XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulla morte del militare Emanuele Scieri

Resoconto stenografico

Seduta n. 8 di Martedì 17 maggio 2016

INDICE

Comunicazioni della presidente:
Amoddio Sofia , Presidente ... 2

Testo del resoconto stenografico

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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE
SOFIA AMODDIO

La seduta inizia alle 19.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE . Se non vi sono obiezioni, i processi verbali delle sedute precedenti si intendono approvati.
Apprezzate le circostanze, propongo di procedere all'audizione odierna in seduta segreta.

(La Commissione delibera all'unanimità di procedere in seduta segreta)

Audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.

PRESIDENTE . L'ordine del giorno reca l'audizione di un ex militare commilitone di Emanuele Scieri.
Do quindi la parola al signor Marco Bellacima, che ringrazio nuovamente per aver accettato il nostro invito.
Noi sappiamo che lei è stato nella Folgore a Pisa, quindi ha conosciuto Emanuele Scieri. Può dirci come lo ha conosciuto? Eravate insieme anche al CAR?

MARCO BELLACIMA . Sì, eravamo anche a Firenze nella stessa squadra.

PRESIDENTE . Si ricorda quando?

MARCO BELLACIMA . Mi sembra che siamo arrivati il 21 luglio a Firenze dove abbiamo fatto il CAR nei «Lupi di Toscana» e il 13 di agosto, dopo il giuramento, siamo stati trasferiti da Firenze a Pisa. Emanuele durante il viaggio era seduto nel sedile a fianco al mio.

PRESIDENTE . Quindi, era seduto accanto a lei?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Cosa è successo quel giorno, 13 agosto ’99, nel pullman durante il trasferimento?

MARCO BELLACIMA . Ci era stato detto di stare nella posizione della sfinge.

PRESIDENTE . Da chi?

MARCO BELLACIMA . Dai caporali che ci erano venuti a prendere.

PRESIDENTE . Si ricorda il nome?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Che cosa vuol dire posizione della sfinge?

MARCO BELLACIMA . Posizione eretta lungo lo schienale, sguardo frontale, mani sulle ginocchia.

PRESIDENTE . Il viaggio si è svolto tutto così?

MARCO BELLACIMA . No, c'erano anche i finestrini chiusi e l'aria calda accesa.

PRESIDENTE . Voi non vi siete ribellati? Emanuele non si è ribellato?

MARCO BELLACIMA . Emanuele disse: «queste sono le cose dei paracadutisti», sapeva che era un corpo un po’ duro.

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PRESIDENTE . Lo disse a lei o lo disse a voce alta?

MARCO BELLACIMA . No, lo disse sottovoce perché ci negarono anche di parlare tra di noi.

PRESIDENTE . E poi che cosa è accaduto sempre sul pullman? È accaduto qualcos'altro?

MARCO BELLACIMA . No, poi una volta arrivati a Pisa siamo scesi, ci hanno assegnato le nostre stanze, era qualche letto distante. Poi la sera siamo usciti, chi è andato a cena da una parte, chi da un'altra, lui non era con me quella sera, era con un altro ragazzo, se non mi ricordo male, si chiamava Stefano Viberti.

PRESIDENTE . Aspetti un attimo, torniamo un secondo indietro: sul pullman è accaduto qualche episodio che lei ricorda?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Lei conosce Palatresi?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Non si ricorda se viaggiasse sul pullman con voi?

MARCO BELLACIMA . No, non mi ricordo.

PRESIDENTE . Non si ricorda se è accaduto qualcosa a Palatresi?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Allora, io adesso le mostro la cartina del pullman in cui lei viaggiava. Mi dica quali nomi ricorda di questi che legge sulla mappa del pullman.

MARCO BELLACIMA . Be’, mi ricordo Vigneri, Toto, vedendoli scritti, me li ricordo quasi tutti.

PRESIDENTE . Li legga.

MARCO BELLACIMA . Hanno fatto tutti il militare con me.

PRESIDENTE . Vuole leggere i nomi, le dispiace?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì. Ricciuti, Palatresi...

PRESIDENTE . Allora, Palatresi è quello che le avevo chiesto prima: adesso se lo ricorda chi era Palatresi?

MARCO BELLACIMA . Di preciso, no, non so chi fosse.

PRESIDENTE . Cioè, si ricorda il nome?

MARCO BELLACIMA . Sì, però se mi dicesse che lui è Palatresi non saprei nemmeno riconoscerlo.

PRESIDENTE . Lei ricorda se Palatresi ha subìto qualcosa in questo pullman?

MARCO BELLACIMA . No, non mi ricordo, anche perché ero in fondo.

PRESIDENTE . Cosa è accaduto prima di arrivare in caserma a Pisa, sempre sul pullman? Siete arrivati fino a Pisa con i finestrini chiusi?

MARCO BELLACIMA . Sì, per quanto mi ricordi.

PRESIDENTE . Nessuno ha aperto i finestrini?

MARCO BELLACIMA . Hanno cercato di aprire qualche finestrino ma non so se poi dopo.. non mi ricordo bene.

PRESIDENTE . Ci vuole descrivere dettagliatamente cosa è accaduto una volta arrivati in caserma?

MARCO BELLACIMA . Arrivati in caserma siamo...

PRESIDENTE . Lei prima stava dicendo...

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MARCO BELLACIMA . Sì, ci hanno assegnato alle camerate, ci hanno fatto conoscere un po’ la caserma. Se non ricordo male, eravamo arrivati all'ora di pranzo quindi siamo andati a mensa e poi direttamente in stanza. Qualcuno è stato anche mandato a casa in licenza perché mi sembra che fosse un festivo, un fine settimana. Chi, di nuovo, non ricordo.

PRESIDENTE . Prima di andare in stanza o dopo, voi avete fatto una sorta di adunata, siete stati radunati, vi è stato spiegato qualcosa?

MARCO BELLACIMA . Penso di sì.

PRESIDENTE . Quello che ricorda.

MARCO BELLACIMA . Non mi ricordo di preciso.

PRESIDENTE . Non si ricorda che vi hanno spiegato cosa dovevate fare se ricevevate atti di nonnismo?

MARCO BELLACIMA . No, non mi ricordo.

PRESIDENTE . Non si ricorda. Lei si ricorda di essere stato sentito più volte? Si ricorda di avere redatto di suo pugno una dichiarazione?

MARCO BELLACIMA . Sì, una dichiarazione che ci hanno fatto scrivere appena saputo di Emanuele.

PRESIDENTE . Chi ve l'ha fatta scrivere?

MARCO BELLACIMA . Il capitano ci aveva chiesto di scriverla.

PRESIDENTE . Vi ha detto anche cosa scrivere?

MARCO BELLACIMA . No, ci hanno solo detto di descrivere il viaggio.

PRESIDENTE . Noi abbiamo qui tre sue dichiarazioni: 19 agosto, 28 settembre ’99 e 6 settembre ’99. Guardi se lei esaminandole riconosce la sua firma e, chiaramente, se sono le sue dichiarazioni. Le guardi tutte, non il contenuto, la firma.

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . 19 agosto è la sua firma?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . 28 settembre è la sua firma?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Sono tutte le sue firme?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Per stimolare il suo ricordo io le ho chiesto se qualcuno vi ha radunato per dirvi come comportarvi nel caso aveste ricevuto atti di nonnismo: non si ricorda affatto di questo?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Io le ricordo che lei nel verbale del 6 settembre ’99 ha dichiarato: «Sul pullman i caporali in merito al nonnismo non dissero nulla di preciso, però, appena giunti nella caserma Gamerra nei locali della prima compagnia del reparto corsi, vi era il tenente Amoriello che ci spiegava come ci dovevamo comportare se ricevevamo atti di prevaricazione o li vedevamo fare, cioè dovevamo denunciare immediatamente il fatto ad un superiore». Se lo ricorda di aver detto questo?

MARCO BELLACIMA . Se l'ho scritto, molto probabilmente sì.

PRESIDENTE . Ma adesso se lo ricorda quello che è avvenuto?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Allora, una volta andati in camerata, cosa stava dicendo?

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MARCO BELLACIMA . Una volta entrati in camerata, come ho detto, alcune persone sono state mandate in licenza, non c'era servizio per nessuno, ci siamo organizzati tra le comitive che si frequentavano di più già a Firenze per andare a cena fuori, vedere la città, magari andare a vedere la torre di Pisa.

PRESIDENTE . E lei è uscito con Scieri?

MARCO BELLACIMA . No, non sono uscito con Scieri, non mi ricordo con chi sono uscito.

PRESIDENTE . Ma chi è uscito con Scieri, se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Viberti. Mi ricordo che stavo in un ristorante appena fuori la caserma e il signor Viberti e Scieri vennero a trovarci e ci dissero che loro sarebbero andati direttamente a vedere la torre di Pisa.

PRESIDENTE . A vedere la torre di Pisa?

MARCO BELLACIMA . Sì. Questo me lo ricordo.

PRESIDENTE . E poi?

MARCO BELLACIMA . Poi abbiamo mangiato e ci siamo diretti anche noi verso la torre ma non li abbiamo incontrati. Poi, naturalmente, siamo tornati in camerata per il rientro e mancava Emanuele al contrappello.

PRESIDENTE . Lei ha visto Emanuele rientrare in caserma?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Ha saputo che era rientrato?

MARCO BELLACIMA . Sì, ho saputo che era rientrato perché lui stava pochi letti più in là.

PRESIDENTE . Da chi lo ha saputo?

MARCO BELLACIMA . Da Viberti che era anche lui vicino.

PRESIDENTE . Viberti era vicino a Scieri in camerata?

MARCO BELLACIMA . Mi sembra di sì.

PRESIDENTE . E Viberti le ha detto che era rientrato con lui?

MARCO BELLACIMA . Sì, ha detto che era rientrato con lui e si allungava un po’ per telefonare.

PRESIDENTE . È avvenuto il contrappello quella sera?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . E che cosa è avvenuto al contrappello? Ce lo racconti.

MARCO BELLACIMA . Passò, se non mi sbaglio, l'ufficiale di picchetto a fare il contrappello ed Emanuele Scieri non era presente e cominciarono subito a dire che aveva disertato.

PRESIDENTE . Chi lo disse?

MARCO BELLACIMA . L'ufficiale di picchetto, chiedendo se fosse uscito di nuovo, però non era stato visto uscire di nuovo dalla caserma. Sapevano che era entrato ma non sapevano se fosse uscito.

PRESIDENTE . E voi presenti nella stanza avete avvertito l'ufficiale di picchetto che Emanuele Scieri era rientrato?

MARCO BELLACIMA . Sì, abbiamo riferito quello che ci aveva detto il signor Viberti, che era rientrato insieme a lui e si era allungato per fare una telefonata.

PRESIDENTE . Quindi, lo avete detto questo?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Poi cosa è successo?

MARCO BELLACIMA . Io non ricordo bene, però, da quando ho avuto la comunicazione Pag. 6 di partecipare a questa cosa, mi sono venuti un po’ di flash e mi sembra che quella sera, appena dopo il contrappello, la guardia passò di corsa nella nostra camerata, nel corridoio.

PRESIDENTE . La guardia, chi?

MARCO BELLACIMA . La guardia della porta carraia, però non sono sicuro se fosse proprio quella sera. Proprio le guardie della porta carraia.

PRESIDENTE . E cosa fecero?

MARCO BELLACIMA . Andarono fino in fondo alle camerate, c'era un'altra porta di uscita, e noi tutti preoccupati ci chiedemmo cosa stesse succedendo ma ci dissero che era solo un'esercitazione. Però, ripeto, non ricordo bene se fosse proprio quella sera.

PRESIDENTE . Come fa a non ricordare se fosse proprio quella sera?

MARCO BELLACIMA . Ho questo flash in mente...

PRESIDENTE . L'indomani lei cosa ha fatto? Il giorno dopo il 13, quello in cui Scieri non si trovava.

MARCO BELLACIMA . Mi sembra che fossi di servizio. Un tenente, mi sembra, ma non ricordo chi, scese da me, io ero di piantone alle camerate, e mi chiese se sapessi se aveva disertato, se era fuggito, se sapessi dove era andato, perché dovevano avvertire i genitori che lui non si trovava. Risposi che non lo sapevo perché non era con me la sera prima, sapevo che era rientrato ma non sapevo dove fosse andato.

PRESIDENTE . Mi perdoni, lei si ricorda che il 14 agosto, l'indomani che Scieri non era rientrato, era di piantone nella camerata e non si ricorda se le guardie della porta carraia vennero in camerata la sera prima? Faccia uno sforzo.

MARCO BELLACIMA . Mi sembra che fosse la sera in cui non si trovava Scieri.

PRESIDENTE . Chi c'era in camerata quella sera, se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Non saprei che dirle.

PRESIDENTE . Guardi, io le mostro la piantina della camerata dov'era Scieri, dov'era lei, tratta dagli atti processuali, ovviamente. Questo è dov'è Scieri e dov'è lei. Chi c'era quella sera in camerata, che lei si ricordi, di questi nomi?

MARCO BELLACIMA . Marras sicuro.

PRESIDENTE . Marras sicuro c'era?

MARCO BELLACIMA . Mi sembra di sì. Marras mi sembra di sì.

PRESIDENTE . C'era il caporale Cinelli?

MARCO BELLACIMA . Credo di sì. Vigneri mi sembra che fosse uno di quelli che era andato in licenza, però non ne sono sicuro.

PRESIDENTE . Valentini lo conosce?

MARCO BELLACIMA . Sì, Valentini lo conosco perché...

PRESIDENTE . Se lo ricorda com'era?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Era in camerata con voi?

MARCO BELLACIMA . Sì, lo vedo qui nella cartina che era in camerata, ma non so se ci fosse anche quella sera.

PRESIDENTE . Lo sa se è rientrato insieme a Viberti e a Scieri?

MARCO BELLACIMA . No, non lo so.

PRESIDENTE . Non lo sa. Io le ricordo che lei ha dichiarato – è molto importante Pag. 7 questo – il 6 settembre ’99: «Ho chiesto al Viberti che era andato con lo Scieri, Viberti mi rispose che era entrato in caserma e che era andato a telefonare; dove era andato a telefonare lo Scieri non me lo disse. Preciso che insieme al Viberti vi era anche Valentini Luca che mi disse la stessa cosa, cioè, che erano rientrati con Scieri.» Se lo ricorda questo?

MARCO BELLACIMA . Se l'ho dichiarato quella sera, sì.

PRESIDENTE . Certo, mi rendo conto che è passato tanto tempo.

MARCO BELLACIMA . Dispiace anche a me non ricordare, non è una cosa bella.

PRESIDENTE . Io mi fermo per dare spazio ai deputati presenti che volessero porre domande.

GIUSEPPE ZAPPULLA . La saluto e la ringrazio per la disponibilità e comprendo che dopo tanti anni è possibile non avere una percezione perfetta dei ricordi. Può sembrarle che le facciamo sempre le stesse domande ma il tentativo è quello di aiutarla ad accendere qualche ricordo in più. La prima domanda che volevo farle riguarda il CAR. Lei diceva che lo avete fatto assieme il 21 luglio a Firenze: ricorda se in quel periodo è successo qualcosa come un diverbio, uno scambio vivace di opinioni, di battute, anche apparentemente non gravi, che abbia coinvolto in qualche modo Scieri? Questa è la prima domanda.
Tornando, invece, di nuovo sul pullman, lei ha detto di avere fatto l'intero viaggio seduto accanto ad Emanuele Scieri.

MARCO BELLACIMA . Sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E quindi di avere in qualche modo convissuto sensazioni, sentimenti, piccole battute?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . E quella posizione da sfinge come l'avete vissuta? Parlo intanto di voi due che eravate uno accanto all'altro. È vero, per esempio, che vi hanno chiesto anche di mettere il cappello?

MARCO BELLACIMA . Il basco.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Il basco. Lei diceva poco fa, siete arrivati a Pisa all'ora di pranzo.

MARCO BELLACIMA . All'incirca.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei ha detto che siete arrivati lì e poco dopo siete andati a pranzo. Mi chiedo: stiamo parlando del 13 di agosto, delle ore più calde della giornata, in un pullman in cui c'erano finestrini chiusi, aria calda accesa, vestiti col basco. Qualche reazione, anche proprio di istinto, potrebbe anche esserci stata se non direttamente da Emanuele anche da altri? Quindi capire se un gesto, anche se apparentemente non particolarmente evidente, brutale, ma che possa essere stato percepito dai caporali che stavano sul pullman, possa essere stato colto come una sorta di ribellione, anche minima.
Le faccio l'ultima domanda. Ritiene ragionevolmente che quella incursione di corsa nella camerata sia avvenuta la stessa sera in cui Scieri non è rientrato?

MARCO BELLACIMA . Forse sì.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Lei ci ha detto che in fondo al corridoio c'era un'altra uscita.

MARCO BELLACIMA . Sì, c'era un'altra uscita.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Cosa c'era dall'altra parte di quella uscita?

MARCO BELLACIMA . C'era un corridoio stradale con il muro di cinta e basta.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi uscendo da quella parte non c'è nulla, non c'è la possibilità di accedere al perimetro all'interno della caserma? Zona chiusa oppure c'è la possibilità di muoversi?

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MARCO BELLACIMA . No, si può fare il giro di tutta la caserma.

GIUSEPPE ZAPPULLA . Quindi, si può arrivare anche alla torretta.

MARCO BELLACIMA . Sì, sì, anche perché, se non ricordo male, è poco distante. Al CAR non mi ricordo di aver visto o di aver partecipato a qualcosa nei confronti di Emanuele. Se non ricordo male, qualche volta siamo anche usciti insieme, non arrivavo con i soldi e mi pagò lui. Per quanto riguarda, invece, il viaggio, non ricordo se c'è stato qualcuno che abbia detto di aprire i finestrini; mi ricordo l'esclamazione di Emanuele che disse: «io scelsi di venire qui perché era l'unico corpo che mi piaceva per fare il militare che alla fine mi mancava qualche esame per diventare avvocato e potevo anche non farlo, però mi piaceva questa cosa del militare nella Folgore, accetto quel poco che era.» Diciamo che alla fine era quasi tollerabile poter stare in quella posizione perché stando sul retro dell'autobus, poi ci siamo un po’ rilassati durante il viaggio, non siamo stati tutto il viaggio così, almeno io personalmente, non sarei riuscito a tenere quella posizione per i centocinquanta chilometri che sono da Firenze a Pisa. Se poi nelle vecchie dichiarazioni ho aggiunto altre cose che possano aiutare, ma adesso non me lo ricordo.

GEA SCHIRÒ . Grazie presidente. Signor Bellacima, durante la sua esposizione ci ha detto che subito dopo il ritrovamento di Emanuele le è stato chiesto, non ho capito se solo a lei o anche agli altri commilitoni, di descrivere il vostro arrivo in caserma. La presidente le ha mostrato delle cose. Io non ho capito se le è stato chiesto una volta o più volte, visto che ha dovuto riconoscere tre cose scritte in tre date diverse. Questo non mi è chiaro, ma un punto importante in ogni caso, per capire i temuti episodi di nonnismo, chi ve lo ha chiesto? Delle guardie, il tenente Amoriello, quello che vi aveva dato le istruzioni su come reagire in caso di nonnismo; si ricorda qualcosa in proposito? Come vi è stato chiesto, perché e in che modo e, se più di una volta, perché.

MARCO BELLACIMA . Io le rispondo dicendo che, dopo la scomparsa di Emanuele, ci portarono negli uffici vicini al colonnello, da quelle parti, non tutti quanti insieme, ci hanno diviso – questo me lo ricordo perché chi è andato prima e chi è andato dopo – e ci chiesero, come se ci chiedessero di andare a bere un bicchiere d'acqua, di descrivere il viaggio da Firenze a Pisa. «Descrivete le sensazioni, quello che avete fatto, che non avete fatto». Chi lo chiese non lo ricordo.

GEA SCHIRÒ . Negli uffici del colonnello è già un'indicazione: un aiutante di campo o...

MARCO BELLACIMA . No, no, credo che sia stato un ufficiale della nostra compagnia a chiederci questo e ci portò negli uffici non del colonnello ma comunque da quelle parti.

GEA SCHIRÒ . E più di una volta perché la presidente le ha fatto riconoscere tre firme, per tre volte vi hanno chiesto ripetutamente...

MARCO BELLACIMA . No, no.

GEA SCHIRÒ . Era per cose diverse?

MARCO BELLACIMA . Sì.

GEA SCHIRÒ . E c'è mai stato un confronto tra di voi sulle cose scritte?

MARCO BELLACIMA . Tra di noi c'è stato anche chi magari ha chiesto: «Che cosa hai scritto, che cosa hai dichiarato?», però uno alla fine lo ha fatto così, in buona fede, non è che io dovevo mandare in galera qualcuno o magari dovevo accusare qualcuno. Poi, sostanzialmente dopo alla fine è successo questo, uno lo ha fatto senza niente da nascondere.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Grazie presidente, signor Bellacima, quando le è stato chiesto di denunciare gli atti di nonnismo? Quando vi è stata fatta la comunicazione che nel caso ritenevate di subire Pag. 9 atti di nonnismo dovevate immediatamente denunciarli?

MARCO BELLACIMA . Io questa cosa di preciso non me la ricordo, l'ha descritta la presidente poco fa perché non me lo ricordo che mi è stato detto all'uscita dell'autobus una volta implotonati. Praticamente questa deposizione che abbiamo fatto di nostro pugno è stata una denuncia di atti di nonnismo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ma quando lei dichiara e firma questa circostanza per cui le era stato raccomandato, immagino a lei e ad altri, nel caso in cui venivano percepiti atti di nonnismo di denunciarli immediatamente, è stato un consiglio, un suggerimento che vi ha dato qualcuno di aggiungere questa parte, anche magari per far fare bella figura al corpo, ai vostri superiori, o effettivamente lei si ricorda una circostanza? Questo è un fatto abbastanza importante.

MARCO BELLACIMA . Sì, sì, sì. Io non mi ricordo, però..

STEFANIA PRESTIGIACOMO . A lei ha dato molto fastidio quello che è accaduto nell'autobus, immagino. L'ha vissuto come un atto di sopruso?

MARCO BELLACIMA . Sì e no. Come ho detto prima, stando sul fondo dell'autobus mi ero un po’ rilassato.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ma non aveva paura che atti di questo tipo e anche più pesanti potevano succedere? La circostanza che un superiore...

MARCO BELLACIMA . Non pensavo all'atto più pesante in quel momento, ecco.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . La circostanza che un superiore vi dice che nel caso dovessero succedere fatti di nonnismo di segnalarli immediatamente non era un motivo quasi di sicurezza? Lei non lo ricorda, però lì c'è scritto.

MARCO BELLACIMA . Dopo questa dichiarazione ci dissero anche che il semplice «bloccati», che si usava tra i militari molto spesso, era un atto di nonnismo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Diciamo per atti di nonnismo si intendono atti un pochino più...

MARCO BELLACIMA . Ci dissero anche che il fregio del basco, se stava all'esterno della tasca dei pantaloni, era un atto di nonnismo.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ma secondo lei quello sull'autobus era un atto di nonnismo?

MARCO BELLACIMA . Potrebbe anche essere stato.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Ma se non fosse avvenuto il caso Scieri lei lo avrebbe denunciato?

MARCO BELLACIMA . Nessuno ce lo avrebbe mai chiesto perché non eravamo i primi, chiunque andava a Pisa faceva quel viaggio. E se prima non è stato mai denunciato...

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Lei si ricorda se durante quel periodo in cui ha svolto il servizio, altri superiori vi hanno raccomandato di denunciare eventuali atti di nonnismo?

MARCO BELLACIMA . Dopo questo accaduto, sì.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Sì, normalmente, ce lo avevano detto. Ci avevano detto di non fare queste cose.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Come di non fare queste cose, di denunciarle?

MARCO BELLACIMA . Di denunciarle, certo. Mi ricordo che quando venne l'autobus Pag. 10 dello scaglione successivo, avevano l'aria condizionata, i finestrini aperti, gli occhiali da sole: non avevano fatto lo stesso viaggio nostro.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Cioè un ostentato stato di...

MARCO BELLACIMA . Sì, se non fosse accaduto il caso di Emanuele, nessuno avrebbe mai fatto denuncia.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Va bene. Senta, un'ultima domanda. Lei prima ha detto di aver avuto un flash, di ricordare un trambusto, un caporale che correva e che usciva da un'altra porta, dalla porta dall'altra parte della camerata.

MARCO BELLACIMA . Sì, le guardie.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Le avevano detto che si trattava di un'esercitazione?

MARCO BELLACIMA . Sì.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Si ricorda durante la sua permanenza altri episodi di questo tipo?

MARCO BELLACIMA . No, per quanto mi ricordi. Ci dissero, per esempio, che sul corridoio delle camerate bisognava correre, si chiamava corridoio apposta. Se andiamo ad esaminarlo, anche quello potrebbe essere un atto di nonnismo. Dopo il ritrovamento di Emanuele non è più successo, non ci fecero più storie se si correva o no nel corridoio. Noi per andare a fare la doccia dovevamo vestirci in branda, con la borsa andare alla doccia, correre sul corridoio, spogliarci fuori della doccia, fare la doccia; poi rivestirci fuori dalla doccia e ritornare di corsa in branda. Poi lì ti vestivi e, se avevi la libera uscita, uscivi.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Era sera tardi quando ci fu questo trambusto con queste corse?

MARCO BELLACIMA . Era dopo il contrappello, sicuramente.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E si ricorda chi è che correva?

MARCO BELLACIMA . Erano delle guardie, non saprei.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Non erano commilitoni?

MARCO BELLACIMA . No, no, erano delle guardie che penso fossero state alla porta carraia.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . E quindi non può configurarsi come un atto di nonnismo perché l'atto di nonnismo viene esercitato dai superiori nei confronti di militari. Se erano le guardie a correre evidentemente correvano... tant'è che lei si chiese cosa fosse successo perché le guardie corressero.

MARCO BELLACIMA . Sì, infatti.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Quindi non si configura come un atto di nonnismo.

MARCO BELLACIMA . No, no.

GIANLUCA FUSILLI . Buonasera, grazie per essere venuto. Utilizzo l'introduzione del collega Zappulla, comprendiamo benissimo che il tempo trascorso è lungo e quindi ci può essere qualche momento di riflessione anche per ricordare meglio le cose e noi cerchiamo di aiutarla in questo. Torno alla vicenda del viaggio, quindi finestrini chiusi, aria calda accesa, posizione della sfinge: ricorda se durante questo viaggio ci fu una fermata intermedia in autogrill?

MARCO BELLACIMA . No.

GIANLUCA FUSILLI . Non c'è stata o non lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Non me lo ricordo, non credo.

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GIANLUCA FUSILLI . Diciamo che tenderebbe ad escluderlo.

MARCO BELLACIMA . Sì, però non me lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Torno un attimo indietro. Durante il CAR – e poi magari le chiedo anche dei caporali inquadratori – lei era a conoscenza che Scieri aveva fatto studi di giurisprudenza?

MARCO BELLACIMA . Sì.

GIANLUCA FUSILLI . Si tendeva durante il CAR ad identificarlo come avvocato tra i commilitoni? Cioè, con questo appellativo?

MARCO BELLACIMA . No, io almeno no.

GIANLUCA FUSILLI . No, dico tra i compagni.

MARCO BELLACIMA . Non l'ho mai sentito chiamare avvocato.

GIANLUCA FUSILLI . E durante l'inquadramento per la partenza, durante il viaggio ha mai sentito qualcuno tra i commilitoni o tra i superiori appellarlo in questo modo?

MARCO BELLACIMA . No.

GIANLUCA FUSILLI . Un'altra domanda. Lei ci ha detto di questo flash delle guardie che correvano e della sorpresa, anche se è pur vero che era il primo giorno che eravate in quella caserma, poteva essere una cosa abituale; però era legato al fatto che dopo il contrappello si erano accorti che Scieri non c'era. I caporali che vi avevano accompagnato durante il viaggio erano con voi in camerata: lei lo ricorda questo?

MARCO BELLACIMA . Non mi ricordo che i caporali...

GIANLUCA FUSILLI . Se le faccio i nomi, il caporale Cinelli e il caporale Tatasciore, sono quelli che vi hanno accompagnato?

MARCO BELLACIMA . Sì, cioè se lo dice lei...

GIANLUCA FUSILLI . Erano presenti anche all'interno della camerata?

MARCO BELLACIMA . Cinelli dormiva proprio sulla stessa fila della mia camerata.

GIANLUCA FUSILLI . Ricorda per caso se immediatamente prima o un certo tempo prima del contrappello al momento del suo rientro in camerata lei incontrò il caporale Cinelli che era già disteso sul letto il quale, in corrispondenza del suo rientro, si intrattenne in una conversazione con il caporale Tatasciore e poi uscì dalla camerata? Ricorda questa circostanza specifica?

MARCO BELLACIMA . No, non me lo ricordo.

GIANLUCA FUSILLI . Nella dichiarazione specifica, io non l'ho qui, magari poi la può leggere la presidente, credo che sia quella rilasciata alla procura militare di Pisa, verbale di assunzione di informazioni, la seconda pagina, penultimo capoverso, sostanzialmente lei riferisce questa circostanza che immagino le sia apparsa come una circostanza non normale, altrimenti non l'avrebbe riferita. Dice: «il caporale Cinelli era presente sdraiato sul letto, vestito con i pantaloncini corti e ricordo anche che parlava con il caporale Tatasciore, che sarebbero poi quelli che avevano imposto la posizione della sfinge, avevano acceso l'aria calda e avevano chiuso i finestrini. Ad un certo momento si è allontanato dal letto.» Quindi prima che arrivassero le guardie perché lei precisa che è prima del contrappello «Non so dove è andato, non so quando è ritornato, come non so neppure, come mi si chiede di precisare, se sia ritornato prima il Viberti e poi il caporale Cinelli.» Quindi, diciamo una circostanza specifica. Il caporale Cinelli il quale si era reso protagonista, insieme al suo collega Tatasciore, di quell'atto che noi oggi possiamo definire non so se di nonnismo o di sopruso ma certamente non un atto normale – perché far viaggiare dei Pag. 12 ragazzi a quaranta gradi all'ombra con un cappello di lana il 13 di agosto a finestrini chiusi, quanto meno è un atto di sadismo, adesso non so come definirlo in altro modo, certo non educativo – la stessa persona lei la trova in camerata e lo riferisce puntualmente, tra le altre cose non in una dichiarazione spontanea ma in un'assunzione di informazioni davanti all'autorità giudiziaria, alla procura militare che svolgeva l'indagine. Lei questa circostanza, se fa uno sforzo di memoria – è evidente che se l'ha scritta è reale – la ricorda nello specifico? Poi le faccio un'altra domanda su Cinelli e Tatasciore. Intanto li ricorda visivamente Cinelli e Tatasciore?

MARCO BELLACIMA . Ricordo che Tatasciore non aveva i capelli, era quasi pelato e Cinelli...

GIANLUCA FUSILLI . Quindi ce l'ha un'immagine nella memoria.

MARCO BELLACIMA . Sì, più o meno.

PRESIDENTE . Cinelli com'era?

MARCO BELLACIMA . Mi sembra che avesse i capelli sempre corti però non proprio rasati a zero.

GIANLUCA FUSILLI . Lei ricorda che Cinelli parlò con Tatasciore e poi si allontanò?

MARCO BELLACIMA . In questo momento, no, se l'ho dichiarato prima, lo confermo.

GIANLUCA FUSILLI . Le risulta che queste due persone siano state sottoposte a provvedimenti disciplinari in virtù dell'atteggiamento assunto durante il viaggio da Firenze a Pisa?

MARCO BELLACIMA . Sì, lo sono venuto a sapere.

GIANLUCA FUSILLI . Come ne è venuto a conoscenza?

MARCO BELLACIMA . Tramite i giornali.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi in caserma era noto?

MARCO BELLACIMA . Sì, in caserma loro presero delle sanzioni disciplinari.

GIANLUCA FUSILLI . Quando accadde? Esattamente dopo il fatto?

MARCO BELLACIMA . Dopo la dichiarazione spontanea che ci fecero fare. Esaminarono tutte le cose e poi presero provvedimenti.

GIANLUCA FUSILLI . Mi permetto un'altra domanda importante. Ho capito quindi che era a conoscenza del fatto che erano stati presi dei provvedimenti. In tutta la documentazione che abbiamo avuto modo di approfondire – ecco perché mi permetto di farle una sottolineatura come ha fatto la collega Prestigiacomo, chiedendole uno sforzo in più di memoria – , anche nel verbale di inchiesta amministrativa, signora presidente, ricorre la circostanza secondo la quale al termine del viaggio i ragazzi, nonostante il comportamento anomalo subìto, fossero stati in qualche modo radunati, adesso non ricordo da quale ufficiale in servizio, il quale fece una precisa descrizione degli atti di nonnismo che erano vietati all'interno della caserma e delle procedure e del dovere di denunciarli con tempestività. Ricorre in quasi tutte le dichiarazioni testimoniali che ho letto, così come anche nella documentazione ufficiale dell'inchiesta amministrativa, che c'è stato questo momento in cui, subito dopo la discesa dal pullman e immediatamente prima della consegna del cubo, l'ufficiale competente ha illustrato ciò che si poteva considerare atto di nonnismo e il diritto-dovere da parte di chi lo subiva di denunciarlo. Lei ci ha detto più di una volta che questa cosa non la ricorda.

MARCO BELLACIMA . No.

GIANLUCA FUSILLI . A me era sembrata molto strana questa circostanza perché dei Pag. 13 ragazzi che fanno un viaggio di due ore con i finestrini chiusi, il cappello di lana e l'aria calda accesa, i quali appena scendono, quindi subito dopo aver subìto un sopruso, si vedono descrivere dall'autorità presente all'interno della caserma la procedura per denunciare il sopruso e non lo fanno nell'immediatezza, mi aveva colpito. Lei non ricorda proprio la circostanza dell'essere stati radunati e di aver avuto precise istruzioni circa... quindi, tende ad escludere, più che non ricorda, che sia avvenuto?

MARCO BELLACIMA . Sì, proprio...

PRESIDENTE . Prima lo ha ammesso durante una mia contestazione, glielo abbiamo letto.

MARCO BELLACIMA . Io non me lo ricordo, quindi non posso escluderlo.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi lei tende ad escludere che sia avvenuto.

MARCO BELLACIMA . Io non voglio dire...

GIANLUCA FUSILLI . No, chiaramente deve dire quello che ricorda, però lei comprende: si scende da un pullman dove si è subìto un atto di sopruso, c'è qualcuno che dice che lì gli atti di sopruso sono vietati e avete il dovere di denunciarli, c'è una sproporzione tra ciò che è accaduto e ciò che uno ascolta che rimane impressa nella memoria. Nel senso che io la prima cosa che penserei è di essere capitato in un posto di persone poco equilibrate. Se il primo impatto è stato l'aria calda, i finestrini chiusi e la posizione della sfinge... lei tende ad escluderlo. L'ultima domanda: lei sa dove è stato ritrovato il corpo di Emanuele Scieri?

MARCO BELLACIMA . Sì perché mi trovavo dietro.

GIANLUCA FUSILLI . Rispetto alla vita normale della caserma...

PRESIDENTE . Ha detto che si trovava proprio dietro?

MARCO BELLACIMA . Non dietro il corpo, rispetto al ritrovamento, ero dalla parte opposta del palazzo.

GIANLUCA FUSILLI . La domanda che le faccio io è questa poi gli altri preciseranno meglio: rispetto al tragitto normale, delle pattuglie, dei soldati, magari per andare al ristorante, per andare al bar, il posto della torretta...

MARCO BELLACIMA . Ci si passava tutti i giorni. Io mi ricordo bene che lì dove fu ritrovato gridarono: «È stato trovato, è stato trovato!». Noi eravamo lì, sopra queste panche a fumarci una sigaretta, e siamo tutti andati là e lo spazio che ci separava era come da qui uscire e andare in corridoio. E stavano togliendo dei tavoli, degli armadietti che gli erano stati messi sopra. Io ho solo allungato la faccia e c'era una rete, proprio sotto la torretta, sotto alla scala, con la faccia girata verso la scala ed era in stato di decomposizione, era gonfio, completamente nero.

GIANLUCA FUSILLI . Quindi se io le chiedessi se, ad esempio – il corpo è stato ritrovato il 16 –, il 13, il 14 e il 15 lei è passato, come tutti i suoi commilitoni, più volte di fronte a quella torretta...

MARCO BELLACIMA . Sì, sì.

GIANLUCA FUSILLI . Perché era usuale passare di fonte a quella torretta, non era un posto nascosto, insomma.

MARCO BELLACIMA . No, no, si usava quel pezzo di strada per non passare sul piazzale.

GIANLUCA FUSILLI . L'ultima domanda, signora presidente: ricorda il giorno 15 agosto un'ispezione specifica all'interno della caserma alle cinque e mezzo di mattina e poi ripetuta, credo, a metà pomeriggio o nella tarda serata?

MARCO BELLACIMA . No, non lo ricordo, se l'ho detto...se l'ho dichiarato, lo confermo.

Pag. 14

GIANLUCA FUSILLI . Le risulta che ci sia stata l'ispezione del generale Celentano alle cinque e mezzo di mattina presso la caserma Gamerra?

MARCO BELLACIMA . No, non lo so, io sapevo che non c'erano state chiamate al generale e al comandante della caserma.

GIANLUCA FUSILLI . Non è informato di questa ispezione.

MARCO BELLACIMA . No.

MARIA GAETANA GRECO . Anche se la domanda è stata in parte anticipata dal collega Fusilli e dalla collega Prestigiacomo, io vorrei capire più in dettaglio quali sono state le modalità del rinvenimento del cadavere, quali persone lo hanno rinvenuto, in quali circostanze.

MARCO BELLACIMA . Lì si formava una U e c'era anche un magazzino per il vestiario, davano abbigliamento, consegnavano armadietti. Sotto quella parte non utilizzata buttavano tavoli rotti, armadietti e c'erano dei ragazzi, voci che passavano da uno all'altro, che dicevano di andare a cercare qualche stampella per appendere abiti nell'armadietto. Rinvennero una scarpa e dissero: «ammazza, ci hanno buttato anche una scarpa!» poi sentirono un odore pesante e c'erano mosconi.

MARIA GAETANA GRECO . Chi erano questi ragazzi?

MARCO BELLACIMA . Non ricordo chi erano.

MARIA GAETANA GRECO . Quante persone erano?

MARCO BELLACIMA . Non ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . Se erano due, tre persone.

MARCO BELLACIMA . Non glielo so dire.

MARIA GAETANA GRECO . Ma lei a che distanza si trovava?

MARCO BELLACIMA . Io ero dall'altra parte quindi non vedevo cosa stava succedendo.

MARIA GAETANA GRECO . E che distanza c'è, grosso modo, tra il punto dove era seduto lei e il punto del ritrovamento?

MARCO BELLACIMA . Non so, dieci, venti metri, però io ero coperto. È come se stessi qua e il corpo è stato trovato di fuori.

MARIA GAETANA GRECO . Lei dice di essersi poi avvicinato.

MARCO BELLACIMA . Sì, sì, mi sono avvicinato.

MARIA GAETANA GRECO . E quante persone ha notato?

MARCO BELLACIMA . Posso dire che c'erano un paio di persone, tre, non so, non me lo ricordo. Di fuori eravamo tanti, perché poi stavamo tutti lì, hanno gridato: «è stato trovato, è stato trovato!»

MARIA GAETANA GRECO . E chi ha gridato «è stato trovato»?

MARCO BELLACIMA . Non lo so, non me lo ricordo. Io sono solo accorso lì e ancora oggi ho questa scena in mente, nessuno penso me la toglierà mai dalla mente, di come l'ho visto.

MARIA GAETANA GRECO . Lei non chiese mai alla persona che ha gridato come se ne fosse accorta?

MARCO BELLACIMA . Appunto, dicevo prima...

MARIA GAETANA GRECO . Non ha avuto la curiosità?

MARCO BELLACIMA . No. È stato subito detto come cavolo ha fatto, come è successo, chi è stato, se è stato qualcuno, se Pag. 15 è stato da solo. Non vai a pensare a tante cose. Poi dopo apprendi, non so, dai giornali, che dall'autopsia risulta che molto probabilmente gli sono state schiacciate le mani e lo hanno costretto a salire all'esterno della scala. Ma precisamente uno non si pone quel problema. Tre giorni che stai in una caserma nuova, io avevo diciotto anni.

MARIA GAETANA GRECO . Tra la sera del 13, quando Emanuele manca al contrappello, e il ritrovamento che poi avviene tre giorni dopo ci può descrivere cosa è avvenuto, se ci sono state delle ricerche all'interno della caserma?

MARCO BELLACIMA . Be’ si parlava tra di noi se qualcuno aveva visto dove era andato.

MARIA GAETANA GRECO . Ecco, il Viberti...

MARCO BELLACIMA . Se qualcuno aveva il numero di cellulare per poterlo chiamare.

MARIA GAETANA GRECO . Ha fatto delle ricerche il Viberti?

MARCO BELLACIMA . Non lo so, non me lo ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . Non era nella stanza con lei?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì, l'ho visto dalla mappa della stanza, era proprio in fondo alla finestra, no, di fronte al suo letto.

MARIA GAETANA GRECO . Nessuno di voi si preoccupò di cercarlo, neanche nel punto dove era stato lasciato la sera prima?

MARCO BELLACIMA . No, perché io mi ricordo che Viberti tornò dentro dicendo che si era allungato per fare una telefonata.

MARIA GAETANA GRECO . Poi l'indomani nessuno si preoccupò di cercarlo?

MARCO BELLACIMA . Io ero di servizio il giorno dopo. Ripeto, mi ricordo che venne un ufficiale da me di fronte alla porta delle camerate chiedendomi se sapevo dove era andato perché bisognava chiamare i genitori, la famiglia, se sapevo qualcosa dovevo parlare, perché altrimenti sarebbe successo qualcosa. Gli dissi che non sapevo niente, che non ero nemmeno uscito con lui. Questo mi ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . Senta, ci può descrivere il contesto in cui avete reso quelle dichiarazioni che la presidente le ha mostrato?

MARCO BELLACIMA . Cioè?

MARIA GAETANA GRECO . Quella dove diceste come si erano svolti i fatti.

MARCO BELLACIMA . Ci misero in una stanza.

MARIA GAETANA GRECO . Quante persone eravate nella stanza?

MARCO BELLACIMA . Non tutte le camerate perché parecchi erano in licenza e anche per prenderci un po’ per volta...

MARIA GAETANA GRECO . Cioè lei ha scritto di suo pugno l'intera dichiarazione?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì, l'ho scritta di mio pugno.

MARIA GAETANA GRECO . E quante persone eravate contemporaneamente?

MARCO BELLACIMA . Non me lo ricordo, eravamo scaglionati.

MARIA GAETANA GRECO . Una decina?

MARCO BELLACIMA . Si, dieci, quindici, venti persone.

MARIA GAETANA GRECO . Chi era presente alla stesura?

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MARCO BELLACIMA . Non me lo ricordo, sicuramente era un ufficiale.

MARIA GAETANA GRECO . C'era un ufficiale presente.

MARCO BELLACIMA . Sì.

MARIA GAETANA GRECO . Si parlava, su cosa scrivevate?

MARCO BELLACIMA . Ci disse tranquillamente di fare una dichiarazione su come fosse andato il viaggio, cosa avessimo fatto, tutti i dettagli.

MARIA GAETANA GRECO . Ma lei ebbe modo di parlare con gli altri suoi colleghi in quel momento?

MARCO BELLACIMA . No.

MARIA GAETANA GRECO . Non vi siete consultati su cosa doveste scrivere e come impostare?

MARCO BELLACIMA . Abbiamo chiesto all'ufficiale cosa dovevamo scrivere e ci ha detto di scrivere tutto, quello che avevamo fatto dalla mattina che ci eravamo alzati, poi, una volta partiti, quello che avevamo fatto sull'autobus, cosa ci eravamo detti.

MARIA GAETANA GRECO . Quindi, vi ha dato delle indicazioni.

MARCO BELLACIMA . Sì, ma così, tranquillamente, come se dovessimo andare a prendere un caffè, senza farci capire niente. Non ci ha detto cosa dovevamo o non dovevamo dire.

MARIA GAETANA GRECO . Neanche tra di voi avete concordato in qualche modo?

MARCO BELLACIMA . No, da quello che mi ricordo, la maggior parte delle persone, più o meno tutte, penso abbiano fatto la mia stessa deposizione. Se magari c'era qualcuno che ha visto dei fatti davanti, io non me lo ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . Lei proprio non se lo ricorda chi ritrovò il cadavere?

MARCO BELLACIMA . No, non me lo ricordo.

MARIA GAETANA GRECO . E non chiese come si fosse accorto, come si fossero accorti...

MARCO BELLACIMA . Sì, chiesi come si fossero accorti e mi è stato detto perché stavano cercando delle stampelle per appendere gli abiti negli armadietti e trovarono il corpo, però chi sia stato non lo ricordo. Potrei dire che sono stati dei nostri commilitoni come magari no, non me lo ricordo. So che lì c'era un magazzino vestiario e queste persone giravano lì intorno. Se magari erano di servizio al magazzino e in quel momento di pausa giravano lì intorno...

MARIA GAETANA GRECO . Il servizio al magazzino era assicurato tutti i giorni?

MARCO BELLACIMA . Sì.

MARIA GAETANA GRECO . C'era sempre qualcuno?

MARCO BELLACIMA . Sì, c'era sempre il responsabile di turno.

PRESIDENTE . Affinché rimanga tutto a verbale, dopo le domande dell'onorevole Prestigiacomo, dell'onorevole Schirò e di altri intervenuti, le è stato chiesto più volte di questa adunanza che si è svolta in caserma dove vi è stato chiesto di denunciare gli atti di nonnismo e lei non lo ricorda. Io le volevo ricordare e contestare che il 19 agosto ’99 lei ha anche detto, leggo testualmente per il verbale: «poi ci hanno accompagnato davanti al comando dove il tenente colonnello Ratti e il maggiore hanno fatto un discorso generale su come funzionava qui dentro e poi cominciò a piovere e ci hanno fatto prendere i bagagli che erano nel piazzale e nel frattempo assegnato in camerata dove dormire. Abbiamo compilato il test sul nonnismo e una scheda Pag. 17 personale.» Lei questo lo ha dichiarato. Lo conferma, anche se oggi non si ricorda?

MARCO BELLACIMA . Lo confermo, non ricordo, però lo confermo.

PRESIDENTE . Questo è scritto di suo pugno, 19 agosto. E ancora, le domando: c'era un negozio della Folgore dentro la caserma?

MARCO BELLACIMA . Non mi ricordo.

PRESIDENTE . Lei ha detto, sempre il 19 agosto: «io sono uscito con dei miei amici a mangiare una pizza. Finito, sono rientrato con un ragazzo che non so come si chiama, eravamo intorno alle 22, non più tardi, mentre gli altri si erano fermati a guardare il negozio della Folgore. Abbiamo fatto il contrappello in mimetica di fianco alla branda, avevamo avvertito che mancava Scieri e che, conoscendolo, non poteva essere uscito di nuovo.» Affinché rimanga a verbale: si ricorda questo?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì.

PRESIDENTE . Il negozio della Folgore dov'era dentro o fuori dalla caserma?

MARCO BELLACIMA . Molto probabilmente era fuori, fuori mi ricordo che c'era.

PRESIDENTE . Va bene. Le ho domandato all'inizio se qualcuno fece qualcosa in quel pullman dove c'era un gran caldo e lei ha detto che non se lo ricorda; io le leggo le sue sommarie informazioni del 6 settembre ’99: «Dopo un po’ di tempo è salito sul pullman il tenente Amoriello che diceva che fa caldo su questo pullman e apriva i finestrini; preciso che il mio finestrino rimaneva chiuso.» Se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Oggi no, però confermo tutto.

PRESIDENTE . Se lo ricorda che i carabinieri di Pisa le hanno fatto vedere delle fotografie?

MARCO BELLACIMA . Inerenti a...?

PRESIDENTE . Delle fotografie, un album fotografico.

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Io le dico che il 6 settembre ’99 lei riconosce nella foto n.3 il caporale Cinelli «che dorme con me». Queste sono le sue parole. Lo conferma?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì.

PRESIDENTE . Un'altra domanda e poi passo la parola all'onorevole Baroni. Il contrappello come si svolgeva? Voi eravate dentro le brande, eravate fuori...

MARCO BELLACIMA . No, no, bisognava fare il letto, ci era stato detto di non lasciare, in gergo, i «pipistrelli» fuori dal letto, cioè gli angoli delle lenzuola che cadessero da...

PRESIDENTE . Ma quando c'era il contrappello, voi dove stavate?

MARCO BELLACIMA . In piedi, a fianco alla branda, in mimetica.

PRESIDENTE . Dopo che è morto Emanuele Scieri è cambiato qualcosa?

MARCO BELLACIMA . Sì, mi ricordo che era cambiato qualcosa. Non mi ricordo di preciso, però non era più obbligatorio stare in mimetica e davanti alla branda.

PRESIDENTE . Infatti, lei ha dichiarato il 28 settembre ’99: «nei giorni successivi il contrappello è cambiato, nel senso che ci facevano sistemare la branda e dopo esserci infilati nel letto facevano l'appello.» Se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Quindi, si accertavano che voi foste dentro il letto.

Pag. 18

MARCO BELLACIMA . Sì, comunque prima che accadesse di Emanuele facevamo questo tipo di contrappello.

PRESIDENTE . Senta, chi mancava quella sera dalla camerata? Non che fosse in licenza. Chi mancava dalla camerata, lei se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Chi mancava dalla camerata?

PRESIDENTE . Sì, quando c'era il contrappello.

MARCO BELLACIMA . Molto probabilmente le persone che stavano in licenza.

PRESIDENTE . No, a parte quelli in licenza le chiedo, se lei se lo ricorda.

MARCO BELLACIMA . No, non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Lei ha detto il 28 settembre ’99 alle 15 e 20 alla procura della repubblica di Pisa, la procura ordinaria: «erano assenti Toto, Rulli, Bianchi, il caporale Poletti.» Lei se le ricorda queste persone, Toto, Rulli, Bianchi e il caporale Poletti?

MARCO BELLACIMA . Bianchi non tanto, Toto e Rulli me li ricordo perché poi abbiamo continuato insieme il servizio militare a Livorno.

PRESIDENTE . Erano assenti quella sera durante il contrappello.

MARCO BELLACIMA . Non me lo ricordo ora, non so perché fossero assenti.

PRESIDENTE . Sì, lei lo ha dichiarato il 28 settembre. Le leggo tutto il pezzo: «erano presenti il Valentini Luca e il caporale Cinelli che occupava il letto verso il corridoio; dall'altra parte della camerata erano presenti Viberti e Marras mentre erano assenti il Toto, il Rulli, il Bianchi, il caporale Poletti; poi erano assenti, questo a parte, Ricciuti, Maiorano, Vigneri e Scurti perché in licenza.» Quindi lei ha fatto una differenza tra quelli assenti e quelli in licenza.

MARCO BELLACIMA . Forse sono tornati più tardi, non so perché. Comunque confermo tutto quello che ho detto. Oggi dopo diciassette anni non posso...

PRESIDENTE . Certo, ci mancherebbe. Senta, che cosa dicevate tra voi dopo la morte di Emanuele Scieri? Penso ne abbiate parlato.

MARCO BELLACIMA . Molto probabilmente ci si chiedeva soprattutto cosa fosse successo.

PRESIDENTE . Cosa si diceva?

MARCO BELLACIMA . Il particolare non me lo potrei ricordare, posso ricordare però benissimo che ci chiedevamo cosa e come fosse successo.

PRESIDENTE . Cioè, cosa pensa lei?

MARCO BELLACIMA . Si è appreso tutto dopo, dalle informazioni che ci furono date soprattutto dai giornali, risulta dall'autopsia che venne fatta che non si era gettato da lì da solo.

PRESIDENTE . Ma tra voi cosa dicevate?

MARCO BELLACIMA . Non me lo ricordo.

PRESIDENTE . Senta, c'è uno spaccio vicino dove è stato ritrovato il corpo sotto la torretta?

MARCO BELLACIMA . Vicino, vicino, che mi ricordi no.

PRESIDENTE . Quanto è lontano lo spaccio?

MARCO BELLACIMA . Più lontano, mi sembra che lo spaccio fosse quasi vicino alla mensa.

Pag. 19

PRESIDENTE . Ma è molto lontano dalla torretta?

MARCO BELLACIMA . Sì, un pochettino più lontano.

PRESIDENTE . Per andare allo spaccio si passa dalla torretta?

MARCO BELLACIMA . Puoi passare anche dalla torretta.

PRESIDENTE . Puoi passare dalla torretta o si passa dalla torretta?

MARCO BELLACIMA . Si può passare anche dalla torretta.

PRESIDENTE . Io le mostro una mappa rudimentale della caserma con una linea tratteggiata in fucsia: lei riconosce il muro perimetrale della caserma?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Si poteva passare davanti alla piazza d'armi, davanti al grande cortile o dovevate necessariamente fare il giro del muro di cinta?

MARCO BELLACIMA . No, noi passavamo all'esterno.

PRESIDENTE . Quindi passavate sempre dal muro di cinta?

MARCO BELLACIMA . Sì, per comodità nostra.

PRESIDENTE . E il muro di cinta è vicino alla torretta dove è stato trovato Scieri?

MARCO BELLACIMA . Qui c'era la torretta...

PRESIDENTE . No, siccome non si capisce qui nel verbale, il muro di cinta è vicino alla torretta dove è stato trovato Scieri?

MARCO BELLACIMA . Sì, sì, è una strada, sarà all'incirca tre metri.

PRESIDENTE . E voi passavate tutti i giorni da lì?

MARCO BELLACIMA . Noi passavamo sempre da lì.

PRESIDENTE . Quindi passavate sempre vicino alla torretta?

MARCO BELLACIMA . Sì, infatti adesso che dico sempre, potrei dire che questo è uno dei perché e dei per come non ci siamo accorti. Perché passavamo sempre di lì.

PRESIDENTE . Lei ha detto che Scieri le raccontò che scelse di fare il paracadutista. Ma lo scelse quando era più giovane? Perché Scieri era già laureato, era più grande di lei.

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Cosa le disse, che lo scelse tanti anni prima?

MARCO BELLACIMA . No, lo scelse durante la visita militare, credo.

PRESIDENTE . Durante la visita militare Scieri era già laureato, era più grande di lei, se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Sì, mi ricordo che era più grande di me, non mi ricordo di che anno, quindi potrei dire una cosa per un'altra. Però, non so il momento preciso in cui, posso escludere il momento della visita militare.

PRESIDENTE . Le faccio altre domande velocissime. Lei ci ha parlato di personale di guardia che è entrato nella camerata di corsa ed è andato verso la fine dell'altra porta della camerata: sono tornati indietro o sono usciti fuori?

MARCO BELLACIMA . Sono usciti da lì.

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PRESIDENTE . Non sono più tornati indietro?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Lei ha detto, se ho capito bene, che uscendo da lì, cioè entrando da una parte della camerata e uscendo dall'altra parte...

MARCO BELLACIMA . Se attraversi la strada, di fronte c'è il muro di cinta.

PRESIDENTE . C'è il muro di cinta e di fronte c'è la torretta dove è morto Scieri?

MARCO BELLACIMA . No, si deve continuare andando verso sinistra.

PRESIDENTE . Ma è lo stesso muro di cinta che porta alla torretta?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Senta, Valentini sa che persona era? Come personalità, intendo.

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Non se lo ricorda? E Viberti se lo ricorda?

MARCO BELLACIMA . Ho qualche flash ma solo perché è stata una persona sempre nominata.

PRESIDENTE . Ma lei se lo ricorda se era socievole, taciturno, com'era?

MARCO BELLACIMA . Sembrava una persona tranquilla.

PRESIDENTE . Viberti.

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Valentini invece non se lo ricorda.

MARCO BELLACIMA . No, avevo poca confidenza.

MASSIMO ENRICO BARONI . Buonasera. Lei attualmente che lavoro fa?

MARCO BELLACIMA . Disoccupato.

MASSIMO ENRICO BARONI . È sempre stato disoccupato?

MARCO BELLACIMA . No, io in quel periodo lavoravo presso la vetreria Mariano a Viterbo. Quindi, finito il militare, sono ritornato al mio lavoro. Lavoravo in una vetreria.

MASSIMO ENRICO BARONI . Ha avuto modo di rincontrarsi, successivamente agli anni del congedo, con i suoi ex commilitoni?

MARCO BELLACIMA . No, non ho più... scusi, sì, una volta con il signor Marras, non mi ricordo esattamente quando perché eravamo stati chiamati a Catania da un PM di cui non ricordo il nome, sempre per una deposizione. Prendemmo l'aereo da Fiumicino e andammo a Catania. Ci incontrammo lì in tribunale a Catania.

MASSIMO ENRICO BARONI . Rispetto a quel periodo nella caserma, lei ha tuttora dei contatti, anche semplici amicizie su Facebook?

MARCO BELLACIMA . Allora, su Facebook abbiamo ricreato un gruppetto, ci siamo risentiti senza parlare di Scieri.

MASSIMO ENRICO BARONI . E come si chiama questo gruppo?

MARCO BELLACIMA . 7° Giamaica perché ci chiamavano, se posso,«gli scazzoni della Folgore».

MASSIMO ENRICO BARONI . È un vezzeggiativo dello stesso gruppo a cui apparteneva Emanuele Scieri?

MARCO BELLACIMA . Dopo la sua morte. Ci chiamarono gli scazzoni, i giamaicani, perché dicevano che facevamo un po’ come ci pareva.

Pag. 21

MASSIMO ENRICO BARONI . Senta, più o meno, quante persone fanno parte di questo gruppo su Facebook?

MARCO BELLACIMA . Non lo so.

MASSIMO ENRICO BARONI . Impossibile. Possono essere dieci, cinquanta...

MARCO BELLACIMA . Posso dire qualche nome di cui mi ricordo: Bertoli, ...

MASSIMO ENRICO BARONI . No, le ho chiesto quanti.

MARCO BELLACIMA . Non mi ricordo.

MASSIMO ENRICO BARONI . Se vuole, può controllare anche ora se ha il telefono.

MARCO BELLACIMA . Sì, posso controllare col telefono.

MASSIMO ENRICO BARONI . E mentre cerca, le faccio anche un'altra domanda: da quanto tempo è attivo questo gruppo?

MARCO BELLACIMA . Credo un anno circa, ma non mi ricordo.

MASSIMO ENRICO BARONI . Quindi, è recente.

MARCO BELLACIMA . Sì.

MASSIMO ENRICO BARONI . Ne fanno parte solo le persone che facevano parte del 7° Giamaica? Solo loro?

MARCO BELLACIMA . Sì.

MASSIMO ENRICO BARONI . Nessun familiare, nessun amico?

MARCO BELLACIMA . No, solo noi commilitoni e basta.

MASSIMO ENRICO BARONI . Senta, i gruppi su Facebook si caratterizzano per essere aperti, pubblici o segreti: è un gruppo aperto, pubblico o segreto?

MARCO BELLACIMA . Penso che sia pubblico perché non l'ho formato io, quindi se non lo può vedere solo la persona che è inserita dentro o chi ne fa parte. Se riesco a trovarglielo, volentieri, perché non ho mai.... Volevo una volta pubblicare delle cose all'interno, mi ero fatto delle foto con dei vecchi pantaloncini della Folgore e volevo pubblicarle all'interno ma non sono mai riuscito.

MASSIMO ENRICO BARONI . Lei fa parte anche del gruppo titolato Emanuele Scieri, sempre su Facebook?

MARCO BELLACIMA . No, volevo andare a cercarlo.

MASSIMO ENRICO BARONI . Quindi lei è stato inserito in questo gruppo?

MARCO BELLACIMA . Si, sono stato inserito.

MASSIMO ENRICO BARONI . Da un commilitone?

MARCO BELLACIMA . Sì, si chiama Massimiliano Maratea, lui l'ha creato.

MASSIMO ENRICO BARONI . Era solo importante sapere il numero di persone.

MARCO BELLACIMA . Ecco, è un gruppo chiuso, ne fanno parte venticinque membri, se vuole....

MASSIMO ENRICO BARONI . Sì, ci può dire i nomi, per favore?

MARCO BELLACIMA . Sì, un attimo che si sta caricando.

MASSIMO ENRICO BARONI . C'è anche la data di fondazione?

MARCO BELLACIMA . Vediamo nelle informazioni, non sono molto tecnologico ma ci provo.

Pag. 22

PRESIDENTE . Posso inserirmi? Chi è Massimiliano Maratea? Ha fatto il CAR con voi? Ha fatto il militare con voi?

MARCO BELLACIMA . Sì ha fatto il CAR con noi.

PRESIDENTE . Nello stesso periodo in cui c'era lei, c'era Scieri?

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Chi è Massimiliano Maratea?

MARCO BELLACIMA . Massimiliano Maratea restò a Pisa come caporale istruttore. Lui fece il corso da caporale istruttore.

PRESIDENTE . È ancora caporale istruttore?

MARCO BELLACIMA . No, adesso fa il geometra. Qui ho trovato le informazioni.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Com'è scritto settimo? A parola o...

MARCO BELLACIMA . Settimo è scritto sette con il cerchiettino sopra, Giamaica. Però è un gruppo chiuso, io sono stato invitato. E ci sono delle foto...

MASSIMO ENRICO BARONI . Ci può solo dire i nomi dei membri di appartenenza? In modo che rimanga agli atti.

MARCO BELLACIMA . Va bene.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Il simbolo è un alberello?

MARCO BELLACIMA . No, c'è l'aereo con i paracadute. Guardi, glielo faccio vedere direttamente.

MASSIMO ENRICO BARONI . No, è importante per il verbale.

MARCO BELLACIMA . Membri, ecco qua: Fabio Bellantoni, Fabio Lombardi, Francesco Bertoli, Simone Marras, Stefano Vigneri, Riccardo Bergamaschi, Andrea Giacopazzi, Massimiliano Maratea, l'amministratore, Cristian Lagomarsini, Claudio Masotti, Ivan Corvi, Joe. E., Marco Bellacima il sottoscritto, Nicola Panichi, Duccio Agresti, Margherita Brunetti che non so chi sia.

MASSIMO ENRICO BARONI . È l'unico che non conosce Margherita Agretti?

MARCO BELLACIMA . Sì, dal nome sembra una donna. Stefano Mantovani, Luca Valentini, Alberto Ballerini, Alessia Peterle, Lorenzo Mancini, credo che sia un nome tutto intero. Francesco Franz, Irene Orazzini, Giorgio Gabrielli, Stefano Cristofaro, Guido Ricci Masè e Luca Ghebreyohannes. Qui mi dava venticinque membri, forse non contava me.

MASSIMO ENRICO BARONI . Ricorda qualche cosa di rilevante, relativamente al fatto che è stata aperta una commissione d'inchiesta, all'interno di questo gruppo?

MARCO BELLACIMA . No.

MASSIMO ENRICO BARONI . Perché non è possibile vedere dall'esterno di questo gruppo ciò che viene pubblicato all'interno.

MARCO BELLACIMA . Su questo gruppo passano solo informazioni inerenti a noi che abbiamo frequentato lo scaglione: foto, ricordi, cavolate che si fanno in giro e basta.

MASSIMO ENRICO BARONI . Quindi, non ci sono riferimenti al fatto che è stata aperta la commissione d'inchiesta, pubblicate nel gruppo?

MARCO BELLACIMA . No e neanche sapevo di questa cosa, l'ho saputo quando mi ha chiamato la questura di Viterbo e mi hanno detto che aveva a che fare col periodo militare e allora ho capito.

PRESIDENTE . Io insisto con questa domanda: voi in un anno di gruppo chiuso Pag. 23 non avete mai detto di sapere che c'è la Commissione d'inchiesta su Scieri?

MARCO BELLACIMA . No, io non l'ho mai saputo.

PRESIDENTE . In questo gruppo non c'è?

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Io chiedevo se in questo gruppo avevate scritto.

MARCO BELLACIMA . No.

PRESIDENTE . Ma, dato che lei è amico con tutte queste persone su Facebook, Valentini Luca, gliel'ho chiesto prima, non se lo ricorda nemmeno adesso?

MARCO BELLACIMA . No, no, perché tante persone pubblicano, scrivono, mandano foto.

PRESIDENTE . Però, è un gruppo chiuso, prima io le ho domandato di Valentini Luca.

MARCO BELLACIMA . Non vado a guardare chi c'era e chi non c'era poi, se devo essere sincero...

PRESIDENTE . Le dispiace guardare la foto di Valentini Luca e vedere se lo ricorda? È importante. Poi lei con chi ha rapporti, al di là di Facebook, degli ex paracadutisti?

MARCO BELLACIMA . Allora, io sono rimasto un po’...

PRESIDENTE . Sta guardando la foto di Valentini?

MARCO BELLACIMA . Sì. C'è la foto solo degli occhi.

PRESIDENTE . Se lo ricorda Valentini?

MARCO BELLACIMA . Vagamente, potrei cercare magari con qualche altra foto.

STEFANIA PRESTIGIACOMO . Se clicca dentro la foto, le compare completa.

PRESIDENTE . Schiacciando la foto, le compare completa.

MARCO BELLACIMA . Sì.

PRESIDENTE . Se lo ricorda Valentini Luca?

MARCO BELLACIMA . Sì, adesso sì.

PRESIDENTE . Guardando la foto su Facebook, in questo gruppo chiuso 7° Giamaica, lei ricorda Valentini Luca. E chi era Valentini Luca durante il militare nella caserma Gamerra?

MARCO BELLACIMA . Adesso che ho visto la faccia, me lo ricordavo un po’ più magro, era un tipo molto timido, chiuso, mi è sempre sembrato così.

PRESIDENTE . Sì, lei ha detto in una contestazione che le ho fatto per farle ricordare, che era rientrato insieme a Viberti e a Scieri.

MARCO BELLACIMA . Sempre se l'ho scritto lì, va bene.

PRESIDENTE . Sì. Ringrazio tutti gli onorevoli che sono intervenuti con domande a chiarimento e ringrazio anche il signor Bellacima Marco per essere venuto in audizione.

(I lavori riprendono in seduta pubblica)

PRESIDENTE. Dichiaro conclusa la seduta.

La seduta termina alle 21.

(*) L'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, nella riunione del 28 novembre 2017 ha deliberato la classificazione di atto libero del resoconto stenografico della presente audizione. La Commissione ha preso atto di tale decisione nella seduta dello stesso giorno. Il resoconto stenografico della presente seduta viene pertanto pubblicato, per la prima volta, quale atto libero, ai sensi dell'articolo 1 della delibera della Commissione del 3 maggio 2016, recante i criteri generali per la classificazione degli atti e dei documenti ai sensi dell'articolo 19 del regolamento interno, pubblicata nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 3 maggio 2016, pag. 185