XVII Legislatura

Commissioni Riunite (VI e X)

Resoconto stenografico



Seduta n. 3 di Martedì 30 giugno 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Capezzone Daniele , Presidente ... 3 

Audizione della Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3012  e abbinate, recante Legge annuale per il mercato e la concorrenza. (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Capezzone Daniele , Presidente ... 3 
Guidi Federica , Ministra dello sviluppo economico ... 3 
Capezzone Daniele , Presidente ... 8 
Impegno Leonardo (PD)  ... 8 
Colletti Andrea (M5S)  ... 9 
Capezzone Daniele , Presidente ... 9 
Barbanti Sebastiano (Misto-AL)  ... 10 
Pesco Daniele (M5S)  ... 10 
Moretto Sara (PD)  ... 11 
Capezzone Daniele , Presidente ... 11 
Moretto Sara (PD)  ... 11 
Benamati Gianluca (PD)  ... 11 
Capezzone Daniele , Presidente ... 12 
Guidi Federica , Ministra dello sviluppo economico ... 12 
Capezzone Daniele , Presidente ... 16

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie - Lega dei Popoli - Noi con Salvini: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE DELLA VI COMMISSIONE DANIELE CAPEZZONE

  La seduta comincia alle 14.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.

Audizione della Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3012 e abbinate, recante Legge annuale per il mercato e la concorrenza.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione della Ministra dello sviluppo economico, Federica Guidi, nell'ambito dell'esame del disegno di legge C. 3012 e abbinate, recante Legge annuale per il mercato e la concorrenza.
  Con dieci minuti di ritardo, dei quali mi scuso con tutte le colleghe e i colleghi, cominciamo la nostra audizione. Saluto il Presidente Epifani, le colleghe e i colleghi della X Commissione e la nostra ospite, la dottoressa Guidi.
  L'ordine del giorno reca l'audizione della Ministra dello sviluppo economico. Leggo così perché, se leggessi diversamente, penderebbe verso di me un'accusa di «machismo linguistico» che di questi tempi va accuratamente evitata !
  Su richiesta della Ministra abbiamo cinquanta minuti di tempo. Pertanto, pregherei la dottoressa Guidi di contenere la sua introduzione per consentire un'interlocuzione con i colleghi che volessero porle delle questioni.
  Do la parola alla Ministra Guidi.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie presidenti e onorevoli deputati. Naturalmente, ringrazio i due relatori e tutti voi per l'impegno che state dedicando a questo disegno di legge annuale per la concorrenza. Cercherò di illustrare innanzitutto alcune questioni di metodo, spiegando qual è la ratio che ci ha guidato nella stesura di questo provvedimento, per poi entrare in alcuni aspetti specifici.
  Come sapete, è la prima volta che viene presentato il disegno annuale sulla concorrenza, nonostante quest'obbligo sussista, per legge, dal 2009. Dal punto di vista procedurale questo disegno di legge è strettamente aderente, in gran parte dei suoi punti, a quanto l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ci ha invitati a fare attraverso la sua segnalazione. Colgo l'occasione anche per ringraziare l'Autorità e il suo presidente, il Presidente Pitruzzella, per la concretezza e l'incisività dei suggerimenti che ci hanno rivolto.
  Da un lato, quindi, questi provvedimenti riflettono una chiara scelta politica da parte del Governo di mantenere questa consuetudine – che costituisce adempimento di un obbligo di legge – e di proporre ogni anno un testo sulla concorrenza, raccogliendo altresì l'esperienza maturata dall'Autorità Antitrust durante la sua quotidiana operatività.
  Dal punto di vista formale abbiamo deciso, con grande convinzione, di scegliere la strada del disegno di legge anziché ricorrere ad altri strumenti, i quali Pag. 4sono forse un po’ più spediti. Crediamo che tale scelta sia utile perché consente al Parlamento e alle Commissioni parlamentari di svolgere un dibattito su temi vasti e complessi. Pensiamo che proprio un esame parlamentare attento, rigoroso ed, eventualmente, vivace fornisca la massima garanzia di trovare gli equilibri migliori e più virtuosi nell'interesse dei consumatori e del nostro Paese.
  Spero di condividere con voi – mi diceva adesso il Presidente Epifani che è già stato emanato il nuovo calendario per settembre – la discussione sul provvedimento. Ci auguriamo che essa sia approfondita, precisa e puntuale, ma anche che si possa comunque procedere piuttosto speditamente all'esame del disegno di legge in Parlamento.
  Prima di tutto vorrei sottolineare che abbiamo fatto, all'inizio del nostro esame, un'estensiva consultazione, che ha coinvolto non solo gli stakeholder, ma anche tutti gli altri ministeri coinvolti. Peraltro, sappiamo benissimo tutti che anche i valori che erano stati inseriti nel DEF e l'implementazione di misure come quelle che abbiamo inserito nel disegno di legge sulla concorrenza produrranno un effetto benefico per quello che riguarda l'aumento del PIL, che è stimato nello 0,4 per cento nel medio termine e nell'1,2 per cento nel lungo periodo.
  Vorrei cercare di darvi un segno di qual è stato l'approccio teorico che ci ha guidato, in modo tale da potervi aiutare a decifrare meglio il senso delle misure che abbiamo previsto. Noi abbiamo cercato di lavorare sostanzialmente su tre macrodirettrici.
  La prima è dal lato dell'offerta, in relazione alla libertà d'ingresso sul mercato e anche alla libertà di sperimentare prodotti, processi produttivi e modelli di business innovativi.
  La seconda è dal lato della domanda, con l'intento di ampliare e rafforzare la simmetria e la completezza dell'informazione, che sono due prerequisiti per consentire di avere la massima mobilità da parte del consumatore, il quale, naturalmente, per essere mobile, deve essere messo adeguatamente nelle condizioni di poter conoscere.
  Infine, la terza riguarda gli stakeholder pubblici e i loro poteri di controllo, vigilanza e monitoraggio, con la possibilità, se del caso, di sanzionare gli eventuali comportamenti abusivi.
  Queste sono le tre linee-guida attraverso le quali il disegno di legge va letto. Esse risolvono, sostanzialmente, uno o più problemi che anche l’ l'Autorità Antitrust ha riscontrato anche attraverso evidenze empiriche; molte analisi disponibili in letteratura sotto infatti in linea con queste tre direttrici.
  Come sapete, il disegno di legge si articola in alcune grandi aree di intervento, tra le quali le assicurazioni, i fondi pensione, le comunicazioni, i servizi postali, l'energia, i servizi bancari, le professioni e le farmacie. Credo che conosciate benissimo il contenuto dei singoli articoli, ragion per cui cercherò di esaminarne solo alcuni, per poi aprire il dibattito e dare spazio alle vostre domande.
  Vorrei tornare sui tre filoni di intervento di cui parlavo all'inizio. Per quel che riguarda il lato dell'offerta, alcuni degli interventi che proponiamo incidono prevalentemente sul lato dell'offerta, con l'obiettivo di favorire una modernizzazione di taluni settori economici e anche di rimuovere alcune delle barriere all'ingresso per i cosiddetti newcomer.
  Questa logica si ritrova, particolarmente, ad esempio, nello sforzo di ridurre e armonizzare, a livello nazionale, i costi delle assicurazioni. Le tariffe italiane sono certamente superiori alla media europea sia perché riflettono una maggiore sinistrosità, soprattutto in alcune aree del Paese, sia perché c’è obiettivamente un maggior costo dei risarcimenti. Ciò è spesso dovuto all'incertezza sull'entità dei risarcimenti stessi.
  Tutto ciò, naturalmente, ha esiti anticoncorrenziali, perché determina maggiori barriere finanziarie all'ingresso per quanto riguarda gli operatori e, in alcuni casi, può anche determinare fenomeni di cosiddetta selezione avversa. Le aree a maggiore Pag. 5sinistrosità sono, non a caso, quelle maggiormente colpite da una minore intensità competitiva.
  Analogamente, per quel che riguarda il settore del recapito postale, proponiamo l'abrogazione di una norma che consideriamo sostanzialmente anacronistica, la quale prevede la riserva sulla consegna degli atti giudiziari, consentendo di introdurre una dinamica concorrenziale in un contesto in cui il committente è rappresentato dalle pubbliche amministrazioni. Diamo, quindi, un contributo indiretto anche alla spending review.
  Per quanto attiene, invece, alle professioni legali e alle farmacie, pensiamo che la norma che abbiamo proposto in questi due ambiti, la quale consente la costituzione di società di capitali, possa consentire l'afflusso di nuove risorse e, quindi, porre le basi per una crescita dimensionale di queste imprese. In tal modo, si potranno avere imprese più libere di «catturare» eventualmente economie di scala, nonché facilitare e favorire la nascita di modalità nuove e più innovative nel servizio che le farmacie, da un lato, e le professioni legali, dall'altro, possono fornire.
  So che c’è un grande dibattito sulla norma che riduce il perimetro di competenze esclusive dei notai, tanto in relazione alle compravendite immobiliari non abitative di ridotta entità, quanto in merito ad alcuni atti societari. La ratio che abbiamo cercato di mettere in questa proposta è finalizzata a rendere un po’ più dinamica una situazione finora molto statica. Ci sono innovazioni legate all'evoluzione tecnologica le quali possono far venir meno alcune barriere e recinti, oggi probabilmente non più necessari come forse lo erano in passato. Da qui deriva anche la ratio di alcune norme che appartengono a un mondo il quale, a mio sommesso avviso, è ormai totalmente diverso.
  Per quel che riguarda, invece, i carburanti, l'obiettivo non era certamente quello di limitare l'ingresso di carburanti a basso impatto ambientale, bensì di evitare che venissero adottate norme discriminatorie contro i nuovi entranti. Credo infatti che ci sia un principio sacrosanto, ossia che le regole debbano valere per tutti ed essere uguali per tutti.
  Verrei poi a declinare alcune delle norme che noi abbiamo proposto soprattutto per ciò che riguarda gli interventi sul lato della domanda. Sono stati introdotti numerosi strumenti per promuovere, prima di tutto, una corretta informazione e, quindi, la mobilità dei consumatori.
  Nel settore delle assicurazioni abbiamo introdotto la previsione di una «scontistica» obbligatoria in presenza di clausole antifrode e una maggiore chiarezza di informazione sulle clausole bonus malus, nonché il chiarimento sull'applicazione delle norme esistenti in materia di classi di rischio. Riteniamo che questo gruppo di proposte risponda esattamente all'esigenza di chiarezza e di maggiore trasparenza informativa sul lato della domanda. Questo, naturalmente, per mettere il consumatore nelle condizioni di scegliere in maniera avveduta i profili di servizio migliori per se stesso.
  Vorrei anche enfatizzare che tutte le previsioni in materia di «scontistica» obbligatoria presuppongono una piena e totale volontarietà da parte del cliente. Non c’è alcuna norma tra queste che obbligherà il cliente. Si tratta di norme che vengono poste come una garanzia e non come onere per il consumatore, che in realtà oggi, sotto questo profilo, non gode di alcun diritto codificato.
  Anche per quanto riguarda i fondi pensione, dalla premessa che i contributi, a prescindere dal fatto che li versi il lavoratore o il datore di lavoro, appartengono al lavoratore, deriva che il lavoratore stesso, a nostro avviso, debba essere messo nella condizione di scegliere al meglio come poter investire i propri risparmi.
  La stessa ratio vale per i princìpi e i vincoli sulla trasparenza e sulla confrontabilità delle offerte commerciali, soprattutto nella parte riferita ai servizi bancari e nel settore delle telecomunicazioni, su cui probabilmente c’è stato un po’ di misunderstanding. Forse anche noi siamo stati imprecisi nell'utilizzare un termine di Pag. 6ambito penale che non è corretta. Non è corretto e probabilmente, quindi, andrà in qualche modo corretto.
  Veniamo a un altro pezzo del disegno di legge, quello che riguarda l'intervento sul mercato elettrico e del gas, la cosiddetta «maggior tutela». Anche su questo, la nostra valutazione è che, per come è strutturata oggi, probabilmente essa risponde alle esigenze di un mondo che non esiste più, di un mondo che nel frattempo è cambiato.
  Crediamo che il consumatore vada reso mobile, come è accaduto in altri settori, anche per consentire che il servizio che gli viene offerto sia un servizio a più alto valore aggiunto, più sofisticato, cosa che questo sistema particolarmente ingessato oggi non rende possibile.
  A tale proposito, credo non sia un caso che la Commissione europea ponga una grande enfasi sulla concorrenza a livello retail nell'ambito della strategia per l'Unione energetica e che anche l'ACER (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia), che coordina i regolatori energetici europei, inclusa la nostra Autorità, abbia più volte sottolineato le potenziali distorsioni dell'attuale sistema.
  Veniamo all'ultima delle tre direttrici, relativo agli interventi sugli stakeholder pubblici. Certamente, perché un mercato funzioni bene e, quindi, perché ci siano una sana concorrenza e un sano mercato, è importante che le regole siano tali da scoraggiare comportamenti opportunistici o, addirittura, abusivi e che i soggetti preposti alla sorveglianza dispongano di strumenti sufficientemente «puntuti» e adeguati per intervenire quando necessario.
  In generale, tutta la disciplina sulla concorrenza presuppone che sia l'Autorità Antitrust a svolgere, come fa, un ruolo di sorveglianza a 360 gradi. Probabilmente vi sono alcuni casi in cui conviene ragionare su come inserire dei puntelli ulteriori.
  Per esempio, ritornando alla materia energetica, prevediamo di avviare, anche in collaborazione con Agcom e con i regolatori di settore, un'operazione di controllo e di monitoraggio nelle fasi precedenti ed, eventualmente, successive alla fine della tutela.
  Con riferimento a un aspetto ancora più importante, ritornando alle norme in materia assicurativa, avremmo pensato di affidare all'IVASS gli strumenti sia per controllare il comportamento degli operatori, specialmente per quello che riguarda che cosa si intende per scontistica obbligatoria, sia per garantire un efficace enforcement delle norme.
  Anche nel campo postale, è giusto definire con chiarezza i requisiti dei soggetti che potranno eventualmente candidarsi a svolgere un compito tanto delicato come quello della consegna di atti giudiziari e delle notifiche di sanzioni.
  Ho cercato di dare una lettura un po’ random delle norme del disegno di legge, seguendo i tre capisaldi di offerta, domanda e stakeholder pubblici i quali dovranno garantire la corretta esecuzione di queste nuove norme in un modello più concorrenziale. Sono possibili aperture e miglioramenti del testo ? Certo che sì. Crediamo di avere elaborato, considerando soprattutto che era la prima volta che sperimentavamo un disegno di legge annuale sulla concorrenza, un provvedimento piuttosto equilibrato, il quale rimuove molti ostacoli alla concorrenza e alla crescita nel nostro Paese.
  Naturalmente, però, non solo non siamo contrari, ma siamo assolutamente favorevoli e aperti alla possibilità di un miglioramento del testo che, come Governo, abbiamo approvato, anche chiarendo, come dicevo, alcuni punti che forse non sono stati scritti adeguatamente, ossia chiarendo meglio alcune parti del testo e, se del caso, anche aggiungendo ulteriori misure.
  Sappiamo – siamo qui oggi anche per confrontarci – che ci sono alcune norme che hanno sollevato commenti e dibattiti, per esempio, per quel che riguarda il tema delle assicurazioni. Mi sembra che le principali perplessità siano legate, in particolare, a che cosa si intenda per «scontistica obbligatoria» e anche alle modalità applicative di questa scontistica obbligatoria.Pag. 7
  Ripeto, questa è la ratio che abbiamo seguito e siamo assolutamente consapevoli che ci sia la possibilità di migliorare e di definire meglio non solo il testo, ma anche strumenti che rendano queste novità meglio comprensibili al consumatore finale.
  Abbiamo ragionato pensando che l'obbligo di sconto debba essere posto, prima di tutto, a garanzia del consumatore. Naturalmente – questa era la ratio che noi abbiamo seguito – l'effetto di queste misure dovrebbe essere, secondo le nostre stime, ancora più pronunciato, tanto più nelle aree caratterizzate da maggiore sinistrosità. Sappiamo che, per esempio, il Sud, e in particolare alcune aree specifiche, come la Campania, sono senz'altro interessate da questo fenomeno.
  Vorremmo che il disegno di legge producesse una riduzione delle sperequazioni territoriali, partendo dal presupposto che ci saranno conducenti virtuosi. Uniformare le pratiche di sconto a livello nazionale potrebbe forse – valuterei con cautela questo aspetto – limitare questo effetto che, invece, noi volevamo generare con il nostro disegno di legge.
  Naturalmente, siamo consapevoli che si possa anche ragionare su un rafforzamento ulteriore, anche sostanziale, dei poteri di vigilanza e delle sanzioni che avevamo pensato di affidare all'IVASS.
  Ho già parlato dei fondi pensione. Anche su questa materia, naturalmente, sono ben accette rivisitazioni, correzioni o ulteriori suggerimenti che prendano le mosse dalla ratio delle norme, ossia che si tratta di denaro di proprietà del lavoratore, il quale dovrebbe essere messo in condizione di scegliere lo strumento e il servizio migliore per il proprio profilo. Siamo aperti, però, a condividere miglioramenti e modifiche. Condividiamo questo spirito.
  Sulle telecomunicazioni dicevo prima che abbiamo probabilmente l'esigenza di chiarire meglio alcuni passaggi di redazione del testo. Vorrei utilizzare questa occasione anche per eliminare ogni dubbio residuo, se mai ce ne fosse stato uno, sul fatto che noi qui non vogliamo assolutamente sostituire, ma al limite integrare, norme previgenti in materia di costi di uscita. Noi non abbiamo inteso rivitalizzare norme che erano state tolte, anzi vogliamo integrare di più e meglio il fatto che i costi in uscita dovranno essere per il consumatore meglio definiti, più chiari e intellegibili fin dall'inizio e più bassi a seconda del percorso di uscita di un consumatore dall'offerta che aveva sottoscritto.
  Sul tema delle Poste, certamente conosciamo e abbiamo tenuto in considerazione una valutazione di sostenibilità economica e finanziaria dell'intervento e anche una sua congruità nel contesto della normativa europea in materia di sicurezza delle operazioni, considerando che c’è un processo di privatizzazione in corso. Pensiamo, anzi, che la nostra proposta si sposi con il processo di privatizzazione che l'azienda sta seguendo.
  Aggiungo due parole ancora sul tema dell'energia e sulla proposta di togliere il regime cosiddetto di «maggior tutela», perché mi rendo conto che su di esso vi sono timori concreti e ragionevoli. Noi stiamo cercando di impostare un cambiamento di paradigma nella nostra proposta. Ne abbiamo tenuto talmente tanto conto che avevamo cercato di individuare una data sufficientemente lontana nel tempo, che abbiamo individuato nel 2018, demandando a un ulteriore decreto attuativo le misure di contesto per preparare al meglio questa transizione. Siamo assolutamente consapevoli, infatti, del fatto che la situazione attuale non consente di effettuare una soppressione del regime di maggior tutela e che è necessario assolutamente accompagnarla ponendo in essere una serie di strumenti che oggi non ci sono.
  Abbiamo tenuto conto di questo già quando abbiamo definito la data del 2018. Pensiamo possa essere utile cercare di definire meglio strumenti e competenze che fra il Ministero dello sviluppo economico e l'Autorità competente potranno essere meglio specificate e definite, ciascuno nell'ambito delle proprie prerogative e dei propri poteri.
  Siamo perfettamente consapevoli del fatto che dobbiamo accompagnare questo Pag. 8processo con gradualità, prevedendo anche passaggi intermedi e forme di monitoraggio e di verifica, prima di arrivare, se del caso, alla soppressione del regime di maggior tutela.
  Certamente può essere utile, in questo senso, rivedere alcune delle modalità di erogazione e di attribuzione del cosiddetto bonus sociale, in modo da garantire, anche in questo contesto, una migliore e maggiore protezione dei consumatori che si dovessero trovare in una condizione di particolare povertà o indigenza.
  Non vorrei rubare altro tempo alla discussione. Concludo dicendo che ciò che emerso dalle audizioni svolte e dai confronti informali che ho avuto in queste ultime settimane è stato molto utile. Sono emerse una serie di proposte aggiuntive, anche su taluni settori che noi non abbiamo affrontato in questo disegno di legge. Ciò che è emerso da queste audizioni sarà molto utile per meglio definire molti punti del disegno di legge.
  Non posso che ringraziarvi per l'opportunità di oggi e per il lavoro che continueremo a fare insieme. Spero di cuore che il tentativo di aprire una strada con questo disegno di legge approvato per la prima volta, cercando di far passare un messaggio culturale per cui ogni anno sarà necessario attuare un'operazione di manutenzione sul tema della concorrenza, possa rendere questo processo culturale più semplice da accettare nel nostro Paese.
  Credo sia sotto gli occhi di tutti il fatto che viviamo in un Paese in cui molti settori sono ancora troppo chiusi, forse anche per motivazioni storiche legate a un mondo che nel frattempo è cambiato e che non ha visto un'evoluzione conseguente in alcuni ambiti.
  Questo è, in questo senso, un primo tentativo, probabilmente, anzi auspicabilmente, da migliorare. Mi auguro che da questo lavoro nasca anche una volontà culturale per continuare, anno dopo anno, ad affinare e a migliorare tutte le parti che questo disegno di legge non affronta. Non avevamo la pretesa di essere esaustivi con un unico testo. Spero che questo sia un modo per dare l'avvio a un'evoluzione culturale in senso pro-concorrenziale del nostro Paese, per il bene in primis dei consumatori, ma anche del miglioramento del PIL. Vi ringrazio.

  PRESIDENTE. Grazie, dottoressa Guidi. Se il Presidente Epifani è d'accordo, avendo 25-30 minuti, occupiamone 12-13 per raccogliere domande e questioni – prego i colleghi di stare più sulle domande che sulle considerazioni – per dare poi alla Ministra 10-15 minuti per considerazioni conclusive e risposte puntuali.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LEONARDO IMPEGNO. A meno che il presidente del gruppo non intenda procedere in altro modo, porrei alcune domande.
  Signora Ministra, in modo particolare rispetto alla vicenda RC Auto, nella sua, seppur breve, puntuale relazione lei ha posto il tema del rapporto tra l'aumento delle tariffe e il grado di sinistrosità e ha anche detto che in alcune realtà del nostro Paese il livello eccessivo di sinistrosità comporta l'aumento di alcune tariffe.
  In proposito, le faccio presente che proprio in alcune città del Mezzogiorno i sinistri sono diminuiti del 33,9 per cento, l'importo dei risarcimenti è diminuito del 33,6 per cento e le tariffe sono diminuite del 6,4. Come spiega questo numero, se il rapporto è tra sinistri, sinistrosità e tariffe ?
  Passo al secondo punto. Noi abbiamo ascoltato l'IVASS. Nelle motivazioni per l'aumento delle tariffe, soprattutto in alcune realtà, l'IVASS ha posto il tema delle frodi. Abbiamo chiesto quante siano le frodi e loro non ci hanno risposto.
  Non sappiamo, quindi, quale esso sia. Se lei, o anche il suo Ministero, potesse fornirci delle delucidazioni su questo, sarebbe cosa gradita, perché non si può mettere a fondamento dell'aumento delle tariffe un numero che non c’è, a meno che non si parli di presunte frodi. Allora si dica che le tariffe in alcune realtà aumentano perché ci sono presunte frodi.Pag. 9
  Vengo alla terza domanda. L'allora Sottosegretario Claudio De Vincenti aveva preso l'impegno al Senato di affrontare il tema del differenziale tariffario che c’è nel nostro Paese, che penalizza alcune realtà, con il paradosso che alcuni cittadini che per 15-20 anni non fanno incidenti pagano di più di alcuni cittadini di altre parti del Paese che nello stesso anno fanno due incidenti.
  Si tratta di un tema di giustizia, che tuttavia non voglio affrontare, perché noi siamo abituati a essere tecnici e a fare riferimento ai numeri. Anche sui numeri, però, ci sono delle discrepanze. Vorrei sapere dalla Ministra che cosa intende fare il Ministero per affrontare questo tema e rispettare anche l'impegno che il Governo ha assunto al Senato.

  ANDREA COLLETTI. Faccio solo un appunto sulle frodi. Sto ancora aspettando la risposta dell'IVASS ai quesiti che abbiamo posto. Non so se siano già arrivate le risposte alle Commissioni.
  Secondo i dati dell'IVASS le frodi sono l'1,8 per cento del 50 per cento, calcolato sul 13 per cento, in riferimento al 100 per cento totale dei sinistri. È una cifra, quindi, tra lo 0,1 e lo 0,4 per cento, immagino. Questo, almeno, è quello che ci ha detto l'IVASS l'altra volta, con dati calcolati sull'anno 2013. Evidentemente le frodi non sono il problema, anche perché da quello che ci risulta sono inferiori rispetto a Francia e Gran Bretagna. Il problema delle alte tariffe evidentemente dipende da altri fattori.
  Secondo lei, Ministra, il problema non è il fatto che le assicurazioni, in un ramo che – lo ricordo – è obbligatorio e in cui, quindi, c’è l'assicurazione obbligatoria a carico degli utenti, fanno troppi utili ? Nel 2012 hanno fatto utili per 2,4 miliardi di euro. Secondo uno studio dell'IVASS, l'utile di gestione tecnica in Italia è pari a 49 euro per polizza. In Europa, considerata l'Italia, è pari a 2 euro per polizza. Questo vuol dire che in Europa l'utile è negativo per le compagnie di assicurazione nel ramo RC Auto, mentre in Italia è positivo a favore delle assicurazioni per 49 euro a polizza. Per 48 milioni di automobili il totale è all'incirca di 2,4 miliardi di euro.
  A corollario di questo, è davvero necessario, visto l'utile mostruoso delle assicurazioni, diminuire i risarcimenti attraverso la tabella che già si voleva inserire intorno a marzo 2013 con il Governo Monti in prorogatio ? È veritiero che, qualora dovesse essere adottata una tabella di quel genere la quale, in base a quanto so, è già pronta, si farebbero fare utili superiori alle assicurazioni per 3 miliardi di euro rispetto ad oggi, cosicché i loro utili annuali supereranno i 5 miliardi di euro nel ramo RC Auto ?
  Voi siete al corrente del fatto che, secondo studi prospettici della Commissione e del Parlamento europeo, in realtà i risarcimenti in Italia non sono tanto superiori, come afferma l'ANIA, rispetto ai risarcimenti nel resto d'Europa ?
  Aggiungo un'ultima considerazione. Tra le norme del disegno di legge sul ramo RC Auto, ci sono anche norme assurde sui testimoni. Non so chi le abbia scritte, sinceramente. Servirebbe forse anche un giurista al MISE, oltre che qualcuno che sappia di concorrenza.
  Come era stato stralciato, anche grazie al nostro intervento – se lo ricorderà, anche se non era ancora Ministra – l'articolo 8 del decreto-legge cosiddetto «Destinazione Italia», forse sarebbe bene che anche la parte di questo disegno di legge sulla concorrenza in tema di RC Auto fosse ritirata dal Governo. Mi sembra infatti che essa costituisca solo un grandissimo favore fatto alla lobby delle assicurazioni, le quali mi sembrano molto ben penetrate all'interno del MISE. Vorrei sapere da parte di chi, ma mi sembra che abbiano molta influenza sul suo dicastero.

  PRESIDENTE. Grazie, onorevole Colletti. Colgo l'occasione per ricordare anche – immagino che questo vada anche nella direzione da lei auspicata – che, anche su sollecitazione di uno dei relatori, l'onorevole Fregolent, ma con l'accordo anche dell'onorevole Martella e del presidente Epifani, noi abbiamo previsto che in una Pag. 10fase successiva dei lavori – il che credo possa essere di grande utilità – se si farà un Comitato ristretto, ci sia anche un confronto all'americana e non all'italiana tra IVASS e soggetti controinteressati, tra IVASS e vittime della strada, tra IVASS e mondo delle carrozzerie, in modo che ciascuno abbia la possibilità di guardare gli altri negli occhi.

  SEBASTIANO BARBANTI. Ministra, una legge sulla concorrenza immagino debba servire a disegnare o smontare un complesso di norme, che possa servire a valorizzare l'efficienza interna delle imprese, per ottenere vantaggi anche da un punto di vista del consumatore e, quindi, premiare le imprese che lavorano meglio aumentando la concorrenza vera e propria.
  Ci ritroviamo, invece, in questo disegno di legge – è una visione non solo mia, ma anche un po’ di tutti gli auditi – delle misure un po’ contrastanti, che in alcuni casi tendono soltanto a far abbassare i costi (mi riferisco soprattutto alla questione delle assicurazioni e dei risarcimenti) a tutto vantaggio delle compagnie assicuratrici, senza avere un vantaggio vero e proprio.
  Per carità, ben venga se si abbassano i costi a seguito di una fortissima riduzione delle tariffe, perché sono sempre disponibilità in più che restano nelle tasche dei cittadini. In alcuni casi, però, le norme sembrano piuttosto contrastanti con l'oggetto del disegno di legge. Invece di allargare il mercato in alcuni casi sembra proprio che lo si restringa. Per esempio, un risarcimento in forma specifica va contro l'idea proprio di libero mercato, così come il divieto della cessione del credito.
  Io non capisco, anche se ripeto che, da un certo punto di vista, per abbassare tariffe questo può essere utile, la questione del danno biologico, così come alcune scontistiche sui premi, che sono oscure (scatola nera, etilometro). Le norme sui testimoni, come ha ricordato prima il mio collega, sono davvero incomprensibili. In quel caso, secondo me, si sarebbe dovuto spingere di più sulla confrontabilità dei prezzi, che manca, sia da un anno all'altro, perché per ogni singolo fattore di scontistica non c’è un vero e proprio confronto, sia tra una compagnia e un'altra.
  Inoltre, io mi sarei aspettato uno strumento che eliminasse il criterio della residenza nel calcolo delle tariffe RC Auto. La residenza, insieme ai problemi cui lei faceva prima cenno, sono ormai passati, perché conosciamo la mobilità che c’è anche all'interno della nostra società. Io mi chiedevo quindi se ci sia un'apertura al dialogo da un punto di vista emendativo da parte del Governo.

  DANIELE PESCO. Buongiorno e grazie di essere qui. Noi abbiamo ribattezzato questo disegno di legge «disegno di legge anticoncorrenza», perché, secondo noi, sono molti gli aspetti per i quali molti lavoratori con questo provvedimento dovranno veramente fare i conti con l'uscita dal mercato. Questa, secondo noi, è veramente un'anticoncorrenza.
  Mi riferisco ai carrozzieri indipendenti. Con gli sconti che vengono proposti con questo disegno di legge sarà facile per i meccanici indipendenti decidere se convenzionarsi alle assicurazioni oppure restare indipendenti e, quindi, probabilmente chiudere. Questo perché noi vediamo quasi una facilitazione per le assicurazioni a entrare anche nel mondo delle riparazioni auto. Una cosa, però, è assicurare il veicolo, un'altra è ripararlo.
  Secondo noi, c’è veramente un gran favore alle assicurazioni proprio per permettere loro di entrare nel settore delle riparazioni. Noi non troviamo questo assolutamente giusto. Ricordo a tutti che in Inghilterra le officine meccaniche indipendenti sono quasi completamente scomparse grazie a leggi molto simili a questa.
  Vorrei parlare anche della cosiddetta società di professionisti con l'ingresso dei soci di capitale. Con questa misura, secondo noi, anche in questo caso, si va veramente contro la concorrenza tra i professionisti e soprattutto contro l'indipendenza degli stessi professionisti. Secondo Pag. 11noi, per alcuni ambiti, per esempio per quello degli avvocati, non dovrebbe essere necessario l'apporto del capitale per poter svolgere con professionalità il mandato che si è chiamati a esercitare.
  Aggiungo un'altra questione, sempre sulle assicurazioni. Noi veramente vi chiediamo di fare un passo indietro come è già stato fatto pochi mesi fa su un provvedimento molto simile.

  SARA MORETTO. Anch'io, ovviamente, ringrazio la Ministra per l'audizione di oggi e mi riaggancio, senza ripeterli, ad alcuni interventi che sono già stati fatti dai colleghi in merito all'RC Auto.
  A differenza del collega Colletti, io penso che la lotta alle frodi, come diceva bene la Ministra, sia assolutamente una delle questioni prioritarie. Il fatto che le frodi siano poche non significa che non ci siano. La stessa Autorità garante della concorrenza e del mercato ha detto – non lo dico io – che in Italia...

  PRESIDENTE. Onorevole Moretto, passi alla domanda per il Ministro.

  SARA MORETTO. Dicevo che le compagnie assicurative italiane di fatto scaricano sui premi le frodi che non contrastano. Mi chiedo in quale modo in questo provvedimento si intenda specificatamente contrastare le frodi, con quali provvedimenti, al di là dei controlli dell'IVASS, e se il Governo abbia fatto delle stime o abbia riflettuto sulle conseguenze del fatto che lo stimolo della concorrenza nel mercato assicurativo si fa, invece, a spese della concorrenza nel mercato delle autoriparazioni, che, come ci è stato riferito, è composto da 17 mila imprese e da 60 mila addetti, i quali verrebbero notevolmente ridotti a seguito di queste misure.
  L'ultimissima domanda che vorrei porre è se non sia in corso una riflessione più ampia sul cosiddetto risarcimento diretto, che rappresenta la dimostrazione che il fatto di porre in concorrenza le compagnie sul costo del sinistro non ha finora – questo era il senso del risarcimento diretto – prodotto alcun effetto sull'abbassamento delle tariffe.

  GIANLUCA BENAMATI. Signora Ministra, noi apprezziamo moltissimo la sua apertura al confronto su questo tema, anche perché, come lei ha ben ricordato, questa è un'innovazione che il Governo ha introdotto in questo settore dopo anni di lassismo e di mancato rispetto di una previsione di legge, che era quella di redigere annualmente un disegno di legge – e di approvarlo, naturalmente – sulla concorrenza a favore dei cittadini.
  Da un lato, abbiamo apprezzato moltissimo lo sforzo del Governo nel mettere in campo questo strumento e, dall'altro, visto che si tratta di una prima volta, ci sembra anche giusto che ci sia un concorso fattivo del Parlamento alla redazione della versione finale di questo testo di legge. Questo, proprio nella condizione di una prima esperienza, potrebbe essere un modello virtuoso di funzionamento e condurre a buoni risultati.
  Vado velocemente su alcuni punti che mi interessava sottolineare anche da parte del nostro gruppo, facendole alcune domande e indicandole anche alcune opinioni che sono emerse. Ci sono diversi temi. Mi limiterò alle questioni relative alle assicurazioni, all'energia e ai servizi di notariato.
  Per quanto riguarda le assicurazioni, molti colleghi, sia del mio gruppo, sia di altri gruppi, hanno già indicato i termini della scatola nera a costo riversato sull'utente, la questione testimoniale, la questione del peso dei danni alle cose e del valore complessivo dei rimborsi. Si aggiungono il tema delle carrozzerie e la questione delle convenzioni.
  In questo contesto, signora Ministra, non è vero che fu abbandonato completamente l'articolo 8 del decreto-legge «Destinazione Italia». Nel «Destinazione Italia» facemmo un lavoro approfondito e proficuo, che si è riversato poi in un disegno di legge che è oggi in Parlamento e del quale noi vorremmo fare tesoro per intersecare anche la proposta che il Governo ha prodotto. A noi questa sembra una via virtuosa per lavorare anche nei prossimi giorni. La proposta di legge C. Pag. 122437 Causi-Benamati era il lavoro che facemmo assieme al Governo all'epoca per affrontare questi temi.
  Questa è un'indicazione che volevo fornire e su cui vorrei sentire anche la sua opinione. In quel testo c'era anche una questione di possibile risoluzione, per esempio, del contenzioso sulle carrozzerie che l'Autorità garante della concorrenza e del mercato ci ha detto essere assolutamente ammissibile.
  Per quanto riguarda il tema dell'energia, è certamente apprezzabile la questione di rendere più forte il mercato e, quindi, di superare fasce di tutela inappropriate. Tuttavia, c’è un tema su cui noi ci siamo confrontati in modo approfondito: il mercato in Italia si presenta ancora piuttosto opaco e, a detta dell'Autorità, ma anche di ciascuno che affronti la questione di cambiare un contratto elettrico, per esempio, è di difficile comparazione nelle offerte.
  Approvando assolutamente il tema che il Governo pone, ossia quello di aumentare la concorrenza, osservo che probabilmente occorre trovare dei sistemi che agevolino anche il passaggio volontario degli utenti al mercato, lasciando quindi la salvaguardia e operando anche nel senso di rendere più trasparente e meno opaco il mercato. Penso, per esempio, alla comparabilità delle offerte e a sistemi di griglia, in modo che il cittadino possa capire cosa sta scegliendo e poi costruire quelle salvaguardie, anche dell'ultima istanza, che, come dicevamo, sono assolutamente da considerare.
  L'articolo 21 del disegno di legge al nostro esame, le confesso, ha suscitato qualche perplessità, perché alcuni di quei compiti sono già tipici dell'Autorità.
  Per quanto riguarda – vado veloce; ci sarebbero molte cose che potremmo discutere, ma cerco di concludere – il tema dei servizi di notariato, oltre alla questione del numero dei notai e a quella del passaggio ai criteri del reddito, che possono essere discusse e possono avere una loro ratio, c’è il tema delle compravendite degli immobili a uso non residenziale e della loro estensione ad altre figure professionali al di fuori del notariato.
  Non le nego, signora Ministra, che questo ha suscitato molte perplessità, perché, in un Paese di diffuse problematiche con la legalità come il nostro, è la figura del notaio che redige l'atto e verifica la consistenza del patrimonio e la regolarità di tutta la documentazione. Il cambiamento di questo sistema, con il venir meno di alcuni controlli o lo spostamento di alcuni controlli in carico ad altri soggetti e, nello stesso tempo, l'incarico ad altri di mantenere i registri pubblici sulle proprietà, crea qualche perplessità su quelli che possono essere il fine e il risultato ultimo della situazione. Su questo noi avremmo l'intenzione di porre un'attenzione approfondita e anche su questo vorrei sapere la sua opinione.

  PRESIDENTE. Grazie. Nel dare la parola alla dottoressa Guidi, invio un telegramma anche da parte mia. Vorrei chiedere che giudizio esprime su questo mese di audizioni. Se fossi nei panni del Governo, io lo considererei con molta attenzione. A parte i soggetti del mondo assicurativo, che hanno manifestato grande entusiasmo, sicuramente per ragioni generali ed astratte, una larga maggioranza degli altri soggetti ascoltati ha espresso grande preoccupazione. Io non credo che siano tutte bieche difese corporative e anticoncorrenziali. Volevo chiederle un giudizio su questa raffica di opinioni che le due Commissioni hanno ascoltato con grande attenzione in questo mese.
  Do la parola alla Ministra Guidi per la replica.

  FEDERICA GUIDI, Ministra dello sviluppo economico. Grazie. Io cercherò di andare velocemente, fornendovi il mio punto di vista personale. Ribadisco la totale disponibilità e apertura al confronto. Se mi permette, parto proprio dall'ultima sollecitazione del presidente Capezzone.
  Molto francamente, presidente, queste diffuse reazioni – lungi da me il fatto di Pag. 13considerarle bieche manifestazioni di lobby o corporazioni – mi inducono a pensare che abbiamo scontentato un po’ tutti, evidentemente, o forse che abbiamo messo il dito in alcuni punti dolenti che ci sono nel nostro Paese.
  Ripeto, io non credo che quello che noi abbiamo proposto sia la bacchetta magica o la panacea che risolve tutti i problemi. Credo, però, che, se viviamo più o meno tutti in questo Paese e ognuno di noi ha una propria vita personale e quotidiana e si confronta con la gestione di una serie di servizi di cui è consumatore utente, sia sotto gli occhi di tutti il fatto che abbiamo ampi margini di miglioramento nel nostro Paese.
  Inoltre, io non sono un'esterofila a tutti i costi, ma penso che chiunque di noi abbia avuto esperienze professionali o anche di vita privata fuori dall'Italia abbia visto come altri sistemi e altri Paesi gestiscono questi temi con una diversa mobilità della domanda e anche dell'offerta e con costi evidenti.
  Io sono pronta a un confronto. Come dicevo prima, mi rendo perfettamente conto di questi problemi. Credo che i disegni di legge sulla concorrenza in quasi tutti i Paesi europei – c’è un'esperienza recente con la legge Macron in Francia – abbiano sempre avuto percorsi non semplici e abbiano sempre animato grandi dibattiti. Questo può anche essere un bene, nel senso che dal dibattito possono venir fuori dei miglioramenti e delle idee più utili rispetto a quelle che noi abbiamo pensato di introdurre.
  Pertanto, io ribadisco la totale apertura a un confronto e a un dibattito con tutte le categorie coinvolte, con tutti gli stakeholder. Ribadisco, però, dal mio punto di vista, la ratio che noi abbiamo messo nella norma. Cercherò poi di andare sui singoli punti che dicevamo.
  Se parliamo, per esempio, del settore assicurativo – vedo che praticamente quasi tutti gli interventi hanno ripreso il tema delle assicurazioni – quello che ha detto l'onorevole Colletti sulla presenza dell'ANIA nel Ministero dello sviluppo economico è una sua valutazione personale. Noi non abbiamo presenze di alcuna delle categorie al Ministero dello sviluppo economico.
  Al di là di questo, noi abbiamo alcuni dati – siamo pronti a confrontarci – che fanno vedere come i prezzi medi delle assicurazioni in Italia siano più alti rispetto a quelli di altri Paesi europei e che comunque potrebbero essere più bassi. Naturalmente, è giusto fare un confronto ed è giusto che anche le varie associazioni e i vari stakeholder dimostrino con i numeri e con i fatti anche il contrario. Noi siamo pronti a fare degli approfondimenti con i numeri, le tabelle e i riferimenti numerici in mano.
  Ribadisco, noi abbiamo inteso proporre in questo disegno di legge una serie di opportunità – non di obblighi, ma di opportunità – molti dei quali, peraltro, sono già presenti nelle varie offerte commerciali che le assicurazioni fanno. Per esempio, penso alla scatola nera, che è già un oggetto che privatamente molti consumatori scelgono di utilizzare. In base a queste opportunità le diverse società di assicurazione elaborano diversi profili di prezzo o di scontistica.
  Parto dal presupposto che, come voi ben sapete, non siamo noi a poter determinare quale sia il livello di prezzo a cui dover arrivare – è chiaro che le offerte si confrontano e il consumatore sceglie diversi profili di offerte – aumentando possibilmente il numero degli operatori che offrono un servizio. Non c’è un prezzo buono per tutti e non c’è un prezzo sbagliato per tutti. Ognuno di noi valuta il proprio prezzo ideale. Questo è successo nella telefonia, come in altri settori che si sono aperti.
  È evidente che noi non possiamo neanche stabilire quale sia il livello di prezzo di scontistica. Possiamo stabilire dei meccanismi in base ai quali rendere più cogenti, stringenti, chiari e intellegibili i livelli di scontistica rispetto a un punto di partenza, che sarà quello prima dell'introduzione di strumenti nuovi che la legge mette in campo, e monitorarli. Non possiamo, però, stabilire per legge qual è lo sconto da applicare da domani mattina o Pag. 14quali sono i livelli di prezzo, che sono differenti oggi a seconda di quali sono i soggetti che li propongono.
  Poiché ho sentito parlare di tabelle, riconosco che effettivamente la pubblicazione di queste tabelle non c’è ancora. Questa è un punto di partenza. Sulla base di questo punto di partenza, che offre un quadro di certezza di quelli che possono essere i valori risarcitori, noi abbiamo inteso – dopodiché siamo aperti a un confronto – indicare dei livelli massimi entro i quali stare, applicando quei livelli massimi rispetto a delle tabelle che dovrebbero essere pubblicate, per quello che riguarda le micro e le macrolesioni e il danno non patrimoniale.
  Questo per stabilire un quadro che mostri che, nel momento in cui ci sono delle regole più chiare e più certe per quello che riguarda la pubblicazione delle tabelle in tema di un risarcimento massimo per le micro e per le macrolesioni, nel caso in cui ci sia un utente che accetta – non è obbligato – di andare, per esempio, da un carrozziere convenzionato, di utilizzare una scatola nera, di avere alcuni dispositivi che oggi molte aziende mettono sul mercato, abbia un prezzo diverso. Sono nate, infatti, nuove idee anche relative al fatto che ci sono dispositivi che riescono a stabilire il tasso alcolemico. Nel momento in cui un utente decide di usufruire di questi oggetti nuovi che anche la tecnologia gli ha messo a disposizione, la compagnia assicuratrice è tenuta, se prima gli faceva 100, a fargli un prezzo che è 100 meno un X.
  Noi dovremo stabilire un sistema chiaro per individuare chi monitora che tutto questo avvenga e che cosa si intenda per sconto sensibile, ma ognuno di noi potrà scegliere il prezzo adatto al proprio profilo di utenza. Non c’è niente che obblighi qui dentro. Non c’è una norma che obblighi un consumatore a utilizzare un carrozziere convenzionato, la scatola nera o un altro dispositivo. Si mettono in campo strumenti che, se utilizzati, obbligano l'assicurazione ad applicare uno sconto sensibile. È questo che noi abbiamo inteso dire. Abbiamo inteso mettere le assicurazioni al punto della reputazione, per dimostrare che non hanno più alibi per non procedere verso una rapida e sensibile riduzione dei prezzi delle assicurazioni.
  Dopodiché, per quello che riguarda il tema della sperequazione nazionale, questo è il nostro punto di vista: avendo una tariffa unica nazionale, si correrebbe probabilmente il rischio di avere degli sconti più sensibili proprio in quelle aree del Paese che hanno una sinistrosità meno elevata e di continuare ad avere delle tariffe più alte laddove, invece, la sinistrosità è più elevata.
  Noi pensiamo che, guardando le norme nel loro complesso – ripeto, siamo pronti a fare miglioramenti e correzioni – molte delle cose che sono previste nel disegno di legge, a maggior ragione nelle aree che oggi hanno livelli di sinistrosità più alti (purtroppo, effettivamente, anche costi più elevati da un punto di vista di costi assicurativi), molte delle proposte che noi facciamo nel testo dovrebbero generare un beneficio molto più elevato per quelle aree del Paese che oggi soffrono i maggiori costi e, realisticamente, un po’ meno elevato e un po’ meno sensibile per quelle aree del Paese che, invece, oggi hanno costi già più allineati rispetto alla media europea.
  Per quello che riguarda il tema delle società di capitali per i professionisti, anche qui, noi guardiamo la parte degli avvocati e anche la parte delle farmacie. Probabilmente bisogna costruire meglio un sistema di norme e di regole che chiarisca meglio che cosa significa l'ingresso di capitali nelle professioni.
  Rimane il fatto che il singolo avvocato, con un proprio codice etico, resta un professionista assolutamente indipendente, ma consentire che ci siano, anche per beneficiare di una dotazione finanziaria che probabilmente gli consentirebbe di avere migliori strumenti di lavoro, da quelli informatici alla dimensioni degli studi. Anche questo non è un obbligo, ma un'opportunità che si offre.
  Avere la possibilità di avere l'ingresso di capitali significa questo. Il professionista manterrebbe la sua piena e totale Pag. 15autonomia, così com’è oggi, perché dipende da un ordine professionale. Consideriamo, però, la possibilità di dotare gli studi, o anche le farmacie, di un capitale finanziario che risulterebbe utile probabilmente in un mondo e in un mercato che si sono evoluti, che sono cambiati e in cui probabilmente anche le dimensioni di scala, le dimensioni finanziarie e la possibilità di fare investimenti in infrastrutture, in servizi informatici o in investimenti in senso generale, come se si trattasse di un'azienda, consentono di svolgere meglio e in maniera ancora più qualificata la propria professione.
  Questo, peraltro, esiste già in altri sistemi europei. Noi crediamo che sia un'opportunità in più – non è un obbligo, naturalmente, ma un'opportunità in più – che forse, in alcuni casi, potrebbe consentire anche qui di avere un irrobustimento e un rafforzamento rispetto a economie di scala che anche nei settori come quello delle professioni oggi rispetto forse a 50-60-70 anni fa sono completamente cambiati.
  Per quello che riguarda il tema dell'energia, che citava in particolare l'onorevole Benamati, io sono d'accordo che il mercato oggi, così com’è, non è pronto. Sono consapevole del fatto che questo processo dovrà essere accompagnato. Peraltro, nell'autonomia delle nostre prerogative, anche quello che l'Autorità per l'energia sta facendo va in questa direzione.
  Per esempio, uno dei punti nodali è la scarsissima intelligibilità della bolletta elettrica che ognuno di noi riceve a casa. Credo che occorra anche, come è già successo nel settore gas, un'opera di analisi per quello che riguarda i cosiddetti trader, i quali devono essere messi in grado, anche da un punto di vista finanziario, di rendere effettivamente un servizio qualificato, professionale, robusto e certo per offrire garanzie all'utente finale.
  Certamente, come diceva l'onorevole Benamati, vanno anche specificate meglio, rispetto a come le abbiamo fatte noi nel disegno di legge, le competenze proprie del Governo, in questo caso del Ministero dello sviluppo economico, e le prerogative dell'Autorità per l'energia.
  Sicuramente oggi il mercato non sarebbe pronto. Tuttavia, confrontiamo un dato. Oggi, come voi sapete, sul mercato si confrontano offerte a prezzo fisso e offerte a prezzo variabile. Io credo che, se si dota il Paese di strumenti solidi e robusti e si offre al consumatore la possibilità di capire e di confrontare in maniera trasparente le varie offerte, nel momento in cui c’è una salvaguardia e, quindi, un bonus, che probabilmente potrebbe essere anche aumentato e migliorato, per le cosiddette classi di incapienti, ciascun consumatore ne trarrebbe vantaggio, così come è successo, per esempio, nel caso della telefonia.
  Io so benissimo che un telefono cellulare non è la stessa cosa che avere la corrente elettrica in casa, ma certamente avere un sistema solido, trasparente e chiaro, che renda il consumatore in grado di confrontare le offerte e avere un sistema che anche dal lato dell'offerta, dei trader, offra le necessarie garanzie di solvibilità, di sicurezza e anche di trasparenza credo sia utile anche qui, ponendoci un orizzonte temporale sufficientemente lungo perché tutto ciò accada e per verificare che gli strumenti che servono siano realmente messi in campo e diventino realmente efficaci.
  Credo che anche questo offra un'opportunità in più, perché effettivamente, come in realtà sul mercato libero già si vede, vi possono essere dei benefici soprattutto a favore dei consumatori i quali, a quel punto, potranno avere per il proprio profilo di utenza dei prezzi più bassi rispetto a quelli che possono avere oggi.
  Chiudo rapidamente sul tema del notariato. Rispondo anche qui velocemente all'onorevole Benamati. Capisco l'obiezione, ripeto, e so che questa è una delle questioni. Forse si può correggere il parametro delle soglie del valore catastale, ma noi abbiamo cercato di ragionare preservando l'immobile a uso abitativo, ragionando sul fatto che forse operare su alcune tipologie di immobili meno rischiose Pag. 16e meno pericolose da un punto di vista delle transazioni e affidando il compito a un soggetto che può fornire un'equivalente garanzia anche in termini assicurativi potesse andare a beneficio dell'efficienza e della riduzione di prezzi per il consumatore finale.
  Mi rendo conto che alcune delle osservazioni emerse sono assolutamente ragionevoli. Su tali osservazioni rinnovo e ribadisco la mia piena e totale disponibilità a fare ulteriori riflessioni.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Guidi, anche a nome presidente Epifani. Possiamo quindi concludere i nostri lavori.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 15.10.