XVII Legislatura

Commissione parlamentare di inchiesta sul fenomeno delle mafie e sulle altre associazioni criminali, anche straniere

Resoconto stenografico



Seduta pomeridiana n. 91 di Martedì 28 aprile 2015

INDICE

Audizione dei magistrati della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto e Fabio Licata:
Bindi Rosy , Presidente ... 2 
Saguto Silvana , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ... 2 
Bindi Rosy , Presidente ... 3 
Saguto Silvana , presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo ... 3 
Bindi Rosy , Presidente ... 4

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE ROSY BINDI

  La seduta comincia alle 20.30.

  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Audizione dei magistrati della Sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo, Silvana Saguto e Fabio Licata.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della dottoressa Silvana Saguto e del dottor Fabio Licata, magistrati della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. L'audizione odierna rientra nel filone di inchiesta che la Commissione ha dedicato in generale alla gestione dei beni sequestrati e confiscati alla criminalità organizzata, una gran parte dei quali si trova in Sicilia e rientra nella giurisdizione del tribunale di Palermo. L'audizione sarà altresì dedicata, in particolare, a un approfondimento sul procedimento di prevenzione nei confronti della società Italgas Spa e Gas Natural Italia Spa, attualmente in amministrazione giudiziaria disposta dal tribunale di Palermo, sulla quale la nostra Commissione ha già svolto molte audizioni. Ricordo, come di consueto, che la seduta si svolge nelle forme dell'audizione libera e che, ove necessario, i lavori potranno proseguire in forma segreta. Nel ringraziare la dottoressa Silvana Saguto e il dottor Fabio Licata per la loro presenza, volentieri cedo loro la parola.

  SILVANA SAGUTO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Il tribunale di Palermo da pochi mesi ha una sezione dedicata alle misure di prevenzione, sia per quello che riguarda i procedimenti che portano al sequestro e alla confisca sia ovviamente per quello che riguarda la gestione di questi beni. Palermo è una sezione speciale per la quantità di beni sequestrati, nel senso che ne ha quasi la metà del resto di tutta l'Italia. Devo dire che il fenomeno mafioso in Sicilia, a mio giudizio, non è più vasto rispetto a quello di altri posti, ma è sicuramente molto più seguito e ha dato molti più risultati l'azione di prevenzione nei confronti di questo tipo di investimento illecito dei capitali mafiosi che provengono alla mafia dalle attività illecite, sia della droga che delle estorsioni ma anche degli appalti pubblici. Il problema è la gestione delle imprese che si prendono. Più che arrivare ai provvedimenti di sequestro e poi di confisca, il problema è mantenere vive le imprese e continuare a gestirle nel corso degli anni, che a volte sono anche numerosi, nei vari gradi del giudizio. Infatti, il tribunale finisce le misure di prevenzione ma poi c’è la corte d'appello e c’è la Cassazione, e a volte qualche giudizio torna indietro. In tutto questo tempo la gestione è affidata sempre al giudice delegato, quindi anche per lungo tempo ci possono essere amministrazioni, con tutte le difficoltà che nascono dal dover convertire un'impresa che nasce viziata ab origine o dal capitale o dal sistema che non rispetta la libera concorrenza, che non rispetta i sistemi di finanziamento, che inquina la maniera di gestione degli appalti grazie anche alle connivenze che ci sono tante volte nelle pubbliche amministrazioni, ma è un'impresa che interviene su settori molto importanti dell'economia nazionale. Parlo non soltanto ormai delle imprese edili ma anche Pag. 3delle imprese di gestione di servizi, con quello che questo comporta in termini di ricaduta sia per la pericolosità, quando ci sono irregolarità commesse, sia anche per quello che riguarda la concorrenza che non viene garantita.
  Noi abbiamo saputo dalle dichiarazioni di un pentito tra i più importanti, Angelo Siino, che c'era la possibilità di gestire con una specie di tavolo – veniva chiamato il tavolo della gestione degli appalti – a livello siciliano e provinciale, ma si stava spostando anche a livello nazionale, l'assegnazione delle varie gare pubbliche. Questo evidentemente era ed è tuttora il problema, anche perché, subentrando l'amministratore giudiziario, si assiste al venir meno di tante garanzie che venivano concesse e che riusciva ad avere il proposto mafioso, anche come credito bancario, anche come possibilità di risorse, e questo rende molto più difficile la gestione sul territorio.
  Non so se è il caso che io prosegua su questa descrizione generale del sistema delle misure di prevenzione o se vogliamo passare direttamente alle problematiche che abbiamo riscontrato soprattutto in quest'ultimo periodo con il sequestro, anzi con la sospensione dell'amministrazione che è stata fatta di alcune società che gestivano il gas. Io vorrei fare una premessa che descrive come siamo arrivati...

  PRESIDENTE. Entriamo in seduta segreta ?

  SILVANA SAGUTO, presidente della sezione misure di prevenzione del tribunale di Palermo. Potremmo parlare del discorso dei Cavallotti, ancora non c’è bisogno. I Cavallotti sono un'impresa che è stata indagata a livello penale e a livello di misure di prevenzione nel corso degli anni per lungo periodo. I Cavallotti sono nominati nei cosiddetti pizzini di Provenzano, in quasi tutti i pizzini di Provenzano nei quali si parla della gestione di appalti per la metanizzazione della Sicilia. Provenzano raccomandava queste imprese a livello generale perché dovevano lavorare sempre. Molti collaboratori di giustizia, la totalità praticamente di quelli informati su questo fatto, hanno dichiarato che i Cavallotti erano prestanome diretti di Provenzano e della mafia di Belmonte. Loro sono di Belmonte, paese in cui c’è stato un accesso della prefettura ed è stata sospesa anche l'amministrazione comunale per infiltrazione mafiosa. La quasi totalità della metanizzazione in alcuni comuni siciliani della provincia di Palermo era presa da queste imprese che non chiedevano neanche il finanziamento, ma si autofinanziavano ottenendo così l'appalto direttamente e poi ottenendo la concessione della gestione della rete. Le cose che si sono trovate... per i Cavallotti la confisca è già passata in secondo grado ed è pendente in Cassazione, mentre sono stati assolti in sede penale per genericità dell'accusa, nel senso che è stato ritenuto dalla sezione che ha proceduto che, poiché si parlava de «i Cavallotti», essendo tre persone l'accusa era generica perché non c'erano tutti e tre indicati nominalmente. A livello gravemente indiziario, invece, il tribunale e poi la corte d'appello hanno ritenuto che l'impresa tutta fosse viziata di vicinanza alla mafia, al di là del fatto che questi soggetti fossero stati materialmente condannati. Questo è il regime del doppio binario e questo il tribunale ha ritenuto, così come la corte d'appello. Indagando su questi appalti, nel corso della gestione, si è venuti a scoprire che questi appalti per la metanizzazione presentavano una serie di criticità e si è andati avanti con il sequestro delle imprese che nel frattempo erano state aperte nominalmente dai figli dei Cavallotti. Gli stessi soggetti che sostanzialmente avevano avuto fermata l'impresa avevano a nome dei figli riaperto la stessa impresa con il medesimo oggetto. Dico gli stessi soggetti perché le analisi degli appalti poi verificati hanno consentito di acclarare che materialmente i contratti venivano firmati dai genitori e non dai figli, quindi proprio da Salvatore Vito Cavallotti, lo stesso a cui era già stata sequestrata e confiscata l'impresa. Attraverso impresa con nominativo diverso, Pag. 4di fatto, neanche si presentavano i figli, ma ci andava direttamente lui.
  Anche lì abbiamo cominciato a dubitare del fatto che chi queste concessioni dava non controllasse. È evidente che un soggetto diverso da quello che era l'aggiudicatario era il firmatario. A questo punto, chiedo la segretazione.

  PRESIDENTE. Propongo di passare in seduta segreta.

  (Così rimane stabilito. I lavori della Commissione procedono in seduta segreta indi riprendono in seduta pubblica).

  PRESIDENTE. Ringrazio gli auditi per il contributo fornito e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 22.50.