XVII Legislatura

Commissione parlamentare per la semplificazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 12 di Giovedì 14 maggio 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Tabacci Bruno , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n.90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n.114 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Tabacci Bruno , Presidente ... 2 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 2 
Tabacci Bruno , Presidente ... 4 
Taricco Mino (PD)  ... 4 
Tabacci Bruno , Presidente ... 5 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 5 
Tabacci Bruno , Presidente ... 5 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 6 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 6 
Tabacci Bruno , Presidente ... 6 
Lavagno Fabio (PD)  ... 6 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 7 
Lavagno Fabio (PD)  ... 7 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 7 
Pinna Paola (SCpI)  ... 7 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 7 
Tabacci Bruno , Presidente ... 7 
Mazzoli Alessandro (PD)  ... 7 
Madia Maria Anna (PD) , Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ... 8 
Sollo Pasquale  ... 9 
Tabacci Bruno , Presidente ... 9 
Sollo Pasquale  ... 9 
Tabacci Bruno , Presidente ... 9 

ALLEGATO: Rapporto sullo stato di attuazione dell'agenda per la semplificazione 2015-2017 ... 11

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE BRUNO TABACCI

  La seduta comincia alle 8.35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione, Maria Anna Madia, sullo stato di attuazione dell'Agenda per la semplificazione, a norma dell'articolo 24 del decreto-legge 24 giugno 2014, n. 90, convertito, con modificazioni, dalla legge 11 agosto 2014, n. 114.
  Rammento che tale articolo ha previsto che l'Agenda fosse approvata entro il 31 ottobre 2014 dal Consiglio dei ministri, previa intesa con la Conferenza unificata, e che il Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione ne illustrasse i contenuti alla Commissione entro 45 giorni dalla sua approvazione. Come ricorderete, il Ministro Madia ha illustrato l'Agenda nell'audizione del 18 dicembre 2014.
  Lo stesso articolo 24 prevede che il Ministro riferisca alla Commissione sullo stato di attuazione dell'Agenda entro il 30 aprile di ciascun anno. Arriviamo all'appuntamento con un lieve ritardo, indipendente dalla volontà della Commissione e del Ministro.
  L'Agenda contiene le linee di indirizzo condivise tra Stato, regioni, province autonome e autonomie locali e il cronoprogramma per la loro attuazione. Prima di dare la parola al Ministro Madia, ricordo che l'Agenda si concentra su cinque grandi aree: la cittadinanza digitale; la salute; il fisco; l'edilizia; l'impresa. La tempistica indicata per ciascun obiettivo, con l'indicazione di scadenze finali e scadenze intermedie, dovrebbe consentire – lo possiamo verificare oggi stesso – di tenere sotto controllo e valutare il cammino effettivamente svolto.
  Do la parola al Ministro Madia.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Grazie, presidente. Come ben evidenziato nelle diverse volte in cui sono già venuta in questa Commissione e soprattutto nell'indagine conoscitiva di questa Commissione parlamentare, il problema della semplificazione è stato spesso quello per cui si è affidata la semplificazione alle norme, ma poi la concreta applicazione delle norme è stata scarsa. Alla fine, quindi, il risultato negli anni è stato che molte semplificazioni annunciate sono rimaste sulla carta.
  Con l'Agenda della semplificazione, di cui vengo oggi a relazionarvi per la prima volta in merito al primo stato di attuazione e di monitoraggio, noi abbiamo Pag. 3inaugurato una stagione nuova, che mette, invece, proprio al centro l'attuazione e soprattutto la trasparenza e il monitoraggio di questa attuazione. È un metodo nuovo che stiamo sperimentando insieme, con un grande aiuto di questa Commissione, e che si fonda sulla collaborazione tra tutti i livelli istituzionali e sul controllo del rispetto delle scadenze e degli impegni assunti, perché i risultati noi li rendiamo pubblici.
  Inoltre, il terzo punto, secondo me fondamentale, è l'ascolto e il coinvolgimento dei cittadini, delle imprese e delle loro associazioni, perché queste azioni di semplificazione possono essere migliorate, ma soprattutto se ne possono aggiungere di nuove.
  Coerentemente con questo metodo, come vi avevo preannunciato a dicembre, vi vengo a riferire sullo stato di avanzamento dell'Agenda, presentandovi il primo rapporto di monitoraggio sull'attuazione. Si tratta di un rapporto al 30 aprile 2015.
  Come diceva il Presidente Tabacci, ogni fine aprile io verrò a relazionare sul monitoraggio dell'Agenda. Ci sarà un nuovo sito, che sarà online fra qualche giorno, all'indirizzo www.italiasemplice.gov.it, su cui si potrà seguire in tempo reale il monitoraggio dell'implementazione di queste azioni. I vostri suggerimenti su questi nuovi strumenti e anche sull'utilizzo di questo sito saranno preziosi.
  Arrivo al punto dell'audizione di oggi. Dove siamo arrivati e che cosa ci dice il primo rapporto di monitoraggio ? I rapporti di monitoraggio sullo stato di avanzamento dell'Agenda verranno sia resi pubblici periodicamente sul sito, sia inviati alla vostra Commissione. In questo modo sarà possibile seguire nel tempo gli interventi e verificarne l'effettiva attuazione.
  Il tavolo tecnico per la semplificazione, con l'apporto di tutti i livelli di governo e del Dipartimento della funzione pubblica, in particolare della preziosissima dottoressa Paparo, coordinano operativamente l'attuazione dell'Agenda. Viene rilevato periodicamente lo stato di avanzamento di ciascuna delle azioni programmate. In particolare, sono individuati le attività realizzate, le cause degli eventuali scostamenti rispetto alle previsioni e i correttivi che si rendono necessari.
  Il primo rapporto offre il quadro di sintesi dell'attuazione al 30 aprile 2015, nelle cinque aree tematiche che ricordava il Presidente Tabacci. Per ognuna delle 37 azioni abbiamo indicato a che punto siamo e i relativi semafori. I semafori segnalano, se il colore è giallo, che l'attività è in corso, se è verde, che la scadenza è stata rispettata, se è rosso, che c’è un ritardo, nel qual caso ci possiamo interrogare sulle relative cause.
  È stato costruito anche un cronoprogramma che offre la rappresentazione grafica dello stato di attuazione di ogni settore di intervento dell'Agenda. Nei primi mesi di attuazione molte delle attività, com'era previsto, sono nella fase di avvio. Successivamente, con il progressivo avanzamento delle azioni, saranno sottoposte a monitoraggio le attività più rilevanti dell'Agenda. Il prossimo 30 aprile probabilmente questo rapporto sarà più interessante, io dico nel bene, ma, se non fosse così, nel bene e nel male.
  Al 30 aprile 2015, risultano rispettate 21 scadenze previste dall'Agenda su 22, pari al 95 per cento. C’è una sola scadenza che non è rispettata. L'unico caso di ritardo, appunto l'unica scadenza non rispettata, riguarda la predisposizione da parte del Ministero dei beni culturali del regolamento recante procedimento semplificato di autorizzazione paesaggistica per gli interventi di lieve entità, la cui scadenza era prevista al 30 marzo. Tale attività è, però, a uno stadio molto avanzato di elaborazione, ragion per cui credo che colmeremo presto questo ritardo, perché rispetteremo questa scadenza a breve.
  Naturalmente, nella prima fase di attuazione le scadenze non riguardano solo il raggiungimento di risultati tangibili, ma anche la realizzazione di attività preliminari, che sono necessarie poi al conseguimento dei risultati attesi. Con lo sviluppo delle azioni le sfide dell'implementazione saranno più impegnative e rilevanti e quindi l'attuazione dell'Agenda dovrà affrontare i numerosi fattori critici connessi Pag. 4al profondo cambiamento nella cultura e nei comportamenti delle amministrazioni, che è necessario per passare dalle norme al risultato.
  Nel rapporto troverete sia il quadro dei principali risultati conseguiti per ciascuna area, sia il dettaglio sul punto a cui siamo per ogni azione. Vi specifichiamo anche le fasi intermedie, che non erano scadenze previste, ma che sono necessarie per arrivare alle scadenze che poi ci saranno. Relazioniamo, quindi, esattamente su ogni azione e su che cosa è stato fatto.
  Vorrei citare un solo caso, l'adozione dei moduli per l'edilizia, che è proprio in sé esempio del nuovo metodo adottato con l'Agenda. Ad agosto 2014 abbiamo convertito in legge il decreto che prevedeva l'adozione della modulistica standard (articolo 24 del decreto-legge n. 90). Il 18 dicembre è stato sancito l'accordo in Conferenza unificata. Al 30 aprile 2015 i moduli sono stati adottati in tutte le regioni a Statuto ordinario e in due regioni a Statuto speciale, il Friuli Venezia Giulia e la Sardegna. Considerato che il risultato sarà pienamente raggiunto solo quando i nuovi moduli saranno disponibili in tutte le amministrazioni, stiamo proseguendo l'attività di monitoraggio rivolta ai comuni capoluogo, i cui esiti verranno via via resi disponibili sul sito web.
  Svolgo un piccolo approfondimento su come sarà fatto questo sito web, il sito dell'Agenda della semplificazione, il cui indirizzo, come dicevo prima, sarà www.italiasemplice.gov.it.
  Il sito è stato realizzato a costo zero con il riuso di una piattaforma esistente, la piattaforma utilizzata per il semestre di presidenza italiana del Consiglio dell'Unione europea. Su questo sito ci sarà l'informazione sui temi dell'Agenda. Racconteremo, quindi, l'Agenda e garantiremo, come vi dicevo prima, attraverso i semafori e il cronoprogramma, la trasparenza sulle singole azioni. Verificheremo l'impegno di tutti i soggetti istituzionali coinvolti, la cui attività è costantemente monitorata, e non avremo paura di mettere semafori rossi se non ci sarà la collaborazione di tali soggetti istituzionali.
  Il sito web darà voce ai cittadini e alle imprese, che potranno commentare gli interventi in corso e segnalare eventuali criticità su tali interventi, nonché buone pratiche. Attraverso una consultazione online, essi potranno di fatto anche aggiornare, come dicevo prima, l'Agenda con suggerimenti utili per nuovi interventi di semplificazione.
  Con la consultazione pubblica vogliamo valorizzare il contributo dei cittadini, delle imprese e delle associazioni. Pensiamo che questo sia fondamentale per il successo dell'Agenda, che non è chiusa. L'Agenda è continuamente in evoluzione, ed è attraverso la consultazione pubblica che vogliamo portare avanti questa evoluzione, perché sono le esperienze e le esigenze di chi lavora e di chi fa impresa che ci interessano come risultato di cambiamento per le loro vite e per i loro lavori.
  Chi vuole partecipare può, quindi, commentare le azioni già programmate e contribuire a definire nuove azioni. Dei risultati di questa consultazione pubblica noi daremo conto periodicamente in questa Commissione e sul sito. I contributi pervenuti verranno utilizzati per effettuare la verifica periodica e per aggiornare l'Agenda, che verrà aggiornata e poi riportata in Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Grazie, Ministro, per l'illustrazione e anche per il rapporto che ha depositato. Stiamo predisponendo qualche copia per i colleghi presenti. Mi sembra che il grado informativo sia molto preciso.
  Do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  MINO TARICCO. Ho solo due domande. Leggeremo poi con piacere il documento che ci è stato presentato. Volevo chiedere innanzitutto se sia possibile avere il documento anche online, ossia non cartaceo, perché sarebbe più facile lavorarci. Ovviamente, dopo che l'avremo visionato, avremo elementi su cui riflettere.
  Mi permetto di chiedere, invece, una cosa sullo stato di attuazione complessivo Pag. 5dei decreti su cui c’è il monitoraggio dell'azione di governo. Abbiamo letto nei giorni scorsi dei dati che sono circolati e dei ragionamenti sull'interpretazione dei dati. La sensazione che se ne ricava è di una significativa riduzione del numero dei provvedimenti che devono ancora essere adottati relativi al Governo Monti e al Governo Letta.
  Guardando un po’ nelle carte, notavo che ci sono molti provvedimenti – tra quelli che avrebbero dovuto essere adottati sono circa il 50 per cento – che sono scaduti. Molti non hanno scadenza, ragion per cui c’è tempo per adottarli. Molti, invece, avrebbero già dovuto essere adottati, ma non sono stati adottati.
  Secondo il monitoraggio che voi sicuramente avrete su questo tipo di attività, che tipo di conseguenza comporta il fatto che numerosi provvedimenti che erano già previsti – sono circa una sessantina o una settantina, se non sbaglio, del Governo Monti, e una sessantina o una settantina del Governo Letta – e che avrebbero già dovuto essere adottati non siano ancora stati adottati ? Avete una sensazione su questi dati in merito alle conseguenze che questo tipo di situazione comporta ? C’è qualche elemento di cui lei è a conoscenza e che può riferirci in questo momento ? Mi ha colpito molto questa questione.
  Grazie.

  PRESIDENTE. Segnalo a tutti i presenti che il rapporto sullo stato di attuazione dell'Agenda sarà pubblicato in allegato al resoconto stenografico della seduta (vedi allegato). Do la parola al Ministro Madia per la replica.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Capisco che il tema dell'attuazione dei decreti sia un tema molto vicino all'obiettivo di questa Commissione, che è quello della semplificazione. Effettivamente noi abbiamo ereditato una quantità enorme di decreti inattuati. Stiamo parlando, al di là del Governo Renzi, di provvedimenti dei Governi precedenti.
  Se volete un approfondimento proprio puntuale, credo che sarebbe interessante un'audizione del Ministro Boschi, che segue questa parte, in quanto ha la delega sull'attuazione del programma. Noi certamente stiamo mettendo un impegno politico forte, assumendoci la responsabilità del monitoraggio e poi della veloce attuazione dei decreti. Tant’è che iniziamo ogni Consiglio dei ministri con il Ministro Boschi che richiama ogni Ministro sui decreti di sua competenza inattuati, avendo come obiettivo il fatto di azzerare i decreti inattuati degli ultimi tre Governi, ossia il nostro più i due precedenti.
  Nello stesso tempo, nel disegno di legge sulla pubblica amministrazione che adesso è all'esame della Camera e che abbiamo approvato in Senato qualche settimana fa c’è un articolo che contiene una delega al Governo per eliminare la normativa primaria che ci imporrebbe oggi di attuare una normativa secondaria, ma che è talmente vecchia che le norme successive l'hanno resa vetusta. Pertanto, noi abbiamo deciso di non attuarla, perché sarebbe inutile farlo.
  Io credo che sicuramente un'audizione del Ministro Boschi, per avere proprio i numeri dei tre Governi, potrebbe essere molto interessante per questa Commissione, ma ribadisco l'impegno congiunto, a ogni Consiglio dei ministri, a fare il punto sull'attuazione e, allo stesso tempo, approvando questa delega al Governo, a fare una ripulitura e, quindi, a capire che cosa veramente ci resta da attuare.
  Può darsi che quei numeri siano falsati dal fatto che si tratta di decreti ormai vetusti, che non vanno più attuati. L'insieme di questi due interventi, io credo, ci farà recuperare una credibilità anche fuori dall'Italia. Anche in Europa ci chiedevano spesso: «Perché voi approvate leggi e poi non vi interessate di attuarle ?» Credo che questo sia un punto importante anche di cambiamento dell'Italia, per noi e da far vedere anche fuori.

  PRESIDENTE. Prima di dare la parola all'onorevole Lavagno, osservo intanto che il suggerimento di ascoltare il Ministro Boschi è sicuramente corretto. Lo faremo.Pag. 6
  Noi, però, siamo influenzati dall'audizione di ieri. Ieri abbiamo sentito i capi dell'Ufficio legislativo del Ministero dell'economia, che sono ben tre: uno che cura il coordinamento ed uno ciascuno per i settori delle finanze e del tesoro. Quello che è emerso è che l'utilizzo di questi strumenti di rinvio alla previsione di concerto fosse del tutto strumentale. Quando una materia non era sufficientemente matura, nel senso che non c'era un approfondimento adeguato, ma si voleva comunque dare all'esterno il senso che noi ce ne stessimo occupando, sui giornali si leggeva che di ciò ci si era occupati in una data legge, ma in realtà si rinviava a un concerto che prevedeva l'adesione dell'economia.
  Questo poteva essere legato o ad approfondimenti tecnici, o a coperture che nella fattispecie non si erano trovate nella sede specifica. Quei decreti sono a «babbo morto». È chiaro che non sono recuperabili.
  A me pare di capire che ieri il capo dell'Ufficio abbia detto: «Noi questa verifica la dobbiamo fare». Lo capisco, ma allora non si devono più fare concerti di questa natura, perché il concerto si fa quando la materia è matura. Se c’è un'ipotesi di accordo, si può rinviare a un'attuazione. Se non c’è l'ipotesi di accordo, si è inserito il tema solo perché lo si doveva «piazzare» sui giornali.
  Questo è il problema puntuale che abbiamo accertato ieri. Con il Ministro Boschi faremo comunque l'approfondimento che lei suggerisce.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Quanto al problema puntuale dei concerti, sempre nel disegno di legge sulla pubblica amministrazione, abbiamo introdotto una norma che prevede il silenzio-assenso nei concerti fra amministrazioni. Proprio per rispondere a questa che era diventata una pratica dilatoria, abbiamo deciso di introdurre una norma che prevede il silenzio-assenso tra tutte le amministrazioni pubbliche, laddove l'amministrazione non dia il concerto entro 30 giorni.

  PRESIDENTE. Volevo segnalare, però, che ieri l'economia ha respinto questa impostazione, dicendo: «Noi non diamo il silenzio-assenso. Questa cosa la vogliamo guardare». La questione di fondo è un'altra e non riguarda il capitolo in sé, ma il grado di maturazione del capitolo.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. La norma, che discuteremo adesso alla Camera e che è già passata in Senato, dice anche che, se non c’è il silenzio-assenso, ma c’è il dissenso tra le due amministrazioni concertanti, la Presidenza del Consiglio dei ministri si fa carico di decidere. Comunque deve assumere una decisione.

  PRESIDENTE. Comunque arriveremo al bollino della Ragioneria generale dello Stato, perché al dunque c’è sempre un problema di copertura dietro queste situazioni.

  FABIO LAVAGNO. Scendo di livello, ma forse il mio intervento diventa utile anche per capirci su altre questioni.
  Io non ho dubbi che il Governo abbia intenzione di andare verso una direzione efficace sui temi della semplificazione, il cui effetto interessa i cittadini e le imprese. Essi, però, hanno rapporti con le amministrazioni di livello diverso rispetto a quello del Governo, per lo più con gli enti locali e, in particolare, con i comuni.
  Probabilmente nel documento che il Ministro ci ha consegnato ci sarà questo aspetto, ma io vorrei capire con l'Associazione nazionale comuni italiani (ANCI) e con gli oltre 8.000 comuni in Italia che livello di adesione c’è. L'interfaccia che il 99 per cento dei cittadini ha è con questo livello amministrativo, che sulla semplificazione arranca in modo piuttosto evidente. Volevo capire il rapporto che c’è con ANCI su questa questione e il livello di adesione che gli enti locali esprimono Pag. 7nelle direzioni e nelle prospettive che ci siamo indicati, non solo nel lavoro della Commissione, ma anche negli intendimenti del Governo.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Sono totalmente d'accordo con questa impostazione, tant’è che noi quest'Agenda l'abbiamo predisposta prima di tutto con gli enti territoriali.

  FABIO LAVAGNO. Chiedo scusa se interrompo. Immagino, infatti, che ci sia questo aspetto, ma volevo una risposta che rimanesse gli atti, perché il punto è importante.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Noi siamo partiti proprio dal fatto che, al di là di che cosa sia giusto e che cosa no, se non c’è una condivisione dell'azione di semplificazione con l'ente territoriale che poi deve calare il cambiamento nella vita delle persone, è inutile fare qualunque semplificazione. Noi siamo partiti proprio dalla condivisione con le regioni, con l'Unione delle province d'Italia (UPI) e con l'ANCI per fare in modo che queste azioni diventassero poi azioni concrete di cambiamento nella vita delle persone.
  Devo anche dire che questa impostazione è stata particolarmente apprezzata – ha voluto starci come motore, non in modo inerte – dal Presidente dell'ANCI Piero Fassino.

  PAOLA PINNA. Volevo chiedere se le regioni a Statuto speciale, in sede di attuazione di queste semplificazioni, potrebbero, nel recepimento, aggiungere degli step o comunque ulteriori passi procedurali. Il problema io lo vedo in Sardegna, dove gli assessorati emanano delle procedure che contrastano addirittura con quelle delle circolari ministeriali. Sarebbe possibile obbligare in qualche modo queste regioni a recepire la normativa senza apportare delle modifiche ?

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. La riforma costituzionale mantiene le regioni a Statuto speciale. Questo è, dunque, un problema a monte dell'Agenda della semplificazione. Io credo, però, che sulle azioni di semplificazione, che portano solo beneficio ai cittadini di tutti i territori, nulla osti che sia la regione a Statuto speciale a volersi armonizzare alle azioni di semplificazione. Tant’è che, per esempio, due regioni a Statuto speciale hanno voluto comunque portare avanti i moduli unificati, al di là del fatto che ciò non fosse per loro obbligatorio.
  Io credo che la regione a Statuto speciale non abbia interesse su azioni di semplificazione a imporre la sua specialità di Statuto. Sarebbe, quindi, ragionevole che si uniformasse e che portasse avanti insieme a noi queste azioni di semplificazione.

  PRESIDENTE. Questo è un tema di fondo, perché sulla specialità ci sarebbe da approfondire.

  ALESSANDRO MAZZOLI. Grazie, presidente. Grazie, Ministro, per la presenza e la disponibilità.
  Sempre in materia di enti locali io leggevo ieri un pronunciamento della Corte dei conti in relazione al percorso di riforma delle province. Veniva segnalato il fatto che il ritardo, in modo particolare, nella definizione dei percorsi di ricollocazione del personale rischia di determinare una situazione di difficile sostenibilità dal punto di vista dei bilanci e, più in generale, dei conti pubblici.
  Poiché io ritengo, pur avendo fatto il presidente della provincia e avendo difeso le province in tempi passati, che questa riforma delle province sia il primo segno tangibile di riassetto, o di tentativo di ridefinizione di un nuovo assetto del sistema degli enti locali, la possibilità che questo percorso trovi degli ostacoli che possono persino diventare di difficile soluzione è una grossa preoccupazione.
  Volevo chiederle, da questo punto di vista, dal momento che ci sono stati, dopo Pag. 8la legge, circolari e interventi, come ritiene che si stia procedendo e se non sia necessario accelerare su questi aspetti particolarmente delicati, che riguardano migliaia e migliaia di persone, oltre che il sistema di tenuta dei conti pubblici.

  MARIA ANNA MADIA, Ministro per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Noi abbiamo due obiettivi. Il primo è quello che diceva il collega Mazzoli, cioè di attuare bene la legge n. 56 del 2014 (la cosiddetta legge Delrio), la quale per noi rientra, insieme alla riforma costituzionale che, nella parte seconda del Titolo V, riassegna le competenze fra Stato e regioni, e al disegno di legge sulla pubblica amministrazione, in un'azione sistemica di riforma dello Stato che deve semplificare – mai la parola può essere usata meglio che qui – che deve rendere più semplici sia l'aspetto amministrativo, sia la proliferazione di norme da parte dei vari enti territoriali che hanno finito per complicare la vita ai cittadini e soprattutto che deve dare al cittadino uno Stato all'altezza di rispondere ai suoi bisogni.
  Noi consideriamo l'attuazione della legge n. 56 del 2014 un'azione qualificante della riforma di semplificazione di questo Governo e, più in generale, delle riforme sulle quali stiamo puntando per ripartire con una crescita e uno sviluppo degni di questo nome e, quindi, per uscire dagli anni di crisi e di austerità, che non hanno fatto bene, al pari delle complicazioni, ai nostri cittadini.
  Insieme a questo obiettivo, però, ci siamo posti un altro obiettivo fondamentale, che è quello di garantire tutte le lavoratrici e tutti i lavoratori delle province italiane in questo cambiamento. Si tratta di un cambiamento difficilissimo, perché noi stiamo portando avanti la più grande operazione di mobilità della storia repubblicana.
  In un Paese come l'Italia, in cui addirittura era difficile che singole persone si spostassero da un'amministrazione a un'altra, noi stiamo predisponendo di fatto una mobilità che interessa – ci sono poi i pensionati – circa 20.000 persone. Per svolgere le funzioni essenziali che assegna la legge Delrio alle province bastano circa 19.000 persone.
  Pertanto, il secondo obiettivo che ci siamo posti è quello di garantire queste 20.000 persone, che non devono perdere né il loro stipendio, né il loro lavoro, che deve essere un lavoro che certamente cambia, perché non sarà più il loro lavoro nelle province, ma che deve valorizzarne le professionalità.
  Per garantire queste persone ci siamo cautelati fin dalla legge di stabilità e abbiamo bloccato tutte le assunzioni di tutti i livelli territoriali, dagli enti locali alle regioni, allo Stato. Bloccando le assunzioni, abbiamo bloccato anche delle risorse – non è giusto usare la parola «tesoretto», che è abusata – che ci sono. Né il Ministero dell'economia e delle finanze, né la Ragioneria generale dello Stato, né nessuno ci può dire che non ci sono. Le risorse ci sono, sono bloccate, sono lì, ed erano lì a legislazione vigente. Noi diciamo che quelle risorse non si devono usare – in merito abbiamo fatto una norma – per nuove assunzioni, perché devono servire a ricollocare il personale in mobilità dalle province.
  Quello che sta succedendo ora sta esattamente in mezzo a questi due obiettivi. Che cosa stiamo dicendo ai territori e, in particolare, alle regioni ? Stiamo dicendo alle regioni di sbrigarsi a fare le leggi regionali e a stabilire quali funzioni non sono più essenziali tra le funzioni delle province individuate con la legge Delrio. Stiamo dicendo loro di stabilire quali funzioni tenere e quali persone hanno, quindi, la necessità di tenere.
  Noi sappiamo anche, però, che, laddove i territori non fanno bene questo lavoro, è un problema per loro, perché tale lavoro conviene prima di tutto ai territori. Per questo motivo continuiamo in questo momento ad avere un'apertura di credito. Sappiamo che, se il territorio si riorganizza, ciò fa bene prima di tutto al territorio stesso, agli enti territoriali, regioni ed enti locali, e alle persone delle province che saranno ricollocate seguendo una funzione.Pag. 9
  In ultima istanza noi abbiamo già bloccato le risorse per ricollocare, a quel punto, queste persone. Io non vedo ritardi, quindi. Quello che vedo è certamente una complessità, perché si tratta di un cambiamento grande, con 20.000 persone in mobilità. È un cambiamento complesso, perché riguarda diversi livelli decisionali. Non vedo ritardi, quindi, perché noi ci siamo cautelati e già sappiamo, in ultima istanza, che cosa fare per non creare problemi a queste persone.
  Certamente credo che alcuni territori stiano già dimostrando che questo si può fare bene e velocemente. Spero che anche gli altri territori seguano quelli che stanno facendo meglio, per evitare che sia poi lo Stato a dover decidere come ricollocare le persone.
  La questione importante che io credo vada sempre sottolineata – ho trovato, invece, irresponsabile l'allarme lanciato dalla CGIL la scorsa settimana – è che noi abbiamo già predisposto modalità e risorse per non lasciare nessun dipendente delle province senza stipendio e senza lavoro.

  PASQUALE SOLLO. Io faccio un po’ la parte dell'opposizione, anche se qui siamo tutti della maggioranza. È strano che venga in audizione un Ministro e che siamo praticamente tra noi.

  PRESIDENTE. È un po’ la condizione parlamentare.

  PASQUALE SOLLO. Più che una domanda, svolgo una considerazione con una raccomandazione. È notorio che l'Italia sia sempre stata dipinta come il Paese europeo probabilmente a più alto tasso di burocrazia. Uno dei mali della nostra nazione, soprattutto all'estero e anche nel modo in cui viene percepita dai nostri cittadini, era proprio l'alta burocrazia. Noi ci stiamo sicuramente muovendo nel senso giusto. Al Senato abbiamo lavorato tanto con la legge sulla pubblica amministrazione e il Ministro Madia è sempre stata presente. Ci siamo incamminati in questo senso.
  Anche l'aver reso più chiara la legislazione primaria e secondaria, tema di cui ci siamo occupati in Commissione, e l'aver distinto i compiti tra Stato e regioni, perché c'era questa grossa concorrenza nell'emanazione di norme che metteva un po’ in crisi tutto, è stato importante.
  Io sono stato sindaco per dieci anni. Facendo un esempio semplicissimo, dalla gente veniva percepito male il fatto che per qualsiasi cosa ci volesse una montagna di carte, ossia una serie di autorizzazioni e di documentazioni. In questo senso noi ci dobbiamo muovere e dare un segnale chiaro e netto, con risposte brevi, concise e precise.
  Se continuiamo in questo senso, ma soprattutto se facciamo percepire alla gente che questo Governo si muove in questo senso, probabilmente riusciamo a ottenere un risultato più grande rispetto a tantissime manovre o riforme che sono fondamentali e che sono vent'anni che non si fanno. Probabilmente qualcuna non si fa anche da sessant'anni.
  Questa, che sembra una questione molto banale, in realtà è quella che viene percepita di più dall'opinione pubblica. Molto si è semplificato, ma, se noi diamo un segnale in questo senso, probabilmente il consenso della gente – non parlo di consenso elettorale, ma del consenso circa la bontà del lavoro e dell'avvicinamento verso la gente – verrebbe percepito in un modo completamente diverso e a impatto immediato.
  Questa è la raccomandazione. La sollecito, visto che lei è il Ministro competente, a muoversi in questo senso.

  PRESIDENTE. Colgo l'occasione per ringraziare anche il senatore Sollo per il contributo che ha fornito nel passaggio al Senato delle deleghe al Governo in materia di riorganizzazione delle amministrazioni pubbliche, insieme al relatore Pagliari.
  Volevo anche ringraziare il Ministro per l'attenzione che ha riservato alla Commissione. Volevo, però, spiegare un concetto, poiché l'altra volta ho incrociato il Ministro, la quale si è divertita a dire che avrebbe messo una brandina qui. Il punto Pag. 10è questo: io non ho chiesto che esistesse questa Commissione e probabilmente, una volta che il Senato sarà cambiato nelle sue funzioni, le Commissioni bicamerali non ci saranno. Sia ben chiaro, però, che, nel momento in cui questa Commissione è in campo, il dovere nostro è quello di farla vivere.
  Per esempio, all'articolo 16 del disegno di legge in materia di amministrazioni pubbliche, che delega il Governo all'abrogazione e modifica delle norme che prevedono adempimenti ormai obsoleti è previsto soltanto il parere delle Commissioni permanenti delle Camere e non di questa Commissione: alla Camera dovremmo inserire anche il parere della Commissione, a fianco degli altri, come già è stato fatto al Senato per le altre deleghe finalizzate alla semplificazione. Infatti, questa Commissione deve essere incardinata all'interno del processo legislativo.
  La vogliamo, quindi, davvero ringraziare per l'attenzione che ci ha riservato, signora Ministro. Credo che questa fosse anche la risposta alla sollecitazione del senatore Sollo.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.10.

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