XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul rapimento e sulla morte di Aldo Moro

Resoconto stenografico



Seduta n. 53 di Martedì 13 ottobre 2015

INDICE

Comunicazioni del presidente:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 3 

Sulla pubblicità dei lavori:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 

Audizione di Libero Mancuso:
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 4 
Mancuso Libero  ... 5 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 5 
Mancuso Libero  ... 5 
Grassi Gero (PD)  ... 6 
Mancuso Libero  ... 6 
Grassi Gero (PD)  ... 7 
Mancuso Libero  ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Mancuso Libero  ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Mancuso Libero  ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Mancuso Libero  ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Mancuso Libero  ... 7 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 7 
Mancuso Libero  ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 8 
Mancuso Libero  ... 8 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Grassi Gero (PD)  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 9 
Mancuso Libero  ... 9 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Mancuso Libero  ... 10 
Bolognesi Paolo (PD)  ... 10 
Mancuso Libero  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Mancuso Libero  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 10 
Gotor Miguel  ... 10 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Gotor Miguel  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Gotor Miguel  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Gotor Miguel  ... 11 
Mancuso Libero  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Mancuso Libero  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 11 
Mancuso Libero  ... 11 
Gotor Miguel  ... 11 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 
Mancuso Libero  ... 12 
Fioroni Giuseppe , Presidente ... 12 

ALLEGATO: Risposte dell'avvocato Libero Mancuso ai quesiti trasmessigli per iscritto ... 13

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE GIUSEPPE FIORONI

  La seduta comincia alle 14.25.

Comunicazioni del presidente.

  PRESIDENTE. Comunico che, nel corso dell'odierna riunione, l'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, ha deliberato:
   di mettere a disposizione della Procura di Reggio Calabria alcune informazioni riportate nel documento segreto 309/1;
   di affidare al maresciallo Pinna l'incarico di acquisire alcuni reperti sequestrati nel covo di via Monte Nevoso a Milano;
   di affidare, con distinti incarichi, al dottor Donadio, al dottor Siddi, al colonnello Pinnelli e al tenente colonnello Giraudo lo svolgimento di alcuni adempimenti istruttori;
   di acquisire documentazione ed elementi informativi presso il Ministero dell'interno, la Questura di Roma e la Rai;
   di affidare – previa acquisizione delle occorrenti autorizzazioni – un incarico di collaborazione, a titolo gratuito e a tempo parziale, al sostituto commissario della Polizia di Stato Cinzia Ferrante, attualmente in servizio presso la Sezione di polizia giudiziaria del Tribunale di Roma.

  Ricordo che nel corso di una precedente riunione dell'Ufficio di presidenza, il deputato Grassi ha segnalato l'esigenza di procedere – prima dell'approvazione del documento previsto dall'articolo 2, comma 2, della legge istitutiva – alla pubblicazione della versione definitiva dei resoconti stenografici delle sedute svolte.
  Al riguardo, faccio presente che sono stati pubblicati in versione definitiva i primi cinquanta resoconti stenografici della Commissione (dal 15 ottobre 2014, prima seduta successiva alla costituzione, sino alla seduta del 22 settembre 2015).
  I resoconti delle successive sedute saranno pubblicati in versione provvisoria in attesa della revisione formale da parte dei soggetti auditi (che hanno a disposizione trenta giorni dalla pubblicazione dello stenografico in versione provvisoria).
  Comunico, infine, che:
   con una email dell'8 ottobre, il senatore Fornaro ha inviato la nota di precisazioni da lui pubblicata con riferimento a un articolo apparso sulla testata online «Gli Stati Generali» lo scorso 2 ottobre;
   l'8 ottobre il dottor Donadio ha depositato una nota di libera consultazione concernente l'esecuzione di un incarico ricevuto;
   il 9 ottobre il generale Scriccia e il maresciallo Pinna hanno depositato documentazione riservata riguardante l'acquisizione documentale in corso di esecuzione presso l'AISI;
   con nota pervenuta il 12 ottobre la dottoressa Giammaria e il sovrintendente Marratzu hanno depositato documentazione riservata concernente il covo di via Gradoli;
   il 12 ottobre il generale Scriccia ha depositato una relazione di libera consultazione riguardante l'audizione di Sergio Dini e Benedetto Roberti dello scorso 7 ottobre;Pag. 4
   con nota pervenuta il 12 ottobre il dottor Siddi ha depositato il verbale riservato delle sommarie informazioni testimoniali acquisite da persona informata sui fatti;
   il 12 ottobre il dottor Donadio ha depositato una nota di libera consultazione riguardante l'odierna audizione dell'avvocato Libero Mancuso;
   il colonnello Pinnelli ha depositato una nota riservata e una di libera consultazione pervenute, rispettivamente, il 12 e il 13 ottobre;
   con nota libera dell'8 ottobre, il Ministero della giustizia ha risposto ad una richiesta di informazioni formulata dalla Commissione;
   il 12 ottobre è pervenuta una nota di libera consultazione dell'Ufficio Rapporti con il Parlamento del Ministero degli affari esteri, che – in relazione ad una richiesta formulata dal deputato Grassi nel corso dell'audizione del Ministro Gentiloni – trasmette copia del telegramma inviato dall'Ambasciatore britannico a Roma alle ore 9.45 orario di Greenwich (10.45 orario di Roma) del 16 marzo 1978 con riferimento al rapimento di Aldo Moro.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori sarà assicurata anche mediante l'attivazione dell'impianto audiovisivo a circuito chiuso.

Audizione di Libero Mancuso.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Libero Mancuso.
  Poiché abbiamo, purtroppo, l'impellenza dei lavori d'aula, alle 15, vediamo se oggi riusciamo a completare per intero l'audizione dell'avvocato Mancuso, altrimenti dovremo chiedergli la cortesia di tornare un'altra volta, perché il tempo è veramente tiranno.
  Com’è noto, l'avvocato Mancuso, durante la sua carriera in magistratura, ha avuto modo di occuparsi di numerose importanti indagini concernenti il terrorismo e la criminalità organizzata. Per quanto riguarda, in particolare, le Brigate Rosse, ricordo che egli svolse le funzioni di pubblico ministero nell'inchiesta riguardante il sequestro dell'assessore regionale Ciro Cirillo e la trattativa per la sua liberazione. Ha, inoltre, presieduto la Corte d'assise di Bologna nel processo relativo all'omicidio del giuslavorista Marco Biagi e alle Nuove Brigate Rosse.
  Sempre nella sua qualità di magistrato si è, altresì, occupato delle stragi della stazione di Bologna e dell'Italicus, della banda della Uno bianca, del ruolo di Gelli e della P2 nella strategia della tensione e della banda della Magliana.
  Ha, inoltre, collaborato in qualità di consulente con la Commissione stragi e con la Commissione Mitrokhin. In particolare, per la Commissione stragi predispose – insieme a un altro consulente della Commissione, il dottor Gerardo Padulo – una relazione concernente l'organizzazione Gladio e il covo di Monte Nevoso. Il dottor Padulo, anch'egli invitato a intervenire nell'odierna audizione, ha ritenuto di declinare l'invito, non per scortesia, ma perché ha dichiarato di condividere perfettamente le tesi dell'estensore principale, ossia del dottor Mancuso.
  Tre sono le cose che a noi interessano soprattutto. La prima è costituita dalla nota vicenda del rinvenimento, in un deposito del Ministero dell'interno sito in Circonvallazione Appia a Roma, di due faldoni recanti la classifica di «segretissimo» intestati rispettivamente «A/4. Sequestro Moro – Covo di via Monte Nevoso – Rinvenimento del 9 ottobre 1990 – Carteggio» e «Sequestro Moro – Elenchi appartenenti Organizzazione Gladio».
  Al riguardo chiedo all'avvocato Mancuso di ricostruire come furono individuati i due suddetti faldoni e se, sulla base degli elementi a sua conoscenza, ritiene che gli elenchi ivi rinvenuti siano stati a conoscenza delle Brigate Rosse, tenuto Pag. 5conto che nel cosiddetto memoriale Moro vi sono riferimenti alla strategia antiguerriglia posta in essere dalla NATO.
  La seconda area di interesse riguarda il caso Cirillo. In proposito la Commissione è interessata a conoscere se nel corso dell'indagine relativa alla trattativa diretta alla liberazione dell'assessore regionale siano emersi elementi tali da far ritenere che negoziati analoghi siano stati attivati anche con riferimento a precedenti sequestri, in particolare il rapimento di Aldo Moro.
  Infine, la terza area da approfondire concerne le conoscenze acquisite dall'avvocato Mancuso, in qualità di magistrato inquirente della Procura di Bologna impegnato nelle complesse inchieste sul terrorismo, circa l'operatività della formazione brigatista a Firenze. Al riguardo sarebbe utile, in particolare, acquisire informazioni sui rapporti tra centro SISMI di Firenze e fonti inserite nelle Brigate Rosse, nonché conoscere se risulti che il capocentro SISMI di Firenze, Mannucci Benincasa, avesse allestito nel capoluogo toscano un centro operativo più o meno noto del servizio.
  Facciamo, infine, presente che, se nel corso dell'audizione si renderà necessario, i lavori della Commissione potranno proseguire in seduta segreta.
  Do subito la parola all'avvocato Mancuso, ringraziandolo.

  LIBERO MANCUSO. Grazie, presidente. Per quanto riguarda la questione del rinvenimento presso la DIGOS di Roma dei faldoni, dei due fascicoli, noi eravamo consulenti della Commissione stragi e avevamo chiesto al presidente Pellegrino di essere autorizzati a visionarli. Difatti avevamo trovato altri fascicoli che erano estremamente interessanti. Tra questi nell'archivio c'era quella intestazione, che era un'intestazione stravagante, perché mai due cose così diverse tra di loro, cioè il caso Moro e l'elenco Gladio, erano state messe in relazione e avvicinate l'una all'altra. Questa cosa ci sorprese. Chiedemmo, quindi, di leggere questi fascicoli e li acquisimmo con il consenso del presidente Pellegrino.
  Mi disse Gerardo Padulo che, quando rientrò qui, nei locali di San Macuto della Commissione stragi, vide che il presidente Pellegrino era a colloquio con l'ammiraglio Martini. Il giorno dopo l'ammiraglio Martini rilasciò a Maria Antonietta Calabrò sul Corriere della Sera un'intervista in cui rivelò la vicenda del malore che l'aveva colto nell'aprire l'archivio della Gladio e nel non aver trovato degli elenchi della Gladio. Il giorno dopo il generale Inzerilli dichiarò che aveva rinvenuto nuovamente quel faldone e l'aveva riconsegnato. Il problema era quello di capire dove fosse stato nel frattempo quel documento della Gladio.
  La Gladio è inserita in tutte le vicende più oscure. Non è soltanto un gruppo di 622 disperati che operava in attesa che l'URSS invadesse il nostro Paese. C'era una struttura supersegreta che riguardava il generale Musumeci e la Gladio. Il generale Musumeci arruolava e faceva addestrare presso Badu ’e Carros, ossia presso Capo Marrargiu, gli uomini che arruolava.
  Li faceva addestrare anche all'uso di esplosivi. Quando si chiede quali esplosivi, si trattava di C4 che è una componente del T4, cioè l'esplosivo che è stato trovato nel gennaio del 1981 nella valigia sul treno Taranto-Milano sequestrata a Bologna. C'era una valigia con questo esplosivo, che era della stessa natura di quello usato a Bologna cinque mesi prima. Quindi, c'era una situazione estremamente allarmante ed estremamente grave, che riguardava quegli accertamenti e quelle indagini.
  Per quanto riguarda la seconda questione...

  PRESIDENTE. La prima questione, che è quella che ci interessa di più, è come furono individuati i faldoni, dove erano fisicamente collocati, chi erano i materiali detentori e se furono fatte domande a caldo.

  LIBERO MANCUSO. Gerardo Padulo era un archivista molto esperto e molto Pag. 6bravo e consultò gli archivi della DIGOS. Negli archivi della DIGOS – eravamo insieme – rinvenne quelle intitolazioni. Viste le intitolazioni, chiedemmo di avere in visione questi fascicoli. I fascicoli ci vennero dati. Noi li leggemmo, li prelevammo e li consegnammo al presidente Pellegrino. Così è andata la questione.
  Per quanto riguarda la seconda domanda, che è estremamente interessante, cioè il caso Cirillo, avvenne questo: nella primavera del 1981, pochi mesi dopo il terremoto dell'Irpinia, ci fu il sequestro di Ciro Cirillo, che era il segretario del Ministro Gava, all'epoca vicesegretario della Democrazia Cristiana. Questa vicenda si colorì subito di mistero, perché Napoli fu immediatamente sottoposta a uno sbarramento di forze dell'ordine che impedivano il traffico, praticamente. I cittadini napoletani erano contenti perché sui mattinali della Questura non figurava neanche uno scippo, neanche un reato. Non c'erano più reati. Si andava lentamente in ufficio, oppure al lavoro, oppure a passeggio, ma i napoletani risposero bene a questa situazione.
  Improvvisamente, senza una ragione plausibile, Napoli fu liberata da quei posti di blocco. Era avvenuto che Cutolo, di fronte al fatto che le organizzazioni criminali avevano cessato ogni profitto illecito, aveva accettato la trattativa. Per accettare la trattativa Cutolo chiede una firma dell'allora segretario della Democrazia Cristiana, per avere la garanzia, e poi comincia a ricevere presso il carcere di Ascoli Piceno Adalberto Titta – che era della rete dell'Anello – Musumeci, Belmonte e poi Casillo e Iacolare, che erano due guardaspalle, due pluriassassini al servizio di Cutolo, oltre al sindaco di Giugliano Granata.
  Che cosa fanno ? Si mettono d'accordo. Cutolo accetta di servire i vertici della DC nel dissequestro di Ciro Cirillo. Per fare questo, cominciano a trasbordare da Badu ’e Carros alle supercarceri del continente una serie di associati alla banda di Cutolo che avevano il compito di intimidire nelle carceri i brigatisti e di costringerli a esprimere un parere favorevole alla trattativa.
  La trattativa andò avanti e si concluse con la liberazione dell'ostaggio, peraltro due volte «sequestrato»; perché fu «sequestrato» anche da una delle volanti che dipendevano da Giliberti, figlio di un senatore democristiano e capo delle volanti. Io avevo ordinato di metterlo a disposizione in ospedale o presso il mio ufficio, a seconda delle sue condizioni di salute. Invece, mi viene sottratto e ha la possibilità di negare la trattativa e di negare che i Servizi avessero consegnato nelle mani di Senzani un miliardo e 450 milioni.

  GERO GRASSI. Nelle mani di chi ?

  LIBERO MANCUSO. Di Senzani. Erano un miliardo e 450 milioni perché 50 milioni se li era intascati un intermediario. Noi abbiamo capito anche chi era, ma comunque non lo sto a dire.
  Senzani è un po’ il punto delicato della vicenda di Firenze, ed è la questione della base. Noi andiamo a fare una perquisizione al centro SISMI di Firenze, che si era reso responsabile di coperture e protezioni per Gelli e della fuga di Cauchi e veniamo a individuare un locale che era occulto. Non faceva parte ufficialmente del centro SISMI di Firenze, ma era in un sopraelevato, in un piano superiore dotato di microfoni, dove c'era una serie di armi da guerra micidiali, tutte oleate. Poiché facciamo la cosa insieme a Vigna e a un sostituto, un collega molto bravo, noi siamo convinti che di lì a poco verrà arrestato questo personaggio, che ne ha fatte di tutti i colori.
  Viceversa, aspetto un giorno, un mese, un anno, ma non viene arrestato, nonostante i figli e lui stesso insultino, peraltro, i nostri collaboratori sottufficiali dei Carabinieri. Resta sostanzialmente impunito per questa vicenda. Egli ci dice, però, che quella base serviva per avere rapporti molto delicati con uomini della criminalità organizzata e delle Brigate Rosse.
  Noi riusciamo a capire, ma è un'intuizione che abbiamo, perché la cosa rimane lì, che l'uomo... Peraltro, tutto questo avveniva in borgo Ognissanti e Senzani abitava in borgo Ognissanti.

Pag. 7

  GERO GRASSI. Non lontano dalla stazione.

  LIBERO MANCUSO. Non lontano dalla stazione. Quindi, capiamo che è Senzani. Peraltro, che Senzani fosse un personaggio legato anche ai Servizi io l'ho dedotto da due ragioni. Una è che un certo Buzzati, brigatista, accompagna ad Ascoli Piceno Senzani e lo vede incontrare un tale che lui dice essere un esperto dell'URSS, del KGB, e che sa tutto della strage di Bologna; ciò avrebbe consentito di fare dei grandi ricatti, perché costui avrebbe raccontato loro della strage di Bologna.
  Buzzati fa l’identikit di questo soggetto e ne disegna il volto, che noi vediamo a distanza di anni, perché i Carabinieri di via in Selci non ce lo fanno vedere, se non occasionalmente, quando vediamo il fascicolo di Buzzati: era la fotografia di Musumeci.
  La seconda questione che riguarda Musumeci è che aveva questa capacità di arruolare, senza averne la facoltà, essendo addetto al controllo e sicurezza, paracadutisti di Pisa e di Livorno per formare quel gruppo, tra cui c'era anche Guglielmi. Abbiamo dichiarazioni di testimoni che affermano di aver saputo, da un uomo dei Servizi che faceva parte di quella struttura, che poco prima della strage di via Fani il colonnello Guglielmi sapeva che lì sarebbe avvenuta la strage.
  Peraltro, è tutto scritto in atti ufficiali consegnati alla Commissione stragi. Ci sono testimoni che affermano di aver saputo da una persona che faceva parte della struttura di Senzani che Guglielmi faceva parte della struttura di Senzani e che sapeva della strage di via Fani prima che avvenisse. Difatti, si era avviato su quel posto abbastanza prima e senza addurre una ragione plausibile. Per giustificare la sua presenza lì lui dice una sonora sciocchezza, che viene smentita persino dalla persona che avrebbe dovuto ospitarlo a pranzo. Invece era lì dalle nove.
  Questo è Musumeci e questo è l'ambiente torbidissimo dentro al quale è stato consentito a questi avvenimenti di verificarsi.

  PRESIDENTE. Dobbiamo andare a cercare le dichiarazioni di D'Ambrosio. In realtà, la dichiarazione intera di D'Ambrosio non cambia il senso di quello che ha detto. In realtà, non smentisce, ma dice che si sono fermati lì anche dopo pranzo. Conferma che Guglielmi è andato lì con la moglie. Non si ricordava se l'avesse invitato. C’è una dichiarazione un po’ composita.

  LIBERO MANCUSO. Forse un po’ distratta.

  PRESIDENTE. Questo è quello che risulta agli atti.
  Ritorno sul primo punto, che è quello che ci interessa di più. Quando ha acquisito i due faldoni di Circonvallazione Appia recanti la classifica di «segretissimo», che cosa è stato fatto a caldo ? Avete interrogato qualcuno ?

  LIBERO MANCUSO. Non abbiamo interrogato nessuno.

  PRESIDENTE. Li avete presi e consegnati a Pellegrino.

  LIBERO MANCUSO. Eravamo convinti che quei fascicoli fossero stati trasmessi alla Procura. Viceversa, apprendemmo che non furono trasmessi alla Procura – anche questa è una cosa abbastanza unica – nonostante l'intestazione fosse di invio immediato alla Procura, perché c'era una situazione in cui c'era una commistione fra due fatti che fino allora non avevano avuto alcun collegamento.

  PRESIDENTE. Un'ultima domanda. Lei ha detto che si aspettava l'arresto, che non c’è stato. Materialmente chi era l'autorità giudiziaria che avrebbe dovuto procedere ?

  LIBERO MANCUSO. La Procura della Repubblica di Firenze.

  PRESIDENTE. Che non ha fatto nulla né prima, né dopo, né durante.

Pag. 8

  LIBERO MANCUSO. Sì. In sede di Commissione stragi interrogammo il magistrato di Firenze, che poi è morto...

  PRESIDENTE. Chelazzi.

  LIBERO MANCUSO. Chelazzi, al quale il presidente Pellegrino ricordò una serie di fatti che coinvolgevano nel sequestro Moro direttamente Senzani.

  GERO GRASSI. Che poi è stato assolto.

  LIBERO MANCUSO. È stato processato ?

  GERO GRASSI. È stato assolto.

  LIBERO MANCUSO. Quindi è stato processato. Non l'ho mai saputo.

  GERO GRASSI. È stato assolto dalla partecipazione al sequestro Moro perché è riuscito a dimostrare di essere entrato nelle BR nel settembre del 1978. In realtà, questa sua dimostrazione è falsa, perché la notte del 17 e 18 luglio 1977 ospitò a casa sua Bonisoli, Azzolini e Gallinari.

  LIBERO MANCUSO. Peraltro, noi sapemmo di Senzani... Non avevamo alcuna notizia di Senzani. Quando ci fu il sequestro Cirillo, brancolavamo nel vuoto. Fummo convocati dal Ministro della giustizia, che all'epoca era Sarti...

  GERO GRASSI. Adolfo Sarti, P2.

  LIBERO MANCUSO. Esatto. Il cui nome poi figurò nelle liste della P2. Ci fece un discorso che ci lasciò tutti molto incerti, perché ci disse in sostanza: «Badate, dal confronto che abbiamo fatto tra il documento delirante delle Brigate Rosse e gli scritti di Senzani, esperto giuridico che lavorava negli Stati Uniti, abbiamo visto che c’è un'identità di scrittura». La questione, a parte che non poteva tradursi in una prova – non sapevamo che Senzani fosse... – ci lasciò molto attenti a come era stata inoltrata la... In quel momento Senzani trattava con lo Stato per avere del danaro e per liberare l'ostaggio.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GERO GRASSI. Presidente, noi alle 15 purtroppo votiamo, ma le dichiarazioni che ha fatto poco fa il dottor Mancuso ci consentirebbero tantissime domande. Cerchiamo di stringere al massimo.
  Secondo la conoscenza della documentazione della quale lei ha parlato, lei ritiene che il professor Senzani abbia goduto di oggettiva distrazione da parte di quelli che dovevano guardare ?

  LIBERO MANCUSO. Questo non lo posso dire. Ci potrebbe essere una dose di inerzia, ci potrebbe non essere una dose di inerzia, perché hanno lavorato bene, o ci potrebbe essere un'altra qualità. Questo non lo posso dire. Non lo so.

  GERO GRASSI. Lei ha parlato di un triangolo possibile Musumeci-Guglielmi-Senzani. Ho capito bene ?

  LIBERO MANCUSO. Non proprio.

  GERO GRASSI. Mi vuole spiegare questo passaggio ?

  LIBERO MANCUSO. Tra Musumeci e Senzani abbiamo quell'incontro di Ascoli Piceno, dove c’è Buzzati.

  GERO GRASSI. Perfetto.

  LIBERO MANCUSO. Per quanto riguarda Musumeci e Senzani, c’è il dissequestro di Cirillo.

  GERO GRASSI. Che li mette insieme.

  LIBERO MANCUSO. Poi c’è un'altra cosa. Nell'archivio del SISMI noi trovammo un fascicolo che era intitolato – mi sembra che fosse una cosa di questo genere – «strage di Bologna, sequestro Pag. 9Cirillo». Era lo stesso fascicolo, condotto dalle stesse persone e curato dalle stesse persone.

  GERO GRASSI. Non mi ha risposto su Guglielmi.

  LIBERO MANCUSO. Io avevo raccolto delle testimonianze di questa vicenda di Guglielmi e del ruolo svolto da questa struttura anche come falange armata, secondo le intuizioni dell'ambasciatore Fulci, però ci sono...

  GERO GRASSI. Lei prima, però, ha parlato di un rapporto tra Guglielmi e Senzani.

  LIBERO MANCUSO. Di un rapporto tra Guglielmi e Senzani ? A che proposito ?

  GERO GRASSI. Lei ha detto che Guglielmi sapeva prima dell'evento di via Fani.

  LIBERO MANCUSO. Questo non lo dico io, lo dicono dei testimoni.

  GERO GRASSI. Perfetto. In un passaggio ha detto che Guglielmi e Senzani avevano un rapporto. No ?

  LIBERO MANCUSO. No, non ne so nulla.

  GERO GRASSI. Va bene. Senzani e Musumeci sì, Senzani e Guglielmi no.

  LIBERO MANCUSO. Tra Senzani e Musumeci c’è stato il sequestro Cirillo. Musumeci prende in carica il dissequestro e tratta con la camorra.

  PRESIDENTE. Non sono amici. Tratta la liberazione in virtù dell'accordo fatto dallo Stato.

  GERO GRASSI. Quindi, rapporto Senzani e Musumeci sì, Senzani e Guglielmi no.

  LIBERO MANCUSO. Di Guglielmi non l'ho mai sostenuto.

  GERO GRASSI. Perfetto. Guglielmi è il vice di Musumeci, per la storia. Io ho cercato di capire meglio quello che lei ha detto. Tutto qui. Va benissimo. È la maieutica.

  PRESIDENTE. Cosa hanno a che fare quegli elenchi di «gladiatori» con via Monte Nevoso ?

  LIBERO MANCUSO. Nulla.

  PRESIDENTE. Nulla, ma perché vengono fascicolati e scritti in quella maniera ? Che vuol dire ?

  LIBERO MANCUSO. Vuol dire che c’è qualcosa di strano che andava chiarito anche dal dottor Fasano.

  PRESIDENTE. Il dottor Fasano ha detto che gli sembra di aver avuto un'intuizione investigativa.

  LIBERO MANCUSO. Il dottor Fasano io l'ho conosciuto, perché abbiamo lavorato insieme anche a Firenze, quando era alla DIGOS di Firenze. È una persona di una straordinaria intelligenza. Dire queste cose è un tentativo di uscirne.

  PRESIDENTE. Come vi hanno spiegato quella faccenda, quando avete preso quei documenti, trovando scritto «elenco appartenenti a Gladio» e «via Monte Nevoso» ?

  LIBERO MANCUSO. Ci siamo messi in contatto con la Procura di Roma, che ci ha detto: «Non abbiamo nulla. Inviateci questi fascicoli. Provvediamo noi». D'altra parte, la Commissione aveva i poteri dell'autorità giudiziaria, ma, quando l'autorità giudiziaria rileva che non è stata messa a parte di notizie rilevanti e di reato, perché si procedeva dappertutto contro la Gladio...

Pag. 10

  PRESIDENTE. In pratica, il motivo del nesso non è nella parte Gladio, che interessa meno. Il motivo del nesso tra Gladio e via Monte Nevoso su riscontri fattuali non c’è.

  LIBERO MANCUSO. Su riscontri fattuali c’è Guglielmi. Su riscontri fattuali c’è il coinvolgimento delle Brigate Rosse. Poi c’è da valutare tutta un'altra serie di elementi che non sto qui a raccontarvi, perché fanno parte di un'elaborazione che in questo momento non appartiene a me.

  PAOLO BOLOGNESI. Quando è stata interrogata a Bologna la Lazzarini, che era segretaria di Gelli, disse che, nel momento in cui fu informato del sequestro Moro, Gelli esclamò: «Il più è fatto». Successivamente, in altre interviste rilasciate da Gelli è venuto fuori che nel 1981 ci sarebbe dovuto essere un colpo di Stato e che si sarebbero utilizzati per la bisogna gli uomini di Gladio, le strutture di Gladio e le strutture dell'Anello. Vorrei sapere se nell'ambito di questi discorsi possono esserci, a suo parere, delle inclusioni di queste due strutture all'interno dei fatti del 16 marzo.

  LIBERO MANCUSO. Parzialmente avevo risposto a questa domanda. Musumeci lavorava con l'Anello. La questione che riguarda il sequestro Cirillo è Senzani con il capitano di vascello.
  Comunque, per quanto riguarda la Lazzarini, noi venimmo a sapere – all'epoca c'era un forte rapporto con la Commissione P2 – che questa donna era in qualche modo una sorta di convivente all'Excelsior di Gelli, ragion per cui io la convocai e l'interrogai praticamente tutta la notte, perché era una miniera di notizie. Poi è stata sentita anche dall'autorità giudiziaria di Palermo, perché mise Gelli in relazione con la mafia, con la Massoneria siciliana, con Delle Chiaie e con il sequestro Moro.
  Noi avevamo una dichiarazione di Fanelli, che era il vice di Federico Umberto D'Amato e come Federico Umberto D'Amato era iscritto alla P2, che era diventato in pensione l'autista di Gelli. Quando i magistrati chiesero come mai si fosse arruolato nella P2, disse: «Lo chiedete a me ? Chiedetelo a Cossiga, perché tutte le sere, durante il sequestro Moro, capitava spesso che io dovessi accompagnare Gelli a colloquio con Cossiga». È a tutti noto che Gelli era il nemico giurato della politica morotea. Era uno dei consiglieri, però, era una delle persone...
  D'altra parte, anche Pieczenik era l'uomo di Kissinger. Non devo dire a voi tutto quello che ciò comporta. Perché Moro doveva morire ? Lo dice peraltro anche Pieczenik, il quale si rende addirittura coautore di questo.

  PRESIDENTE. Come dati di fatto gli incontri di Gelli, tolto quello al Ministero della Marina col nome di ingegner Luciani, non...

  LIBERO MANCUSO. Gelli è stato coperto in una maniera incredibile, straordinaria. Addirittura il centro SISMI di Firenze aveva l'unico documento... A un certo punto Pecchioli e Berlinguer chiedono al ministro di sapere cosa è la P2 e che cosa è Gelli. I servizi dicono, dopo avere consultato i vari centri: «Non sappiamo chi sia». L'unico documento che c'era su Gelli era al centro SISMI di Firenze, dove Gelli figurava come agente del KGB. Era un poco il paravento, l'uscita che avevano nel caso in cui Gelli fosse venuto fuori, nel caso in cui fosse venuto a evidenza.

  PRESIDENTE. Senatore Gotor, siamo fuori tempo massimo.

  MIGUEL GOTOR. Sarò sintetico, perché sono arrivato in ritardo. Io pensavo che si fossero fatti dei passi in mia assenza. Volevo semplicemente mettere a verbale che a me sembra del tutto riduttivo e anche – lasciatemelo dire – illogico che questi fogli di classificazione che riportano insieme il sequestro Moro-via Monte Nevoso ed elenchi di appartenenti all'organizzazione Gladio possano essere considerati, com’è stato detto, un'intuizione investigativa.

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  PRESIDENTE. Questo è quello che dice Fasano a verbale della Commissione.

  MIGUEL GOTOR. Lo stavo omettendo perché ero convinto che l'avrebbe ricordato. Si tratta di un’«intuizione investigativa» tra virgolette, perché è sufficiente osservare quelle carte. Sono soltanto la punta burocratica, amministrativa, classificatoria, curriculare, chiamiamola come vogliamo. L'intestazione di un faldone è solo la punta di un iceberg sommerso, che probabilmente è scomparso.
  È questa, secondo me, l'ipotesi sulla quale bisognerebbe lavorare. Chi ha classificato in quel modo i contenitori di quei fascicoli evidentemente l'ha fatto per un semplice e normale atto burocratico di un funzionario, perché è pienamente consapevole che le due questioni, cioè il sequestro Moro-via Monte Nevoso, intendendo cioè il ritrovamento dei materiali nel 1978 e nel 1990, e il tema non generico di Gladio, ma degli elenchi appartenenti all'organizzazione Gladio, come viene scritto in questi fogli...
  Tecnicamente, guardate, è curioso. Questo si chiama tecnicamente «foglio di ricordo». In questo foglio di ricordo viene riprodotta questa doppia intestazione, che lega in maniera indissolubile sul piano logico e anche burocratico i due aspetti, ossia via Monte Nevoso-sequestro Moro ed elenchi di appartenenti all'organizzazione Gladio. Noi dovremmo avere la voglia e il desiderio di fare di tutto per comprendere, al di là di improbabili intuizioni investigative, di che cosa si stava parlando.
  L'ipotesi più verosimile, lasciatemelo dire, è che a via Monte Nevoso nel 1990 siano stati trovati anche degli elenchi degli appartenenti all'organizzazione Gladio. Mi sembra evidente.

  PRESIDENTE. Quindi, tu sostieni che le BR fossero a conoscenza di chi fossero i «gladiatori».

  MIGUEL GOTOR. In base a questo foglio di ricordo è l'ipotesi più semplice e diretta.

  PRESIDENTE. In base all'intestazione dei fascicoli...

  MIGUEL GOTOR. In base all'intestazione burocratica di questo foglio di ricordo l'ipotesi più diretta e più semplice è che questo foglio di ricordo classifichi un contenitore il cui contenuto è scomparso, tant’è che qui siamo passati da una procedura segretissima a una declassificazione totale. È evidente che questo può avvenire soltanto quando è scomparso il contenuto del contenitore che viene in questo modo nominato.
  Parlo dell'ipotesi più verosimile. La più diretta e la più semplice è che nel 1990 – e non è detto solo nel 1990 – siano stati ritrovati, insieme alle carte di Moro di via Monte Nevoso, anche degli elenchi relativi a Gladio.

  LIBERO MANCUSO. Lì la cosa stravagante è l'insieme di due argomenti diversi.

  PRESIDENTE. Che però non trovano motivazione nel fascicolo, se non per sommi capi. Con questo che c'entrano le carte che Martini dichiara essere scomparse al Ministero della difesa e poi ritrovate ?

  LIBERO MANCUSO. Quella è una cosa misteriosa. Il giorno dopo che noi troviamo queste carte l'ammiraglio Martini rilascia un'intervista a Maria Antonietta Calabrò.

  PRESIDENTE. L'idea che lei aveva era che Martini fosse preoccupato, cioè che non fosse stato edotto che lì era già stato tutto sistemato. Vorrei capire io. Avrà pensato: «Magari, se trovano le carte, devo dire che le hanno rubate al Ministero della difesa, oppure che gliele abbiamo date». Che ne so.

  LIBERO MANCUSO. Lì sviene. Martini sviene.

  MIGUEL GOTOR. Sul tema sequestro Moro-Gladio ci sono tre questioni.Pag. 12
  Una, secondo me, è una pista riguardante gli scritti di Moro, in particolare il memoriale, che è stata seguita, ma che è insufficiente. Si è ritenuto che nel memoriale Moro avesse parlato di Gladio. Ripeto, secondo me questo è insufficiente a spiegare la problematica per come poi essa continua a essere presente nel corso degli anni.
  Una seconda questione, che può riguardare da un lato Gladio e dall'altro anche documenti relativi alla sicurezza atlantica, più imprecisati, è la testimonianza che abbiamo di uno scontro avvenuto durante il sequestro tra Martini e una serie di protagonisti i quali denunciano, a rapimento in corso, che alcuni documenti sono scomparsi. Si tratta di documenti che ritorneranno al loro posto tempo dopo. Qui abbiamo delle testimonianze di protagonisti affidabili nella misura in cui sono delle altissime gerarchie militari e politiche.
  La terza questione riguarda il tema sequestro Moro-via Monte Nevoso ed elenchi degli appartenenti all'organizzazione Gladio. L'ipotesi verosimile è che durante il sequestro possano essere entrati dentro la prigione degli elenchi degli appartenenti a Gladio. Naturalmente, la portata assolutamente destabilizzante di tutto questo nel 1978 era enorme – c'era anche una questione di sicurezza chiaramente non solo europea, ma anche nazionale – ma anche nel 1990 era estremamente alta.

  PRESIDENTE. Comunque, a me sembra di poter dire che i quesiti che ha formulato il senatore Gotor siano precisi. Nell'ambito della nostra Commissione questa è una parte che ci interessa sicuramente, ma che nasce il giorno dopo che Moro è rapito.

  LIBERO MANCUSO. Presidente, se mi è consentito, noi abbiamo quei documenti che scompaiono. Il colonnello Bonaventura dice alla Commissione stragi per la prima volta che non furono i magistrati i primi ad avere quegli atti, ma che essi furono portati a Roma, ad Andreotti e Cossiga. Cossiga si tradisce perché dice: «Ha parlato dei campi irlandesi, dicendo che io ero andato a visitare i campi irlandesi», cosa che, invece, non c’è nel memoriale. Qualcuno quel memoriale deve averlo visto. Deve aver visto quell'insieme di documenti che provengono dalla prigione di Moro. Non combacia nulla.
  D'altra parte, noi siamo stati alla 7a divisione del SISMI e abbiamo notato che i documenti della Gladio erano gestiti da chi era titolare del sequestro, cioè i «gladiatori», i capi della Gladio. Avevano fatto quello che volevano. Noi abbiamo fatto una perizia su quei documenti e abbiamo accertato che sono tutti documenti fasulli, che quel 622 è una sciocchezza straordinaria. Ne avevamo già contati 684. Verosimilmente sono stati eliminati diversi nomi, tra cui Nardi, per esempio, che risulta contattato, ma non arruolato, ma poi risulta, invece, arruolato.

  PRESIDENTE. Bene. Noi ringraziamo il dottor Mancuso perché tutti i colleghi sono dovuti andare in Aula. Credo che questa sia una parte di interesse, ma per una futura Commissione. Poiché la nostra tratta di un ambito circoscritto, ossia del rapimento e della morte, entreremmo in un ambito che bisogna dilatare molto.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.

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ALLEGATO

Risposte dell'avvocato Libero Mancuso ai quesiti trasmessigli per iscritto.

A. Risposte ai quesiti formulati dal presidente della Commissione.

  1) In riferimento alla scoperta dei faldoni Moronomi e Moroelenchi presso l'archivio-deposito di circonvallazione Appia, può illustrare in quali uffici e con quali modalità tali faldoni venivano conservati ? Può riferire ulteriori particolari in merito alla reazione di alti ufficiali dei servizi a seguito di detto rinvenimento ?

  I faldoni Moronomi e Moroelenchi vennero rinvenuti nel corso di ricerche condotte, su autorizzazione del presidente Pellegrino, dai consulenti Gerardo Padulo e Libero Mancuso. Il rinvenimento avvenne presso gli uffici della DIGOS romana di via San Vitale. Venne chiesto al Ministero dell'interno copia del telegramma che avrebbe dovuto dare origine ai faldoni, ma ottenemmo risposta negativa. Per cui è rimasta oscura l'origine dei fascicoli.

  2) In quali contesti processuali si delinearono la figura e il ruolo del colonnello Camillo Guglielmi ?

  La figura e il ruolo del colonnello Guglielmi emersero nell'ambito dei processi SuperSISMI (pubblico ministero dottor Sica, presidente di Corte d'assise dottor Amato). Il suo ruolo trovò rilievo anche nelle indagini relative alla Gladio e agli arruolamenti illegali effettuati dal generale Pietro Musumeci (Italicus bis; pubblico ministero dottor Mancuso, giudice istruttore dottor Leonardo Grassi).

  3) Per quanto riguarda l'addestramento di «gladiatori», in riferimento alla circostanza del reclutamento di ex paracadutisti o appartenenti a corpi speciali in strutture dei servizi militari, può fornire ulteriori indicazioni circa i contesti processuali in cui tale notizia venne acquisita ?

  Vedi sub 2).

  4) Con quali modalità e da quali soggetti la documentazione Gladio veniva conservata allorquando la magistratura inquirente di Bologna si occupò di tale tematica ? In quali procedimenti del pubblico ministero di Bologna detta documentazione venne, in tutto o in parte, acquisita ?

  Le modalità con le quali veniva gestito il sequestro degli atti della Gladio disposto dall'autorità giudiziaria romana, presentavano una singolarità: si trovavano infatti nella disponibilità della VII Divisione del SISMI, oggetto di indagine. Quando il sottoscritto ed il dottor Grassi si presentarono presso la VII Divisione e richiesero la visione dei registri, si sentirono rispondere che alcuni potevano essere visionati ed altri no secondo le determinazioni dei vertici della VII Pag. 14Divisione, nominati custodi dell'intera documentazione. E ciò, a loro dire, sulla base delle decisioni della Procura romana. Per avere inserito questa affermazione della requisitoria (Italicus bis) venni sottoposto, unitamente al collega Grassi, a procedimento penale per calunnia su denuncia del dottor Nitto Palma. La richiesta di archiviazione avanzata dal pubblico ministero venne opposta dal predetto ma il giudice per le indagini preliminari fiorentino, di fronte all'evidenza della verità di quanto affermato, archiviò la denuncia proposta anche nei confronti di un onesto capitano dei Carabinieri, indagato per avere affermato, in un rapporto a sua firma, quanto da noi direttamente rilevato.

  5) In quale procedimento i magistrati di Bologna pervennero alla scoperta di armi in una struttura informale del SISMI a Firenze ? All'atto del rinvenimento fu presente il capocentro Mannucci Benincasa ? Gli inquirenti bolognesi appresero in quella circostanza di rapporti tra SISMI e brigatisti, specificamente riferiti al sito perquisito ?

  Il processo oggetto della richiesta è ancora l'Italicus bis (RG.GI. 1329/A/84). Il sequestro avvenne su input della Procura fiorentina a seguito dell'occasionale rinvenimento di un arsenale di armi da guerra nel corso di una ristrutturazione di un appartamento collocato nello stesso immobile che ospitava il Centro SISMI di Firenze e subito sotto un altro locale a sede riservata dello stesso Centro. Nell'accurata sentenza di primo grado pronunciata dal Tribunale di Firenze, viene ricostruito meticolosamente ogni aspetto della vicenda. A carico dello stesso capocentro figura condanna in primo grado (la II Corte d'assise di Bologna, sentenza n. 34/2001, dichiarò prescritto il reato) perché, in concorso con il noto Carminati, avrebbe sottratto dal covo della banda della Magliana un mitra Mab modificato, poi rinvenuto all'interno della valigia collocata il 13 gennaio 1981 su di un vagone del treno Taranto – Milano. Fu anche imputato per la fuga del neofascista terrorista Augusto Cauchi. Il reato venne dichiarato prescritto. I magistrati di Bologna chiesero l'estradizione del Cauchi riparato in Sud America, ma la richiesta non venne accolta e non vi fu alcun interessamento da parte di organi governativi. Il procedimento aveva ad oggetto i reati di banda armata di stampo neofascista e di strage dell'Italicus. Nella richiamata sentenza del Tribunale di Firenze (n. 510 reg. sent. emessa il 23 aprile 1997, pag. 56) il Mannucci esplicitamente prende le distanze da un'affermazione attribuita al generale Notarnicola, all'epoca ai vertici del SISMI, secondo la quale Notarnicola accusava il Mannucci di avere predisposto la sede clandestina di via Sant'Agostino per consentire che il capocentro di Firenze avesse contatti segreti con Senzani, all'epoca uno dei vertici delle BR e sfuggito all'incriminazione di avere partecipato al sequestro Moro. Di ciò vi è traccia nel corso dell'audizione alla Commissione Stragi del dottor Chelazzi.

  6) Sempre con riferimento alla scoperta di armi nella sopradetta struttura, durante la perquisizione intervennero magistrati fiorentini ? In caso affermativo, quali ? Vi furono intese operative tra gli inquirenti bolognesi e i PM di Firenze in ordine alla titolarità degli accertamenti Pag. 15e alla competenza territoriale ? A Bologna vennero comunicati gli esiti degli accertamenti sulle armi ? La magistratura di Bologna ebbe modo di definire il ruolo operativo dell'ex capocentro di Firenze del SISMI ? Se sì, in quali contesti processuali ?

  I magistrati fiorentini non furono presenti alla perquisizione perché, come si è detto sopra, l'arsenale fu rinvenuto in via Sant'Agostino in Firenze nel corso di lavori di ristrutturazione dell'appartamento da un operaio e fu la Compagnia dei Carabinieri di Borgo Ognissanti a provvedere al sequestro tre giorni dopo il rinvenimento. Vi fu una riunione tra magistrati bolognesi e fiorentini circa lo sviluppo delle indagini. Non trovò ingresso la cattura del Mannucci, nonostante non fosse alla prima delle gravi deviazioni istituzionali attribuitegli. Mannucci non chiarì mai le ragioni per cui predispose quell'appartamento nella sua esclusiva disponibilità e della provenienza e le ragioni dell'occultamento delle armi da guerra.

  7) L'ipotesi di contatti tra Senzani e strutture dei servizi segreti venne sviluppata nell'ambito di indagini dei pubblici ministeri di Napoli ? Su tale tematica vennero aperti filoni autonomi dal procedimento sul sequestro Cirillo ? Con quali esiti ?

  Senzani ottenne la consegna di una forte somma di danaro (un miliardo e 500 milioni di lire) provenienti dal SISMI e da costruttori partenopei interessati ad ottenere appalti nel dopo terremoto. Il Sismi non rivelò mai le trattative che interessarono prima il SISDE del generale Grassini, poi il SISMI del generale Santovito (entrambi iscritti alla loggia massonica P2), finalizzate alla liberazione dell'assessore regionale Ciro Cirillo. Consentirono a due ricercati, luogotenenti di Cutolo e pluriomicidi, di introdursi nelle supercarceri per portare avanti le trattative, grazie alla disponibilità del capo del DAP, dottor Sisti, che consentì ai due pregiudicati di presentarsi nelle carceri italiane come dottor Casillo e dottor Iacolare, entrambi feroci killer al servizio di Cutolo.

B. Risposte ai quesiti formulati dal deputato Fabio Lavagno.

  8) Lei sostiene che Guglielmi sapesse in anticipo dell'agguato di via Fani, circostanza che gli sarebbe stata detta da alcuni testimoni. Chi sono questi testimoni ?

  Non ho mai detto che il colonnello Guglielmi sapesse in anticipo dell'agguato di via Fani. Ciò è stato oggetto di indagini dell'autorità giudiziaria romana interessata ad accertare le circostanze giustificative di quella presenza contrastata da concreti elementi obiettivi che la rendevano poco credibile.

  9) Lei ha sostenuto che ogni sera, durante i 55 giorni del rapimento, il Ministro dell'interno Cossiga avrebbe incontrato Licio Gelli. È possibile conoscere da dove provenga questa informazione ?

Pag. 16

  Vi è un verbale di dichiarazioni del teste Fanelli, già vice capo dell'Ufficio affari riservati del Ministero dell'interno retto dal noto Federico Umberto D'Amato (entrambi piduisti) rese alla Procura romana. Quando il dottor Domenico Sica chiese al Fanelli le ragioni della sua iscrizione alla loggia massonica segreta, si sentì rispondere che la domanda andava posta all'allora ministro dell'interno onorevole Cossiga. Ciò in quanto egli fungeva da autista di Gelli e ne consentiva l'incontro del maestro venerabile con il Ministro dell'interno nel periodo, tanto si deduce, interessato dal sequestro Moro. Il verbale venne allegato in copia nel processo Italicus bis e fu acquisito nel corso delle indagini del SuperSISMI (pubblico ministero di Roma dottor D. Sica).