XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Resoconto stenografico

Seduta n. 80 di Mercoledì 6 aprile 2016

INDICE

Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3

Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3

Testo del resoconto stenografico

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PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI

La seduta comincia alle 14.10.

Comunicazioni del presidente.

PRESIDENTE. Nel corso dell'odierna riunione, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha convenuto di:
incaricare il dottor Donadio, il tenente colonnello Giraudo e il luogotenente Boschieri di acquisire sommarie informazioni testimoniali da una persona al corrente dei fatti;
incaricare la dottoressa Tintisona di compiere un approfondimento sulle fonti relative alla «colonna romana» delle Brigate Rosse;
incaricare il colonnello Occhipinti, il colonnello Pinnelli e la dottoressa Tintisona di acquisire documentazione su una persona coinvolta nei fatti;
autorizzare la trasmissione dei due documenti di libera consultazione n. 314/1 e n. 391/1 a Alessandro Grandi, che ne ha fatto richiesta con lettera del 4 aprile 2016.

Comunico inoltre che:
il 1^o aprile 2016 il Ministro della difesa ha trasmesso un compendio di documentazione, riservata, sulle tematiche oggetto dell'inchiesta;
nella stessa data il colonnello Pinnelli ha depositato una nota, riservata, relativa a accertamenti su una persona coinvolta nei fatti;
il 4 aprile 2016 il Ministro della difesa ha trasmesso una nota, riservata, sulle tematiche oggetto dell'inchiesta;
nella stessa data la Procura generale della Repubblica presso la Corte di appello di Roma ha trasmesso un verbale, segreto, di sommarie informazioni;
il 5 aprile 2016 la dottoressa Tintisona ha depositato una nota, riservata, relativa a alcuni reperti già oggetto di indagine e una nota, segreta, del Servizio centrale antiterrorismo;
nella stessa data il dottor Salvini e la dottoressa Tintisona hanno depositato due verbali, riservati, di sommarie informazioni rese da ex appartenenti alla Polizia di Stato;
il 6 aprile il dottor Donadio ha depositato una nota, riservata, relativa alle materie oggetto dell'audizione odierna.

Comunico altresì che, con lettera pervenuta il 21 marzo, Giuseppe Mango ha inviato, in sede di revisione del resoconto della sua audizione del 2 marzo 2016, alcune correzioni che, poiché modificano il senso di alcune sue affermazioni, saranno pubblicate come rettifiche da inserire in nota al resoconto stesso.
Nelle prossime settimane si prevede di svolgere le audizioni di Giovanni Intrevado, di Renato Di Leva e del maresciallo Nicola Mainardi. A seguire si prevede di svolgere l'audizione di Franco Bernardi.

Sulla pubblicità dei lavori.

PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà Pag. 4assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione di Emidio Biancone.

PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Emidio Biancone, che ringraziamo per la sua presenza oggi.
Biancone è entrato nei ruoli della Polizia nel 1971 e nell'agosto del 1972 è stato assegnato all'Ufficio politico – poi DIGOS – della questura di Roma. In questa veste ha svolto anche la funzione di autista del dottor Domenico Spinella.
Ricordo che Emidio Biancone, che ringraziamo per la collaborazione, ha già reso informazioni testimoniali ai collaboratori della nostra Commissione tre volte, il 24 aprile, l'8 giugno e l'11 novembre 2015.
La Commissione è interessata, in particolare, ad acquisire da Biancone elementi su quanto accadde a sua conoscenza tra il 15 e il 16 marzo 1978 nell'ambito della Questura di Roma, tema su cui esistono ancora numerose questioni non perfettamente chiarite.
Porrò, inoltre, alcuni quesiti di tipo più generale su tematiche su cui l'audito potrebbe fornire eventualmente informazioni ulteriori. Faccio presente al signor Biancone che, ove nel corso della sua audizione lo ritenga necessario, i lavori della Commissione potrebbero proseguire in seduta segreta.
Nelle dichiarazioni da lei rese il 24 aprile 2015 – ossia nella prima audizione – ha detto che svolgeva le sue mansioni «all'interno della squadra informativa che si occupava della «sinistra». Può aiutarci a comprendere in dettaglio le attività della squadra e le sue ? La squadra gestiva fonti confidenziali o compiva anche pedinamenti ?

EMIDIO BIANCONE. No. Io mi occupavo specificamente delle manifestazioni che si facevano a Roma per quanto riguardava allora gli extraparlamentari di Lotta Continua e Potere Operaio. Erano manifestazioni studentesche.

PRESIDENTE. Quindi, lei aveva quella funzione.

EMIDIO BIANCONE. Sì, seguire quelle manifestazioni.

PRESIDENTE. Nelle dichiarazioni da lei rese l'11 novembre 2015 ha detto che era autista del dottor Spinella e che si alternava con un appuntato anziano, di cui non ricorda il nome. Si trattava forse di Achille Ciafrone ?

EMIDIO BIANCONE. No, non era Achille Ciafrone.

PRESIDENTE. Questo è quanto da noi è stato riferito da Enrico Correale.

EMIDIO BIANCONE. Io facevo l'autista quando uno degli autisti del dottor Spinella andava in ferie o era in malattia.

PRESIDENTE. Quindi, era un sostituto parziale.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

PRESIDENTE. Non era un autista fisso.

EMIDIO BIANCONE. No, proprio fisso no. Sostituivo uno dei due autisti...

PRESIDENTE. ...che avevano ferie, impedimenti o malattie.

EMIDIO BIANCONE. Se ben ricordo Achille Ciafrone è stato autista molto tempo dopo il sequestro Moro.

PRESIDENTE. Ha, inoltre, descritto, sulla base della sua esperienza con il dottor Spinella, una routine ordinaria in base alla quale lei arrivava in Questura alle 7, prendeva intorno alle 7.30 il dottor Spinella presso la sua abitazione a Monteverde, per poi giungere in questura alle 8-8.15.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

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PRESIDENTE. Ricorda se il 15 marzo, ossia il giorno avanti al rapimento, e il giorno del rapimento questa routine fu seguita ?

EMIDIO BIANCONE. Il 15 marzo non ero di servizio. Questo lo posso asserire tranquillamente, perché, quando facevamo gli autisti, facevamo un giorno sì e un giorno no. Il giorno 15 non ero autista del dottor Spinella.

PRESIDENTE. E il 16 ?

EMIDIO BIANCONE. Il 16 sì. Il 16 andai, come sempre, a prendere il dottor Spinella alle 7.30 a Monteverde; poi, il tempo di arrivare in Questura: erano le 8-8.15.

PRESIDENTE. Lei prestava servizio in borghese o in divisa ?

EMIDIO BIANCONE. In borghese.

PRESIDENTE. Quindi, anche la mattina del 16 era in borghese.

EMIDIO BIANCONE. Ero in borghese, sì.

PRESIDENTE. Per procedere con ordine, le chiederei, in primo luogo, del 15 marzo. Però, molto probabilmente, non è in grado di rispondere perché non era il servizio e, quindi, non sa nulla degli spostamenti del 15 marzo del dottor Spinella.

EMIDIO BIANCONE. No, del 15 marzo non so nulla degli spostamenti.

PRESIDENTE. Riguardo al 16 marzo, come ho detto, lei ha già rilasciato testimonianze, ma noi vorremmo focalizzarci su alcuni punti, in particolare sull'orario in cui pervenne la notizia dell'attentato. L'8 giugno 2015 lei ha dichiarato: «Eravamo da poco giunti in ufficio e avevo provveduto a parcheggiare la vettura del dottor Spinella nel posto auto assegnato all'interno del cortile della Questura».

EMIDIO BIANCONE. Sì.

PRESIDENTE. «Mentre il dottor Spinella si recava presso il proprio ufficio, sito al primo piano della Questura, io ero rimasto nel cortile a parlare con altri colleghi. A un certo punto, da una finestra della DIGOS che affacciava sul cortile, il collega Enrico Correale – che era segretario di Spinella – mi chiamò a gran voce, urlandomi di fare in fretta e prendere l'autovettura di servizio, poiché stava scendendo il dirigente. Intuii subito che doveva essere successo qualche cosa di serio, perché percepii grande concitazione».

EMIDIO BIANCONE. In quei tempi tutti i giorni c'era qualcosa di grave: attentati o gambizzazioni a magistrati o a politici. Tutti i giorni si usciva per...

PRESIDENTE. Vado avanti per arrivare alla domanda. L'11 novembre 2015 ha dichiarato che giungeste in questura alle 8-8.15 e che partiste sicuramente dopo le 8.30.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

PRESIDENTE. Le chiedo su questo punto di darci un riferimento più preciso, se riesce a rammentarlo con certezza. L'allarme giunse pochi minuti dopo il vostro arrivo alla Questura, avvenuto alle 8-8.15 ?

EMIDIO BIANCONE. No, dopo. Arrivai in Questura alle 8.15-8.20, più o meno. Di solito lasciavo il dottor Spinella fuori dalla Questura; lui si recava al bar a prendere il caffè, io intanto entravo. Il dottor Spinella entrava dopo le 8.25-8.30, il tempo di andare a prendere un caffè e poi veniva in ufficio.

PRESIDENTE. Quella mattina, quando dice «dopo le 8.30», riesce a ricordare se fossero, ad esempio, le 8.35 o le 8.37 ?

EMIDIO BIANCONE. Di preciso non posso ricordarlo, ma sicuramente dopo le 8.40-8.45, più o meno.

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PRESIDENTE. Lo deduce dalle abitudini, non dal ricordo suo.

EMIDIO BIANCONE. Dalle abitudini, perché si arrivava in Questura alle 8-8.15, a seconda del traffico che c'era. Poi Spinella andava a prendere il caffè e io intanto entravo e parcheggiavo.

PRESIDENTE. Adesso passo alla vicenda del tragitto dalla questura a via Fani. Dalle sue dichiarazioni risulta che lei guidò la macchina del dottor Giancristofaro.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

PRESIDENTE. Quindi, non prese la macchina di Spinella, perché era rimasta bloccata da altre macchine.

EMIDIO BIANCONE. Sì, era rimasta bloccata da altre macchine davanti.

PRESIDENTE. Quella mattina in auto con lei c'erano Spinella e lo stesso Giancristofaro.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

PRESIDENTE. Enrico Correale ha dichiarato il 15 luglio che era presente anche lui.

EMIDIO BIANCONE. Non ricordo Enrico Correale in macchina. Se poi è venuto dopo sul posto...

PRESIDENTE. Ricorda che c'erano sicuramente Spinella e Giancristofaro, ma non ha memoria di Correale.

EMIDIO BIANCONE. Sì, Spinella e Giancristofaro. Di Correale non ricordo. Può darsi anche, ma non mi viene in mente.

PRESIDENTE. Adesso non ci scommette che era in macchina con lei.

EMIDIO BIANCONE. No.

PRESIDENTE. L'8 giugno 2015 ha dichiarato che, mentre stavate per immettervi in via Nazionale ed eravate all'altezza della caserma dei Vigili del fuoco di via Genova, si sentivano alla radio di servizio comunicazioni relative a via Fani. Conferma questa sua dichiarazione ?
Le pongo questa domanda perché, uscendo dalla Questura, il tratto fino alla caserma dei Vigili del fuoco è breve. A noi risulta che le prime comunicazioni di una sparatoria in via Fani siano delle 9.03. Partendo dopo le 8.30...

EMIDIO BIANCONE. Ho detto 8.30-8.45, ma l'orario preciso non posso ricordarlo. Un quarto d'ora...

PRESIDENTE. Comunque, conferma che sentì le comunicazioni...

EMIDIO BIANCONE. ...in via Nazionale. Per via Fani, perché sentivo la sala operativa che forniva indicazioni.

PRESIDENTE. Questa cosa si ricorda di averla ascoltata su via Nazionale all'altezza della caserma dei Vigili del fuoco di via Genova.

EMIDIO BIANCONE. Sì, prima della galleria, del traforo di via Nazionale.

PRESIDENTE. Appena uscito dalla Questura.

EMIDIO BIANCONE. Ricordo che il dottor Spinella, appena entrato in macchina, mi ha detto di dirigermi verso via Trionfale.

PRESIDENTE. Questa è una domanda a cui stavo per arrivare; lei l'ha anticipata. Quindi, quando esce, il dottor Spinella...

EMIDIO BIANCONE. ...entra in macchina e mi dice...

PRESIDENTE. Perché via Trionfale ?

EMIDIO BIANCONE. Questo non lo so. Ha detto: «Dirigiamoci verso via Trionfale». Pag. 7Sono andato verso via Trionfale e ho imboccato via Nazionale in direzione...

PRESIDENTE. Però, ha fatto poca strada. Quindi, il dottor Spinella sale e le dice di andare verso via Trionfale.

EMIDIO BIANCONE. Appena sale, in Questura, nel cortile...

PRESIDENTE. ...entra in macchina e dice: «Andiamo verso via Trionfale».

EMIDIO BIANCONE. Sì, verso via Trionfale.

PRESIDENTE. Poi lei fa un po’ di strada dalla Questura fino a lì, sente parlare di via Fani e Spinella le dice: «Allora, vada a via Fani» ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, mi dice «via Fani», perché ho sentito le...

PRESIDENTE. Lo sentiva già lì all'altezza della sede dei Vigili del fuoco, all'incrocio con via Genova.
Il tragitto quanto durò, secondo lei ? Da lì a via Fani quanto ci mise lei ?

EMIDIO BIANCONE. Una mezz'oretta o quaranta minuti. Sono un tipo abbastanza veloce.

FEDERICO FORNARO. Quanto ?

EMIDIO BIANCONE. Mezz'ora o quaranta minuti.

FEDERICO FORNARO. Lei ha dichiarato quindici minuti.

EMIDIO BIANCONE. Io ho dichiarato quindici minuti ?

FEDERICO FORNARO. Sì.

PRESIDENTE. Conferma di aver svolto il trasporto tra via Nazionale, piazza Venezia, corso Vittorio Emanuele, Traspontina, piazzale Clodio, via Trionfale, via Igea e via Fani ? Questa è la strada che fece ?

EMIDIO BIANCONE. Sì.

PRESIDENTE. Nella sua prima dichiarazione parlò di quindici minuti.

EMIDIO BIANCONE. Può darsi pure. Non mi metto a cronometrare...

GERO GRASSI. Per metterci quindici minuti ci vorrebbe un elicottero, a quell'ora.

EMIDIO BIANCONE. A Roma ci sono giornate in cui in quindici minuti si fanno venti chilometri e giornate in cui in un'ora si fa un chilometro.

PRESIDENTE. Adesso ci ha detto che ci avrà messo trenta minuti.

GERO GRASSI. Quaranta.

PRESIDENTE. No, ha detto trenta o quaranta minuti. Aveva dichiarato quindici minuti, come ha ricordato l'onorevole Fornaro, e gliel'ho detto.

EMIDIO BIANCONE. In quelle circostanze si va con un po’ di adrenalina e con la sirena. A questo punto, non si sa...

PRESIDENTE. Comunque, l'importante è che sia quello il percorso. A noi interessava questo.

EMIDIO BIANCONE. Il percorso è quello. Questo lo ricordo benissimo. Siamo arrivati a via Fani attraverso via Trionfale.

PRESIDENTE. Nelle sue dichiarazioni ha inizialmente affermato che, al momento del vostro arrivo a via Fani, c'era solo una volante, collocata tra via Fani e via Stresa...

EMIDIO BIANCONE. All'incrocio, sì.

PRESIDENTE. ...e numerose persone.Pag. 8
L'11 novembre 2015 ha precisato che c'era almeno una volante a via Fani che bloccava il traffico verso via Stresa e che non ha ricordi precisi se ci fossero altre volanti nella parte alta della strada verso via Trionfale.
Conferma questa dichiarazione ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, questa sì. C'era la volante – non so se fosse la volante del commissariato di zona – all'incrocio tra via Fani e via Stresa.

PRESIDENTE. Ricorda quando arrivò il questore De Francesco ?

EMIDIO BIANCONE. No, non ricordo quando tempo dopo è arrivato.

PRESIDENTE. Ricorda se era presente un'autoambulanza ?

EMIDIO BIANCONE. Questo non lo ricordo.

PRESIDENTE. Il 24 aprile 2015 ha dichiarato di essere rimasto a via Fani più a lungo di tutti.

EMIDIO BIANCONE. Sì, perché ero rimasto bloccato con la macchina, in quanto stavano facendo i rilievi della Scientifica. Fino a che non hanno aperto il traffico, non sono potuto uscire.

PRESIDENTE. Non si è mosso. Ha notato, mentre stava lì, se il bar all'angolo con via Stresa fosse aperto ?

EMIDIO BIANCONE. Questo non me lo ricordo, anche perché stavo in macchina in ascolto radio. Ogni comunicazione...

PRESIDENTE. Quindi, non se lo ricorda.

EMIDIO BIANCONE. Non me lo ricordo. Sono uscito dalla macchina, ma sono sempre rimasto accanto alla macchina.

PRESIDENTE. Nel corso della giornata ha avuto indicazioni operative da dirigenti, quando è rimasto lì ?

EMIDIO BIANCONE. No.

GERO GRASSI. Dove ha parcheggiato la macchina ?

PRESIDENTE. Adesso gli farà le domande, onorevole.
Successivamente al sequestro di Aldo Moro quali attività ebbe a svolgere tra il 16 marzo e la prima metà di maggio del 1978 ?

EMIDIO BIANCONE. Ho continuato a fare l'autista al dottor Spinella per un po’ di tempo. Seguivo il dottor Spinella dove mi diceva...

PRESIDENTE. Quindi, non ha mai avuto attività connesse investigative, tanto meno di rapporti con le fonti confidenziali.

EMIDIO BIANCONE. No. Accompagnavo il dottor Spinella al tribunale.

PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

FEDERICO FORNARO. Quello che le chiedo è uno sforzo di ricordo e di memoria che mi rendo conto non essere cosa semplice.
Proverei a capire due passaggi. Il primo riguarda le tempistiche di arrivo e di ripartenza dalla Questura. Questo è un elemento, a mio giudizio, assolutamente fondamentale per capire anche i tempi e le modalità dell'allarme che porta il dottor Spinella a precipitarsi verso via Fani.
Le rifarò in parte una domanda che le ha già fatto il presidente, ma consentirà che questo ha un'importanza fondamentale. Lei dice che il 16 marzo si comporta come era nella norma e nelle abitudini del dottor Spinella; alle 7 va in Questura e prende la macchina, alle 7.30 è sotto casa sua, lo prende e lo porta in Questura. Il Pag. 9punto che sarebbe importante riuscire a capire è se lei ricorda ed è in grado in qualche modo di attribuire un tempo al momento del suo arrivo e, quindi, sostanzialmente dell'arrivo del dottor Spinella, se non qualche minuto dopo – un caffè al bar può richiedere cinque o dieci minuti, ma non di più – e al momento in cui riparte, quando Correale le dice di fare presto e che bisogna andare via.

EMIDIO BIANCONE. Sì, mi ha detto di preparare la macchina.

FEDERICO FORNARO. Questo è il punto. Tra il momento del suo arrivo e il momento della sua ripartenza intercorre un tempo lungo, alcuni minuti, dieci minuti, mezz'ora ?

EMIDIO BIANCONE. Il tempo è lungo: trentacinque o quaranta minuti, non lo so.

FEDERICO FORNARO. Qui c’è un punto. Facciamo il percorso all'inverso: testimoni dicono di aver visto arrivare la sua auto nell'immediatezza, pochi minuti dopo, se non addirittura – dicono alcuni – con l'ultima auto dei brigatisti che va via. Diciamo che questo può non essere possibile, ma stiamo parlando al più tardi di un orario compreso tra le 9.10 e le 9.15. Per arrivare alle 9.10 in via Fani, facendo il giro che ha fatto lei, deve essere sicuramente partito prima delle 9.
Su questo siamo d'accordo ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, senz'altro.

FEDERICO FORNARO. Diciamo che, quindi, è possibile ipotizzare una sua partenza tra le 8.30 e le 8.45.

EMIDIO BIANCONE. Sì, può darsi.

FEDERICO FORNARO. Sicuramente – e questo mi sembra un dato acclarato...

EMIDIO BIANCONE. Sicuramente ?

FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, perché a questo punto siamo a cercare di ricostruire un puzzle mettendo insieme anche altri elementi, oltre alla sua memoria. Lei ci aiuti, però, altrimenti andiamo tutti in difficoltà.
Mi pare, a questo punto, che possiamo dire che il dottor Spinella parte dalla Questura sicuramente prima delle 9.03. Questo ce lo può confermare ?

EMIDIO BIANCONE. Sicuramente sì. Intorno alle 9.

FEDERICO FORNARO. Abbiamo, quindi, questo elemento, che mi sembra a questo punto incontrovertibile: il capo della DIGOS parte prima delle 9.03.
C’è un altro punto, su cui lei fornisce diverse versioni. Nella versione dello scorso aprile dice: «Per questa ragione l'ho accompagnato in via Fani, una volta avuta notizia dell'eccidio». Questo lo dice lei, è verbalizzato.

EMIDIO BIANCONE. Evidentemente chi ha scritto il verbale ha scritto male, perché io non...

GERO GRASSI. Lei l'ha firmato.

FEDERICO FORNARO. Mi consenta di ricordarle che ha firmato il verbale. Non devo spiegare a lei queste cose.

EMIDIO BIANCONE. Io non potevo sapere che era avvenuto un eccidio. Dopo ho saputo quello che è stato.

FEDERICO FORNARO. Verissimo. Questo è il punto. Lei lo viene a sapere quando, sostanzialmente ?

EMIDIO BIANCONE. Quando sono arrivato sul posto, sono venuto a sapere che era stato sequestrato il Presidente Moro e che c'era stato l'eccidio della scorta. Per me era un intervento di routine: «Parti, parti, andiamo in via Fani»; anzi, prima in via Trionfale. Dopodiché, ho capito via Fani tramite la sala operativa, che ha detto...

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FEDERICO FORNARO. Questo è molto importante.

EMIDIO BIANCONE. Non sapevo, però, del sequestro Moro. Poteva essere una qualsiasi...

FEDERICO FORNARO. Per carità, non era tenuto a saperlo. A questo punto, però, proviamo a ritornare indietro. Il dottor Spinella parte sicuramente prima dell'arrivo della prima telefonata di allarme, che è delle 9.03, e dice al suo autista – cioè a lei – di portarlo in via Trionfale, non in via Fani.

EMIDIO BIANCONE. No, in zona Trionfale. «Verso la Trionfale», mi dice.

FEDERICO FORNARO. Successivamente, quando è in auto, le cambia la destinazione...

EMIDIO BIANCONE. Via Fani, sì.

FEDERICO FORNARO. ...e specifica la destinazione di via Fani.

EMIDIO BIANCONE. L'ho sentito tramite sala operativa.

PRESIDENTE. L'ha sentito tramite sala operativa all'altezza della caserma dei Vigili del fuoco di via Genova.

FABIO LAVAGNO. Chiedo scusa al senatore Fornaro. Voi partite dalla Questura per andare in zona Trionfale ?

EMIDIO BIANCONE. In via Trionfale, sì.

FABIO LAVAGNO. Lei sa perché andate in via Trionfale ?

EMIDIO BIANCONE. No. Mi dice: «Direzione Trionfale».

FABIO LAVAGNO. In modo generico. Dopodiché, a un certo punto del percorso, che lei indica prima del traforo di via Nazionale, grosso modo all'altezza dei Vigili del fuoco, ascoltate dalla radio l'indicazione di intervenire in via Fani e altre indicazioni operative. A quel punto lì il dottor Spinella le dice: «Dirigiti in via Fani» ?

MIGUEL GOTOR. Quindi le ha specificato la destinazione ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, mi dice: «In via Fani». Anzi, la sala operativa indicava alle altre volanti di non recarsi in via Fani per non intralciare...

FABIO LAVAGNO. Per non intralciare il traffico.

EMIDIO BIANCONE. Diceva: «Aspettate i nostri ordini».

FABIO LAVAGNO. A quel punto lei interpreta questo «via Fani» a seguito delle comunicazioni radio come una specifica, come ci suggerisce Gotor, o come invece una destinazione differente, ma vicina a dove andavate ?

MIGUEL GOTOR. Le due cose non sono molto diverse.

EMIDIO BIANCONE. Veramente, zona Trionfale. Non sapevo che via Fani fosse vicino alla Trionfale.

FABIO LAVAGNO. Per lei è una nuova destinazione.

EMIDIO BIANCONE. Via Fani per me è una nuova destinazione. Via Trionfale è conosciuta. Conoscevo la zona Trionfale, ma, con riferimento a via Fani nello specifico, non conoscevo la strada.

PRESIDENTE. Ritorniamo al senatore Fornaro, così termina le sue domande.

FEDERICO FORNARO. A questo punto, voi arrivate in via Fani, con il percorso che ha descritto e con un tempo di percorrenza che non è stato meglio definito, perché va da quindici a trenta o trentacinque minuti. Comunque, diciamo Pag. 11per un attimo che in questo momento lo mettiamo da parte. Vorrei, invece, che ci aiutasse con uno sforzo di memoria, perché nelle precedenti sue deposizioni questo non è stato puntualizzato. Lei arriva in via Fani e posteggia – le foto ci sono tutte – sulla sinistra, davanti sostanzialmente al bar Olivetti.

EMIDIO BIANCONE. Con le ruote anteriori sul marciapiede.

FEDERICO FORNARO. Ci sono delle foto in cui la macchina è, invece, con le ruote...

EMIDIO BIANCONE. Sì, perché i colleghi della Scientifica mi hanno fatto salire sul marciapiede per fare dei rilievi.

FEDERICO FORNARO. Perfetto. Quello che le chiediamo adesso, ritornando a quel 16 marzo, è che cosa vede quando arriva.

EMIDIO BIANCONE. Vedo la scena. C’è l'ultima macchina, l'Alfetta bianca. Sulla destra vedo il collega disteso morto e poi vedo la macchina dell'onorevole Moro...

GERO GRASSI. Chi dice a lei che è morto ? È una sua deduzione.

EMIDIO BIANCONE. Questa è una mia deduzione.

PRESIDENTE. Resa a trentotto anni dal fatto.

EMIDIO BIANCONE. Dopo ho saputo che era...

FEDERICO FORNARO. Scusate, ma, se mi è consentito, vorrei andare pezzettino per pezzettino, perché c’è un passaggio. Lei vede il povero Zizzi, che è...

EMIDIO BIANCONE. ...sulla destra, a fianco all'Alfetta, un po’ prima dell'Alfetta. Davanti c’è l'Alfetta. Io ero parcheggiato sulla sinistra.

FEDERICO FORNARO. No, quello è Iozzino.

GERO GRASSI. Quello è Iozzino. Zizzi sta in macchina.

EMIDIO BIANCONE. Adesso non mi ricordo. Vedo un collega...

FEDERICO FORNARO. Lei vede una persona accanto all'Alfetta, per terra.

EMIDIO BIANCONE. Ho visto la scena e poi ho parcheggiato sul marciapiede. Poi il dottor Spinella è sceso. Sono sceso anch'io e sono rimasto nelle vicinanze delle macchine. Poi ho visto che c'era un collega dentro l'Alfetta e davanti c'era questa 130 blu con davanti l'autista...

FEDERICO FORNARO. E il capo scorta. Si ricorda in che posizione era il capo scorta ?

EMIDIO BIANCONE. No, non mi ricordo. Poi davanti c'era un 128 blu.

FEDERICO FORNARO. L'autista dell'Alfetta era agonizzante ?

EMIDIO BIANCONE. No. Quando sono arrivato io, non mi ricordo nemmeno se c'era l'autista dell'Alfetta dentro. Questo non me lo ricordo.

FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, ricorda quindi l'arrivo dei soccorsi ?

EMIDIO BIANCONE. No. Dei soccorsi non ricordo. Perché là poi è successo...

FEDERICO FORNARO. Mi perdoni, capisco lo shock...

EMIDIO BIANCONE. Poi sono arrivati tutti. Sono arrivati Carabinieri e Finanza. Sono arrivati tutti.

FEDERICO FORNARO. Non ho parlato dell'arrivo, che ovviamente sarà stato in massa. Arriverà poi anche la signora Moro. Sto parlando – le chiedo se ci aiuta, Pag. 12perché è fondamentale per ricostruire le tempistiche – dell'arrivo dei soccorsi. L'ambulanza non è una macchina come un'altra.

EMIDIO BIANCONE. Sì, ho capito. Non ricordo quando è arrivata o se fosse già là.

FEDERICO FORNARO. Torniamo un attimo indietro. Lei arriva. Sulla scena c’è l'Alfetta, con davanti la 130.

EMIDIO BIANCONE. E il collega a fianco, sì.

FEDERICO FORNARO. Il collega è a terra, non coperto.

EMIDIO BIANCONE. Non coperto.

GERO GRASSI. Da nulla ?

FEDERICO FORNARO. Non coperto da nulla, né da giornali né da altro ? Nulla ?

EMIDIO BIANCONE. No, non coperto. Quando sono arrivato, non era coperto.

FEDERICO FORNARO. Benissimo. Questo è importante, perché, poiché ci sono poi persone che pietosamente lo copriranno con un giornale e abbiamo le testimonianze sue, possiamo ricostruire una tempistica. Quindi, lei arriva prima di chi poi metterà un giornale sopra. Siamo nell'immediatezza e questo conferma – questa è la mia valutazione – il fatto che siamo veramente attorno alle 9.10 e non più tardi. Siamo in quei minuti lì.
Le rifaccio la domanda; abbia pazienza, non se ne dolga. Non è possibile che lei non ricordi l'arrivo dell'autoambulanza. Non sta arrivando una macchina qualsiasi, sta arrivando l'autoambulanza, che prende un ferito e lo porta via.

EMIDIO BIANCONE. Sicuramente sarà arrivata questa autombulanza, ma non ricordo...

FEDERICO FORNARO. Quando lei arriva, però, lei non ricorda la presenza di un'autombulanza.

EMIDIO BIANCONE. No.

FEDERICO FORNARO. Ricorda l'autista dell'Alfetta ?

EMIDIO BIANCONE. L'autista dell'Alfetta, non ricordo se... Quello di dietro sì, nell'Alfetta. Dell'autista non ricordo.

FEDERICO FORNARO. Davanti non ricorda, mi ha già detto, la posizione del povero Leonardi.

EMIDIO BIANCONE. No, di Leonardi no. Ricordo la posizione dell'autista dell'onorevole Moro. Stava così, sopra...

FEDERICO FORNARO. Era bloccato in quella posizione.

EMIDIO BIANCONE. Era bloccato tra il volante..

FEDERICO FORNARO. In grembo non aveva...

EMIDIO BIANCONE. Questo non l'ho visto. Appena arrivato sono rimasto vicino alla macchina e ho visto la scena così, a largo raggio, ma non nei particolari. A parte il collega, che ho visto, perché la prima cosa che ho fatto è stato vedere l'Alfetta e il collega... Sono cose che non si possono dimenticare.

FEDERICO FORNARO. È proprio per questo, se mi permette, che sembra strano che non ricordi...

EMIDIO BIANCONE. Sì, ma, per quanto riguarda l'ambulanza, non lo ricordo, perché in quel momento è arrivata tanta di quella gente che io...

FEDERICO FORNARO. Benissimo. Quando lei arriva, però, sostanzialmente nel suo ricordo – questo l'ha ribadito in Pag. 13tutte e tre le sue testimonianze – c’è soltanto un'auto con i segni distintivi della Polizia.

EMIDIO BIANCONE. Sì. Era all'incrocio con via Stresa, credo, all'inizio.

FEDERICO FORNARO. Dopodiché, lei giustamente va vicino alla sua macchina. Arriva tutta la gente ed è sicuramente arrivata anche l'autombulanza. Questo è un dato acclarato, perché Zizzi viene portato via. Morirà, se non nel tragitto, poi in ospedale. Lei è lì. Sul lato sinistro, dove lei è posizionato, c’è una macchina. Su questo le chiederei veramente di provare a ricordare se, quando lei arriva, sul lato sinistro, vicino al punto dove posteggia, ci siano una macchina o due macchine.

EMIDIO BIANCONE. L'unica cosa che ricordo è che c'era un ciclomotore davanti alla mia macchina. C'era un ciclomotore.

FEDERICO FORNARO. Lei posteggia a pochi metri da una Mini Minor.

EMIDIO BIANCONE. Ecco, c'era una Mini Minor, tipo station wagon, tipo allungata.

FEDERICO FORNARO. Era una Mini Minor o una Austin Morris, faccio sempre confusione.

GERO GRASSI. L'Austin Morris era dall'altro lato.

FEDERICO FORNARO. Ho detto giusto, era una Mini Minor.

EMIDIO BIANCONE. Quello che ricordo è che vicino a me c'era un motorino, un Boxer o un Sì della Piaggio. Non mi ricordo se fosse azzurro o verde. Avevo parcheggiato sul marciapiede.

FEDERICO FORNARO. Lei arriva...

EMIDIO BIANCONE. Parcheggio sulla sinistra.

FEDERICO FORNARO. Arriva e, a questo punto, subito dopo la Mini Minor posteggia sulla sinistra.

EMIDIO BIANCONE. Ricordo una Mini Minor sulla destra.

FEDERICO FORNARO. Ce n'erano due. C'era una Austin Morris sulla destra...

EMIDIO BIANCONE. Mi ricordo che quella sulla destra era un po’ allungata.

GERO GRASSI. Sì, quella era allungata.

FEDERICO FORNARO. L'auto allungata è sulla destra.

EMIDIO BIANCONE. È sulla destra.

FEDERICO FORNARO. Lei è stato lì tutto il giorno, da quello che ha descritto. Giusto ? È stato un po’ in auto e un po’ in piedi, da quello che ha descritto. È assolutamente normale. A qualche metro da lei c’è la Mini Minor.

EMIDIO BIANCONE. Questa non la ricordo. Mi ricordo quella a destra, sì, e il ciclomotore che era parcheggiato appoggiato a un albero, o a un'aiuola. Questo me lo ricordo benissimo. Dell'altra Mini non mi ricordo. Mi ricordo quella sulla destra.

FEDERICO FORNARO. Una 127 dopo la Mini Minor non la ricorda ?

EMIDIO BIANCONE. Non me la ricordo, no.

FEDERICO FORNARO. Non ricorda se, quando è arrivato, c'era quella macchina oppure non c'era ?

EMIDIO BIANCONE. No, non me lo ricordo proprio se c'era o no.

FEDERICO FORNARO. Un'ultima domanda e lascio lo spazio ai colleghi, perché non voglio monopolizzare. Lei ha detto giustamente che era costretto a rimanere Pag. 14lì, anche se avesse voluto andare via, perché c'erano i rilievi, perché la strada era transennata e via discorrendo. Le segnalo un fatto acclarato, perché ci sono immagini in sequenza che individuano nei minuti immediatamente successivi e, quindi, ragionevolmente, prima delle 9.30, la presenza, contromano rispetto al senso di marcia, di una 127 davanti alla Mini Minor. Prima che venga tolto tutto il blocco, quindi qualche mezz'ora dopo, però, questa 127 non c’è più.

EMIDIO BIANCONE. Questo non me lo ricordo.

FEDERICO FORNARO. Lei, quindi, non ha idea se questa 127 fosse un'auto civetta del commissariato di Monte Mario o altro.

EMIDIO BIANCONE. Non ne ho idea. L'unica cosa che posso dire è che sono rimasto là a lungo, fino alla fine dei rilievi. Posso dire che il dottor Spinella è stato accompagnato da un'altra autovettura in ufficio. Non so se sia andato insieme al questore, perché non potevo uscire.

FEDERICO FORNARO. Va bene. Grazie.

GERO GRASSI. Quanti anni ha lei ?

EMIDIO BIANCONE. Sessantaquattro.

GERO GRASSI. Sessantaquattro. Quindi, all'epoca aveva ventisei anni. Quando è andato in pensione ?

EMIDIO BIANCONE. A quarantanove anni, nel 2000.

GERO GRASSI. È andato in pensione a quarantanove anni, quindi è da parecchio che è in pensione.

EMIDIO BIANCONE. Sì, sono sedici anni. Sono andato in pensione nel 1999.

GERO GRASSI. Dopo il 16 marzo 1978 dove ha prestato servizio ?

EMIDIO BIANCONE. Sempre alla DIGOS.

GERO GRASSI. Sempre allo stesso posto.

EMIDIO BIANCONE. Sempre allo stesso posto.

GERO GRASSI. Quindi, è stato sempre con il dottor Spinella.

EMIDIO BIANCONE. Sì, fino alla fine, fino a che lui è stato trasferito al ministero. Mi aveva chiesto di seguirlo al ministero, ma non ho voluto andare.

GERO GRASSI. Non ripeto le domande che ha già fatto il senatore Fornaro. Tuttavia, ci sono alcuni dati che non combaciano. Non è un problema di memoria, perché giustamente, dopo trentotto anni... Anche se una giornata come il 16 marzo non credo le sia capitata più volte nel corso della vita.
Noi abbiamo alcune ore fisse. Sappiamo che le 9.03 sono un momento fisso. In base a quello che dice lei, è stato uno dei primi ad arrivare a via Fani. Giusto ?

EMIDIO BIANCONE. Sì.

GERO GRASSI. Poiché abbiamo degli arrivi successivi al suo datati, come orario, in base a questo, il suo arrivo dovrebbe essere alle 9.07-9.08. Abbiamo quelli successivi e quindi il suo lo dobbiamo collocare intorno alle 9.07-9.08.
Lei ha variato, ma io faccio la media. Nel verbale dice che impiegò quindici minuti per arrivare. Io le dico che, nonostante lei fosse un bravo guidatore, quindici minuti è un tempo materialmente impossibile. Qui oggi ha detto trenta o quaranta minuti. Andiamo a fare una media ragionevole, per logica. La media è trenta, più o meno. Se lei è arrivato alle 9.07-9.08 su via Fani, meno trenta fa esattamente le 8.37, come punto di partenza.
Mi segue ?

Pag. 15

EMIDIO BIANCONE. Sì.

GERO GRASSI. Quindi, alle 8.36-8.37 lei sarà partito. Andiamo indietro ancora. Lei stava tentando di prendere la sua auto e non ci è riuscito, perché era ingolfata. Quindi, probabilmente uno o due minuti li avrà persi nel tentativo. Giusto ? Siamo arrivati alle 8.35. A lei Correale dalla finestra ha detto: «Preparati che dobbiamo scappare». Quindi, dalle 8.35 dobbiamo andare ancora indietro, perché Correale avrà avuto una chiamata; l'avrà saputo, qualcuno glielo avrà detto, qualche «pizzino» gli sarà arrivato, non lo so, non ci interessa. Dobbiamo andare, però, ancora cinque minuti indietro, perché qualcuno l'ha chiamato, gliel'ha detto, lui si è alzato, è andato alla finestra e l'ha chiamata. Siamo arrivati alle 8.30. Non parlo di lei: sto cercando di definire il punto di arrivo della notizia alla Questura.
Se tutto quello che lei dice, e io non ho motivo di dubitarne, si incrocia con gli elementi di certezza approssimativa – uso un termine improprio – che abbiamo ricostruito in questi quarant'anni, la notizia del rapimento è arrivata alla Questura al massimo alle 8.30. Mi chiedo: alle 8.30 Moro non stava in via Fani; probabilmente – anche questo è un elemento incerto – stava ancora nella chiesa di Santa Chiara.
La guardo in faccia. Guardarla in faccia significa riconoscerci reciprocamente la dignità di quello che stiamo facendo, che non è né un interesse mio, né un interesse suo. Che cosa stiamo facendo ? Stiamo cercando di ricostruire la verità su un pezzo della storia d'Italia. Lei adesso dimentichi di essere quello che è stato. In base a quello che ho detto io, com’è possibile che alle 8.30 sia arrivata la telefonata del rapimento Moro, se Moro alle 8.30 non era stato rapito ? Conviene con me che, se questi sono gli orari, alle 8.30 nessuno poteva dire: «Abbiamo rapito Moro» ?
Lei, però, ha detto una cosa – e l'ha detta con la massima sincerità, glielo riconosco – che non è un elemento secondario nell'intera vicenda: lei non è partito per andare in via Fani; è partito per andare in via del Forte Trionfale.

EMIDIO BIANCONE. Via Trionfale.

GERO GRASSI. Sa chi abitava in Via del Forte Trionfale ?

EMIDIO BIANCONE. Adesso sì, ma prima no.

GERO GRASSI. Questa è una mia deduzione, che sono notoriamente cattivo, come tutti dicono, anche gli assenti. Se alle 8.30 è arrivata la certezza della notizia e il dottor Spinella le ha detto «Andiamo in via Trionfale»...

PRESIDENTE. Precisamente: «Andiamo in zona Trionfale».

GERO GRASSI. Ho capito, ma non ha detto «in via Fani».

PRESIDENTE. «In via Fani» viene detto dopo perché nella sua ricostruzione – così aiuta tutti noi a capire – «via Fani» si materializza...

GERO GRASSI. All'altezza della caserma dei Vigili del fuoco.

PRESIDENTE. All'altezza dei Vigili del fuoco. A meno che non abbiano spinto a braccia la macchina, se sono partiti alle 8.30, saranno arrivati alla caserma al massimo alle 8.35. Vogliamo capire. Ho chiesto quattro volte dove gli hanno detto di andare a via Fani e quando l'ha inteso. Poi gli ho chiesto a che altezza.

EMIDIO BIANCONE. Prima del traforo.

PRESIDENTE. Prima del traforo. Allora non può essere. C’è qualcosa che non quadra.

GERO GRASSI. Presidente, ci siamo. Che cosa non quadra ?

Pag. 16

PRESIDENTE. Delle due l'una: se è certo che è partito alle 8.30, doveva essere già quasi vicino a via Fani quando la radio ha parlato di via Fani. Se è certo di aver sentito «via Fani» per la prima volta prima del traforo, perché inizialmente Spinella gli aveva detto di andare in zona Trionfale e va in via Fani perché Spinella gli dà una nuova destinazione prima del traforo, allora non può essere partito alle 8.30.

FEDERICO FORNARO. Non può essere, a quel punto, arrivato alle 9.10. Abbia pazienza.

GERO GRASSI. Non può essere arrivato alle 9.10.

PRESIDENTE. Non possiamo cambiare le cose. Gli ho riproposto per tre volte la stessa domanda. Dove ha cambiato ? Lavagno e Gotor hanno fatto tutti e due la stessa considerazione. Spinella dove gli ha detto di andare ? Biancone ha detto in «zona Trionfale». Gotor ha chiesto: «Quindi, le ha dato una nuova specifica ?» Biancone ha risposto di sì. Quando gliel'ha data ? Quando la sala operativa – avranno avuto una radio – gli dice di andare lì. Dov'era questo punto ? Poiché non avevo capito dov'era la sede dei Vigili del fuoco, per farmi capire ha aggiunto: «Prima di prendere il traforo».

FABIO LAVAGNO. Lei è sicuro che fosse prima del traforo ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, sì. Appena uscito dalla Questura.

FABIO LAVAGNO. Perché prima del traforo significa realmente appena usciti dalla Questura.

GERO GRASSI. Signor Biancone, mi ascolti. Capisco che la memoria può essere... Dopo tanti anni è umano. Lei, però, capisca me: o sbaglia la partenza, o sbaglia l'arrivo. Mi segua. Tenga presente che, sia che sbagli la partenza sia che sbagli l'arrivo, lei non ha una responsabilità. Lei faceva l'autista di un'automobile. Il problema, quindi, non è imputarle il fatto che non si ricordi quando è partito o quando è arrivato. Il problema è che uno dei due dati, suoi, di Emidio Biancone, è sbagliato. La conseguenza è che, se uno di quei dati è sbagliato, e lei sa come me che è sbagliato – se è partito alle 8.30 non ci troviamo con i Vigili del fuoco e non ci troviamo con l'arrivo alle 9.10 – tutto quello che è avvenuto tra la presunta partenza delle 8.30 e il presunto arrivo delle 9.07-9.08 salta nella storia. Salta con questo pezzo di storia non chi oggi non sta più su questa terra, ma la sua credibilità, perché lei non può sostenere tutto e il contrario di tutto. Uno dei due dati lo deve correggere. Per carità, uno si può sbagliare, lo capisco. Lei, però, ha la possibilità di rivedere il film e di correggere uno dei due dati, perché i due non reggono.

PRESIDENTE. La ricostruzione che ha fatto Grassi è legittima. Biancone ha sostenuto di essere partito dopo le 8.30. Stamani, dopo che ci ha parlato della routine quotidiana, io gliel'ho chiesto tre volte e lui ha detto grosso modo dalle 8,40-8.45 in poi. Realisticamente, comunque c’è sempre una discrasia rispetto alle 9.03 e non si impiegano ventitré minuti per arrivare alla caserma dei Vigili del fuoco.

GERO GRASSI. Siamo d'accordo.

PRESIDENTE. Biancone ha detto questo stamani.

GERO GRASSI. Sì, ma quello che ha detto stamani si colloca in una via di mezzo tra quello che aveva detto prima, che il senatore Fornaro ha fatto notare, e quello che ha detto oggi.

PRESIDENTE. Ha detto sempre dopo le 8.30.

GERO GRASSI. Comunque, i tempi non quadrano. Detto questo, in via Fani lei parcheggia, da quello che lei ha detto, Pag. 17vicino a una siepe. Dietro quella siepe c'era il bar Olivetti. Lei ha detto che non si ricorda.

EMIDIO BIANCONE. C'era un bar.

GERO GRASSI. Non ricorda, però, se aperto o meno. Fino a quando è stato in via Fani quel giorno ?

EMIDIO BIANCONE. Fino al primo pomeriggio, fino a che non hanno levato le transennature per i rilievi della Scientifica.

GERO GRASSI. Quindi, molto tempo dopo l'ora di pranzo. Non ha preso un caffè ? Non ha preso un panino, sigarette, niente ?

EMIDIO BIANCONE. Questo non lo ricordo.

GERO GRASSI. Perfetto. Che ha fatto ?

EMIDIO BIANCONE. Al bar non ci sono... Sono rimasto là in macchina, in attesa che levassero le transennature per uscire.

GERO GRASSI. Materialmente non ha fatto nulla ?

EMIDIO BIANCONE. No, niente, nulla.

GERO GRASSI. Non si è avvicinato alle due auto ?

EMIDIO BIANCONE. No, le vedevo. Le avevo a tre o quattro metri.

GERO GRASSI. Passo all'ultima domanda. Quando lei è arrivato, stando ai resoconti giudiziari, giornalistici e delle diverse Commissioni, il suo collega Francesco Zizzi era vivo.

EMIDIO BIANCONE. Per me erano tutti morti.

GERO GRASSI. La domanda non è questa. Lei non è tenuto a sapere se fosse vivo. La domanda è questa: in base ai suoi tempi, Zizzi era vivo; Zizzi fu preso dall'ambulanza e portato dove morì.

EMIDIO BIANCONE. Sì, l'autoambulanza aveva preso Zizzi. Questo lo ricordo, perché si parlava di un altro collega in fin di vita. Non ho visto l'ambulanza.

PRESIDENTE. Dice che è arrivato e che uno era già andato via con l'ambulanza. Questo è ciò che dice Biancone.

EMIDIO BIANCONE. Si attendevano le sorti di questo collega.

PRESIDENTE. È diverso. Lei, onorevole Grassi, gli chiedeva se ha visto Zizzi salire sull'ambulanza. Biancone dice che si è parlato di un'ambulanza che aveva portato via un collega; Biancone è arrivato che l'ambulanza era già partita.

EMIDIO BIANCONE. Mi ricordo che si diceva che un collega era rimasto ferito.

MIGUEL GOTOR. È importante, se lo chiarisce.

EMIDIO BIANCONE. Me lo ricordo perché si attendeva l'esito del collega per sapere se fosse morto o no. Adesso me lo ricordo. L'ambulanza aveva già preso il collega e l'aveva portato via..

PRESIDENTE. Biancone non ha visto l'ambulanza. Si parlava di sapere come stava il collega che non c'era più.

GERO GRASSI. Presidente, sempre per dirci tutto, questa dichiarazione dilata ancora di più il tempo dal punto di partenza al punto di arrivo.

PRESIDENTE. Se avesse fatto 8.45 più trenta minuti...

GERO GRASSI. Ho capito, ma questa cosa dilata ulteriormente il tempo.

PRESIDENTE. Noi facciamo le nostre considerazioni, ma a domanda risponde.

Pag. 18

EMIDIO BIANCONE. Il collega era già stato portato in ospedale. Questo lo ricordo.

GERO GRASSI. È una mia valutazione quella sulla dilatazione.
Passo all'ultima domanda. Nell'automobile...

EMIDIO BIANCONE. Mia ? Quella che guidavo io ?

GERO GRASSI. ...per andare fino a via Fani, sia che ci fosse una persona sia che ce ne fossero due, che vi siete detti e che avete sentito ?

EMIDIO BIANCONE. Non mi ricordo.

GERO GRASSI. Lei guidava.

EMIDIO BIANCONE. Guidavo con la sirena accesa.

GERO GRASSI. La sirena consente in auto di sentire. In auto non ha sentito una parola ?

EMIDIO BIANCONE. Questo non me lo ricordo.

GERO GRASSI. Nessuno parlava ?

EMIDIO BIANCONE. Vedevo soltanto dallo specchietto retrovisore il dottor Giancristofaro attaccato alla maniglia interna della macchina, che aveva paura.

GERO GRASSI. Invece, il dottor Spinella era tranquillo ?

EMIDIO BIANCONE. Era tranquillo.

GERO GRASSI. Stava seduto avanti ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, Spinella era seduto davanti.

GERO GRASSI. Nessun c’è stato nessun dibattito, nessun un commento ? «Stiamo andando là», «Poveretti», «È successa una cosa»... Niente ? Sto cercando di farglielo ricordare.

EMIDIO BIANCONE. Non mi ricordo nessun commento.

GERO GRASSI. Lei il 17 non ha lavorato, ma il 18 ha lavorato daccapo.

EMIDIO BIANCONE. Sì, il 18 ho lavorato.

GERO GRASSI. Con il dottor Spinella non c’è stato alcun commento ?

EMIDIO BIANCONE. No. Il dottor Spinella era un tipo che non si confidava con i suoi funzionari, figuriamoci con i dipendenti. Era un tipo piuttosto taciturno e rigido, come persona.

MIGUEL GOTOR. Mi riallaccio a quanto diceva l'onorevole Grassi perché volevo anch'io concentrarmi un po’ di più sul comportamento di Spinella. Le chiedo di rispondermi con un «sì» o con un «no».
Voi avevate una sirena accesa ?

EMIDIO BIANCONE. Sì.

MIGUEL GOTOR. Stavate correndo velocemente, visto che uno degli occupanti della macchina si reggeva.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

MIGUEL GOTOR. Quindi, vi facevate largo nel traffico.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

MIGUEL GOTOR. In un'ora di punta, con una certa efficienza, con una certa perentorietà e capacità di riuscirvi.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

MIGUEL GOTOR. Sottolineo questo aspetto per dire che questo abbrevia la durata di un tempo ordinario con cui da Pag. 19via Nazionale si raggiunge la zona Trionfale, evidentemente. La cosa che mi incuriosisce – vorrei avere conferma – è che lei sa dove sta andando, appunto verso la zona Trionfale...

EMIDIO BIANCONE. Ho imboccato la Trionfale. Poi, arrivato all'incrocio su via Fani, mi hanno detto: «Qui gira a destra».

MIGUEL GOTOR. Chi glielo dice ?

EMIDIO BIANCONE. Non mi ricordo se il dottor Spinella o il dottor Giancristofaro.

PRESIDENTE. Spinella ha descritto come ci arriva con la macchina. Non sapeva. L'ha spiegato prima: sapeva dov'era via Trionfale, ma non sapeva dov'era via Fani. Spinella gli dice prima «Vai a zona Trionfale» e poi gli dice «Vai in via Fani». Quando arriva all'altezza di via Fani, non è che l'ha scoperta: uno dei due gli dice di girare.

MIGUEL GOTOR. Il primo punto che credo abbiamo chiarito è che voi avevate una sirena e vi muovevate al massimo della velocità nel traffico. Da qui si può evincere che i tempi di percorrenza non sono tempi ordinari, ma straordinari.
Punto secondo. All'origine della partenza... Siccome abbiamo un po’ giocato con prefissi e suffissi, le chiarisco che via Trionfale è via Trionfale, mentre via di Forte Trionfale...

EMIDIO BIANCONE. No.

MIGUEL GOTOR. Glielo chiarisco. Perché dice «no» prima di avere ascoltato la domanda ? Se fa così, genera il sospetto che sia stato imbeccato, glielo dico con franchezza. Mi dispiace.

EMIDIO BIANCONE. No, Forte Trionfale no. Zona Trionfale.

MIGUEL GOTOR. Sto facendo un chiarimento. Via Trionfale è Trionfale. Via di Forte Trionfale è dove abitava Moro. Quindi, se le avessero detto «Vai a via di Forte Trionfale», avrebbe significato «Vai a casa di Moro». Invece le dicono «zona Trionfale».

EMIDIO BIANCONE. Sì.

MIGUEL GOTOR. Per chi non conosce Roma aggiungiamo che via Fani è in zona Trionfale, non è da una parte opposta della città. Quindi, nell'immediatezza in cui lei parte e le dicono «zona Trionfale», Spinella è tranquillo, è concitato, le dice di correre ? Come si comporta ?

EMIDIO BIANCONE. Spinella si fidava di me. «Corri, corri» non me lo diceva, perché era sicuro della mia guida.

PRESIDENTE. Il senatore Gotor non dice in relazione alla guida. Quando l'ha visto salire in macchina... Se io so che vado in un posto dove sono morte tante persone, oppure è successo qualcosa di brutto, mi agito. Era agitato Spinella ? Non per la sua guida.

MIGUEL GOTOR. Lei aveva la consapevolezza che stava andando e correndo in zona Trionfale in un luogo dov'era successo qualcosa di gravissimo ? C'era un momento di tensione ?

EMIDIO BIANCONE. No, era normale. Io ero alla guida. Se loro parlavano fra di loro, essendo concentrato alla guida, non riuscivo a sentire Spinella e il vicedirigente.

MIGUEL GOTOR. È irrealistico.

EMIDIO BIANCONE. Lo so, ma è così. Quando uno è concentrato nella guida veloce, non sente niente.

MIGUEL GOTOR. Va bene. Ne prendo atto.

EMIDIO BIANCONE. Se tra Spinella davanti e il vicedirigente di dietro si dicevano qualcosa...

Pag. 20

MIGUEL GOTOR. Il vicedirigente dietro era impaurito.

EMIDIO BIANCONE. Sì, era impaurito. Si era attaccato alla maniglia interna.

PRESIDENTE. Era impaurito per la guida.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

MIGUEL GOTOR. Non le diceva, però: «Che fretta c’è ? Rallenta !».

EMIDIO BIANCONE. No. Non mi diceva niente. Solo dopo, quando ci siamo reincontrati in Questura...

MIGUEL GOTOR. Ha detto: «Hai capito dove andavamo ?»

EMIDIO BIANCONE. No. Siccome Giancristofaro e io siamo tutti e due abruzzesi, mi diceva «Paesà, mi hai fatto caga’ sotto, quando siamo partiti. Poi, però, mi sono rassicurato e ho visto che guidavi bene». Stava attaccato alla maniglia.

MIGUEL GOTOR. Quindi, lei era al massimo delle sue performance di guidatore.
Lei realizza, dunque, che si trova di fronte a un eccidio...

EMIDIO BIANCONE. Quando sono arrivato, ho visto la scena. Ho parcheggiato, sono sceso dalla macchina per vedere e ho visto quello che era successo.

MIGUEL GOTOR. Volevo che ribadisse nuovamente che, quando lei arriva, apprende...

EMIDIO BIANCONE. ...che si trattava dell'onorevole Moro e della scorta. L'ho appreso sul posto, appena arrivato.

MIGUEL GOTOR. Non voglio sapere questo. Mi ha interrotto, e non vorrei che mi interrompesse. Apprende che l'autombulanza è già partita, portando con sé un ferito.

EMIDIO BIANCONE. Sì. Questo me lo ricordo, perché si diceva che c'era un ferito portato all'ospedale e non si sapeva che fine avrebbe fatto.

MIGUEL GOTOR. Volevo che ribadisse che, invece, il morto non è coperto da nulla. Lei vede i suoi vestiti.

EMIDIO BIANCONE. Sì, lo vedo con i vestiti. Posso dire un particolare che mi è rimasto impresso: in un rigagnolo di sangue che usciva dalla tempia o da sotto il corpo, c'era la sua pistola (evidentemente quando il collega è caduto la pistola è caduta un po’ distante), con la canna rivolta verso di lui. Questo rigagnolo di sangue entrava dentro la pistola. Questa è una cosa che mi è rimasta impressa. Se fosse stato coperto, non avrei visto nemmeno il rigagnolo.

MIGUEL GOTOR. Quando lei arriva in questo scenario a via Fani, le dicono di girare. Lei entra, vede le macchine una dopo l'altra e si ferma. La scena nei suoi ricordi è una scena vuota, che poi nel corso del tempo si riempirà di tanta gente ?

EMIDIO BIANCONE. C'era un po’ di gente attorno, sui marciapiedi.

MIGUEL GOTOR. Che gente era, secondo lei ?

EMIDIO BIANCONE. Credo gente del posto.

MIGUEL GOTOR. Curiosi ?

EMIDIO BIANCONE. Curiosi.

MIGUEL GOTOR. Quindi, che avevano agio di verificare. Verificavano...

EMIDIO BIANCONE. ...quello che era accaduto.

MIGUEL GOTOR. Quindi, più che nell'imminenza del fatto... Imminenza vuol dire passati pochi istanti. C’è gente, ad Pag. 21esempio, che è arrivata a via Fani e con la coda dell'occhio ha visto la macchina dei sequestratori che si allontanava. Ci sono anche dei testimoni oculari che stanno là e vedono la scena del rapimento. Secondo lei, quanti minuti dopo l'eccidio, dopo il fatto che si è consumato, è arrivato lei, in base al numero di persone che vede, come colpo d'occhio ?

EMIDIO BIANCONE. Non lo so. Non lo posso stabilire.

MIGUEL GOTOR. Moro l'avevano appena rapito o una decina di minuti dopo ?

EMIDIO BIANCONE. Era stato già rapito. Non lo posso sapere.

MIGUEL GOTOR. Non ha avuto questa percezione.

EMIDIO BIANCONE. No. Poi si è riempito tutto di gente, tra i rilievi e le cose.

MIGUEL GOTOR. In questi anni ha mai incontrato degli ufficiali di Polizia che le hanno chiesto di raccontare questo ?

EMIDIO BIANCONE. No.

MIGUEL GOTOR. Lo ha fatto per la prima volta con noi, come Commissione ?

EMIDIO BIANCONE. Ad aprile scorso.

PRESIDENTE. Ad aprile, giugno e novembre.

MIGUEL GOTOR. Solo in quest'ultimo anno ?

EMIDIO BIANCONE. Sì. Le posso dire anche perché è successo. È successo perché su Facebook con degli agenti della Polizia di Stato si ricordava il rapimento di Moro, il 16 marzo dell'anno scorso. Si diceva: «Onore ai caduti». Allora, io ho messo sotto: «Io c'ero». C'era la foto in cui c'ero io e ho messo una freccetta. Non sapevo che fosse in corso quest'inchiesta parlamentare.

PRESIDENTE. Abbiamo scoperto che era una Alfetta e che lui era l'autista. Sta raccontando come ci siamo arrivati. Se non avesse scritto, sarebbe stato complicato sapere che era lui.

EMIDIO BIANCONE. Il dottor Giannini mi ha chiamato e mi ha chiesto se sarei stato in grado di ricostruire un po’. Io gli ho detto tutto quello che mi ricordavo. È stata una casualità.

PRESIDENTE. Se non avesse scritto «Io c'ero»...

EMIDIO BIANCONE. Ho scritto «Quel giorno io c'ero». In una foto ho messo la freccetta per dire ai colleghi: «Non mi dite niente perché io c'ero e, quindi, ricordo benissimo quello che è accaduto». Da lì è successo tutto. Se non avessi scritto quella frase, qui non ci sarei stato nemmeno.

FABIO LAVAGNO. Sarò brevissimo. Le pongo alcune domande ripercorrendo le cose che ci ha detto oggi e tralasciando quelle precedenti. Lei è partito dalla Questura dopo le 8.30, non prendendo l'auto che usualmente prendeva, perché era bloccata.

EMIDIO BIANCONE. Era lo stesso un'Alfasud.

FABIO LAVAGNO. Stiamo parlando di una mattinata che dalla partenza fino al traforo era una mattinata ordinaria. Spinella aveva una routine. Se è una mattinata ordinaria, le chiedo perché prendete un'altra auto e non la solita per andare in zona Trionfale.

EMIDIO BIANCONE. Quando il dottor Spinella e il dottor Giancristofaro erano scesi e io cercavo di dire agli altri colleghi di farmi uscire, la macchina libera era quella del dottor Giancristoforo.

FABIO LAVAGNO. Quindi, è stata una scelta di comodità.

Pag. 22

EMIDIO BIANCONE. «Prendi la mia, prendi la mia» mi dice il dottor Giancristofaro.

FABIO LAVAGNO. C'era o non c'era concitazione ? O era semplicemente: «Non rompiamoci le scatole e pigliamo la prima macchina che c’è», senza grandi esigenze ?

EMIDIO BIANCONE. C'era un po’ di...

FABIO LAVAGNO. Cambia, capisce ? Un conto è una cosa ordinaria, del tipo: «Quella è occupata, prendi la mia»...

PRESIDENTE. Ci ha già raccontato che si è affacciato un tizio dalla finestra e ha detto: «Prepara la macchina». Non è che ha detto che dovevano andare a prendere un caffè alla Trionfale.

FABIO LAVAGNO. Non era irrilevante arrivare cinque o dieci minuti prima o dopo, a quel punto lì. Già diventa importante partire.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

FABIO LAVAGNO. Lei ci dice con una discreta certezza che la notizia attraverso la radio dell'eccidio di via Fani, o comunque di via Fani in generale, l'ha avuta all'altezza della sede dei Vigili del fuoco o comunque prima del traforo. Posso chiederle, visto che mi rendo conto che è difficile da ricordare dopo tanti anni e molte lacune ci sono nella sua memoria, come fa a essere così certo che fosse prima del traforo ? Non è plausibile che potesse essere avvenuto dopo, a piazza Venezia, o in un altro punto ?

EMIDIO BIANCONE. Io l'ho detto nel senso che, si esce dalla Questura e poi c’è pure «via Fani» durante il tragitto; poteva essere prima o dopo.

FABIO LAVAGNO. No, cambia abbastanza sapere se è certo che fosse proprio all'inizio,

EMIDIO BIANCONE. Era all'inizio del percorso. Diciamo che era all'inizio del percorso.

FABIO LAVAGNO. La sirena – rispondendo alle domande del senatore Gotor, ha detto che l'avete utilizzata – quando è stata accesa ? Se lo ricorda con altrettanta certezza ?

EMIDIO BIANCONE. Non appena avevo trovato i primi intoppi.

FABIO LAVAGNO. Dove può aver trovato i primi intoppi ?

EMIDIO BIANCONE. Penso a piazza... Non mi ricordo proprio.

FABIO LAVAGNO. L'ha accesa lei o Spinella o Giancristofaro ?

EMIDIO BIANCONE. Io.

FABIO LAVAGNO. Nessuno le ha ordinato di accendere la sirena ?

EMIDIO BIANCONE. Ricordo di non aver messo nemmeno il lampeggiante sopra.

FABIO LAVAGNO. Ha acceso solo la sirena, senza lampeggiante.

EMIDIO BIANCONE. Non mi ricordo se all'altezza di piazza Venezia, dove c'era un ingorgo.

FABIO LAVAGNO. Ho capito. È cambiata, credo, la città e lei senz'altro la conosce meglio di me, come autista soprattutto. Quella era una mattina di particolare traffico ? Ha trovato particolari intoppi nel percorso che ci ha descritto ?

EMIDIO BIANCONE. No, credo di no. Mi facevo largo con la sirena nei punti strategici.

FABIO LAVAGNO. Quella le consentiva di viaggiare piuttosto velocemente.

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EMIDIO BIANCONE. Non sempre usavo la sirena, perché il dottor Spinella era un po’ restio a usarla. La mettevamo proprio nei casi eccezionali.

FABIO LAVAGNO. Lei autonomamente quella mattina l'accendeva e la spegneva a seconda degli intoppi che trovava.

MIGUEL GOTOR. Lei dice che Spinella aveva un comportamento consuetudinario in base al quale non voleva che si accendesse la sirena. Quella mattina lei ha riconosciuto questo comportamento ? Era attento al decoro, non aveva la percezione che stesse andando verso un evento straordinario nella sua vita ? Pensi un po’ lei, un evento tale che trentasette anni dopo saremmo stati ancora a parlarne...

EMIDIO BIANCONE. Io ?

MIGUEL GOTOR: Intendo sia lei, sia gli occupanti di quella macchina.

EMIDIO BIANCONE. Io non pensavo...

MIGUEL GOTOR. Lei ce l'ha detto. E nemmeno Spinella le ha detto: «Usala poco».

EMIDIO BIANCONE. Spinella era restio. Non mi ha detto quel giorno di non usare la sirena. Al momento opportuno la usavo e andavo.

FEDERICO FORNARO. Abbia pazienza. Faccia uno sforzo. Mi interessa poco in questo momento se prima o dopo il traforo, ma c’è un punto durante il percorso in cui dalla radiomobile arriva la notizia di che cosa ?

EMIDIO BIANCONE. Non lo so che cosa fosse successo. Non lo so. Ho sentito soltanto che le macchine dovevano indirizzarsi a via Fani.

FEDERICO FORNARO. Per capirci, parte un ordine dalla centrale di indirizzarsi, ma lei o le altre macchine ?

EMIDIO BIANCONE. Fu indicato a tutte le macchine che c'era un'emergenza in via Fani. Poi diceva: «Solo le macchine che cito». Non sapevo che a via Fani...

PRESIDENTE. Solo le macchine che citava.

EMIDIO BIANCONE. Per non creare ingorgo.

FEDERICO FORNARO. In altri momenti, in altre situazioni, che lei ricordi, dalla centrale si mettevano in comunicazione col dottor Spinella ?

EMIDIO BIANCONE. No, non me ne ricordo.

FEDERICO FORNARO. Non il 16 marzo, ma durante la sua attività, il 13 marzo, il 12 marzo, il 12 febbraio...

EMIDIO BIANCONE. Si mettevano in comunicazione col dottor Spinella quando c'erano eventi importanti, come manifestazioni...

FEDERICO FORNARO. Perfetto. Quindi, la centrale non avverte il dottor Spinella che c’è stato l'agguato di via Fani.

PRESIDENTE. No, ha detto il contrario. Ha detto che la centrale dice: «È successa una cosa a via Fani. Non devono andare sul posto altre auto se non quello che dico». Tra le auto c’è la loro.

FEDERICO FORNARO. No.

FABIO LAVAGNO. Aspettate un attimo. Fate rispondere su questa domanda del presidente, che è la stessa che volevo fare io.

PRESIDENTE. È questo che voglio capire.

EMIDIO BIANCONE. Dico quello che ho sentito io. Se poi il dottor Spinella già sapeva di via Fani, questo non lo posso sapere.

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PRESIDENTE. Resti alla comunicazione. Ricapitoliamo questo passaggio. Spinella sale in auto e le dice, come ha detto bene il senatore Gotor: «Andiamo in zona Trionfale». Lei va via spedito, ma non sente, in prima battuta, la necessità di mettere né lampeggiante, né altro. A un certo punto, o poco prima del traforo, come ha detto, o poco dopo, parla la sala operativa. Che dice questa sala operativa ?

EMIDIO BIANCONE. Che era successo qualcosa in via Fani.

PRESIDENTE. Chi deve andare in via Fani ?

EMIDIO BIANCONE. Alcune volanti della zona. Ci sono dei piani: loro indicano «piano 0, piano 1, piano 2». In base al piano partono le volanti.

PRESIDENTE. Voi perché andate ? Perché Spinella dice di andarci ?

EMIDIO BIANCONE. A un certo punto Spinella mi dice di andare in via Fani.

GERO GRASSI. A Spinella chi lo dice di andare in via Fani ? Se la centrale non lo dice...

EMIDIO BIANCONE. La centrale lo dice. Io ho saputo che era successo qualcosa in via Fani tramite la radio. Dopodiché, Spinella mi dice: «Andiamo in via Fani».

FEDERICO FORNARO. È una comunicazione a tutte le volanti ?

EMIDIO BIANCONE. Sì, a tutte le volanti. È una comunicazione generica, non è specifica per me.

FEDERICO FORNARO. Non c’è una comunicazione specifica. Per capirci, lei non ha ascoltato una comunicazione diretta che parte dalla centrale al capo della DIGOS per dire che è successo qualcosa a... Ha contezza che è successo qualcosa in via Fani perché ha ascoltato una trasmissione a tutte le volanti, ossia a tutte le auto della Polizia presenti sul territorio.

PRESIDENTE. A seguito di quella Spinella cambia ordine e gli dice di andare in via Fani.

GERO GRASSI. Posso fare una domanda, presidente ?

FABIO LAVAGNO. Ho due domande per concludere e poi lascio la parola agli altri.

PRESIDENTE. Era sempre l'onorevole Lavagno ad avere la parola.

FABIO LAVAGNO. Va bene, abbiamo capito. Posso solo riassumere, viste le interruzioni, così ci capiamo.
Voi partite e prendete non la vostra usuale macchina, perché già vi si dice di andare in zona Trionfale in maniera abbastanza spedita, ma senza grandi urgenze. È urgente, ma non troppo, mettiamola così.
A un certo punto del percorso, all'inizio del percorso verosimilmente, ascoltate la sala operativa che dice che è successo qualcosa in via Fani. Questa comunicazione dice ad alcune auto di recarsi e a tutte le altre di non intralciare la zona. Ricorda quale fosse la sigla della sua autovettura ?

EMIDIO BIANCONE. Dego Imola 01. DI 01. DI come DIGOS. 01 era il capo, 02 il vice e a seguire tutti i vari altri funzionari.

FABIO LAVAGNO. A questo 01 non viene detto di andare in via Fani.

EMIDIO BIANCONE. No.

FABIO LAVAGNO. A un certo punto, Spinella, successivamente alla comunicazione, o immediatamente appena sente la comunicazione ?

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EMIDIO BIANCONE. Successivamente alla comunicazione.

FABIO LAVAGNO. La sente, ci pensa un attimo e dice: «Andiamo pure noi in via Fani».

PRESIDENTE. Veramente, quando sta in zona Trionfale, gli dice: «Gira qui che dobbiamo andare in via Fani».

EMIDIO BIANCONE. Perché io non sapevo dove fosse via Fani.

FEDERICO FORNARO. Infatti la via più veloce non è passare per via Trionfale.

PRESIDENTE. Limitiamoci a chiedere le cose di Biancone, non quello che pensava Spinella. A me sembra di aver capito bene che Spinella a un certo punto sente quello. Biancone pensa che deve andare in via Fani, però, poiché non sa dov’è via Fani, a un certo punto Spinella (o Giancristofaro), mentre lui guida, gli dice: «Gira qui». Ho capito bene ?

EMIDIO BIANCONE. Sì. Ho preso la Trionfale perché sapevo quella strada. Arrivato a piazzale Clodio, ho imboccato – come si chiama adesso ? – la Panoramica, altrimenti avrei potuto prenderla pure all'inizio.

PRESIDENTE. Biancone va lì perché gli avevano detto di andare in zona Trionfale.

FABIO LAVAGNO. Continuate il percorso vostro per via Fani, ma perché, a questo punto, se non andate in via Fani, ma andate in zona Trionfale, lei accende la sirena ? Questo voglio chiederle.

PRESIDENTE. Perché è atteso.

FABIO LAVAGNO. No, gli hanno detto di non andarci. Spinella non gli dice di andarci.

PRESIDENTE. Non mischiamo le cose.

FABIO LAVAGNO. Non voglio fare il capzioso, presidente.

EMIDIO BIANCONE. Può darsi pure che Spinella mi abbia detto che c'era una urgenza e di accendere la sirena.

PRESIDENTE. Biancone ha detto delle cose precise. Mi sembra che il quadro si stia delineando. Comunque sia – non sono appassionato di minuti – Spinella parte prima della notizia. Questa è una cosa accertata. Poi, se parte alle 8.48 o alle 8.55, non importa: parte prima. Quando sale in macchina, ha una leggera fretta perché gli fa cambiare macchina – altrimenti, se fosse stata una questione ordinaria, avrebbero preso un altro caffè – e parte per andare in zona Trionfale.

MIGUEL GOTOR. Quindi, parte prima ed è ben informato.

PRESIDENTE. Gli dice: «Andiamo in zona Trionfale». Poi, mentre sono in viaggio, si sente una comunicazione per tutti che dice «via Fani». A quel punto Spinella da lì dice a Biancone di andare su via Fani. Questo è quello che racconta Biancone. Se poi quella «zona Trionfale» di Spinella fosse già via Fani, non lo sapremo mai, ma sicuramente parte prima per andare in zona Trionfale. Poi sente la radio e alla radio sicuramente, a un certo punto... Biancone non sa dove sia via Fani, ma sa dov’è via Trionfale. Spinella gli dice «gira !». Se Spinella lo sapeva già dall'inizio questo Biancone non è in grado di dircelo.

FABIO LAVAGNO. Sono meno appassionato di minutaggi di lei, tant’è che sono l'unico a non averli citati. Voglio capire se nel percorso di questa decina di chilometri c’è stato un cambio di passo.

PRESIDENTE. Vuole sapere se correva poco all'inizio e poi correva di più ?

FABIO LAVAGNO. Voglio capire questo.

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EMIDIO BIANCONE. C’è stato un cambio di passo, sì. Se ho messo la sirena, c’è stato un cambio di passo.

FABIO LAVAGNO. Cosa ha determinato questo cambio di passo ?

PRESIDENTE. È la radio, che ha parlato di via Fani.

FABIO LAVAGNO. Se lui non sa che è via Fani...

EMIDIO BIANCONE. Non so dov’è via Fani.

FABIO LAVAGNO ...perché cambia autonomamente passo senza che qualcuno glielo chieda ? Nel momento in cui c’è un pasticcio, uno aumenta di passo ? Questo voglio capirlo.

PRESIDENTE. Qualcuno gliel'avrà detto, secondo me.

FABIO LAVAGNO. Ho capito, ma ci ha detto di no.

EMIDIO BIANCONE. Per mettere la sirena evidentemente qualcuno me l'ha detto.

PRESIDENTE. Biancone dice che non metteva la sirena perché il dottor Spinella non la gradiva, non quella mattina, ma in genere. Se, a un certo punto, parte per andare in zona Trionfale con velocità ma senza sirena, poi esce fuori che è successo qualcosa a via Fani...

FABIO LAVAGNO. Che per lui poteva essere anche sulla Tuscolana.

PRESIDENTE. ...poi si mette la sirena e si comincia a correre, ho motivo di ritenere – è una mia considerazione sulle cose che ha detto Biancone – che qualcuno gli abbia detto di correre di più e andare in via Fani. Questo non toglie che chi è partito prima potesse sapere dove andava. Poteva saperlo con dettaglio o in modo generico, ma sempre dalla parte di via Trionfale. Certamente, però, se mette la sirena, qualcuno gli ha detto di metterla. Se mi accompagna qualcuno e io non gradisco la sirena, quello che mi accompagna, anche se va a trecento...

FABIO LAVAGNO. Riguardo a chi mette la sirena qui, in questa sede, Biancone ci sta dicendo che non gli è stato ordinato di metterla e che l'ha messa autonomamente. Non possiamo mettere in bocca all'audito parole che non ha detto.

EMIDIO BIANCONE. Può darsi anche che me l'abbia detto e io non me lo ricordo.

FABIO LAVAGNO. Questo cambia. Delle due l'una.
Passo all'ultima cosa. Lei ci ha raccontato un particolare particolarmente pietoso – è comprensibile – di quando è arrivato, del collega steso a terra e della pistola a poca distanza rivolta verso il corpo, e ci ha descritto il rivolo di sangue. Mi rendo conto di fare una domanda delicata. Ricorda se il rivolo di sangue fosse particolarmente vivo o meno ? Mi rendo conto della delicatezza di questa domanda.

EMIDIO BIANCONE. Non ricordo.

FABIO LAVAGNO. Ricorda solo un rivolo di sangue che dalla testa, dalla tempia...

EMIDIO BIANCONE. Usciva da sotto il corpo. Non so se dalla tempia o da... Andava a finire proprio dentro...

PRESIDENTE. Onorevole Grassi, può intervenire se la domanda è breve su questo punto, altrimenti vuole intervenire la collega Spessotto.

GERO GRASSI. È velocissima. Preciso che non sono un appassionato di orologi.

PRESIDENTE. Non è un vizio.

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GERO GRASSI. È una precisazione. La domanda è questa: a verbale lei ha dichiarato di aver parcheggiato sulla sinistra di traverso, metà sul marciapiede e metà a terra, per liberare la strada per i soccorsi.

EMIDIO BIANCONE. No, non ho detto per i soccorsi.

GERO GRASSI. È scritto. Signor Biancone, lei può anche ritrattare quello che ha detto a verbale...

EMIDIO BIANCONE. Ho detto per non intralciare...

GERO GRASSI. Può anche ritrattare quello che ha detto a verbale.

EMIDIO BIANCONE. Per non intralciare eventualmente i soccorsi. Se arrivo là e mi metto davanti...

GERO GRASSI. Esatto, per non intralciare i soccorsi. In italiano, se dico che mi sono messo là per non intralciare i soccorsi, significa che i soccorsi non sono arrivati.

EMIDIO BIANCONE. Ho detto i soccorsi per modo di dire. Potevano essere la Scientifica o altre cose.

GERO GRASSI. Le faccio notare che tra quello che lei ha detto oggi e quello che ha fatto mettere a verbale quando io non c'ero – quello lo prendo per buono, mentre questo l'ho sentito – lei è caduto in evidenti contraddizioni. Ho finito.

EMIDIO BIANCONE. Perché ho detto di essermi spostato per far arrivare i soccorsi ? Mi sono spostato per far arrivare altri personaggi...

GERO GRASSI. Sì, ma oggi ha detto che l'ambulanza era già arrivata.

EMIDIO BIANCONE. Non ho visto l'ambulanza. Io mi sono ricordato che il collega era già stato trasportato...

GERO GRASSI. Mica l'hanno trasportato a spalla.

PRESIDENTE. L'osservazione di Grassi è legittima e chiara, come è chiaro che Biancone dice: «Se io vado sul luogo di un incidente e dico che mi sposto perché arrivano i soccorsi... Ci sono cinque persone colpite. Se quattro sono morte non lo constato io; – posso pensare che arrivi un'ambulanza». Il fatto è che si è ricordato dell'ambulanza. Poi tutte le osservazioni sono legittime, ma Biancone non ha mai detto di aver visto l'ambulanza. Ha detto sempre di non averla vista. Dico questo per precisione, altrimenti diventa una barzelletta e stiamo qui a giocare.

ARIANNA SPESSOTTO. Se l'onorevole Grassi rispettasse l'ordine degli interventi... Avevo la stessa domanda da fare al dottor Biancone sulla questione dei soccorsi. Nel verbale di aprile 2015 lei sostiene una cosa, che poi sparisce dai verbali e dagli interrogatori successivi: dice che parcheggia – lo specifica proprio lei – sul marciapiede per lasciare spazio ai soccorsi, mentre oggi lei invece dice che è arrivato quando l'ambulanza non c'era già più. Soprattutto questo non coincide neanche con le testimonianze oculari, che dicevano che la prima auto arrivata sul posto dalla quale sono usciti dei poliziotti con la paletta era un'Alfasud beige, che poi ha parcheggiato lì.

PRESIDENTE. L'Alfasud che guidava il signor Biancone è gialla, per la precisione.

EMIDIO BIANCONE. Era gialla. Io sono arrivato lì e mi sono messo da parte. Ho detto che mi sono messo da parte per i soccorsi. Non so se dovesse arrivare ancora l'ambulanza e se dovessero arrivare altri soccorsi. È normale, è prassi: se arrivo, vedo la scena dell'accaduto e mi metto là davanti, vuol dire che blocco tutto. Quindi sono arrivato e mi sono spostato sulla sinistra. È normale. In qualsiasi incidente stradale è normale che ci si metta da parte. Non ci si mette davanti.

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PRESIDENTE. Testualmente, Biancone il 24 aprile 2015 dice: «Per non intralciare gli accertamenti e i soccorsi».

PAOLO CORSINI. Che ipotizzava che sarebbero arrivati. Mi sembra talmente ovvio.

GERO GRASSI. Invece l'ambulanza era già arrivata.

PAOLO CORSINI. Come fa a saperlo, se non l'ha vista ? Suppone che possano arrivare altri soccorsi. Mi sembra ovvio.

PRESIDENTE. Il senatore Corsini solitamente non è mai d'accordo con lei, onorevole Grassi. Tuttavia, la inviterei sommessamente a considerare che anche questa osservazione del senatore Corsini può essere presa in conto. Biancone non ha mai detto di aver visto l'ambulanza. Quindi, quando arriva, può pensare agli accertamenti e che arrivino le ambulanze. Questo dice il senatore Corsini. È legittimo prendere in considerazione...

GERO GRASSI. No. Biancone ha detto che ha saputo che un collega era stato portato...

PRESIDENTE. Ma lo ha saputo quando ha parlato con gli altri.

EMIDIO BIANCONE. Quando ho parlato con gli altri.

PRESIDENTE. Non arriva «saputo», altrimenti sarebbe un mago.

EMIDIO BIANCONE. Successivamente mi sono rispostato ancora con la macchina e sono entrato con tutta la macchina sul marciapiede per far operare la Scientifica e i soccorsi.

GERO GRASSI. C'era già Frajese, prima della Scientifica.

FEDERICO FORNARO. Quello che le sto chiedendo è uno sforzo di memoria. Lei arriva, posteggia e, da quello che ha detto lei, ovviamente, si avvicina alle auto.

EMIDIO BIANCONE. No, sono rimasto nel marciapiede. Non mi sono avvicinato alle auto. Sono rimasto accanto alla macchina perché si faceva ascolto radio.

FEDERICO FORNARO. Può darsi che sbagli – vado a memoria – ragion per cui le chiedo scusa anticipatamente. Se lei è rimasto vicino all'auto, non poteva vedere Iozzino per terra.

EMIDIO BIANCONE. Appena arrivato, ho visto Iozzino per terra. Guardi che lo avevo a tre metri. Mi sono fermato un paio di metri prima.

FEDERICO FORNARO. In quell'istante, in quella frazione, quando fa scendere i suoi passeggeri, riesce a vedere il particolare del...

EMIDIO BIANCONE. Poi sono uscito dalla macchina quando si era calmato un po’. Sono sceso dalla macchina e ho visto tutta la situazione.

FEDERICO FORNARO. Se le faccio una domanda, abbia pazienza, non la sto accusando di nulla, perché era assolutamente naturale che, una volta sceso... Le ho fatto una domanda e lei mi ha risposto esattamente l'opposto di quello che ha fatto. Abbia pazienza.
Lei arriva, fa scendere il dottor Spinella e il dottor Giancristofaro. A questo punto li fa scendere sostanzialmente in coda all'Alfetta, prima di posteggiare...

EMIDIO BIANCONE. Sì, e poi salgo sul marciapiede.

FEDERICO FORNARO. Benissimo. A quel punto posteggia...

EMIDIO BIANCONE. Sì.

FEDERICO FORNARO. ...e da lì in avanti, ovviamente, è andato a vedere cosa stava succedendo.

EMIDIO BIANCONE. Sì, sono sceso dalla macchina.

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FEDERICO FORNARO. È assolutamente normale. È assolutamente legittimo. Non sto discutendo. Se mi risponde che non si è mosso dalla macchina, le dico che è impossibile che lei notasse...

EMIDIO BIANCONE. Uno sta là, gira attorno alla macchina, per due o tre metri e poi ritorna, anche per vedere quello che era successo. La curiosità ti spingere a vedere.

FEDERICO FORNARO. Signor Biancone – altrimenti non ci intendiamo – le sto dicendo che è assolutamente naturale. Lei, però, provi a rispondere esattamente quello che è successo, non avendo una pre-risposta. Abbia pazienza. Le faccio una domanda. Se mi risponde come mi ha risposto adesso, non le rispondo io in questo modo, un po’ «aggressivo», di cui mi scuso. Ovviamente, se lei mi dice che è stato fermo vicino alla macchina, non avrebbe potuto vedere le cose che, invece, ha visto. Ha fatto una cosa assolutamente naturale e legittima, che è quella di andare a vedere che cosa fosse successo.
Detto questo, proprio perché lei è andato a vedere che cosa fosse successo naturalmente e legittimamente, si ricorda che cosa fecero i suoi due superiori ?

EMIDIO BIANCONE. No.

FEDERICO FORNARO. Avevano una paletta ? Giancristofaro aveva una paletta ?

EMIDIO BIANCONE. No.

FEDERICO FORNARO. Non le risulta che utilizzassero la paletta ?

EMIDIO BIANCONE. La paletta in dotazione alla macchina ce l'avevo io dentro la macchina.

FEDERICO FORNARO. E non è stata utilizzata ?

EMIDIO BIANCONE. Non è stata utilizzata.

FEDERICO FORNARO. Il dottor Spinella rimane lì quanto, nel suo ricordo ? Mezz'ora, un'ora, due ore ?

EMIDIO BIANCONE. Di più. Mi ricordo molto di più. Ha aspettato l'arrivo del questore De Francesco. Parlavano fra di loro e con altre persone e poi lui è ripartito con il questore.

FEDERICO FORNARO. Le chiedo ancora un particolare utile per cercare di ricostruire le tempistiche. Ricorda l'arrivo della moglie dell'onorevole Moro ?

EMIDIO BIANCONE. No.

FEDERICO FORNARO. Non ricorda ?

EMIDIO BIANCONE. Non ricordo.

FEDERICO FORNARO. Ho un'ultima domanda. Quando lei arriva, attorno all'auto – lo ha già detto rispondendo al collega Gotor – sul marciapiede ci sono dei curiosi. Tra di voi, però, vi riconoscete, anche se non siete in divisa: un collega lei è in grado di riconoscerlo. Attorno alle auto, quando voi arrivate, ci sono un collega, cinque colleghi, dieci colleghi, venti colleghi ? Lei dichiara che, a suo ricordo, di macchine della Polizia ce n'era una soltanto.

EMIDIO BIANCONE. La volante.

FEDERICO FORNARO. La volante. Ovviamente, se c'erano delle macchine civetta, questo lei non poteva saperlo. Quando lei arriva, però, ce n’è una soltanto, che è bianca. Giusto ? L'auto della Polizia è bianca o è un'auto...

EMIDIO BIANCONE. Dei colori della Polizia.

FEDERICO FORNARO. Dei colori della Polizia. Non ricorda altre Alfasud bianche, per esempio ?

EMIDIO BIANCONE. No, non ricordo altre Alfasud bianche.

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FEDERICO FORNARO. Le rifaccio la domanda: quante persone della Polizia o ragionevolmente colleghi vede attorno all'auto, escluso il dottor Spinella e il dottor Giancristofaro ?

EMIDIO BIANCONE. Non lo so. Rispetto alle persone, ai curiosi, non saprei dirlo.

FEDERICO FORNARO. I curiosi – mi perdoni – ha detto che erano sul marciapiede.

EMIDIO BIANCONE. Erano sul marciapiede.

FEDERICO FORNARO. Vicino alle auto non c'era nessuno ? Le rifaccio la domanda: vicino alle auto, cioè vicino alla 130 e all'Alfetta, c'era qualcuno o non c'era nessuno ?

EMIDIO BIANCONE. Non mi ricordo se ci fosse qualcuno o se erano... Non lo so.
Ho visto solo la volante della Polizia, con i colori di istituto. Se qualche macchina parcheggiata là era un'auto civetta, questo non lo so.

FEDERICO FORNARO. Le faccio un'ultima domanda e poi taccio, per capire se ho capito bene io.
Alle 7 lei va a prendere l'auto in Questura. Alle 7.30 va a prendere il dottor Spinella sotto casa. Arriva intorno alle 8-8.15, secondo una dichiarazione sua. Dopodiché, dopo un determinato numero di minuti (non mi interessa definire quanti), esce fuori il dirigente Correale e, in maniera concitata, le dice...

EMIDIO BIANCONE. «Prendi la macchina. Prepara la macchina, che sta uscendo».

FEDERICO FORNARO. A quel punto, lei parte, non sulla sua auto, ma su quella di servizio di Giancristofaro, con a bordo Spinella davanti e...

EMIDIO BIANCONE. ...dietro il dottor Giancristofaro.

FEDERICO FORNARO. Con destinazione zona Trionfale. All'inizio del percorso – lasciamo perdere dove – dalla radiomobile voi tre ascoltate l'informazione, rivolta a tutte le auto di servizio, di recarsi, in un certo numero di auto, in via Fani, mentre le altre non devono andare per non intralciare. È a quel punto che mette la sirena oppure no ?

EMIDIO BIANCONE. No, dopo. Me lo ricordo. Quando trovavo degli intralci e degli incroci pericolosi.

FEDERICO FORNARO. Benissimo. Questo è molto importante, a mio giudizio. Quando il dottor Spinella e l'altro dirigente ascoltano questo fatto di via Fani, non le danno l'ordine di mettere la sirena e di accelerare. La destinazione – mi faccia capire – in quel momento rimane zona Trionfale. Non cambia. Cambierà soltanto quando, arrivando in zona Trionfale...

EMIDIO BIANCONE. No. Là mi hanno detto di girare a destra in via Fani. Io non sapevo dove fosse via Fani.

FEDERICO FORNARO. Mi faccia capire. Lei, però, l'auto l'ha indirizzata e ha continuato a indirizzarla verso via Trionfale.

EMIDIO BIANCONE. Verso via Trionfale.

FEDERICO FORNARO. Arrivato in via Trionfale, le hanno detto di girare e poi è andato in via Fani.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

FEDERICO FORNARO. Quindi, il dottor Spinella non le dice di cambiare strada.

EMIDIO BIANCONE. No.

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FEDERICO FORNARO. Lo segnalo: può darsi che sia cambiato dal 1978, ma, se uno prende il percorso più veloce usando Google Maps – fonte aperta, così ci intendiamo – il percorso più veloce per arrivare in via Fani non è passare attraverso via Trionfale. È questo il punto. Il dottor Spinella, in quel momento, appresa la notizia dalla radiomobile dell'episodio di via Fani, non le dice di accelerare e non cambia la destinazione. La cambierà soltanto arrivando in via Trionfale, rendendosi conto – questo lo aggiungo io – che in via Trionfale non è successo niente.

MIGUEL GOTOR. Io sono affezionato, rispetto ai miei colleghi, ai minuti esatti. Soprattutto dopo trentotto anni so che è il modo migliore per ricostruire le cose... È un gioco da ragazzi...
Quello che sappiamo è che la cosiddetta strage di via Fani avviene alle 8.55, più o meno, in base a testimonianze raccolte dall'autorità giudiziaria. Si spara in via Fani – la prima percezione è questa – alle 8.55. Sempre da quanto è stato ricostruito sappiamo che alle 9.02-9.03 si ha la prima notizia che viene diramata e inizia a diventare pubblica.
Per quanto ho capito in base alla sua testimonianza, il dottor Spinella – lei avrà capito che è quello che qui ci interessa; purtroppo lui non c’è, perché è morto – intorno alle 8.45, anche qui minuto più minuto meno, le dice di andare in zona Trionfale. Dica un bel «sì».

EMIDIO BIANCONE. Sì. Può darsi. Sì.

MIGUEL GOTOR. In base a quello che lei si ricorda.

EMIDIO BIANCONE. In base a quello che mi ricordo, sì.

MIGUEL GOTOR. Tutto il succo di questa interessantissima audizione, secondo me, è un po’ qui. Se via Fani si trovasse distante venti chilometri dalla zona Trionfale e non si trovasse, invece, come si trova in maniera univoca e oggettiva, in zona Trionfale... Se via Trionfale e via di Forte Trionfale (come dice anche la toponomastica) è oggettivo che si trovino in zona Trionfale – ripeto che in via di Forte Trionfale c'era l'abitazione di Moro – e via Trionfale era la via di principale scorrimento della zona, ne possiamo dedurre (lo dico non qui al signor Biancone, ma perché sia messo a verbale), in base a quello che stiamo ricostruendo, che il dottor Spinella con un congruo anticipo è consapevole che la zona Trionfale di Roma (che sia l'abitazione di Moro in via di Forte Trionfale o che sia via Fani, il luogo dell'eccidio) è una zona calda. È una zona che a lui interessa moltissimo.

PRESIDENTE. Forse era calda dalla sera prima.

MIGUEL GOTOR. Questo è un punto su cui dobbiamo indagare. È una zona calda prima che oggettivamente lo diventi, perché lo diventa oggettivamente alle 8.55.

PRESIDENTE. Alle 9.02 per tutti gli altri.

MIGUEL GOTOR. E poi alle 9.02 per tutti gli altri.
Il problema veramente non è l'autista, che si è trovato in quella circostanza. Questo è un punto che, secondo me, dovremmo fare il massimo per chiarire, perché il capo della DIGOS di Roma, in base a questa ricostruzione, una decina di minuti prima, come minimo – vi dico che, secondo me, è come minimo, perché poi, in realtà, se Biancone è andato alle 7.30 a prenderlo a Monteverde, non è vero che ci vogliono quarantacinque minuti da Monteverde a via Nazionale; secondo me, è anche un po’ prima, come minimo una decina di minuti prima rispetto alle 8.45 – sa già che zona Trionfale sarà una zona caldissima.
Questo mi sembra importante, se l'autista ci ha chiarito questo fatto. Dovremmo continuare allora a capire obiettivamente come sia stato possibile, non credendo nella preveggenza. Lasciamo stare che a me sembra del tutto inverosimile – ma questo è un parere personale – che Spinella Pag. 32alle 8.45 scenda le scale sapendo che la zona Trionfale è una zona calda e che per tutto il percorso, fino a quando non arrivate in via Fani, questa sembrerebbe quasi un'ordinaria ma un po’ veloce corsa. Questo mi sembra inverosimile, ma sono affari miei.

PRESIDENTE. Aggiungo una domanda. Le hanno messo fretta per tirare fuori la macchina, tant’è vero che, invece della sua, ha preso quella del vicedirigente; ci è salito sopra; il passeggero dietro era attaccato alla maniglia. Al di là se le ha detto di andare di fretta, lei andava di corsa o no ?

EMIDIO BIANCONE. Andavo di corsa.

CATERINA PES. Dall'inizio ?

EMIDIO BIANCONE. A istinto, sì.

PRESIDENTE. Quindi, lei parte di corsa.

MIGUEL GOTOR. Lo scenario su cui, secondo me, dovremmo indagare più seriamente, con tutte le difficoltà del caso – sono passati trentotto anni – è che...

PRESIDENTE. Ce l'ho chiarissimo. Se mi fa concludere prima che inizi l'Aula, ci metto un minuto.

MIGUEL GOTOR. ...è altamente verosimile che un'informazione precisa di anticipo arrivi al dottor Spinella e che il dottor Spinella in itinere debba decidere se andare in zona Trionfale verso la casa di Moro o verso via Fani.

PRESIDENTE. Ho una mia idea, che adesso vi dirò.

FABIO LAVAGNO. Io non ho le certezze a cui arriva il collega Gotor, anche perché l'audito oggi ci descrive un percorso che ha cambiato di passo... Adesso ha aggiunto «a istinto», dopo che si è sentita una comunicazione.
Lei, signor Biancone, ci ha descritto un viaggio – dopo questo cambio di passo, con Giancristofaro dietro appeso alla maniglia perché si va forte – fondamentalmente muto, nel senso che non c’è comunicazione tra voi tre. Al massimo parlavano Spinella e Giancristofaro. Lei ci dice che ha capito che andava in via Fani, perché non sapeva dove fosse, quando le hanno detto di girare e che lì era avvenuto quello che era avvenuto, ossia l'eccidio di via Fani, per come lo conosciamo noi oggi, e che avevano rapito l'onorevole Moro.
La mia domanda è: quando ha capito che avevano rapito l'onorevole Moro ? Chi gliel'ha detto ? Quando siete arrivati lì c’è stata un'imprecazione, un'interiezione, un «Che diamine è successo ?», qualcosa del genere ?

EMIDIO BIANCONE. L'ho appreso quando, arrivato sul posto, loro sono usciti dalla macchina e poi sono uscito io e si vociferava che era stato rapito...

FABIO LAVAGNO. Dai passanti, da chi stava lì ?

EMIDIO BIANCONE. Sì.

FABIO LAVAGNO. Hanno detto: «Guarda, hanno rapito Moro».

EMIDIO BIANCONE. È stato un rapimento e poi si è saputo che era Moro.

FABIO LAVAGNO. Si è saputo poi. Non è che Spinella le ha detto: «Caspita, hanno rapito Moro».

EMIDIO BIANCONE. No, Spinella no.

FABIO LAVAGNO. E neanche Giancristofaro.

PAOLO CORSINI. Nel corso del tragitto il nome di Moro non è mai stato fatto ?

EMIDIO BIANCONE. Non è stato mai fatto, no.

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STEFANO LUCIDI. Il cambio di passo in direzione Trionfale e poi verso via Fani, a sua memoria, ha destato sorpresa in Spinella, oppure no ? Ricorda se c’è stata una sorpresa ?

EMIDIO BIANCONE. Non mi ricordo. Quando si è concentrati alla guida, non è che uno...

STEFANO LUCIDI. Lei sale per via Trionfale e poi le viene detto di girare a destra verso via Fani. Poi percorre via Fani. Quando arriva nel centro, percorrendo l'ultimo tratto di via Fani, la strada è sgombra oppure trova già, per esempio all'altezza di via Madesimo, delle persone, delle auto ferme, le supera e deve districarsi in mezzo...

EMIDIO BIANCONE. Non me lo posso ricordare. Non lo so. Non mi ricordo se c'erano degli intoppi sul traffico.

STEFANO LUCIDI. Lei ha detto che si è riconosciuto in una foto di quella mattina. Quindi sarebbe in grado di identificare la sua posizione anche in base a tutte le altre foto. Potremmo sapere istante per istante dov'era posizionato.

EMIDIO BIANCONE. Sì.

STEFANO LUCIDI. Era in borghese quella mattina, ha detto.

EMIDIO BIANCONE. Sì, in borghese.

PRESIDENTE. Per memoria, leggo la dichiarazione del questore De Francesco alla I Commissione Moro nell'audizione del 7 novembre 1980: «Sono stato, credo, tra i primi ad arrivare in via Fani insieme con il dottor Spinella e con molti funzionari; dopo poco sono stato lì raggiunto dal sostituto Infelisi». De Francesco disse anche: «Immediatamente mi sono portato sul posto: sono arrivato tra i primi». E alla domanda «C'era già la signora Moro ?» rispose: «È arrivata qualche minuto dopo e ha parlato proprio con me».
Questo merita attenzione, tant’è vero che daremo incarico al generale Scriccia di fare un assemblaggio di tutti questi dati.
De Francesco dichiarò che arrivarono due comunicazioni, una alle 9.03 da parte dell'autopattuglia di Monte Mario e una alle 9.05 da parte della stessa autopattuglia che comunicò che gli uomini della scorta erano morti e che era stato portato via l'onorevole Moro.
Credo che, rispetto a quello che nella relazione avevamo detto essere probabile, emergano alcune cose. È incontrovertibile che Spinella parta prima.

MIGUEL GOTOR. Nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Parte prima.

MIGUEL GOTOR. Nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Parte prima, e questo è un dato assodato. Parte prima: è certo da tutte le cose. Poi c’è chi si appassiona a stabilire il numero dei minuti. Per me è già significativo che parta prima.
Parte prima per andare in zona Trionfale. In zona Trionfale – Gotor ha detto una cosa importante – c’è l'abitazione di Moro, c’è anche la chiesa dove Moro va a messa e poi c’è anche il luogo dove è avvenuto l'eccidio.
Non potendo noi interrogare né Biancone, né gli altri per sapere perché Spinella dice di andare in zona Trionfale, in base alle nostre conoscenze di oggi ci sono sul tappeto due cose: o qualcuno pochi minuti prima, o qualche momento prima, ha detto che sarebbe successo qualcosa di terribilmente caldo lì, oppure qualcuno ripensa a chiacchierate avvenute magari la sera precedente e si preoccupa di vedere dove sta Moro.
Credo che, se fosse partito magari mezz'ora prima, avrebbe potuto cambiare il corso degli eventi.
Queste sono le due cose: o ha avuto uno spiffero o ha maturato una cognizione...

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FEDERICO FORNARO. Se hai lo spiffero, avverti Leonardi. Questo è il punto: nessuno avverte Leonardi.

PRESIDENTE. Senatore Fornaro, ho capito. Se mi permette, non mi sembra poco interessante il fatto che, se Moro ha chiamato il 15 sera, e ho dei dubbi che abbia chiamato il capo della Polizia per dirgli che aveva paura per le proprie carte... Noi abbiamo sempre pensato che fosse andato Spinella e poi abbiamo scoperto che non erano andati né Spinella, né De Francesco; abbiamo avuto riconfermato che era andato il capo della Polizia. Io penso che, se Moro quella sera gli ha detto questa cosa e magari alle 10 di sera qualcuno comunica al questore e poi a Spinella che Moro gli ha detto qualcosa, la preoccupazione che capiti qualche cosa a Moro magari gli viene. È legittima come lo spiffero. Non cambia. Se ti viene la legittima preoccupazione, molto probabilmente, più che avvertire Leonardi, avresti dovuto mandare due macchine la sera avanti.
C’è una preoccupazione da una parte o uno spiffero dall'altra e Spinella parte prima. Come abbiamo sempre detto, parte prima. Poi possiamo disquisire se arriva prestissimo o arriva un po’ in ritardo, ma il dato che importa non è quando arriva. Il dato che importa è quando parte, perché la differenza la fa questo dato. Per me la differenza la fa quando parte, più che la certezza di quando arriva.

FEDERICO FORNARO. Ne abbiamo discusso non poco, quando abbiamo scritto la relazione.

PRESIDENTE. Sulla certezza di quando arriva credo che dovremmo fare una serie di ulteriori valutazioni. Biancone oggi, ma anche in passato, ci dice tre cose. Sempre per ricordare, abbiamo la dichiarazione di uno dei primi, Nucci, il carrozziere. Quando arriva lì, parcheggia e fa i primi scatti del rullino sparito, sul luogo, non c'era nessuno o quasi. Se Biancone arriva e arriva insieme con la volante e già c’è gente, non mi sembra una cosa...

FEDERICO FORNARO. Poi c’è il problema dell'ambulanza.

PRESIDENTE. Poi c’è il problema dell'ambulanza. Oggi Biancone ha detto una cosa che in precedenza non era emersa: «A me hanno detto che il collega era stato preso con l'ambulanza». Questo lo sposta più avanti.
Tra Nucci, che scatta le foto che poi scompaiono, e l'arrivo della prima autopattuglia e poi degli altri, il fatto che ci sia gente che scende e guarda a me sembra perfettamente normale. L'ambulanza oggi è un elemento di novità, come è un elemento di novità che la direzione di marcia da «zona Trionfale» diventi «via Fani» in corso d'opera, dopo la comunicazione della centrale. Questo è quello che ci dice Biancone. Ciò non significa che Spinella quando ha detto «zona Trionfale» nella sua testa avesse una zona precisa. Tuttavia, via Fani si materializza quando parla la radio e quando dicono a Biancone di girare.
Un'altra cosa su cui, secondo me, non è sbagliato fare mente locale – questo si vede anche dalle foto – è che Biancone parla del motorino, che è il motorino di Marini, che noi abbiamo visto appoggiato lì in una foto. Anche questo ci aiuta a capire la tempistica, perché è posizionato lì, in una foto, se vi ricordate, e poi scompare da tutte le altre foto. Però, se lui lo vede... Infatti, è una delle primissime foto. Questo, secondo me, è un altro degli elementi che ci possono aiutare.
Vi inviterei a vedere le immagini. Si può anche essere avvicinato Biancone, magari oggi non se lo ricorda. Tuttavia, in linea retta dalla sua macchina al corpo per terra dritto sono oggettivamente... Eccolo qui nella foto: Biancone è qui in piedi.

FEDERICO FORNARO. Ha la macchina davanti.

PRESIDENTE. No. Biancone è qui in piedi e non ha niente davanti. Quindi, lui vede. Non creiamo altri misteri.Pag. 35
L'altro elemento, per chiarezza nostra, è che c’è un'Alfetta, che guida lui, gialla...

EMIDIO BIANCONE. Un'Alfasud.

PRESIDENTE. Un'Alfasud gialla e ce n’è un'altra tipo Alfa, di cui non mi azzardo ora a dire il modello, che è beige e che non abbiamo trovato. Poi c’è la vicenda del signore con la paletta. Biancone oggi ci dice che la paletta ce l'aveva lui e i suoi non l'hanno usata. Vi rimando a tutte le dichiarazioni del figlio dell'edicolante che dice di aver visto arrivare trafelato un signore un po’ basso e un po’ grosso, che era il commissario di Monte Mario, che mandava via tutti.
Questo è un quadro che ci consente di fare ulteriori approfondimenti, fermo restando che il dato che emerge è che è partito prima. Dovremmo capire perché è partito prima.

MIGUEL GOTOR. Nella direzione giusta.

PRESIDENTE. Nella direzione giusta, che però può essere la casa di Moro, la chiesa di Moro o via Fani.

MIGUEL GOTOR. È tutta relativa a Moro e alla vicenda Moro, che si sarebbe realizzata una decina di minuti dopo.

PRESIDENTE. Certo non andava a fare acquisti in corso Vittorio.
Ringrazio il signor Biancone e dichiaro conclusa l'audizione.

La seduta termina alle 16.10.