XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sulle attività illecite connesse al ciclo dei rifiuti

Resoconto stenografico



Seduta n. 43 di Lunedì 8 giugno 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 

Audizione del direttore generale di ARPA Sicilia, Francesco Licata Di Baucina:
Bratti Alessandro , Presidente ... 2 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 2 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 3 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 3 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 4 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 4 
Bratti Alessandro , Presidente ... 5 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 5 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Caldara Salvatore , Dirigente UOC Controlli della direzione generale ... 6 
Bratti Alessandro , Presidente ... 6 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 6 
Arrigoni Paolo  ... 6 
Caldara Salvatore , Dirigente UOC Controlli della direzione generale ... 7 
Arrigoni Paolo  ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 7 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 7 
Bratti Alessandro , Presidente ... 8 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 8 
Bratti Alessandro , Presidente ... 9 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 9 
Caldara Salvatore , Dirigente UOC Controlli della direzione generale ... 9 
Puppato Laura  ... 9 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 9 
Puppato Laura  ... 10 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 10 
Puppato Laura  ... 10 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 10 
Puppato Laura  ... 10 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 10 
Puppato Laura  ... 10 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 10 
Puppato Laura  ... 10 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 10 
Puppato Laura  ... 10 
Bratti Alessandro , Presidente ... 10 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 10 
Puppato Laura  ... 11 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 11 
Puppato Laura  ... 11 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 11 
Puppato Laura  ... 11 
Bratti Alessandro , Presidente ... 11 
Puppato Laura  ... 11 
Carbone Italo , Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta ... 11 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 
Compagnone Giuseppe  ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 12 
Compagnone Giuseppe  ... 12 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Compagnone Giuseppe  ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 13 
Compagnone Giuseppe  ... 13 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 13 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Licata Di Baucina Francesco , Direttore generale di ARPA Sicilia ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 

Audizione del Commissario straordinario della provincia di Messina, Filippo Romano:
Bratti Alessandro , Presidente ... 14 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 14 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 16 
Compagnone Giuseppe  ... 16 
Bratti Alessandro , Presidente ... 16 
Compagnone Giuseppe  ... 16 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 17 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 18 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 18 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 19 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 19 
Arrigoni Paolo  ... 19 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 19 
Arrigoni Paolo  ... 19 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 19 
Arrigoni Paolo  ... 20 
Romano Filippo , Commissario straordinario della provincia di Messina ... 20 
Bratti Alessandro , Presidente ... 20 

Audizione di Giuseppe Catanzaro, rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl:
Bratti Alessandro , Presidente ... 20 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 20 
Bratti Alessandro , Presidente ... 23 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 23 
Bratti Alessandro , Presidente ... 23 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 23 
Bratti Alessandro , Presidente ... 23 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 23 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 24 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 24 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 25 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 25 
Puppato Laura  ... 25 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 26 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 26 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 26 
Bianchi Stella (PD)  ... 26 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 26 
Bianchi Stella (PD)  ... 26 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 26 
Bratti Alessandro , Presidente ... 26 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 27 
Bratti Alessandro , Presidente ... 27 
Bianchi Stella (PD)  ... 27 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 27 
Bratti Alessandro , Presidente ... 27 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 27 
Bratti Alessandro , Presidente ... 27 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 27 
Compagnone Giuseppe  ... 27 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 28 
Compagnone Giuseppe  ... 28 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 28 
Compagnone Giuseppe  ... 28 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 28 
Compagnone Giuseppe  ... 28 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 28 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 28 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 29 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 29 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 29 
Bianchi Stella (PD)  ... 29 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 29 
Bianchi Stella (PD)  ... 29 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 29 
Bianchi Stella (PD)  ... 29 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 29 
Bianchi Stella (PD)  ... 30 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 30 
Bianchi Stella (PD)  ... 30 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 30 
Bianchi Stella (PD)  ... 30 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 30 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 31 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 31 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 31 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 31 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 31 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 31 
Puppato Laura  ... 31 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 31 
Arrigoni Paolo  ... 31 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 32 
Arrigoni Paolo  ... 32 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 32 
Arrigoni Paolo  ... 32 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 32 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 32 
Compagnone Giuseppe  ... 32 
Bratti Alessandro , Presidente ... 32 
Compagnone Giuseppe  ... 32 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 32 
Compagnone Giuseppe  ... 32 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 32 
Bratti Alessandro , Presidente ... 33 
Catanzaro Giuseppe , Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl ... 33 
Bratti Alessandro , Presidente ... 33 

Audizione del presidente della regione siciliana, Rosario Crocetta, e del dirigente generale del Dipartimento acque e rifiuti regione siciliana, Domenico Armenio:
Bratti Alessandro , Presidente ... 33 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 34 
Bratti Alessandro , Presidente ... 35 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 35 
Bratti Alessandro , Presidente ... 37 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 38 
Bratti Alessandro , Presidente ... 38 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 38 
Bratti Alessandro , Presidente ... 38 
Compagnone Giuseppe  ... 38 
Bratti Alessandro , Presidente ... 38 
Crocetta Rosario , Presidente della regione siciliana ... 38 
Compagnone Giuseppe  ... 38 
Bratti Alessandro , Presidente ... 38 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 38 
Compagnone Giuseppe  ... 38 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 38 
Bratti Alessandro , Presidente ... 38 
Compagnone Giuseppe  ... 38 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 39 
Bratti Alessandro , Presidente ... 39 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 39 
Bratti Alessandro , Presidente ... 39 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 39 
Bratti Alessandro , Presidente ... 39 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 39 
Bratti Alessandro , Presidente ... 39 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 39 
Bratti Alessandro , Presidente ... 39 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 39 
Bratti Alessandro , Presidente ... 39 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Compagnone Giuseppe  ... 40 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Compagnone Giuseppe  ... 40 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Compagnone Giuseppe  ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Compagnone Giuseppe  ... 40 
Bratti Alessandro , Presidente ... 40 
Compagnone Giuseppe  ... 40 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 40 
Puppato Laura  ... 40 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 41 
Puppato Laura  ... 41 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 41 
Puppato Laura  ... 41 
Bratti Alessandro , Presidente ... 41 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 41 
Bratti Alessandro , Presidente ... 41 
Puppato Laura  ... 41 
Bratti Alessandro , Presidente ... 42 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 42 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 43 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 43 
Puppato Laura  ... 43 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 43 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 44 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 44 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 44 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 44 
Vignaroli Stefano (M5S)  ... 45 
Bratti Alessandro , Presidente ... 45 
Arrigoni Paolo  ... 45 
Crocetta Rosario , Presidente della regione siciliana ... 45 
Arrigoni Paolo  ... 45 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 46 
Bratti Alessandro , Presidente ... 47 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 47 
Bratti Alessandro , Presidente ... 47 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 47 
Bratti Alessandro , Presidente ... 47 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 47 
Bratti Alessandro , Presidente ... 47 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 47 
Bratti Alessandro , Presidente ... 47 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 47 
Bratti Alessandro , Presidente ... 48 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 48 
Bratti Alessandro , Presidente ... 48 
Crocetta Rosario , Presidente della Regione siciliana ... 48 
Bratti Alessandro , Presidente ... 48

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ALESSANDRO BRATTI

  La seduta comincia alle 16.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto i nostri ospiti che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso impianti audiovisivi a circuito chiuso.

Audizione del direttore generale di ARPA Sicilia, Francesco Licata Di Baucina.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale di ARPA Sicilia, Francesco Licata Di Baucina.
  Ringrazio per la presenza il direttore, che è accompagnato dal dottor Italo Carbone, dirigente UOS (Unità operativa semplice) Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta, e dall'ingegner Salvatore Caldara, dirigente UOC (Unità operativa complessa) Controlli della direzione generale.
  Come sapete, la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti.
  Oggi, in maniera specifica, la nostra audizione verte sul Sito di interesse nazionale di Gela, nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulle bonifiche.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata nella parte finale della seduta.
  Cedo, dunque, la parola al direttore Baucina per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale potranno esserci domande o richieste di chiarimento da parte dei commissari. A noi interessa oggi avere il quadro della situazione di Gela, ovviamente dal punto di vista dell'Agenzia e per quelle che sono le vostre competenze.
  Do la parola al direttore Baucina.

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Il Sito di interesse nazionale di Gela comprende una superficie a terra di circa 500 ettari e a mare di 4.300. Questa zona di mare è compresa tra il fiume Gattano e il torrente Acate.
  Come si sa, il Sito interesse di nazionale di Gela è stato individuato dalla legge n. 426 del 1998 e realizzato a partire dagli anni Sessanta e ha avuto tutta una serie di evoluzioni. Io qui ho portato e vorrei mettere agli atti una relazione di sintesi sulle attività di caratterizzazione e bonifica effettuate, cui è allegata anche tutta l'attività che ARPA ha svolto dal 2001 al 2014.
  Questa relazione è stata sottoscritta dal direttore del DAP di Enna, che per ora è anche l’interim di Caltanissetta, dottor Daniele Parlascino. Non è presente, ma la relazione l'ha sottoscritta lui. Questa relazione fa il punto complessivo della situazione.
  Io vorrei qui solo, se mi consente, dare lettura degli ultimi due o tre punti della relazione, perché offrono la sintesi della situazione e delle problematicità che il sito riveste e che sono tuttora sul tappeto.Pag. 3
  In particolare, i risultati hanno detto che, in realtà, vi è una contaminazione diffusa dei suoli dovuta alla presenza di prodotti idrocarburici, sia raffinati, sia grezzi, provenienti probabilmente da eventi accidentali (rotture, spill, sversamenti) o da perdite derivanti dall'usura di serbatoi di stoccaggio dei prodotti, nonché una contaminazione diffusa delle acque sotterranee, dovuta alla presentazione di prodotti idrocarburici raffinati e grezzi anche in fase separata, provenienti anch'essi probabilmente da eventi accidentali, e dall'usura dei serbatoi di stoccaggio dei prodotti, sia di metalli. Vedremo poi il punto successivo, perché sui metalli vi è il problema del ferro, del manganese, dell'alluminio, ma soprattutto dell'arsenico.
  Inoltre, si ravvisa una contaminazione puntuale del suolo e delle acque sotterranee, con presenza localizzata di metalli pesanti, come arsenico, composti aromatici (benzene), composti organo-alogenati e alcuni inquinanti inorganici, come, per esempio, l'ammoniaca.
  Veniamo al dunque. La presenza di arsenico nelle acque sotterranee è possibilmente da imputare alle perdite di soluzione arseniosa da parte dell'impianto di produzione di idrogeno con tecnologia Texaco lavaggio gas, in produzione per gran parte della vita nella raffineria di Gela. La presenza degli altri metalli (ferro, manganese e alluminio) è sicuramente imputabile, invece, per la gran parte ai litotipi argillosi presenti nella Piana di Gela.
  Io mi fermerei qui e consegnerei l'intera relazione. Sulle specifiche e sui particolari il dottor Carbone può essere molto più puntuale di me, perché ha la memoria storica del Dipartimento di Caltanissetta, in quanto sin dall'istituzione di ARPA vi ha partecipato e lavorato alacremente.
  Per quanto riguarda, invece, ARPA Sicilia, io posso dire che, pur nelle note difficoltà che ARPA ha avuto in tutti questi anni – negli ultimi anni è stata depotenziata – soltanto venti giorni fa l'Assemblea regionale ha approvato l'articolo 58 della nuova finanziaria, che prevede un rilancio di ARPA. Dal 2016 l'Agenzia sarà finalmente finanziata per la prima volta con il Fondo sanitario regionale e le sarà attribuita una quota di 29 milioni annui.
  In atto noi abbiamo un bilancio che è stato approvato per soli 11,3 milioni. Di questi 11,3 milioni – ahimè – ben 4 sono bloccati in attesa della regolazione dei crediti/debiti tra lo Stato e la regione per 450 milioni. In realtà, questi 4 milioni sono attualmente di dubbio incasso. Comunque l'Agenzia, per il momento, ha dovuto paralizzare 4 milioni di spese. Vi rendete conto, su 11 milioni, della percentuale che essi rivestono.

  PRESIDENTE. Ci ricorda anche il personale ? Dal punto di vista organizzativo, come Agenzia, voi non avete ancora completato definitivamente il passaggio ex PMP.

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Ho con me la tabella. Il passaggio dei dipendenti funzionali è previsto nell'articolo 58 di questa “Finanziaria” con decorrenza 1o dicembre 2016. Da quella data saranno normalizzati.
  Di questi 29 milioni, infatti, dobbiamo calcolare che 12 milioni sono quelli che attualmente le ASP pagano per conto di ARPA. In realtà, dobbiamo detrarre questi 29 milioni, perché saranno gli stipendi che, a questo punto, dal 1o gennaio saranno a carico di ARPA.

  PRESIDENTE. Mi dica una cosa: in generale, in ARPA come...  ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. In ARPA siamo al 30 per cento.

  PRESIDENTE. Quante persone avete ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. A fronte di una dotazione organica di 970 persone, ne abbiamo 340, credo.

Pag. 4

  PRESIDENTE. Quanti dirigenti avete, direttore ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Bisogna fare una precisazione, altrimenti il numero dei dirigenti non corrisponde. Il rapporto per la pubblica amministrazione è di 1 a 16. Noi abbiamo un rapporto molto più basso, perché abbiamo una peculiarità: l'ARPA applica il contratto della sanità. Com’è noto, in sanità i laureati con specializzazione entrano da dirigenti.

  PRESIDENTE. Conosco bene la storia. L'ho fatto per mestiere. Volevo sapere quanti ne avete adesso in percentuale. È chiaro che sono quelli che transitano. Su 370 quanti sono ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Il rapporto è di 1 a 8 attualmente.

  PRESIDENTE. Quindi, sono più di un centinaio.

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Su Caltanissetta sono due.

  PRESIDENTE. No, saranno una ventina. Ho sbagliato io.

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Saranno una cinquantina. Su Caltanissetta ce ne sono due, per essere precisi. Il dottor Carbone è un altro dirigente chimico.
  I dirigenti sono, quindi, due, tant’è che su Caltanissetta noi abbiamo fatto tutta un'operazione di potenziamento del DAP. Quando io mi sono insediato, a fine 2012, abbiamo sistemato Caltanissetta, potenziandola con altre strutture. Per esempio, per l'AERCA di Gela abbiamo nominato responsabile il responsabile dell'AERCA di Siracusa, che, quindi, oltre a Priolo e Augusta, si occupa anche di Caltanissetta.
  Per quanto riguarda Niscemi, le problematiche MUOS sono supportate da Palermo, che svolge direttamente i controlli e con cui siamo collegati h24 telematicamente. Le rilevazioni del MUOS di Niscemi in tempo reale vengono lette a Palermo.
  Per quanto riguarda il SIN di Gela, il coordinamento ce l'ha anche il dottor Valastro di Siracusa, che lo supporta con mezzi e personale di Siracusa. Come dicevo anche nella mia prima audizione, quello è il DAP che ha maggiore possibilità di mezzi e di personale, perché circa 7-8 anni fa fu potenziato con una norma speciale.
  La situazione strutturale riguarda anche il laboratorio delle analisi. Alcune analisi, per esempio sulla discarica di Gela, le ha fatte il DAP di Ragusa, che si è occupato di varie problematiche.

  PRESIDENTE. Dal punto di vista organizzativo, voi, così come succede in tante altre situazioni, avete ancora un'organizzazione basata sulla struttura provinciale o nelle indicazioni della regione state cercando di andare oltre questi ambiti ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Ne abbiamo una attuale su base provinciale perché così dicevano la legge e il nostro Statuto-Regolamento, a cui la legge istitutiva demandava.
  Io, però, in forza dell'articolo 39 di questa “Finanziaria”, che prevede l'obbligo per tutti gli enti regionali di riorganizzarsi, ho fatto una proposta al mio assessore al territorio e all'ambiente, il quale, a sua volta, so che ne sta discutendo con l'assessore Baccei, l'assessore al bilancio, cui compete la riorganizzazione degli enti regionali.
  Noi rientriamo, infatti, ai sensi dell'articolo 1 della legge n. 10...

  PRESIDENTE. Il vostro assessore di riferimento è l'assessore all'ambiente, la dottoressa Contrafatto ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Il nostro assessore di riferimento è Croce, l'assessore Pag. 5all'ambiente, ma il Piano di riorganizzazione l'assessore all'ambiente l'ha presentato all'assessore al bilancio.
  Io ho presentato un promemoria in cui ipotizzavo un'organizzazione ad aree vaste, con cinque aree vaste, rispetto alle nove aree provinciali, e con due poli, uno a Catania per quanto riguarda l'amianto e uno a Palermo per quanto riguarda le diossine, perché le diossine costano molto e il laboratorio di Palermo è attrezzato e specializzato su questo tema. Ci sarebbero, quindi, questi due poli, uno in Sicilia orientale e uno in Sicilia occidentale.
  Il potenziamento l'abbiamo già fatto, perché abbiamo acquistato i mezzi, che arriveranno fra pochi mesi. Si tratta di tre mezzi mobili all'avanguardia a livello europeo, sia col decreto n. 155, sia specificatamente per le aree a rischio industriale, che saranno di stanza fissi, uno a Gela, uno a Siracusa e uno a Milazzo. Fra pochi mesi li avremo. Sono mezzi veramente all'avanguardia.
  Ora, però, dovremmo potenziare le assunzioni. In realtà, l'articolo 58 prevede la possibilità per ARPA – anzi, questo non costituisce nuova assunzione, secondo la legge – di provvedere a un Piano di mobilità ex articolo 30 del decreto legislativo n. 165, da porre in essere nel 2016. Su questo punto si tratta di potenziare e, quindi, di rideterminare la dotazione organica, di dividerla e di passare alle aree vaste, passando dalle attuali 900 unità a circa 650, e di fare un Piano triennale delle assunzioni, con un potenziamento di 150 unità nel triennio, spero divise in 50, 50 e 50.
  Questo è il progetto che io ho presentato all'assessore al territorio.

  PRESIDENTE. Grazie. Do la parola al dottor Carbone.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Introduco soltanto un punto che è certamente a conoscenza di tutti. Per quanto riguarda il SIN di Gela, la competenza su tutte le attività di bonifica, di messa in sicurezza e di caratterizzazione del sito è affidata al Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare. Il ministero opera attraverso delle Conferenze di servizi, tramite le quali vengono affidate all'ARPA Sicilia, in questo caso, le attività di controllo, di validazione della caratterizzazione e di collaudo dell'attività di messa in sicurezza e di bonifica, sia per le aree private, sia per le aree pubbliche.
  Questa validazione comprende tutto un insieme di attività che vanno dall'istruttoria dei Piani di caratterizzazione e dei progetti di bonifica all'esame dei documenti dell'analisi di rischio, alle verifiche in campo dell'attività condotta dai vari soggetti, sia pubblici, sia privati, con il prelevamento di almeno il 10 per cento dei campioni, così come stabilito dal ministero stesso. La validazione viene, quindi, conclusa attraverso il confronto dei dati analitici che noi otteniamo sulla quota di campioni prelevati in contraddittorio dai laboratori dell'ARPA rispetto ai dati ottenuti dai laboratori esterni.
  La struttura di Caltanissetta, come il direttore generale diceva prima, è caratterizzata, così come tutta l'ARPA Sicilia, da un'enorme carenza di personale. La Sicilia non ha mai istituito i PMP. Siamo passati direttamente dai laboratori di igiene e profilassi all'ARPA. Soltanto un reparto chimico del laboratorio di igiene e profilassi è transitato nel 2001 ad ARPA Sicilia con la sua istituzione.
  Nei primi anni, dal 2001 fino a quando sono state avviate delle procedure di mobilità con la messa in servizio anche di personale a progetto, l'ARPA ha vissuto del personale che era in servizio presso questi laboratori di igiene e profilassi, con personale che andava dalle 10 alle 12 persone.
  Dal 2008-2009, con le procedure di mobilità che si sono fatte, oggi siamo 19 persone, di cui solo due dirigenti. Personalmente, da quando il responsabile della struttura nel 2009 andò in quiescenza, mentre l'altro dirigente si occupa essenzialmente dell'attività di laboratorio, io mi sono fatto carico sia della direzione della Struttura territoriale di Caltanissetta, sia Pag. 6dell'Unità operativa controlli, dell'Unità operativa monitoraggi e dell'AERCA di Gela.
  L'impegno profuso è stato massimo, come si può vedere dalla tabella di cui il direttore parlava prima, che abbiamo allegato a questa relazione. Da essa si vede che negli anni dal 2001 al 2014 sono stati condotte – cito il numero preciso – 758 ispezioni presso il Sito di interesse nazionale di Gela, con il prelievo di 3.535 campioni, tra suoli, acque di falda, sedimenti marini, soil gas, rifiuti e acque superficiali.
  Consideriamo che, per far fronte a questi impegni analitici (non è necessario che io ripeta quello che ha detto il direttore generale) la struttura di Caltanissetta, che soffre di difficoltà di laboratorio – ha pochissimo personale di laboratorio, non solo dirigente; ha tre tecnici di laboratorio, oltre a un biologo che si occupa degli aspetti microbiologici per l'intera provincia – su tutti i vari campi di attività, ci siamo avvalsi, soprattutto negli ultimi anni, del supporto analitico delle altre strutture, non solo di Ragusa, come il direttore giustamente diceva, ma anche di Palermo, Siracusa e soprattutto di Catania.
  Questo con non poca fatica, perché anche le altre strutture hanno difficoltà di personale e organizzative. Inoltre, hanno le proprie attività, ragion per cui questo supporto a volte è costato un po’ ottenerlo.

  PRESIDENTE. Se lei ha finito, non so se vuole dire qualcosa anche il collega.

  SALVATORE CALDARA, Dirigente UOC Controlli della direzione generale. Semplicemente vorrei completare l'illustrazione della relazione.
  Oltre a questa tabella di sintesi con le attività svolte proprio in termini numerici, di cui ha appena detto il dottor Carbone, noi abbiamo predisposto anche delle schede di sintesi con l'indicazione dei documenti di riferimento e lo stato delle attività per i progetti di bonifica approvati e completati o in corso nel SIN di Gela. Vi trovate il progetto dell'impianto di trattamento delle acque di falda, quello dei serbatoi e via elencando. C’è una scheda per ciascun progetto operativo di bonifica approvato dal Ministero e in itinere, in corso di approvazione, con una descrizione delle varie fasi proprio dello stato di avanzamento delle attività.

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  STEFANO VIGNAROLI. Noi abbiamo sentito la procura di Gela, la quale ci ha fatto un quadro disarmante per quanto riguarda il sito. Cito alcune cose che ci sono state dette.
  Per esempio, le torce carburante con le fiamme in eccesso e i compressori in stato pessimo, i depositi di amianto in vecchie strutture dimenticate, ma presenti lì, le pompe per le quali bastavano 10 mila euro per essere sostituite.
  La procura ha mosso delle accuse gravi nei vostri confronti. Ci ha chiesto se l'ARPA, in questi anni, quando andava lì e vedeva – voi avete detto di avere fatto numerosissime ispezioni – non si sia accorta di queste cose. Voi dove eravate ? La procura ha segnalato anche che c’è la richiesta di rinvio a giudizio di un dirigente ARPA.
  Vorrei sapere qual è la vostra posizione, sottolineando anche che questo distaccamento di Caltanissetta da Gela, geograficamente parlando, comporta, secondo quello che dice la procura, una difficoltà, perché da Caltanissetta a Gela spesso non viene nessuno o raramente viene qualcuno.
  Queste sono accuse gravi. Vorrei sapere qual è la vostra posizione.

  PAOLO ARRIGONI. Pongo una domanda al direttore generale di ARPA. Innanzitutto volevo sapere alla data di oggi qual è la direzione provinciale della sua struttura a cui compete l'attività di controllo del SIN di Gela, posto che, in occasione della visita della Commissione d'inchiesta, ossia la nostra, il 17 aprile, al posto di dirigenti del DAP di Caltanissetta Pag. 7ci era stato detto dall'ingegner Caldara che la competenza era passata alla direzione provinciale di Siracusa.
  Io avevo chiesto in quell'occasione all'ingegner Caldara, ma rifaccio la domanda a lei, direttore generale, con quale provvedimento e a partire da quale data lei aveva affidato la competenza di sovrintendere alle problematiche del SIN di Gela al DAP di Siracusa e i motivi di questo passaggio di competenze, poste le inadempienze sottolineate dalla procura di Gela e ricordate prima dal Vicepresidente Vignaroli e il fatto che le tempistiche per l'operatività, per esempio, del progetto di bonifica delle acque di falda, del progetto multisocietario (nove anni dalla presentazione del progetto 2004 all'operatività del 2013), sono lunghe.
  Inoltre, le volevo chiedere se nell'ambito della sua funzione di direttore generale, come ARPA, lei esercita un'attività di indirizzo, coordinamento e controllo sui DAP provinciali.
  Infine, volevo sapere se la relazione con la scheda riepilogativa dell'attività in ordine all'attuazione delle bonifiche riscontra un po’ la richiesta che avevamo fatto noi in occasione della visita in Sicilia del 17 aprile, in cui ci era stata presentata una scheda riepilogativa per quanto riguarda il SIN di Priolo, ma non c'era nulla per quanto riguarda il SIN di Gela. Volevo sapere se anche in termini di contenuti quantitativi e qualitativi le due situazioni siano analoghe.
  Infine, posto che era stata fatta una domanda condivisa, in occasione sempre della missione in Sicilia, e che vi era stato chiesto di avere il progetto della rete regionale di monitoraggio delle centraline, volevo sapere se l'avete portato.

  SALVATORE CALDARA, Dirigente UOC Controlli della direzione generale. L'abbiamo mandato.

  PAOLO ARRIGONI. L'avete mandato. D'accordo. Per il momento è tutto.

  PRESIDENTE. Do la parola ai nostri ospiti per una prima replica.

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Ad alcune domande posso rispondere io.
  Per quanto riguarda innanzitutto la problematica della direzione dei DAP, vorrei fare una premessa. Il nostro statuto-regolamento individua perfettamente le competenze, sia a livello centrale, sia a livello dei dipartimenti provinciali e individua nei nove dipartimenti provinciali, che corrispondono alle ex nove province della Sicilia, gli ambiti territoriali attuali. Il direttore del DAP ha determinate competenze, che sono sue esclusive. Non vi è dubbio, però, che l'ARPA sia unica e che il coordinamento appartenga alla direzione generale.
  Per quanto riguarda il discorso di Caltanissetta, io ho rilevato già a partire da poco dopo che mi ero insediato, nel 2013, una difficoltà operativa del distretto dovuta a tante questioni, anche ambientali. Per esempio, su Caltanissetta è giusto che si sappia – e io lo voglio qui accennare – che c'era un contenzioso tra la provincia e l'ASP di Caltanissetta per la proprietà dell'immobile su cui stava ARPA, che doveva essere di ARPA. Io l'ho saputo per caso. C’è una sentenza del TAR che l'attribuiva a uno dei due, mi pare alla provincia. A questo punto, io ho fatto opposizione di terzo in sede del Consiglio di giustizia amministrativa e il Consiglio di giustizia amministrativa ci ha dato stra-ragione.
  In sede di questa sentenza, che è utile da leggere, è stato fatto anche un severo rimprovero alle altre istituzioni, ossia provincia e ASP di Caltanissetta, perché chiaramente i giudici amministrativi si sono chiesti come fosse mai possibile che un'ASP non conoscesse una legge che divide e istituisce l'ARPA e attribuisce e divide i beni tra l'ASP e l'ARPA.

  PRESIDENTE. L'ASP è l'Azienda sanitaria provinciale ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. L'ASP è l'Azienda sanitaria provinciale, da cui provenivamo. Finalmente c’è stata questa sentenza. Pag. 8Ve lo riferisco per spiegarvi il clima un po’ difficoltoso che a Caltanissetta c'era fra istituzioni.
  La questione strana, però, è che io dieci giorni fa ho dovuto dare mandato di fare anche un pignoramento nei confronti dell'ASP, perché a tutt'oggi non sono state pagate le spese legali a cui il Consiglio di giustizia amministrativa, che, come sapete, in Sicilia è, in pratica, una sezione del Consiglio di Stato, aveva condannato in via definitiva l'ASP.
  Detto questo, su Caltanissetta, sia per via dei numeri, sia perché c'erano delle difficoltà che avevo rilevato anche a seguito di una segnalazione del Ministero dell'ambiente per quanto riguardava la barriera di Gela, io ho ritenuto di potenziare la struttura attribuendo il coordinamento del SIN di Gela al dottor Valastro, che è il direttore del DAP di Siracusa ed è un nostro esperto. Tra l'altro, è quello che si occupa di Priolo e di Augusta, ragion per cui conosce benissimo le problematiche dei petrolchimici.
  A questo punto, parallelamente, è stata anche data l’interim dell'AERCA. Ecco perché voi nella precedente audizione vi siete incontrati con i rappresentanti del DAP di Siracusa, perché io ho affidato loro il coordinamento, fermo restando che non ho tolto – non lo potevo fare ai sensi dello Statuto – alcuna competenza al DAP di Gela.
  Per quanto riguarda il discorso – rispondo anche all'altra domanda – dell'indagine in corso, in cui c’è stata una richiesta di rinvio a giudizio per il dottor Carbone, io avevo già avuto un colloquio nel 2014 col procuratore della Repubblica di Gela, il quale mi aveva sollevato alcuni problemi di disfunzioni del DAP e di ARPA.
  A seguito di interlocuzioni mie e di vari approfondimenti, ho ritenuto opportuno, anche a cautela degli interessati, affidare ad interim la responsabilità del DAP al direttore di Enna e di rafforzare, per quanto possibile, sia il sistema laboratoristico – d'altro canto, i numeri sono quelli che sono – sia il discorso organizzativo. Devo dire che i frutti di questo potenziamento e di questa organizzazione, per la verità, si vedono tutti.
  Per quanto riguarda il discorso della richiesta di rinvio a giudizio, io credo sia opportuno, fermo restando che dal punto di vista organizzativo l'ARPA e la direzione regionale erano intervenute anche prima in via cautelativa per tutti, attendere i riscontri che la magistratura a breve farà.

  PRESIDENTE. Se il dottor Carbone ha questa indagine in corso, ovviamente può avvalersi di un legale – gliel'avrei detto prima, se l'avessi saputo – nel corso della discussione. È sua facoltà decidere di parlare, di non parlare o di avvalersi di un legale. L'avrebbe potuto fare. Noi non sapevamo all'inizio che lei fosse uno degli auditi. Ci dica lei come si vuole orientare.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Su questo argomento sommessamente voglio dire solo che, a mio avviso – adesso magari racconterò l'episodio che ha portato a questa richiesta di rinvio a giudizio – io sono convinto di avere agito correttamente e in piena coscienza. Il legale è in altra sede già nominato per la difesa.
  Io sono accusato di mancata comunicazione alla procura di un evento di contaminazione a seguito della rottura di una condotta della società EniMed. EniMed ha immediatamente seguito tutte le procedure di cui all'articolo 242 del decreto legislativo n. 152 del 2006, ha avviato immediatamente le attività di messa in sicurezza di emergenza, ha fatto le indagini preliminari, ha trasmesso entro trenta giorni il risultato del Piano di indagine preliminare e ha presentato il Piano di caratterizzazione, che è stato approvato dalla regione, dal Dipartimento regionale dell'acqua e dei rifiuti. È stata condotta un'attività di caratterizzazione alla nostra presenza, con l'esecuzione di diversi sopralluoghi e il prelievo di circa 40 campioni. Noi abbiamo prodotto il documento di validazione delle attività.Pag. 9
  In tutta questa procedura nell'immediatezza io non ho ravvisato alcun reato, in quanto l'articolo 257 del decreto legislativo di cui parlavo prima, che si riferisce alle sanzioni penali previste nella materia dei siti contaminati, dice chiaramente – almeno questo è stato il nostro orientamento dal 1999, quando uscì il decreto ministeriale n. 471, fino al 2013, quando è successo questo episodio, nel leggere questo articolo – che, se il soggetto responsabile dell'inquinamento mette in atto ogni azione e procede finalmente alla bonifica, rispettando tutto ciò che è previsto dalla norma, non scatta alcun reato. Per questo motivo io non ho fatto alcuna comunicazione.
  Questo è tutto. Io sono accusato ai sensi dell'articolo 361 di una mancata comunicazione all'autorità giudiziaria, comunicazione che, secondo me, non doveva essere fatta, così come non è stata fatta nei casi precedenti a questo episodio. Per autotutela, però, da quel momento in poi, io ho inviato comunicazioni alla procura della repubblica di Gela e anche di Caltanissetta. A questo punto, ho pensato che fosse meglio mettersi al sicuro da ogni diversa interpretazione della norma. Pertanto, quando vengo a conoscenza di un evento di contaminazione, ne informo la procura.
  Tuttavia, non c'era mai stata prima una richiesta in tal senso dalla procura. Questa era la prassi condotta non solo dal sottoscritto e dal mio predecessore. Sentendo gli altri colleghi di ARPA Sicilia e gli altri responsabili di aree di SIN della Sicilia, ho saputo che tutti concordano con il mio operato di non fare alcuna comunicazione.
  Questo mi sembrava opportuno chiarirlo. Io, in coscienza, penso di aver agito rettamente. Poi ci sarà qualcuno che valuterà.

  PRESIDENTE. Non siamo noi che le dobbiamo fare il processo. Ci mancherebbe altro.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Riguardo alla domanda sulla mancata rilevazione di alcuni problemi che nella raffineria di Gela potevano emergere nelle pompe, tutto questo è certamente dovuto alla carenza di personale. Quando il personale viene inviato a eseguire le attività di caratterizzazione, sta lì dalla mattina alla sera attorno a quel punto di campionamento per il carotaggio e per il prelievo dei campioni. Non va in giro a vedere altre fattispecie.
  Allo stesso modo, quando il personale è inviato per verificare gli scarichi idrici della raffineria, comprese le acque di raffreddamento, così come facciamo regolarmente, quella è l'attività e il personale si limita a quella. Non abbiamo avuto risorse e non abbiamo tuttora risorse per poter affrontare altre tematiche come quelle che l'onorevole aveva prospettato.
  Questa è, secondo me, la questione.

  SALVATORE CALDARA, Dirigente UOC Controlli della direzione generale. Io vorrei semplicemente precisare che, riguardo a quei documenti che ci aveva chiesto, tanto i decreti con cui il direttore generale aveva affidato sia il coordinamento sul SIN, sia l'attività di supporto da parte della struttura territoriale di Siracusa, quanto la relazione sulla situazionale pregressa e attuale delle centraline della qualità dell'aria, noi li abbiamo inviati alcune settimane fa alla Commissione. Spero che siano arrivati. Avevamo fatto anche una verifica con la segreteria e dovrebbero essere arrivati, perché li abbiamo mandati all'indirizzo e abbiamo anche chiamato. Questi documenti dovreste averli.

  LAURA PUPPATO. Io volevo fare alcune domande relativamente alla relazione di sintesi sulle attività di caratterizzazione e bonifica già effettuate nel SIN di Gela. Vedo che l'attività di ispezione e analisi è stata piuttosto corposa, in realtà, perché nel 2014 avete svolto 79 ispezioni, con – immagino – 96 campioni prelevati sul suolo. Questo è il numero di campionature, vero ?

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Pag. 10Sì. Dopo le ispezioni figura il numero di campioni per tipologia di matrice.

  LAURA PUPPATO. Leggendo qui, io vedo che buona parte del progetto definitivo, almeno per la parte che leggo – immagino che la realtà sia piuttosto vasta e, quindi, non avendola fisicamente vista, posso solo andare ad intuizione – è stato terminato. Nello stato di attività vedo lavori terminati, lavori conclusi, messa in sicurezza e in esercizio dell'impianto di trattamento di percolato, attività preliminare di incantieramento, copertura e sistemazione finali della discarica e anche la realizzazione di un impianto fotovoltaico della potenza di 5 Mw.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Tutte queste attività sono state completate.

  LAURA PUPPATO. Potrebbe dirci, molto in sintesi, come si sono svolte le attività dal punto di vista della temporizzazione, con riferimento alle varie attività di messa in sicurezza e di bonifica di quel sito, che cosa manca e, dal punto di vista economico, quali sono le situazioni ?

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Io non ricordo tutti i dettagli di queste attività. Vedo che qualche data è stata riportata in questo documento di sintesi. Il progetto risale al marzo 2006.

  LAURA PUPPATO. Che cosa manca ? A che punto siamo con il SIN, in buona sostanza ? L'attività di bonifica del SIN di Gela a che punto è complessivamente ?

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Complessivamente, la bonifica deve ancora essere completata.

  LAURA PUPPATO. Siete andati per aree, quindi ?

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. No. Come dicevo all'inizio, tutto il processo di caratterizzazione e poi di bonifica è sotto la competenza del Ministero dell'ambiente. Il ministero stabilisce anche, via via che le società presentano i progetti di caratterizzazione o di bonifica...

  LAURA PUPPATO. Le spiego. Mi basta capire che parte di tutto il territorio che risulta da bonificare è stata effettivamente già bonificata e che parte, invece, risulta in corso.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Io direi che c’è ancora tanto da fare. La raffineria ha proceduto per singole aree, stralciando le singole aree dall'intero stabilimento. Mentre per le acque di falda il progetto è unitario e multisocietario, nel senso che coinvolge le diverse società coinsediate, come EniMed, Raffineria di Gela, ISAF, che è in liquidazione, ed ex Polimeri, questo processo di bonifica delle acque di falda è attivo almeno dal 2008-2009. È stato realizzato il TAF.

  LAURA PUPPATO. Vorrei conoscere lo stato delle attività.

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, da quel che risulta a voi, dopo che avete fatto le controanalisi del famoso 10 per cento sui terreni – l'analisi della falda va avanti per altri trent'anni o forse quaranta, ma mi riferisco a quello che riguarda i terreni – vi risulta che l'organo preposto, che in questo caso sarebbe la provincia e non voi, in base ai controcampioni che avete fatto, abbia fornito date e aree certificate, con l'avvenuta bonifica o no ?

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Questo non glielo so dire, perché è la provincia che certifica, sulla base delle relazioni che noi facciamo. Non mi risulta di queste certificazioni.

Pag. 11

  LAURA PUPPATO. Non capisco i lavori terminati scritti qui, se non sono terminati. Non riesco a capire.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Il collega Caldara mi fa notare che si tratta di aree stralciate dall'intero complesso, dall'intero insediamento. Nel caso dell'area Nuova unità di recupero zolfo la provincia ha rilasciato la certificazione di avvenuta bonifica, per esempio, ma si tratta di casi isolati.

  LAURA PUPPATO. Voi non avete un quadro generale delle aree con la situazione, per esempio, delle attività in corso propedeutiche alla bonifica ?

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Sì, sono quelle che abbiamo presentato in questa relazione. I progetti di bonifica approvati dal Ministero dell'ambiente sono quelli che sono indicati in questa relazione. Non ce ne sono altri.

  LAURA PUPPATO. Se non c’è una mappatura, c’è un elenco ?

  PRESIDENTE. Scusi se la interrompo, ma il responsabile del procedimento è il ministero. Loro hanno solo il compito di fare le analisi dei controcampioni da fornire alla provincia per la restituzione delle aree e basta. Nei siti di interesse nazionale non fanno altro, perché la responsabilità è del Ministero dell'ambiente. Noi, in realtà, se vogliamo conoscere, come giustamente vogliamo, il quadro e lo stato dell'arte, dobbiamo farcelo fornire direttamente dal ministero.

  LAURA PUPPATO. Continuo con due domande ancora. Viene quindi fatta la prima valutazione dei dati ottenuti, come diceva il direttore, tra i laboratori ARPA a confronto con laboratori esterni. Volevo capire anche questo aspetto. Lei prima diceva che la valutazione dei dati ottenuti è frutto di queste due valutazioni, ossia della vostra valutazione, dei vostri prelievi e analisi, in confronto con quelli di laboratori esterni. Mi può precisare da chi sono state commissionate queste analisi ? Lei lo diceva poco fa.
  Noi abbiamo saputo, quando siamo venuti in Sicilia, che manca il Piano di tutela della qualità dell'aria. Su Gela questo è, ovviamente, il tema dei temi. In assenza è stato detto che non si possono imporre al petrolchimico di Gela limiti più bassi per le emissioni.
  Vorrei capire la situazione attuale. A vostra conoscenza, com’è in termini di qualità dell'aria, visto che si parla di una cappa immanente che continua a persistere nella realtà di Gela ? Volevo capire, infine, se avete elementi di valutazione che attengono alla qualità dell'aria di Gela.

  ITALO CARBONE, Dirigente dell'UOS Controlli della struttura territoriale di Caltanissetta. Alla seconda domanda posso subito rispondere che noi abbiamo presentato alla direzione generale e all'assessorato al territorio e all'ambiente la relazione conclusiva del 2014 sui dati ricavati dalle centraline di monitoraggio che l'ARPA ha a Gela. Da questa relazione non sono emerse criticità particolari. Le quantità contenute sono nei limiti previsti dalla legge.
  Forse questo risultato è collegato anche al fatto che lo stabilimento in questo momento è quasi del tutto fermo, come ben sapete. Molte attività produttive sono ferme e, di conseguenza, molte delle emissioni che fino a qualche anno fa erano ancora presenti in questo momento non ci sono. In questo momento si ha, quindi, una qualità dell'aria nettamente migliore rispetto agli anni precedenti.
  Riguardo ai laboratori, invece, le società obbligate a svolgere le attività di caratterizzazione si avvalgono di laboratori privati che effettuano il 100 per cento dei campioni previsti nel Piano di caratterizzazione, sia di suoli, sia di acque sotterranee, di gas interstiziali, o di quello che sia.
  ARPA Sicilia, secondo delle linee-guida condivise con ISPRA e con il Ministero dell'ambiente, effettua il prelievo di almeno Pag. 12il 10 per cento dei campioni. Noi questo 10 per cento l'abbiamo abbondantemente superato, in molti casi.
  Su questo 10 per cento dei campioni si fa una verifica comparativa tra i dati ottenuti dal laboratorio esterno incaricato dal soggetto obbligato e i dati ottenuti da ARPA. Se questo confronto ha un esito positivo, viene validata l'intera attività di caratterizzazione svolta dalla società. Questa è la procedura seguita in tutta Italia.

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Sul Piano della qualità dell'aria onestamente una cosa la devo dire, se non altro perché un mese fa l'assessore al territorio e all'ambiente mi ha nominato Commissario ad acta per il Piano della qualità dell'aria.
  Questa è una vicenda lunghissima, che si è protratta negli anni. Come è noto, il Piano lo deve fare la regione. Avrebbe dovuto farlo il Dipartimento dell'ambiente. Per la verità, un Piano era stato fatto ante decreto legislativo n. 155, ma fu travolto da mille polemiche. Ci sono stati su questo fatto due processi, perché si riteneva che il Piano fosse stato copiato da quello del Veneto.
  In realtà, i procedimenti si sono chiusi con l'assoluzione da questo punto di vista. La copiatura non c’è stata, se non per alcuni vistosi strafalcioni. Questo, però, ha comportato che il Dipartimento dell'ambiente non abbia mai redatto questo Piano.
  Poi è venuto fuori il decreto legislativo n. 155, ragion per cui il vecchio Piano è risultato superato. La regione siciliana ha solamente fatto una zonizzazione e ha fatto una convenzione con ARPA Sicilia per quanto riguarda il censimento delle emissioni, che è la base. Noi stiamo facendo questo lavoro e lo stiamo presentando.
  Per quanto riguarda il Commissario ad acta, è un incarico da me non voluto assolutamente, anche perché io sono direttore generale di un ente che è sottoposto alla vigilanza del Dipartimento dell'ambiente, il quale, ahimè, è il dipartimento inadempiente per cui scatta il Commissario ad acta.
  Come Commissario ad acta io sono stato nominato in forza dell'articolo 2 della legge n. 10, il quale prevedeva che, nei casi in cui fossero inadempienti i dirigenti regionali, il Governo dovesse nominare un dirigente di prima fascia. Poiché io sono uno dei due o tre dirigenti della regione Sicilia tra la miriade di dirigenti che hanno la prima fascia, sono stato individuato, anche perché, essendo direttore anche dell'ARPA, ho la possibilità di avere dei collaboratori competenti in materia. In tutte le altre regioni le ARPA, in realtà, hanno collaborato nel Piano.
  La faccenda è molto complessa e importante. Sarebbe opportuno forse dedicarci un'intera audizione.

  PRESIDENTE. Non è compito della nostra Commissione, purtroppo, perché noi ci occupiamo dei rifiuti e delle bonifiche, ma sarebbe interessante capire questa discussione.
  Senatore Compagnone e colleghi, vi pregherei di essere molto sintetici, perché alla fine si svolgerà l'audizione del presidente della Regione siciliana. Quella è una delle audizioni più interessanti, ragion per cui vi pregherei di restare nei tempi stabiliti.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Dal mio sorriso può comprendere cosa penso di questa battuta sull'interessante.

  PRESIDENTE. È interessante a seconda dei punti di vista.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Molte cose sono già state dette. La mia domanda parte da quella che ha già posto il collega Vignaroli. Voglio dire una cosa al direttore.
  L'impressione che noi abbiamo avuto è che, al di là di tutta questa massa di esami – loro citavano 3.500 campionature e quasi 800 ispezioni – sia come quando si fanno mille esami su un paziente che sta andando pian pianino a morire: si fanno gli esami, ma non si interviene. La sensazione che noi abbiamo avuto è che ci sono stati sicuramente tanti esami e tanti controlli, ma che di fatto non si è fatto Pag. 13nulla. È questo quello che veniva fuori dalla relazione della procura e questa è la sensazione che abbiamo avuto noi.
  Questo le voglio dire. Al di là di tutte queste cose burocratiche, la sensazione è che il vostro ruolo in tutti questi anni, di fronte a un disastro del genere... Io ho tutta una serie di relazioni per quanto riguarda, per esempio, l'inquinamento dell'aria nelle campagne attorno a Niscemi, con i metalli pesanti che vengono da Gela. Questo è acclarato, così come è acclarato che ci sia stato un aumento delle patologie legate a questo inquinamento dell'aria e delle campagne e, quindi, dei prodotti agricoli, con tutta una serie di ricadute patologie. C’è un acclarato e dimostrato aumento delle patologie polmonari, urinarie e via elencando.
  Queste cose ci sono. Immagino che saranno state messe in evidenza, ma che cosa si è fatto ?

  PRESIDENTE. Non può chiedere a loro, senatore, che cosa si debba fare.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. È chiaro, ma lo dico per comprendere. Vengo alla domanda. Direttore, secondo lei, alla luce di tutto di tutto questo e di tutto ciò che c’è là dentro, lei ritiene veramente che tutte queste attività, che sono state scritte ma non realizzate, e quella struttura possano ancora avere la possibilità di esistere ? È vero che c’è stata una riduzione delle attività, ma le attività ancora si svolgono. A me risulta che l'ENI intenda ancora continuare a svolgere le attività, ritenendo questa specializzazione della struttura stessa. Non mi risulta che ci sia la decisione di chiudere quell'area e di fare le bonifiche seriamente.
  Ribalteremo poi la domanda al ministero, ma perché la faccio ? Perché chiederemo la stessa cosa stasera al presidente della Regione, che ha fatto un accordo con l'ENI, dicendo che è tutto a posto a Gela, che non c'erano problemi...

  PRESIDENTE. Loro devono fare le analisi e i controlli.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Sì, ma, presidente, io credo che l'ARPA, oltre a un'azione di studio, possa fare anche un'azione di denuncia. Se io vado a fare i controlli e vedo che c’è qualcosa che non va, scrivo. Ci sono delle relazioni scritte indirizzate al ministero e alla regione, in cui si evincono tutti questi danni ? Questa è la mia domanda. Ci sono ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Rispondo subito. Negli anni l'ARPA ha sempre comunicato al suo assessorato di riferimento, cioè all'assessorato al territorio e all'ambiente, nonché al Ministero dell'ambiente. Non dimentichiamo che, quando parliamo di Gela, parliamo di AIA nazionale e che, quindi, la competenza è del ministero con ISPRA. Noi siamo di supporto a ISPRA in questo caso, mentre per le AIA regionali noi siamo....
  Quanto alle comunicazioni e ai rapporti, può essere più preciso l'ingegner Caldara. Noi riferiamo e rapportiamo le nostre attività sempre e comunque.
  Non voglio entrare nell'aspetto specifico che riguarda il dottore Carbone, ma anche per quanto riguarda ARPA Sicilia, proprio in quella funzione che diceva l'onorevole di coordinamento di tutti i DAP provinciali, nel 2014 noi abbiamo emanato una direttiva su come comportarci, proprio perché il problema che ci ha coinvolto era un problema sentito e dibattuto e vi erano diverse interpretazioni. L'abbiamo emanata proprio per uniformare, poiché c'erano alcuni DAP che si comportavano in un dato modo e altri che si comportavano in un altro.
  Il discorso qual è ? C’è questo benedetto articolo che dice che se uno ripara, il reato si estingue. Il problema è uno: a chi compete stabilire se il reato sia estinto o meno ? Io ritengo, e l'ho anche detto, che questa sia una competenza dell'autorità giudiziaria. Pertanto ho detto ai miei, nel dubbio, di fare la denuncia. Sarà poi il magistrato che, se riterrà, come nel 99 per cento dei casi avviene, di archiviare, archivierà.Pag. 14
  Noi non ci ergiamo a giudici. Facciamo semplicemente i tecnici. Facciamo i controlli e riferiamo. Questa è stata la direttiva che ARPA Sicilia ha impartito a tutti i DAP. A me risulta che, da quando è stata fatta, sia stata osservata.

  PRESIDENTE. In questa vostra attività all'interno dei siti di interesse nazionale qual è stato il rapporto negli anni col ministero nelle conferenze dei servizi ?

  FRANCESCO LICATA DI BAUCINA, Direttore generale di ARPA Sicilia. Presidente, ARPA, pur nelle difficoltà enormi di bilancio degli ultimi anni, è stata comunque sempre presente a tutte le conferenze dei servizi, sia regionali, sia nazionali. Molte volte, per un problema di carenza di personale, magari ci è andato un dirigente al posto di un altro rispetto alla competenza specifica dei DAP provinciali. La direzione generale molte volte ha supportato.
  Io ho emanato anche su questo una direttiva. Vi renderete conto della mole enorme che abbiamo in Sicilia di conferenze dei servizi per le discariche, per i depuratori, per mille cose. A questo punto, io ho dato l'indicazione che, laddove possibile, alle conferenze dei servizi debba andare un rappresentante di un DAP provinciale e il responsabile del servizio a livello di direzione generale.
  Se questo non è possibile, come qualche volta avviene, per problemi di carenza di personale – tenete presente che oggi ci sono delle difficoltà, purtroppo, anche di mobilità tra una provincia e l'altra, per le quali occorrono anche quattro o cinque ore per potersi spostare – a quel punto, supplisce la direzione generale attraverso i servizi che abbiamo a livello centrale.

  PRESIDENTE. Noi vi salutiamo e vi ringraziamo della presenza. Dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione del Commissario straordinario della provincia di Messina, Filippo Romano.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del commissario straordinario della provincia di Messina, dottor Filippo Romano, che ringrazio per la presenza. La Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti. L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione siciliana, nonché con riferimento alla situazione del Sito di interesse nazionale di Milazzo, che è l'argomento che oggi ci interessa di più.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo, dunque, la parola al dottor Romano per lo svolgimento della sua relazione introduttiva, al termine della quale seguiranno eventuali domande, da parte dei commissari.
  Le darei la parola, chiedendole di farci un breve resoconto della situazione in essere. Poi magari le verrà posta qualche domanda.

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Come è noto, le province hanno competenze in materia di ciclo e gestione dei rifiuti e di bonifiche, dettate dall'articolo 197 del Testo unico sull'ambiente. Faccio una premessa che può essere ovvia, anzi che sicuramente è ovvia per tutti, ma che è necessaria per un chiarimento di fondo.
  In ambito di bonifiche la competenza è la prima delle quattro voci a), b), c) e d), che contiene il comma 1 dell'articolo 197. Mentre b) e c), le due voci successive, si riferiscono al controllo periodico sulle attività di gestione dei rifiuti e sul ciclo dei rifiuti, nonché al controllo e alla verifica dei requisiti dell'eventuale applicabilità delle procedure semplificate, la lettera d), che è il punto cui voglio arrivare, riguarda, invece, le competenze programmatorie delle province in materia di individuazione Pag. 15dei siti in cui conferire i rifiuti o comunque dei siti interessati dalla materia.
  La competenza di cui alla lettera d), in virtù della competenza legislativa esclusiva della regione siciliana in materia di enti locali dettata dallo Statuto regionale del 1946, non trova applicazione nell'ambito isolano. Perché ? Perché quella competenza fa riferimento al PTC, che in Sicilia non esiste.
  In Sicilia lo strumento programmatico territoriale delle province è il PTP, ossia il Piano provinciale territoriale, il quale ha dei limiti molto più stringenti rispetto a quello delle province del continente, come diciamo in Sicilia. Pertanto, esso non ha dei veri e propri poteri definitori e conformativi del territorio, nemmeno sull'identificazione delle discariche, ma prevede soltanto un ruolo di raccolta dei piani comunali.
  La situazione, de iure condendo, dovrebbe cambiare prossimamente, perché la legge che, per quanto mi risulta, è in gestazione presso l'Assemblea regionale siciliana sembra attribuire molti più poteri urbanistici e, quindi, di conformazione del territorio alle nuove province, o meglio ai liberi consorzi che ne prenderanno il posto.
  Per quanto riguarda il SIN di Milazzo, pertanto, la provincia non è stata coinvolta nell'individuazione di quel sito, come degli altri siti che hanno attinenza con la materia trattata da questa onorevole Commissione. È stata coinvolta, invece, e lo è continuamente, nelle attività di controllo.
  Tuttavia, se questo è già attuale con riferimento alle discariche, che credo siano passate al vaglio delle attività della Commissione – mi riferisco alla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, alle piattaforme delle isole Eolie, alla piattaforma di conferimento e trasferenza del comune di Messina in località Pace – non ha ancora trovato attuazione, ovviamente, per il SIN, perché nel SIN bonifiche ancora non ce ne sono state. Il SIN è, in questo momento, allo stato di programmazione delle bonifiche. Manca ancora la caratterizzazione, per quello che mi è dato di sapere, perché, ripeto, noi non abbiamo competenze dirette, della gran parte dei terreni.
  Io ho avuto occasione, anzi, in una lettera che mi era stata richiesta dal presidente di questa Commissione, di far rilevare, devo dire più come prefettizio – io sono viceprefetto – che come presidente facente funzioni della provincia, perché questo esulava dalle considerazioni di mia competenza in quel senso, che la dichiarazione di SIN di quel sito finora ha prodotto per i comuni soltanto dei problemi dal punto di vista industriale.
  L'onere di caratterizzazione – riferisco, ovviamente, un parere politico locale – sottraendo alle industrie che hanno inquinato il compito di disinquinare e ricadendo su quelle che adesso vogliono fare nuovi insediamenti produttivi, ha bloccato i nuovi insediamenti produttivi, i quali peraltro continuano nelle aree limitrofe.
  Per esempio, il comune di San Filippo del Mela ha istituito di recente una nuova area artigianale che consente l'insediamento di piccole industrie – quelle, per ora, possono crearsi in Sicilia – il quale si sta pian piano popolando di capannoni e di nuove attività, nei limiti in cui la crisi lo consente.
  In sostanza – ribadisco, questa è una questione che io ho registrato come lettore del territorio, non nelle mie competenze per le quali oggi sono qui – non si è finora prodotto un disinquinamento, né un miglioramento della salubrità dell'aria del territorio, ma si è prodotto un blocco ai nuovi insediamenti.
  Prevengo eventuali domande, ove l'argomento interessasse. La questione va avanti da diversi anni. Diversi anni fa il comune di San Filippo del Mela – questo l'ho potuto verificare anche dagli atti della prefettura, quando vi lavoravo – si oppose nel dibattito politico a quel tipo di approccio, cioè all'inserimento nell'ambito della legge finanziaria del 2006 di quell'area come SIN, motivando ciò in questo modo. Gli altri comuni, ovviamente, fecero muro, ritenendo che l'inserimento nell'area SIN avrebbe comportato ingenti finanziamenti pubblici erariali.Pag. 16
  Si creò all'epoca anche una polemica politica, che vide il sindaco pro tempore di San Filippo del Mela in serie difficoltà. Devo dirvi, ma questo lo dico a chiusura del mio breve intervento quasi umoristicamente, che di recente il sindaco di Pace del Mela mi ha ammesso che si era sbagliato e che aveva ragione il collega del comune vicino, ma questa è soltanto un'osservazione di colore locale.

  PRESIDENTE. La ringraziamo per la sintetica, ma direi interessante esposizione. Mentre i colleghi pensano a eventuali domande da porle, gliene faccio una io: allo stato dell'arte del Sito di interesse nazionale, quindi, voi, in teoria, come provincia, dovreste fare la cosiddetta restituzione delle aree, una volta che c’è il Piano di caratterizzazione. A questa fase non siete assolutamente arrivati ?

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. No.

  PRESIDENTE. Siamo ancora in una fase di caratterizzazioni, che presumo siano state chieste in parte – se ci sono ancora imprese funzionanti in questo sito – alle imprese che sono funzionanti e che lavorano nel sito. Quindi, lo stato dell'arte, per quello che mi risulta ad oggi, è che siamo ancora nella fase della definizione del Piano di caratterizzazione.

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Presidente, le imprese più importanti hanno già fornito con una certa solerzia i loro piani di caratterizzazione. Ci sono poi le piccole imprese che sono in serie difficoltà, perché i costi sono notevoli.
  Cito le imprese che si sono adeguate, che, come si sentirà, sono imprese di rilevanza nazionale: la Raffineria di Milazzo (RAMM), Edipower, ossia la centrale elettrica, l'ENI-Divisione R&M, la Punto Industria, che sarebbe l'ex Sacelit, l'industria famosa per la produzione di amianto, la Termica Milazzo e la Duferdofin, una delle pochissime imprese siderurgiche siciliane. Queste hanno fornito i piani di caratterizzazione, di cui, ripeto, ancora noi ufficialmente non sappiamo. Io mi sono procurato le informazioni tramite i comuni. La provincia ha soltanto partecipato come uditore.

  PRESIDENTE. Questo è compito del ministero, presumo, trattandosi di un Sito di interesse nazionale.

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Mi riferiscono i comuni che siamo arrivati molto tardi a questo accordo di programma che ho ora in mano e che sicuramente loro avranno. Le polemiche locali lasciano il tempo che trovano, ma comunque le ragioni sono ritardi regionali. Questo ha comportato una prima perdita di finanziamenti, che ora dovrebbero essere rierogati con questi 4,5 milioni utilizzabili per le attività di caratterizzazione e successivamente di bonifica. Questo è ciò che posso riferire.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Al di là del SIN, a questo punto l'interlocutore diventa il ministero, presidente, che dovremo, io credo, coinvolgere.

  PRESIDENTE. Credo che abbiamo adeguato materiale. Se poi avremo bisogno di sentire il ministro, lo sentiremo.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Io chiederei, invece, al commissario come ritiene che stia funzionando la riorganizzazione del sistema della raccolta dei rifiuti. Vista la notevole carenza anche nella provincia di Messina della raccolta differenziata e della definizione di quel progetto che vedeva la raccolta differenziata al centro del sistema e, quindi, della dismissione delle discariche e che – io penso – non si sta realizzando, a che cos’è legato ciò e quanto di questo può avere poi delle ricadute in fatto di criminalità ?
  L'impressione che noi abbiamo avuto in questa Commissione è che il mancato avviamento dei consorzi dei comuni e, quindi, dell'impiantistica crei poi di fatto Pag. 17una mancata regolarizzazione e soprattutto una parcellizzazione del sistema, che sicuramente dà adito possibile alle varie organizzazioni illegali di inserirsi in questo contesto.

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Onorevole senatore, lei mi chiede, in questo caso, un mio parere personale. Io lo esprimo, cercando di conciliare la diplomazia a cui sono tenuto con l'altrettanto importante sincerità che deve connotare il ruolo di un servitore dello Stato, per giunta con compiti di lettura del territorio per le autorità governative e in questo caso per il Parlamento.
  Non soltanto vi è il rischio di infiltrazioni di organizzazioni criminali, vi è l'immediata realtà della creazione di un mercato privato di rilevante entità che guadagna su queste cose, quindi, al di là dell'eventuale presenza di criminali, queste sono attività che dovrebbero rimanere nell'alveo pubblico.
  Le più grandi discariche della Sicilia sono invece in mano privata, spesso anche di soggetti noti per la loro opposizione alle attività criminali, ma questo non basta a giustificare il fatto, perché le attività legate alla raccolta di rifiuti sono estremamente redditizie, che, se mal gestite, possono creare problemi all'ordine pubblico.
  Mi riferisco non soltanto al problema della raccolta, perché la raccolta non è mai un problema (parlo anche per esperienza pluricommissariale, in quanto sono stato commissario in molti comuni prima che in provincia) ed è semplice raccogliere i rifiuti tutto sommato, il problema è dove conferirli. I problemi della raccolta non sono mai tali, sono di conferimento.
  In questo momento la provincia di Messina non ha neanche una discarica e, se Messina capoluogo non avesse quella piattaforma di trasferenza, non saprebbe come evitare l'accumulo di rifiuti per le strade, e la provincia da me in questo momento gestita ha dovuto comunque, per il tramite dei propri uffici, contestare al comune una serie di inadempienze nella piattaforma di Pace, di cui si parla, inadempienze che, come mi è capitato di vedere perché mi faccio portare ovviamente tutti i verbali, sono la rete di recinzione esterna tagliata o la mancanza di adeguati strumenti di protezione individuale in tutti gli operai perché magari due non l'avevano, ma la legge dice questo e va rispettata.
  Rimane il fatto che su una piattaforma come quella di Messina, che ha avuto (questa è la cosa peggiore) l'ultima proroga consentita con decreto del sindaco, che ormai è in scadenza, grava la responsabilità di liberare una città di 242.000 abitanti dai rifiuti, perché altrimenti si accumulerebbero per le strade, come abbiamo visto prima dell'inaugurazione di questa discarica.
  Per quanto riguarda il sistema siciliano in generale, non dimentichiamoci che partiamo da un quadro legislativo che diceva che entro il 2000 si sarebbe dovuti passare alla raccolta differenziata totale, forse è stato un quadro legislativo un po’ velleitario. Qui sono poco diplomatico, mi rendo conto, però da burocrate noto con dispiacere che il cittadino spesso nel lamentarsi della burocrazia (in questo caso è la cittadinanza, non il singolo utente) ignora il fatto che vi sono delle leggi a monte che sono veramente difficili da attuare in un quadro sistematico.
  La normativa sui rifiuti ha spinto il sistema verso una riduzione progressiva del numero delle discariche. Anni fa, quando ho cominciato a lavorare, ogni paese aveva più o meno un buco per terra chiamato discarica comunale, non era assolutamente a norma, era da migliorare e da cambiare, però il punto a cui siamo arrivati ora è un punto in cui i nostri rifiuti solidi urbani fanno chilometri su chilometri per raggiungere le discariche, non è necessariamente migliore di quello da cui siamo partiti.
  Probabilmente l'inquinamento si è concentrato, però sicuramente rimane. Se posso permettermi di aggiungere essendo pratico della materia, la raccolta differenziata è una cosa molto importante, ma non deve diventare un feticcio che ci faccia dimenticare l'emergenza immediata. Pag. 18Non tutti i rifiuti possono essere differenziati, ci sarà sempre una frazione non differenziabile, quindi pensare a impianti di trattamento piuttosto che discariche credo che sia la direzione in cui dobbiamo andare.

  STEFANO VIGNAROLI. Le chiedo di illustrare brevemente la situazione con Tirrenoambiente, in particolare dei debiti, visto il dissesto del comune di Milazzo, come sia la situazione, se ci siano amministratori coinvolti nello scandalo della Tirrenoambiente ed eventuali novità.
  Per quanto le discariche comunali ex articolo 13 vorrei sapere quale sia la situazione nel vostro territorio, chi farà il post mortem, a che punto siano le bonifiche e se, come denunciato dal WWF, la piattaforma in località Pace abbia un difetto, un'anomalia per quanto riguarda la VAS, in quanto in AIA si parla di studio d'incidenza ma non è mai stata fatta.

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Sono domande a cui non sono titolato a rispondere, perché non dipende da me conoscere lo stato delle indagini sulla discarica di Mazzarrà Sant'Andrea che, come è noto, è sequestrata dall'autorità giudiziaria, quindi è preclusa in questo momento a un contatto con gli uffici provinciali.
  Teniamo presente peraltro che il quadro legislativo è tale che la provincia ha mantenuto le funzioni di controllo, le deve esercitare tramite l'ARPA Sicilia. Voglio solo dire (mi perdoni, se non rispondo a lei, onorevole, e alla precedente domanda) che l'ARPA non ha gli strumenti e noi abbiamo preso gli strumenti della provincia su mia iniziativa e con un comodato d'uso gratuito li abbiamo dati all'ARPA.
  Prima facevamo noi i controlli, poi la legge ha stabilito che dovesse farli l'ARPA, a questo punto li fa l'ARPA con i nostri strumenti e, visto che ci siamo, anche con i nostri biologi. Questo è uno dei tanti punti in cui forse una registrazione legislativa della macchina sarebbe opportuna.
  Tornando al problema della discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, attualmente è sequestrata, quindi non sono al corrente delle novità o eventualmente lo sono da fonti giornalistiche e quindi preferisco non esprimermi, perché potrei riferire in sede ufficiale delle cose imprecise o sbagliate, quali mi capita spesso di leggerne, quindi meglio essere prudenti sul punto.
  Sicuramente prima che venisse sequestrata la stessa provincia, gli stessi nostri uffici di controllo hanno verificato, accertato e contestato alcune irregolarità.
  Per quanto riguarda la discarica di Pace o meglio la piattaforma di trasferenza temporanea di Pace, dove i rifiuti della città di Messina vengono raccolti per poi essere portati in provincia di Catania oltre Catania, a sud del capoluogo, il WWF ha denunziato anche il sindaco di Messina per abuso, sostenendo, come ho appreso dai giornali e dallo stesso sindaco, che manchi una serie di verifiche sulla discarica.
  Sta di fatto che il sindaco comunque ha adottato le tre ordinanze successive che poteva adottare, le ha proposte alla regione, la quale dovrebbe decidere a questo punto se continuare o meno su quella discarica. In questo momento il potere del sindaco si è tecnicamente consumato, e atecnicamente la palla passa alla regione, che dovrà decidere, prima del giudice eventualmente, se la discarica di Pace sia legittima o meno.
  Per quanto riguarda la provincia, gli accertamenti che la provincia ha fatto sulla discarica di Pace riguardano aspetti di dettaglio, non certamente la mancanza della VIA, della VAS o di altro, sono gli accertamenti di competenza della provincia, quindi ricordo bene della rete che non era chiusa, che era stata lesa e poi con fatica riattata, ricordo la mancanza di dispositivi di protezione individuale degli operatori.
  Per Mazzarrà Sant'Andrea vi era stato invece qualcosa di più. Fino al punto in cui se ne è occupata la provincia si era verificato il conferimento non autorizzato di alcuni rifiuti provenienti dalla Campania. Per quanto sta a me di conoscere, Pag. 19credo che il provvedimento dell'autorità giudiziaria nasca proprio da quell'episodio o da episodi consimili.
  Per quanto riguarda la piattaforma di Pace concludo con un mio commento personale. Può anche essere che la regione valuti, visto che deve decidere se continuare o meno, che lì non si potesse fare, però mi chiedo quale altra soluzione possa salvare la città dai rifiuti, ma questo lo faccio come cittadino, perché fortunatamente non spetta alla provincia risolvere il problema.

  STEFANO VIGNAROLI. Ex articolo 13 e discariche comunali qual è invece la situazione ?

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Anche qui rispondo non per competenza diretta, ma per le conoscenze che ho.
  Le discariche comunali precedenti nella penultima fase erano state gestite dalla prefettura, perché era il periodo in cui i prefetti erano stati nominati subcommissari per l'emergenza ambientale dal presidente della regione dell'epoca. Mi riferisco agli anni a cavallo fra il 1990 e il 2000.
  La discarica più importante della provincia, quella di Tripi, è stata data in gestione post mortem proprio nell'ambito di questo procedimento gestito dalla prefettura. Ribadisco che sono informazioni che ho avuto per interposta persona, perché non lavoravo in prefettura di Messina ma ero altrove.
  Mi risulta tuttavia che, poiché vi sono state le consuete denunce conclusesi con assoluzioni, la gestione post mortem stia procedendo in maniera regolare per affermazione dell'autorità giudiziaria stessa, ma non posso dare una certezza sull'argomento.

  PAOLO ARRIGONI. In ordine al conferimento illecito di rifiuti dalla Campania a questa discarica, da quali siti di provenienza dalla Campania sono partiti ?
  Le risulta che dal 2011, anno a partire dal quale è stato rinvenuto il conferimento illecito, fino a quando questa discarica è stata posta sotto sequestro, questo conferimento illecito sia proseguito ?
  Viste le diffuse discariche, come provincia avete mai riscontrato situazioni di inquinamento diffuso del suolo e del sottosuolo o intendete farlo ?
  Sul piano regionale dei rifiuti, in ordine alla decisione, che compete in prima istanza ai comuni, di costituire gli ARO nei due SSR decollati in provincia di Messina, come provincia avete un ruolo delegato dalla regione oppure siete completamente estranei ?

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Per quanto riguarda l'episodio dei rifiuti campani, purtroppo non ho documenti o dati di dettaglio. So soltanto che era stato accertato nel 2013 (dal 2011 al 2013), successivamente non mi risulta, però le analisi e le verifiche sono state fatte su ordine dell'autorità giudiziaria, quindi assolutamente sconosciute ai miei uffici.
  Scusi, onorevole, la seconda domanda era... ?

  PAOLO ARRIGONI. Se avete mai riscontrato situazioni di inquinamento diffuso sul suolo e il sottosuolo...

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Non in passato, nel senso che i controlli della provincia sono sempre stati limitati, come dice l'articolo 197, ai siti interessati dalle attività connesse al ciclo dei rifiuti.
  Quello che si è rilevato è stato sempre contestato, ma si sono rilevati inquinamenti e sversamenti non tali da poter dire con certezza (né vi erano le risorse per fare analisi di questo tipo) fino a che punto della falda fossero penetrate. Si tratta di una competenza che è passata da anni all'ARPA.
  Per quanto ci riguarda abbiamo già molta difficoltà a fare le analisi nelle aree protette di competenza provinciale, credo che sia di comune nozione quanto le province siano sostanzialmente tutte sull'orlo del dissesto, abbiamo difficoltà enormi a Pag. 20tenere aperte le strade e le scuole, quindi certamente non posso effettuare analisi che sono ai limiti della nostra competenza, in quanto rischierei il danno erariale in questo momento.
  Per quanto riguarda l'ultima domanda, non siamo coinvolti nella definizione degli ARO, che sono interamente rimessi ai comuni che se li fanno poi autorizzare dal dipartimento che si occupa dei rifiuti entro l'Assessorato energia ambiente della regione.
  L'innovazione degli ARO è stata molto positiva, perché ha distinto gli ambiti ottimali in ambiti di raccolta (ARO) e ambiti di conferimento, ponendo fine a un'illusione che ha creato molti problemi nel mondo dei rifiuti, cioè che esistessero degli ambiti territoriali ottimali per tutto. È chiaro che, se parliamo di conferire rifiuti speciali ospedalieri, può anche valere la pena far percorrere ai rifiuti parecchi chilometri in camion, mentre se parliamo di conferire inerti meno camminano meglio è, perché pesano molto.
  Non esiste quindi un ambito territoriale ottimale per tutto: esistono ambiti territoriali ottimali differenziati per tipologia di rifiuti in proporzione al costo del trasporto.
  Per quanto riguarda la raccolta, piccolo è bello, perché più piccolo è l'ARO e meglio funziona la raccolta differenziata, infatti si chiama porta a porta quella che funziona davvero.

  PAOLO ARRIGONI. Come raccolta sì, ma come gestione...

  FILIPPO ROMANO, Commissario straordinario della provincia di Messina. Però gli ARO sono ambiti di raccolta ottimale, poi dove conferire deve dirlo la regione. Gli ARO servono a raccogliere i rifiuti, nella nuova impostazione regionale è così.

  PRESIDENTE. La ringraziamo per le informazioni fornite e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione di Giuseppe Catanzaro, rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione di Giuseppe Catanzaro, rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl, che ringrazio ovviamente per la sua presenza. Come lei sa perché ci siamo già visti, la Commissione si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti.
  L'audizione odierna rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla regione siciliana. Nella nostra scorsa missione l'abbiamo audita nel suo ruolo istituzionale di vicepresidente di Confindustria, rimandando ad oggi la situazione che riguarda la sua attività imprenditoriale. Vorremmo quindi focalizzarci su quella situazione.
  Avverto il nostro ospite che della presente audizione sarà redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterrà opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi di natura riservata alla parte finale della seduta.
  Cedo dunque la parola al signor Catanzaro per lo svolgimento di una sua relazione introduttiva al riguardo, al termine della quale sicuramente ci saranno delle domande.
  Non le sfuggiranno le problematiche in quanto presumo abbia letto gli atti della Commissione, noi abbiamo fatto ampie audizioni, sulla questione della discarica, soprattutto relativamente al tema della proprietà. Questa discussione va avanti da anni, abbiamo sentito varie campane, quindi ci interessava capire anche la sua in quanto protagonista.
  Le darei la parola per fare il punto della situazione che riguarda specificatamente la sua azienda.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Buonasera Pag. 21a lei, signor presidente, e a tutti i commissari, grazie per averci invitato e consentito mio tramite di concorrere a fornire alla Commissione una serie di valutazioni.
  Devo in premessa informare la Commissione, nell'ottica di agevolarne e valorizzarne il valore della terzietà che la caratterizza nel suo adempimento, che in allegato agli atti che vi lascerò vi produco l'atto giudiziario ormai pubblico, acquisito ritualmente, in forza del quale l'ex assessore che avete udito il 23 febbraio 2015 risulta essere imputato, a seguito di nostre denunce, per il reato di diffamazione.
  Vi segnalo la circostanza, ovviamente molto cauto e attento a evitare di trasformare la Commissione in un luogo diverso da quello che è e che deve essere, ossia terza.
  Fatta questa breve premessa, dirò in maniera sintetica l'origine dell'impianto, che nasce nel 1989 per effetto di una previsione di piano regionale dell'epoca, in forza del quale nel territorio in cui residuava la previsione di piano i comuni avevano l'obbligo di adottare una serie di iniziative.
  Tra le iniziative che dovevano adottare vi era quella di scegliere se realizzare e gestire in proprio gli impianti o se affidarlo a terzi. Il comune di Siculiana, nella cui competenza amministrativa residuava quella previsione, optò per l'affidamento a terzi.
  A valle delle correlate procedure la società Catanzaro, fin dalla data di attivazione dell'impianto, risulta essere il gestore dell'impianto fino a tutt'oggi. La prima autorizzazione con la quale formalmente la società assume la qualifica di gestore dell'impianto è del 3 dicembre 1997.
  In forza di questo ruolo e dei connessi obblighi, il gestore dell'impianto ha provveduto ad adeguarlo nel tempo alle sopravvenute discipline tecnico-regolamentati, quindi al decreto Ronchi, al decreto sulla direttiva delle discariche e da ultimo al decreto n. 59 che, come sapete meglio di me, disciplina l'Autorizzazione integrata ambientale attività e le attività ad essa connesse.
  Per darvi una foto agevole e aiutare a comprendere chi non ha avuto la possibilità di visitarlo – vi ringraziamo per la visita che avete voluto riservarci – l'impianto in atto si compone di tre sezioni: quella del trattamento del percolato, quella del recupero energetico e la sezione destinata allo smaltimento dei rifiuti. L'impianto del percolato è attivo e a regime dallo scorso 3 giugno 2015, perché abbiamo superato le prove che stavamo facendo mentre voi ci avete onorato della visita.
  L'impianto ha in corso altresì una sua modifica in una sorta di vera e propria piattaforma integrata, con l'introduzione di ulteriori due sezioni impiantistiche, una destinata alla produzione di compost di qualità, quindi dell'organico che si origina dalla raccolta differenziata, e una destinata al trattamento meccanico biologico.
  Con riferimento alla sollecitazione che lei mi formulava a proposito dei terreni, più volte a mezzo stampa e da ultimo lo scorso 23 febbraio innanzi a voi, è stato riferito che la società non avrebbe avuto la disponibilità dei terreni per conseguire le autorizzazioni.
  La materia è stata più volte oggetto di vaglio da parte dell'autorità giudiziaria (vi lascerò oggi le relative pronunce), che ha invece accertato che il diritto a conseguire quelle autorizzazioni era della società a Catanzaro (temporalmente siamo nel 2006).
  Segnalo per completezza e per le valutazioni di merito di questa Commissione che, mentre per la società Catanzaro anche in questa sede si alimentano attenzioni circa l'asserita, mancata disponibilità dei terreni, circostanza che i giudici hanno accertato non essere vera, la Regione procede, mentre per la singola Catanzaro ordina le relative attività di controllo, a rilasciare altre autorizzazioni nell'agosto 2013 ad altri operatori senza la disponibilità dei terreni.
  Non sarò lungo, ma vi leggo e vi produrrò a margine del provvedimento Pag. 22relativo la parte che mi preme rassegnarvi. Si tratta dello stralcio di un provvedimento adottato dal Dipartimento rifiuti, nel quale si legge testualmente: «vista la nota protocollo... in merito alla titolarità dei terreni interessati dagli impianti proposti in progetto, in sede di presentazione dei progetti esecutivi e comunque prima dell'inizio dei lavori dovrà essere prodotta la certificazione attestante la disponibilità delle particelle catastali in argomento».
  La Regione siciliana quindi nell'agosto 2013 ad alcuni rilasciava le autorizzazioni senza la disponibilità dei terreni, per altri, rispetto ai quali i giudici avevano già accertato averne il diritto, avvertiva l'esigenza di disporre controlli mirati anche con la costituzione di speciali commissioni di verifica composte anche da estranei alla pubblica amministrazione.
  In tema di controlli per le eventuali alterazioni che potranno formare oggetto di valutazione da parte della Commissione, vi segnalo, per rimanere al confine della provincia che avete avuto modo di visitare, che proprio lungo la strada per accedere al nostro impianto vi è una discarica abusiva più volte oggetto di interesse da parte della competente autorità giudiziaria, e della quale nelle reiterate, decine di attività di controllo che abbiamo subìto nessuno si è mai occupato.
  La provincia di Agrigento vanta il primato negativo di due tra le discariche recentemente oggetto di condanna innanzi all'Unione europea, una a Siculiana, in contrada Scalilli, e una a Racalmuto.
  Concludo in materia di alterazioni, per rimanere al solo confine della provincia, evidenziando un altro impianto oggetto di sequestro da parte della procura distrettuale antimafia a Campobello di Licata. Assumo dalla stampa la notizia che un capo mafia, tale Falzone, veniva alimentato con i proventi di quell'impianto, ma non ho letto per nessuna di queste gravi circostanze né la costituzione di commissioni, né l'esito di eventuali controlli.
  In tema di controlli è opportuno informare la Commissione che, a valle di un controllo mirato quanto analitico che la Regione ha disposto con una speciale commissione in capo alle attività della società Catanzaro, la stessa Regione siciliana nel 2014 ha adottato il provvedimento conclusivo, confermando la regolarità delle procedure autorizzatorie e dell'operato della società Catanzaro.
  Venivano fatte considerazioni di carattere generale che ho letto anche dalla stampa circa la possibilità che alcuni operatori gestori di impianti possano in via unilaterale fissare e imporre il prezzo ai clienti che conferiscono nell'impianto. La circostanza non è assolutamente ammissibile, nel senso che non si può fare, e informo la Commissione che nello specifico la società Catanzaro, come prevede la norma tecnica, propone in sede di richiesta di autorizzazione lo speciale, allegato Piano finanziario, dal cui esame istruttorio venne fuori un prezzo di conferimento.
  Il provvedimento nella fattispecie adottato nel 2011 reca una quantità pari a 59 euro a tonnellata. In aggiunta a questa somma, in via unilaterale quanto discrezionale, la Regione siciliana in sede di rilascio dell'autorizzazione fissa un onere per il conferimento, che va direttamente ai comuni nella cui competenza amministrativa risiede l'impianto. Questo è stato fissato in euro 3,34.
  È opportuno in questa sede, in relazione alla specialità che caratterizza la Commissione, puntualizzare alcune cose che in una precedente audizione del 23 febbraio vi sono state riferite in modo grossolano, se non addirittura non aderente al vero. Mi riferisco al fatto che vi è stato riferito che sarebbero stati tratti in arresto il sindaco, il comandante dei vigili urbani e l'ingegnere capo dell'ufficio tecnico del comune di Siculiana, e per effetto di questi arresti altri, nella fattispecie la società Catanzaro, avrebbe conseguito vantaggi.
  Lascia perplessi che una tale, grave affermazione venga riferita qui da parte di un soggetto qualificato e competente nella misura in cui né il sindaco, né l'ingegnere capo, né il comandante dei vigili urbani sono stati tratti in arresto.
  Non vi è stato invece riferito (provvedo per la valutazione che eventualmente vorrete Pag. 23fare) che altri amministratori di quel comune sono stati arrestati, processati e condannati con sentenza irreversibile, in quanto componenti dell'associazione mafiosa.
  Mi sono chiesto e vi chiedo perché un soggetto qualificato e competente in materia quale il magistrato che avete audito nella sua veste di ex assessore riferisca di arresti non veri e non riferisca di arresti di pubblici amministratori, che invece sono stati arrestati e condannati...

  PRESIDENTE. A onor del vero, non l'ha detto lui ma c’è arrivata parecchia documentazione, quindi sapevamo che c'era questa situazione di arresti.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Se l'avessi saputo prima, avrei evitato di riferirlo...

  PRESIDENTE. Era nella documentazione, ma il problema è che chiaramente l'audito dice quello che ritiene, ad esempio anche il comandante dei vigili quando è venuto ha raccontato la sua storia.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Lo puntualizzavo solo per quello.

  PRESIDENTE. Noi oltre alle audizioni, glielo dico per sua conoscenza, acquisiamo anche documentazione, quindi alla fine nello scrivere la relazione è presso in considerazione sia ciò che viene detto in audizione, sia ciò che abbiamo ricevuto come documentazione, guardiamo tutte le ordinanze e tutti i processi.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Quanto invece alla segnalata circostanza che, per effetto di quegli arresti che abbiamo chiarito non essere veri, la società avrebbe avuto delle corsie di vantaggio, mi limito a far rilevare che gli arresti sono intervenuti la notte del 29 ottobre 2007, mentre la relativa autorizzazione che qui veniva riferito essere frutto di un vantaggio è stata rilasciata qualche anno prima, il 3 dicembre 2006. Perché si arrivi a tanto immagino sarà materia di valutazione da parte vostra e non certamente oggetto di commento da parte mia.
  Vi è stato altresì riferito che non potevano essere rilasciate autorizzazioni in un certo arco temporale solo per la società Catanzaro, perché un'ordinanza di Protezione civile ne avrebbe vietato il relativo rilascio.
  Si allude in forma non corretta alla previsione dell'ordinanza per la verbalizzazione nell'articolo 5, comma 2, dell'ordinanza di Protezione civile n. 2983 del 1999 e non vi viene riferito (e questa volta mi inquieta perché uno può essere un errore, un secondo no) che quella previsione 14 anni fa è stata annullata da un tribunale della Repubblica, che si è pronunciato statuendo per tutti che il divieto assunto di rilasciare autorizzazioni in capo a privati era contro alle prerogative e alle regole della Costituzione, quindi il giudice ha annullato quella previsione.
  La sentenza per la verbalizzazione è la n. 1148 del febbraio 2001, che a margine di questa audizione avrò il piacere di consegnarvi.
  Vi è stato altresì riferito che la società non avrebbe provveduto a trattare i rifiuti, senza che vi venisse riferito che la società fin dal lontano 2003 aveva attivato un impianto di trattamento meccanico biologico, che abbiamo dovuto chiudere nel 2008 semplicemente perché per il CDR che lì producevamo e per cui avevamo individuato il relativo operatore per covalorizzare in termini energetici in impianti già esistenti, l'operatore interessato ha conseguito le autorizzazioni ambientali per poterlo utilizzare, superato favorevolmente le prove per la relativa applicazione, ma non ha potuto conseguire le autorizzazioni edilizie per installare lì solo 100 metri quadri di nuovo impianto.
  In materia di trattamento preventivo dei rifiuti biodegradabili ovvero del perseguimento dello scopo di ridurre la quantità dei rifiuti biodegradabili da conferire in discarica, come vi avevo accennato la volta scorsa, la società nel 2012 ha avanzato Pag. 24l'istanza per conseguire l'autorizzazione per la realizzazione dell'esercizio di un impianto di produzione di compost di qualità, ma dopo tre anni di attesa abbiamo dovuto fare ricorso al giudice, che di recente ha ordinato alla regione di pronunciarsi con una sentenza che vi lascerò.
  È proprio di questi giorni il provvedimento che il commissario incaricato da parte del tribunale ha provveduto a rilasciare il favorevole giudizio di compatibilità ambientale, e questo ci fa ben sperare che di qui a breve potremo finalmente partire con i lavori e i correlati investimenti per attivare l'impianto di compost.
  Una ulteriore, necessaria puntualizzazione è doverosa da parte di chi vi parla, perché è stato riferito qui lo scorso 23 febbraio che sarebbero state rilasciate (al solito solo per la società Catanzaro) autorizzazioni che indirettamente avrebbero comportato una sorta di ristoro in relazione alla mancata realizzazione dei termovalorizzatori.
  La società Catanzaro, per il tramite di una propria partecipata in una delle società coinvolte nella operazione termovalorizzatori, partecipa con una percentuale minore all'1 per cento, ovvero pari allo 0,82. Tanto basterebbe per dire che quella affermazione ha carattere solo suggestivo, ma tuttavia, poiché è opportuno offrire i fatti alla valutazione di chi ascolta, l'autorizzazione che è oggetto di verifica e di puntuale controllo, che nel 2004 è stato accertato dalla regione essere regolare, è stata invocata l'8 ottobre 2008 e la relativa autorizzazione è stata conseguita il 23 dicembre 2009, mentre il provvedimento della Giunta di Governo con il quale si annulla l'intera procedura sui termovalorizzatori è di qualche anno dopo, ovvero del settembre 2010.
  Commenti sarebbero da parte mia oltremodo superflui, quindi mi fermo a queste circostanze, ovviamente rimanendo a vostra disposizione per tutti i chiarimenti e le valutazioni che riterrete di formulare.

  STEFANO VIGNAROLI. Innanzitutto le chiedo se sia vero che lei ha vinto una gara per la gestione, quella del 1995, il contratto è scaduto nel 2000 e poi è andato in deroga, cioè quale sia il contratto di conferimento che ha con il comune e con chi sversa i rifiuti, se abbia in corso un procedimento per abuso d'ufficio (il PM aveva richiesto l'archiviazione, ma è stata respinta).
  Vorrei capire bene anche un altro nodo centrale per quanto riguarda il terreno, perché lei adesso sta rispondendo anche alle accuse di Marino però in realtà dovrebbe denunciare un po’ tutti perché queste accuse vengono un po’ ovunque, almeno a quanto abbiamo verificato durante queste audizioni.
  In particolare vorrei sapere per quanto riguarda i terreni se ci sia una compravendita anche con un privato, una signora, se questa compravendita sia stata fatta dopo l'esproprio del comune e dopo il rilascio dell'AIA o prima, perché risulta che sia stata fatta dopo il rilascio dell'AIA, quindi vorremmo che ripercorresse nello specifico il passaggio della compravendita dei terreni.
  Sottolineo che Callea e tutti gli altri sono stati comunque prosciolti dalle accuse che lei aveva fatto nei loro confronti. Vorrei sapere cosa abbia da ribattere al fatto che chi veniva a controllare veniva trattato con fare non proprio minaccioso, però chiedendo chi fosse e cosa volesse.
  Vorrei sapere quale sia la volumetria residua della discarica di Siculiana, se abbiate chiesto un ulteriore ampliamento e soprattutto per quanto riguarda il tritovagliato chi vi abbia autorizzato allo smaltimento, visto che il tritovagliato non è un pretrattamento, e se consideri questo tritovagliato speciale oppure urbano, perché questo influenza anche la fissazione dell'ecotassa, altro argomento importante.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. I rapporti di dare e avere nei confronti delle municipalità, non solo di una municipalità sono tutti regolati da contratti, nessuno in deroga.Pag. 25
  Non risulta vero che la società o il sottoscritto sia sottoposto a un procedimento di abuso d'ufficio, i terreni hanno formato oggetto di pronunce del tribunale della Repubblica, che vi lascerò, perché gli amministratori di quel tempo del comune di Siculiana, avvalendosi di illustri giuristi docenti universitari, ai fini della richiesta sospensiva e dell'annullamento hanno addotto che la società difettasse del titolo di proprietà. Lascio agli atti la sentenza relativa.
  Ribadisco che tutti i tribunali della Repubblica hanno sancito anche con riferimento alla proprietà dei terreni chi ha il diritto di conseguire cosa.
  Quanto alle accuse e ai proscioglimenti non commento in questa sede le sentenze, ma mi limito a leggerle e ad eseguirle per la parte che mi riguarda. Non abbiamo in corso ulteriori istanze di ampliamento, solo le due dell'impianto di compost e del trattamento. Quanto al considerare il rifiuto speciale urbano, mi devo limitare ad applicare le regole medio tempore impartite dai competenti organi a ciò deputati, ovvero la regione competente per territorio, che fissa, in relazione ai criteri che ritiene di applicare, a) urbano e b) speciale.

  STEFANO VIGNAROLI. Lei lo considera speciale o urbano ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Da operatore mi limito a eseguire quello che la Regione sul punto stabilisce, non ho potere di...

  STEFANO VIGNAROLI. Cosa ha stabilito ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Se mi fa capire la domanda, io le rispondo.

  STEFANO VIGNAROLI. Se il tritovagliato viene considerato rifiuto urbano o rifiuto speciale, secondo le direttive della Regione.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. La domanda credo vada posta alla Regione siciliana, che mi risulta negli ultimi anni per tutti gli operatori ha disciplinato la materia considerando il tritovagliato ammissibile a un beneficio di natura fiscale quanto al versamento del tributo, ma non lo fisso io, lo fissa la Regione siciliana.

  STEFANO VIGNAROLI. Però per avere un riscontro vorrei sapere, visto che lei lo paga, se è considerato...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. È considerato ammissibile a una riduzione.

  STEFANO VIGNAROLI. Quindi come rifiuto speciale, giusto ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Certo, lo stabilisce la Regione.

  STEFANO VIGNAROLI. Se cortesemente ci può lasciare anche il contratto di conferimento, visto che ha detto che non è in deroga...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Credo che sia già ai vostri atti, ve l'abbiamo prodotto nella relazione depositata il 25 marzo a Palermo.

  LAURA PUPPATO. Volevo chiedere se ci siano state modifiche nel momento in cui la regione Sicilia ha creato i famosi consorzi per la raccolta dei rifiuti nella gestione rispetto alle trattative che in precedenza faceva con singoli comuni per la gestione del rifiuto e se lei come imprenditore fosse all'interno delle società che si erano costituite per la realizzazione dei termovalorizzatori ed eventualmente in che percentuale (se lo diceva prima, ero in arrivo e quindi me ne scuso).
  Mi pare che abbia già risposto al collega quando ha chiesto se ci siano attualmente procedimenti penali pendenti alla sua società.

Pag. 26

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. No.

  STEFANO VIGNAROLI. Neanche suo fratello Lorenzo ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Come vi ha già riferito il competente rappresentante della procura di quel territorio, la procura sulla scorta delle verifiche che ha formulato ha chiesto l'archiviazione delle relative procedure.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi pare però che sia stata respinta.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. No.

  STEFANO VIGNAROLI. Neanche suo fratello ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. No, il giudice non si è ancora pronunciato. Se le può essere di aiuto, i fatti sono del 2007 e il giudice si pronuncia con i suoi tempi ma non compete a me valutarlo.
  La senatrice Puppato mi chiedeva se con il modificare la natura delle società d'ambito in società di regolamentazione la contrattualistica che applichiamo abbia subìto modifiche. Tranne nella parte dei soggetti chiamati a conferire, no, perché mentre prima erano le società d'ambito di recente, per una scelta del «legislatore siciliano», i conferimenti vengono fatti direttamente dai comuni, ma il contenuto del rapporto contrattuale è identico.

  STELLA BIANCHI. Grazie per le informazioni che ci ha dato oggi. Volevo chiederle se nell'esperienza di lunghi anni nel settore dello smaltimento dei rifiuti nella Regione siciliana le sia capitato di avere rapporti con l'architetto Cannova e con altre figure dell'amministrazione regionale e che impressione ne abbia avuto in quelle occasioni.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Per quanto riguarda i rapporti con l'architetto Cannova o con gli altri funzionari di quel servizio, sono legati ai doveri d'ufficio che esercitava questo signore.
  Quanto alle impressioni, la volta scorsa in sede di audizione vi abbiamo prodotto gli atti dai quali, a data certa e prima degli eventi che oggi abbiamo tutti potuto negativamente apprezzare, sollecitavamo che quel comparto tracciasse i procedimenti amministrativi e segnasse al meglio con una procedura elettronica i rapporti in generale con i terzi.
  Questo è quello che abbiamo potuto fare nella oggettiva necessità di aumentare la qualità dei livelli soprattutto della prevenzione.

  STELLA BIANCHI. Grazie per questa precisazione. Mi chiedevo se per la sua esperienza abbia riscontrato in particolare con riferimento alle discariche che ha gestito e gestisce a Siculiana e in merito alle richieste di ampliamento una difficoltà o viceversa una celerità nel ricevere le autorizzazioni necessarie da parte della regione Sicilia.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. La società che rappresento concorre, in pedissequa applicazione del procedimento amministrativo, a chiedere l'iter conforme alle regole di settore. In generale, le posso soltanto riferire che a volte la complessità della materia (non sempre opportunamente conosciuta da tutti gli attori) fa anche ritardare il rilascio delle relative procedure, però sul fatto che non è esistita una certa attenzione nel prevenire fenomeni alteranti confermo quello che vi ho già riferito quando eravamo a Palermo, ossia che è opportuno migliorare i livelli dell'autocontrollo e soprattutto della prevenzione, e in questo le procedure informatiche aiutano a capire meglio chi fa cosa ed entro quale data.

  PRESIDENTE. Mi collego a queste dichiarazioni, visto che è venuto fuori anche Pag. 27da alcune dichiarazioni del sostituto della procura di Agrigento, questa affermazione per cui la sua ditta avesse una sorta di percorso privilegiato nell'ottenere le autorizzazioni è venuto fuori più di una volta, quindi corrisponde al vero ? Che ci fosse qualcosa dentro quella regione che non funzionasse ormai è emerso, quindi penso che si mescolassero situazioni e questione di vario genere, però questa affermazione che è venuta da più parti si riferisce ai tempi di legge in cui si riesce ad avere l'autorizzazione in 20 giorni invece che in 30...
  Questo veniva detto da diversi da diversi operatori, quindi secondo lei queste affermazioni corrispondono al vero o lasciano il tempo che trovano ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Io mi devo limitare a riferirvi i fatti certi e non i commenti o le opinioni da parte mia, vi ho riferito poco fa che aspettiamo da tre anni il giudizio di compatibilità per un impianto, ognuno si assume quando parla la propria responsabilità e io mi assumo quella di riferire solo fatti, niente altro. I commenti a volte servono anche per animare...

  PRESIDENTE. Alcune dichiarazioni erano di persone anche fuori dalla polemica.

  STELLA BIANCHI. Oltre alle autorizzazioni per gli impianti che, come ci diceva anche a Palermo, attendete in alcuni casi da anni, diversi interlocutori facevano riferimento però alla discarica e all'ampliamento della discarica.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Le ho dato poco fa i dati: istanza avanzata 8 ottobre 2008, procedura completata 23 dicembre 2009, esattamente un anno e tre mesi. Poi ognuno si assume la responsabilità di quello che dice quando parla, specie se davanti a una speciale Commissione parlamentare.

  PRESIDENTE. Le chiedo un'altra cosa sulla questione degli allargamenti delle discariche, perché mentre nel 2009, che evidentemente è un anno fatidico, si chiude la vicenda termovalorizzatori.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Nel 2010, a settembre.

  PRESIDENTE. Sì, giusto, però ci sono tutte queste richieste di ampliamento di discariche che possono anche essere legittime però, visto che lei è un operatore qualificato, se una discarica che ha una volumetria «x» chiede un ampliamento per 7 o 8, mi fa dire che non è un ampliamento, ma di fatto è un nuovo impianto.
  Non trova quindi anomala questa situazione degli 11 milioni di tonnellate di ampliamenti che sono stati dati a tutte le discariche di gestione privata (al momento non ce ne erano altre) ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Nella documentazione che vi lascio, per completezza e per consentire alla Commissione di meglio comprendere ciò che è successo, si evidenzia come nel periodo che va dal 2008 al 2010 la Regione siciliana abbia rilasciato decine di autorizzazione, ma dell'operato degli altri non ho ruolo e titolo per parlare.
  Nello specifico la società Catanzaro chiede e consegue l'autorizzazione per una capacità produttiva fino al massimo di 2,9 milioni di metri cubi di capacità e l'autorizzazione reca la coltivazione per moduli, in quanto occorrente si procede al relativo ampliamento. Vi segnalo inoltre che questa scelta ci ha consentito di ridurre del 24 per cento il prezzo di conferimento ai nostri clienti. Questo è come abbiamo ragionato.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Per ritornare alla convenzione, non ho ben capito una cosa, ma credo che tutto parta da lì, anche la polemica.Pag. 28
  Nella convenzione con i comuni, quando questi decisero di affidare ai privati la gestione dello smaltimento, l'accordo in convenzione era che ai comuni toccasse il 3,34... ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. No, questa è l'attuale quota.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. All'epoca cosa prevedeva ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Zero.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Quindi qual era l'utilità per i comuni di affidarle al privato e perché il comune di Siculiana ritenne che non fosse più utile e da lì nacquero i conflitti con la società ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Per quanto riguarda l'utilità del comune non sono il soggetto preposto a poterlo rappresentare, il comune ha fatto la scelta di affidare a terzi, quanto alle relazione tra noi e la municipalità del comune di Siculiana è insorto un contenzioso che si è concluso con sentenze che ora vi lascerò, per effetto delle quali è stato sancito chi ha il diritto di fare cosa e con quale conseguente modalità.
  È quindi intervenuto per tutti il tribunale che, avendo ascoltato A e avendo ascoltato B, ha deciso in nome e per conto di tutti.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Mi interessa invece capire, a proposito dei termovalorizzatori, giacché lei ha chiarito come la vostra quota nella società (perché erano delle ATI ad aver partecipato alla gara) fosse minimale, 0,82 per cento, ma di tutta questa vicenda qual è la sua visione ?
  Su questo la procura di Palermo ci ha detto a chiare lettere che tutta quella vicenda sarebbe da ascrivere a gare artefatte, al di là del fatto che non era stato pubblicato il bando sulla Gazzetta europea e a tutto il resto.
  La vicenda è piuttosto inquietante, quindi vorrei capire quale sia stato il vostro ruolo in questa storia dei termovalorizzatori.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Zero. Sono poco attrezzato, leggo come voi dalla stampa alcune faccende, ma ognuno fa le valutazioni che ritiene opportune. Una società del gruppo ENEL ci chiese di fornirle il servizio che già stavamo fornendo in quel territorio, e da lì nacque il rapporto commerciale che non si è mai concretizzato nella misura in cui, a beneficio della Commissione qualora non fosse noto, forse anche per la volontà del legislatore regionale, perché si introdusse con legge per differire se non addirittura impedire di realizzare i termovalorizzatori.

  STEFANO VIGNAROLI. Volevo ripetere una domanda che forse è sfuggita, ossia se abbia chiesto un ulteriore ampliamento e di quanti metri cubi per la discarica.
  Vorrei anche una precisazione, perché non mi convincono alcune cose per quanto riguarda il TMB e la biostabilizzazione. L'Europa dice dal 1999 che non si può mettere il rifiuto talquale in discarica, lei ha detto che nel 2003 c'era un TMB, ma non ho capito perché deve essere chiuso, perché, a parte che non è detto che il TMB debba fare solo CDR e debba essere finalizzato a quello, però, se chiude chi riceve il CDR, si fa un'altra cosa e comunque la biostabilizzazione deve essere fatta.
  Mi domando quindi perché non sia in regola con questo e chi l'abbia autorizzata a non biostabilizzare, anche perché il tritovagliato non è una biostabilizzazione e mi meraviglia che la Regione lo consideri rifiuto speciale, però lo chiederò alla Regione. A lei chiedo, visto che l'Europa lo dice dal 1999, come mai metta il rifiuto così e chi l'abbia autorizzata a farlo.
  Se posso aggiungere, visto che la volta scorsa lei mi aveva giustamente corretto perché avevo sottolineato che dove c'erano le vasche V3 e V4 al posto di una vasca era previsto il TMB e lei mi aveva detto che Pag. 29non era previsto dove c’è la vasca, ma era previsto comunque al terreno a fianco, cosa che cambia ben poco, il problema è che questo TMB non è mai entrato in funzione e la discarica ha ricevuto comunque rifiuto talquale.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Io le rispondo prima sul piano generale e le riconfermo che la società ha avanzato un'istanza per un ampliamento nell'ottobre del 2008 e non ha avanzato altre istanze.

  STEFANO VIGNAROLI. Per quanti metri cubi ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Per 2,7 e qualcosa, ed è l'autorizzazione che è stata oggetto di un analitico controllo.
  Per quanto attiene alle procedure utilizzate dalla società anche con riferimento ai livelli di trattazione del rifiuto prima del relativo smaltimento, sul punto la Regione ha esercitato i relativi, propedeutici controlli, e ha confermato nel luglio del 2014 (il provvedimento è già ai vostri atti) la regolarità delle procedure e delle sottese attività.
  Quanto alla nota diatriba del trasportare nell'ordinamento italiano le previsioni dell'Unione europea, io come lei leggo i giornali e comprendo che soltanto il 10 ottobre del 2013 la Regione siciliana impone con un atto a tutti i gestori, non solo alla società Catanzaro, di introdurre in una certa maniera ed entro una certa data l'impianto di trattamento meccanico biologico, e la società a Catanzaro entro 27 giorni dalla richiesta produce la relativa istanza il cui impianto a breve sarà oggetto di autorizzazione. Avete comunque agli atti i documenti.

  STELLA BIANCHI. Le chiederei ancora un paio di precisazioni sulla discarica, che è il tema che ci interessa. Vorrei sapere se le risulti un procedimento di revisione dell'autorizzazione di una delle vasche della discarica, la V4.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Le confermo che il provvedimento di revisione è stato confermato con la relativa regolarità, il provvedimento è del luglio 2014 e ve l'ho già consegnato in occasione della visita a Palermo. La Regione ha confermato la regolarità della relativa procedura.

  STELLA BIANCHI. Quindi mi aiuti a ricostruire: il dottor Lupo aveva avviato una procedura di revisione...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. È l'organo politico che ha ordinato il controllo, non il direttore amministrativo. Sulla scorta dell’input dell'organo politico che si è introdotto con un atto di imperio, il dottor Lupo avvia la procedura e a valle, su conforme parere delle pubbliche amministrazioni a diverso titolo coinvolte, adotta il provvedimento che conferma la regolarità delle propedeutiche procedure autorizzatorie.
  Sostanzialmente abbiamo conseguito due volte la stessa autorizzazione, una volta nel 2009 e un'altra nel 2014, a seguito dei puntuali controlli che non sono stati ordinati dall'amministrazione competente, ma per input dell'organo politico, come tengo a sottolineare.

  STELLA BIANCHI. Scusi, amministrazioni competenti ed organo politico...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Il dipartimento dei rifiuti è l'organo che ha la competenza ad esercitare le attività dei controlli, nella fattispecie in atti abbiamo acquisito di una riservata (la citiamo nelle memorie) dell'organo di vertice che non era protocollata al protocollo ordinario quindi abbiamo dovuto sudare non poco per rinvenirla, l'abbiamo rinvenuta ed era la nota dell'organo di vertice politico che scriveva di controllare Tizio con queste modalità e avvertiva anche il desiderio di fissare i tempi per concludere il relativo procedimento, quindi non è stata un'attività ordinaria.

Pag. 30

  STELLA BIANCHI. Riguardo alla commissione istituita dall'allora assessore Marino e le irregolarità che ci sono state presentate in più occasioni e da diversi soggetti...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Onorevole, mi scusi, ma le ho appena detto che quella commissione ha fatto un lavoro, a valle del quale la Regione ha accertato la regolarità, il provvedimento è ai vostri atti, quindi mi aiuti a capire se si riferisce a quello o ad altro.

  STELLA BIANCHI. L'aiuto a capire: l'ex assessore Marino, come lei sa meglio di me, ha istituito una commissione di verifica sulle discariche dei privati (esercitate, gestite, di cui l'ampliamento veniva chiesto come un ampliamento x per 8, come ricordava il presidente poco fa)...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Non solo di privati: di più soggetti.

  STELLA BIANCHI. Di più soggetti con una consistente partecipazione privata, tanto che ci è stato illustrato da diversi soggetti che addirittura qualcuno ha pensato che gli ostacoli alle autorizzazioni alle discariche interamente pubbliche potessero essere state in qualche modo favorite dalla presenza di interessi privati che invece preferivano avere l'autorizzazione alla propria discarica, ma questa è una delle cose che ci sono state dette che come altre fonti lei ora immagino ci smentirà.
  Ho capito ora, e la ringrazio della precisazione, che c’è stata una successiva pronuncia della regione Siciliana, che ha tolto ogni dubbio sulle autorizzazioni di Siculiana. Rispetto ai rilievi che i tecnici della Commissione Marino hanno fatto al procedimento fatto nelle discariche esercite da diversi soggetti privati e in particolare la vostra, lei ritiene che tutta quell'attività non avesse alcun fondamento, che qualcuno di quei rilievi possa avere un fondamento, che possa esserci stata una qualche irregolarità, ad esempio nell'acquisizione dei titoli di proprietà di alcuni dei terreni su cui sono stati fatti gli ampliamenti di Siculiana o che non ci sia proprio alcun margine, alcun elemento di realismo se non di verità in quanto segnalato dalle Commissioni ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Il lavoro di quella commissione ha trovato il suo naturale iter conclusivo nel provvedimento del luglio 2014, che ha confermato la regolarità delle procedure.
  Quanto ai titoli di cui lei parlava con riferimento ai terreni, ho testé riferito che in regione di confusione ce n’è molta, al punto tale che, mentre per la società Catanzaro si ordinava di istituire una commissione speciale per verificare la disponibilità dei terreni, sebbene quella materia avesse già interessato più volte i tribunali della Repubblica negli anni a partire dal 2004, per altri venivano rilasciate autorizzazioni senza la disponibilità dei terreni.
  Concordo quindi con lei che c'erano e ci sono dubbi circa la linearità dell'operato della regione Siciliana. Quanto alle mie attività, io vi lascerò le sentenze dei tribunali e i provvedimenti amministrativi a valle delle relative procedure di controllo.
  I controlli vanno salutati con interesse, però, poiché leggo con una reiterata ricorrenza mediatica, lascio il provvedimento di un'autorizzazione rilasciata in capo a una società di capitali di diritto pubblico. La richiesta è del 1o ottobre 2009 e l'autorizzazione è di appena cinque mesi dopo, 30 luglio 2010. Ciò significa che questi hanno fatto delle irregolarità o perché in quanto pubbliche le relative quote di controllo hanno corsie nell'ordinamento ?
  Nell'ordinamento che noi conosciamo e al quale ci sforziamo di dare doverosamente conto e ragione le autorizzazioni seguono l'ordine cronologico di arrivo delle istanze e la relativa completezza, perché alcuni perseguono lo scoop mediatico però poi i numeri sono fatti e io solo di fatti posso riferirvi.

Pag. 31

  STEFANO VIGNAROLI. Ripeto due domande che credo non abbiano ottenuto risposta: qual è la volumetria residua della discarica di Siculiana e, poiché ha detto che nel 2014 la Regione ha accertato che tutto è regolare...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Non io: vi ho allegato il provvedimento.

  STEFANO VIGNAROLI. Si, ma la mia domanda era diversa: contestualmente alle vasche V3 e V4 era previsto nell'AIA un TMB, sì o no ? Se sì, perché non è stato fatto questo TMB e, se è stato fatto, perché mi pare che lei abbia detto che nel 2003 c'era un TMB, cosa che mi giunge nuova, se c'era nel 2003 eventualmente perché nel 2008 è stato chiuso ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Per quanto riguarda la capienza disponibile mi scuso per non aver risposto poco fa, ma me lo ero appuntato ed è di circa 1,3 come volume autorizzato ancora residuo, ma, come vi ho detto, è coltivato a moduli per cui verrà utilizzato se e in quanto necessario.
  L'impianto di TMB è esistente e il provvedimento relativo con il quale è stato chiuso vi è stato consegnato lo scorso 25 marzo a Palermo. In merito ai motivi per cui l'impianto di TMB previsto non è stato realizzato, la materia è puntualmente descritta, perché è molto speciosa in ordine al suo iter cronologico, nella nota che vi lascio agli atti e che è stata quella vagliata dalla Regione siciliana. Si tratta di circa tre anni e mezzo di procedimenti, e li potrà rinvenire tutti gli elementi utili occorrenti.

  STEFANO VIGNAROLI. Va bene, quindi qui non vuole dirmelo e devo andare a vedere gli atti.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Non è che non glielo voglio dire, ma ha occupato tre anni e mezzo di iter istruttorio ed è stato vagliato, a conferma del quale la Regione ha confermato la relativa regolarità della procedura.

  LAURA PUPPATO. Solo una informazione di carattere tecnico, ma utile per capire qual è il costo dello smaltimento nella Regione siciliana. Lei prima diceva che quando ha chiesto l'ampliamento della sua discarica l'ha ottenuto e a fronte di questo (non so se anche per patti convenuti con la Regione) c’è stata una riduzione del costo di smaltimento del 24 per cento.
  Vorrei quindi capire qual era il costo precedente di smaltimento, qual è il costo attuale, se è suscettibile di ulteriori modifiche in corso d'opera e, rispetto alla sua informazione, se è in grado di darmela, a quanto ammonti rispetto ai privati e al pubblico il costo che avete applicato rispetto agli altri.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Il pregresso prezzo era di 73 euro a tonnellata, se la memoria non mi tradisce, e per effetto di quella scelta venne portato, con riferimento alla ultima autorizzazione, a 59 euro a tonnellata.
  Per quanto concerne i prezzi praticati da altri operatori, la volta scorsa vi ho consegnato una tabella, ma ci risulta che per alcuni operatori non siano resi pubblici i provvedimenti con i quali si fissa il prezzo di conferimento.
  Proprio qualcuno di voi ha insinuato il dubbio che esistano operatori che fissano in via unilaterale il prezzo di conferimento, ma non ho elementi, perché abbiamo provato a cercare nei vari siti e nelle gazzette ufficiali, ma non ci sono i provvedimenti.

  PAOLO ARRIGONI. Un chiarimento sulla questione della volumetria residua. Lei ha parlato di 1 milione e 300.000 metri cubi, ma rapportandoli al tempo di cui stiamo parlando, posto che il conferimento si mantenga in termini quantitativi come in questo periodo ?Pag. 32
  Quei 2,7 milioni di metri cubi relativi alla richiesta di autorizzazione all'ampliamento del 2008 sono altri 2,7 milioni ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. No, è ovvio.

  PAOLO ARRIGONI. I soggetti che conferiscono e hanno contrattualizzato con voi spuntano il medesimo prezzo di conferimento rispetto alla Catanzaro costruzioni, cioè ragioniamo sempre sui 59 euro a tonnellata oppure a seconda dei contraenti ci sono delle differenze ? Vorrei sapere anche se, oltre a soggetti pubblici (comuni immagino attraverso le SRR) ci siano anche dei soggetti privati che conferiscono da voi.
  Nella sua relazione introduttiva lei citava la presenza di una discarica abusiva posta sulla strada...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. È li, a poche centinaia di metri.

  PAOLO ARRIGONI. Sempre nel comune di Siculiana o in un altro comune, trattasi di discarica abusiva o discarica autorizzata inizialmente e poi (mi passi il termine) abbandonata senza le adeguate misure di messa in sicurezza, bonifica, gestione post mortem ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Per quanto riguarda la durata residua, questo dipende dalle ordinanze cogenti che siamo costretti a subire. Considerando un livello di conferimento di circa 800 tonnellate al giorno, parliamo di 3-4 anni, abbiamo una durata lunga.
  Per quando riguarda il prezzo di 59 euro a tonnellata, sì, il prezzo è unico e quello viene applicato. Per quanto riguarda i rapporti con i terzi privati, sono comunque attività legate a emanazioni che lavorano per conto di realtà, come ad esempio le aziende che fanno la raccolta differenziata e si devono disfare dei relativi sovvalli sono nostri clienti.
  La discarica che lei citava è per antonomasia abusiva, non so dirle se nella competenza amministrativa del comune di Siculiana, perché probabilmente lo è in parte, nella misura in cui è anche nel suo territorio, ma darei una notizia tecnicamente poco certa.

  STEFANO VIGNAROLI. Credo che sia nel comune di Siculiana, perché c’è la procedura di infrazione europea.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Posto che la regione Sicilia non ha una tariffa definita e predeterminata per quanto riguarda lo smaltimento dei rifiuti, di volta in volta la società discuterà con la Conferenza di servizi quale debba essere la tariffa. Immagino che si terrà conto di una serie di caratteristiche come le distanze e altro.
  Il vostro costo è stato calcolato in 59 euro, una quota parte di 3,34 con la nuova convenzione va invece riconosciuta al comune di Siculiana che ospita l'impianto.

  PRESIDENTE. La proposta dello «Sblocca Italia» era 20 euro a tonnellata di ristoro.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Abbiamo visto che nella vostra struttura c’è un impianto di biogas che produce un utile, per cui immagino che questi 59 euro...

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Tengono conto di questo utile.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Questo era quello che volevo sapere.

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Le posso dire quello che facciamo noi: con il metodo scontato dei flussi di cassa attualizziamo all'anno zero, con un piano economico-finanziario, la proposta relativa da formulare alla Conferenza di servizi, sulla quale proposta la Conferenza di servizi fa le attività istruttorie e adotta il relativo provvedimento.Pag. 33
  Devo informare però la Commissione che in Sicilia anni fa si è tentato di fissare un solo prezzo per tutti e il tribunale amministrativo ha annullato quel provvedimento, perché viola uno dei precetti della direttiva discariche, che dice che ogni discarica ha sua storia, una sua esigenza di investimenti e di oneri di esercizio e quindi il prezzo è informato dalla singolarità del singolo impianto.
  C’è già stato quindi un tentativo di uniformare il prezzo, ma il tribunale con sentenza lo ha annullato, circostanza della quale come operatori abbiamo l'obbligo di tenere conto.
  Lei, presidente, la volta scorsa mi chiedeva notizie di come si allochi in bilancio la quota delle risorse destinate al post mortem. Di anno in anno viene redatta una perizia valutativa, in relazione all'utilizzo della singola vasca percentuale si accantonano le somme.
  Per rispondere a questa sua considerazione tecnica, l'Agenzia delle entrate ha sul punto indirizzato l'attività degli operatori e le risorse vengono accantonate per assicurare l'adempimento negli anni.

  PRESIDENTE. Un'ultima domanda che riprende ciò che ha detto all'inizio, come credo sia anche giusto, visto che l'abbiamo letto sui giornali ed è venuto qualcuno qui a dichiararlo, non è un reato e non è nostro compito essere giudici, però lei ha premesso nel suo intervento che è in corso un procedimento per diffamazione.
  Visto che è stato detto dall'Assessore Marino che fu chiamato dal presidente della Regione insieme ad altri politici perché stava attuando una sorta di persecuzione nei suoi confronti, questo corrisponde al vero o fa parte del tema diffamazione che lei ha citato ?

  GIUSEPPE CATANZARO, Rappresentante della Catanzaro Costruzioni Srl. Non ne ho notizia, per quanto mi riguarda non ho notizia di chiamate di singoli in capo all'attività persecutoria, non ne ho contezza.

  PRESIDENTE. La ringraziamo e dichiaro conclusa l'audizione.

Audizione del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti della regione siciliana, Domenico Armenio.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, e del dirigente generale del dipartimento acque e rifiuti della regione siciliana, Domenico Armenio, che ringrazio per la presenza. La Commissione, come sapete, si occupa degli illeciti ambientali relativi al ciclo dei rifiuti, ma anche dei reati contro la pubblica amministrazione e dei reati associativi connessi al ciclo dei rifiuti. L'audizione rientra nell'ambito dell'approfondimento che la Commissione sta svolgendo sulla Regione siciliana, anche con riferimento alla situazione delle bonifiche in corso.
  Tenga presente, presidente, che la Sicilia non è l'unica regione oggetto del nostro approfondimento. Oltre alla Regione siciliana abbiamo quasi completato l'approfondimento sul Veneto e abbiamo proceduto ad un focus, anche questo ormai completato, sulla Liguria. Ci apprestiamo ad occuparci del Lazio e della Campania, regioni dove esistono, chiaramente, problematiche molto diverse. Inoltre, per la Regione siciliana esisteva, dalla scorsa legislatura, un approfondimento condotto dalla precedente Commissione in maniera abbastanza esaustiva sulla situazione, già allora molto difficile. A distanza di anni, stiamo procedendo ad un nuovo focus, che si va ormai concludendo (questa, di fatto, è l'ultima audizione e l'abbiamo tenuta per ultima, credo giustamente, proprio per avere modo di ascoltare tutti i diversi protagonisti). Chiaramente, se avremo bisogno di svolgere ulteriori approfondimenti, procederemo in tal senso.
  Avverto i nostri ospiti che della presente audizione viene redatto un resoconto stenografico e che, se lo riterranno opportuno, consentendo la Commissione, i lavori proseguiranno in seduta segreta, invitando comunque a rinviare eventuali interventi Pag. 34di natura riservata alla parte finale della seduta. Il presidente della Regione siciliana, Rosario Crocetta, è accompagnato dal dirigente generale – che peraltro abbiamo già ascoltato – del dipartimento acque e rifiuti della Regione siciliana, Domenico Armenio. Le chiedo, presidente, di farci un quadro introduttivo della situazione attuale dal suo punto di vista e di quello che state facendo, in base alle vostre competenze, per cercare di gestire le due problematiche complesse del ciclo dei rifiuti e delle bonifiche, in riferimento soprattutto a quest'ultimo tema. In seguito, posto che le notizie che ci sono pervenute sono tante e diverse, le porremo alcune domande. Cedo dunque la parola a Rosario Crocetta, presidente della Regione siciliana, per lo svolgimento della sua relazione.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io non mi avvarrò dell'ipotesi, prospettatami, di secretazione di ciò che dirò, per il semplice motivo che – ritengo – tutto quello che si dice in una Commissione parlamentare dovrebbe essere oggetto di una pubblica discussione. Peraltro, sono abituato a fare pubblicamente le mie denunce. Questo mi ha creato non pochi problemi, ma intendo mantenere questa linea, perché è giusto che queste cose vengano verificate anche dai cittadini. Vorrei fare una breve introduzione relativamente alla gestione generale dei rifiuti e all'imposizione del modello italiano alla Sicilia. La Regione siciliana è stata la prima in assoluto in Italia ad adottare il sistema degli ATO rifiuti, che dovevano essere ambiti territoriali ottimali, ma nella realtà sono stati, invece, enti che hanno causato criticità nell'applicazione siciliana. Quando si parla dell'autonomia speciale della regione, non si tiene conto che questa dovrebbe servire proprio a risolvere i problemi storici della Sicilia, che sono legati alla specificità dei condizionamenti territoriali, ambientali e persino criminali che ci sono nel territorio.
  Il progetto degli ATO partì con il presidente Cuffaro, producendo risultati disastrosi sotto tutti gli aspetti. Mi riferisco all'aumento del costo delle tariffe per i cittadini e all'impoverimento vero e proprio dei piccoli comuni, che magari gestivano questo servizio con mezzi in economia, con lavoratori precari, o che comunque dovevano esseri pagati, ovvero con propri dipendenti. Questi comuni, improvvisamente, si sono visti trasportare su modelli di più larga scala, dove magari a fare da leader erano città come Palermo, Catania o Messina, che sicuramente avevano problematiche differenti, anche dal punto di vista delle dinamiche relative ai rifiuti. Ciò ha mandato in dissesto diversi comuni siciliani.
  Invece di un piano di attuazione, su base ATO, di modelli che si articolassero rispetto alle esigenze dei sindaci, si è imposta un'attuazione strutturata su modelli centralizzati, che portavano a una concentrazione. Peraltro, quando ero sindaco di Gela, nel 2007-2008 (non ricordo la data esatta, ma mi riservo di mandarvi i relativi documenti), feci una denuncia. In un articolo apparso su Milano Finanza veniva intervistato uno dei leader delle società dei rifiuti, precisamente il presidente del gruppo Biancamano, il quale affermava espressamente che gli ATO rifiuti sono una grande possibilità di interventi economici per i gruppi forti in questo settore, posto che canalizzando su scala vasta gli appalti dei rifiuti – quindi aumentando l'importo delle gare – soltanto poche imprese potevano avere la capacità economica per partecipare alle gare degli ATO. Questo soggetto indicava esattamente diverse società: c'era quella di Perugia – notissima – e tante altre. Sono sette società e la previsione si è avverata: era una cronaca annunciata. Infatti, se io progetto un ATO che ha come minimo 240.000 abitanti e faccio una gara di tre anni, nessuna società siciliana può avere queste caratteristiche. Certamente si possono fare i raggruppamenti di imprese, però basta che gli ATO si facciano per dieci e il gioco è chiuso. Infatti, per esempio, la società Himera, del gruppo Biancamano, si aggiudicò una serie di appalti per la gestione dei rifiuti, soprattutto Pag. 35nella Sicilia orientale, ma anche qualcuno nel resto della Sicilia, con ribassi dello 0,01 per cento e spesso essendo l'unica impresa partecipante. Peraltro, avevano sbandierato la creazione del modello Kalat Ambiente dell'ATO di Caltagirone come uno dei migliori progetti che ci potevano essere, vista la differenziata che si raggiungeva. In seguito, da un'inchiesta del procuratore Salvi di Catania, abbiamo scoperto che si trattava di un trucco: loro aumentavano in modo virtuale – uso un eufemismo – la differenziata, ma in realtà mandavano qualsiasi porcheria in discarica, arrecando un danno notevole ai comuni. Paradossalmente, avevano un contratto secondo cui più differenziata producevano, più i comuni – quindi i cittadini – pagavano. Dovrebbe avvenire il contrario, in quanto la differenziata crea un prodotto vendibile e collocabile sul mercato, ovvero il combustibile solido secondario (CSS). Ci sono stati danni notevoli per diversi di questi comuni, che si sono trovati in condizioni di dissesto. Il comune di Caltagirone, infatti, è puntualmente andato in dissesto (cerco di essere estremamente chiaro).
  Sinceramente, da sindaco, tentai di oppormi a questa cosa, ma la risposta della Regione era sempre autoritaria e impositiva. Si parlava di commissariamenti da parte della Regione stessa in sostituzione dei comuni: c'era un modello blindato. Io credo che il primo problema sia stato la centralizzazione della gestione dei rifiuti nelle mani di poche società, persino in condizioni di monopolio. Un altro elemento è stato la presenza, non indifferente, del sistema mafioso, anche laddove le imprese venivano dal Nord. La mafia a volte viene importata in Sicilia a livelli più elaborati e con modelli più raffinati rispetto a quelli brutali di origine indigena. Infatti, si tratta sempre di interventi economici ampli e su larga scala, ma la sostanza, alla fine, è il rapporto con i poteri criminali. Da presidente della Regione, ho tentato di risolvere due aspetti critici. In primo luogo ho cercato di fare in modo che si potessero avviare progetti che cominciassero a individuare la responsabilità degli amministratori locali: cosa è successo nel frattempo ? C'erano comuni che non pagavano, che si indebitavano nei confronti degli ATO per somme crescenti e che erano privi di responsabilità. Io ho cercato di dare una centralità ai sindaci. Tuttavia, questa impostazione non piace allo Stato italiano che, naturalmente, avendo sempre in testa i modelli virtuosi di Firenze, di Bologna, di Milano e via dicendo, cerca di imporre – modelli che non hanno niente a che fare con la realtà siciliana – cose che non hanno né testa né piedi, che creano disastri per la pubblica amministrazione e che non hanno alcun effetto pratico sul territorio. C’è un tentativo continuo e asfissiante di imporre modelli centralizzati. Possiamo dire che c’è un po’ di condizionamento da parte dell'imprenditoria nazionale che conta. Per esempio, ciò avviene sull'acqua, dove il modello deve essere sempre quello centralizzato...

  PRESIDENTE. Presidente, mi permetta di interromperla. In Veneto, ad esempio, c’è un sistema basato molto sui comuni, che è molto diverso dal sistema industriale lombardo o da quello emiliano...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io vorrei realizzare proprio questo tipo di modello, però – voglio essere chiaro – non ho un'interlocuzione e neppure un avallo da parte del Governo nazionale. Possiamo fare una verifica con il Ministero dell'ambiente e vedere qual è il modello da esso ipotizzato su questa vicenda. D'altra parte, occorre invertire il ragionamento, dando la possibilità ai comuni di gestire in autonomia. In qualche modo, noi abbiamo cominciato ad avviare questo processo, consentendo di superare crisi a volte incredibili proprio sul terreno dei rifiuti. Abbiamo autorizzato alcuni comuni su progetti specifici da loro ideati nell'ambito di un piano compatibile con quello generale dell'ATO e con condizioni più vantaggiose, sfidando l'impostazione centrale. L'altra questione, estremamente grave, riguarda la vicenda dei termovalorizzatori, previsti dal governo Cuffaro e Pag. 36bloccati successivamente dal governo Lombardo per una serie di questioni, legate innanzitutto all'obsolescenza tecnologica di quegli impianti, altamente inquinanti e peraltro completamente inutili alla regione siciliana nelle dimensioni che erano state prospettate.
  Questi termovalorizzatori avrebbero dovuto valorizzare i rifiuti di mezza Italia, avvalendosi non dei rifiuti selezionati (il CSS) ma dell'indifferenziata, che contiene, notoriamente, tutto e quindi ha una forte caratteristica inquinante. C’è stata una vera e propria turbativa d'asta, per difetto di pubblicazione, che ha portato persino all'apertura di un contenzioso da parte delle imprese nei confronti della Regione siciliana. Oggi, a Milano, abbiamo chiuso un contenzioso con la Falck, che ci chiedeva 1,2 miliardi di risarcimento, ma poi ha rinunciato alla causa, in quanto noi abbiamo portato argomenti molto forti. Dico questo per dare un'idea della dimensione dello scontro, trattandosi di investimenti per circa 5 miliardi di euro, che erano stati aggiudicati con una gara neppure pubblicizzata. Peraltro, questi impianti non sono corrispondenti ai bisogni della Sicilia, come potrebbero essere, invece, i piccoli impianti di valorizzazione legati al prodotto non inquinante e selezionato (il CSS), o comunque compatibili con le dimensioni dei territori, i quali non dovrebbero gestire e valorizzare i rifiuti di mezza Italia. Un altro elemento è la presenza delle discariche, quasi tutte private. In particolare, tutta la Sicilia orientale non ha una sola azienda pubblica di gestione dei rifiuti – a differenza di Palermo che ha l'AMAP e la RAP – né una discarica pubblica. Ciò riguarda tutta la Sicilia orientale e anche una zona orientale della provincia di Palermo, cioè, praticamente, tutta la zona che va dall'est della provincia di Palermo alla provincia di Messina, così come dalla provincia di Catania alla provincia di Siracusa. Fanno eccezione Gela, dove c’è stata una discarica sempre funzionante, e Ragusa, che ha una discarica pubblica. Praticamente, si aveva soltanto la discarica di Mazzarrà Sant'Andrea, della Tirreno Ambiente, la discarica di Motta Sant'Anastasia, della Oikos, e la discarica di Sicula Trasporti (su Catania). Questi sono tutti impianti privati. Anche una grossa parte del sistema occidentale è privato, con la Catanzaro Costruzioni, per esempio, nel territorio di Siculiana. Inoltre, nella zona occidentale ci sono alcune discariche, come Sciacca, Trapani e altre piccole realtà. Poiché individuavo tutta la pericolosità di un sistema basato completamente sulle discariche private, senza alternative, alla fine del 2013 chiesi una dichiarazione di stato di emergenza da parte del Governo, per poter realizzare velocemente alcune discariche pubbliche, necessarie a creare delle alternative all'eventuale crisi del sistema privato, tenendo presente che su una parte del sistema privato io ho sempre avuto dubbi rispetto a compenetrazioni di tipo mafioso. Peraltro, chiesi ciò per un anno, ma il Governo mi diede la concessione solo per sei mesi: bisogna fare sempre le cose per fettine, facendo le pulci alle Regioni, anche quando cambia l'assetto politico della gestione delle stesse, che magari si caratterizza per un forte impegno nello sviluppo della legalità e contro la mafia.
  Pertanto, ci siamo visti per sei mesi, durante i quali abbiamo realizzato un impianto di nuova generazione nella zona del messinese e un altro ad Enna; abbiamo potenziato la discarica di Gela, con impianti di compostaggio e persino differenziatori meccanici dentro alle discariche, con il risanamento. In sostanza, abbiamo cinque piccole discariche pubbliche. Abbiamo avuto sei mesi per cercare di prevenire tutte le situazioni. Questo non è stato possibile e, naturalmente, abbiamo perso sia i soldi dell'emergenza, necessari per realizzare gli impianti pubblici, sia la possibilità di intervenire con procedure più urgenti. Io non sono un appassionato dell'emergenza, perché capisco che le emergenze in un Paese di ladri sono un'occasione per rubare, però, onestamente, il tema si poneva. Infatti, puntualmente, anche a seguito di nostre denunce, sono scoppiate la vicenda dei rapporti con la mafia di Oikos e la vicenda di Mazzarrà Sant'Andrea, in cui peraltro c’è stato anche Pag. 37l'accesso agli atti da parte della prefettura. Credo che sia arrivato anche il commissariamento antimafia del comune, proprio per le questioni connesse alla gestione della discarica. Tenete presente che la vicenda di Oikos e quella di Mazzarrà Sant'Andrea pesano sul sistema dei rifiuti, tutto basato sulle discariche, con una percentuale di differenziata che in Sicilia è ferma al 10 per cento. Anche in questo caso mancano gli strumenti per poter intervenire sui sindaci e sui comuni. Recentemente ho provato a inserire una norma nella finanziaria, che sanciva una penalizzazione per quei comuni che non facevano la differenziata e una premialità per quelli che la facevano, ma, naturalmente, non è passata, perché nella demagogia del sistema la casta non vuole creare problemi alla «castina», in quanto su questo si basa il sistema del consenso. Così, è completamente respinta ogni logica di intervento. Peraltro, proprio nel comune di Gela, sulla base di un modello che abbiamo disegnato noi della Regione e il comune, negli ultimi sei mesi siamo passati dal 10 per cento al 40 per cento di differenziata, in un comune di 80.000 abitanti, che non sono pochi. Pertanto, è possibile fare la differenziata e avere risultati. Io vorrei discutere con il Ministero dell'interno affinché ci dia degli strumenti di legge che obblighino i comuni a fare la differenziata e a rivedere il piano dei rifiuti. Mazzarà Sant'Andrea e Motta Sant'Anastasia praticamente raccolgono 2.000 tonnellate di rifiuti, che sono un terzo dei rifiuti totali della Sicilia. Nella fase attuale, noi non sappiamo dove mettere questo terzo. Naturalmente, se chiedi l'emergenza, sei un mariuolo che sta tentando di avere poteri speciali. I poteri speciali possono essere presi anche dal Governo: facciano pure. Noi non siamo fortemente interessati alla gestione degli appalti, anzi più ne stiamo alla larga e meglio è, tuttavia il tema esiste. Noi dobbiamo pensare a un piano dei rifiuti nuovo, che io vorrei prevedesse impianti di nuova generazione. Vi lasciamo uno stralcio del nostro piano di attuazione dell'implementazione impiantistica, che vorremmo portare avanti in Sicilia per evitare una situazione di emergenza. Questo piano prevede un'ottimizzazione degli impianti esistenti, aumentandone la capacità e il rispetto ambientale, anche attraverso differenziatori di rifiuti e sistemi di biocompostaggio, nonché con la produzione di CSS. Questo potrebbe essere realisticamente realizzato in un anno se si concordassero con il Governo alcune scelte. Si potrebbe valutare l'utilizzo di questo CSS con impianti specifici oppure venderlo. Sicuramente noi non siamo favorevoli a impianti di valorizzazione che gestiscono l'indifferenziata, perché questo sarebbe in primo luogo diseducativo e in secondo luogo fortemente rischioso per l'ambiente. In ogni caso, qualsiasi piano metteremo in campo, probabilmente avremo la necessità di una proroga sulla fine dell'impianto di Motta Sant'Anastasia, che è gestito molto bene e non produce problemi di natura ambientale, se non l'avversione di qualche sindaco il quale ha deciso di farsi una campagna elettorale sulla chiusura di questo impianto: ognuno vuole gettare i rifiuti, ma non vicino a casa sua. Questo potrebbe creare una situazione quasi «napoletana» in quella zona.
  Io credo che avere almeno un anno di proroga ci consentirebbe di uscire fuori dal rischio di emergenza e, nel frattempo, predisporre le alternative. In tale contesto, io penserei di realizzare una sola nuova discarica per sostituire, in parte, le due esistenti, di potenziare per bene i piccoli impianti di natura pubblica e, possibilmente, di cercare di uscire dal sistema privato. Nell'incontro che avremo con il Ministero, noi vorremmo cominciare a vedere più rispetto e più condivisione in merito alla scelta che vogliamo fare di decentrare la gestione dei rifiuti, mettendola in mano pubblica laddove i comuni siano in condizione di poterlo fare e non si sentano di condividere processi autoritari e monopolistici in questo settore. Io avrei finito. Resto a disposizione per le domande.

  PRESIDENTE. Le porremo un po’ di domande.

Pag. 38

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Vorrei da ultimo precisare che io sono stato eletto nel novembre del 2012 e il governo si è insediato nel dicembre del 2012. Io avevo già steso le linee di indirizzo rispetto a queste preoccupazioni il 16 dicembre 2013, con una apposita deliberazione, che lascio alla Commissione. Ci sono stati altri provvedimenti in date successive, ma vanno tutti in questa direzione. So che qualche assessore ai rifiuti diceva che voleva fare tutto lui: mi pare che qui ci siano le prove provate che gli abbiamo chiesto noi di farlo.

  PRESIDENTE. Credo che si riferisca all'assessore Marino.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Questi atti sono precedenti e tracciano chiaramente le linee di indirizzo mie e del governo. Quando uno non è più assessore, magari nel tempo la memoria si offusca !

  PRESIDENTE. Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Certamente, ci sarebbe molto da dire.

  PRESIDENTE. Vi prego, facciamo delle domande, non dei commenti.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della regione siciliana. La questione dei rifiuti non è molto pacifica, ma ci sono diverse linee di pensiero.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Su questo andrebbe fatto un opportuno dibattito.

  PRESIDENTE. Lo faremo. Poiché alla fine della relazione si va sempre nella regione interessata a presentare i risultati, quella sarà l'occasione dove ognuno di noi...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. L'unica cosa che vorrei evitare è di perdere l'aereo. L'ultimo volo è alle ore 21.45.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Non si preoccupi, eventualmente la ospitiamo. Non è un problema.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Non è possibile, perché domani ho del lavoro importante da svolgere.

  PRESIDENTE. Anche questo è importante !

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Io sono siciliano, per cui, come lei, ho a cuore che le cose funzionino. Spero che avremo l'occasione di discutere su quale possa essere il sistema migliore per la Sicilia. Mi sento di condividere alcune cose, altre, invece, assolutamente no. Spero che avremo modo di poterne parlare, se lei è interessato. Nello specifico, per quanto riguarda i termovalorizzatori, volevo chiederle se lei era a conoscenza del fatto che chi ha messo in campo questa procedura di gara, che è stata definita «farlocca» e che era chiaramente lesiva nei confronti della regione siciliana e dei siciliani, da un lato, alla fine, potrebbe farla franca, perché pare che questi reati vadano spesso in prescrizione, mentre dall'altro avrebbero potrebbe chiedere il risarcimento dei danni. Ho acquisito proprio oggi la notizia che questo non succederà e mi fa veramente piacere. Volevo chiederle se lei era a conoscenza di queste cose e volevo dirle di stare attento affinché ciò non si verifichi, ma credo che lei sia abbastanza attento in tal senso e questo mi fa piacere. Passo alla seconda questione. Lei saprà che il grande problema di Bellolampo è il percolato. Noi sappiamo che è stata espletata una gara per la gestione dell'utilizzo del percolato, quando invece il percolato, da anni, viene portato su camion presso il porto di Gioia Tauro, in Calabria. Peraltro – non so se ne siete a conoscenza – secondo quanto ci ha riferito la procura, è stato dimostrato che ci sono società e personaggi legati alla malavita che, in qualche modo, influenzano questo sistema, che è costato circa 28-30 milioni di euro in due anni. Costi e influenze della malavita Pag. 39si sarebbero potuti evitare: bastava affidare il tutto alla società che si è aggiudicata la gara, che è stata fatta per la costruzione in progetto di finanza e per la gestione di un impianto per il trattamento del percolato. Non si capisce perché la Regione siciliana non chiuda ancora questa pratica, che farebbe risparmiare una marea di denaro ed eviterebbe tutto quello che ci sta a valle. Infatti, sappiamo che quando si muove molto denaro, si aprono gli appetiti e avviene tutto quello che serve alla malavita per sopravvivere. Questa è una cosa che riteniamo piuttosto grave.
  Un altro problema concerne il SIN di Gela. Le pongo la questione anche in qualità di ex sindaco di questa città, dove siamo recentemente stati. Peraltro, c’è una relazione della procura di Gela, seria ed allarmante, che mette in evidenza la totale disattenzione da parte degli organi di controllo: tale situazione si è perpetrata negli anni. Fatto sta che lì c’è un vero e proprio disastro ambientale, che potremmo decifrare in mille modi, dall'inquinamento della falda acquifera all'inquinamento dei terreni vicini, fino all'inquinamento dell'aria. Pare che questa situazione sia stata presa un po’ sottogamba. L'ARPA non ha segnalato dovutamente o, se lo ha fatto gli organi della Regione siciliana deputati a questo, questi ultimi non hanno attenzionato il problema.
  Credo che neanche oggi, dopo l'accordo che è stato stipulato con l'ENI, si possa dire che è tutto a posto. Credo che l'ENI si debba assumere la responsabilità di quello che è avvenuto. La Regione, in questo senso, deve fare la propria parte a difesa della Sicilia, per fare in modo che si attuino le opportune azioni di disinquinamento, perché così non è tutto a posto. Per quanto riguarda il problema generale della gestione...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Non vorrei perdere l'ultimo aereo, alle 20,30.

  PRESIDENTE. Mi scusi, noi cercheremo di fare il possibile, però lei non ci può dire che alle 20,30 deve andare via. Noi l'abbiamo convocata formalmente: lei non è qui per divertirsi.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Sì, ma non mi avete sequestrato !

  PRESIDENTE. Lei non viene qui per divertimento !

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Francamente, ho i diritti civili che hanno tutti.

  PRESIDENTE. Ho capito, ma lei è in una Commissione ed è la terza volta che la convochiamo. Le chiedo scusa, ma noi stiamo facendo il nostro lavoro: non ci stiamo divertendo, facciamo il nostro mestiere.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Aggiorniamo la seduta !

  PRESIDENTE. In tal senso, procederemo a fare una verifica in sede di Ufficio di presidenza. Tuttavia, lo ripeto: non siamo qui per gioco, questa è una Commissione d'inchiesta.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Neppure io sono qui per gioco, le sto solo dicendo che ho questo problema.

  PRESIDENTE. Se ce lo avesse fatto presente per tempo, le saremmo potuti venire incontro, come abbiamo sempre fatto in tutti gli altri casi in cui ci ha evidenziato ciò. Siamo qui per fare il nostro dovere e la invito a fare altrettanto.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io sono qui da stamattina ! Bastava semplicemente anticipare l'orario.

  PRESIDENTE. Nel calendario delle audizioni odierne non c'era solo lei. Noi siamo in seduta dalle ore 16. Comunque sia, chiederei ai commissari, per cortesia, di porre delle domande specifiche, perché Pag. 40se facciamo dei commenti finiamo per stare qui delle ore: poniamo domande precise, per cortesia, così da favorire lo svolgersi dei nostri lavori. Presidente, capiamo che quella della Sicilia non è una realtà facile, tuttavia, in base alle informazioni che abbiamo raccolto finora, devo dirle che il nostro non è un giudizio buono.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Non mi pare di avere mai affermato che sia facile. Comunque, sia, a fronte di questa mia esigenza, ritiene che si possa aggiornare la seduta ?

  PRESIDENTE. Ragioneremo su questa possibilità.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Mi dispiace, presidente, ma noi riteniamo di porre delle domande intelligenti. Anche io oggi avevo tante cose da fare, ma oggi sono venuto qui.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Quella che aveva in mente non mi pare proprio una domanda pertinente.

  PRESIDENTE. Per favore, invito tutti i colleghi a porre delle domande precise e circostanziate.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. La domanda sarebbe già stata posta...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Questa è politica pura.

  PRESIDENTE. Mi scusi, il senatore le ha posto una domanda rispetto al rapporto con ENI, che è uno dei soggetti più importanti...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Nei rifiuti ?

  PRESIDENTE. Nelle bonifiche ! La legge istitutiva di questa Commissione prevede che ci si occupi di bonifiche.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Allora, diciamo che c’è anche questo argomento.

  PRESIDENTE. Certo che c’è !

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Ci sforzeremo di essere sintetici. La questione della centralità delle discariche nel sistema, purtroppo, viene favorita proprio dal meccanismo della parcellizzazione nella gestione. Torno a dire che spero che avremo modo, se le interessa, di sentire ancora la sua opinione e di riflettere sull'impostazione generale. Tuttavia, noi riteniamo che se la Regione in primis non crede nella gestione...

  PRESIDENTE. Mi scusi, senatore, passi alla domanda !

  GIUSEPPE COMPAGNONE. La domanda è semplice: se non si fanno gli impianti di compostaggio, se la Regione siciliana non si attiva per fare questo e se non si fa pressione sui sindaci, è chiaro che non si faranno mai gli impianti, né la raccolta differenziata e quindi saranno necessarie le discariche: tutto qui !

  PRESIDENTE. Chiedo scusa, poniamo delle domande precise. Lo ripeto: la polemica politica può esserci, ma in un altro contesto. La domanda è: la Regione sta facendo quello che deve fare per risolvere quel problema ? Ci dia una spiegazione.

  GIUSEPPE COMPAGNONE. Questa è la domanda. Volevo solo supportarla per farla comprendere.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io capisco bene le domande.

  LAURA PUPPATO. Porrò delle domande molto specifiche e molto semplici. La Regione Sicilia sta predisponendo un piano rifiuti, ovvero è in aggiornamento ? Quando lo presenterete ?
  Pongo una domanda, cara al collega Vignaroli: voi sapete che avete un problema Pag. 41diverso rispetto ad altre regioni, che purtroppo è in peggioramento. A seguito di una circolare del 2009, la tritovagliatura continua ad essere considerata un sistema corretto di smaltimento in discarica, a fronte di una sentenza per il Lazio della Corte di giustizia europea, dove si è stabilito che così non può essere, come pure a fronte di una circolare del Ministro Orlando, del 2013, dove è stabilita la stessa cosa. Il vostro problema è che, a fronte di questa decisione, che non è più stata cambiata dal governo che lei sostiene, abbiamo un'ecotassa, la quale, invece di essere applicata a 12 euro, è applicata a 6 euro, in quanto si considera il rifiuto speciale. Siete a conoscenza del fatto che questo può produrre un danno erariale perché, in realtà, la Regione percepisce un'ecotassa della metà rispetto a quello che è dovuto ?
  Peraltro, questo continua a favorire il sistema delle discariche, a danno evidente di un territorio, ma anche a rischio di ulteriori sanzioni europee. Dal 2 giugno, l'Italia è già costretta a pagare 42 milioni di euro. Voi avete dodici o tredici discariche sicule – non conosco il numero preciso – che sono considerate abusive, a fronte della condanna della Corte di giustizia europea sul tema delle discariche. Qual è la situazione delle vostre tredici discariche abusive ? Avete provveduto, state provvedendo ? In che termini e con che tempistica ?
  Per quanto concerne il piano tariffario delle discariche, la Commissione ha completato il suo lavoro ? Ci sono stati dei solleciti emanati o disposti dal vostro governo ? Quali sono le indicazioni vigenti sui piani tariffari ? Poco fa lei citava alcuni comuni che hanno raggiunto il 40 per cento di raccolta differenziata.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. No, ho citato un solo caso in cui in sei mesi dal 10 per cento si è passati al 40 per cento.

  LAURA PUPPATO. Abbiamo avuto dei casi, come Belpasso, con il 58 per cento di raccolta dichiarata, e Biancavilla, con il 63 per cento. Ne cito due, ma ne abbiamo anche altri.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Ce ne sono anche altri: per esempio, Castel di Tusa, dove io abito, è al 90 per cento.

  LAURA PUPPATO. Come intendete favorire questo ? Se lei dichiara, in qualità di presidente della regione Sicilia, che le sue proposte vengono poi smontate dal suo consiglio regionale, mi chiedo se riuscirete a governare questo problema, oppure non pensiate di adottare in futuro l'applicazione dell'articolo 35 dello “Sblocca Italia”, quindi, inviando fuori dalla regione Sicilia il vostro rifiuto secco o tal quale. Qual è la prospettiva ? Effettivamente questa manca ancora.
  Onestamente, ascoltando la vostra assessora all'ambiente, neonominata – se non ricordo male, nel 2015 – mi pareva che avesse una tempistica molto precisa con cui procedere rispetto a questo tema: rispetto a quelle tempistiche come siamo messi ?

  PRESIDENTE. Io direi di provare a organizzare i nostri lavori, venendo incontro alle esigenze del presidente. Potremmo decidere di finire alle 20,30, consentendo al presidente di prendere l'aereo, per poi concludere l'audizione nella settimana del 22-25 giugno. Raccogliamo, quindi, tutte le domande adesso.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Non vorrei essere avvisato prima sulle domande.

  PRESIDENTE. Allora, andiamo avanti con domande e risposte fino alle 20,30, per consentirle di prendere l'aereo. Definiremo una data e un orario utile per finire la nostra audizione nella settimana di giugno che va dal 22 al 25 giugno. In questo modo, non andiamo in fretta e facciamo le cose come devono essere fatte.

  LAURA PUPPATO. Mi sono dimenticata una domanda integrativa: i 27 ATO quanti debiti hanno accumulato ?

Pag. 42

  PRESIDENTE. Un attimo: stiamo decidendo l'ordine dei lavori. Siamo tutti d'accordo ? Perfetto.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Per quanto riguarda l'ENI, nel 2009, quando sono diventato parlamentare, l'ultimo atto che ho fatto come sindaco di Gela è stato quello di imporre, con un'ordinanza specifica, le bonifiche. Peraltro, il Ministero dell'ambiente non voleva autorizzare una serie di progetti, perché questi siti industriali erano collegati anche a una riconversione dell'industria, si perdeva tempo e via dicendo. Io ho fatto questa ordinanza e, grazie ad essa, sono stati realizzati gli impianti per il trattamento delle acque di falda (TAF), che ormai da diversi anni trattano 150 litri al secondo di acque di falda.
  Da sindaco dichiarai l'acqua di Gela non potabile, proprio perché era acqua potabilizzata. Le acque dei cittadini di Gela non sono prese affatto da fonti sorgive del territorio di Gela. Proprio nel periodo in cui ero sindaco, abbiamo fatto una serie di impianti di potabilizzazione dell'acqua degli invasi. Abbiamo aperto, per la prima volta, un contraddittorio molto forte con l'ENI, che ha poi portato alla cessione di una parte dell'acqua della diga del Ragoleto, la quale veniva gestita in modo assurdo e assegnava all'ENI circa 400 litri al secondo di acqua potabile, utilizzabile per l'agricoltura, che invece veniva utilizzata per uso industriale. Già da sindaco io ottenni un accordo di programma sul ciclo integrato delle acque: credo che sia stato il primo progetto in Italia sul ciclo integrato delle acque. Questo accordo prevedeva la cessione progressiva della diga del Ragoleto. Ciò potrebbe risolvere i problemi dell'agricoltura di una parte del sud del ragusano e del territorio di Gela e persino la questione dell'acqua potabile, considerato che l'acqua potabile per Gela è stimata intorno a 240 litri al secondo per gli abitanti e che già ci sono invasi che ne possono assicurare 180. Pertanto, si potrebbero prendere ulteriori 60 litri da Ragoleto e dare gli altri all'agricoltura, nel passaggio successivo – che credo dovremo fare – a integrazione dell'attuale protocollo con l'ENI.
  Per quanto riguarda il protocollo con l'ENI, il piano industriale prevede, in primo luogo, le bonifiche ed è fortemente difensivo della Sicilia, perché cancella la vergogna dei poli chimici e delle raffinerie senza sviluppo, riconvertendoli nel campo della green economy. Ritornando allo smaltimento del percolato, da sindaco, io feci una denuncia, che determinò, peraltro, la condanna di uno dei dirigenti dell'epoca del comune di Gela, l'ingegnere Sciascia, il quale produce continuamente dossier contro di me. Sciascia è stato condannato perché aveva affidato la gestione diretta del percolato della discarica di Gela, con uno smaltimento del percolato che costava 130 euro a metro cubo, quando nel comune di Corleone si smaltiva a 58 euro. Io ritengo che vadano realizzati degli impianti. Peraltro, nelle discariche che noi abbiamo cominciato a riattivare con l'emergenza, abbiamo inserito la questione degli impianti di percolato obbligatori. Questo è esattamente quello che vorremmo fare con il piano da dare al Governo. Vorremmo rendere obbligatoria questa parte, perché è chiaro che dietro alla gestione del percolato ci sono la ’ndrangheta e Cosa nostra. Io ho fatto anche delle denunce su questo tema. Mi rendo conto che io dovrei essere giudicato per Gela: va male il protocollo con l'ENI e va male la discarica di Gela. Quando ero sindaco, ho indicato un'area molto larga rispetto alla discarica come una zona dove non si poteva assolutamente impiantare alcun prodotto agricolo. In ogni caso, io non sono sindaco dal 2009, pertanto, per il periodo che va dal 2009 al 2014, andrebbe chiesto conto eventualmente alle autorità locali, a meno che non si voglia fare la polemica sul fatto che io sono nato a Gela, per cui dovrei essere responsabile per ius soli !
  Nella discarica di Gela si sta intervenendo fortemente sia nell'ambito delle manutenzioni, sia nella gestione del percolato. Peraltro, quando ero sindaco, incardinai uno smaltimento non più a Crotone, Pag. 43come prima, bensì in un depuratore locale di tipo industriale all'uopo adattato, che è quello dell'ENI. Ciò ci ha consentito di evitare questo traffico di percolato a prezzi pazzeschi. Questi impianti sono esattamente ciò che vogliamo proporre al Ministro. Per quanto riguarda il piano dei rifiuti, voglio essere molto critico, perché persino il piano dei rifiuti del precedente governo non ha mai ricevuto i provvedimenti definitivi di VIA e VAS, nonostante il fatto che questo governo non c’è più da due anni e mezzo. Questi sono i tempi dell'Italia.

  STEFANO VIGNAROLI. Il 28 maggio il piano ha ricevuto la VAS: la informo di questo, nel caso non lo sapesse.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Lo so bene, perché mi chiamò Franceschini per comunicarmelo, però stavo dicendo che lo Stato italiano ci ha messo quattro anni. C’è uno scaricabarile continuo tra regioni inadempienti, comuni inadempienti e Governo. Se si rivedesse il sistema legislativo, anche nazionale, in questa materia, non sarebbe male. Non è possibile che per dare un'autorizzazione ambientale passino cinque anni. L'ultima autorizzazione dei beni culturali è stata data il 29 maggio. In seguito, è stato adottato il provvedimento definitivo. Per quanto riguarda le tritovagliature, nei nuovi impianti che ci siamo preoccupati di realizzare questa modalità viene sostituita con il modello consentito dalla legislazione. Per ciò che concerne il piano tariffario...

  LAURA PUPPATO. Rifarete un'ordinanza ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. No, stiamo realizzando gli impianti. Nel periodo che noi abbiamo avuto a disposizione come commissariamento, sugli impianti che noi realizzavamo abbiamo eliminato questo problema. Attualmente il problema riguarda soprattutto la discarica di Bellolampo e quelle private. È chiaro che noi dobbiamo imporre questi impianti e, quindi, faremo anche un'ordinanza per cercare di modificare il piano. Per le discariche pubbliche, dobbiamo affrontare il tema delle risorse con il Ministero dell'ambiente, mentre i privati si possono tranquillamente obbligare ad adeguarsi.
  Per quanto riguarda il piano tariffario, noi ci troviamo di fronte a una situazione sostanzialmente disomogenea relativamente al trattamento e alle altre questioni, però io credo che sul piano delle tariffe bisogni intervenire su una serie di cose, non solo sui prezzi della gestione delle discariche. Peraltro, c’è un grande tema laddove le discariche sono private: chi controlla i quantitativi di conferimento dei rifiuti, laddove le aziende che conferiscono i rifiuti sono private e coloro che gestiscono le discariche sono privati ?
  In questi casi, io vorrei arrivare persino a un modello che faccia riferimento a un consumo, che tenga conto del numero di abitanti e della differenziata che si realizza in quel comune, per evitare gli abusi che ci sono in questo settore. Infatti, a volte i comuni si vedono attribuiti costi di conferimento che non sono reali.
  Probabilmente la prudenza vorrebbe che questi impianti diventassero pubblici, proprio per i rischi che ci sono rispetto allo smaltimento del percolato. Tuttavia, mi trovo di fronte a un modello in cui il sistema è per il 70 per cento in mano ai privati. Per questo – lo ripeto – allora avevo chiesto un commissariamento di un anno. Il ragionamento che noi faremo adesso con il Ministero dell'ambiente dovrà essere basato soprattutto sulla necessità di trovare, nell'immediato, le risorse necessarie che ci consentano di accelerare. Per quanto concerne il modello centralizzato, abbiamo fatto confusione tra gestione del servizio dei rifiuti solidi urbani (SRR) e discariche. È chiaro che noi incardiniamo le discariche all'interno delle società per la regolamentazione del servizio di gestione rifiuti (SRR), che sono le società su base provinciale che gestiscono tutte le infrastrutture, ma pensiamo che il modello organizzativo dovrebbe destinare la raccolta ai comuni. È chiaro che noi Pag. 44non possiamo fare una discarica in ogni comune, quindi il rilievo non è pertinente, perché non è una domanda.

  STEFANO VIGNAROLI. Mi dispiace che il presidente Crocetta debba andare via. Sono un po’ deluso dalle risposte, quindi mi associo alle domande poste prima. La VAS è arrivata il 28 maggio, però, di fatto, il piano rifiuti è scaduto, quindi mi domando se e quando sarà pronto il nuovo piano e se ha già chiesto e quando otterrà il commissariamento. Il 4 giugno 2012 c’è stata una EU pilot, cioè la Commissione europea ha chiesto informazioni per quanto riguarda il piano della Sicilia. Vorrei sapere quali sono queste contestazioni e che cosa state facendo per evitarle. Per quanto riguarda il tritovagliato, mi associo alla domanda posta in precedenza. Ho capito che nel nuovo piano è previsto...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Non nel nuovo piano.

  STEFANO VIGNAROLI. Nel nuovo orizzonte. Lei da qualche anno è presidente della Regione. Riferendosi all'articolo 191 del Testo Unico ambientale, sono state emesse delle ordinanze per bypassare il pretrattamento, facendo la tritovagliatura, cosa che non è legale neanche dal punto di vista europeo.
  Prima di lei abbiamo sentito il signor Catanzaro, il quale affermava che avendogli la Regione dato l'ok, egli realizza il pretrattamento semplicemente con la tritovagliatura, senza il trattamento meccanico biologico (TMB): mi domando perché avete permesso questo.
  Lei non ha risposto nemmeno alla domanda sull'ecotassa. Lo stesso Catanzaro, come tutti gli altri, ha riferito che la Regione gli ha riconosciuto il tritovagliato come un rifiuto speciale, come se fosse pretrattato, quindi, con uno sconto sull'ecotassa. Questo costituisce un danno erariale. Mi domando perché è stato fatto questo errore madornale e perché avete considerato il tritovagliato come un rifiuto speciale.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io, sinceramente, non ho emesso nessuna ordinanza sull'ecotassa, per cui chiederò conto di questo eventuale sconto. Mi associo alla sua richiesta. Vorrei capire esattamente come sia accaduto e se questo è possibile. Condivido le valutazioni che sono state espresse e mi prefiggo persino di verificare dettagliatamente il caso. Di questo sono fortemente convinto. Perché io ho emesso queste ordinanze ? L'ho fatto per il semplice motivo che altrimenti non avrei saputo dove mettere i rifiuti. Mi pare che fra il danno ambientale che avrebbero creato i rifiuti per le strade e quello che eventualmente possono creare le discariche non ci sia terreno di paragone. Ho scelto il male minore ? Sì, perché non è questo il modello dei rifiuti che noi dovremmo gestire. Tuttavia, poiché in Italia per ottenere un'autorizzazione su un piano passano quattro o cinque anni, sinceramente, non credo sia pensabile che in questi due anni e mezzo mi sarei potuto liberare di questo sistema, in presenza di contenziosi infiniti con le società dei termovalorizzatori, che non vengono decisi dai tribunali. Rispetto alle prescrizioni – mi ricollego anche alla domanda precedente – debbo dire, con estrema sincerità, che ci sono alcune cose che non andranno sicuramente in prescrizione, che potrebbero essere reati, quali ad esempio il concorso esterno oppure la corruzione. Per il resto, siccome non sono io che mando in prescrizione il reato, ma credo che sia una competenza della magistratura, io non posso fare nulla, salvo oppormi e denunciare: non posso sostituirmi al ruolo dei pubblici ministeri o dei giudici per le indagini preliminari ! Mi basta prendere parte civile dentro ai percorsi seguiti dalla magistratura. Ad Atene si rispetta la legge e i magistrati, che seguono i loro percorsi, giungono alle loro conclusioni e, se ci sono reati, li perseguono. Pertanto, non siamo noi che ci dobbiamo preoccupare delle prescrizioni.
  Per quanto riguarda le altre questioni, non intendo chiedere nessun'altra emergenza. Io non voglio poteri speciali in termini di emergenza: vorrei che si andasse Pag. 45verso un programma condiviso. Noi abbiamo un piano stralcio, in cui superiamo l'emergenza e introduciamo gli elementi del nuovo sistema dei rifiuti, che deve essere basato su una maggiore differenziata e su impianti tecnologicamente avanzati, che deve tenere conto di un possibile utilizzo energetico del rifiuto non inquinante, cioè quello che è stato pretrattato e selezionato, e che deve prevedere investimenti non invasivi. Infatti, il tema non è soltanto la produzione in atmosfera di prodotti nocivi. Anche la produzione eccessiva di anidride carbonica in atmosfera, determinata dai grandi impianti, è in grado di condizionare pesantemente l'alterazione del clima in territori che, ingiustamente, si trovano a valorizzare rifiuti che vengono dal resto della Sicilia.
  Naturalmente, tutto ciò deve rientrare in un piano di compartecipazione con i comuni e in un concetto molto forte del decentramento e della democrazia. Pertanto, il piano va gestito con il consenso. Non possiamo accettare il vecchio piano, predisposto dal governo Cuffaro. Le vicende civili, che si stanno risolvendo solo adesso, e quelle giudiziarie su questo terreno ci hanno influenzato. Non è vero che non abbiamo fatto nulla. Io ho già presentato il piano. Non vorrei leggerlo qui, perché ci vorrebbe qualche ora, ma riceverete il documento. La prossima volta, rispetto a un documento che cerca di innovare alcune questioni, credo che noi saremo disponibili a rispondere e soprattutto, eventualmente, ad accogliere suggerimenti rispetto a questa vicenda.
  Se arrivano delle proposte, delle novità o dei contributi sui rifiuti dalla Commissione a livello nazionale, noi possiamo farli nostri. Non credo che le istituzioni debbano litigare, né scaricare le responsabilità per il semplice motivo di avere appartenenze politiche differenti. Io ho trovato un sistema terrificante, con interessi forti e malati e con una logica completamente aberrante, ed ero persino nell'impossibilità di muovermi in tempi rapidi.

  STEFANO VIGNAROLI. Io avrei altre domande. Come facciamo ?

  PRESIDENTE. Lasciamo intervenire il senatore Arrigoni. Terremo le altre domande per la prossima volta. Ne ho diverse anch'io e alla fine vorrei dire una cosa al presidente.

  PAOLO ARRIGONI. Presidente, lei ha descritto il modello degli ATO in modo negativo...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della regione siciliana. Mi riferivo alla sua attuazione concreta.

  PAOLO ARRIGONI. Ha affermato che questo modello ha portato un aumento delle tariffe per i cittadini, un impoverimento dei comuni e un ingrassamento dei privati. Le voglio sommessamente far rilevare che questo modello è stato applicato, con risultati molto positivi, in altre parti del Paese, per esempio in Veneto e in Lombardia. Di conseguenza, anche in Sicilia questo modello, attraverso un ruolo predominante del pubblico, avrebbe potuto dare risultati importanti. Lei, invece, vuole riscoprire il ruolo del pubblico attraverso la sua nuova politica, che però sostanzialmente si basa ancora sul modello delle discariche. Io non ho capito che cosa intende nello stralcio del piano rifiuti quando parla di impianti di nuova generazione e di termovalorizzazione. Lei ha anche affermato che vuole puntare su un impianto per realizzare il combustibile solido secondario. Posto che qualche secondo prima lei ha parlato in modo negativo dei termovalorizzatori, perché rappresentano un modello diseducativo, a chi pensa di dare in pasto il CSS ? Pensa di darlo ai cementifici in Sicilia, oppure anche ai cementifici che ci sono nel resto del Paese ? Lei ha parlato di un terzo del tonnellaggio di rifiuti prodotto che non si sa attualmente dove conferire: pensa di avvalersi dell'articolo 35 del cosiddetto «Sblocca Italia», per trasferirlo, tal quale o attraverso il CSS, in altre regioni ?Pag. 46
  Per quanto riguarda gli ATO, che hanno rappresentato un problema non secondario dal punto di vista economico-finanziario, la Regione ha anticipato ai comuni 600 milioni. La Regione intende muoversi per recuperare tali somme ? A quanto ammontano attualmente i debiti dei 27 ATO ? Infine, ho due domande sulle bonifiche. Mi risulta che ci siano a disposizione 50 milioni per accelerare le bonifiche, che su diversi SIN presentano delle enormi criticità: come intendete utilizzarli ?
  Come ha ricordato il collega Compagnone, si è visto che, soprattutto in alcuni territori, sono mancati i controlli da parte dei vari enti preposti. Lei che intenzioni ha in ordine a una previsione di riorganizzazione dell'ARPA ?

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Perché il modello degli ATO non ha funzionato in Sicilia ? Non ha funzionato per il semplice motivo che i condizionamenti ambientali sono completamente diversi rispetto a quelli che ci sono in Veneto o in Lombardia: non ho inventato io la mafia ! Lei sa che esiste la mafia nei territori e che il sistema dei rifiuti è in mano alla mafia. Certamente mi piacerebbe molto governare Urbino o Assisi, oppure fare il sindaco di Copenaghen ! Mi consenta di dire che governare una regione dove uno dei presidenti della stessa è stato ammazzato, dove il segretario del maggiore partito di opposizione è stato eliminato, dove dei magistrati sono stati eliminati e che non ha equivalente a livello mondiale, è un po’ più difficile.
  Quello dei rifiuti è uno di quei settori di cui la mafia si è impadronita, per cui io ritengo che con il modello degli ATO, che gestiscono gare centralizzate, gli appalti finiscano per essere controllati dalla criminalità organizzata. Si vuole mettere in piedi un efficientismo burocratico, secondo cui qualsiasi modello può andare bene a tutte le regioni, ma non è così. Questo è il tema da affrontare con il Governo nazionale: dare la possibilità di innescare modelli alternativi rispetto a quello centralizzato, che non fa altro che favorire i gruppi economici dominanti nel nostro Paese nella gestione dei rifiuti, che sono sette grandi aziende, quasi tutte del Centro-Nord: non ci sono proprio dei santarelli al Nord ! Queste società sono fortemente interessate a gestire il sistema nazionale: la differenza è che nel Sud lo fanno con la mafia. Questo è il tema.
  Per quanto riguarda gli anticipi, noi li recupereremo, perché ritengo che non possa esserci un impegno economico della Regione rispetto al pagamento dei rifiuti, che vanno gestiti dai comuni e pagati dai cittadini, attraverso dei modelli. Tuttavia, dovremmo cercare di aiutarli a risolvere i loro problemi. Il nuovo modello per noi non sono le discariche, ma l'aumento della differenziata e, quindi, anche il trattamento del CSS. Se poi questo CSS va a finire su termovalorizzatori o viene venduto è irrilevante, perché, ovunque venga trattato, l'impatto in discarica si riduce e quello diventa un bene che può essere venduto sul mercato. La valorizzazione dei rifiuti non è un tema che un governo può approfondire in modo centralistico, ma deve essere affrontato con le realtà locali e con i comuni. Su questo io voglio aprire un dibattito democratico, in cui i comuni possano scegliere. Mi piacerebbe governare senza autoritarismi e senza imposizioni, facendo scegliere ai comuni i modelli, tenuto presente che ci sono dei vincoli. Infatti, una cosa è realizzare inceneritori dove si mette l'indifferenziata, ai quali io sono completamente contrario, un'altra cosa è pensare a sistemi di valorizzazione non invasiva concordati nelle piccole realtà, in cui il materiale è fortemente selezionato e non inquinante, in cui si usano tecniche di produzione più avanzate. Questo è il tema. Tuttavia, è chiaro che dobbiamo capire con quali risorse realizziamo un modello di questo tipo e in quali tempi. Mi consentirete di dire che, se chiudono due discariche per 2.000 tonnellate, io non avrò il problema con il nuovo piano dei rifiuti, ma ce l'ho adesso !
  La via più veloce è esattamente quella che dobbiamo concordare con il Governo. Vi ripeto che non voglio strumenti di emergenza: li gestisca chi li vuole gestire. Pag. 47Tuttavia, non si può non riconoscere che, rispetto a questa situazione, ci troviamo di fronte a una novità, davanti alla quale chiunque sarebbe andato in crisi, ma finora noi non ci siamo andati.

  PRESIDENTE. Sono le 20,30. Io direi di procedere in questo modo: visto che abbiamo tante domande, alcune probabilmente di natura tecnica...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Vi manderemo anche il nuovo piano.

  PRESIDENTE. Vi invieremo le domande di carattere tecnico, perché è giusto che nella rendicontazione del lavoro ci sia una documentazione di accompagno. La nostra Commissione, presidente, rileva le problematiche che purtroppo ci sono e che – lo ripeto – non sono frutto della sua gestione. Infatti, la Sicilia è stata una delle prime regioni che abbiamo approfondito in Commissione e le garantisco che la situazione non era meglio di adesso. Purtroppo, non abbiamo visto dei grandi miglioramenti e questo è il dato più triste. Abbiamo scandagliato anche la Campania. Sia io, sia i miei colleghi, al di là delle provenienze, sappiamo quali sono le difficoltà e siamo consapevoli che governare in Emilia, in Veneto o in Lombardia non è come governare in altre regioni. Tuttavia, proprio per questo, oltre a denunciare certe situazioni e a fare in modo che alcune criticità emergano, poiché siamo anche legislatori, proviamo a dare una mano. Aldilà della nostra collocazione politica, della visione che abbiamo e della battaglia politica – che ci sta – avendo un ruolo istituzionale, ovviamente, siamo disponibili a lavorare per cercare di aiutare a uscire da una situazione, che sembra si stia ingarbugliando sempre di più.
  Non vogliamo addossare le responsabilità a chi ha governato negli ultimi due anni – due e mezzo o tre – però è chiaro che in questi due anni e mezzo o tre, purtroppo, sono successe delle cose. Oggi non abbiamo affrontato le altre questioni relative alla situazione interna alla regione. In base alla documentazione, alle dichiarazioni che sono state espresse e alle indagini in corso, penso che lei sia preoccupato molto più di noi per alcune situazioni che si sono create anche dentro allo stesso ente Regione.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io le ho denunciate tutte, quindi non sono affatto preoccupato, anzi sono felice. Infatti, abbiamo licenziati molti soggetti. Per esempio, quel tale Cannova, che viene citato, è stato denunciato da noi ed è stato arrestato. Trovatemi un governo in Italia che ha fatto queste cose ! In Mafia capitale non è stato il potere pubblico a denunciare: in Sicilia a denunciare è il presidente della Regione !

  PRESIDENTE. Ognuno ha le sue problematiche. Purtroppo, abbiamo notato anche che alcuni dirigenti sono stati tolti e poi messi a capo di altre strutture molto importanti, magari non con procedimenti in corso, ma sicuramente con delle responsabilità amministrative rilevanti.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Questo dipende dalla legge Bassanini.

  PRESIDENTE. Le ripeto che cercheremo di intervenire, in base alle nostre competenze, però è necessario capire dove si vuole andare a parare.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Noi abbiamo attuato un processo di rotazione per un numero totale che non ha equivalenti neanche nel Governo italiano e in tutte le regioni messe insieme.

  PRESIDENTE. Purtroppo, però, avete 11 milioni di tonnellate...

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io non ho inventato il sistema mafioso, che purtroppo ha compenetrato la regione e che ha almeno 50 anni.

Pag. 48

  PRESIDENTE. Tuttavia, avete 11 milioni di tonnellate di autorizzazioni in essere in mano ai privati, con cui dovrete fare i conti. Finché i TAR continuano a dare ragione ai privati che hanno queste autorizzazioni in mano, per voi sarà un problema.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Io ho denunciato queste cose e ho cercato di ripararmi, però le leggi non consentono né il licenziamento dei dirigenti, né la loro rimozione. Io ho allontanato il presidente dell'ente parco, perché accusato di una serie di reati, ma poi quest'ultimo ha fatto ricorso al TAR. Da un lato, questo soggetto dovrebbe andare in galera, dall'altro, il TAR l'ha reinsediato due volte, dopo che io l'ho licenziato due volte. Io posso documentare tutte le denunce che centinaia di persone mi hanno sporto per averle fatte ruotare: mobbing, diffamazione e via dicendo.

  PRESIDENTE. Nessuno sta mettendo sotto accusa qualcuno. Noi le stiamo dicendo che può vedere in questa Commissione un'istituzione che può anche dare una mano, se si capisce dove si vuole andare a parare.

  ROSARIO CROCETTA, Presidente della Regione siciliana. Infatti, io sono contento che voi fate questa inchiesta e siamo lieti di collaborare, però partendo dal presupposto che io mi sono trovato in un inferno, che sto cercando di cambiare.

  PRESIDENTE. Lo capiamo. La ringraziamo e ci aggiorniamo. Dichiaro conclusa la seduta e rinvio il seguito dell'indagine ad altra data.

  La seduta termina alle 20.30.