XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 96 di Martedì 3 maggio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione di rappresentanti di Cementir Italia Spa:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 ,
Graziani Paolo , Direttore stabilimento Cementir Italia Spa – Taranto ... 3 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Puppato Laura  ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 ,
Graziani Paolo , direttore stabilimento Cementir Italia spa – Taranto ... 5 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Graziani Paolo , Direttore stabilimento Cementir Italia – Taranto ... 6 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 

Audizione di rappresentanti di Taranto Energia Srl:
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 ,
Giordano Antonio , Direttore centrale Taranto Energia Srl ... 7 ,
Marsella Antonio , Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl ... 7 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 ,
Marsella Antonio , Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl ... 7 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 ,
Puppato Laura  ... 8 ,
Giordano Antonio , Direttore centrale Taranto Energia Srl ... 8 ,
Puppato Laura  ... 8 ,
Marsella Antonio , Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl ... 8 ,
Puppato Laura  ... 8 ,
Marsella Antonio , Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl ... 8 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
Giordano Antonio , Direttore centrale Taranto Energia Srl ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 

Audizione di Giovanni De Marzo, amministratore unico di Italcave Spa:
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 9 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave S.p.A ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave S.p.A ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
Puppato Laura  ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 10 ,
Lasigna Francesco , Direttore tecnico di Italcave Spa ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 10 ,
Lasigna Francesco , Direttore tecnico di Italcave Spa ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 10 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 10 ,
Lasigna Francesco , Direttore tecnico di Italcave Spa ... 11 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave Spa ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 ,
De Marzo Giovanni , Amministratore unico di Italcave S.p.A ... 11 ,
Bratti Alessandro , Presidente ... 11

Testo del resoconto stenografico

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE
ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 9.10.

Sulla pubblicità dei lavori

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

  (Così rimane stabilito).

Audizione di rappresentanti
di Cementir Italia Spa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Cementir Italia Spa. Sono presenti l'ingegner Paolo Graziani, direttore dello stabilimento di Taranto, accompagnato dal dottor Andrea Colucci, direttore relazioni istituzionali di Cementir Holding Spa, che saluto e ringrazio per la loro presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione, sta conducendo sullo stato di avanzamento delle bonifiche nei siti di interesse nazionale in Italia, con particolare riferimento, in questo caso, alla regione Puglia. Stiamo infatti ascoltando le imprese che operano all'interno dei SIN, per approfondire le loro attività, quello che hanno fatto, i ritardi e lo stato dell'arte. Ieri ci siamo occupati di Brindisi e Manfredonia. Oggi parleremo della situazione di Taranto.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali sono in corso indagini tuttora coperte dal segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Do quindi la parola al direttore Paolo Graziani per una breve relazione introduttiva dello stato dell'arte relativamente alle questioni di cui la Commissione si occupa. In seguito i colleghi potranno porle delle domande.

  PAOLO GRAZIANI, Direttore stabilimento Cementir Italia Spa – Taranto. Buongiorno a tutti. Noi abbiamo preparato una breve memoria più dettagliata da lasciare agli atti. Partirei, quindi, facendo una breve introduzione sullo stabilimento di Taranto. Lo stabilimento di Taranto nasce nel 1962, in sinergia con l'impianto siderurgico di Taranto, per la produzione di cementi di altoforno, che usano principalmente come materia prima la loppa di altoforno, un prodotto secondario della produzione dell'acciaieria. Nel 1992 Cementir acquista il ramo d'azienda della produzione di cemento; successivamente l'impresa diventa Cementir S.p.A., poi Cementir S.r.l. e, adesso, Cementir Italia S.p.A.
  Le capacità produttive massime dello stabilimento sono di circa 1,9 milioni di tonnellate di cemento, che sono state raggiunte nel 2007, quando il mercato era ancora attivo, mentre i volumi attuali sono di circa 300.000 tonnellate. C'è stata una riduzione di oltre il 43 per cento della Pag. 4produzione totale. Lo stabilimento di Taranto si sviluppa su una superficie di 309.000 metri quadri e rientra nell'area SIN, dove i maggiori attori presenti, come dimensione e volumi di produzione, sono Ilva ed ENI.
  Per ciò che concerne il regime autorizzativo, lo stabilimento di Taranto, essendo un impianto di produzione a caldo, ha l'autorizzazione integrata ambientale, ottenuta nel 2010 e rinnovata quest'anno, fino al 2020 (il rinnovo è già stato concesso e si sta concretizzando). Negli anni dal 2010 al 2016 ci sono state varie modifiche, sia sostanziali che non sostanziali, dovute alle esigenze produttive. Forse la modifica più importante è stata la richiesta di autorizzazione all'uso di combustibili alternativi, ovvero combustibili solidi secondari (CSS). Mi sembra che questa autorizzazione sia stata data nel 2011, tuttavia non è mai entrata in funzione perché, tra la fine del 2013 e l'inizio del 2014, la società ha deciso di fermare la produzione dell'area a caldo e di mantenere il sito produttivo solo come centro di macinazione e distribuzione.
  Per quanto riguarda l'area SIN, le bonifiche e tutte le indagini che sono state svolte sull'area dello stabilimento dal 2000, quando è stato definito qual era il perimetro dell'area SIN, fino al 2005, è stato proposto – e quindi più volte studiato – il piano di monitoraggio sul sito insieme al Ministero dell'ambiente, agli enti locali, ad ARPA Puglia e così via.
  Sono state effettuate tutte le analisi richieste dalle varie conferenze di servizi che si sono svolte. Una prima fase di indagine è stata fatta, se non ricordo male, intorno al 2005. I risultati, che sono stati sottoposti sia al Ministero che ad ARPA Puglia, mettevano in evidenza il fatto che per quanto riguardava i terreni non risultava nessun inquinamento, mentre si era riscontrato il superamento di alcuni parametri relativi a ferro e solfati nelle acque di falda.
  A quel punto, il Ministero dell'ambiente e ARPA Puglia hanno chiesto di integrare il piano di monitoraggio, richiedendo ulteriori caratterizzazioni del terreno. È stato presentano il piano di caratterizzazione, che è stato svolto negli anni successivi, andando a incrementare il numero totale dei campioni prelevati. Alla fine di tutto il monitoraggio, che si è concluso nel 2009, sono risultati per il terreno e per il topsoil la piena conformità ai limiti di legge riguardanti le zone industriali e per le acque di falda il superamento di alcuni parametri, tra cui quelli relativi a ferro, solfati, idrocarburi, piombo, rame e composti organici aromatici.
  Successivamente c'è stato un tavolo tecnico con l'ARPA Puglia, per discutere dei risultati e capire quali dovevano essere le azioni correttive. Durante la conferenza tecnica ARPA Puglia ha riconosciuto che tale inquinamento non era riconducibile direttamente all'attività di Cementir perché tutti i superamenti erano dovuti a sostanze non presenti nel nostro ciclo industriale.
  Quando gli sono state riportate le conclusioni, il Ministero dell'ambiente, per quanto riguardava i terreni, ha evidenziato che tutti i campioni analizzati erano conformi ai limiti di legge, mentre per quanto riguardava l'acqua di falda ha richiesto idonei interventi di messa in sicurezza d'emergenza della falda acquifera, prendendo comunque atto delle considerazioni di ARPA Puglia, che non attribuiva a Cementir la contaminazione delle acque stesse. Successivamente, Cementir mandava una nota nella quale segnalava che l'inquinamento non era dovuto ad attività industriale propria ma, nel contempo, nel 2011 presentava un piano di bonifica dell'acqua di falda. Tale piano consisteva nell'installazione di un impianto di trattamento dell'acqua di falda, denominato in seguito «TAF», che venne approvato sia dal Ministero, sia da ARPA Puglia nel 2012 e installato nel 2013.
  Nel 2012 il Ministero dell'ambiente ci richiede anche di presentare il piano di monitoraggio. Viene quindi identificato quello che sarà poi accettato come piano di monitoraggio, definendo un punto zero, una fase di collaudo tecnico dell'impianto, una fase di collaudo della barriera e una fase di esercizio.
  L'impianto, dopo la sua installazione, ha cominciato la sua fase di monitoraggio nel 2013. In questo momento abbiamo finito la Pag. 5fase di collaudo della barriera e abbiamo tutti i dati. Siamo quindi in attesa di completare con l'ARPA l'analisi di questi dati, per poi procedere alla messa in esercizio a regime dell'impianto, secondo l’iter convenzionale che ci hanno richiesto e che noi abbiamo pubblicato sul nostro piano di monitoraggio.
  Lo stabilimento ha anche una banchina in concessione all'interno del porto mercantile di Taranto. Anche per la banchina sono stati fatti i vari monitoraggi e campionamenti di terreno; anche in questo caso è risultato che topsoil e terreni non superano i parametri relativi alle zone industriali, mentre si è riscontrato il superamento di alcuni parametri per quanto riguarda l'acqua di falda: parliamo sempre della stessa vena, quindi era presumibile.
  Il Ministero dell'ambiente ha preso atto che non ci sono superamenti relativi al terreno e al topsoil, mentre per quanto riguarda l'acqua di falda, rientrando in un progetto più grande di bonifica, ha ritenuto non necessario alcun intervento da parte di Cementir. In conclusione, in questi anni si sono svolti tutti i piani di caratterizzazione richiesti sia dal Ministero dell'ambiente, sia dalle autorità territoriali, in questo caso ARPA Puglia.
  I risultati: per quanto riguarda i terreni non si hanno superamenti di alcun parametro relativamente ai suoli a uso industriale, mentre per l'acqua di falda si sono riscontrati dei superamenti per alcuni composti. Anche se ARPA Puglia ha dichiarato che questo superamento non è riconducibile all'attività produttiva dell'azienda, il Ministero ha chiesto di fare un intervento e Cementir ha predisposto l'installazione di un impianto di trattamento, che è in fase di completamento a regime. Anche per quanto riguarda la banchina non si sono riscontrati superamenti nei terreni, mentre per le acque di falda non c'è stata nessuna richiesta da parte del Ministero perché le ha ritenute rientranti in una zona di bonifica più generale.

  PRESIDENTE. Grazie per il rapido excursus. Vorrei chiedervi un paio di cose. Il TAF, il progetto che avete ideato per il trattamento delle acque di falda, riguarda specificatamente un'area definita anche da un punto di vista fisico-geografico. Ovviamente il TAF serve per trattare la falda e presumo che i confini amministrativi di questa falda non siano corrispondenti con i confini dello stabilimento. Vorrei capire, quindi, nel vostro caso, in che termini è la questione del TAF perché immagino che sia una falda confinata. Vorrei sapere se questo trattamento delle acque di falda è gestito completamente da voi oppure insieme ad altre aziende, ovvero in collaborazione con il commissario straordinario.
  A questa collego un'altra domanda riguardante i rapporti che avete con il commissario straordinario. Ovviamente, c'è un commissario straordinario, che è responsabile delle bonifiche all'esterno del sito dell'Ilva (lì, in teoria, c'è una situazione diversa). Vorrei capire, però, com'è la vostra interlocuzione con il commissario straordinario: ci state lavorando? Avete comparato i dati e li avete consegnati? Ci sono dei tavoli attivi in cui si sta lavorando a questo riguardo? Al di là del fatto che non ne siete voi i responsabili, l'inquinamento c'è!
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. Aggiungo una domanda, visto che è attinente: l'impianto di trattamento delle acque meteoriche in cosa consiste? In genere il trattamento delle acque meteoriche non richiede grandi impianti.

  PRESIDENTE. Do la parola al dottor Graziani per la replica.

  PAOLO GRAZIANI, direttore stabilimento Cementir Italia spa – Taranto. L'impianto per il trattamento delle acque di falda (TAF) è un impianto che non nasce per trattare le acque meteoriche, bensì per trattare le acque di falda. Questo è stato definito con ARPA Puglia in due fasi. La prima è quella della costruzione di una barriera idraulica. Nel confine Cementir sono stati quindi realizzati dei pozzi piezometrici nella fase di caratterizzazione Pag. 6per definire quale fosse il flusso della falda e per studiare l'effetto idrologico della falda stessa. Il percorso è durato tanto perché sono stati più volte cambiati i punti di analisi e, quindi, sono stati fatti vari pozzi di prelevamento.
  Una volta definita la barriera di intercettazione della falda stessa, è stato costruito all'interno dello stabilimento un impianto di abbattimento dei superamenti dei parametri di conformità alla legge. Vi riporto un dato. Il superamento nelle varie analisi svolte non era costante ma oscillava. Pertanto, si doveva capire come mai c'era questa instabilità dell'inquinante. Per esempio, nella fase di collaudo si è verificata la presenza all'ingresso dell'impianto di un parametro di un idrocarburo totale che superava il limite: l'impianto installato ha portato a un abbattimento maggiore del 95 per cento, riportando il parametro all'interno dei valori tabellati dalla normativa.
  È stato un lavoro fatto a due mani con ARPA Puglia perché nessuno aveva esperienza su come affrontarlo. Il nostro maggiore interlocutore è ARPA Puglia, con cui abbiamo mantenuto rapporti per quanto riguarda la fase zero, l'installazione, la fase di collaudo tecnico dell'impianto, il collaudo della barriera, fino ad arrivare alla fase di esercizio.
  Adesso, avendo completato la fase dei collaudi, con ARPA Puglia analizzeremo tutti i dati che abbiamo riscontrato perché il monitoraggio è fatto tramite programmable logic controller (PLC), quindi è in continuo e abbiamo i grafici dell'andamento idrogeologico della falda stessa. A questo punto sarà ARPA Puglia che terrà i contatti con il Ministero e il commissario straordinario, dicendoci come procedere. Non le so dire se questo è l'unico impianto presente sul sito di Taranto e se è un impianto pilota per definire in successione come posizionarne altri. Potrebbe però anche avere questa funzione, posto che è il primo a nascere sul territorio.

  PRESIDENTE. Ho capito. È stato fatto un barrieramento idraulico per intercettare la falda e poi, una volta isolata idraulicamente, avete fatto...

  PAOLO GRAZIANI, Direttore stabilimento Cementir Italia – Taranto. Una volta isolata, viene trasferita all'impianto di trattamento, viene trattata e reimmessa nel normale circuito delle acque piovane.

  PRESIDENTE. Ringraziamo i nostri ospiti. Se avremo bisogno di qualche ulteriore approfondimento, ve lo faremo sapere. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di rappresentanti
di Taranto Energia Srl.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di rappresentanti di Taranto Energia Srl. Sono presenti l'ingegnere Antonio Giordano, direttore centrale, l'ingegnere Antonio Marsella, responsabile dell'ufficio ambiente, e l'avvocato Marisa Francione, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito di un approfondimento che, come Commissione, stiamo svolgendo sullo stato dell'arte nei siti di interesse nazionale. Stiamo completando l'approfondimento su siti da bonificare in Puglia. Ieri ci siamo occupati di Brindisi e Manfredonia, oggi stiamo completando le audizioni su Taranto. Avevamo già sentito rappresentanti dell'Ilva – che dovremmo comunque risentire – ma anche il commissario straordinario alle bonifiche, la dottoressa Vera Corbelli.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Chiedo al direttore Giordano di farci un breve inquadramento sul profilo dell'azienda. Pag. 7 A noi interessa capire in particolare quanto siete coinvolti rispetto al tema della bonifica esterna, quale sia lo stato dell'arte e quali siano le problematiche aperte. Ci fornisca un quadro aggiornato della situazione, ovviamente dal vostro punto di vista (decidete come gestire gli interventi, visto che siete in tre). Alla fine della vostra esposizione, i commissari potranno porvi qualche domanda.
  Do quindi la parola al direttore Giordano per lo svolgimento della sua relazione.

  ANTONIO GIORDANO, Direttore centrale Taranto Energia Srl. Io farò una breve introduzione riguardante lo stabilimento; poi il dottor Marsella approfondirà i temi che dobbiamo analizzare. Taranto Energia è una società controllata dall'Ilva, che nel 2011 ha acquisito le due centrali elettriche allora di Edison. In Taranto Energia i gas siderurgici prodotti da Ilva vengono addizionati con del metano per produrre energia elettrica. Lo stabilimento è immediatamente adiacente alla capogruppo. Per quanto riguarda invece le contaminazioni, lascio la parola all'ingegner Marsella.

  ANTONIO MARSELLA, Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl. Vi illustro la cronistoria del progetto di messa in sicurezza dell'area interessata dalla centrale. Nel 2002 è stato presentato e approvato il piano di caratterizzazione e nel 2004 è iniziata una prima fase di indagine. A valle dei risultati di questa prima fase, in coordinamento con il Ministero, è stata individuata la necessità di una seconda fase, attuata a ottobre e novembre del 2005. Da questa seconda fase di caratterizzazione è emersa una contaminazione della falda e una contaminazione puntuale del terreno. Pertanto, Edison, la società che gestiva il sito, ha messo in atto quella che tecnicamente viene chiamata «messa in sicurezza operativa» della falda, mettendo in emungimento due dei 21 pozzi presenti nel sito.
  Se vogliamo scendere nel dettaglio, vi sono diciassette pozzi in falda superficiale – intorno ai 10 metri di profondità – e quattro pozzi in falda profonda che vanno da 15 a 30 metri (ciò dipende dalla quota a cui abbiamo trovato la falda profonda). Vi sono, quindi, in termini di messa in sicurezza operativa, due pozzi in emungimento dal 2011. Il Ministero, fin dalle prime fasi, diede la prescrizione di effettuare un monitoraggio di tutti i pozzi e un'analisi dell'acqua di falda da questi emunta ogni due mesi, cosa che stiamo continuando a fare dal 2004.
  Per quanto riguarda la contaminazione del terreno, vi sono quattro punti in cui abbiamo trovato un superamento delle soglie di contaminazione, tre addebitabili a idrocarburi e uno al rame. Tutti questi quattro punti sono localizzati nella parte più superficiale del suolo, entro il primo metro di suolo indagato. Infatti, all'epoca le analisi sul terreno furono eseguite, come da programma, tra 0,80-1 metro e 9-10 metri; risultarono superiori alle soglie di contaminazione solo quattro punti nel primo metro.
  È stato quindi presentato un progetto di bonifica del suolo, approvato dal Ministero. Siamo ora in attesa dei dati di validazione e delle controanalisi da parte di ARPA per poter mettere in campo l'azione di rimozione del terreno. Infatti, nella sostanza, il progetto prevede la rimozione del terreno intorno al punto contaminato. Intorno a questi punti, in una seconda fase, furono indagati, con ulteriori perforazioni, altri diciotto punti spia per valutare l'area di contaminazione del primo metro. Tutti questi ulteriori sondaggi diedero esito negativo, quindi, effettivamente, la contaminazione è limitata alla sola parte individuata nella prima fase. Il progetto di bonifica dei terreni prevede la rimozione per un totale di 25 metri cubi intorno al punto contaminato, ovviamente, con delle ulteriori analisi del fondo scavo e delle pareti dello scavo. Sto entrando troppo nel dettaglio di particolari tecnici?

  PRESIDENTE. No, il taglio va bene.

  ANTONIO MARSELLA, Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl. Ovviamente, nel momento in cui si faranno gli Pag. 8scavi, provvederemo alla verifica delle pareti e del fondo per essere certi che il terreno contaminato sia stato completamente rimosso. In seguito, con del materiale di riporto certificato e pulito, saranno ricolmati gli scavi che abbiamo effettuato.
  Per quanto riguarda la falda, invece, Edison, il gestore del sito che poi è stato acquistato dal gruppo Ilva, ha evidenziato che la natura dell'inquinamento che si trovava nella falda non era direttamente ricollegabile alle attività realizzate dalla centrale. Questo è stato riconosciuto dal TAR, che ha individuato la non diretta correlazione con l'inquinamento che eventualmente la centrale può provocare sia sul terreno, sia sulla falda. D'altronde non c'è neanche correlazione fra gli inquinanti trovati nel terreno e gli inquinanti che si ritrovano nella falda. Da qui è emersa la deduzione che l'inquinamento della falda non è direttamente riconducibile alle attività della centrale. In questo momento Taranto Energia sta continuando la messa in sicurezza operativa, tramite l'emungimento dei due pozzi, S11 e S13, della centrale, i quali sono in pompaggio continuo, nonché la verifica, ogni due mesi, di tutti gli altri pozzi per valutarne lo stato d'inquinamento. Vi è una peculiarità nei risultati di queste analisi: gli inquinanti non sono mai costanti tra una campagna di analisi e l'altra. Troviamo, infatti, degli inquinanti che compaiono e scompaiono; poi ne compaiono di nuovi, che poi, a loro volta, spariscono per diversi mesi. Non vi è una costanza di un inquinante ritrovato nella falda. Il risultato è estremamente variabile ed è, quindi, estremamente complicato individuare eventualmente la fonte dell'inquinamento. Non so se avete bisogno di altre informazioni.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. Ho una domanda di carattere tecnico. Lei ha affermato che avete proceduto con la messa in sicurezza mediante l'emungimento di due dei 21 pozzi. Poi ha specificato che diciassette pozzi sono piuttosto superficiali e quattro profondi: questi due riguardano una falda specifica? Sono profondi o superficiali?

  ANTONIO GIORDANO, Direttore centrale Taranto Energia Srl. Questi due sono superficiali perché la falda maggiormente compromessa è quella superficiale.

  LAURA PUPPATO. Ascoltandola – e ascoltando in precedenza il responsabile della ditta Cementir – mi viene un dubbio dal punto di vista della modalità con cui si procede rispetto alle bonifiche in atto e alle forme di controllo e di monitoraggio. Il fatto che ci siano questi inquinanti fluttuanti, ossia che non ci sia né quantitativamente, né qualitativamente lo stesso inquinante presente nello stesso punto, fa presumere che non ci sia un collegamento diretto – questo è stato detto, per esempio, dalla stessa ditta Cementir – rispetto all'attività dell'azienda (oltretutto, non si comprende bene quale sia la forma di inquinamento che li produce). Questo è secondo me il tema: si sta lavorando a valle, senza però sapere quale sia effettivamente a monte – questo risulterebbe dalle vostre dichiarazioni – la causa che origina questi inquinamenti. Non è stata formulata nessuna ipotesi? La fluttuazione degli inquinanti diventa un punto interrogativo costante, nel senso che può capitare di tutto per la medesima ragione, in positivo e in negativo.
  Ho un'altra domanda di carattere tecnico. Lei ha parlato della rimozione di 25 metri cubi relativamente al tema della bonifica territoriale intorno al punto contaminato: parliamo di 25 metri cubi o di 25 metri quadri?

  ANTONIO MARSELLA, Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl. È un cubo, di lato 5 con profondità 1.

  LAURA PUPPATO. Dunque, è profondo?

  ANTONIO MARSELLA, Responsabile ufficio ambiente Taranto Energia Srl. Sì: abbiamo trovato la contaminazione entro il Pag. 9primo metro di scavo, non so se è chiaro. Per quanto riguarda poi la prima domanda, per noi è complicato perché la centrale ha un'area di soli 105.000 metri quadri, una superficie risibile rispetto al SIN. Per noi riuscire a determinare quali siano le possibili fonti dell'inquinamento è improponibile: non ne abbiamo idea.

  PRESIDENTE. Avete rapporti diretti con il commissario straordinario, oppure con chi avete rapporti diretti rispetto a questo tema, oltre ad ARPA Puglia?

  ANTONIO GIORDANO, Direttore centrale Taranto Energia Srl. Anche noi siamo in amministrazione straordinaria, così come la capogruppo; abbiamo, quindi, gli stessi commissari di Ilva.

  PRESIDENTE. Vi ringraziamo. Completeremo le audizioni di tutti gli attori privati che si trovano sul sito di interesse nazionale. Se avremo bisogno di ulteriori informazioni, vi contatteremo. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Giovanni De Marzo, amministratore unico di Italcave Spa.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Giovanni De Marzo, amministratore unico di Italcave Spa, accompagnato da Francesco Lasigna, direttore tecnico. Vi saluto e vi ringrazio per l'odierna presenza. Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  L'audizione odierna si inserisce nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta conducendo sullo stato di avanzamento delle bonifiche nei siti di interesse nazionale della Puglia, con particolare riferimento a quello di Taranto. Stiamo infatti svolgendo un focus sulla Puglia, nell'ambito dell'approfondimento sullo stato dell'arte delle bonifiche in tutti i siti di interesse nazionale. Abbiamo visitato diverse volte il sito in oggetto e stiamo ora finendo di audire i privati che hanno le loro attività in loco.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali siano in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Noi chiederemmo a lei, coadiuvato, ovviamente, dal suo direttore tecnico di farci un breve quadro della situazione dal vostro punto di vista (decida lei come alternare con il suo collaboratore l'illustrazione). Voi, se non erro, avevate – avete – in attivo una discarica per rifiuti speciali non pericolosi. Vi chiedo di dirci qual è lo stato dell'arte e di farci una rappresentazione riassuntiva in proposito. In seguito, eventualmente, vi verrà posta qualche domanda. Do quindi la parola a Giovanni De Marzo, amministratore unico di Italcave Spa, per lo svolgimento della sua relazione.

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. Buongiorno a tutti. Italcave svolge la sua attività nel comune di Taranto, al confine con il comune di Statte, su un'area che si estende per circa 300 ettari, tutti ricadenti nel SIN. In varie fasi, a partire dal 2002 e fino al 2015, tutte queste aree sono state caratterizzate. Le caratterizzazioni sono tutte completate e in nessuna di queste sono emersi superamenti dei valori tali da richiedere delle bonifiche. Solo per l'ultima attività manca la validazione di ARPA, che dovrebbe arrivare entro fine maggio. I dati dei nostri laboratori, comunque, ci confermano che anche in questo caso non ci sono superamenti.
  Le attività che vengono svolte in questi ettari sono, come diceva il presidente, una discarica per rifiuti non pericolosi e alcune attività estrattive. In realtà, tutto il sito rientra nella carta giacimentologica della regione Puglia come un sito per l'estrazione del calcare. Un'ex cava è utilizzata come deposito di combustibili solidi (petrolio); il resto della superficie è occupato da terreni Pag. 10agricoli tenuti come area di rispetto. Questa è la situazione in sintesi.

  PRESIDENTE. L'opera di caratterizzazione che avete effettuato riguarda sia i terreni che le falde, oppure solamente i terreni?

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. Terreni e falde.

  PRESIDENTE. Dunque, né nei terreni, né nelle falde avete individuato alcun tipo di superamento?

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. No, ma tenga conto che noi stiamo continuando a eseguire i monitoraggi delle falde, che non sono nel SIN ma sono previsti dall'autorizzazione della discarica.

  PRESIDENTE. Tuttavia, la discarica è situata all'interno del SIN?

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave S.p.A. No, in realtà, è soprattutto fuori dal SIN; sono stati restituiti agli usi legittimi, però erano nelle aree del SIN.

  PRESIDENTE. Che tipo di rifiuti speciali trattate? Se non erro – correggetemi se sbaglio – tempo fa c'era stata una situazione che era collegata alla Campania.

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave S.p.A. Noi prendiamo dei rifiuti speciali non pericolosi, che provengono da cicli industriali o, in alcuni casi, anche da cicli urbani, però trattati. Noi abbiamo preso i rifiuti che provenivano dagli stabilimenti di tritovagliatura e imballaggio (STIR) rifiuti della Campania, fino a quando il Consiglio di Stato non ha ritenuto che il trattamento effettuato negli STIR della Campania non era tale da poterli considerare rifiuti speciali.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LAURA PUPPATO. Ho solo una domanda tecnica per meglio comprendere. Vorrei sapere se rispetto al vostro territorio, di 300 ettari, ci può dare la specifica delle dimensioni della discarica, dell'attività estrattiva – ovvero della cava – e soprattutto dei terreni agricoli. Inoltre vorrei sapere se i terreni agricoli risultano coltivati, ovvero quale sia la situazione in proposito.

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. La discarica attualmente attiva si estende per circa 30 ettari.

  FRANCESCO LASIGNA, Direttore tecnico di Italcave Spa. Le attività ricadenti nell'AIA della discarica si estendono per circa 30 ettari. Le zone agricole sono intorno agli 80 ettari.

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. Non sono coltivate!

  FRANCESCO LASIGNA, Direttore tecnico di Italcave Spa. Inoltre c'è un deposito di pet-coke che si estende per circa 10 ettari, mentre la restante parte è occupata da attività estrattive di calcare. Infine, dieci ettari sono occupati dal deposito di combustibili.

  PRESIDENTE. Scusate, a questo punto la domanda che sorge è questa: perché vi hanno messo nel SIN?

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. Il SIN era stato perimetrato nel 1998.

  PRESIDENTE. Non avete mai chiesto di uscire dal sito di interesse nazionale? Presumo che ogni autorizzazione che voi dovete chiedere per fare qualsiasi cosa debba passare attraverso il Ministero: così tutto è un po’ più complicato!

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. Non solo abbiamo chiesto di uscire, ma abbiamo chiesto anche, per esempio, di poter effettuare una caratterizzazione con una maglia più larga Pag. 11nei terreni agricoli. In realtà, nel tempo, quella che era una caratterizzazione fatta per verificare l'inquinamento proveniente dalle attività, è diventata una mappa di monitoraggio. Pertanto, anche su terreni mai utilizzati ci sono state chieste maglie molto fitte, con alti costi.

  FRANCESCO LASIGNA, Direttore tecnico di Italcave Spa. 50-50!

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. In realtà, ciò è volto a un monitoraggio del territorio da parte di Ministero e ARPA. Pertanto, non ce lo hanno concesso. Adesso che la caratterizzazione è stata positiva, ci hanno estromesso dal sito.

  PRESIDENTE. Dunque, voi sarete estromessi?

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave Spa. A eccezione degli ultimi 56 ettari, per i quali aspettiamo la validazione, in tutti c'è stata la restituzione...

  PRESIDENTE. Ho capito. Pertanto, dei 300 ettari vi rimangono questi 56 ettari per i quali state aspettando la validazione di ARPA, dopodiché sarete svincolati.

  GIOVANNI DE MARZO, Amministratore unico di Italcave S.p.A. Dal SIN!

  PRESIDENTE. Adesso è chiaro. Ringrazio i nostri ospiti e dichiaro conclusa l'audizione. Ricordo ai colleghi che domani, alle ore 8,30, abbiamo l'audizione dei rappresentanti di Tecnoparco Valbasento, in modo da poter chiudere l'approfondimento sulla Basilicata; quindi, alle ore 14,00, l'Ufficio di presidenza integrato dai rappresentanti dei gruppi.

  La seduta termina alle 9.55.

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