XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 75 di Mercoledì 16 dicembre 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 

Audizione del presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa, Francesco Sperandini:
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 8 
Nugnes Paola  ... 8 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 8 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 9 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 9 
Nugnes Paola  ... 10 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Sperandini Francesco , Presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici Spa ... 10 
Nugnes Paola  ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Puppato Laura  ... 11 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 11 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 12 
Puppato Laura  ... 12 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 12 
Puppato Laura  ... 12 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 12 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 12 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 13 
Carrescia Piergiorgio (PD)  ... 13 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 13 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 13 
Sperandini Francesco , Presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici Spa ... 13 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 13 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 14 
Zolezzi Alberto (M5S)  ... 14 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 14 
Nugnes Paola  ... 14 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 14 
Nugnes Paola  ... 15 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 15 
Sperandini Francesco , presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa ... 15 
Bratti Alessandro , Presidente ... 15

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa, Francesco Sperandini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente e amministratore delegato di Gestore servizi energetici SpA, Francesco Sperandini, accompagnato dal dottor Alessio Borriello, responsabile relazioni esterne e comunicazione Gruppo GSE, che ringrazio per la presenza.
  Ricordo che la Commissione si occupa di illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti, alle bonifiche e al ciclo di depurazione delle acque.
  In particolare, l'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che, come Commissione, stiamo svolgendo sulla regione Lazio, soprattutto riguardo al ciclo dei rifiuti.
  A tale riguardo, la inviterei, presidente, a relazionare alla Commissione sulla struttura e i compiti di GSE, che svolge diverse funzioni, con particolare riguardo alle energie alternative, alla produzione di biogas, nonché alle attività e ai rapporti rilevanti del gestore, sotto ogni profilo, in relazione alla produzione elettrica del sito di Malagrotta, con specifica attenzione all'impianto fotovoltaico e al gassificatore.
  La Commissione, inoltre, è interessata a sapere se vi sono accordi con soggetti pubblici o privati relativi alla produzione di energia in quel sito; se sono stati erogati incentivi a soggetti pubblici o privati; ovvero se sono stati richiesti incentivi o utilità economiche, a qualsiasi titolo, in relazione al sito di Malagrotta, da soggetti pubblici o privati, e, in caso positivo, quali sono i soggetti coinvolti al fine di cui sopra in rapporto con GSE. In tal senso, le chiediamo di illustrare la situazione relativa agli incentivi per la produzione di energia connessa con il ciclo dei rifiuti nella regione Lazio.
  Ho visto che ha predisposto una documentazione che presumo puntuale, quindi, presidente, le chiederei di focalizzarsi sulle questioni principali che ci interessano. Dopodiché, sicuramente le verrà rivolta qualche domanda.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, facendone espressa e motivata richiesta, in particolare in presenza di fatti illeciti sui quali sono in corso indagini tuttora coperte da segreto, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata nella parte finale della seduta.
  Cedo, quindi, la parola al dottor Sperandini per una breve relazione introduttiva sugli argomenti dati.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Sono Francesco Sperandini Pag. 4e dal 23 luglio 2015 sono presidente e amministrare delegato di GSE, soggetto posseduto al 100 per cento dal Ministero dell'economia, sotto l'indirizzo e il coordinamento del Ministro dello sviluppo economico, che gestisce gli incentivi per l'energia rinnovabile e per l'efficienza energetica in Italia.
  L'ammontare di incentivi che l'Italia mette a disposizione di GSE per queste iniziative sicuramente encomiabili di sostenibilità ambientale è pari all'1 per cento del prodotto interno lordo. In pratica, ogni 100 euro che l'Italia produce, un euro viene messo a disposizione di GSE per incentivare la sostenibilità ambientale. È, quindi, un'attività di notevole impatto sia economico sia ambientale.
  Nell'ambito della Conferenza di Parigi e dell'enciclica di Papa Francesco Laudato si’, l'attenzione sulla sostenibilità ambientale, quindi la necessità di lasciare alle future generazioni altrettante risorse di uguale qualità rispetto a quelle che abbiamo oggi, è un'impellenza sempre più forte e sentita.
  Certamente il fatto che l'Italia investa l'1 per cento del PIL in queste iniziative le permette di poter essere riconosciuta come una delle nazioni più virtuose, ovvero la seconda al mondo per efficienza energetica e la prima per cogenerazione. Abbiamo, infatti, delle percentuali di produzione di energia da fonte rinnovabile al 40 per cento rispetto ai consumi.
  L'Italia rappresenta lo 0,8 per cento delle terre emerse rispetto all'Africa, ma ha 180 volte gli impianti fotovoltaici installati in Africa, che è il continente del sole. Insomma, siamo effettivamente una realtà molto virtuosa, di punta all'interno del panorama mondiale.
  Questo non significa che GSE non debba stare molto attento agli impieghi delle risorse. Da questo punto di vista, le verifiche che facciamo danno risultati allarmanti. Infatti, gli esiti delle verifiche che abbiamo fatto nel 2014 evidenziano che il 10 per cento degli impianti fotovoltaici è irregolare. Invece, degli impianti a fonte rinnovabile non fotovoltaica, tra i quali rientrano anche gli impianti di cui parliamo oggi, il 64 per cento risulta irregolare. Sono cifre che fanno tremare le vene ai polsi e che indurrebbero a ripensare anche la modalità con la quale incentivare queste iniziative.
  Ritengo che il cambio nella conduzione di GSE, anche con la mia nomina, sia frutto della volontà di mettere queste attività sotto un forte controllo. A tal proposito, la Guardia di finanza ha messo a disposizione di GSE un intero gruppo di 20 persone, 2 ufficiali e 18 sottufficiali, che stanno come presidio fisso al mio piano del palazzo di GSE.
  Stiamo, inoltre, facendo accordi per garantire un più efficace presidio delle attività perché la dissuasione nei confronti di comportamenti irregolari deve essere molto forte. Dico sempre che i soldi non sono tutti uguali. Rubare i soldi che qualcuno sta andando a giocare alle slot machine non è come rubare i soldi che qualcuno sta dando in elemosina; sono due cose completamente diverse.
  Quando si utilizzano impropriamente i soldi che l'Italia mette a disposizione per la sostenibilità ambientale e si arriva a situazioni di irregolarità rispetto a questo, la reazione deve essere ancora più veemente proprio perché si è entusiasti di quello che l'Italia rappresenta nel mondo su queste tematiche.
  Il settore del ciclo dei rifiuti – oggi c’è un articolo su Il Sole 24 ore sull'argomento – vede l'Italia comunque all'avanguardia. Possiamo vantare delle eccellenze, se non sul ciclo dei rifiuti, su quello del riutilizzo di materiali metallici e quant'altro, che vengono reimpiegati e non conferiti a discarica. Quindi, l'avere qualcosa che ci permette di essere eccellenti al mondo rende ancora più insostenibile l'accettazione del fatto che vi sia un utilizzo improprio di risorse.
  Ho prodotto una relazione che penso dovrebbe dare tutte le risposte alla Commissione. In ogni caso, le modalità con le quali GSE incentiva le iniziative di produzione di energie da fonti rinnovabili e da rifiuti trovano fondamento in tre interventi normativi.Pag. 5
  Abbiamo ancora in piedi il CIP6, che è quello più datato; poi abbiamo il decreto ministeriale 18 dicembre 2008, che riguarda i certificati verdi a tariffa onnicomprensiva, che scadono il 31 dicembre e che dal 1o gennaio 2016 saranno sostituiti dalla tariffa onnicomprensiva, quindi terminano la loro vita all'interno del nostro ordinamento; infine, abbiamo gli incentivi del recente decreto FER del 6 luglio 2012.
  Tutti i meccanismi gestiti da GSE hanno la caratteristica di prevedere il riconoscimento di un incentivo in proporzione all'energia prodotta. La soluzione adottata dall'ordinamento non è quella, talvolta inizialmente prevista, di dare un contributo in conto capitale a fondo perduto per la realizzazione dell'impianto. L'incentivo è stato, invece, oculatamente spostato sulla produzione di energia, non sulla realizzazione dell'impianto, in modo che ci fosse uno sforzo economico che il sistema doveva sostenere a fronte di un'effettiva produzione di energia da fonte rinnovabile.
  Questo è il metodo attualmente impiegato, che vede GSE riconoscere il diritto all'incentivo sulla base di alcune dichiarazioni che vengono fatte in sede di qualifica dell'impianto – spesso si tratta di autodichiarazioni – basandosi sul concetto che il mercato è competente e professionale, quindi non c’è bisogno di fare una valutazione sul progetto, visto che ci sono strutture, studi tecnici, società di ingegneria e quant'altro che riescono a far rispettare alle iniziative le condizioni dei requisiti di accesso agli incentivi.
  GSE acquisisce spesso delle dichiarazioni che sono delle autocertificazioni, fa la qualifica dell'impianto e ammette agli incentivi. L'ammissione agli incentivi diventa riconoscimento degli incentivi stessi sulla base della produzione di energia da fonte rinnovabile che l'impianto realizza. Vi sono, dunque, delle attività di misurazione dell'energia prodotta. Sulla base di questa misurazione, GSE riconosce poi gli incentivi.
  Per impianti di produzione dell'energia elettrica collegati alla gestione rifiuti intendiamo – ci siamo soffermati su questo nella nostra relazione – gli impianti alimentati dalla termovalorizzazione dei rifiuti e da biogas da discarica. Sono due cose completamente diverse. Infatti, nel biogas da scarica c’è un ciclo industriale a monte perché dalla sedimentazione del rifiuto si produce un gas che poi viene messo all'interno degli impianti incentivati da GSE.
  Nel primo caso, invece, c’è un utilizzo diretto del rifiuto all'interno del ciclo della termovalorizzazione, quindi della produzione dell'energia. Siamo evidentemente in situazioni di utilizzo, riutilizzo e valorizzazione del rifiuto, ma non certamente di produzione di energia elettrica. Infatti, se si dovesse valutare la convenienza del processo, è evidente che, anche dimensionalmente e visivamente, un impianto molto grande di termovalorizzazione rifiuti riesce a produrre un decimo di quanto riesce a produrre un impianto a gas o a ciclo combinato della stessa dimensione.
  Insomma, è una modalità di valorizzazione del rifiuto più che di produzione di energia elettrica. Certamente, però, il fatto di produrre energia elettrica dà la possibilità di valorizzare il rifiuto.
  Nel nostro documento non abbiamo analizzato – se, però, serve alla Commissione facciamo un'integrazione – gli impianti alimentati a biomasse o a biogas di origine agricola, alimentare o forestale, perché parliamo soltanto dei rifiuti. Nel documento troverete, quindi, una panoramica relativa agli impianti collegati alla gestione dei rifiuti siti nella regione Lazio che alla data del 1o dicembre 2015 hanno in corso o hanno ricevuto incentivi alla produzione di energia, gestiti da GSE, e agli impianti più significativi in fase di realizzazione, sempre nella regione Lazio, per i quali è stato chiesto l'accesso agli incentivi.
  Rispetto alla prima categoria, in questo documento abbiamo analizzato gli impianti alimentati da termovalorizzazione rifiuti e da biogas da discarica. In relazione al tema della termovalorizzazione rifiuti, quindi dell'utilizzo dei rifiuti direttamente Pag. 6all'interno del ciclo della produzione di energia elettrica, c’è soltanto un impianto che non ha concluso il periodo di incentivazione.
  Si tratta dell'impianto di San Vittore del Lazio, in particolare delle linee 2 e 3, di potenza pari a 35 megawatt, che è nella titolarità di una controllata di ACEA risorse e impianti per l'ambiente SpA. L'impianto è incentivato ai sensi del provvedimento CIP6, per una potenza convenzionata di 23,2 megawatt, e per la produzione eccedente quella incentivata con il CIP6 tramite il meccanismo dei certificati verdi.
  Quindi, abbiamo in essere soltanto l'impianto di San Vittore, che è l'unico impianto di termodistruzione rifiuti che nel Lazio riceve ancora gli incentivi di GSE.
  Hanno, invece, concluso il proprio periodo di incentivazione l'impianto di Colleferro, di potenza pari a 12,8 megawatt nella titolarità di EP Sistemi, che è stato incentivato ai sensi del provvedimento CIP6 per una potenza contrattualizzata di 11,2 megawatt, nel periodo dal 6 giugno 2003 al 5 giugno 2015, e l'impianto gemello – sull'autostrada Roma-Napoli li vedete perché sono due impianti gemelli, collocati sulla destra, all'altezza di Colleferro – di potenza identica, nella titolarità di Mobilservice e attualmente del Consorzio Gaia in amministrazione straordinaria.
  L'impianto è stato incentivato ai sensi del provvedimento CIP6 per la potenza contrattualizzata di 9,8 megawatt nel periodo dal 6 dicembre 2002 (sei mesi prima rispetto a quello precedente) al 5 dicembre 2010.
  Ha concluso il periodo di incentivazione anche l'impianto di Malagrotta, nella titolarità di COLARI, di potenza pari a 24 megawatt, alimentato tramite la gassificazione del combustibile derivato da CDR proveniente dagli impianti della vicina discarica di Malagrotta, nella località omonima del comune di Roma.
  Per l'impianto era stata stipulata, in data 27 settembre 2005, una convenzione preliminare CIP6 per una potenza di 36 megawatt. A seguito dell'entrata in esercizio della linea 1 dell'impianto, avvenuta in data 1o settembre 2008, è stata sottoscritta, in data 15 gennaio 2009, tra GSE e COLARI una prima convenzione definitiva CIP6 per 12 megawatt.
  Tuttavia, COLARI, con una comunicazione del 28 luglio 2011, cioè di due anni dopo, ha specificato che entro il mese di settembre 2011 la linea 1 sarebbe stata fermata per consentire la realizzazione delle linee 2 o 3. A oggi le linee 2 e 3 dell'impianto non risultano essere state completate, mentre la linea 1 non è stata attivata. Quindi, in virtù della dichiarazione, pur avendo una convenzione, di fatto, l'impianto non è incentivato e rientra tra quelli che hanno concluso il periodo di incentivazione perché per noi in questo momento non c’è, appunto, nessuna convenzione in essere.
  Sempre nel Lazio, abbiamo iniziative di termovalorizzazione in corso. Infatti, è in corso un'iniziativa per la realizzazione di un impianto di termovalorizzazione in località Cecchina, nel comune di Albano Laziale, nella titolarità di COEMA, Consorzio ecologico Massimetta, di potenza pari a 40 megawatt. COEMA è una società che vede come azionisti ACEA, AMA e COLARI.
  Relativamente a tale iniziativa è stata stipulata con GSE, in data 29 aprile 2009, la convenzione preliminare CIP6, che prevedeva la conclusione dell'impianto entro il termine del febbraio 2011. Tuttavia, in relazione al blocco dell'iniziativa causato da tre contenziosi amministrativi avviati sia da amministrazioni locali sia da comitati ambientali, conclusisi favorevolmente per COEMA, il Consorzio ha chiesto a GSE di aggiornare i termini della convenzione.
  In pratica, abbiamo un certo tempo entro il quale dalla convenzione preliminare bisogna passare a quella definitiva. COEMA, però, ha detto che non ha potuto fare la convenzione definitiva perché le sue attività sono state bloccate dai ricorsi al TAR che le amministrazioni locali e i comitati hanno fatto. Siccome ha vinto i ricorsi, ci ha chiesto di aggiornare i tempi.
  GSE, però, non ha dato seguito alla richiesta così formulata perché per noi Pag. 7soltanto cause di forza maggiore determinate da calamità naturali possono interrompere i tempi che passano dalla convenzione preliminare a quella definitiva.
  In data 27 marzo 2014, essendo decorso un lasso temporale tale da far ritenere scaduta la convenzione, pur computato un periodo di forza maggiore dovuto ai contenziosi sopra descritti nel termine del febbraio 2011, comunicavamo all'operatore la risoluzione della convenzione preliminare CIP6.
  Tuttavia, COEMA procedeva a impugnare il provvedimento di GSE innanzi al TAR del Lazio che, con sentenza del 21 luglio 2015 ha ritenuto sussistere una causa di forza maggiore tale da non consentire al titolare dell'iniziativa il rispetto dei termini. Quindi, la posizione di GSE è stata giudicata infondata da parte del TAR del Lazio, che ha dato ragione a COEMA.
  Avverso tale sentenza GSE sta predisponendo gli atti per proporre appello al Consiglio di Stato nei termini di legge perché siamo convinti di avere la ragione dalla nostra parte.
  Allo stato, pertanto, nelle more del giudizio d'appello, la convenzione preliminare CIP6 è valida ed efficace secondo quanto pattuito originariamente, ancorché la sentenza del TAR nulla prescriva in ordine all'eventuale aggiornamento della stessa, cioè non dà una nuova data.
  Come ho detto, in questo documento abbiamo analizzato due tipologie di impianti, quelli che vedono i rifiuti direttamente immessi nel processo produttivo dell'energia o quelli per cui i rifiuti sono utilizzati per produrre biogas da discarica, quindi immesso all'interno del processo di produzione di energia.
  Per quanto riguarda gli impianti alimentati da discarica, nel Lazio ne abbiamo tantissimi. Abbiamo un elenco in cui è indicato l'operatore, la denominazione, l'impianto, il comune, la provincia e la potenza nominale. Inoltre, distinguiamo se sono incentivati con certificati verdi o con tariffa omnicomprensiva, ricordando che dal 1o gennaio 2016 saranno tutti con tariffa onnicomprensiva perché i certificati verdi cessano di avere esistenza all'interno dell'ordinamento.
  Il Consorzio Gaia, in amministrazione straordinaria, che ha uno di due impianti gemelli di cui abbiamo fatto cenno, a Colleferro, ha anche un impianto alimentato a biogas da discarica, sempre a Colleferro di una potenza nominale di 1,1 megawatt, con decorrenza incentivi dal 1o ottobre 2004 e scadenza al 30 settembre 2016.
  Comunque, vi abbiamo fornito tutto l'elenco. In particolare, ci sono tre impianti di Malagrotta della E.GIOVI srl, uno da 5,15 megawatt, un altro da 5,2 megawatt, quindi abbastanza simile, e l'ultimo da 4,18 megawatt. Quest'ultimo ha la scadenza degli incentivi al 31 luglio 2027.
  Invece, con la tariffa onnicomprensiva sono stati incentivati due impianti, uno di Marco Polo engineering e uno di Ecofer Ambiente, che scadono nel 2025.
  Avete in allegato gli incentivi che abbiamo riconosciuto impianto per impianto. Per esempio, il primo che abbiamo indicato è l'unico impianto di termovalorizzazione, cioè di utilizzo del rifiuto nel ciclo produttivo dell'energia elettrica, di ACEA, incentivato da GSE. Abbiamo riconosciuto, nel periodo dal 2011 a ottobre 2015, 189 milioni di euro.
  A Malagrotta, nel periodo limitato in cui è stato ammesso agli incentivi, prima che con loro dichiarazione hanno comunicato l'intenzione di sospendere l'attività della linea 1, per implementare le linee 2 e 3, che, però, non sono mai state implementate, quindi dal 2009 al 2011, GSE ha riconosciuto all'impianto COLARI 13,6 milioni di euro.
  Troverete di seguito tutte le indicazioni, impianto per impianto.

  PRESIDENTE. Ringraziamo l'amministratore delegato. È interessante capire, anche se è marginale rispetto all'attività che svolgiamo, che riguarda la questione specifica dei rifiuti, la natura di queste numerosissime irregolarità che sono soprattutto nel settore non fotovoltaico.Pag. 8
  Da quello che diceva, il fotovoltaico ha una percentuale attorno al 10 per cento, invece per il resto parliamo addirittura del 64 per cento, una percentuale enorme. Ci riserviamo, dunque, di capire come riuscire, eventualmente, a dare una mano sulla questione dei controlli perché non c’è dubbio che è un problema veramente grande.
  Cedo la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Ho una domanda brevissima. Quali sono le condotte tipiche maggiormente riscontrate tra quelle che lei ha definito irregolarità ?

  PAOLA NUGNES. Mi riallaccio alla considerazione per cui si rendeva disponibile a fornirci i dati anche per quanto riguarda gli impianti a biomasse, quindi le faccio formale richiesta di averli.
  Abbiamo detto che gli impianti fotovoltaici non sono irregolari nel 10 per cento dei casi; invece il 64 per cento quale tipologia di impianti comprende ? A quanto ammonta l'ammanco economico rispetto a queste irregolarità ? Inoltre, si riesce a recuperarle, per quanto riguarda gli incentivi già erogati ?
  Invece, per quanto riguarda la faccenda specifica COLARI in relazione a Malagrotta, dalle sue parole mi è sembrato di capire che c’è un contenzioso direttamente con GSE, oltre che con l'AMA, da parte della COLARI rispetto alla mancata erogazione degli incentivi. In pratica, rispetto a Malagrotta, siccome ha parlato della mancata incentivazione dopo il 2011...

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Non si sono fatti più vivi.

  PAOLA NUGNES. Quindi non c’è nessuna richiesta.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. L'iniziativa di sostegno agli investimenti nelle energie rinnovabili ha avuto un periodo molto concentrato di forte attività in pochissimi anni.
  Come è noto, il tema del fotovoltaico ha avuto un impatto, sia di incentivi, sia di realizzazione, concentrato in pochissimi anni, tanto da farne una bomba d'acqua. Ci sono stati anni in cui l'Italia è stato il Paese al mondo che vantava il maggior numero di installazioni, pur avendo una superficie territoriale ridicola rispetto al mondo intero.
  C'era, infatti, la volontà, sia nell'efficienza energetica, sia nell'energia rinnovabile, di creare un modus operandi, una cultura, un'attenzione e una sensibilità particolare in relazione alle tematiche della sostenibilità ambientale, nella convinzione che ci volesse una forza d'urto notevole per modificare dei comportamenti e per attivare delle iniziative imprenditoriali.
  È evidente che per realizzare obiettivi così importanti occorre uno stimolo da parte della collettività, affinché mobiliti le migliori risorse imprenditoriali, perché lo Stato da solo non ce la farebbe mai. C’è bisogno di qualcuno che porti in buca le iniziative e sicuramente non possono essere che imprenditori, quindi iniziative private.
  Di conseguenza, si sono susseguiti tantissimi interventi normativi, alcuni come una vera e propria rincorsa. Comunque, certamente oggi possiamo dire che abbiamo un patrimonio molto significativo sulle energie rinnovabili. Certo, ci dobbiamo chiedere se lo abbiamo pagato troppo. Tuttavia, abbiamo qualcosa che conviene valorizzare perché è un patrimonio importante.
  Avere un bel brillante da un miliardo e non valorizzarlo, anche se lo si è pagato due miliardi, sarebbe aggiungere danno a danno. Oggi l'Italia ha questa ricchezza significativa, quindi è bene che la valorizzi, senza una politica di rimpianti rispetto a quello che è stato fatto.
  La complessità delle normative fa sì che all'interno di un contesto di notevole eccezionalità nell'accesso agli incentivi si possano configurare quelle che chiamo le Pag. 9occasioni che fanno l'uomo ladro, se si è laici, o l'induzione in tentazione, se si è cattolici.
  Da questo punto di vista, dobbiamo ricordare che abbiamo un modello economico, ormai vigente da oltre 200 anni, che si basa sul fatto che l'imprenditore mira non a essere corretto, bensì al profitto. L'obiettivo dell'imprenditore è quello di fare profitto.
  Allora, da questo punto di vista, è evidente che ci sono delle situazioni in cui l'incentivo al 30 giugno permette un business plan con un rendimento del 13 per cento, ma il 1o luglio, siccome cambia la norma, il rendimento diventa del 3-4 per cento o addirittura nullo. Pertanto, l'imprenditore che arriva con l'investimento quasi ultimato al 30 giugno, quindi ha già investito o forse è al 90 per cento del suo intervento, reputa dannosissimo quell'effetto scalino e farà carte false pur di dimostrare che l'impianto è entrato in esercizio al 30 giugno, proprio per cogliere l'obiettivo del 13 per cento e non scivolare al giorno dopo, in cui il business plan non rende più nulla.
  La normativa deve tener conto della complessità della realtà in cui si va a introdurre e tenere sempre in mente che il mercato reagisce agli input che gli si danno. C’è, quindi, bisogno di interventi di fine tuning, ovvero di rimodellazione immediata, appena si vede come il mercato reagisce al primo impulso. Questo fa parte delle regole della buona governance.
  C’è un bellissimo libro di Jeffrey Sachs, con la prefazione Ban Ki Moon, sull'era della sostenibilità ambientale in cui dice che, rispetto ai soliti tre pilastri, ovvero l'inclusione, lo sviluppo economico e la sostenibilità ambientale, c’è un quarto pilastro importantissimo, che è la buona governance. Ecco, la buona governance di questi strumenti è indispensabile, altrimenti si colgono obiettivi inferiori rispetto a quelli che si potrebbe ottenere. Per questo dico sempre che l'utilizzo delle risorse permetterebbe di ottenere gli stessi obiettivi, con risorse inferiori o a parità di risorse investite.
  Il fotovoltaico è al 10 per cento perché è un impianto stupido, non presenta chissà quali complicazioni. Normalmente, sul fotovoltaico abbiamo dei problemi relativi alle autorizzazioni, con le famose «DIA a grappolo», tipiche della regione Puglia, cioè il fatto che l'autorizzazione...

  ALBERTO ZOLEZZI. Si riferisce al 10 per cento di irregolarità sugli impianti controllati. Ecco, più o meno quanti ne controllate sul totale ?

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Molto pochi. La questione della dissuasione a cui facevo cenno poc'anzi rimanda al fatto che abbiamo un autovelox che funziona benissimo, ma soltanto un minuto al giorno. Siccome l'autovelox è perfetto, ma funziona solo un minuto al giorno, la capacità di deterrenza nei confronti del comportamento irregolare è minima perché la probabilità di essere scoperti è pari a zero, quindi vanno tutti a 180.
  Nel minuto in cui funziona becca tutti perché è fatto bene, ma dobbiamo pensare – lo stiamo facendo con le iniziative di cui vi dicevo – a coinvolgere le forze di polizia nelle nostre attività di verifica. Abbiamo anche deciso di avvalerci di forze esterne. Infatti, abbiamo fatto una gara d'appalto proprio per coinvolgere imprese esterne nella nostra attività di controllo.
  Sono fortemente convinto che dobbiamo migliorare la nostra capacità di dissuasione. Il nostro obiettivo, infatti, non è la repressione, ma, appunto, la dissuasione. La nostra finalità è far sì che tutti gli impianti siano regolari.
  Sono fortemente convinto che con questa dimostrata capacità di dissuasione arriveremo a che tutti gli impianti siano regolari. È evidente, però, che GSE non può tararsi sul proprio organico in relazione alle esigenze di punta, ma dobbiamo sfruttare tutte le possibili iniziative di coinvolgimento della pubblica amministrazione.
  A questo proposito, ieri ho incontrato il direttore di AGEA, che è il soggetto che Pag. 10riconosce i contributi economici dell'Unione europea per le attività agricole. Ecco, loro fanno un censimento aereo ogni tre anni, dividendo l'Italia in tre parti uguali, quindi una parte per anno. Quei censimenti aerei sono utilissimi per gli impianti fotovoltaici perché ci fanno capire – poi ritorno sulle DIA a grappolo – se ci sono delle iniziative di elusione delle autorizzazioni tramite il frazionamento degli impianti per poter accedere a meccanismi di autorizzazione di minor complicazione.
  Inoltre, hanno degli agrotecnici che potrebbero andare a verificare se al di sotto delle serre fotovoltaiche c’è la persistenza dell'attività agricola. Le norme che incentivano in modo più ricco le serre fotovoltaiche prevedono, infatti, che la serra fotovoltaica accede alla tariffa maggiorata se c’è nei vent'anni la persistente attività agricola al di sotto.
  Se l'incentivo, però, è talmente ricco che giustifica il maggior costo, è possibile che facciano le serre soltanto per accedere all'incentivo, senza alcun utilizzo agricolo. Nelle nostre verifiche si evidenzia che in tanti casi c’è la serra fotovoltaica senza alcuna attività agricola sottostante, quindi l'incentivo più che da stimolo all'investimento diventa obiettivo dell'investimento: si fa la serra perché si accede a un incentivo più alto e non perché c’è una vera esigenza agricola.
  Siccome in questo periodo AGEA ha minori carichi di lavoro per i suoi agrotecnici, può metterli a disposizione per controllare le 1.300 serre fotovoltaiche che GSE sta incentivando in questo momento.
  In generale, però, l'impianto fotovoltaico è più semplice in termini di autorizzazione e di gestione. L'altro 64 per cento comprende, invece, gli idroelettrici, gli eolici, le biomasse e tutto il sistema.

  PAOLA NUGNES. Qual è quello che risulta maggiormente fuori norma ?

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Faccio prima la valutazione di quali sono le tipologie di impianto realizzato in modo difforme dall'autorizzazione.
  In primo luogo, l'autorizzazione prevede alcune caratteristiche e peculiarità che l'imprenditore non adotta in fase di realizzazione. In secondo luogo, l'impianto deve utilizzare alcune tipologie di materia prima, ma ne utilizza altre. Questo è un tipico caso delle biomasse, ovvero di quegli impianti che producono energia da una fonte primaria che non è naturale.

  PAOLA NUGNES. Le biomasse sono tra gli impianti che maggiormente eludono...

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Trovate tutte le risposte alle vostre domande sul nostro sito. Dal 23 luglio, cioè da quando sono stato nominato, GSE ha iniziato a fare una campagna di trasparenza, per cui abbiamo pubblicato anche le nostre verifiche.
  Bisogna ricordare, però, che la quantità degli impianti che abbiamo verificato è molto bassa, quindi il dato è sì preoccupante, ma non si deve fare l'errore di estendere quello che è stato verificato alla totalità. Gli impianti non fotovoltaici che abbiamo verificato nel 2014 sono stati 300, contro i 2.500 fotovoltaici. Su quei 300, 200 sono risultati irregolari. Tuttavia, non si può dire che questa percentuale, colta in quel minuto di autovelox di cui parlavo poc'anzi, vale per tutto. È un sintomo, ma generalizzare non è un'attività logica, né corretta.

  PAOLA NUGNES. Al di là di quello che possiamo verificare sul sito è importante che queste cose vengano dichiarate. Personalmente l'ho letto sul sito.

  FRANCESCO SPERANDINI, Presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici Spa. Sono 70 milioni di euro.

  PAOLA NUGNES. È importante che venga anche riportato in Commissione.

  PRESIDENTE. Sono dati che possiamo acquisire. Non è il nostro mestiere.

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  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. La risposta c’è. Sono 70 milioni di euro nell'anno, 400 milioni sul periodo incentivato. Abbiamo certamente possibilità di recupero. Non sfuggirà alla Commissione che, comunque, queste modalità vengono realizzate attraverso società veicolo, che poi falliscono. La possibilità di recupero del pregresso non è, dunque, scontata.
  Inoltre – su questo il nostro legislatore ci può aiutare – c’è il fatto che non vengono considerati pubblici i soldi delle bollette, quindi nel momento in cui andiamo a recuperare non abbiamo alcuna titolarità di privilegio, ma siamo un creditore come tutti gli altri. Se, invece, ci fosse un intervento normativo che equiparasse i soldi dei consumatori a quelli dei contribuenti potremmo avere dei privilegi nell'attività di recupero.
  Nel momento in cui le irregolarità riguardano la materia prima utilizzata per la produzione di energia da fonte rinnovabile, se questa è il vento non c’è tanta irregolarità. Ci può essere irregolarità nelle misure, cioè qualcuno che utilizza degli accorgimenti di maggiorazione della produzione rispetto a quella convenzionata per dimostrare che ha prodotto di più e accedere a maggiori incentivi. Le casistiche sono moltissime. Comunque, dopodomani termineremo tutti gli incentivi da pubblicare.

  PRESIDENTE. Siccome abbiamo un tempo limitato, anche per non svilire la nostra attività, direi di fare un'ulteriore convocazione a gennaio. Ora facciamo l'ultima serie di domande, a partire dall'onorevole Puppato. Poi, se siete d'accordo, ci organizziamo per fare un ulteriore approfondimento a gennaio, di modo che abbiamo anche più dati su cui eventualmente ragionare, nonché per ricalibrare quale la possibilità abbiamo, come Commissione, di sviluppare meglio alcune questioni che ci interessano.
  Prego, senatrice Puppato.

  LAURA PUPPATO. Sarò molto veloce. Chiedo una valutazione sul comportamento formale e sostanziale di COLARI, vista la situazione che ci ha evidenziato.
  Vorrei chiederle anche che cosa intendete fare relativamente al Consorzio ecologico Massimetta, detto COEMA, se perderemo questo ricorso. Vorrei anche sapere se questo risulterà, eventualmente, elemento di contrasto per altri possibili casi in futuro.
  Inoltre, desidererei sapere che tipo di struttura ha GSE, anche come tecnici esterni. Lei ha parlato di un appalto che avete fatto recentemente per riuscire a dare corso ai controlli. Vorrei capire bene, dunque, dal punto di vista dei controlli, come siete dotati, con quanti tecnici strutturati, in quali parti d'Italia, cioè con quale disponibilità territoriale, con quanti amministrativi e così via.
  Come ritiene sia la struttura rispetto alla necessità che sta evidenziando di maggiori controlli ? È carente del tutto, in parte o solo in alcuni ambiti ?

  STEFANO VIGNAROLI. Purtroppo, la documentazione ci è stata data adesso, mentre ai fini del nostro lavoro sarebbe stato meglio averla prima. Tuttavia, vi ringrazio per la presenza e vi pongo qualche domanda.
  Io, come parlamentare, ho già fatto l'accesso agli atti per quanto riguarda le corrispondenze tra COLARI e GSE sia per l'impianto di Albano sia per quello di Malagrotta. Era un bel faldone, aggiornato al 2013-2014. Vorrei, quindi, sapere se c’è altro materiale. Peraltro, l'ho girato anche in procura ed è stato utile anche ad AMA per quanto riguarda l'arbitrato.
  In questi documenti è palese che COLARI rispondeva in maniera arbitraria alle vostre richieste. Ora, non mi dilungo perché non c’è tempo, ma mi riservo di fare delle domande scritte e soprattutto di chiedere se c’è un ulteriore...

  PRESIDENTE. Le domande le facciamo come Commissione. Lo dico formalmente.

  STEFANO VIGNAROLI. Ho fatto l'accesso agli atti come singolo parlamentare, comunque l'importante è avere la documentazione Pag. 12e sapere se ci sono degli aggiornamenti su quello che è successo negli ultimi anni nelle conversazioni tra voi e l'impianto sia di Albano sia di Malagrotta.
  Inoltre, per quanto riguarda gli incentivi, lei ha detto che 13 milioni di euro sono stati dati nella convenzione preliminare, cioè nel periodo in cui l'impianto può anche funzionare a gas e non solo a energia derivante da rifiuti. In quel periodo, dunque, veniva prodotta poca energia, ma sono stati dati comunque 13 milioni. Ecco, mi domando se questo è comprensivo anche dell'impianto fotovoltaico che è nei pressi del sito. Siccome immagino di no, le chiedo qual è la somma relativa all'impianto fotovoltaico che si trova sul sito della discarica, oltre a quello del biogas.
  Soprattutto, vorrei sapere cosa succederà se la regione o anche COLARI dovesse fare ricorso per utilizzare di nuovo l'incentivazione che è durata soltanto due anni. Ecco, mi interessa capire quale sarà il futuro, soprattutto se la regione decidesse di riattivare o di riutilizzare quell'impianto di gassificazione.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Senatrice, il tema è che normalmente, dai dati, vinciamo il 95 per cento dei ricorsi, quindi andiamo avanti perché pensiamo di aver ragione. Non mettiamo mai in discussione i soldi pubblici che gestiamo rispetto a ricorsi temerari o avventati, ma siamo fortemente convinti di aver ragione, quindi abbiamo fatto appello al Consiglio di Stato.

  LAURA PUPPATO. Lei ritiene che non ricorrano le cause di forza maggiore riguardo al COEMA.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Non ricorrono le condizioni che la norma prevede.

  LAURA PUPPATO. Capisco la norma, ma le cause di forza maggiore, di solito, sono considerate dalla magistratura un elemento valido.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Bisogna vedere. Noi siamo fortemente convinti che le cause di forza maggiore abbiano una proroga inferiore rispetto a quella che è stata richiesta.
  Con tutte le difficoltà di parlare in un consesso pubblico e qualificato come questo, dico che se si ha un problema nella realizzazione dell'impianto perché non si hanno i soldi, si impiega un secondo a trovare un soggetto che fa un ricorso al TAR. Alla fine, quindi, bisogna vedere qual è la causa di forza maggiore. Per me sicuramente lo è la calamità naturale, ma il fatto che non dipende dall'operatore è una qualificazione che deve essere data in modo forte perché, appunto, un ricorso al TAR può essere anche stimolato.
  A quel punto, non avendo i soldi per fare l'impianto, basta trovare qualcuno che fa ricorso al TAR ed è fatta. Normalmente, qualifichiamo le cause di forza maggiore e abbiamo sempre vinto. Non facciamo mai ricorsi temerari, bensì sulla base di comportamenti consolidati di GSE, che è una magistratura tecnica. Noi non c'entriamo con le autorizzazioni perché competono agli altri. Sono cose che ci arrivano e che non valutiamo. A noi compete valutare il requisito di accesso agli incentivi.
  Ci sono tantissimi impianti autorizzati che non hanno accesso agli incentivi. Non c’è, comunque, alcun titolo per cui GSE possa mettere in discussione quello che l'istituzione pubblica (la regione, la provincia o il comune) decide di autorizzare. Ogni volta che c’è un impianto in esercizio diamo per scontato che è autorizzato.
  Ci sono soggetti terzi che debbono controllare se è autorizzato correttamente, a meno che non andiamo a fare delle verifiche, in cui non diamo mai nulla per scontato, quindi attiviamo delle interlocuzioni con gli enti per vedere se le nostre evidenze rispondono alla volontà dell'ente e quant'altro.

  STEFANO VIGNAROLI. Scusi se la interrompo, ma non le chiedevo delle autorizzazioni, ma delle conseguenze e se, dal Pag. 13vostro punto di vista, c’è una possibilità di riprendere l'incentivazione di quell'impianto che è stato fermato (lo avete scritto tra virgolette) nel 2011.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Le do, intanto, la risposta sul fotovoltaico, che non c’è perché è una fonte completamente diversa rispetto a quella dei rifiuti. Certamente è in quel luogo. Comunque, non le so dare una risposta. Come ho detto prima come battuta, i fotovoltaici sono impianti talmente stupidi che è difficile farli irregolari. La qualità riguarda sempre l'accesso rispetto a una certa data o all'utilizzo di moduli contraffatti per accedere a una maggiorazione di incentivo, per esempio di impianti cinesi rispetto a incentivi che riconosciamo per i made in Europe.
  Vi farò avere i dati dell'impianto fotovoltaico che sta all'interno dell'area di Malagrotta. In ogni caso, nel momento in cui ci verrà richiesta una riattivazione di incentivo la valuteremo. Oggi non ho elementi per dirlo. Non ho la palla di vetro.

  PIERGIORGIO CARRESCIA. Ho una domanda in merito. Diceva che non è vostra competenza il rilascio delle autorizzazioni. Questo è giustissimo. Tuttavia, GSE dà incentivi anche a impianti di incenerimento rifiuti non autorizzati ?
  Lo chiedo perché relativamente ad Albano Laziale c’è un documento della regione Lazio, acquisito agli atti della Conferenza Stato-regioni, che dice proprio che il termine la validità dell'autorizzazione integrata del 2009 è trascorso, quindi si intende decaduta. Pertanto, è un contenzioso che verte sul nulla, se dite che non date incentivi a impianti non autorizzati, dal momento che quello non lo è.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Sull'impianto di Albano non abbiamo mai dato nessun incentivo. Conosco bene la situazione del ricorso che ha fatto l'operatore nei nostri confronti rispetto a un atto che abbiamo fatto. La convenzione è scaduta. Non parlo di autorizzazione, ma della convenzione che aveva fatto con il GSE per poter accedere agli incentivi. Ora, immagino che abbia fatto ricorso contro il diniego della regione. Tuttavia, è evidente che se non è autorizzato non ha alcuna possibilità di accedere agli incentivi. Questo lo do per certo, non ci deve essere dubbio.

  STEFANO VIGNAROLI. Le chiedo un'ulteriore specifica. Nel 2011, il COLARI vi chiedeva una sospensione in attesa di riattivare le linee 2 e 3. Voi giustamente gli avete contestato che c'erano dei tempi tecnici di un anno. A ogni modo, chiedeva la sospensione, anzi si è staccato da solo dalla rete senza nemmeno avvisare Terna. Voi gli avete contestato anche questo. Attualmente non sta ricevendo incentivi anche perché l'impianto non è in funzione.
  Comunque, questa sospensione gli è stata accordata oppure è definitivamente, come ha detto lei prima, chiuso l’iter di incentivazione ?

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Per noi il periodo di incentivazione è chiuso.

  STEFANO VIGNAROLI. Non è stato fatto ricorso, visto che chiedeva una sospensione ?

  FRANCESCO SPERANDINI, Presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici Spa. A oggi no.

  ALBERTO ZOLEZZI. Vorrei introdurre un argomento importantissimo. Il PIL gestito da GSE è del 3 per cento e non l'1 perché è legato anche alla costruzione degli impianti e alla gestione dei rifiuti.
  Vorrei, inoltre, chiedere se avete trovato leggi regionali difformi da quelle nazionali, per esempio per la gestione dei sottoprodotti di origine animale e come vi rapportate su queste richieste di incentivi.
  Ancora, come vi rapportate con la sicurezza degli impianti non terminati ? Lei ha fatto riferimento al fatto che a volte Pag. 14c’è una data per cui si ottengono gli incentivi. In alcuni casi, però, ci sono impianti che terminano i lavori tre anni dopo la data in cui hanno avuto accesso agli incentivi.
  Infine, state facendo uno studio sull'autoconsumo ? Lo chiedo perché ci diate un supporto anche normativo. Abbiamo inceneritori che hanno un autoconsumo del 95 per cento, con un'incentivazione sul 100 per cento dell'energia che buttano in rete. Insomma, vorrei iniziare un'interlocuzione per capire come rendere più sostenibile il discorso, anche per capire se l'incentivo può diventare davvero proporzionato all'energia prodotta e quant'altro.

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Sono profondamente convinto che GSE sia una società del Governo e dello Stato utile per essere utilizzata anche dal Parlamento per avere le informazioni di merito e per adottare dei provvedimenti meditati e ponderati.
  Tuttavia, le mie convinzioni non sono di tutti. Esattamente come è sua la convinzione che gestisco il 3 per cento del PIL, che non è da me condivisa. Gestisco 16 miliardi di euro; il PIL dell'Italia è di 1.600 miliardi, quindi ho l'1 per cento. Dopodiché, è probabile che i miei incentivi possano stimolare lo sviluppo di un reale meccanismo keynesiano. Ci mancherebbe. Tuttavia, io gestisco soltanto 16 miliardi, quindi l'1 per cento del PIL.
  Sul dare le informazioni, ci mancherebbe. Il tema della trasparenza non riguarda solo gli incentivi. Abbiamo dato per la prima volta indicazione agli operatori degli scenari del contatore delle rinnovabili non fotovoltaiche con due anni e mezzo di anticipo, proprio per permettere loro di poter investire il più possibile in modo coerente.
  Presidente, dobbiamo, però, tenere presente che parliamo di profezie che si smentiscono, non che si avverano. Nella prima del 2014 dissi in un convegno di fare attenzione perché il contatore delle rinnovabili non fotovoltaiche stava per arrivare al limite. È evidente che, per quello che dicevo poc'anzi, il mercato si ferma perché ha paura di fare interventi che non verranno incentivati. Tuttavia, nel momento in cui diciamo che c’è spazio per fare investimenti, tutti cominciano a investire e li consumano. Allora, l'impegno che prendiamo è di pubblicarlo ogni mese, proprio per dare la possibilità agli operatori di avere un contesto di maggior chiarezza. Ecco, penso sia questo il dovere del GSE.

  ALBERTO ZOLEZZI. Può dire qualcosa sull'incentivo a impianti a biomasse che utilizzano sottoprodotti di origine animale come matrice e poi espandono il digestato, cosa che non potrebbero fare, stando a un'audizione del Ministro dell'ambiente fatta proprio in questa sede. Voi vi occupate di questo ?

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. È ora che ognuno cominci a fare il proprio lavoro. Io parlo di incentivi, dopodiché c’è l'ASL, i Carabinieri e quant'altro. Ognuno facesse il suo lavoro.
  È mia forte convinzione che un incentivo pubblico non debba andare a un impianto che ha anche soltanto una cosa che non va, fosse anche che non ha condizioni di sicurezza per gli operai. Questa è una mia forte convinzione. Non tutti la pensano come me, sicuramente non gli operatori. A ogni modo, io gestisco soltanto incentivi.

  PAOLA NUGNES. Vorrei tornare al COLARI per chiederle quale scadenza naturale avrebbe avuto la convenzione del 2008. Mi rendo conto che finché non rientra in funzione la linea non ci sono più incentivi, ma la convenzione quando sarebbe scaduta naturalmente ?

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Credo fossero 15 anni. Le faccio avere la risposta perché non ricordo qual è il meccanismo.

Pag. 15

  PAOLA NUGNES. L'interruzione ne ha determinato la decadenza. Non mi riferisco ai 15 anni. Questo ci è sfuggito. Evidentemente, non abbiamo formulato bene la domanda.

  STEFANO VIGNAROLI. Se domani dovesse produrre un watt, viene riconosciuto come incentivo ?

  FRANCESCO SPERANDINI, presidente e amministratore delegato di Gestore Servizi Energetici spa. Le faccio sapere qual è la convenzione e la durata, visto che ognuna di esse ha una vita propria. Penso sia CIP6, quindi 15 anni. Le dico anche qual è la situazione giuridica attuale relativamente alla convenzione in essere sulla linea 1.

  PRESIDENTE. La ringrazio moltissimo perché ha praticamente risposto a tutto. Faremo un approfondimento e le faremo sapere se abbiamo necessità di rivederci o comunque di fare ulteriori domande. Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.35.