XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 15 di Mercoledì 27 aprile 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del regolamento della Camera dei deputati):
Tabacci Bruno , Presidente ... 2 ,
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 3 ,
Tabacci Bruno , Presidente ... 7 ,
Taricco Mino (PD)  ... 7 ,
Tabacci Bruno , Presidente ... 8 ,
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 8 ,
Tabacci Bruno , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Rapporto sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione 2015- ... 9

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.20.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso e la trasmissione sul canale satellitare e sulla web-tv della Camera dei deputati.

  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90 convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.

  PRESIDENTE. La seduta di oggi è dedicata all'audizione del Ministro Madia sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge n. 90 del 2014.
  Rammento che tale articolo ha previsto che l'Agenda fosse approvata entro il 31 ottobre 2014 dal Consiglio dei ministri previa intesa con la Conferenza unificata e che il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione riferisca alla Commissione sullo stato di attuazione entro il 30 aprile di ciascun anno.
  Prima di dare la parola al Ministro Madia, vorrei svolgere tre brevi considerazioni:

   1. l'Agenda si sta rivelando uno strumento prezioso per svolgere un lavoro – immagino faticoso – con tutte le amministrazioni interessate, ma che inizia a dare i suoi frutti, anche in connessione – mi pare questo l'elemento di novità di quest'anno – con l'attuazione della legge n. 124 del 2015. In particolare, gli schemi sulla segnalazione certificata di inizio attività e sulla conferenza di servizi (sui quali la Commissione si esprimerà entro la prima metà di giugno) giocano di sponda con le attività in corso nell'ambito dell'Agenda, utilizzando anche – per esempio per la modulistica unica sulle varie tipologie di procedimento – lo stesso metodo di lavoro condiviso con Regioni ed autonomie locali su cui si impernia l'Agenda;

   2. i risultati si devono anche alla definizione di un preciso cronoprogramma e alla sua pubblicità, che se espone a critiche per i pochi ritardi che si registrano, si traduce però anche in un'assunzione di responsabilità per tutte le amministrazioni coinvolte e in uno strumento di trasparenza;

   3. l'opera in corso mette in evidenza che semplificare è complicato e richiede un notevole impegno; in più, si parte da procedimenti molto complessi e il risultato che si ottiene, pur rilevante, rischia comunque di rivelarsi parziale: penso per esempio al modulo per l'autorizzazione unica ambientale: si sono di molto ridotte le dimensioni di un vero e proprio mostro burocratico e ciò nonostante gli interessati devono fare i conti con decine di pagine da riempire. Riguardo alle complicazioni da dipanare, ascolteremo con interesse il Ministro sull'elaborazione del regolamento edilizio unico, dove mi sembra si registri un ritardo dovuto alla difficoltà dell'impresa.

   Avverto che sono in distribuzione copie dell'Agenda e del monitoraggio sulle Pag. 3attività svolte, pubblicato sul sito «italiasemplice.gov». Di quest'ultimo autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta.
   Do quindi la parola al Ministro Madia per un aggiornamento sui lavori in corso nell'ambito dell'Agenda per la semplificazione.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie, presidente, grazie, colleghi. L'Agenda per la semplificazione è giunta al secondo anno di esperienza e come sapete – l'abbiamo detto più volte anche in questa Commissione – con l'Agenda abbiamo inaugurato un metodo nuovo che si fonda sulla cooperazione istituzionale dei diversi livelli di governo e che punta, quindi, sull'attuazione e la trasparenza del rispetto delle scadenze e degli impegni assunti.
  I risultati sono sempre resi pubblici sul sito e sui report di monitoraggio periodico. L'ultimo rapporto di monitoraggio pubblicato sul sito, al quale rinvio per un approfondimento (avete in distribuzione, come diceva il presidente, alcune copie cartacee), offre un quadro di sintesi sullo stato di avanzamento, al 16 marzo, di tutte le attività previste dall'Agenda e descrive per ogni azione dell'Agenda a che punto siamo.
  Sul complesso delle attività previste dall'Agenda al 16 marzo 2016 ci sono 66 semafori verdi e 37 gialli, quindi si tratta, sia per i verdi che per i gialli, di attività in linea con quelle previste e con le scadenze rispettate. Ci sono, poi, 6 semafori rossi che sono invece attività in ritardo. Alcune le richiamava anche il presidente Tabacci e, al riguardo, nel seguito di questo intervento entrerò maggiormente nel dettaglio.
  Risultano, però, rispettate da un punto di vista percentuale oltre il 90 per cento delle scadenze previste dall'Agenda e dalla pianificazione di dettaglio che avevamo fatto all'inizio. Tra gli altri, solo per fare un esempio per i vari settori chiave individuati dall'Agenda, assume particolare rilievo come azione per la quale stiamo rispettando i tempi, l'avvio dell'operatività del Sistema pubblico di identità digitale, SPID, che rilascia l'identità digitale. Credo che la partenza di questa infrastruttura immateriale sia fondamentale per arrivare a quello che è il progetto del Governo, che noi abbiamo chiamato «Italia Login», che consiste nell'avere un unico PIN per accedere a tutti i servizi di tutte le amministrazioni ed anche dei privati che vorranno aderire a questo sistema pubblico di identità digitale. Quindi, è un sistema pubblico che si fa apripista di nuove modalità di interazione e di nuovi mercati con il privato.
  Il progetto è partito lo scorso 15 marzo. Entro giugno ci saranno già circa 600 servizi delle amministrazioni ai quali si potrà accedere attraverso il Sistema pubblico di identità digitale. Il Governo si è impegnato ad assicurare che entro il 31 dicembre del 2017 tutte le amministrazioni pubbliche garantiscano l'offerta dei loro servizi digitali attraverso il PIN unico, quindi attraverso questo Sistema pubblico di identità digitale.
  Una volta attuato tutto questo percorso, questa diventa una grande semplificazione, perché noi passiamo da tanti sistemi di autenticazione a un unico sistema di autenticazione, e siccome stiamo lavorando anche sul miglioramento dell'offerta dei servizi digitali delle amministrazioni e sul miglioramento dei siti, l'obiettivo è quello di dare al cittadino – non come obbligo, ovviamente, ma come diritto – la possibilità di interagire con la pubblica amministrazione in luoghi virtuali, con i suoi tempi, e non nei luoghi fisici degli uffici e con i tempi dell'amministrazione.
  Per raggiungere questo risultato, abbiamo tutti gli strumenti normativi e finanziari. Il codice dell'amministrazione digitale innovato è uno dei decreti legislativi della legge n. 124 richiamata dal presidente Tabacci, che abbiamo già approvato in via preliminare in Consiglio dei Ministri e che adesso è nell’iter dei pareri preventivi e a breve arriverà per il parere delle Camere. Credo sia anche previsto il vostro parere.
  Oltre alla parte normativa per «Italia Login» e il PIN unico, che garantiamo nel codice dell'amministrazione digitale rivisto, ci sono anche altri specifici progetti che stiamo sviluppando e che saranno i pilastri di questo cambiamento nei rapporti tra amministrazioni e cittadini, come il Sistema Pag. 4 pubblico di identità digitale che ho già richiamato, ma anche l'Anagrafe unica della popolazione residente. Siamo partiti con i comuni pilota e attraverso l'Anagrafe unica, cioè il passaggio da ottomila banche dati anagrafiche, ognuna relativa a un singolo comune, a un'unica banca dati nazionale, possiamo gestire i dati anagrafici dei cittadini in tutt'Italia.
  Il terzo progetto specifico è quello dei pagamenti on line verso le amministrazioni, «pagoPA», che sta crescendo e attraverso il quale diamo rapidità e certezze ai cittadini che debbono adempiere all'obbligo di pagare verso l'amministrazione.
  Come ho detto anche spiegando l'importanza del Sistema pubblico di identità digitale, l'idea è che non parliamo più di digitale come di obblighi per le amministrazioni, ma come di diritti per i cittadini, che devono attraverso il digitale semplificare il loro rapporto con l'amministrazione e con i privati che vogliono entrare in questo Sistema.
  Dicevo all'inizio che mi soffermo in positivo su un'azione di ogni settore dell'Agenda, e questo riguardava il digitale. Relativamente al fisco, credo che sia importante dire qualche parola sulla dichiarazione dei redditi precompilata. Siamo al secondo anno; lo scorso anno sono state predisposte 20 milioni di dichiarazioni precompilate e di queste oltre 19 milioni sono state utilizzate direttamente dai cittadini o tramite intermediari. È partita il 15 aprile la nuova dichiarazione per il 2016, con una platea di destinatari estesa a ulteriori 10 milioni di contribuenti. Secondo le notizie fornite dall'Agenzia delle entrate, è stata arricchita da 700 milioni di nuovi dati, che riguardano premi assicurativi, interessi passivi sui mutui, contributi previdenziali, spese mediche, rimborsi delle spese sanitarie, certificazioni uniche, previdenza complementare e spesa universitaria.
  Questa è un'innovazione che va avanti di anno in anno, che sta crescendo e che diventa, tra l'altro, una semplificazione importante anche legata al progetto «Italia Login» e quindi al PIN unico per accedere a tutti i servizi dell'amministrazione, perché la dichiarazione precompilata può essere utilizzata già adesso attraverso il Sistema pubblico di identità digitale.
  Per quanto riguarda l'edilizia, è stata completata la predisposizione della modulistica standardizzata per tutti i titoli abitativi edilizi: permesso di costruire, SCIA, CIL, CILA, DIA. Sono stati adottati questi moduli unici in tutte le regioni a statuto ordinario. Nei nuovi moduli è stata completamente eliminata la richiesta di dati in possesso della pubblica amministrazione, come ad esempio i certificati catastali, il DURC, i certificati di destinazione urbanistica, i cosiddetti titoli di provenienza e cioè i precedenti permessi di costruire.
  Tutta questa documentazione, quindi, non deve più essere presentata, con un risparmio di tempo e di denaro per cittadini e imprese. Iniziamo a spostare complessità dal cittadino e dall'impresa all'amministrazione: ci pensa l'amministrazione, ove necessario, ad acquisirla.
  Ovviamente però – lo diceva il presidente Tabacci – ci sono anche alcune azioni in ritardo, dalle quali non mi sottraggo. Credo che entrare nel dettaglio, oggi, anche delle azioni in ritardo e del perché queste azioni sono in ritardo, sia il valore aggiunto dell'Agenda, cioè il fatto che l'Agenda è uno strumento veramente operativo, che ci aiuta a individuare i ritardi e quindi a sollecitare le amministrazioni inadempienti oppure a prendere atto che bisogna migliorare qualcosa o che qualcosa nell'impostazione non era adeguatamente pensato in modo davvero semplificatorio per i cittadini e per le imprese.
  Inizio da un punto che mi sta particolarmente a cuore, che ha citato il presidente, cioè quello del regolamento edilizio unico. Il provvedimento ormai denominato da tutti «Sblocca Italia» ha previsto, in accordo con la Conferenza unificata, l'adozione di uno schema tipo di regolamento edilizio. Come è noto, in Italia ogni regolamento edilizio comunale detta definizioni diverse. Ad esempio (per capire di cosa stiamo parlando), perfino la nozione di superficie e il modo di calcolarla cambia da un comune all'altro. Inoltre, i regolamenti edilizi a volte sono molto risalenti – per esempio, quello del comune di Roma è del Pag. 51934 – e recepiscono norme di legge statali, norme di legge regionali, disciplinano titoli edilizi già regolati dalla legge.
  Muovo da qui per capire la complessità dalla quale partiamo per attuare la norma dello «Sblocca Italia». Ovviamente tutto ciò – ed è per questo che siamo voluti intervenire – crea caos, crea incertezza, crea differenziazione degli adempimenti, ma il lavoro più impegnativo è stato quello di trovare un accordo sulle definizioni uniformi. Ognuno, infatti, doveva rinunciare a un pezzetto di sue definizioni.
  L'8 febbraio è stata licenziata la lista delle 42 definizioni uniformi. Al riguardo ringrazio anche il Ministro Delrio, perché il lavoro è stato congiunto. Si tratta di 42 definizioni uniformi e inderogabili che saranno allegate al regolamento tipo. Qui ci siamo arrivati.
  Adesso che – almeno dal mio punto di vista – il lavoro più impegnativo è stato fatto, stiamo completando lo schema tipo. Auspichiamo, attraverso e grazie a queste 42 definizioni uniformi, che questo schema tipo unico si concluda rapidamente, tenendo conto che la norma di legge dello «Sblocca Italia» non prevedeva scadenze per l'adozione dell'accordo e che quindi l'Agenda ha innescato un meccanismo di pressione e sollecitazione nei confronti di tutti gli attori coinvolti che ha consentito, anche se in ritardo rispetto alle scadenze che noi stessi c'eravamo dati, oltre la norma, di raggiungere un accordo sulle definizioni uniformi.
  La seconda azione in cui c'è un ritardo è l'azione «come fare per». L'azione prevedeva di inserire sull’homepage del 100 per cento dei siti delle amministrazioni il «come fare per», ma al 31 dicembre 2015 il livello di diffusione raggiunto era del 60 per cento. Qui l'obiettivo finale, però, è stato superato dal decreto legislativo attuativo dell'articolo 5 della legge n. 124, sul quale mi soffermo tra poco. In questo articolo noi prevediamo che sia obbligatoria la pubblicazione sui siti istituzionali delle informazioni e della modulistica con le relative sanzioni per chi non pubblica o chiede documentazione aggiuntiva e diversa. Quindi, di fatto, attraverso l'attuazione della legge n. 124 – lo schema di decreto è già in discussione alle Camere, perché ha già avuto i pareri preventivi di Conferenza unificata e Consiglio di Stato – noi abbiamo fatto una semplificazione ben più radicale dell'azione «come fare per» prevista dall'Agenda. Quindi, mi sentirei di dire che siamo andati oltre e che non ha più grande importanza attuare questa azione.
  Il terzo punto, anche questo citato dal presidente Tabacci, è l'adozione del modulo AUA. Rispetto a questo modulo sono undici le regioni e numerose le province della Sicilia che hanno adottato il modulo. Sta proseguendo l'attività di sollecitazione – ringrazio la dottoressa Paparo che è qui con me – di verifica, dalla quale risulta che sarebbero in procinto di adottarlo almeno altre cinque regioni: Campania, Molise, Basilicata, Abruzzo e Liguria. La verifica proseguirà fintanto che tutte le regioni non l'avranno adottato. Tuttavia, su questo punto non posso sfuggire a una sollecitazione giusta del presidente Tabacci, che riguarda la complicazione del modulo stesso. È vero che i moduli rischiano di essere lo specchio delle complicazioni delle leggi e dei regolamenti statali, regionali e comunali e delle prassi amministrative che si scaricano alla fine, seppur con un modulo unico, su cittadini e imprese.
  Quindi, se mettiamo nei moduli la somma dei regimi e delle complicazioni attuali, facciamo una cosa certamente utile – meglio di prima – ma rischiamo di creare dei moduli che contengono la somma delle complicazioni esistenti. Per questo credo – e ci stiamo muovendo in questo senso – che occorra, a partire da questi moduli unici, un'operazione molto più radicale. In altre parole, dobbiamo passare dalla modalità tradizionale cartacea a un percorso telematico guidato per l'impresa e il cittadino. Questa è la direzione cui guarda l'attuazione di alcuni istituti della legge n. 124, in particolare di alcuni decreti sempre relativi all'articolo 5 che adotteremo molto presto, nei prossimi mesi, in Consiglio dei Ministri. L'idea, partendo da questo primo decreto già licenziato in via preliminare dal Consiglio dei Pag. 6Ministri, quindi partendo dalla certezza di regole e dalla certezza di tempi, è quella di trasferire la complessità della gestione dei rapporti fra le amministrazioni dal cittadino e dall'impresa all'amministrazione stessa.
  Se guardate, lo ripeto, lo schema del primo decreto attuativo dell'articolo 5, vi renderete conto che l'obiettivo è proprio questo. Il decreto, tra l'altro, arriverà certamente anche a voi per un parere. Di fatto, arrivo a uno degli obiettivi dell'attuazione della legge n. 124. Sono molto d'accordo con il presidente Tabacci: l'Agenda è arrivata prima della legge, che è il cuore della riforma della pubblica amministrazione, quindi l'attuazione della legge in qualche modo riguarda direttamente l'Agenda.
  In particolare, sull'articolo 5, che ho già richiamato più volte, il Governo ha già emanato un primo decreto attuativo. In questo decreto attuativo sono stati fissati alcuni princìpi. Seguirà il secondo decreto, che completerà la riforma delle regole sulla SCIA e sui regimi applicabili ai diversi procedimenti. Chiariamo, cioè, una volta per tutte per quale procedimento serve autorizzazione espressa, cosa si può fare con SCIA e per cosa invece basta la comunicazione. L'obiettivo finale è fare in modo che cittadini e imprese abbiano a disposizione, per le diverse richieste, un percorso telematico guidato che abbia a monte un quadro certo e non discrezionale di regole. Anzitutto l'individuazione esatta dei regimi applicabili per tipologia di procedimento è la vera opera di trasparenza e certezza per i cittadini e per le imprese. Si tratta di un'opera molto complicata, per questo sul decreto stiamo ancora lavorando, ma necessaria, altrimenti le conseguenze sono quelle che richiamava il presidente Tabacci in apertura di questa discussione.
  I comuni avranno l'obbligo di pubblicare prima sul sito tutto ciò che viene richiesto per ogni tipologia di attività, eliminando così alla radice qualsiasi incertezza o discrezionalità negli uffici. In secondo luogo, faremo in modo che il cittadino debba rivolgersi a un unico sportello di un'unica amministrazione e sarà poi l'amministrazione cui si è rivolto il cittadino ad avere il compito di interagire, se serve, con le altre amministrazioni.
  Per una corretta applicazione di questa parte di riforma, è fondamentale anche un altro decreto legislativo che riguarda la riforma della conferenza dei servizi. La nuova disciplina è prevista da un decreto legislativo anche questo già approvato in via preliminare in Consiglio dei Ministri; il decreto ha già ottenuto il parere del Consiglio di Stato e della Conferenza unificata, quindi è già all'esame delle Camere. Credo che i contenuti di questo decreto siano una delle novità di maggior rilievo, perché attraverso le nuove regole che introduciamo consentiremo alle imprese di avere una risposta, positiva o negativa che sia, dalle amministrazioni entro un termine certo. Quindi, basta conferenze dei servizi che durano anni.
  Ho voluto richiamare questi due aspetti dell'attuazione della legge n. 124, l'articolo 5 e la nuova conferenza dei servizi, perché, come ha giustamente evidenziato il presidente Tabacci, l'attività dell'Agenda va vista in forte connessione con l'attuazione della legge. Mentre andranno a completamento le azioni iniziate, l'attuazione e l'implementazione della riforma, con particolare riguardo ad alcuni specifici istituti, saranno il cuore dell'impegno in materia di semplificazione.
  Concludo sul tema dell'attuazione. Spesso ho detto che, chiusa la fase dell'approvazione dei decreti legislativi, quindi chiusa la fase legislativa, si apre certamente la fase più complicata, che è quella legata all'attuazione. Credo che sia unanimemente condiviso da noi il fatto che alcuni limiti del passato siano stati il fatto che la politica si impegnava solo nell'approvazione delle norme, ma trascurava la fase attuativa e la fase di implementazione. E così molte leggi, anche buone leggi, sono rimaste lettera morta perché senza un impegno visibile di leadership, sia dei politici che dei funzionari, ci sarà sempre una resistenza al cambiamento, perché il cambiamento in sé implica dei rischi che nessuno vuole accollarsi. Quindi, la fase attuativa e di implementazione è forse più difficile, ma anche più importante, o quanto Pag. 7meno importante almeno quanto la fase legislativa.
  Credo che sia giusto dire che per cambiare la pubblica amministrazione non basta il massimo impegno, pur indispensabile, del Ministro. Per questo ritengo anche molto importante venire periodicamente e regolarmente in questa Commissione a raccontarvi l'andamento del lavoro che stiamo facendo, gli ostacoli che incontriamo e le cose che stanno andando con maggiore velocità a buon fine. Penso che per cambiare radicalmente e veramente la pubblica amministrazione alla fine della fase legislativa serva un approccio di collaborazione, di sforzo collettivo da parte di tutti i livelli istituzionali, partendo dalle Commissioni parlamentari che si occupano di questi temi arrivando fino agli amministratori locali, ai sindaci, ai presidenti di regione. Questi soggetti devono credere – qui torna un ruolo del Governo meno regolatore e più motivatore – nei benefici diffusi di questo cambiamento, ossia nei benefici diffusi di un'amministrazione che si faccia sentire al fianco del cittadino e dell'impresa e non come un'amministrazione che, nell'ambito di eccessive complicazioni, aspetta che il cittadino e l'impresa cadano in una complicazione per sanzionarli.
  Questo contributo altrettanto importante può arrivare, oltre che dai livelli istituzionali, anche dai cittadini e dalle imprese, che devono conoscere questi nuovi diritti e rivendicarli. Penso che se ci sarà questo sforzo collettivo – e io non mancherò di andare ovunque a raccontare nei dettagli i benefici di questo cambiamento – davvero avremo cambiato un pezzo importante del nostro Paese. Grazie.

  PRESIDENTE. Ringrazio il Ministro per le risposte puntuali che ha fornito anche alle nostre sollecitazioni.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MINO TARICCO. Ringrazio la Ministra per la relazione che ci ha fornito, che rende conto di un lavoro importante che chiaramente percepiamo avanzare, ma soprattutto per la spiegazione puntuale. Credo che, come ha detto giustamente lei, uno degli elementi importanti dell'Agenda sia la possibilità di andare a vedere anche i punti su cui non si rispettano i tempi e di comprendere le motivazioni del ritardo. Non ripeto le parole del Ministro, che ho trovato puntualissime.
  Credo che questo chiarimento fornito a noi, ma che in qualche misura accompagna l'attuazione delle misure, sia un passaggio molto importante. Ritengo anche, come ha concluso lei, che dal punto di vista del cittadino la partita si giochi sulla fase dell'attuazione e sulla qualità dell'attuazione stessa. Tutto il resto il cittadino non lo percepisce. Il cittadino percepisce quel dato.
  Credo che sia fondamentale fare in modo che dentro la pubblica amministrazione ci sia un gioco di squadra generale per ottenere un risultato positivo, eliminando invece la sensazione che qualcuno quanto meno non giochi. Sono stato molto colpito, ad esempio, dalla battaglia culturale che abbiamo fatto a sostegno delle dimissioni on line, da un punto di vista culturale. Nei confronti delle imprese ci abbiamo messo la faccia, laddove siamo andati a spiegare il senso di questa roba, mentre tutti sparavano a zero. Il dramma è che se, fatta questa battaglia e sostenuta questa tesi, quando entra in funzione il sistema informatico non funziona, si perde la guerra o si rischia di perderla culturalmente.
  Da questo punto di vista, credo che il tema della modalità e della qualità dell'attuazione sia un discrimine fondamentale, cioè diventa un tema strategico perché il cittadino ha quel riscontro. Tutto il resto lo sappiamo noi, lo sanno tutti coloro che vogliono considerare con sguardo oggettivo le situazioni, ma il cittadino ha l'accesso quando mette il PIN e vede se il sistema funziona o meno.
  Da questo punto di vista, credo che lo sforzo che il Governo sta facendo e che tutto il sistema sta facendo per andare in questa direzione sia sacrosanto e debba essere sostenuto con tutte le forze. Sono da sempre convinto che otterremo la semplificazione Pag. 8 se essa viaggia in parallelo con l'informatizzazione del sistema. Non c'è un'altra soluzione: o aboliamo i controlli e aboliamo tutto il resto o, se vogliamo mantenere le due cose, questa è la modalità.
  Credo che da questo punto di vista occorra una grande attenzione. Mi rendo conto che motivare un sistema complessivo non è facilissimo, ma ritengo che la vera scommessa su cui ci giochiamo il futuro di questo percorso sarà proprio sulla qualità dell'attuazione e sul coinvolgimento di tutti i soggetti che devono giocare la partita, con la consapevolezza che quello è un obiettivo strategico.
  Da questo punto di vista esprimo un plauso sincero per il lavoro che si sta portando avanti e l'augurio che tutto il sistema dia una mano in questa direzione.

  PRESIDENTE. Grazie. Mi pare che l'onorevole Taricco abbia ben rappresentato la sensazione che abbiamo avuto ascoltando le dichiarazioni del Ministro.
  Non so se il Ministro intende replicare. Io la ringrazio ancora.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie a voi. Ci vedremo spesso, per tutti i pareri che la Commissione sarà chiamata a esprimere sugli schemi di decreti legislativi in attuazione della legge n. 124 del 2015.

  PRESIDENTE. Grazie. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 8.50.

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