XVII Legislatura

IV Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Mercoledì 17 febbraio 2016

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Generale Tullio Del Sette (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 3 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 3 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 3 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 3 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 5 
Artini Massimo (Misto-AL-P)  ... 5 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 5 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 6 
Rizzo Gianluca (M5S)  ... 6 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 6 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 9 
Zanin Giorgio (PD)  ... 9 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 9 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 10 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 10 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 12 
Villecco Calipari Rosa Maria (PD)  ... 12 
Del Sette Tullio , Comandante generale dell'Arma dei carabinieri ... 12 
Garofani Francesco Saverio , Presidente ... 12 

Allegato 1: Risposte del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Generale Tullio del Sette, ai quesiti posti dai deputati della Commissione difesa ... 13 

Allegato 2: Trattamenti economici percepiti dal personale dell'Arma dei carabinieri suddivisi per fasce di reddito annuo lordo ... 38

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà: SI-SEL;
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: (LNA);
Democrazia Solidale - Centro Democratico: (DeS-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-Alleanza Liberalpopolare Autonomie ALA-MAIE-Movimento Associativo italiani all'Estero: Misto-ALA-MAIE;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera-Possibile: Misto-AL-P;
Misto-Conservatori e Riformisti: Misto-CR;
Misto-USEI (Unione Sudamericana Emigrati Italiani): Misto-USEI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE FRANCESCO SAVERIO GAROFANI

  La seduta comincia alle 14.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Seguito dell'audizione del Comandante generale dell'Arma dei Carabinieri, Generale Tullio Del Sette.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, il seguito dell'audizione del Comandante generale dell'Arma dei carabinieri, Generale Tullio Del Sette.
  Do il benvenuto al Generale Del Sette, che ringrazio per la disponibilità a essere nuovamente presente qui con noi per il seguito della sua audizione, che, come ricorderete, è avvenuta il 2 dicembre scorso. Ricordo che in quell'occasione il Generale Del Sette ha svolto un'ampia relazione sullo stato e l'attività dell'Arma e che si è concordato di rinviare a una successiva seduta la fase delle domande e di far pervenire queste ultime al Generale in anticipo rispetto alla seduta di oggi, in modo da ottimizzare i tempi. Ricordo, infatti, che l'audizione dovrebbe concludersi intorno alle 15.
  Sono pervenute da parte dei deputati numerose domande, che sono in distribuzione. Do, quindi, subito la parola al Generale per le risposte.

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Grazie. Sono state trasmesse, complessivamente, 31 domande. Proverei a rispondere nell'ordine in cui mi sono pervenute, fermo restando che lascerei poi, se il presidente è d'accordo, uno scritto contenente le risposte.
  Saluto il presidente e tutti i membri della Commissione e ringrazio per l'attenzione che è stata rivolta all'Arma dei carabinieri anche attraverso le domande che sono pervenute. Grazie di cuore.
  Ho due domande pervenute dall'onorevole Lacquaniti e poi alcune domande dell'onorevole Artini. Sono otto. Poi ci sono otto domande dell'onorevole Basilio e otto domande dell'onorevole Rizzo. Infine, ci sono cinque domande del Partito Democratico. Questa è la situazione.
  Alcune domande sono molto argomentate. Non so se sia necessario che le ripeta io, oppure se sia sufficiente che ne faccia un po’ la sintesi.

  PRESIDENTE. Passerei direttamente alle risposte.

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. La prima domanda dell'onorevole Lacquaniti è relativa alla tipologia, alla modalità e tempi previsti per l'addestramento del Corpo forestale dello Stato che transiterà nell'Arma dei carabinieri, in particolare di quello destinato all'organizzazione forestale, ambientale e agroalimentare.
  Al riguardo posso dire che stiamo prevedendo che a favore del Corpo forestale dello Stato che transiterà nell'Arma dei carabinieri vengano svolti dei corsi diversificati, la cui durata e compiuta articolazione definiremo nei prossimi mesi, d'intesa Pag. 4con il Corpo. Verranno attagliati ai vari ruoli (dirigenti, direttivi, ispettori, sovrintendenti, agenti, assistenti, periti, revisori, operatori e collaboratori) e alle qualifiche di polizia giudiziaria e di pubblica sicurezza che hanno e che avranno.
  La tempistica delle attività terrà conto dell'esigenza di fornire nel più breve tempo possibile le cognizioni necessarie e quella di garantire, al contempo, la funzionalità dei reparti di provenienza senza interruzioni. L'avvio a brevi cicli formativi sarà perciò scaglionato.
  A fattor comune per gli appartenenti al Corpo dovrebbero essere previsti cenni sull'articolazione ordinativa e i compiti dell'Arma. Inoltre, dovrebbero essere impartite nozioni tecniche per garantire la piena interoperabilità dei sistemi di comunicazione (portali e, in genere, supporti operativi e tecnologici) e, quindi, dovrebbero essere affrontate tematiche connesse con l'acquisizione dello status militare.
  L'approfondimento di altre tematiche tecniche, così come avviene per il personale dell'Arma, per il restante personale, potrà essere affrontato con successivi cicli didattici nei reparti di impiego, ovvero presso l'ISTI, per la polizia giudiziaria specialistica, e presso il CoESPU. Questo per il raccordo con le Forze di polizia di altri Paesi.
  La seconda domanda è finalizzata a sapere se, in relazione ad alcuni suicidi, siano previsti per gli appartenenti all'Arma screening di natura psicologica al momento dell'arruolamento e assistenza successiva di sostegno continuativo nel tempo durante la vita professionale, anche in relazione all'uso delle armi.
  Posso rispondere senz'altro di sì. I casi di suicidio lo scorso anno sono stati dieci. Mediamente negli ultimi anni sono stati un po’ di più, ossia tredici. L'anno scorso sono stati dieci e quest'anno tre (due ufficiali e un appuntato).
  Nessuno di questi casi è mai stato connesso, dagli scritti lasciati o da altre situazioni, a esigenze e questioni di servizio. Posso dire per i dieci dello scorso anno che cinque sono riconducibili a motivi familiari, tre a problemi di salute e due a cause non note e comunque non riconducibili a questioni di servizio, per quanto è stato accertato. Sette sono stati attuati con l'arma d'ordinanza, due con una pistola privata e uno per impiccamento.
  Da tempo il Comando generale ha intrapreso un'analisi attenta del fenomeno per l'individuazione delle situazioni potenzialmente critiche e la prevenzione. Il primo screening è inserito senz'altro nella procedura per gli accertamenti sanitari durante le prove concorsuali. Gli aspiranti vengono sottoposti a visita psichiatrica, la quale deve mirare ad accertare il possesso dei requisiti minimi di idoneità e, quindi, il normale e funzionale assetto della struttura della personalità nelle sue varie componenti intellettive, affettive e comportamentali.
  I candidati che risultino in possesso dell'idoneità psicofisica accedono alla fase di valutazione attitudinale, nel corso della quale i test di personalità somministrati vengono valutati da un ufficiale psicologo e vengono, quindi, evidenziati punti di forza e criticità.
  L'aspirante, quindi, per ultimo, viene esaminato da una Commissione composta dal presidente del Centro nazionale di selezione e reclutamento, da un altro psicologo e da un altro perito selettore, che valutano – in particolare lo psicologo – il requisito della stabilità emotiva in chiave attitudinale.
  Dal 2014 è stato istituito un gruppo di studio permanente presso le scuole, composto da quattro ufficiali psicologi, che ha somministrato in tutti i reparti di istruzione due test di personalità, il primo in prossimità dell'incorporamento, il secondo dopo un periodo di addestramento. Chiaramente, lo scopo è quello di verificare l'interiorizzazione dei valori e della cultura e di intercettare eventuali situazioni di disagio.
  Nel 2012 è stata diramata un'apposita direttiva dalla Direzione di sanità del Comando generale, Criteri guida per la prevenzione nei casi di disagio. La diramazione è stata accompagnata da una circolare nella quale è stato richiamato come Pag. 5queste situazioni debbano avere carattere di priorità ed essere trattate con priorità.
  Nel 2013 è stato potenziato il servizio di psicologia medica ed è stato previsto di assegnare psicologi nelle nostre infermerie presidiarie, cioè nei Comandi di legione sul territorio – questi psicologi sono già in azione in quasi tutte – e tre medici psichiatri referenti, uno per il Nord, uno per il Centro e uno per il Sud.
  Nel 2014 è stata introdotta ancora una nuova linea di indirizzo clinico-gestionale da parte della Direzione di sanità per le infermerie presidiarie e, quindi, un'attività formativa a favore di ufficiali e psicologi sui fattori del disagio, attività che quest'anno ripeteremo.
  Dal 2015 il Centro nazionale di selezione e reclutamento supporta le infermerie presidiarie per la fornitura e la correzione dei test di personalità somministrati ai militari in servizio.
  Quest'anno, dal 2016, ho istituito l'Ufficio condizione generale del personale, alle mie dirette dipendenze, specificamente orientato a sostenere l'azione del Comandante generale a favore del personale, nel suo insieme e con riferimento ai vari ruoli e ai singoli, anche per l'individuazione di tutte le situazioni potenziali di disagio, siano esse attinenti a difficoltà economiche, contenzioso con l'amministrazione, disciplina, procedimenti penali, collocamento in congedo o altro.

  PRESIDENTE. Generale, posso fare una proposta per snellire i nostri lavori ? Chiederei soprattutto ai colleghi che hanno avanzato più quesiti di selezionarne un paio a testa, per avere la risposta qui in Commissione direttamente dal Generale. Per gli altri sarà distribuita la risposta scritta, che comunque sarà poi trasmessa e resa disponibile per tutti i colleghi. Sarà pubblicata nel resoconto della nostra audizione e consultabile da tutti.
  Chiederei, quindi, all'onorevole Artini di segnalare le due domande più importanti, altrimenti ho l'impressione che non riusciremo a concludere in tempo i nostri lavori.

  MASSIMO ARTINI. Era la stessa mia idea. Avevo fatto il conto sui minuti ed era praticamente impossibile. A questo punto segnalo i miei quesiti al Generale, che ringrazio. Vedendo quali sono state le risposte verso il collega Lacquaniti, penso che l'ampiezza delle risposte sia veramente totale. Mi interesserebbe la risposta sull'accorpamento dei servizi aerei e quella sui carabinieri ausiliari.
  Grazie.

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Mi si chiede qualcosa in ordine al Raggruppamento aeromobili carabinieri e alla possibilità dell'accorpamento, a che cosa succede col Corpo forestale e all'integrazione con gli altri servizi aerei delle altre Forze di polizia.
  Dovremmo procedere nella razionalizzazione dei siti secondo un programma che definiremo d'intesa al tavolo interpolizie. Nello schema di decreto legislativo è previsto che si debba procedere realizzando alcuni hub, probabilmente per ciascuna Forza di polizia, che saranno al servizio anche delle altre Forze di polizia. Tuttavia, tutto questo è ancora da definire.
  Il servizio aereo dell'Arma ha avviato da tempo una politica di razionalizzazione. Basti dire che gli elicotteri sono stati ridotti da 96 a 43. Oggi gli elicotteri in dotazione all'Arma dei carabinieri sono questi. Gli altri sono stati dismessi o sono in via di dismissione e comunque fuori uso tecnico, per quello che ci riguarda.
  Per quanto riguarda, invece, l'acquisizione dei velivoli del Corpo forestale, la previsione è quella di acquisire alcuni velivoli del Corpo forestale – in particolare dovrebbero essere gli NH-500 – e alcuni altri velivoli, fermo restando che quelli destinati a funzioni antincendio dovrebbero passare tutti ai Vigili del fuoco.
  In ogni caso, prevediamo, per quello che riguarda il Corpo forestale evidentemente, l'accorpamento delle rispettive capacità di settore, la razionalizzazione totale del supporto e l'estensione delle capacità Pag. 6manutentive in-house che abbiamo noi anche ai nuovi velivoli del Corpo forestale.
  Per quello che riguarda i carabinieri ausiliari, mi si chiede – posto che vi sono carabinieri ausiliari che hanno, a suo tempo, prestato servizio onorevole nell'Arma dei carabinieri e che poi non sono stati arruolati per mancanza di disponibilità di posti – se vi sia oggi la possibilità e l'intendimento di arruolarli.
  La situazione è la seguente. Nel triennio 2002-2004, in vista della sospensione della leva, abbiamo dato il massimo impulso alle immissioni di carabinieri ausiliari, assegnando loro il 30 per cento di tutti gli arruolamenti ordinari e tutti i posti non coperti del 70 per cento riservato, invece, ai volontari delle Forze armate. Quasi tutti i carabinieri ausiliari che erano in servizio nel 2005-2006 che ne hanno fatto domanda sono riusciti così a transitare.
  Ancora nel 2005, nell'ambito delle assunzioni destinate a carabiniere di quartiere, a suo tempo era stato previsto che l'incremento organico di 770 unità fosse tutto assegnato ai carabinieri ausiliari, e così è stato.
  Fino al 31 dicembre 2015, con norma di legge – l'articolo 2199 del codice dell'ordinamento militare – come sapete, l'arruolamento è stato riservato tutto ai volontari delle Forze armate. È da quest'anno che avremo la possibilità di inserire il 15 per cento dall'esterno.
  In quest'ambito del 15 per cento non possono rientrare i carabinieri ausiliari congedati a suo tempo che oggi abbiano un'età intorno o superiore ai 35 anni, ossia i giovani di cui si parla. Servirebbe un intervento di rango primario.
  Questo intervento comporterebbe comunque l'assunzione di carabinieri di questa età, il che non è in linea con le esigenze istituzionali che abbiamo, perché adesso l'età media del nostro personale è intorno ai 42 anni. Diminuirà sicuramente con le immissioni che avremo tra poco. Vi è, quindi, tanto personale che ha un'età per la quale è più proficuamente utilizzabile in compiti d'ufficio, o comunque non in determinati compiti. La nostra esigenza attualmente è, invece, quella di avere carabinieri più giovani.
  Ricollegandomi, però, se possibile, a un'altra domanda che ho avuto al riguardo, cioè se vi sia la possibilità di prevedere un impiego per queste persone che sono in congedo da diversi anni – la domanda mi è stata fatta dall'onorevole Basilio – rispondo che auspicheremmo che essi possano essere impiegati utilmente nell'amministrazione dello Stato e abbiano l'opportunità di rendere ancora servizio, perché hanno lavorato e hanno lavorato bene evidentemente. La possibilità di impiegarli in altre amministrazioni dello Stato in cui la loro età e la loro professionalità consentano di ben utilizzarli sarebbe ben vista senz'altro da noi e benvenuta per loro, ma anche per i carabinieri oggi in servizio.

  PRESIDENTE. Do la parola all'onorevole Rizzo per le sue due domande.

  GIANLUCA RIZZO. Grazie, presidente. Ringrazio anche il Generale Del Sette. La prima domanda che porrei in evidenza riguarda la rappresentanza militare e, quindi, le sentenze della CEDU. La seconda riguarda, invece, i limiti di età per la partecipazione ai concorsi pubblici.
  Grazie.

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. La sentenza cui fa riferimento è la sentenza n. 10609/10 del 2 ottobre 2014 della CEDU. È stata emessa a seguito del ricorso di un gendarme francese ed era volta al riconoscimento del diritto di partecipare ad associazioni tra militari in servizio e in congedo.
  La sentenza, in sintesi, secondo quello che abbiamo rilevato, ha ribadito che gli Stati membri possono imporre legittime restrizioni al diritto dei membri delle Forze armate di costituire o aderire ad associazioni sindacali, e ha stabilito che le citate limitazioni, non potendo intaccare la reale essenza del diritto sindacale, non possono risolversi nel divieto assoluto di costituire un sindacato o di aderirvi.Pag. 7
  Il Governo francese, per quanto sappiamo, ha promulgato, in esecuzione della sentenza, la legge 28 luglio 2015, con la quale ha confermato il divieto di sciopero e di adesione ad associazioni di natura sindacale, consentendo ai militari in servizio di costituire associazioni professionali finalizzate alla promozione e alla salvaguardia della condizione militare che possono partecipare, con gli organismi di rappresentanza militare già previsti dall'ordinamento francese, alle procedure di concertazione con il Governo e al dialogo con i vertici militari della difesa.
  Quanto alla rilevanza delle sentenze CEDU nell'ordinamento nazionale italiano, credo che sia argomento dibattuto e, quindi, più di tanto non posso dire rispetto a quanto già sapete o di diverso. In ogni caso, credo di poter citare la sentenza del 2015 n. 2866 del Consiglio di Stato, per la quale queste pronunce hanno efficacia indiretta nei confronti degli Stati diversi da quelli nei cui confronti sono emesse. Tali Stati possono scegliere le misure più idonee per l'attuazione dei princìpi sanciti negli atti giurisdizionali della Corte.
  Per valutare l'effettiva portata di queste pronunce, o comunque di questa pronuncia in particolare, e le conseguenze nel nostro ordinamento, credo sia opportuno analizzare nell'insieme la disciplina dello status militare. Questo per constatare quanto quel diritto sia stato riconosciuto nell'uno o nell'altro ordinamento, o come sia stato disciplinato.
  C’è poi una sentenza ancora della Corte costituzionale, ma vorrei porre l'accento sul fatto, perché sia noto a tutti, che la sentenza della Corte è intervenuta in un ordinamento, quello francese, in cui c'era una rappresentanza militare, che non era, però, come la nostra. Infatti, mentre nella nostra rappresentanza militare gli appartenenti sono eletti – prima dalla base, poi dal livello intermedio e poi dal livello intermedio al livello centrale – lì sono nominati dai comandanti, dalla gerarchia. Non c’è una forma di elezione, cosa che nel nostro ordinamento non esiste. Credo che questo sia significativo.
  Credo che Governo e Parlamento potranno ben valutare i contenuti della sentenza, ai fini di un'eventuale modifica di disposizioni di legge ispirate a princìpi che possono apparire ben compatibili con il dettato della Convenzione e con la lettura che di essa fa la CEDU, a nostro giudizio.
  Peraltro, sappiamo che questa Commissione sta esaminando alcuni progetti di legge di riforma della rappresentanza militare. Mi consentano di dire che tutti noi auspicheremmo che questi progetti possano tradursi in un provvedimento di legge, se questo sarà possibile. La rappresentanza militare è un istituto che, a mio giudizio – sono oltre quarantacinque anni che milito; ho fatto parte del primo Cobar nell'anno di grazia 1981 – può funzionare ed è un organismo che può rappresentare le attese e le esigenze del personale, se ben regolato e ben attuato, così come credo avvenga da noi, per quanto ne so io, data la mia conoscenza personale. Certamente, a distanza di tanti anni può essere aggiornato e rivisto, secondo come il Parlamento intenderà coniugare questi princìpi.
  In ogni caso, credo sia opportuno tener presente la necessità che i diritti, ma anche gli interessi legittimi e le attese del personale vengano tenuti nella considerazione più alta all'interno dell'amministrazione e che, al contempo, siano tenute presenti le esigenze di funzionalità di un'amministrazione, come quella militare, che ha compiti di difesa dello Stato e della sicurezza dei cittadini. L'auspicio è che questa riforma possa essere portata avanti e andare in porto. So che c’è interesse e determinazione nella Commissione. A nome anche – penso – degli altri vertici militari, vorrei ringraziare di tutto ciò e di questo interesse.
  Per quanto riguarda la questione dei limiti di età, la domanda si riferisce alla sentenza della Corte europea che ha stabilito che non si possono imporre limiti di età per la partecipazione ai concorsi pubblici, nella constatazione che nel settore per i prossimi concorsi aperti a civili il limite per i carabinieri sarà di 26 anni.
  Non ci sono state modifiche legislative in questo senso. Perché questo ? Perché i Pag. 8carabinieri in servizio operativo con età tra i 30 e i 40 anni offrono senz'altro garanzie di poter svolgere appieno le proprie attività.
  Ho preparato una risposta più articolata, ma vorrei, se possibile, fornire un'indicazione di questo tipo: innanzitutto si tratta di un problema legislativo, questo è chiaro. Poi ci sono altri problemi, tra cui problemi di funzionalità e problemi privati del personale.
  Sapete che uno dei problemi più grossi – vorrei cominciare da quest'ultimo, perché secondo me è il più rilevante – è quello della previdenza complementare. I militari arruolati da vent'anni a questa parte avranno (se ne parla in un'altra domanda) una pensione, essendo ormai per loro completamente invalso dall'inizio il sistema contributivo, che di poco, se così sarà, si discosterà dal 50-55 per cento della retribuzione in servizio. Questo è il conteggio, più o meno. Si tratta di un importo estremamente basso e tale da determinare sicuramente una situazione estremamente deteriore, per molti militari al limite della pensione minima, dopo anni di servizio.
  Diminuendo il numero degli anni di servizio, chiaramente, questo problema aumenta tanto di più per loro. Più anni di servizio possono fare in questo senso, meno risentono di questa situazione. Meno anni di servizio fanno, meno sarà quello che potranno percepire. Questo dal punto di vista loro.
  Dal punto di vista funzionale, invece, ci sono alcuni servizi che meglio possono essere svolti, salvo eccezioni, da chi è in condizioni fisiche e di resistenza fisica allo stress psicofisico in generale migliori per via dell'età più giovane. Ci sono non solo i servizi di ordine pubblico, ma immaginate quelli con turnazioni H24 sul terreno, come radiomobile e tant'altro. Questo non solo per ragioni di resistenza fisica, ma anche per altre ragioni, che possono essere quelle dell'assenza di un carico di famiglia, con altre esigenze, che richiedono, quindi, una continuità. Questi servizi indubbiamente possono essere meglio svolti da militari appartenenti all'Arma dei carabinieri, ma in generale alle Forze di polizia, più giovani.
  Aggiungo ancora un'altra considerazione. Ci sono nell'Arma dei carabinieri tanti luoghi – caserme, uffici e stazioni – nei quali è difficile poter vivere per militari che abbiano una famiglia e che abbiano esigenze di lavoro del coniuge o scolastiche dei figli. Tutto questo fa sì che ci sia l'esigenza di disporre di un numero di militari adeguatamente giovane da poter impiegare per diversi anni.
  Non c’è dubbio, inoltre, che i militari, gli appartenenti all'Arma, così come penso a qualsiasi altra amministrazione, che hanno già fatto dieci, quindici o vent'anni di servizio abbiano professionalità sicuramente superiore rispetto a quelli che hanno meno esperienza, se non altro perché alla formazione iniziale hanno accumulato un'esperienza che per noi è importantissima. Infatti, si impara più dalla vita, dalla strada, dalla vita di tutti i giorni, magari in una stazione, in una compagnia, in un nucleo operativo o dove volete, piuttosto che su tanti libri.
  Vorrei poter dire questo. Sarà poi nelle valutazioni del Parlamento indicarci come dobbiamo regolarci. Noi oggi possiamo regolarci così.
  Mi ricollego anche, se possibile, a un'altra domanda molto importante che è stata fatta. Credo di aver risposto un po’ anche sulla previdenza complementare. Se posso completare questa risposta prima per la previdenza complementare, mi si chiede se sono dell'avviso di dover introdurre quanto prima delle iniziative e delle misure per poter avviare a soluzione questo annoso problema nell'ambito dell'Arma.
  Non c’è dubbio. Lavoriamo su questo, perché è un problema – ve l'ho detto – e per i giovani forse è il problema più grosso. Il problema che stiamo affrontando è quello del riordino dei ruoli. Il riordino dei ruoli è veramente un obiettivo importante, che speriamo possa essere raggiunto nei tempi previsti dalla delega.
  Non meno importante, però, soprattutto per coloro che hanno da vent'anni in su di servizio, è che sia risolto il problema Pag. 9della previdenza complementare. Più volte abbiamo avanzato questa richiesta, ma ci stiamo muovendo anche per quello che riguarda le nostre possibilità. Stiamo affrontando il tema per vedere se sia possibile introdurre forme volontarie di contribuzione da parte dei carabinieri per fondi che in qualche modo possano venire incontro a questa esigenza.
  Ieri soltanto – ci tengo a dirlo perché è il frutto di un lavoro dello stesso tipo – abbiamo sottoscritto un'assicurazione sanitaria per i grandi interventi e le malattie più gravi con una grossa assicurazione. Attraverso questa, con costi estremamente contenuti, dato il numero dei carabinieri, riusciamo a fornire un servizio altrimenti assai più costoso. Allo stesso modo stiamo cercando di fare in questo campo. Che tutti si aspettino nell'ambito del comparto della sicurezza, della difesa e del soccorso pubblico che la questione della previdenza complementare possa essere affrontata per essere avviata a soluzione credo sia nella vostra piena conoscenza.
  La questione cui mi volevo ricollegare a proposito dell'età era quella di estendere all'Arma dei carabinieri le modalità di reclutamento dei VFP1, magari partendo da una sperimentazione su piccoli numeri. La domanda è del Gruppo del Partito Democratico.
  Si tratta di una domanda su un argomento estremamente delicato e tanto più lo è magari per il Comandante generale dell'Arma dei carabinieri e per chi, come è capitato a me, ha avuto modo anche di approfondire dall'interno le problematiche di tutte le Forze armate nell'incarico di capo ufficio legislativo che ho avuto il privilegio di svolgere con quattro ministri della difesa e anche nell'incarico di capo di Gabinetto che ho avuto ancora il privilegio di avere con l'attuale ministro della difesa.
  Credo che questa ipotesi possa essere approfondita attraverso il confronto tra le Forze di polizia e le Forze armate, o comunque coinvolgendo nel confronto le Forze armate, nella considerazione che questa modalità di reclutamento, da una parte, consentirebbe alle Forze di polizia di selezionare direttamente risorse molto giovani da immettere in servizio già nel ruolo iniziale, con costi più ridotti nei primi anni di ferma e concorrendo a risolvere in buona parte il problema dell'innalzamento dell'età media. Dall'altra parte, però, ridurrebbe le possibilità di ricollocamento per il personale in uscita da Esercito, Marina e Aeronautica che non è assorbito in servizio permanente nelle tre Forze armate.
  In altre parole, a mio giudizio, occorre valutare molto bene quanto questa ipotesi sia compatibile ovvero, invece, vada a collidere con le misure per la professionalizzazione dello strumento militare, i cui effetti possono e devono essere mitigati attraverso l'arruolamento nelle Forze di polizia e nell'Arma di cui parlo dei VFP1 di più giovane età, con la possibilità di dare attuazione al modello professionale previsto dal Libro bianco per la sicurezza e la difesa del 2015. In questo senso credo che vi sia un serio timore da parte delle altre Forze armate, che dovrebbe essere preso in forte considerazione prima di assumere una decisione di questo tipo.

  PRESIDENTE. Do ora la parola all'onorevole Zanin per il Gruppo del Partito Democratico.

  GIORGIO ZANIN. Grazie, presidente. Due domande, in realtà, sono state riassorbite nella discussione. In particolare, mi sembra una risposta puntuale quella sul reclutamento dei VFP1. Mi permetto di aggiungere quella relativa alla politica degli alloggi, che mi pareva fosse un elemento interessante.

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Per quanto riguarda gli alloggi, abbiamo bisogno di unità abitative per assicurare costantemente e rapidamente la disponibilità del personale. Tanti più alloggi abbiamo – parlo in particolare dell'organizzazione territoriale – tanto più abbiamo la possibilità di avere personale più immediatamente e più facilmente disponibile.Pag. 10
  Penso alla sicurezza delle caserme – immaginate le stazioni dove ci sono quattro, cinque od otto militari – e alle esigenze delle famiglie dei carabinieri, soprattutto, in questo caso, per i ruoli e gli incarichi che sono soggetti a maggiore mobilità. Generalmente gli ufficiali per gran parte della carriera si muovono con una frequenza che va dai tre ai cinque anni, come sapete, più rapidamente, in genere, secondo il profilo, nel ruolo normale e meno rapidamente nel ruolo speciale, fino a che i due ruoli saranno distinti.
  Oggi disponiamo di 13.500 alloggi presso i 5.300 complessi immobiliari e caserme, complessi appartenenti in parte non maggioritaria al demanio e in parte, invece, locati o da enti, in particolare dagli enti territoriali, oppure da privati.
  Non sono, invece, alloggi di servizio gli appartamenti offerti in concessione dagli enti locali, attraverso appositi bandi pubblicizzati dalle prefetture. La loro assegnazione, infatti, al personale delle Forze di polizia, dell'Arma, e delle Forze armate avviene sulla base di una graduatoria stabilita da una Commissione istituita presso le prefetture, di cui fanno parte rappresentanti delle nostre amministrazioni. Questi alloggi sono condotti direttamente dagli assegnatari, in regime privatistico e oneroso, con eventuale possibilità di riscatto.
  Questa è la situazione: abbiamo, da una parte, gli alloggi di servizio per famiglie e, dall'altra, invece, gli appartamenti che sono mantenuti, nell'ambito di una riserva, dalle prefetture e dagli enti sul territorio ai carabinieri che concorrono, come gli altri appartenenti alle Forze di polizia, per questa riserva. In questo caso sono gestiti da loro direttamente. Noi non abbiamo parte. Gli altri, invece, sono gestiti dall'Arma dei carabinieri e assegnati temporaneamente ai carabinieri per le loro famiglie.

  PRESIDENTE. Abbiamo ancora venti minuti. Chiedo ai Gruppi se hanno altre domande tra quelle segnalate su cui tornare, o al Generale se ha esigenza di sottolineare qualche questione in particolare.

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Ho una serie di altre domande. Per esempio, c'erano alcune domande dell'onorevole Artini sulle nostre attività al CoESPU, in Iraq e in Afghanistan.
  Sapete che ieri abbiamo presentato questa novità dei cosiddetti Caschi blu della cultura. In realtà, era una questione di cui si parlava da tempo, che però è stata ripresa con grande entusiasmo e determinazione dal ministro dei beni culturali ed è stata portata all'attenzione dell'ONU e approvata dall'UNESCO all'unanimità. Ieri la direttrice generale dell'UNESCO, Irina Bokova, è venuta in Italia e ha firmato l'accordo con il Governo italiano per l'istituzione di questa task force.
  Tale task force è composta non solo da Carabinieri del Comando per la tutela del patrimonio culturale, ma anche da esperti individuati dallo stesso Ministero dei beni culturali e dal Ministero dell'università e della ricerca. In questa task force ci saranno militari già individuati e preparati anche alle missioni estere per i civili. Si tratta di personale individuato o in corso di individuazione, di esperti che verranno preparati a queste attività nelle prossime settimane, sul piano della capacità di vivere – o meglio di operare, più che di vivere – in una condizione difficile. Questo fa parte dell'insieme delle opportunità offerte dall'Arma dei carabinieri in generale per le missioni internazionali di pace.
  L'attività cui fa riferimento nella prima domanda l'onorevole Artini è quella del CoESPU. Il CoESPU, il Centro di eccellenza per le unità di polizia di stabilità, è stato individuato e istituito già da oltre dieci anni, tant’è che abbiamo celebrato il decimo anniversario insieme all'ambasciatore americano Phillips nel mese di dicembre.
  Perché gli Stati Uniti ? Perché gli Stati Uniti, che sono stati copromotori dell'iniziativa, tuttora attraverso il Dipartimento di Stato sostengono una parte degli oneri e partecipano alla gestione, essendo il vicedirettore del Centro, un colonnello americano.Pag. 11
  Questo Centro ha formato 8.092 peacekeeper (ufficiali, funzionari e sottufficiali) di Forze di polizia di 97 Paesi stranieri, una parte all'interno di un programma che è quello sostenuto dal Dipartimento di Stato americano, una parte nel quadro delle attività svolte per conto della UE, una parte su attività nazionali per disposizioni nazionali del Ministero degli affari esteri in particolare.
  Attualmente il CoESPU partecipa allo sviluppo della dottrina e dei curricula addestrativi dell'ONU. Nelle prossime settimane dovremmo portare avanti un'ulteriore attività con l'OSCE, che ha promosso e finanziato per il corrente anno e per il 2017 una serie di esercitazioni presso il Centro di Vicenza per l'addestramento delle Forze di polizia e di polizia giudiziaria dei Paesi aderenti all'OSCE su alcuni scenari che sono stati definiti e che ho indicato nella risposta.
  Attualmente il CoESPU si occupa anche di attività di addestramento all'ordine pubblico di gendarmi turchi – si tratta di 1.800 gendarmi, non in Italia, ma in Turchia – attraverso un programma sviluppato qualche mese fa dall'Europa. Parliamo di Unione europea. Il CoESPU è stato assegnatario di un progetto dell'Unione europea, scelto in ragione evidentemente di quello che poteva assicurare.
  Nella circostanza – l'ho anche scritto – vorrei invitare la Commissione, se lo riterrà, a far visita una volta al Centro di eccellenza. Nella prossima primavera sono previsti anche dei corsi importanti e degli incontri. Ci sarà anche una riunione trilaterale Italia-USA-ONU probabilmente sullo sviluppo di quella che ha avuto già luogo riguardo l'attività del CoESPU alla fine dello scorso anno.
  Nella stessa caserma dall'anno scorso abbiamo istituito l'SP CoE, un Centro di eccellenza per polizia di stabilità della NATO, cui hanno già aderito otto Paesi NATO e un nono sta aderendo. È un centro assolutamente straordinario, uno dei soli due che l'Italia abbia – l'altro è a Roma, all'EUR, ed è dedicato alla simulazione di scenari che l'Alleanza può affrontare – di eccellenza NATO.
  L'altra questione riguarda Baghdad. A Baghdad attualmente abbiamo formato, a partire dall'estate scorsa – stiamo ultimando; l'attuale corso finirà il 3 marzo – 2.123 poliziotti iracheni, di cui il 55 per cento di fede musulmana sunnita e il 45 per cento sciita. Si tratta di una formazione indirizzata all'Iraqi Federal Police e alla Local Police, quest'ultima ritenuta di alto interesse da parte della coalizione anti-Daesh.
  Gli allievi provengono da 16 province dell'Iraq. Questa ripartizione bilanciata è frutto proprio di una specifica richiesta avanzata dall'Italia e dall'Arma sia alla coalizione, sia alle autorità irachene. In realtà, anche la coalizione ci ha sostenuto in questo con le autorità irachene.
  Dico ciò per sottolineare il ruolo inclusivo e imparziale che le Forze di polizia devono avere anche in quel Paese per formare a questo principio i nuovi operatori. Attualmente ce ne sono 970 che stanno facendo questo corso, di cui 300 della polizia federale, ossia sciiti, e i rimanenti sunniti. Si addestrano nella stessa caserma insieme per la gran parte delle attività.
  Estenderemo quest'attività – stiamo preparando le predisposizioni logistiche e tecniche – nelle prossime settimane anche vicino a Erbil, in Kurdistan. Questi corsi avranno lo stesso contenuto degli attuali corsi di Baghdad. C’è da dire che a favore dei curdi abbiamo già fatto due piccoli corsi, ma di polizia di specialità, presso l'aeroporto di Erbil.
  Per quello che riguarda, invece, l'Afghanistan, l'onorevole Artini, partendo dal fatto che a maggio è stato chiuso il field office di Herat, che operava nell'ambito di EUPOL con funzione di training, mentoring e strategic advising per i più alti funzionari della polizia di Herat, ha domandato che cosa si prevede di fare e se in futuro sarebbe possibile riaprirlo.
  Attualmente in Afghanistan abbiamo un numero di persone estremamente limitato. Continuiamo a svolgere un'attività a favore della forza di polizia locale, ma soltanto a Herat, essendo stati chiusi già da tempo gli altri due field office di Pag. 12Mazar-i-Sharif e Kabul. Le ragioni della chiusura di questi, determinata – si tratta di EUPOL – a livello europeo, erano relative al ritenuto raggiungimento degli obiettivi che ci si era prefissati.
  Noi continuiamo a mantenere in Afghanistan altre forze anche a Kabul, in numero estremamente limitato. Tra queste credo sia di interesse l'ufficiale che presta servizio di advisor presso il Ministero dell'interno, in ragione proprio delle attività svolte dall'Arma in questo settore.
  Se ci sono altre questioni, sono disponibile.

  PRESIDENTE. Ha chiesto di intervenire l'onorevole Villecco Calipari, cui do la parola.

  ROSA MARIA VILLECCO CALIPARI. Ho una domanda, dopo quella fatta dal collega Zanin, sugli alloggi. Il modello dell'Arma dei carabinieri è un modello a proposito del quale nella relazione della Corte dei conti sugli alloggi militari si dice – c’è una proposta dello stesso magistrato della Corte dei conti, redattore della relazione – potrebbe essere il modello per le Forze armate. Generale, ritiene che questo sia possibile ?

  TULLIO DEL SETTE, Comandante generale dell'Arma dei carabinieri. Vedo la questione da carabiniere che ha fatto un'esperienza di capo ufficio legislativo e di capo di Gabinetto della difesa. Credo che sarebbe possibile e che, per alcuni tipi di reparti, forse anche auspicabile.
  Questo modello consente di avere la disponibilità di un determinato numero di appartenenti alla Forza armata più immediatamente disponibile e di impiegare il personale secondo princìpi di maggiore mobilità, cosa che chiaramente da noi viene fatta oggi con determinati accorgimenti, per la necessità evidentemente di non spiantare famiglie e di non creare difficoltà ulteriori all'interno di famiglie. Certamente la disponibilità di alloggi aiuta molto in questo senso, per tutte e due le questioni.
  C’è un altro fatto, inoltre. Questo modello determina praticamente l'impossibilità che, invece, alloggi assegnati temporaneamente rimangano nella disponibilità perpetua dell'assegnatario. In questo modo, si risolverebbe il problema alloggiativo dell'assegnatario, cosa che è pur importante e non di secondo momento, ma privando via via la Forza armata della disponibilità di alloggi che, invece, possono costituire non solo strumento di funzionalità, ma anche beneficio dei nuovi che arrivano, che in genere hanno anche un trattamento economico più basso, perché sono più giovani, rispetto a quelli che, invece, magari prestano servizio da venti o più anni. In questo senso credo che almeno in parte sarebbe auspicabile poter avere questo tipo di alloggi.

  PRESIDENTE. Se non vi sono altre domande per il Generale, lo ringrazio per la sua disponibilità e per la puntualità con cui ha voluto rispondere alle molte domande dei colleghi, il cui dettaglio è in distribuzione (vedi allegato 1), nonché per l'ulteriore documentazione relativa al trattamento economico del personale dell'Arma dei carabinieri che ci ha consegnato (vedi allegato 2).
  Autorizzo la pubblicazione in allegato al resoconto stenografico della seduta odierna di tale documentazione.
  Concludiamo qui la nostra audizione, non prima di aver ringraziato – non l'ho fatto in apertura, ma lo faccio ora – il sottocapo di Stato maggiore del Comando generale dei carabinieri, Generale di divisione Gaetano Maruccia, che ha accompagnato il Generale Del Sette.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 14.55.

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ALLEGATO 2

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