente che qualcosa è accaduto e qualche responsabile c'è perché se Emanuele Scieri è stato ritrovato ai piedi di una torre è difficile che l'abbia fatto da solo, anzi, direi impossibile, anche per le risultanze degli atti. Se lei si trovasse nei nostri panni, eletto deputato e assegnato alla Commissione d'inchiesta sulla morte di Emanuele Scieri, conoscendo la realtà di quella caserma e avendo il potere di approfondire, che consiglio ci darebbe? Un'opinione, una frase riferita, anche un relata refero, senza dire chi l'ha detta, una persona, un ruolo all'interno della caserma che ci potrebbe aiutare a capire quanto è accaduto. In quei nove mesi, immagino, soprattutto in quei primi giorni ma anche successivamente, non essendo un fatto normale, che l'accaduto sia stato ripetutamente Pag. 15 oggetto di discussione, di riflessione comune, lei potrebbe aver intercettato un'opinione che magari riteneva in quel momento sensata e che possa aiutare noi ad essere più efficaci in un lavoro di ricerca difficile, sia per il tempo trascorso, sia perché ci sono state inchieste penali e amministrative che non hanno chiarito le ombre che su questo caso sono oggettive.

EMILIANO PALATRESI . Per come ho vissuto quei nove mesi all'interno della caserma, ripeto, mi risulta difficile pensare che si sia trattato di un atto di nonnismo. Se mi estraneo da quei nove mesi, sicuramente qualcosa di strano è successo ed è giusto approfondire. Non ho però mai avuto sentori, né udito commenti o sentito qualcuno insinuare qualcosa. Ognuno aveva la sua idea: chi diceva che fosse stato un atto di nonnismo, chi ritiene che avesse voluto provare da solo a salire sulla torretta. Io, sinceramente, cosa sia successo non lo so. Ripeto: per i nove mesi passati lì dentro, mi sembra difficile che possa esserci stato qualcuno che per atti di nonnismo abbia potuto fare del male ad Emanuele.

GIANLUCA FUSILLI . Un'ultima domanda. Lei ricorda l'ispezione del generale Celentano, di mattina presto, il 15 di agosto?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Le è sembrata una procedura normale? Quante volte è accaduto che il generale Celentano sia venuto a quell'ora insolita?

PRESIDENTE . Per chiarire: lei era in caserma il 15 mattina?

EMILIANO PALATRESI . Se non mi ricordo male, sì.

PRESIDENTE . Mi scusi, onorevole Fusilli, era per chiarezza. Quindi, non era andato in licenza era in libera uscita il 13, giusto?

EMILIANO PALATRESI . No, non ero in licenza.

GIANLUCA FUSILLI . Quante volte le è capitato di assistere ad un'ispezione del generale Celentano durante i mesi che è stato in caserma?

EMILIANO PALATRESI . Se non mi ricordo male, il generale Celentano l'ho visto all'interno della caserma solo due volte. Una di queste mattine, non ricordo il giorno, durante l'alzabandiera e una mattina, dopo la morte di Emanuele perché, se non ricordo male, ci fu una riunione all'interno della caserma in cui c'erano dei parlamentari e c'era anche il generale Celentano.

PRESIDENTE . Quindi diciamo una visita di qualche organo parlamentare.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi, l'unica ispezione che ricorda è quella di quella mattina.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Non le sembrò strano, i caporali inquadratori dissero che era un evento eccezionale, un grande onore?

EMILIANO PALATRESI . Per me era tutto nuovo quei primi giorni all'interno della caserma.

GIANLUCA FUSILLI . Vide da parte dei suoi superiori, dei caporali inquadratori, una premura particolare?

EMILIANO PALATRESI . Dell'attenzione particolare non saprei, mi ricordo però che girò tutta la caserma.

PRESIDENTE . Una domanda specifica: lei ricorda di aver visto il generale Celentano il 15 agosto alle 5.30 di mattina?

EMILIANO PALATRESI . Alle 5.30 di mattina no, all'alzabandiera.

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PRESIDENTE . L'alzabandiera a che ora era?

EMILIANO PALATRESI . Alle 6.30 c'era la sveglia, l'alzabandiera era alle 7.

PRESIDENTE . Lei ricorda se era il 15 agosto?

EMILIANO PALATRESI . No, non mi ricordo.

PRESIDENTE . Non ricorda nemmeno se Scieri era stato già ritrovato?

EMILIANO PALATRESI . Sì, se non ricordo male.

PRESIDENTE . Quindi, lei ricorda la presenza del generale Celentano dopo che Emanuele era stato ritrovato?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Lei ha detto che lo ha visto solo due volte, una volta all'alzabandiera, un'altra volta c'erano anche dei parlamentari.

EMILIANO PALATRESI . Sì, se non ricordo male, fu una riunione per fare chiarezza su quello che potevano essere gli atti di nonnismo all'interno della caserma.

PRESIDENTE . La domanda è se entrambe le volte in cui venne il generale Celentano Emanuele era stato già ritrovato.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Lei ha detto più volte che Tatasciore le stava simpatico e che era completamente pelato: ho capito bene?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Come mai le stava simpatico?

EMILIANO PALATRESI . Aveva un modo di parlare buffo ma non l'ho mai frequentato.

PRESIDENTE . Non le incuteva timore, invidia? Uno completamente pelato...

EMILIANO PALATRESI . No.

PRESIDENTE . Lo spaccio è diverso dal bar all'interno della caserma?

EMILIANO PALATRESI . Sinceramente, all'interno della caserma Gamerra mi ricordo solamente lo spaccio.

PRESIDENTE . Ma lo spaccio è diverso dalla mensa allora?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Allora le faccio un'altra domanda: lo spaccio è cosa diversa dalla mensa, esatto?

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Che cos'è lo spaccio?

EMILIANO PALATRESI . Lo spaccio è un piccolo bar dove durante la giornata potevamo comprare...

PRESIDENTE . Fino a che ora rimaneva aperto?

EMILIANO PALATRESI . Se non ricordo male, la sera fino verso alle 21.30, le 22. Faceva anche da pizzeria la sera per chi voleva rimanere in caserma.

PRESIDENTE . Lei sa se Emanuele Scieri quella sera, prima di andare in libera uscita, ha mangiato lì allo spaccio?

EMILIANO PALATRESI . No, non lo so.

PRESIDENTE . Quindi, rimaneva aperto fino a verso le 22.

EMILIANO PALATRESI . Sì, ho mangiato anch'io lì diverse volte.

PRESIDENTE . Era frequentato sia da militari anziani sia dai giovani lo spaccio?

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EMILIANO PALATRESI . Sì, lo spaccio era per tutti lo stesso.

PRESIDENTE . Lo spaccio era vicino alla torretta in linea d'aria? Quanti metri poteva essere distante?

EMILIANO PALATRESI . Una cinquantina di metri.

PRESIDENTE . Quindi, lei ha detto che la torretta dove è stato ritrovato il corpo di Emanuele Scieri era un luogo vicino al perimetro dove ci passava la guardia.

EMILIANO PALATRESI . Sì, per quel che ricordo.

PRESIDENTE . Era un luogo a cinquanta metri dallo spaccio.

EMILIANO PALATRESI . Sì.

PRESIDENTE . Lei lo definirebbe un luogo isolato?

EMILIANO PALATRESI . Sicuramente durante la notte c'era buio.

PRESIDENTE . E durante il giorno?

EMILIANO PALATRESI . Durante il giorno no.

PRESIDENTE . Ci passavano parecchie persone?

EMILIANO PALATRESI . Sì, mi ricordo che ci passavo almeno tre, quattro volte al giorno.

PRESIDENTE . Allora lei come se lo spiega che per tre giorni il corpo non è stato visto?

EMILIANO PALATRESI . Questa è una domanda che mi sono sempre fatto anch'io.

PRESIDENTE . Questa è la domanda che ci facciamo anche noi, sempre.
L'ultima domanda: lei ha ripetutamente affermato che le sembra strano si sia trattato di un atto di nonnismo; ma li ha letti poi in seguito i giornali?

EMILIANO PALATRESI . Sicuramente li avrò letti.

PRESIDENTE . E non ha mai rilevato dalle notizie pubblicate dalla stampa che Scieri è stato trovato con delle ferite alle mani?

EMILIANO PALATRESI . Sì, sì, questo me lo ricordo. Però io, come ho detto prima...

PRESIDENTE . Non avete mai commentato dentro la caserma un fatto del genere? Un militare, appena arrivato, trovato morto dopo tre giorni, nessuno lo cerca, trovato con le mani ferite in maniera incompatibile con la caduta; tutto questo, all'interno della caserma, tra voi giovani militari, non lo avete mai commentato?

EMILIANO PALATRESI . Sicuramente lo abbiamo commentato che fosse una cosa strana ma io torno a dire che, per come ho vissuto nella caserma io, non ho mai visto atti di nonnismo – e l'avevo sentito dire anch'io che nella caserma Gamerra ci fossero regole ferree – talmente violenti che si spingessero fino a tal punto. Questo è il pensiero che ho sempre avuto.

PRESIDENTE . Lei dice di non aver mai visto atti di nonnismo che si spingessero fino a tal punto: e quali altri atti di nonnismo ha visto oltre al suo battesimo sul pullman?

EMILIANO PALATRESI . Come ho detto prima, magari qualcuno che ti obbligava a pulire i bagni al posto suo, o a fare delle flessioni, o avere l'armadietto di qualcuno che veniva congedato perché era un armadietto più sicuro o più nuovo. Tutte queste sono cose che sicuramente sono successe però non sono cose che mi possano dare una spiegazione alla morte di Emanuele.

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PRESIDENTE . La sera che lei è arrivato dal CAR e poi le sere a seguire prima del ritrovamento di Emanuele Scieri, lei sapeva se ci fosse un battaglione che si stava congedando dalla caserma Gamerra?

EMILIANO PALATRESI . No, non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Ultima domanda: lei che studi ha fatto?

EMILIANO PALATRESI . Ragioneria.

PRESIDENTE . La ringrazio e la prego, poiché si tratta di un'audizione segretata, di non parlare con nessuno dell'oggetto della nostra audizione.

(I lavori riprendono in seduta pubblica).

PRESIDENTE . Dichiaro conclusa la seduta.

La seduta termina alle 21.30.

* L'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 28 novembre 2017 ha deliberato la classificazione di atto libero del resoconto stenografico della presente audizione. La Commissione ha preso atto di tale decisione nella seduta dello stesso giorno. Il resoconto stenografico della presente seduta viene pertanto pubblicato, per la prima volta, quale atto libero, ai sensi dell'articolo 1 della delibera della Commissione del 3 maggio 2016, recante i criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti ai sensi dell'articolo 19 del regolamento interno, pubblicata nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 3 maggio 2016, pag. 185.