XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta n. 102 di Giovedì 2 luglio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori.
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Declassificazione e trasmissione di atti all'autorità giudiziaria.
Bindi Rosy , Presidente ... 3 

Audizione del comandante del ROS dei Carabinieri, Mario Parente.
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Parente Mario , comandante del ROS dei Carabinieri ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 6 
D'Uva Francesco (M5S)  ... 6 
Bulgarelli Elisa  ... 6 
Parente Mario , comandante del ROS dei Carabinieri ... 6 
Bulgarelli Elisa  ... 6 
Parente Mario , Comandante del ROS dei Carabinieri ... 6 
Bindi Rosy , Presidente ... 7 
Parente Mario , Comandante del ROS dei Carabinieri ... 7 
Bindi Rosy , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 13.55.
  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche mediante l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Declassificazione e trasmissione di atti all'autorità giudiziaria.

  PRESIDENTE. Sono pervenute alla Commissione due richieste di trasmissione di atti formulate dall'autorità giudiziaria. Propongo pertanto di proseguire in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione proseguono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Comunico che la Commissione ha testé deliberato di trasmettere alcuni atti da essa formati all'autorità giudiziaria che ne ha fatto richiesta per fini di giustizia. Comunico altresì che la Commissione ha avviato la procedura per la desecretazione del resoconto stenografico dell'audizione della dottoressa Maria Carmela Lanzetta, svoltasi nella seduta dello scorso 26 febbraio 2015.

Audizione del comandante del ROS dei Carabinieri, Mario Parente.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del comandante del ROS dei Carabinieri, generale Mario Parente. L'audizione odierna ha ad oggetto un aggiornamento sulle attività del ROS in materia di prevenzione e contrasto al crimine organizzato, anche con riguardo a vicende di particolare rilevanza come l'operazione «mondo di mezzo» e il caso Galatolo. L'audizione odierna è in forma libera e ove necessario si potrà proseguire in seduta segreta. Do ora la parola al generale Parente, ringraziandolo per la sua presenza e formulandogli altresì, a nome della Commissione, le più vive congratulazioni sia per la promozione a generale di divisione, ottenuta ieri, sia per il nuovo incarico di vicedirettore dell'AISI, che è in procinto di assumere tra pochi giorni. Noi arriviamo proprio gli ultimi giorni, ma siamo ancora in tempo per ringraziare il generale Parente di tutto il lavoro svolto e per formulargli ancora una volta gli auguri.

  MARIO PARENTE, comandante del ROS dei Carabinieri. La ringrazio, presidente, e ringrazio i commissari per l'opportunità che mi viene data, a pochi giorni dal cambio di incarico, di ricevere le vostre congratulazioni, che credo siano rivolte fondamentalmente al reparto che ho avuto finora il privilegio di comandare. A parte i due riferimenti all'indagine «mondo di mezzo» e al caso Galatolo, l'argomento mi è sembrato aperto a quella che è l'attività del ROS in generale. Non so se possa essere utile un brevissimo riferimento all'attività del ROS, così come si è Pag. 4sviluppata nel corso degli anni, anche per capire più o meno come operiamo. Ho visto, perlomeno nel corso degli anni, che le sigle a volte generano qualche dubbio sulla natura di questi organismi, che non sempre si capisce se possano essere collocati nell'alveo della polizia giudiziaria o di altri organismi informativi. Molto brevemente, il ROS viene costituito nel 1991 in forza di una legge che istituisce i servizi centrali e interprovinciali per il contrasto alla criminalità organizzata. Io ebbi l'onore, all'epoca, di far parte di quegli ufficiali che in qualche modo concorsero alla costituzione del ROS. Quel provvedimento, sebbene connesso con una legge dello Stato, di fatto obbediva a un'esigenza che si avvertiva già in quegli anni e che in particolare era stata riproposta da Giovanni Falcone già negli anni Ottanta: la necessità di disporre di servizi di polizia giudiziaria che non incontrassero il limite di competenza della provincia per indagini contro la criminalità organizzata di tipo mafioso che, già all'epoca, avevano ovviamente una dimensione ultranazionale, transnazionale. Fu dunque creato quest'organismo, che nacque tra l'altro sulla base di una struttura anticrimine che l'Arma già aveva e che si basava sui vecchi nuclei antiterrorismo creati dal generale Dalla Chiesa negli anni Settanta. Nel corso del tempo questi reparti erano stati ricollocati all'interno dei reparti territoriali, con competenze anche in materia di contrasto alla criminalità organizzata. Nel corso degli anni, la struttura del ROS ha subìto varie modifiche, ma ha mantenuto – e questo rende il ROS abbastanza unico nel panorama degli organismi di polizia giudiziaria a livello nazionale – le competenze in materia di contrasto al terrorismo. Attualmente si occupa di due grandi settori, ossia del contrasto alla criminalità organizzata, non solo di tipo mafioso, e del contrasto ai fenomeni terroristici ed eversivi. Come dicevo, il ROS ha subìto varie modifiche nel corso del tempo. Sostanzialmente esso opera su una struttura centrale articolata in più reparti, che nel corso del tempo sono stati ampliati in termini di competenze. Allo stato abbiamo tre reparti che compongono il cosiddetto «servizio centrale», che obbedisce a quella norma iniziale che prevedeva l'istituzione dei servizi centrali per il contrasto alla criminalità organizzata. I tre reparti del ROS si occupano fondamentalmente di contrasto alle associazioni di tipo mafioso e a tutte le altre forme di criminalità organizzata, dal narcotraffico al traffico di armi, alla tratta di esseri umani, alla criminalità di matrice etnica, ai sequestri di persona e ad altre forme di criminalità organizzata. C’è un reparto che si occupa di analisi e fa riferimento all'analisi dei fenomeni di criminalità organizzata. Sempre a livello centrale, abbiamo un reparto che si occupa di contrasto al terrorismo e all'eversione, e un reparto che si occupa di crimini violenti. Quest'ultimo, di recente istituzione, in qualche modo fa fronte a un'esigenza che nel corso degli ultimi anni si è posta, cioè quella di avere la possibilità di occuparsi di casi a volte anche particolarmente allarmanti sotto il profilo dell'opinione pubblica – dal caso di Yara Gambirasio al caso Scazzi e a tutti gli altri episodi di cronaca sicuramente noti – con strutture centrali che operino con modalità più avanzate. Come è possibile constatare, infatti, il più delle volte questi reati vengono commessi in provincia, dove in genere non ci sono strutture di polizia giudiziaria attrezzate per indagini che spesso diventano molto complesse e, tra l'altro, vengono messe sotto lente anche dai media. Il reparto crimini violenti opera su tutto il territorio nazionale per il contrasto di questi reati. Abbiamo, altresì, due componenti molto importanti: il reparto indagini tecniche e il reparto indagini telematiche. Quest'ultimo, di recentissima costituzione, era una costola del vecchio reparto indagini tecniche. Mi soffermo su questi due reparti perché hanno un'importanza molto rilevante per l'attività del raggruppamento, che ormai da anni funge da supporto a tutti i reparti dell'Arma sotto il profilo specialistico. In particolare, per quanto attiene al reparto indagini tecniche, devo dire che ormai il livello raggiunto è particolarmente elevato. Il reparto, peraltro, nasce da un'esigenza Pag. 5operativa che si è posta nel corso degli anni. Noi abbiamo iniziato pian piano; negli anni Novanta c'erano pochi volontari, ossia pochi elementi un po’ più orientati verso la materia, e adesso siamo arrivati a una struttura molto qualificata anche a livello internazionale, molto importante nelle nostre investigazioni perché in premessa assicura l'assoluta riservatezza. È di dominio pubblico, il problema esiste. Ad esempio, in caso di intercettazioni ambientali e di attività tecniche particolarmente qualificate, la maggior parte dei reparti di polizia giudiziaria si avvale di ditte private che, indipendentemente dai costi che sono molto spesso elevati – e ai nostri tempi forse un po’ meno sostenibili anche dalle stesse procure – pongono problemi oggettivi di riservatezza. Già all'epoca ci si è posti questo problema. Prima si è fatto riferimento all'indagine «mondo di mezzo», ma non sarebbe stato possibile portarla avanti senza un reparto indagini tecniche che assicurasse questa particolare professionalità nel settore. Come potete vedere, si tratta di attività che si basano fondamentalmente su attività di intercettazione ambientale e di intercettazione video, che consentono ovviamente di acquisire degli elementi probatori fondamentali a livello processuale. Questi due reparti sono stati curati in modo molto particolare nel corso degli anni. Un'altra attività a cui partecipa il ROS ormai da tempo è l'attività didattica. Noi forniamo il 70-80 per cento dei docenti che formano il personale dell'Arma impegnato in attività di polizia giudiziaria presso un istituto creato recentemente dall'Arma, l'ISTI, l'Istituto superiore di tecniche investigative, che ha appunto il compito di aggiornare tutti gli operatori di polizia giudiziaria dell'Arma che operano sul territorio attraverso corsi specifici. Per quanto riguarda il settore tecnico, ci sono dei corsi molto approfonditi che servono ad alimentare queste conoscenze tecniche per ridurre al minimo, anche in altri reparti dell'Arma, come la territoriale e altri reparti speciali, il ricorso a ditte esterne, che ormai è veramente limitato sotto questo profilo. Oltre a questa struttura centrale, sin dall'inizio, come dicevo, il ROS si è avvalso della struttura anticrimine che era stata creata dal generale Dalla Chiesa, con reparti che operano sul territorio. Attualmente disponiamo di 26 reparti e sezioni anticrimine e di 2 nuclei anticrimine, dislocati sul territorio, in particolare nelle sedi dove esistono le procure distrettuali antimafia. Tali procure sono i referenti principali nella nostra attività che, facendo riferimento al contrasto alla criminalità organizzata, si occupa sempre di un certo tipo di reati. Quanto alla divisione in sezioni e reparti, la denominazione non reca alcuna differenza rispetto ai compiti che svolgono, i reparti sono un po’ più allargati sotto il profilo del numero perché fanno riferimento alle città più importanti, Roma, Milano, Napoli, Palermo, Torino e Reggio Calabria. Sono direttamente dipendenti dal comandante del raggruppamento e si avvalgono in termini di supporto specialistico dei reparti centrali, in tutti i settori, dal terrorismo alla criminalità organizzata, ai crimini violenti e alle altre forme di criminalità organizzata. C’è anche un'osmosi assolutamente quotidiana tra le attività che svolgono i reparti periferici e i reparti centrali, sempre in termini di supporto, perché comunque il ROS opera esclusivamente come reparto di polizia giudiziaria e quindi esclusivamente alle dipendenze dell'autorità giudiziaria e nell'ambito delle deleghe che la stessa assegna al ROS. Per quanto riguarda, in generale, le attività che il ROS ha svolto nel corso degli anni, devo dire che sono tantissime. Per farvi capire quali sono gli aspetti di cui ci occupiamo, noi surroghiamo a volte l'attività dell'Arma territoriale e a volte ci sostituiamo ad essa, in relazione alla rilevanza dell'attività investigativa e alla possibilità di portare avanti delle attività investigative di largo respiro. In genere, l'Arma territoriale dispone anche di propri reparti investigativi che però sono costretti ad affrontare la quotidianità, come rapine, omicidi, quindi non hanno generalmente la possibilità di portare avanti lavori di lunga durata. In quest'ottica, a parte l'aspetto dell'eversione, che per norme interne è di diretta Pag. 6ed esclusiva competenza del raggruppamento, per quanto riguarda le altre attività per le quali sono competenti anche altri reparti dell'Arma, il ROS si pone nelle condizioni o di integrare il dispositivo dell'Arma territoriale, assumendo deleghe congiunte, oppure di assumere la conduzione delle indagini ove queste siano riconducibili a quei settori di stretta competenza del raggruppamento, concordemente con le disposizioni dell'autorità giudiziaria. Per quanto riguarda l'indagine «mondo di mezzo», che ha visto una seconda fase più recente in esecuzione, è stato detto quasi tutto, non soltanto in questa sede ma anche sui media. L'indagine è iniziata per approfondire un contesto che faceva capo a Carminati e ad altri soggetti che in qualche modo erano collegati alla vecchia Banda della Magliana, ma anche a figure di spicco del panorama criminale romano, da Senese ai Casamonica, tutti soggetti ben noti alle cronache, e progressivamente ha portato alla verifica di una vera e propria organizzazione di tipo mafioso, non riconducibile alle organizzazioni criminali mafiose tradizionali, che operava ormai da tempo nella capitale, con connotazioni che credo siano state descritte in altre audizioni molto meglio di come potrei fare io. L'indagine di fatto ha portato alla verifica anche di una infiltrazione abbastanza diffusa di un sodalizio all'interno delle strutture e degli organi amministrativi della capitale. Allo stato delle cose non ci sono particolari scadenze all'orizzonte, attività di riscontro sono state svolte negli ultimi tempi anche sulla scorta di quello che era emerso nelle due precedenti fasi. Fondamentalmente c’è un'attività abbastanza intensa per la preparazione delle successive fasi processuali, anche con l'esigenza di far fronte alle richieste dell'autorità giudiziaria in tal senso. Se non ci sono domande particolari, ritengo superfluo soffermarmi su cose che credo siano state più volte ribadite. Per quanto riguarda l'altra attività che è stata citata e che ha riguardato un personaggio abbastanza noto nel panorama criminale mafioso palermitano, Vito Galatolo...

  PRESIDENTE. Propongo di proseguire in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta indi riprende in seduta pubblica).

  FRANCESCO D'UVA. Ringrazio il generale Parente della presenza. Vorrei porre una domanda sugli organici. In particolare, visto che finora si è parlato sempre di determinati tipi di mafia, ma sembra che ce ne siano più e più, parlando appunto di «mafia capitale», mi chiedo se l'organico nel Lazio sia da potenziare o meno. Inoltre, vorrei anche sapere qual è la situazione del ROS in Calabria e in Sicilia.

  ELISA BULGARELLI. Vorrei fare una domanda sull'indagine «mondo di mezzo», visto che ve ne siete occupati voi. Vediamo molto la figura di Odevaine, che aveva interessi notevoli, soprattutto sul business nel mondo degli immigrati. Ci sono anche ramificazioni rispetto ad altri tipi di business che ancora non sono emersi e che magari avevano un'importanza secondaria e sono andati a morire e non sono stati portati avanti, o c'era esclusivamente l'interesse sul business degli immigrati ? La mia seconda domanda riguarda la mancata cattura del boss Santapaola, che anche dalle vostre informative – sempre del ROS – sembra vivesse, durante la latitanza, a Barcellona Pozzo di Gotto. Era comunque lei, se non ricordo male, il maggiore del reparto operativo...

  MARIO PARENTE, comandante del ROS dei Carabinieri. No. Mi fa piacere che mi rivolga questa domanda.

  ELISA BULGARELLI. Così possiamo chiarire anche questo aspetto della mancata cattura di un altro latitante.

  MARIO PARENTE, Comandante del ROS dei Carabinieri. Andando per ordine, devo dire che gli organici dei reparti che operano su Roma e nel Lazio sono più che sufficienti, per quanto mi riguarda, anche Pag. 7perché il nostro lavoro non richiede organici eccessivamente elevati. È chiaro che ci sono organici più consistenti in alcune città, come Roma o Reggio Calabria. Peraltro, in Calabria abbiamo una sezione sia a Reggio che a Catanzaro e abbiamo anche un distaccamento a Gioia Tauro. A Roma abbiamo anche i reparti centrali che operano. Per esempio, quando si parla dell'indagine «mondo di mezzo», si tratta di un'indagine che è stata svolta in collaborazione tra il reparto anticrimine di Roma, che è il reparto del ROS che opera con la distrettuale antimafia di Roma, e il secondo reparto investigativo, che è un reparto centrale che ha avuto un ruolo anche consistente, soprattutto per la parte che riguarda gli affari delle cooperative di Buzzi e tutta la vicenda che riguarda Odevaine. Non credo dunque che ci sia un problema di insufficienza di organico nel Lazio, anche perché, se c’è la necessità, ci avvaliamo dell'Arma territoriale. Per quanto riguarda gli affari legati alla gestione dei centri di accoglienza, Odevaine si occupava soltanto di questo perché, non a caso, lui faceva parte del tavolo tecnico. L'organizzazione – in particolare Buzzi in questo caso – si riferiva ad Odevaine per tutti gli aspetti, quindi non ci sono altri affari che lo riguardano. Invece l'associazione facente capo a Carminati, come sapete tutti, aveva anche affari in altre commesse pubbliche e in altri appalti.
  Per quanto riguarda la mancata cattura di Santapaola, devo dire che curiosamente la questione nasce all'atto della mia nomina a comandante del ROS per un'esternazione dell'onorevole Sonia Alfano, che si disse perplessa della mia nomina proprio in relazione al mio coinvolgimento nella mancata cattura di Santapaola. Peraltro – lo dico perché può essere verificato – ebbi poi diversi incontri con l'onorevole Alfano, con la quale, credo sia riportato anche su Internet, le cose furono ampiamente chiarite, tanto che fui invitato proprio dall'onorevole Alfano, due mesi dopo, a un convegno sulla criminalità organizzata a cura della Commissione che lei presiedeva a Bruxelles.

  PRESIDENTE. Propongo di proseguire in seduta segreta.
  (Così rimane stabilito. La Commissione procede in seduta segreta indi riprende in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Generale, grazie di tutto e buon lavoro. Per ascoltarla la prossima volta avremo bisogno dell'autorizzazione del Copasir, però troveremo il modo per incontrarci ancora. Naturalmente l'ufficio di presidenza della Commissione valuterà come proseguire i lavori di questa inchiesta.

  MARIO PARENTE, Comandante del ROS dei Carabinieri. Ringrazio lei, presidente, e tutti i commissari anche per l'occasione che mi è stata data di chiarire alcuni aspetti.

  PRESIDENTE. Per noi era importante. La ringrazio e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.