XVII Legislatura

X Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 8 di Martedì 7 aprile 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 2 

Audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, in merito alle problematiche concernenti la governance di Enit – Agenzia nazionale del turismo, con particolare riferimento al suo ruolo nell'ambito della manifestazione Expo 2015 (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 2 
Franceschini Dario (PD) , Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ... 2 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 8 
Prodani Aris (Misto-AL)  ... 8 
Franceschini Dario (PD) , Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo ... 9 
Prodani Aris (Misto-AL)  ... 9 
Fantinati Mattia (M5S)  ... 9 
Vignali Raffaello (AP)  ... 10 
Arlotti Tiziano (PD)  ... 11 
Crippa Davide (M5S)  ... 12 
Abrignani Ignazio (FI-PdL)  ... 14 
Bonaccorsi Lorenza (PD)  ... 16 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 17 
Alfreider Daniel (Misto-Min.Ling.)  ... 17 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 18 
Franceschini Dario (PD)  ... 18 
Abrignani Ignazio (FI-PdL)  ... 23 
Franceschini Dario (PD)  ... 23 
Epifani Ettore Guglielmo , Presidente ... 23

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI;
Misto-Alternativa Libera: Misto-AL.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ETTORE GUGLIELMO EPIFANI

  La seduta comincia alle 16.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati e la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati.

Audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, in merito alle problematiche concernenti la governance di Enit – Agenzia nazionale del turismo, con particolare riferimento al suo ruolo nell'ambito della manifestazione Expo 2015.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo, Dario Franceschini, in merito alle problematiche concernenti la governance di Enit – Agenzia nazionale del turismo, con particolare riferimento al suo ruolo nell'ambito della manifestazione Expo 2015.
  Dal punto di vista dell'organizzazione dei nostri lavori, come di consueto, darei la parola al Ministro, per la relazione introduttiva sui temi oggetto dell'audizione e poi Lascerei lo Spazio Al Confronto E Alle Domande Dei Commissari, Alle quali il Ministro potrà replicare alla fine.
  Ringrazio il Ministro e gli do la parola.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Naturalmente, riflettendo sulle cose fatte nel settore del turismo, il tema Enit e il tema Expo rischiano di essere molto ampi, e quindi di occupare tutto il tempo della mia esposizione. Metodologicamente, quindi, proporrei di riprendere alcuni punti. Vorrei inoltre sottolineare che per me, è molto utile in questa fase non soltanto rispondere a domande, ma anche ricevere indicazioni, sottolineature di cose che dovrebbero andare e che non vanno.
  Penso, infatti, che fino adesso sul tema del turismo, come abbiamo visto sulle mozioni approvate in Parlamento e anche nell'approvazione di alcune norme di legge, a cominciare dal decreto Art-Bonus, ci sia stato un positivo dialogo/collaborazione e integrazione sia tra Governo e Parlamento sia tra maggioranza e opposizione. Mi piacerebbe che questo schema di lavoro potesse continuare positivamente, al di là del fisiologico confronto/scontro tra maggioranza e opposizione. Mi è molto utile, quindi, ascoltare. Anche sulla base del dibattito di oggi, entro 48 ore vi faremo arrivare un testo più articolato delle cose che non leggo adesso, altrimenti veramente impiegherei troppo tempo.
  La prima considerazione, tutto tranne che secondaria, ma che viene spesso rimossa, è che stiamo parlando di una materia oggi regolata dal Titolo V della Costituzione, su cui quindi lo Stato ha confini molto limitati di intervento, poiché è competenza delle regioni. La riforma della Costituzione incide positivamente in un riequilibrio di poteri a favore dello Stato in materia di turismo. Anche questo mi pare abbastanza condiviso e più che opportuno, ma oggi lavoriamo in questo schema, quindi anche sul lavoro svolto.Pag. 3
  L'indebolimento delle strutture, di cui poi dirò, che si occupano di turismo a livello nazionale è in buona parte figlio di quest'assetto costituzionale, che va corretto, ma fino a che non sarà completato il percorso di riforma della Costituzione passerà comunque ancora un tempo non brevissimo. Quello che abbiamo cercato di fare, allora, in una serie di incontri ripetuti con le regioni e attraverso la ricostituzione del Comitato permanente per il turismo previsto dalla legge, ma che non veniva convocato da molto tempo, è stato avviare un confronto abbastanza approfondito. Questo ha portato alla condivisione di una prospettiva con le regioni, in qualche misura, sui terreni dove è possibile, anticipando un diverso assetto costituzionale, a legislazione vigente, attraverso una collaborazione tra regioni e Stato, soprattutto sul tema delicato e ampiamente dibattuto della promozione dell'immagine del Paese all'estero.
  Ovviamente, in questo settore la funzione è delegata all'Enit. La nuova forma societaria dell'Enit punta dichiaratamente in questa direzione essendo guidato il nuovo ente da un consiglio d'amministrazione di tre persone, il presidente, una indicata dalle regioni e una dal ministro, sentite le categorie economiche. Quello è già il luogo in cui, quindi, è possibile e utile anticipare il nuovo quadro costituzionale e, come ripeto, soprattutto dal punto di vista della promozione, mettere in comune risorse e finire con quest'azione ormai consolidata per cui ogni regione si fa promozione all'estero da sola.
  Se l'Italia è già piccola nel mondo dell'offerta globale, è ancora più piccola una regione. In particolare, nel settore delle fiere e della promozione, ho registrato positivamente dal coordinamento degli assessori al turismo una disponibilità ad andare in questa direzione.
  All'interno di questo quadro legislativo, è stato necessario correggere due cose dall'inizio. Io ho trovato un dipartimento del turismo trasferito, divenuto direzione generale presso il mio Ministero praticamente in coincidenza del cambio di Governo e della mia assunzione di questo ruolo. Questa direzione di dipartimento è stata via via indebolita e frazionata anche dal punto di vista delle risorse umane, perché ha peregrinato tra vari ministeri, andando alla Presidenza del Consiglio, tornando alle Attività produttive, diventando un ministero autonomo, girando un po’ dappertutto.
  Dopo l'ultimo trasferimento dalle competenze della Presidenza del Consiglio al MiBACT, anche per il fatto che esistono diversi trattamenti retributivi, che ovviamente hanno influito sulle scelte, è arrivata al mio Ministero una direzione generale con circa 25 persone residuali rispetto a quelle che hanno fatto altre scelte. Questa è la struttura che deve seguire il turismo all'interno del ministero. Abbiamo fatto l'interpello e nominato un nuovo direttore generale; rafforzato un po’, per quanto possibile dentro le attuali regole molto stringenti, come sapete, la struttura; contemporaneamente, avviato la riforma dell'Enit che, come sapete bene perché ci ha lavorato il Parlamento, prevedeva non soltanto una modifica della forma societaria, ma anche in qualche modo un'estensione delle competenze attraverso l'affidamento della gestione della parte web, della parte siti, attraverso la possibilità di commercializzare, sostanzialmente facendo diventare l'Enit l'ente che si occupa non soltanto della promozione turistica all'estero, ma anche in parte della commercializzazione e del turismo o, comunque, della promozione del turismo anche dentro i confini nazionali.
  Il decreto Art-Bonus ha avviato la procedura di trasformazione in ente pubblico economico. È stato nominato nei termini previsti il commissario straordinario, che ha lavorato per la riscrittura dello statuto per rivedere alcune politiche di personale, per le quali è stato stipulato un accordo con il sindacato, per procedere, secondo le indicazioni della legge, alla nomina di un liquidatore, quindi alla liquidazione in corso di Promuovi Italia. Il nuovo statuto è stato inviato alla Presidenza del Consiglio nei termini previsti del novembre dell'anno scorso. È stata rallentata la firma dell'atto del nuovo statuto. Non è un Pag. 4mistero che si tratta di un tema aperto di dibattito pubblico. È, infatti, aperta una discussione, su cui mi interessa molto avere il vostro orientamento, sul futuro dell'Enit e la sua possibile integrazione, collaborazione e fusione con ICE, quindi con la struttura che si occupa di commercio con l'estero. La Presidenza del Consiglio ha valutato che, restando aperta questa prospettiva, fosse utile, come ho sollecitato più volte a fare, che fosse firmato lo statuto dell'Enit, che è stato integrato – non ricordo, chiedo di integrare la data a verbale – 10-15 giorni fa, forse meno. Completato il percorso Corte dei conti e tutti gli altri passaggi previsti in un tempo molto breve, si potrà procedere alla nomina del nuovo consiglio di amministrazione, per cui si completerà la trasformazione in ente pubblico economico e saranno nominati il nuovo presidente e il nuovo consiglio. Tutto questo, ovviamente, non pregiudica in sede legislativa qualsiasi tipo di possibile integrazione, fusione, sinergia con l'Enit, se non si limita a una semplice collaborazione o intesa, ma attraverso una trasformazione societaria, deve per forza passare attraverso il Parlamento. Ritengo che questa sia una prospettiva interessante, soprattutto in termini di risparmio di strutture, anche se le due funzioni sono diverse, ma possono portare a molte sinergie. Allo stesso modo, ritengo, ma è un altro capitolo su cui stiamo lavorando con il Ministero degli affari esteri, che sia altrettanto, se non più importante, un'integrazione con la struttura formidabile degli istituti di cultura italiana all'estero. Oggettivamente, questi sono, soprattutto nel momento in cui abbiamo scelto di tenere cultura e turismo nello stesso Ministero e in cui appare più chiaro, come avete visto dai dati assolutamente positivi di queste giornate di Pasqua, che il turismo in Italia è in misura molto larga culturale. Un'integrazione nelle nostre strutture che all'estero si occupano di valorizzare l'offerta culturale del Paese e di quelle che si occupano di promozione del turismo può essere un altro tassello su un quadro da costruire, e quindi è utile una discussione preventiva anche in questa sede sul futuro dell'Enit. In ogni caso, ripeto che la trasformazione è stata completata con la firma dello statuto: subito dopo, appena gli atti saranno totalmente operativi, potremo procedere alle nomine. Naturalmente, in questo in questa fase, sia il ministero sia l'Enit si sono occupati, in particolare, del rapporto con l'Expo in un lavoro parallelo al suo, ma finalizzato al miglioramento dell'offerta culturale del Paese durante i sei mesi di Expo e anche alla promozione il più possibile all'estero degli eventi o culturali dell'Esposizione universale o che si svolgono in quei sei mesi nel Paese. Vi cito semplicemente i titoli, che troverete tutti elencati. Nel Padiglione Italia ci sarà uno spazio molto importante del Ministero. Abbiamo scelto uno dei nostri punti di eccellenza, e cioè di valorizzare gli istituti di restauro in un settore in cui siamo assolutamente all'avanguardia. Abbiamo lavorato con un meccanismo di promozione per cui in ogni regione un museo avrà un biglietto gratuito. Si entrerà, cioè, gratuitamente con un biglietto di Expo, scegliendo anche musei non particolarmente conosciuti, ma con ampi spazi di crescita. Sono previste nel programma, in particolare di Milano, alcune grandi mostre. Cito tra tutte quella di Leonardo, che sarà forse la più grande mostra su di lui mai organizzata e che aprirà il 15 aprile a Milano. Altri eventi importanti saranno organizzati in collaborazione con la regione o con il comune. Abbiamo lavorato molto sugli itinerari culturali e sulla valorizzazione degli eventi che si svolgono in Italia durante i sei mesi di Expo, immaginando e lavorando perché l'obiettivo sia quello di fare in modo che i milioni di visitatori dei padiglioni proseguano il loro viaggio in Italia. Come sapete, i numeri, in termini sia di presenza di padiglioni, che pare siano 53, sia di Paesi presenti a Expo, più di 140, sia di biglietti venduti in anticipo rispetto all'avvio dell'Esposizione universale, battono tutti i record precedenti, quindi ci sarà un forte afflusso di turisti e di visitatori stranieri. Abbiamo cercato, quindi, attraverso la promozione degli eventi che si svolgono in Italia in quei Pag. 5sei mesi, di valorizzare il sistema Paese, l'Italia come museo diffuso, cercando di fare in modo, appunto, che chi arriva a Milano prosegua il suo viaggio in Italia piuttosto che in Europa, come naturalmente avverrà in questi grandi numeri. Per una gran parte di viaggiatori, però, che arrivano da noi da Paesi da poco entrati nel mercato del turismo globale e che costituiscono centinaia di migliaia di persone, questa è l'occasione del primo viaggio in Italia e in Europa.
  Ci sarà, quindi, una forte concorrenza con il sistema europeo, che ovviamente adesso sta mostrando attenzione a Expo come veicolo attrattivo rispetto al turismo in Europa. Arrivati a Milano, infatti, si può andare ormai, giustamente e per fortuna, con la stessa facilità a Roma, a Parigi o a Berlino. È evidente, quindi, che il lavoro che abbiamo svolto è stato di valorizzare al massimo questa forza italiana unica, che cerco di sottolineare sempre proprio come fattore totalmente integrativo nell'investimento sul patrimonio culturale con la capacità di attrarre turismo.
  Dobbiamo il più possibile uscire dal paradosso di tre grandi capitali dell'arte e della storia, Venezia, Firenze e Roma, nelle quali una parte dei centri storici ha il problema dell'eccessivo affollamento, compreso il tema avviato più volte di Venezia e della possibilità di introdurre meccanismi limitativi agli eccessi, che a me paiono molto difficili in una città simile, e penso al tema del ticket. Esiste, però, un problema in queste tre città e in una parte dei centri storici di queste tre città di eccessivo affollamento, ma contemporaneamente, a pochi chilometri di distanza o in tutto il resto del Paese, non c’è mai stata una strategia in grado di distribuire turismo nel resto del Paese.
  Non bisogna mai parlare di successo nelle cose che si organizzano, ma la parte più importante del meccanismo della domenica gratuita ai musei, oltre che nei numeri, sta nel fatto che sta funzionando anche nei musei piccoli o minori. Sta funzionando in termini di numeri e di traino. Andare per la giornata gratuita al museo avvicina persone a questi luoghi, che attirano nella promozione e nell'integrazione turisti e cittadini i quali per la prima volta vanno a scoprire pezzi di patrimonio vicino le loro case, nel loro territorio, che magari non avevano mai avuto l'occasione o lo stimolo per andare a visitare. L'Italia è il Paese dei 4.500 musei, non è il Paese, come sono altri anche in Europa, con un grande museo nazionale o attività culturali prevalentemente concentrate nella capitale o in alcune grandi città. La forza del sistema Paese è questa, ma non è mai stata utilizzata. A dimostrazione è il dato che colloca tra il 12 e il 15 per cento il numero di turisti internazionali che scendono sotto Roma. Questo lavoro va fatto sia valorizzando il patrimonio, quindi il sistema museale, i siti archeologici, il patrimonio monumentale, sia valorizzando gli eventi.
  Sul sito di VeryBello – c’è stato un forte dibattito a proposito dell'opportunità o meno del nome, dibattito assolutamente sacrosanto; qualcuno ha scritto, non capendo che era volutamente una scelta ironica, che forse si trattava di un inglese scritto male, ma sarebbe scritto veramente male, se qualcuno avesse pensato che era inglese – ebbene, in quel sito ci sono 1.200 eventi. Stanno per esserne immessi circa altri 300, promossi successivamente o definiti esattamente dopo l'avvio del sito. Quegli eventi mostrano un'offerta culturale del Paese diffusa su tutto il territorio nazionale, in tutti i settori, e consentono a un viaggiatore che decide di programmarsi il viaggio sapendo in quali giorni viene in Italia di scegliersi in quale città andare o a quale tipo di evento assistere in base al tema. Si può scegliere la lirica, il jazz, la prosa, le manifestazioni storiche, le mostre d'arte. L'offerta è veramente – lo dico perché ogni tanto, quando ci sono le ragioni, dobbiamo essere in grado di mettere in campo un po’ di orgoglio nazionale – unica al mondo, che non ha pari al mondo. Negli altri Paesi, infatti, c’è una tradizione di concentrazione nelle grandi città o nella capitale, mentre da noi in qualsiasi settore, dal dramma antico al jazz, l'offerta è diffusa in tutto il Paese e non soltanto nelle grandi città, ma anche Pag. 6nei borghi, nelle medie città d'arte, ed è veramente una forza straordinaria che, in termini di capacità di attrarre turismo, può essere un motore formidabile. Il Portale va in questa direzione.
  Abbiamo lavorato con Enit e come ministero per promuovere sia l'offerta culturale sia la diffusione del patrimonio all'estero. Io stesso ho tenuto conferenze stampa di presentazione e incontri con gli operatori a New York, Berlino e Mosca. Domani saremo a Parigi per un incontro bilaterale con il Ministro della cultura francese. Enit ha lavorato, come nelle sue competenze e doveri, attraverso una convenzione firmata con Expo, illustrando i programmi in 26 fiere internazionali, attraverso azioni promozionali mirate per il mercato statunitense, in Australia, in India, in Germania e in Sudamerica.
  Ovviamente, il lavoro è finalizzato ancora una volta alla presentazione di un sistema Paese, e quindi non soltanto dell'attività di Expo e delle attività che saranno nei padiglioni durante Expo, per le ragioni che ho detto. Oltretutto, appena finito Expo, inizierà un altro grande evento di natura del tutto diversa, che è il Giubileo, che ha più o meno un problema simile. Dico per chi ci ascolta dai microfoni che, naturalmente, chiarita la natura totalmente diversa dei due eventi, c’è un tema simile: sarebbe importante portare molti viaggiatori che verranno a Roma per il Giubileo a conoscere il resto o una gran parte del territorio nazionale, anche quello minore e quello meno frequentato nei circuiti turistici.
  Nel settore del turismo poi abbiamo cercato di portare al centro, soprattutto in quest'incrocio tra patrimonio culturale e turismo, il tema del tavolo europeo durante il Semestre di Presidenza, sia con un suo positivo inserimento nei documenti finali sia attraverso il Forum europeo del turismo, organizzato nell'ottobre 2014 a Napoli, in cui per la prima volta si sono incontrati insieme i Ministri della cultura e del turismo europei. Nella maggior parte dei Paesi, sono due dicasteri distinti, ma tutti hanno riconosciuto in Europa le stesse ragioni per cui facciamo riferimento alla sinergia tra questi due settori in Italia: la motivazione prevalente di un viaggio in Europa oggi è il turismo culturale, le grandi capitali, le grandi città d'arte.
  Ho detto che è stato ricostituito il Comitato permanente per la promozione turistica come luogo di incontro e di definizione di strategie con le regioni. Stiamo proseguendo nell'applicazione delle misure previste nel decreto Art-Bonus: il tax credit per la digitalizzazione turistica è già pubblicato in Gazzetta Ufficiale; il tax credit per la riqualificazione delle strutture ricettive è stato approvato dalla Conferenza Unificata il 25 del mese scorso ed è alla firma di quattro ministeri, se non mi sbaglio. Completata, però, la procedura della firma, sarà pubblicato in Gazzetta Ufficiale anche questo.
  Sulle reti d'impresa all'inizio del 2014 il MiBACT ha pubblicato il bando per la concessione dei contributi operanti nel settore turismo in base a un decreto ministeriale del 2013. Il programma operativo cultura e sviluppo 2014-2020 è stato presentato dal MiBACT cofinanziato da fondi comunitari per un ammontare complessivo di 490,9 milioni di euro, il cosiddetto PON Cultura, finalizzato alle regioni del Mezzogiorno perché finalizzato alle regioni del Piano convergenza, Basilicata, Calabria, Campania, Puglia e Sicilia. Parlo di questo pur trattandosi di un PON Cultura perché, per le ragioni cui facevo riferimento, le potenzialità turistiche del Mezzogiorno, oltre che evidentemente alle bellezze naturali e alle capacità di avere strutture ricettive adeguate a ospitare un crescente turismo balneare collegato appunto alle bellezze naturali, sono anche prevalentemente legate alla capacità di valorizzare il patrimonio artistico culturale.
  Stiamo, in particolare, lavorando all'interno delle norme che regolano i fondi dell'Unione europea perché una parte di questi fondi sia finalizzata a ciò che avviene attorno al recupero di un bene culturale. Se un bene culturale è, può essere o diventare un grande attrattore turistico, bisogna che la progettazione vada avanti parallelamente. Cito un caso a Pag. 7titolo di esempio per capirci. Non voglio citare Pompei, perché ne parliamo sempre, ma nel momento in cui abbiamo concretizzato con il Ministero della difesa la liberazione, che avverrà entro il 31 dicembre di quest'anno, di tutto il piano nobile della Reggia di Caserta, il primo passo verso la liberazione completa dell'edificio da strutture non museali, è evidente che il calcolo è che la Reggia di Caserta attraverso un ampliamento e un miglioramento dell'offerta museale possa far crescere il numero dei visitatori in modo molto importante, significativo.
  È difficile sviluppare questo ragionamento se attorno non si accompagna al processo di ristrutturazione o di restauro del bene culturale una serie di politiche infrastrutturali: parcheggi, trasporti, alberghi, strutture ricettive, tutto quello che bisogna contemporaneamente costruire attorno al grande attrattore culturale.
  Tornando un attimo su Pompei, i famosi 105 milioni di euro sono prevalentemente finalizzati al recupero del sito archeologico, ma una parte è legata all'unità «Il Grande Progetto Pompei», cioè alla zona circostante, come è giusto fare. Stiamo individuando nel Mezzogiorno quali possano essere i siti che hanno questa capacità di essere grandi attrattori culturali, legando una parte delle risorse per il recupero monumentale, storico e artistico alla valorizzazione dal punto di vista turistico di quel luogo. Mi pare che questo sia esattamente nella strategia su cui dovremmo lavorare.
  Il piano straordinario della mobilità turistica è previsto nel decreto Art-Bonus in collaborazione col Ministero delle infrastrutture e dei trasporti. È in una fase avanzata di stesura tra i due Ministeri. Adesso, c’è stato anche un cambio di ministro e anche in questo caso i tempi saranno molto brevi.
  Presidente, mi fermerei qua. Resto a disposizione per rispondere a domande e ascoltare suggerimenti. Voglio dire in modo non retorico che credo che l'Italia abbia delle opportunità straordinarie di trasformare la sostanziale assenza di strategia sul piano turistico degli anni passati, al di là del colore dei Governi. Quest'assenza è dimostrata dal fatto che la parte nazionale delle competenze turistiche è stata trasferita spesso da un Ministero all'altro. Spero, anche se le leggi si possono sempre cambiare, che comunque averlo fatto con una scelta legislativa abbia stabilizzato questo ministero come l'approdo definitivo.
  Penso davvero che le possibilità di crescita siano enormi. Ci focalizziamo tutti sul tema della posizione che abbiamo nella graduatoria del turismo internazionale, prendiamo le presenze, rileviamo di essere al quinto posto e ci lamentiamo del fatto che in passato siamo stati in una posizione più alta in classifica. Potremmo risalire posizioni, ma è chiaro che siamo in un mercato globale in cui entrano Paesi che ospitano turismo in modo sempre più competitivo.
  Mi pare molto interessante, più che la posizione che occupiamo in classifica, i numeri assoluti, che dimostrano che anche nel 2014 c’è stata una crescita del turismo internazionale che ha compensato un calo del turismo interno. Soprattutto, il fatto che nel mondo globale entrino ogni anno decine di milioni di turisti per la prima volta e che tutti i Paesi emergenti abbiano come meta desiderata di viaggio in Italia, ci dimostra, da un lato, i ritardi, ma anche, dall'altro, le straordinarie potenzialità che abbiamo.
  Mi pare che l'operazione di maggiore strategia, in questo caso penso insieme Parlamento e Governo e regioni, sia immaginare come gestire questa crescita di numero assoluto di turismo internazionale in Italia. Il punto è fare una scelta strategica che ci dica in quale direzione andare, su che tipo di turismo puntare. Va bene chiunque arriva o vogliamo scegliere anche nei segmenti di turismo nuovo un certo tipo di turismo ? Ci interessa il turismo mordi e fuggi, quello che arriva con un volo charter, che atterra, va in un ipermercato, poi viene rimbarcato e se ne va, quello che scende da una grande nave, fa un percorso obbligato, senza consumare nulla, e dopo una sosta affrettata risale sulla grande nave e se ne va ? Oppure ci Pag. 8interessa un turismo sostenibile che viene in Italia perché cerca l'eccellenza, la qualità nell'arte, nella cultura, nel cibo, nello shopping, nella moda, e quindi è un turismo in grado di spendere, di lasciare sul territorio, che fa un viaggio più lungo che breve ? Uno dei nostri problemi, infatti, è che siamo sopra la media come numero di arrivi, ma scendiamo sul numero di presenze, perché quella in Italia o anche nelle grandi città italiane è una permanenza media molto breve. O vogliamo puntare su un turismo sostenibile che si concilia con la bellezza del nostro paesaggio, della nostra storia e che punta alla parte alta ? Non vuol dire numeri piccoli o turismo di élite, ma comunque enormi numeri nel mercato del turismo globale, ma penso che questa sia la prima scelta strategica che come Paese dovremo fare e capire se la condividiamo.

  PRESIDENTE. Ringraziamo il Ministro per il suo intervento. Restiamo intesi che al termine delle domande e delle valutazioni che saranno espresse, il Ministro si assumerà il compito di riformulare l'insieme delle proposte del Ministero e di trasmettercele nel giro di qualche giorno. Anche per questo sono importanti le domande che gli rivolgeremo.
  Do ora la parola agli onorevoli colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni. Inizia l'onorevole Prodani.

  ARIS PRODANI. Vorrei iniziare da dove è partito il Ministro. Parliamo delle cose che vanno e di quelle che non vanno, siamo d'accordo sulla necessità del dialogo. Le riconosco il fatto che, quando ci siamo trovati in sede di discussione e votazione del decreto cultura e turismo, c’è stato un bel lavoro complessivo da parte di tutti i gruppi, quindi credo che si siano apportati miglioramenti consistenti a quel decreto. È altrettanto vero che, rispetto ai contenuti di quel decreto, siamo andati temporalmente molto avanti. Tutte le scadenze per l'adozione dei decreti attuativi previste nel decreto-legge n. 83 del 2014 sono state abbondantemente superate. Il fatto che una decina di giorni fa sia uscito il decreto attuativo relativo ai contributi sulla digitalizzazione è sicuramente un passo avanti, ma abbiamo comunque quasi cinque mesi di ritardo. Lo stesso discorso vale per lo statuto di Enit, per il quale in due risposte a due interrogazioni per la data si faceva riferimento a qualche giorno prima di Natale per la firma del decreto della Presidenza del Consiglio, ma siamo arrivati al 7 aprile e sono passati quattro mesi di fermo dell'attività di quel tipo di struttura. Peraltro, a gennaio tutte le presenze di Enit alle fiere internazionali sono saltate, a febbraio alla Fiera di Berlino diversi operatori mi hanno contattato lamentando la tipologia e la qualità dello stand presente in quella fiera, considerando poi l'evento di Expo, quindi assolutamente insufficiente rispetto a quello che sarebbe stato necessario.
  Riprenderò il discorso su Enit cercando di essere molto sintetico. Mi pare che dal punto di vista ministeriale gli Art-Bonus siano fermi. Qualche comune si sta muovendo, qualche comune non sa neanche dell'esistenza degli Art-Bonus, quindi che sia una responsabilità dei comuni di non essere aggiornati con la Gazzetta Ufficiale e con la pubblicazione delle leggi possiamo anche essere d'accordo, ma mi sono trovato personalmente a contattare diversi comuni, chiedere cosa avessero messo in campo e mi sono fatto portatore di un'illustrazione sintetica dell'Art-Bonus, spiegando ai singoli assessori comunali cosa fosse e come si dovesse procedere. Credo che da questo punto di vista vadano migliorati l'informazione il coinvolgimento degli enti locali, delle regioni e delle varie associazioni di settore. Visto che poi il decreto aveva come punto nevralgico la possibilità di accedere a ulteriori fondi da parte di aziende o di privati come agevolazione fiscale, credo che sia un importante canale di entrata sia per il ministero sia per gli enti locali. Glielo segnalo come questione importante.
  Manca poi, almeno a mia informazione, la costituzione del gruppo di lavoro interministeriale per il tax refund. Si ricorda che ne avevamo parlato in sede di approvazione Pag. 9del decreto quest'estate. Non ho informazioni, quindi se avesse un aggiornamento su questo punto, gliene sarei grato.
  Tornando a Enit, la fusione con ICE può essere una strada da percorrere, probabilmente la migliore, razionalizzando le strutture attualmente previste. È altrettanto vero che per la riforma di Enit partita col decreto di quest'estate siamo arrivati al decreto in aprile. Sono passati otto mesi, non abbiamo ancora l'ente nel suo assetto definitivo con l'organizzazione delle competenze e del personale. Sulla carta, quindi, sì, possiamo parlare già di un'ulteriore fusione, ma poi bisogna vedere nell'aspetto pratico quanto tempo ci vorrà per avere a regime una struttura che faccia il lavoro che deve.
  Le rivolgo anche alcune domande veloci. Vorrei sapere se ci siano già dei risultati dalla Commissione d'indagine ministeriale, decreto 10 ottobre, su presunti abusi commessi in Enit e in Promuovi Italia o se l'indagine sia ancora in itinere. Inoltre, è stato prevista una selezione per il personale di Promuovi Italia, in parte coinvolto in procedimenti anche solo amministrativi, che dovrà accedere all'interno delle strutture Enit o Invitalia (Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti e lo sviluppo d'impresa).
  Mi soffermo infine brevemente sulla questione VeryBello. Ho verificato qualche giorno fa che la sua presenza sui social network è pari a zero. Non ha pubblicato un tweet.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Il progetto partirà in realtà il 1o maggio.

  ARIS PRODANI. Per promuovere le attività contenute in quel sito, probabilmente una presenza sui social, quindi su Facebook e Twitter, sarebbe stata necessaria prima del 1o maggio. Sono stato tratto in inganno, tra l'altro, nel cercare il profilo Twitter da un VeryBello «unofficial» che prende in giro il sito ufficiale e ha molti tweet e molti più follower di quelli che ha VeryBello.
  Infine, per quanto riguarda la promozione all'estero, abbiamo Italy Nihao, traduzione di ciaoitalia.it: è imbarazzante perché le traduzioni sono fatte da Google Translator considerando che il mercato cinese, in particolar modo per Expo, dovrebbe essere uno di quelli su cui puntare, se non probabilmente il principale.
  L'auspicio finale, ministro, è questo. Eravamo rimasti la scorsa estate con la promessa di rivederci molto più spesso di quanto poi non sia realmente accaduto, proprio per riuscire a confrontarci e a cercare di scambiarci idee costruttive ed è più o meno da dicembre che chiedo in Commissione la sua presenza in audizione. Vorrei che ci fosse un impegno concreto nel mantenere un rapporto continuativo.

  MATTIA FANTINATI. Ministro, che dire ? È vero che la maggior parte della nostra tematica è regolata dal Titolo V della nostra Costituzione e ben poco si può fare. Lo capisco, ma mi piacerebbe capire, però, magari insieme con lei, come mi aspettavo un po’ di più anche oggi, quale sia la strategia del vostro Ministero, per comprendere se effettivamente questo calo dal primo al quinto posto, nel settore del turismo, in pochi anni abbia suggerito un piano industriale per rivedere l'Italia di nuovo al primo posto.
  A mio avviso, ci sono ragioni quanto meno allarmanti. Secondo uno studio di ICE, la maggior parte di cinesi che viene in Italia ci viene non tanto per l'arte o per la cultura, ma per lo shopping. Effettivamente, se è vero che immagino il Veneto che fa autopromozione in Cina o la Puglia o la Basilicata, a me piacerebbe che anche l'Italia nel suo complesso fosse considerata un po’ di più per tutto il suo patrimonio dell'Unesco. Mi pare, infatti, che l'Italia sia proprio al primo posto per patrimonio dell'Unesco.
  Allo stesso modo, penso che questo sia legato anche a uno scarso connubio proprio tra il settore turismo e il settore della digitalizzazione, dell’information technology, che gli operatori di categoria continuano a chiedere. Sinceramente, dico un po’ come battuta che, guardando il sito Pag. 10www.italia.it, mi viene voglia di andare dappertutto fuorché in Italia. Questo dovrebbe anche un po’ arginare quanto chiedono le associazioni di categoria degli albergatori, che si vedono un po’ soggiogate da grossi nome, come Booking o Expedia. Per carità, c’è un libero mercato, quindi poco possiamo farci, ma forse trovare soluzioni che promuovano l'Italia e offrano servizi indipendenti dai grandi colossi multinazionali potrebbe essere una soluzione.
  Io sono veneto e noi siamo una regione virtuosa su questo tema, ma sa bene che parlando di Venezia, sebbene sia un'iniziativa di carattere regionale, non posso fare a meno di pensare alla questione delle grandi navi. È vero che l'iniziativa è di carattere locale, ma quando lei dice che non è possibile far pagare un ticket ai turisti, cerco anche di capire quale potrebbe essere la precedenza. Peraltro, è difficile dire che Venezia sia patrimonio del Veneto. A me piacerebbe pensare che Venezia sia un patrimonio dell'Italia. Anche a livello nazionale, ci sono problematiche che andrebbero affrontate.
  Sempre a livello strategico, come mission nazionale, per la tassa di soggiorno, molto spesso data ai singoli comuni, questi non hanno nessuna preferenza d'uso: si potrebbe proporre che, come avviene già in molti comuni, il gettito di tale imposta sia destinato al settore stesso, in modo che sia quasi un'autotassazione che in qualche modo si reinvesta in questo settore. Ancora, vorrei che potesse rispondermi sul problema dell'IMU sugli impianti di risalita. È chiaro che su questo tema l'attore principale non è il Ministero, ma penso che incida fortemente sul settore. Sì, perché mi sono segnato quattro o cinque punti Sui quali intervenire. Scusi se non seguo un filo logico, ma sono domande abbastanza di diverso contenuto. Mi fermo qui per ora.

  RAFFAELLO VIGNALI. Anzitutto, Ministro, la ringrazio per la relazione. Cercherò di essere sintetico. Vanno bene le iniziative per Expo, perché è una straordinaria occasione.
  Quanto ad altri aspetti, credo che bisognerebbe stressare forse un po’ di più il tema della promozione. Non sto parlando in questo momento dell'Enit, ma della promozione dei singoli musei e delle singole iniziative. Il dato che ha impressionato tutti della mostra di Pompei a Londra, che fa più visitatori di Pompei sito, credo che qualcosa ci dica.
  Lasciamo stare il discorso dei social network, sui quali gli Uffizi hanno 2 mila follower, mentre il Louvre ne ha 303 mila, non lo sto dicendo polemicamente, ma perché i cittadini di Milano si sono resi conto che c’è la Pietà Rondanini. Finalmente, infatti, il battage per la ristrutturazione dell'Ospedale spagnolo al Castello ha fatto sì che i milanesi iniziassero a pensare che la Pietà Rondanini è a Milano e non a Firenze.
  È vero che abbiamo uno straordinario patrimonio, ma abbiamo una logica molto vecchia sulla promozione. Non valorizziamo il patrimonio che abbiamo. Tra l'altro, come auspicio cambierei anche il nome del Ministero e lo chiamerei Ministero del patrimonio culturale. Nel patrimonio si investe mentre i beni si conservano. Se non investiremo nel senso dovuto, forse non avremo neanche i soldi per conservarlo, come dimostrano purtroppo tante situazioni che abbiamo.
  Sulla promozione all'estero, visto che ha chiesto un parere, ha il mio sì alla fusione con ICE, possibilmente in tempi rapidi. Non abbiamo tante risorse, ma mettiamo a sistema uno strumento che possa servire alla promozione complessiva per l'Italia.
  Infine, ho ancora un auspicio. Parlava, giustamente, di obiettivi e credo che sia giusto chiedersi che turismo vogliamo, domanda fondamentale per capire cosa fare, altrimenti continueremo a prendere iniziative senza un progetto, quindi senza creare nessun valore aggiunto.
  Credo un sottotema sia la preoccupazione di far nascere in Italia un'industria culturale. Abbiamo questo straordinario patrimonio: può essere una straordinaria opportunità anche di occupazione nel momento in cui diventa una vera e propria Pag. 11industria culturale, nel modo dovuto perché non è l'industria dei bulloni. Credo che questo si sposi anche con sue giuste osservazioni sul contorno che deve esserci rispetto a un bene culturale, a un pezzo di questo patrimonio, come è il caso della Reggia di Caserta cui ha fatto riferimento.
  Non sto parlando, però, soltanto dell'aspetto turistico, che pure resta importante, bensì proprio di un'opportunità anche di occupazione per tanti giovani. Soprattutto i laureati in facoltà che hanno molto senso in Italia possono essere veramente un veicolo ripeto di occupazione anche in relazione a quello che dicevo sulla promozione. Probabilmente, è più facile che idee nuove sulla promozione del patrimonio vengano da giovani neolaureati piuttosto che da qualche conservatore di museo.

  TIZIANO ARLOTTI. Ringrazio il Ministro per quest'audizione.
  Credo che le scelte che si stanno facendo sia sulla parte che riguarda la riforma del Titolo V della Costituzione sia con quello che è stato anticipato in particolar modo con l'Art-Bonus rappresentino una politica che porta a dire che per l'Italia i temi di cultura e turismo sono legati in modo indissolubile. Stiamo cercando di farlo anche con gli strumenti legislativi e con i relativi finanziamenti previsti e che dovremo prevedere anche in prospettiva.
  Credo sia importante avere approvato lo statuto di Enit, perché a questo punto siamo nelle condizioni anche di dare attuazione alle nomine considerato che su Enit ci sono anche materie che il Ministero ha delegato in termini gestionali, come quello relativo ai buoni vacanza, tutta la parte relativa all'Osservatorio nazionale sul turismo, il fondo sicurezza del turismo montano e tante altre partite. Avere la possibilità di essere operativi in tempi brevi è anche una garanzia di dare attuazione a questi interventi, formidabili anche per quanto riguarda il sostegno alle politiche di promozione e di promo-commercializzazione in particolar modo.
  Aggiungo che sono favorevole a che si vada a un'unificazione degli strumenti di promozione a nostra disposizione. Parlo di Enit, di ICE, degli istituti italiani di cultura all'estero. Credo che, a prescindere da quali saranno i tempi di fusione, mettere insieme, realizzare una sorta di Casa Italia, usando un'espressione nostra, in tutti i Paesi significativi in cui vogliamo muoverci in termini di promozione e di destinazione Italia, sia un elemento fondamentale, al di là appunto dei processi di fusione e aggregazione che possono essere messi in piedi.
  Del resto, devo dire che abbiamo scelto di promuovere la destinazione Italia in modo molto netto anche con l'Art-Bonus quando abbiamo previsto l'individuazione di 500 milioni di euro che, impropriamente col senno di poi, abbiamo detto legati ad Expo, promuovendo i territori. La destinazione di chi viene in Italia oggi quest'anno è Milano, il prossimo anno sarà sicuramente Roma, poi potranno esserci ulteriori eventi. Questo significa che abbiamo le condizioni di diramare questo reticolo importante di giacimenti culturali, di offerte turistiche, di offerte legate anche alle straordinarie tipicità locali.
  Non a caso, nell'Art-Bonus abbiamo previsto di favorire in particolar modo le unioni dei comuni, una volta superata la provincia, per destinazione di territori specifici che vadano oltre le singole realtà. I grandi comuni possono muoversi con maggiore autonomia, ma siamo noi ad avere i piccoli comuni, realtà che rappresentano una ricchezza, che hanno una promozione culturale straordinaria anche di enogastronomia, di prodotti tipici locali, compresa quella, come veniva detto, legata al commercio di prodotti tipici nostri. Pensate che i russi vengono da noi in moltissimi perché hanno l'opportunità di andare nei distretti della moda, dove ci sono prodotti di qualità che in altre realtà non trovano. Credo che sia importante che anche l'individuazione di risorse da mettere in campo avvenga in tempi molto rapidi.
  Allo stesso modo, è opportuno che riqualifichiamo la nostra offerta, come Pag. 12stiamo facendo. Dei tre provvedimenti, oltre quello legato al tax credit sulla digitalizzazione, è estremamente positivo quello di fare reti anche per sistemi. Vengo da Rimini e già 150 alberghi hanno presentato una loro proposta per mettersi insieme, per far una promozione. È estremamente positivo anche quello del tax credit sulle ristrutturazioni. Abbiamo bisogno di qualificare la nostra offerta, di fare in modo che sia qualitativamente elevata e fornita di adeguati servizi. Per fare questo, la qualità è fondamentale.
  I 220 milioni di euro che abbiamo messo ci daranno già delle opportunità. Mi fa piacere che la Conferenza Stato-Regioni abbia già concluso l'iter, perché significa mettere in campo la possibilità di partecipare a un bando che ci darà l'ordine di grandezza delle richieste e, conseguentemente, delle risorse.
  A me fa piacere, ad esempio, che Cassa depositi e prestiti si sia attivata per investire risorse sulle strutture ricettive. Si parla di due o tre reti importanti a livello nazionale di cinque stelle, su cui Cassa depositi e prestiti, tramite il Fondo strategico sta investendo credo 150 milioni di euro. È opportuno che puntiamo a un'industrializzazione del settore turistico, e quindi lo dotiamo degli strumenti, a partire dalla Sabattini che abbiamo per altri punti, dalla capacità di dotare di finanziamenti soprattutto coloro che gestiscono oggi queste strutture ma non ne sono proprietari. È importante dare loro la possibilità di finanziamenti agevolati e, nello stesso tempo, consentire a chi oggi gestisce di poter acquistare, perché è la cosa migliore per rompere questo perverso legame tra la rendita e il lavoro. Questo è un elemento fondamentale su cui dovremo concentrarci a partire anche dalla prossima legge di stabilità.
  Voglio aggiungere che col Governo Monti si era approvato il Piano strategico per il turismo, che credo sia uno strumento formidabile per far sì che il sistema Italia metta insieme una strategia condivisa e che, conseguentemente, consenta a tutti i territori, a tutte le regioni di ritrovarsi all'interno di questa pianificazione strategica. A mio avviso, oggi aggiornarlo è più che mai necessario, proprio perché nel frattempo sono venuti avanti due elementi, che ho citato all'inizio, quello dalla modifica del Titolo V della Costituzione e quello dell'Art-Bonus e dei provvedimenti connessi, che sono fondamentali.
  Infine, abbiamo 8 mila chilometri di coste, e quindi quello della direttiva Bolkestein è un tema importante. Ci sono già in atto confronti con l'Europa. Non è un'offerta che può risolversi con la riverniciatura delle cabine a inizio anno, ma un'offerta che deve essere qualificata, sempre più importante anche sotto il profilo delle richieste, delle nuove tendenze, delle esigenze che nel turismo in questi anni sono cambiate e che continueranno a cambiare. Abbiamo bisogno di sfruttare quest'opportunità per inserirla in una più grande opportunità di innovazione che sia legata alla qualità, al rispetto dell'ambiente, all'uso delle fonti rinnovabili, qualcosa che faccia la differenza rispetto ad altri Paesi.

  DAVIDE CRIPPA. Ringrazio il ministro.
  Devo dire che anch'io attendevo da tempo quest'audizione, visti i diversi aspetti da affrontare previsti nel decreto-legge n. 83 del 2014, in particolare per quanto riguarda l'emanazione dei decreti attuativi sui quali oggi in qualche modo ha cercato di rassicurarci comunicandoci che sono in dirittura d'arrivo. Rifacendomi all'ultima parte del suo discorso, però, e guardando ad un Paese che ha la necessità di considerare prioritario questo settore come attrattivo anche dal punto di vista della produttività, da mettere a mio avviso in concorrenza con alcuni settori produttivi oggi totalmente in crisi per la concorrenza di Paesi esteri, credo che questa volta siamo noi ad avere la materia prima, che una volta tanto andrebbe valorizzata. Ce lo siamo sempre detto e lo hanno sempre detto tutti i ministri che sono sin qui intervenuti, ma ahimè nessun Governo è riuscito a tracciare una linea ben definita. Devo dire che il fatto che questi decreti attuativi tardano a uscire è abbastanza Pag. 13eloquente e ci spiega meglio che anche qui forse abbiamo fatto troppe parole e pochi fatti.
  Pertanto, tenderei a chiederle di velocizzare gli iter in modo netto, perché non è possibile che serva più di un anno per emanare decreti anche se di natura interministeriale. Quando parlo da forza di opposizione, il Governo per me è uno solo e, nel momento in cui prende un impegno, deve prenderlo con tutti i ministeri di concerto, cercando di conseguenza anche di risolvere i problemi delle tempistiche, altrimenti si perde di credibilità non soltanto nei riguardi della maggioranza o della minoranza, ma del Paese.
  Mi riferisco soprattutto all'articolo 10 del decreto-legge n. 83/2014, che ha stabilito un credito d'imposta del 30 per cento per le spese e per gli interventi di ristrutturazione. Teoricamente, il credito d'imposta partirebbe dal 1o giugno 2014, ma se ahimè mancano i decreti attuativi, da quando lo facciamo partire ? Nei discorsi che ci eravamo fatti, durante la trattazione del decreto-legge, alcuni di questi interventi dovevano essere visti in previsione di Expo 2015, ma ahimè qui si è perso del gran tempo.
  Vado su un altro punto. Il comma 3 dell'articolo 11 prevedeva la possibilità di concessione in uso gratuito a imprese, cooperative e associazioni, di determinate categorie di beni da valorizzare. Anche in questo caso, vorremmo capire a che punto siano le procedure di assegnazione, se ne siano state attivate in merito. Cito a titolo d'esempio gli interventi per le case cantoniere, i caselli, le stazioni ferroviarie e marittime, le fortificazioni, i fari. Teoricamente, tutti questi luoghi, secondo quanto lei ci aveva raccontato e di cui oggi siamo ancora convinti, dovevano essere punti cardini dell'attrazione turistica, di un turismo diverso che avrebbe potuto anche differenziare e lanciare alcuni giovani nel rilancio della propria attività lavorativa individuando quella forma societaria all'interno di quella prospettiva nuova.
  Avete attuato delle procedure di controllo in merito ? Sapete quanti di questi beni siano stati ad oggi attribuiti ? Se sì, dov’è possibile monitorare questa disponibilità ? Non ci arrivano, infatti, informazioni in questo senso. Vado all'ultima parte del suo discorso perché parte delle domande sono state già trattate dai colleghi in precedenza e non voglio ripetermi. Ho una battuta breve sul discorso di VeryBello: abbia pazienza, ma dopo l'esperienza del Ministro Rutelli, dopo un nome del genere non ci si può aspettare che non ci sia eventualmente anche un errore a livello stilistico. Probabilmente, c’è del cattivo gusto nella scelta di quel nome.
  Vorremmo anche capire quale sia la visione del Governo più in generale. Ministro, ho la sensazione che, quando il Ministro per i beni e le attività culturali viene a parlarci delle sue idee sul turismo, sembra che abbia le mani legate. Da un lato, assistiamo periodicamente dai territori allo smantellamento di tutte le infrastrutture secondarie e di trasporto che andrebbero verso quei luoghi che lei oggi cita come necessari per il rilancio del turismo anche secondario, quindi non quei luoghi percorsi dalle vie infrastrutturali prioritarie, ma che oggi le regioni tagliano. Le tratte regionali ferroviarie vengono smantellate per mancanza di fondi.
  Mi piacerebbe capire se, nella visione di un turismo diffuso, come lei poco fa ci ha delineato, all'interno dello scenario che lanciava i prossimi eventi non di natura espositiva ma religiosa, si possa trasformare l'Italia nell'idea di un posto in cui visitare non solo Roma, ma una serie di luoghi diversi. Il problema è arrivare in questi luoghi e come arrivarci. Qui subentra il concetto della mobilità, che ahimè si scontra con le grandi opere per le quali si stanno investendo grandi quantità di denaro ma, parallelamente, con lo smantellamento di tutte le linee secondarie di trasporto: se va bene, oggi ci si arriva con un bus di linea, altrimenti bisogna per forza ricorrere al mezzo privato. Secondo me, questo non è il turismo che tutti vorremmo. Vorrei capire di quale tipo di turismo lei stia parlando.
  Credo che il turismo mordi e fuggi da centro commerciale possa limitarsi a Pag. 14quello che è attualmente disponibile, cioè l'interconnessione tra l'aeroporto e il centro commerciale, eventualmente qualche direttrice in più. Manca, invece, il turismo di ramificazione ed è necessario spostare i turisti che arrivano negli aeroporti o nelle stazioni per distribuirli verso le innumerevoli attrattive del nostro territorio.
  Su questo punto, però, vorrei un po’ di sincerità. Sono convinto della necessità di cambiare il paradigma. Siamo la Commissione attività produttive e vediamo crisi aziendali all'ordine del giorno: l'attività imprenditoriale oggi è spesso in stretta competizione con un mercato del lavoro e delle materie prime che ci porta a crisi sparse su tutto il territorio nazionale. A mio avviso, alcune di queste crisi possono essere calmierate e riconvertite verso il settore del turismo considerando il turismo come l'attrattiva prioritaria, ma non solo a parole.
  Mi piacerebbe capire veramente se nell'intenzione di riconversione di determinate aree, che ormai ahimè anche dal punto di vista produttivo non possono più dare quello che davano anni fa per fenomeni sia di inquinamento ambientale sia di perdita di competitività, ci sia un disegno chiaro nel Governo, che abbia bene a cuore come risolvere quelle questioni legandole a un rilancio dell'attività turistica netto, in maniera chiara.
  Per me, quella è una risorsa e deve essere valorizzata. Come dicevo, infatti, abbiamo lì le materie prime. Ieri sera, vedevo un servizio allarmante su Rai Uno nella trasmissione Petrolio, dove di fatto segnalavano parecchie delle nostre opere, parecchi tombaroli: ci sono ancora molti reperti, di scoperte da fare, ma su cui non c’è un investimento chiaro e netto da parte del Governo. In quei settori riusciamo a investire fondi per creare quello come un settore produttivo o il turismo è sempre visto come settore terziario, che non può rappresentare un settore produttivo per un Paese ?
  È lì che vorrei vedere eventualmente un cambiamento. Non posso pensare che paghiamo casse integrazioni per crisi aziendali e, parallelamente, abbiamo beni sottratti alla collettività e spediti in altri Paesi, per cui poi ci sono procedure avviate di recupero di questi beni che in un modo o nell'altro riescono a entrare nel mercato del lecito e li vediamo anche nei musei internazionali. Vi chiedo veramente un'attenzione particolare e se abbiate la consapevolezza di poter puntare sul turismo come realtà produttiva alla stregua dei settori che sono stati tradizionali per il passato, e quindi di investire una quota parte di denaro pubblico per lanciare quel tipo di attività e cercare di valorizzare certi beni.
  Lì sì che potrà esserci il partenariato pubblico-privato, ma se lasciamo quei beni sotto terra e speriamo che qualcuno non li sottragga alla collettività, credo che stiamo facendo un danno immane al Paese. Proviamo a vedere se c’è una visione diversa. Non ho la certezza che questa visione ci sia, perché l'incaponirsi di oggi su determinati settori produttivi mi fa pensare che su quella che potrebbe essere una risorsa, il turismo, non ci sia una visione comune.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Signor ministro, la ringrazio anzitutto della sua presenza, ma siamo sempre alle solite. Sento i colleghi parlare di promozione, industrializzazione del settore, di capire se sia una risorsa strategica per il Paese. Sento lei che, giustamente, racconta la storia del nostro turismo partendo da quando la materia era affidata a un dipartimento. Secondo me, è una felice intuizione quella di attribuirla finalmente a un ministero, poi bisogna capire chi è stato messo lì, ma questo è un altro discorso. In ogni caso, penso che questo Paese dovrebbe sicuramente meritare un Ministero del turismo, tanto che l'ultima volta che ci siamo visti per l'audizione alla Camera le feci la proposta di provare a cambiare il nome del suo ministero in Ministero del turismo e dei beni culturali, proprio perché vorrei dare la sensazione che si crede veramente nel turismo.
  Il punto è sempre lo stesso. Ci troviamo il 7 aprile in una decina di deputati con lei. Probabilmente, se fosse venuto il Ministro Pag. 15dello sviluppo economico, ma anche quello delle politiche agricole, ci sarebbe stata una platea anche migliore, non certamente per la sua persona, ma perché il turismo è considerato ancora oggi culturalmente un bene non produttivo. Non c’è niente da fare, è un problema culturale che riguarda tutti noi, non soltanto chi siede dall'altra parte.
  Allora, dovremmo cercare di capire veramente se da qualche parte possa esserci questa svolta, che si dà nel momento in cui il Governo ritiene che il turismo sia una risorsa strategica per il Paese e la mette al pari delle altre. Ci si rende conto poi, però, che così non è. Perché questo avvenga, infatti, bisognerebbe trovare i fondi: quali fondi ci sono per il turismo nel nostro Paese ? Ho visto che dall'Europa leggermente qualcosa sta arrivando per il turismo, ma evidentemente non è un problema europeo il turismo se fino a oggi non è stato considerato.
  Parliamo di infrastrutture e, francamente, non so dove troviamo i fondi. Manca la formazione. Ci sono molti operatori turistici che ci dicono che servirebbero albergatori, cuochi, ma questi anche un po’ per qualche trasmissione televisiva sono aumentati, ma proprio la formazione per i nostri lavoratori del settore ricettivo non c’è. Inoltre, si vedono anche le regole. Cito sempre il discorso delle riforme, che stiamo facendo anche se forse è necessario un piccolo chiarimento su come stanno andando, perché il testo è ancora un po’ ambiguo. Sembra che sulla promozione dei beni regionali le regioni siano autonome, mentre sarei ancora più chiaro sul fatto che debba trattarsi di promozione Italia, se ci si riesce. Chiaramente, capisco che anche lì bisogna fare dei compromessi.
  Su queste riforme, però, abbiamo approvato il Jobs Act. Se nella riforma del lavoro si fosse fatto capire che qualcuno teneva al turismo, magari veniva fuori qualcosa anche per i lavoratori stagionali. L'80 per cento dei lavoratori del settore turistico sono stagionali. Ebbene, non c’è un incentivo, una valorizzazione, non si dice che si assume lo stagionale e magari gli si offrono due mesi in più di incentivazione gratis. Non c’è una regola, a testimoniare che il Governo, come probabilmente il Parlamento e questa Commissione, non lo ritiene ancora oggi una risorsa strategica.
  Ministro, su questo confido in lei, nel senso che potrebbe essere veramente il ministro della svolta, ma per esempio, tornando a quanto diceva il collega Arlotti, tra i vari spostamenti di ministero, sono stati fatti anche dei lavori. Il famoso Governo dei professori, ad esempio, aveva fatto un Piano strategico per il turismo 2020. Allora, bisogna capire che fine ha fatto questo Piano. Io l'ho letto e qualcosa di buono c'era, Bray l'aveva anche un po’ integrato, ma non se n’è più parlato. Non è che chiunque arriva debba per forza ricominciare da zero. Se qualcosa di buono si è fatto, si può provare a concepire un piano non improvvisato.
  Vengo ora alle domande senza lasciarmi andare a troppe lamentele, perché tanto mi sembra che il discorso sia abbastanza generico e che ce lo siamo fatto già altre volte. Ripeto che qui non si tratta di colore politico. Penso che il turismo sia di tutti, né di destra né di sinistra. Il turismo è un bene del Paese e chiunque si trova al Governo dovrebbe cercare di valorizzarlo.
  Personalmente, per esempio, un po’ in controtendenza ritengo che l'ICE e gli istituti di cultura facciano ottimamente, mi auguro, il loro lavoro di promozione dell'Italia all'estero, uno nel settore delle imprese – ICE dovrebbe accompagnare le nostre imprese all'estero – l'altro rappresentando la nostra cultura all'estero. Io penso che l'Enit dovrebbe svolgere un altro lavoro: cercare di portare gli stranieri in Italia.
  Al di là della struttura fisica, che può essere l'ambasciata o una Casa Italia, penso che, mentre l'ICE e gli istituti di cultura hanno dei soggetti che più o meno fanno promozione dell'Italia all'estero, l'Enit dovrebbe impegnarsi nel far aumentare il nostro PIL, «acchiappando» e facendo venire gli stranieri in Italia. Ci ragionerei un attimo prima di essere tanto certo di quest'integrazione così precisa.Pag. 16
  Velocemente, anch'io le sollevo il problema degli stabilimenti balneari, che in questo momento sta trattando il Sottosegretario Gozi, ma che ritengo sia un problema del turismo. Credo che il ministro dovrebbe in prima persona rivendicare che, quando venne applicata la Bolkestein, si è rischiato di rovinare un settore strategico per il nostro Paese. Bisognerebbe cercare di fare il possibile da quel pulpito, cioè dal Ministero, per far sì che l'Europa capisca che noi col contingentamento dei servizi e con la Bolkestein non c'entriamo nulla. Abbiamo più del 50 per cento di spiagge libere, per cui non c'entrava assolutamente nulla. Bisognerebbe procedere in quello nel senso dell'accordo raggiunto tra il Sottosegretario Baretta e tutte le associazioni di categoria. In qualche modo, si è arrivati a una soluzione soprattutto per la fase transitoria. Per tutte le nuove concessioni, invece, val bene la proposta del Governo, ma per la fase transitoria credo che dovremmo intervenire.
  Un'altra domanda, signor Ministro, è sull'Osservatorio nazionale del turismo, fermo da circa un anno. Vorremmo sapere se si riuscirà ad attivare.
  Sul discorso di Promuovi Italia, già richiamato dal collega Prodani, credo che ci risponderà. La legge prevedeva che, una volta firmato lo statuto dell'Enit, le ricollocazioni sarebbero avvenute parte in Enit e parte in Invitalia: vorremmo sapere che fine faranno.
  Ho il piacere di vederla spesso, ma ritengo che, più che venire qua, debba lavorare per portarci, magari anche una volta ogni sei mesi, delle risposte concrete.

  LORENZA BONACCORSI. Ringrazio il Ministro.
  La mia è una riflessione breve, così non andiamo troppo in là con i tempi. Penso che lei abbia una grandissima responsabilità. Come è già stato detto anche in questa Commissione, dal turismo e dalla cultura sono convinta possa venire quello slancio vero per la crescita del nostro Paese. Credo, rammentando il suo racconto del pellegrinaggio della delega turismo, che ha vagato negli scorsi anni dalla Presidenza del Consiglio allo Sviluppo economico, non sia un'occasione da perdere quella di averla ora nell'ambito del Ministero per i beni culturali. Dobbiamo, infatti, ragionare finalmente in un'ottica di industria culturale. Credo che questo sia il punto e, soprattutto, la grande intuizione su cui dobbiamo lavorare, ossia quella di far nascere un'industria culturale.
  Nell'ultimo Country Brand Index è solo nella cultura e nell'industria dell'ospitalità che l'Italia ha l'immagine migliore del mondo, solo in questo comparto. Credo, allora, che dobbiamo prendere questo come faro quando parlo di industria culturale ed è per questo che le dico che ha una grande responsabilità. Davvero è una delle leve più potenti che abbiamo nel nostro Paese. Inoltre, è vero che ci stiamo muovendo su alcuni temi, non su tutti, lentamente, ma perché dobbiamo mettere ordine anche a un po’ di confusione che c’è stata negli anni passati. Credo, ad esempio, che l'Enit debba diventare una grande agenzia di marketing e comunicazione. Lo dico perché la percezione di un Paese è quella che fa venire la voglia alle persone di andare in quel luogo, di visitarlo, magari anche di venirci a vivere, ma parliamo di percezione. Quando parliamo di promozione, dobbiamo concentrare tutte le forze – mi dispiace che il collega Abrignani sia uscito – mettendo insieme l'Enit, l'ICE e gli istituti italiani di cultura. Solo con tutte le forze che abbiamo possiamo effettivamente competere con tutto il resto del mondo, che ovviamente è diventato sempre più competitivo. Noi abbiamo comunque un mondo del turismo che su alcune cose è dovuto andare da solo. A volte si è anche pensato che bastasse l'innovazione tecnologica, un sito Internet per promuoversi meglio. Da una parte, dobbiamo indubbiamente insegnare al nostro Enit a utilizzare meglio, con strumenti più professionali, tutto quello che ci è offerto dall'opportunità delle nuove tecnologie, ma non si tratta solo di questo. Dobbiamo accompagnare questa nuova visione di industria culturale.Pag. 17
  Citando le sue parole, il turismo è sempre più culturale, l'Italia è il Paese dei 4.500 musei: credo che la seconda riflessione che dobbiamo fare, richiamata anche qui, sia quella di un investimento davvero sul piano di mobilità turistica. Credo che sia la scommessa vera. Vogliamo scommettere su quel turismo sostenibile, su questo turismo che ha bisogno di mezzi di trasporto, ma anche di intermodalità, di prendere il treno, ma di caricarci sopra la bicicletta. Abbiamo tanti nuovi modelli di turismo che dobbiamo accompagnare in maniera potente.
  Infine, sì sulla Bolkestein dobbiamo un po’, se riusciamo, accelerare i tempi, anche se anche qui terrei a chiarire che il lavoro di questo Governo sana una situazione degli anni passati alquanto imbarazzante per proroghe promesse, che non sono mai invece esistite sulla carta. Credo che un lavoro serio adesso con gli operatori sia importante.
  Credo che dovremmo, però, ragionare anche su un focus mare, una delle industrie più importanti del nostro Paese: credo che da questo punto di vista dobbiamo fare una riflessione un po’ più approfondita.

  PRESIDENTE. L'ultimo intervento è dell'onorevole Alfreider, dopodiché daremo la parola al Ministro Franceschini per la replica.

  DANIEL ALFREIDER. Sarò brevissimo. Mi riallaccio proprio a quello che è stato detto poco fa sul discorso della mobilità. Ministro, come diceva, l'offerta è indubbiamente la migliore di tutti i Paesi, specialmente in Europa, ma anche del mondo, ma sono convinto di quello cui ha accennato anche lei prima, e cioè che serve collaborazione con il MIT. Mettere veramente mano a un piano strategico infrastrutturale in Italia per migliorare la mobilità è assolutamente necessario.
  Non sono convinto che si debbano mettere in contrapposizione grandi opere, piccole opere, grandi progetti e piccoli progetti. Serve veramente un'idea generale di come possiamo muoverci. Far arrivare a Matera un turista internazionale arrivato a Roma è indubbiamente difficile. Se vogliamo veramente portare l'Italia a diventare una destinazione, tutto il Paese, sono convinto che serva assolutamente una buona collaborazione con le infrastrutture e con il MISE. Sono convinto soprattutto di quello che è stato detto su una mobilità moderna.
  Ho due domande molto più specifiche, invece, su altri temi. Anzitutto, sul Italia.it e su Enit la domanda sarà forse troppo specifica, ma è in corso una standardizzazione dei dati attraverso, appunto, standard di interscambiabilità tra listini prezzi, esercizi ricettivi e così via ? Attualmente, a digitalizzare l'Italia in effetti sono stati grandi operatori mondiali, come Booking e altre imprese. Per gli operatori turistici rappresentano al momento la migliore possibilità di trovare il cliente internazionale, ma indubbiamente grandi fette percentuale di indotto vanno automaticamente all'estero. Si pensi solo alla percentuale dal 12 al 25 per cento per ogni pernottamento, più o meno 60 miliardi di euro che ogni anno vanno all'estero e non rimangono in Italia. Tra l'altro, mancano proprio come indotto a ogni esercizio ricettivo, che fino a oggi ha investito per anni e anni nella propria attività.
  Un altro punto è la digitalizzazione. Nel decreto Destinazione Italia abbiamo previsto la detrazione fiscale per investimenti sulla digitalizzazione: c’è stato il decreto attuativo del MISE, quello del MIT, se non sbaglio, ma manca sempre il documento finale del MEF per poter accedere effettivamente a questa detrazione fiscale. Su questo chiedo un chiarimento: è effettivamente così ?
  So che l'ultimo è punto molto delicato ed è la condizione del contante. Specialmente nelle aree di confine e del limite dei mille euro, è un problema molto serio. Fornisco solo pochi dati: in Austria, il turista italiano è aumentato del 50 per cento rispetto agli ultimi anni, ma ci sono alberghi che nella loro promozione testualmente dicono di accettare contanti sopra i mille euro. Su questo tema veramente dobbiamo cercare di trovare una Pag. 18soluzione, almeno per i turisti stranieri. C’è già un limite al contante a livello europeo: non riesco a capire perché dobbiamo noi esagerare e ridurlo proprio per i turisti stranieri. Capisco che il problema sia un po’ nostro, interno, ma impedire a un turista russo di pagare in contanti in Europa o in Italia, quando già può portarli in Europa, rende la situazione difficile anche per l'operatore turistico.

  PRESIDENTE. Do ora la parola al Ministro Franceschini per la replica.

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Proverò brevemente a riprendere le cose che sono state dette, anche se molte erano suggerimenti, opinioni e non domande.
  Partendo da una considerazione emersa dagli interventi di Crippa, Abrignani, Bonaccorsi e diversi altri, è chiaro che si può porre il tema rispetto al Governo, al Parlamento o alle singole forze politiche, ma è indubbio che non è stato fatto come sistema Paese un investimento sul turismo come settore trainante della crescita. Non è stato fatto nei Governi precedenti, ma in Parlamento non c’è neanche nel dibattito.
  Ci convinciamo tra noi che ci occupiamo del settore ed è piuttosto semplice. Il tema è convincere complessivamente il sistema Paese, ripeto, non soltanto la politica, per cui ognuno di noi deve fare la propria parte. Personalmente, la sto facendo e devo dire che dentro il Governo questa sensibilità è forte anche per il fatto che il Presidente del Consiglio sa bene cosa significhi turismo legato alla cultura per essere stato sindaco di una città che ha una parte così importante della sua forza economica esattamente nel legame tra cultura e turismo. Attualmente, è un'inversione di tendenza su cui bisogna lavorare, contemporaneamente sgombrando il campo dall'aspettativa che tutto ciò che avviene nel campo del turismo dipendesse da iniziativa pubblica. In gran parte è, appunto, il sistema delle imprese che deve credere, investire, rischiare. Abbiamo parlato del settore alberghiero: non possiamo pensare che sia tutto in un modello, che non tornerà mai più se mai c’è stato, in cui è il pubblico che va a coprire gli spazi.
  Il pubblico può individuare una strategia di crescita del sistema Paese e io ho indicato un modello del turismo sostenibile e della diffusione del turismo in Italia, dentro il quale però ognuno deve dare il suo apporto. Prima dell'estate organizzeremo due giorni sul turismo sostenibile, chiamando tutti gli operatori del settore per farli sentire parte di una strategia, ma poi ognuno deve fare la propria parte, ogni operatore economico, ogni imprenditore.
  Le infrastrutture riguardano in parte il turismo, perché il problema del ritardo infrastrutturale in una parte dell'Italia va ben oltre i problemi degli spostamenti dei turisti. Il pubblico può intervenire dal punto di vista del sostegno, della soluzione di incentivi, quello che abbiamo fatto con tax credit, incentivi fiscali, misure legislative che agevolino l'attività degli operatori e fare insieme alle regioni promozione turistica.
  Direi, però, che il nostro compito è creare la domanda, mentre l'offerta spetta alle imprese private, alle categorie. Lo sforzo più forte del pubblico è creare la domanda attraverso la promozione e questo può portare a fare investimenti, ma dobbiamo uscire dall'idea che dobbiamo preoccuparci di realizzare siti web, di far nascere alberghi. Noi dobbiamo costruire le condizioni perché, in un'integrazione pubblico e privato, operino nella stessa missione, in sostanza creare domanda.
  Mi è stato posto il tema del rapporto continuativo con il Parlamento. È vero che abbiamo avuto problemi di calendario e sono assolutamente d'accordo che sia utile venire più frequentemente, ma aggiungo forse su singoli temi, non soltanto su un riepilogo della situazione generale. In questo caso, alcune volte posso venire io, altre volte può essere utile – decideranno la Commissione e il presidente – che vengano altri. Se, per esempio, volete uno approfondimento su cosa sia successo al Portale Italia.it, che con la nuova norma abbiamo trasferito dall'Automobil Club, Pag. 19che gestiva, per ragioni da approfondire, il sito del Paese, a Enit, che in questo processo sta mettendo mano alla ristrutturazione del sito, può essere utile che venga, ripeto decidendo il presidente, il commissario dell'Enit, chi segue direttamente il Portale. Peraltro, una funzione di stimolo, di sollecitazione nell'applicazione delle norme per me è assolutamente gradita. Deciderete voi in che modo fare degli stati di aggiornamento.
  È vero che i termini dei decreti attuativi sono stati in parte sforati, ma devo dire molto meno della media. Non è una consolazione, ma abbiamo una tabellina portata a ogni Consiglio dei ministri del recupero dei provvedimenti attuativi, sia del Governo attuale sia dei precedenti Governi, resi noti anche recentemente, e la performance è assolutamente positiva. Aggiungo che è vero che questi sono due correttivi da introdurre in sede legislativa e me ne prendo la colpa, ma in un decreto-legge o in un disegno di legge si pone il termine di 60 o 90 giorni e in questo caso, con agosto e l'estate di mezzo, è meglio porne uno più lungo e forse eliminare qualche concerto. I concerti, non quelli di musica classica, ma tra ministeri sono un allungamento inevitabile dei tempi.
  Detto questo, mi pare di aver detto che quelli più importanti e l'Art-Bonus generale, per esempio, non richiedevano decreti attuativi. Per quest'ultimo, infatti, le norme sono in vigore e sono applicate – anzi, qui l'impressione è diversa – in modo molto consistente, fonte di possibili novità positive per l'applicazione, ma anche per problemi di copertura in futuro. L'utilizzo, infatti, sta andando positivamente, ma non si richiedevano decreti attuativi.
  Il decreto sulla digitalizzazione e le strutture ricettive – lo dico perché mi è stato chiesto – è già pubblicato in Gazzetta Ufficiale, e quindi è già pienamente operativo. Il Decreto ristrutturazione alberghi ha finito il percorso, è stato approvato dalla Conferenza Unificata e oggi è in corso la firma dei quattro Ministeri previsti per uno dei concerti citati. Detto questo, non c’è dubbio che siamo oltre il termine, ma mi pare che il percorso stia procedendo anche in un modo non insoddisfacente.
  Sull'Enit ho sentito opinioni differenziate ma utili: sia che si vada verso una fusione o una collaborazione più forte con l'ICE o con questo e gli istituti culturali, l'attività non si fermerà. Questo processo richiede comunque, in qualsiasi direzione si vada, interventi legislativi, che però, com’è avvenuto in questi mesi di commissariamento, non hanno fermato l'attività dell'Enit. Al contrario, c’è stata un'attività di ristrutturazione secondo le indicazioni imposte dalla legge, in particolare ripeto per la liquidazione di Promuovi Italia, il trasferimento del personale e l'accordo con le organizzazioni sindacali. Il commissario è andato avanti sia nell'attività straordinaria sia in quella ordinaria. In ogni caso, andando avanti verso ulteriori passi di fusione o meno con altre strutture, non si ferma e non si deve assolutamente fermare l'attività.
  Quanto al tax refund richiamato da Prodani, è stato costituito un gruppo tra noi e il MEF e sta lavorando. Come sapete, abbiamo discusso l'argomento anche in sede parlamentare immaginando che fosse possibile arrivare subito una soluzione. È un tema complicato, ma il gruppo interministeriale è stato costituito e sta lavorando.
  Quanto alle vicende Enit e Promuovi Italia, non mi occupo direttamente dalla parte oggetto di indagini della magistratura, che deve andare avanti con tutte le esigenze di giustizia che possono esserci o che ci saranno. Noi abbiamo costituito una commissione interna che entro il 30 aprile, se non mi sbaglio, deve fornire la relazione interna.
  Relativamente al sito di VeryBello e ai social network, mi è già capitato di rispondere in un'altra occasione, ma è previsto che partano con il 1o maggio. Aggiungo, per evitare futuri problemi, che i social network riporteranno gli eventi del giorno, ma non c’è un'attività propria dei social network di dibattito o di confronto. Integrerà l'offerta del Portale giorno per Pag. 20giorno, portando a conoscenza degli eventi che in quel giorno ci sono in Italia. Ovviamente, c’è tutto ciò che sui social network si deve accettare, e cioè commenti e osservazioni critiche.
  Per la promozione eventi in Italia durante Expo abbiamo previsto, attraverso un finanziamento del Ministero, ma è Enit che deve completare il piano, un importo di 5 milioni di euro, che qualcuno ha equivocato fosse il costo della creazione del sito, ma non c'entra niente. Mi pare che il sito sia costato 35-39.000 euro – non mi ricordo – mentre i 5 milioni servono invece a promuovere gli eventi presenti in Italia durante Expo. Enit sta completando il piano Enit e partirà durante i sei degli eventi, perché pubblicizzerà appunti gli eventi che ci saranno durante Expo.
  Su Italia.it ho risposto. Enit sta lavorando a un piano di ristrutturazione. Penso che i risultati arriveranno presto. Naturalmente, in ognuno di questi campi ed essendo la vigilia di Expo, non si è potuto mettere nessun momento di sospensione o di rottura che talvolta precedono una ristrutturazione. È stato necessario garantire che il servizio proseguisse, cercando contemporaneamente di migliorare ma senza interruzioni perché siamo alla vigilia di Expo.
  Credo che quello della tassa di soggiorno, che non si può affrontare marginalmente, sia un tema su cui il Parlamento e il Governo insieme dovranno fare davvero un ragionamento di modifica legislativa. Oggi, la tassa di soggiorno è pagata per una parte dai clienti delle strutture, cioè ricade sui clienti degli alberghi il costo di un maggior carico sulle città che ospitano turismo. Il primo problema è come riuscire ad ampliare la platea di chi contribuisce a quei costi aggiuntivi delle città che ospitano turisti in modo equo e non soltanto su una parte di clientela. Basti citare le città in cui il turista che va un giorno non dà nessun contributo, eppure consuma i servizi di quella città nella stessa misura in cui li consuma il cliente di un albergo. Uno dei problemi, quindi, è quello dell'estensione.
  È stato, inoltre, posto il tema del vincolo di destinazione: se si prendono per il turismo, vanno utilizzarli per i servizi a supporto del turismo o, comunque, per i servizi delle città che supportano il turismo.
  Il terzo tema è che forse potrebbe aver senso una quota che va in un fondo promozione del Paese, vedremo se per le regioni o per lo Stato, ma che fa promozione. Bisogna stare dentro una finalizzazione del prelievo, ma questo è veramente un tema da modifica legislativa.
  Quanto all'IMU sugli impianti di risalita, se ogni ministero si mette a difendere le sue ragioni di esenzione o di riduzione dell'IMU in un settore, non andiamo da nessuna parte. Qui c’è un tema generale che riguarda, come sapete bene, la revisione delle imposte sugli immobili, in cui c’è anche questa.
  Vignali ha parlato di industria culturale: sono assolutamente d'accordo. Come ha detto anche Lorenza Bonaccorsi, sono veramente settori in cui investire. Noi abbiamo, da un lato, il patrimonio storico, monumentale e artistico, ma dall'altro l'enorme forza sono le industrie culturali e creative, un settore enorme di crescita e di sviluppo molto italiano, molto legato alla creatività. Ci stiamo ragionando e ovviamente parleremo in Parlamento di come sostenere davvero tutto il settore delle industrie culturali creative.
  Quanto al tema dei musei, la distinzione è veramente difficile. Quando si fa una cosa che funziona nel settore della cultura, il beneficio è anche per i turisti e per il turismo. Le due giornate di ieri e dell'altro ieri con le code nei musei, sia nella giornata gratuita sia in quella di Pasquetta a pagamento, non hanno mosso economia né turisti. Non possiamo citare sempre la mostra su Pompei, che è andata bene, ma non si avvicina minimamente ai 2,7-2,8 milioni di turisti che vanno a Pompei. Parliamo sempre dei dati in chiave negativa.
  Per esempio, paragoniamo i più grandi musei del mondo sulla base del numero di visitatori: l'Italia in quella classica ha solo i Musei Vaticani. Prendiamo sempre l'elemento Pag. 21più sfavorevole. L'Italia non ha un grande museo nazionale, non l'avrà mai. Non esiste la National Gallery o il Louvre, musei che sono nati portando nella capitale collezioni da tutto il Paese o da fuori Paese. L'Italia ha una tradizione completamente diversa. Sono tutti musei legati al territorio, come gli stessi Uffizi, che espongono opere che vengono dal territorio, al quale sono profondamente legati. Non a caso, gli Uffizi è dodici volte più piccolo del Louvre ed è a numero chiuso. Come posso confrontare due grandezze non confrontabili tra loro ?
  Se, invece, guardiamo al sistema museale, la crescita dei dati dei nostri musei porta un ritorno turistico anche immediato e si tratta di crescita anche in fase di crisi. L'anno scorso, nei soli luoghi della cultura dello Stato, circa 420 su più di 4 mila, i visitatori sono aumentati in periodo di crisi di 2 milioni 600 mila persone e abbiamo superato la soglia dei 40 milioni, nei soli musei e luoghi dello Stato ! Abbiamo fatto più dei cinque più grandi musei del mondo messi tutti insieme ! Naturalmente, siccome questa cosa ci è troppo favorevole, riteniamo troppo snob rivendicarla. Se guardiamo al numero di visitatori di tutti i musei italiani, facciamo molto di più di tutti i musei francesi ! Prendiamo, invece, solo la classifica più sconveniente e apriamo dibattiti infiniti su quello.
  Vorrei che anche da questo punto di vista si capisse che dico queste cose, oltre che per lamentarmi un po’, perché davvero dovremmo riuscire a comprendere che le due cose sono profondamente legate. Un buon investimento sul patrimonio, la tutela o la valorizzazione sono ciò che porta la crescita turistica. La riapertura di siti archeologici, oltre a essere un atto dovuto in base alla Costituzione, è anche quello che porta risultati. A Pompei, l'anno scorso i visitatori sono stati 200.mila in più, per citare un dato. Mi pare, quindi, che si dimostri che le due cose sono sempre legate.
  Quanto al piano strategico del turismo, nella fase iniziale lo abbiamo letto. Quello del Ministro Gnudi è un buon piano strategico. Naturalmente, è molto ampio, nel senso che non individua un settore: c’è una parte che di analisi di dati, un po’ invecchiati, ma ancora sostanzialmente attuali, e una di strategie. Abbiamo deciso, anziché avviare procedure per un nuovo Piano strategico del turismo, di lavorare dentro quel piano, perché lo spettro di azioni proposte è talmente ampio che le cose che stiamo facendo, con qualche correttivo, sono lì dentro, anche quelle che abbiamo fatto con le misure legislative dell'Art-Bonus.
  Mi pare che avremo la prossima settimana una riunione del Comitato permanente per il turismo – non ricordo il giorno esatto – e l'idea è di procedere a un aggiornamento del piano strategico del turismo, che stiamo utilizzando peraltro come punto di riferimento per la richiesta di fondi europei, ma non ripartendo ogni volta. Ogni volta, infatti, che arriva un Governo, ricomincia da capo.
  Quanto alla Bolkestein, il tavolo è costituito. Siccome la competenza è del Dipartimento delle politiche europee, del Ministero per gli affari regionali per le regioni, del mio per il turismo e, ovviamente, del Ministro dell'economia e delle finanze, abbiamo costruito un tavolo che si sta confrontando con gli operatori, mi pare con qualche passo positivo. Sapete che il confronto è sempre difficile, perché c’è una difficoltà, come nel settore delle guide turistiche, tema che non aprirò adesso, a spiegare che dobbiamo operare tra le direttive europee e l'esigenza di non andare in procedura d'infrazione.
  All'interno di quelle direttive poi, dobbiamo il più possibile andare incontro alle esigenze dei nostri operatori e alle peculiarità del nostro sistema Paese, senza però finire in procedura d'infrazione. Non è semplicissimo spiegarlo, perché la pretesa sarebbe di cambiare la regola in Europa, ma non è così semplice. Si sta lavorando. Mi pare che sulla Bolkestein presto potremo annunciare qualche novità positiva.
  Quanto alla questione degli itinerari e degli immobili, quella norma non richiede decreti attuativi, e quindi sulla sua base, a proposto di privati e capacità di proporre Pag. 22o di percepire, ci si può attivare direttamente. Un privato può dire che gli interessa una casa cantoniera. Nello spirito della norma c'erano gli edifici demaniali a supporto di itinerari, quindi più che sceglierli a caso, stiamo lavorando sugli itinerari. Abbiamo utilizzato la norma dell'Art-Bonus per costruire due tavoli, uno su Vento, cioè la ciclabile Venezia-Torino, e uno sulla Francigena, perché erano le due cose più avanzate, una ciclabile e una a cammino. Attorno al tavolo ci sono le regioni, i rappresentanti dei comuni attraversati, nel caso di Vento il Politecnico di Milano, che ha elaborato il progetto, pensando che questo modello gestionale è quello che facilmente si trasferisce su un altro itinerario.
  Stiamo lavorando, da prima che fosse annunciato il Giubileo, su un tema di grande potenzialità di crescita, che sono i cammini religiosi, in particolare sui cammini di Francesco, un percorso straordinario che non ha nulla da invidiare a Santiago di Compostela e va dalla Verna alla Puglia in direzione di Assisi. Ha delle potenzialità enormi per un tipo di turismo che differenzia. C’è una grande disponibilità di tutte le regioni attraversate e, anche in questo caso, un gruppo di lavoro che sta lavorando positivamente.
  Stiamo anche lavorando sul tema delle ferrovie. Sabato prossimo, l'11 aprile, presenteremo – è arrivata la lettera – l'entrata del Ministero nella Fondazione Ferrovie dello Stato, costituita per la tutela dell'enorme patrimonio storico delle ferrovie, archivi, vecchi treni, locomotive. Invito tutti voi, se non l'avete mai visto, a visitare lo splendore del Museo di Pietrarsa, sito storico delle Ferrovie dello Stato, un posto stupendo con locomotive, un patrimonio enorme.
  L'11 aprile porteremo tour operator, giornalisti e chi di voi vorrà venire in Val d'Orcia, su un treno storico, per far capire – insieme alla Fondazione Ferrovie dello Stato si parte con quattro itinerari, di cui uno è questo di Val d'Orcia – cosa possa voler dire valorizzare chilometri e chilometri. Sono 800 i chilometri di ferrovie non più utilizzati, ma utilizzabili. Attraversano paesaggi straordinari. Evidentemente, in questo percorso c’è, ad esempio, l'utilizzo dei caselli. Anche in questo caso, costruiamo la domanda, ma servirebbero operatori che ci dicessero che a loro piace, che vogliono la concessione su un certo tratto di ferrovia e che penseranno loro a un treno turistico. Noi lo facciamo come funzione di stimolo, ma non dovremmo essere noi a gestire direttamente anche questo tipo di attività.
  Alla domanda se il Governo abbia una strategia di riqualificazione, ovviamente la risposta è sì, in questo caso di riqualificazione di alcune aree e anche di ricostruzione di una vocazione a fini turistici. In particolare, nei prossimi giorni avremo un incontro, che cito solo come esempio, per la ridefinizione di quel patrimonio enorme che è il Porto Vecchio di Trieste, che può prestarsi a funzioni culturali, turistiche, di collegamento con Miramare e alle Ferrovie che attraversano quell'area.
  Nel «decreto Taranto», partito per gli interventi prevalentemente finalizzati all'ILVA e alla riqualificazione e al rilancio di quell'area, sono state inserite delle norme che puntano – è un altro esempio – ad accompagnare al ridisegno del destino dell'ILVA anche Taranto, che come città può avere un'enorme vocazione turistica e culturale. Ci sono norme che riguardano il recupero della città vecchia di Taranto, il recupero dell'Arsenale, in cui possono convivere le funzioni militari con quelle cittadine. Il museo archeologico di Taranto è uno dei venti musei cui abbiamo dato autonomia fiscale e contabile. Il direttore è scelto con procedure internazionali. Pur non avendo il numero di visitatori che giustifica quella scelta, l'abbiamo fatto perché immaginiamo che ci sia una potenzialità legata a questo. È un lavoro lungo, ma mi pare che la strada che abbiamo imboccato vada in quella direzione.
  Mi pare d'aver detto quasi tutto. Quanto alla formazione, oltre che a quello che possono fare la scuola e l'università, ma non entro nel merito, stiamo lavorando per una scuola di alta specializzazione prevista in una norma, che ha un po’ Pag. 23dormito, del 2009. Nell'ultimo decreto cosiddetto Milleproroghe, abbiamo previsto che quella formazione non si occupi soltanto di storia del turismo, ma più complessivamente del settore del turismo e dei beni culturali, l'attività del Ministero. La norma è entrata in vigore da poco, e quindi stiamo lavorando, come prevede la norma, per riscrivere lo statuto e ridefinire la missione, cui credo molto. Abbiamo bisogno di formare, infatti, alla fine del percorso universitario delle professionalità specifiche in questi settori.

  IGNAZIO ABRIGNANI. Ritorno brevemente sulla questione dei dipendenti di Promuovi Italia: cosa si è deciso ? Di chi è la competenza ?

  DARIO FRANCESCHINI, Ministro dei beni e delle attività culturali e del turismo. Sulla parte dipendenti stanno procedendo l'Enit e il liquidatore di Promuovi Italia nell'ambito di quello che è stabilito dall'Art-Bonus.
  Sono d'accordo che un focus mare sia utile. Potremmo anche immaginare, presidente, il nostro come un lavoro preventivo.
  Sulla digitalizzazione delle strutture ricettive ho risposto.
  Il contante è un problema serio, per cui il nostro Paese ha dovuto immaginare norme di questo tipo come di contrasto all'evasione. So che vanno a contrastare, in particolare in alcune zone del Paese, con una concorrenza molto ravvicinata, nella veste di fenomeno di dissuasione. Il tema è da tempo all'attenzione del Parlamento e del Governo. Non entro nel tema di carattere generale, anche se ho qualche opinione anche per i miei trascorsi ruoli diversi, ma penso che un ragionamento specifico sul turismo si possa fare, perché quella norma era finalizzata a ridurre l'evasione in Italia. In questo modo, impatta anche sullo straniero.

  PRESIDENTE. Nel ringraziare il Ministro, vorrei avanzare una proposta di lavoro, che poi valuteremo in Commissione. È chiaro che quest'anno il clou sarà tutto giocato attorno all'Expo, che parte dal 1o maggio e dura sei mesi. A seguire abbiamo l'avvio del Giubileo straordinario.
  È chiaro che l'Expo è in condizione di muovere fino a 20 milioni di persone, parte delle quali consistente di stranieri. Sono stato a Shanghai quattro anni fa e allora erano 50 milioni, ma nelle dimensioni del mercato cinese fu una cosa enorme. I 20 milioni di persone che verranno a visitare l'Expo saranno un evento assai rilevante, se si sa gestire bene anche i movimenti di queste persone in ragione soprattutto dei flussi turistici interni. La stessa situazione può darsi per il Giubileo straordinario. Naturalmente, sono previsti anche in quel caso milioni e milioni di persone in arrivo.
  Quando arriveremo alla fine dell'Expo, converrà fare il punto della situazione in Commissione, anzitutto per verificare l'attuazione dei decreti non solo dal punto di vista della fattibilità formale, ma di come nella sostanza cominciano a essere utilizzati. Inoltre, avremo tre terreni di lavoro proprio come Commissione per istruire alcuni problemi specifici. Per me sulla questione del rapporto tra ICE ed Enit la Commissione potrebbe avviare un proprio lavoro di monitoraggio ed esplorazione.
  È evidente che questa questione ha pro e contro: i pro sono quelli chiari, i contro consistono nel fatto che due strutture messe così così e che non è detto che, se messe insieme d'emblée, funzioneranno perfettamente. Fanno capo a Ministeri diversi, ma è un terreno su cui un lavoro della Commissione potrebbe aiutare a trovare soluzioni ai problemi che abbiamo.
  Allo stesso modo, la questione fiscale che è stata sollevata, da Fantinati sulla destinazione d'uso, presenta in realtà un problema di equità. È chiaro che si fa pagare qualcosa a una parte, quando lo scopo è generale e relativo a un determinato territorio. Anche su questo insieme alla VI Commissione Finanze possiamo come Commissioni parlamentari provare ad approfondire la questione.
  C’è una terza questione, un po’ delicata e anche un po’ prematura: noi siamo di fronte a fenomeni climatici assolutamente Pag. 24imprevedibili, con effetti sul turismo della montagna e su quello del mare. È un fenomeno che ci sta capitando proprio in questi mesi. Il tempo delle scorso mese di agosto a Rimini non solo ha compromesso la stagione, ma chiede agli operatori turistici di Rimini un ripensamento dell'offerta. Lo stesso avviene in montagna su altri aspetti. Anche questo è un terreno su cui può esserci un lavoro di approfondimento della Commissione.
  Infine, passate quelle due scadenze, bisogna lavorare su Matera capitale europea della cultura, la scadenza è il 2019.. Naturalmente, portare i turisti a Matera non è lo stesso che portarli a Roma o a Firenze. Bisogna attrezzarsi, perché per la prima volta dopo anni una città interna del Mezzogiorno diventa fulcro di un riferimento europeo di tutto rispetto. Anche su questo, secondo me, un lavoro della Commissione può essere un utile contributo.
  L'iniziativa della Val d'Orcia, di cui ci ha parlato il Ministro, è molto interessante. Il percorso, di due ore, è straordinario: si arriva in Val d'Orcia, a Montalcino, poi si ritorna, si parte dalla stazione di Siena, un itinerario con un vecchio treno su vecchi binari, e quindi è un'esperienza straordinaria. Chi vuole partecipare lo dica, poi trasmetteremo i nominativi al Ministero.
  Ringrazio il Ministro Franceschini.
  Dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 18.05.