XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 55 di Martedì 3 marzo 2015

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 3 

Audizione del presidente del consiglio di amministrazione della Rai, Anna Maria Tarantola:
Fico Roberto , Presidente ... 3 
Brunetta Renato (FI-PdL)  ... 3 
Gasparri Maurizio  ... 4 
Verducci Francesco  ... 5 
Rossi Maurizio  ... 5 
Fratoianni Nicola (SEL)  ... 6 
Pisicchio Pino (Misto)  ... 6 
Buemi Enrico  ... 6 
Fico Roberto , Presidente ... 7 
Buemi Enrico  ... 7 
Fico Roberto , Presidente ... 7 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 8 
Brunetta Renato (FI-PdL)  ... 9 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 9 
Brunetta Renato (FI-PdL)  ... 9 
Ranucci Raffaele  ... 9 
Fratoianni Nicola (SEL)  ... 10 
Gasparri Maurizio  ... 11 
Fico Roberto , Presidente ... 11 
Buemi Enrico  ... 12 
Fico Roberto , Presidente ... 12 
Buemi Enrico  ... 12 
Minzolini Augusto  ... 12 
Liuzzi Mirella (M5S)  ... 13 
Bonaiuti Paolo  ... 13 
Fico Roberto , Presidente ... 14 
Bonaiuti Paolo  ... 14 
Verducci Francesco  ... 14 
Fornaro Federico  ... 14 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 15 
Fico Roberto , Presidente ... 15 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 15 
Fico Roberto , Presidente ... 15 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 15 
Fico Roberto , Presidente ... 15 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 15 
Fico Roberto , Presidente ... 15 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 15 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Scavone Antonio Fabio Maria  ... 16 
Rossi Maurizio  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Rossi Maurizio  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Rossi Maurizio  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Rossi Maurizio  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Rossi Maurizio  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Rossi Maurizio  ... 16 
Fico Roberto , Presidente ... 16 
Rossi Maurizio  ... 17 
Fico Roberto , Presidente ... 17 
Rossi Maurizio  ... 17 
Pisicchio Pino (Misto)  ... 17 
Fico Roberto , Presidente ... 17 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 17 
Buemi Enrico  ... 18 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 18 
Buemi Enrico  ... 18 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 18 
Buemi Enrico  ... 18 
Tarantola Anna Maria , presidente del consiglio di amministrazione della Rai ... 18 
Fico Roberto , Presidente ... 18

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

  La seduta comincia alle 10.10.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che, ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso e la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati e, successivamente, sul canale satellitare della Camera dei deputati.
  Comunico, altresì, che dell'audizione odierna sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

Audizione del presidente del consiglio di amministrazione della Rai, Anna Maria Tarantola.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione della presidente del consiglio di amministrazione della Rai, Anna Maria Tarantola, che ringrazio per aver accolto l'invito della Commissione.
  Ricordo che l'audizione verte sulle iniziative che il Consiglio di amministrazione della Rai sarebbe orientato ad assumere in relazione a comportamenti tenuti dal consigliere Verro, che, secondo quanto riportato dalla stampa, avrebbe indirizzato nell'agosto 2010 una lettera, nella sua veste di consigliere di amministrazione pro tempore della Rai, incarico peraltro riconfermato anche nella corrente consigliatura, al Presidente del Consiglio pro tempore Silvio Berlusconi per segnalargli alcuni programmi di informazione ritenuti «antigovernativi» e ai quali occorreva «mettere paletti» o che occorreva sottoporre a «strettoie organizzative».
  Informo, altresì, i colleghi che è in corso di trasmissione per posta elettronica la copia personalizzata, con il nome di ciascun parlamentare stampato su ogni pagina, del progetto di riposizionamento dell'offerta news della Rai nel nuovo mercato digitale, che tiene conto degli impegni contenuti nella risoluzione adottata all'unanimità da questa Commissione lo scorso 12 febbraio.
  Acclusa a questa mail è anche copia della delibera con cui il consiglio di amministrazione della Rai ha approvato il Piano in data 26 febbraio 2015.
  Do, quindi, la parola alla presidente Tarantola, con riserva per me e per i colleghi di rivolgerle, al termine del suo intervento, domande e richieste di chiarimenti.
  Prima, però, sull'ordine dei lavori, do la parola agli onorevoli Brunetta e Gasparri.

  RENATO BRUNETTA. Intervengo sull'ordine dei lavori per chiedere al presidente della Commissione, ma anche alla presidente della Rai, se il presidente della Rai abbia provveduto a denunciare all'autorità giudiziaria l'acquisizione illecita del fax oggetto della discussione di oggi. Se sì, vorrei conoscere gli esiti di questa denuncia all'autorità giudiziaria. Se no, chiederei di interrompere questa sessione della nostra Commissione, perché, in caso contrario, noi ci faremmo complici di un atto illecito, cioè quello di un'acquisizione illecita o di un furto di questo fax.
  Vedete, signor presidente e signora presidente, non è pensabile di aprire un'istruttoria politico-parlamentare a partire da un atto illecito sul quale ho letto, Pag. 4peraltro, che la presidente del consiglio di amministrazione intende coinvolgere il comitato etico. Intende coinvolgere il comitato etico su che cosa ? Sul furto ?
  Vorrei allora chiederle, proprio all'inizio di questa seduta, se ha provveduto a denunciare all'autorità giudiziaria l'atto illecito di cui siamo venuti a conoscenza e, se sì, quali siano stati gli esiti. Nell'attesa o degli esiti, o della denuncia, se la denuncia non è ancora stata fatta, chiederei di sospendere immediatamente questa seduta della Commissione di vigilanza, altrimenti ci faremmo complici di un atto illecito, di un reato, ossia quello di usare il prodotto di un illecito, di un reato, di un furto.
  Chiederei, quindi, subito al presidente della Commissione e alla presidente Tarantola questo chiarimento. Io non mi voglio far complice di un reato discutendo in questa occasione dell'acquisizione illecita di un documento che non si sa ancora se sia vero, non vero o legittimo.
  Chiedo alla presidente Tarantola, nella sua veste di pubblico ufficiale e presidente di un organismo, come ha inteso tutelare la privacy e la riservatezza di chi lavora all'interno della sua azienda, prima di discutere di qualsiasi altra questione.

  MAURIZIO GASPARRI. Pongo come pregiudiziale un'altra questione. Non ho capito che tipo di riunione stiamo facendo, posto che abbiamo già rappresentato alla Commissione, con una lettera firmata da numerosi membri della Commissione stessa, la questione dell'eventuale deroga. Di questo mi pare che si parli. In sostanza, si cerca di indagare su una vicenda sugli aspetti della quale l'onorevole Brunetta è già intervenuto, riguardante un consigliere Rai, con l'obiettivo non si sa di fare cosa. Di revocarlo ? Noi abbiamo già rappresentato con una lettera, facendo riferimento alla legge, che eventuali decisioni di questa natura investono solo di riflesso la Commissione parlamentare di vigilanza, qualora il Ministero dell'economia, ai sensi del comma 8 dell'articolo 49 del testo unico dei servizi di media audiovisivi e radiofonici, voglia fare una revoca e un'azione di responsabilità nei confronti di un amministratore, evento che non mi risulta essersi verificato perché non sono a conoscenza di alcuna iniziativa che il Governo e, quindi, il ministro dell'economia, azionista, abbia assunto al riguardo.
  In questo caso, la Commissione parlamentare di vigilanza, dice la legge – l'ha spiegato bene una sentenza della Corte costituzionale – dovrebbe esprimersi, perché senza l'espressione della Commissione di vigilanza l'atto eventuale del Governo non avrebbe alcuna efficacia. Su questo punto c’è perfino giurisprudenza costituzionale.
  Pertanto, non ho capito di cosa stiamo parlando e perché abbiamo scomodato la presidente della Rai, che è bene sia consapevole di avventurarsi in una procedura scorretta. Ci sono stati profili di altra natura, che sono stati illustrati e sui quali non aggiungo altro, ma c’è anche questo ulteriore profilo di una riunione che non si sa su cosa verta. La presidente della Rai viene coinvolta in una procedura anomala, illegale e inesistente, che non capisco a cosa miri. Si assume, quindi, anche delle responsabilità, insieme a coloro che perseguono una via e uno strumento che non sono conformi alla legge.
  Le vie di legge sono scritte nella legge. Se il Governo intende seguirle, se ne assuma la responsabilità, motivi e la Commissione di vigilanza, eventualmente convocata per valutare quell'atto, dirà la sua. Quelle sono le procedure previste, non altre. Questa è una non procedura. Io non ho capito di che cosa si tratti.
  La presidente della Rai rischia di fare cose che non sono conformi al suo incarico e alle funzioni di grande responsabilità che noi rispettiamo e che lei deve comunque seguire. Se il Parlamento sbaglia e sta sbagliando, non si deve perseverare nell'errore. Su questo mi pare che ci sia un fatto di natura pregiudiziale ulteriore, che sottoponiamo all'intera Commissione, la quale sta svolgendo un ruolo che non ho capito ancora quale sia: è un ruolo di tribunale politico improprio in difformità dalle leggi ?Pag. 5
  Il dibattito politico si può fare tutti i giorni e ovunque, lo facciamo tutti, mi pare liberamente. Quello non ci è precluso. Tuttavia, le procedure di un dato tipo vanno seguite secondo i canoni della legge, perché non sono un dibattito politico delle opinioni, delle critiche e delle contestazioni a chicchessia che possiamo liberamente esercitare nella nostra libertà non solo di soggetti politici, ma anche di persone.

  FRANCESCO VERDUCCI. Anch'io intervengo sull'ordine dei lavori e sulle questioni che sono state poste dai colleghi Gasparri e Brunetta. Io trovo molto opportuna, invece, l'audizione di questa mattina. Di questo abbiamo discusso in Ufficio di presidenza la settimana scorsa. Il fatto di avviare quest'istruttoria – l'abbiamo ribadito con una larga condivisione e con accenti assolutamente unitari nello scorso Ufficio di presidenza – rientra nelle funzioni di questa Commissione. Trovo che questa Commissione non possa esimersi dal chiedere che si accendano i riflettori su una vicenda che abbiamo conosciuto attraverso la lettera pubblicata da Il Fatto Quotidiano circa due settimane fa. Non sappiamo ancora se quella lettera indirizzata dal consigliere Verro all'ex Presidente del Consiglio Berlusconi sia vera o meno, ma certamente è interesse di questa Commissione, dell'opinione pubblica italiana tutta e del Parlamento, nei confronti di quello che si deve anche ai nostri concittadini, verificare l'assoluta entità di quello che è successo, a maggior ragione perché abbiamo vissuto in un passato recente intromissioni molto pesanti da parte dell'Esecutivo, del Governo, nei confronti della Rai, intromissioni che sono arrivate addirittura a interferire con la programmazione e con i palinsesti della nostra azienda.
  Ribadisco, quindi, che trovo assolutamente opportuna questa convocazione. Ringrazio la presidente del consiglio di amministrazione per aver risposto in maniera tanto sollecita alle richieste dell'Ufficio di presidenza della Commissione di indirizzo e di vigilanza. Il fatto che avvenga quest'audizione, naturalmente, non ne precostituisce l'esito. Dobbiamo ancora ascoltare la presidente. Siamo qui per questo e, quindi, è opportuno farlo. Io sin d'ora penso che alla fine di quest'audizione naturalmente dovremo valutare come andare avanti con questo percorso di istruttoria e che tipo di pronunciamento la Commissione debba esplicitare su questo caso così eclatante e tutto da chiarire.

  MAURIZIO ROSSI. Intervengo sempre sull'ordine dei lavori. Mi sento assolutamente indipendente in questa Commissione. Sapete che non faccio parte di alcun partito. Non conosco Verro. Analizzo semplicemente la situazione nella quale ci troviamo e mi rifaccio a un documento depositato in Commissione vigilanza il 25 novembre, un parere legale dello studio Loiodice in merito proprio alla revoca dei consiglieri. A parte il fatto che, se volete, potete andare a vederlo nella sua totalità, sul punto la Corte costituzionale ha spiegato che «il filtro della deliberazione della Commissione di vigilanza serve a contemperare il potere di revocare il soggetto nominato, che si giustifica per evitare che lo stesso divenga esente da responsabilità, con il necessario controllo da parte del Parlamento, che svolge il ruolo di massimo garante dell'adempimento, da parte dei membri del consiglio di amministrazione».
  Il parere legale scrive che «alla luce del quadro normativo e della relativa giurisprudenza costituzionale, risulta evidente il dovere della Commissione di valutare con molta attenzione condotte che possano integrare inadempimenti e quindi segnalare gli accertati inadempimenti agli azionisti di Rai, sollecitare gli stessi azionisti a porre in essere gli strumenti che l'ordinamento giuridico appronta e in particolare sollecitare l'esercizio del potere di revoca delle amministrazioni la cui condotta ha concretizzato il predetto inadempimento».
  Sulla base del parere legale che ho e che, peraltro, potete anche richiedere, perché è agli atti, a me sembra che non sia, come dice il collega Gasparri – la sua può essere un'interpretazione, ma io ne ho Pag. 6un'altra – il MEF che deve chiedere a noi il parere, al quale poi deve comunque adeguarsi. Mi pare che anche noi, se veniamo al corrente di una situazione, abbiamo il dovere di aprire una indagine e poi di riferirne al MEF. A quel punto dovrebbe essere il MEF a convocare un consiglio di amministrazione e a revocare eventualmente il consigliere.

  NICOLA FRATOIANNI. Anch'io voglio ringraziare la presidente Tarantola per la sollecitudine con cui ha risposto. Questa discussione l'avevamo già fatta, per la verità. Mi pare che fossimo giunti a un punto di equilibrio e di buonsenso di fronte a un fatto che è diventato pubblico. Lo voglio dire all'onorevole Brunetta: quella lettera non è stata consegnata brevi manu a qualche commissario che l'ha utilizzata. È diventata fatto pubblico, che sia vera o no. È diventata un fatto di pubblica conoscenza della pubblica opinione.
  Di fronte a questo elemento credo che la Commissione di vigilanza abbia il dovere di verificare quello che il consiglio di amministrazione ha inteso fare e di contribuire all'accertamento, se possibile, dei fatti, perché questo rientra, se non nelle funzioni più specifiche di questa Commissione, certamente nelle responsabilità politiche del Parlamento e, quindi, precisamente della Commissione di indirizzo e vigilanza.
  Questo è ciò che oggi facciamo ascoltando quello che in merito ci dirà la presidente, senza per questo definire preventivamente alcun esito che sia previsto o meno da pareri legali, come adesso il commissario Rossi ci ha ricordato. Su questo ci sono – e, ovviamente, è sempre possibile che ci siano – diverse interpretazioni. Abbiamo già discusso anche di questo nella scorsa riunione dell'Ufficio di presidenza, ma questo è un passo che arriva dopo. Noi abbiamo deciso di fare intanto un'altra cosa, ossia di provare a contribuire a un approfondimento di una vicenda che nell'opinione pubblica ha provocato, credo, reazioni non tra le migliori nel dibattito su un'Istituzione importante come quella del servizio pubblico radiotelevisivo. Non solo, quindi, credo che ci siano tutte le condizioni per andare avanti, ma ribadisco anche che è necessario andare avanti e svolgere su questo fino in fondo il nostro lavoro.

  PINO PISICCHIO. A me pare che siano giuste le considerazioni svolte in ordine alla non configurabilità in alcuna maniera e in alcuna dimensione, seppure surrettizia o politicamente limitrofa, di questo consesso come organo giurisdizionale. Ci mancherebbe altro, non esiste. Non è questa la nostra funzione, non è questo il nostro compito. Credo sia opportuno, ma mi pare che su questo presupposto ci siamo mossi, chiedere di incontrare il consiglio di amministrazione della Rai nella persona della sua presidente per appurare cosa stia accadendo. Voglio dire con molta franchezza – il presidente mi correggerà se ricordo male, ma non credo – che stiamo cercando di appurare informazioni anche a tutela del consigliere Verro, perché siamo in uno Stato di diritto. Non mi pare che si possa immaginare di condannare alcuno, né mediaticamente, né dal punto di vista della sua condizione di reità non provata, prima ancora di capire che cosa stia accadendo.
  Ricordo che noi – mi corregga il presidente se la mia memoria mi inganna; in questi giorni abbiamo talmente tanto ascoltato di Rai che qualche baluginamento traverso può anche intervenire nella nostra memoria – avevamo anche programmato di convocare Verro in questa nostra Commissione di vigilanza. Comprendo le sottolineature poste da alcuni colleghi, ma non diamo già l'esito di un percorso istruttorio dal punto di vista dell'attingimento di informazioni che ci siamo posti. Questo sarà completato, a me pare, anche dopo l'ascolto del consigliere di amministrazione Verro, che ci riferirà le sue ragioni. A questo punto, forse, presidente, sarebbe il caso di procedere all'audizione.

  ENRICO BUEMI. Presidente, come ho già detto nella precedente riunione, avrei Pag. 7ritenuto utile accertare in via prioritaria, anche attraverso un rapporto epistolare con la presidenza della Rai, se questa missiva risulti essere vera oppure no e se sia stata smentita dall'interessato attraverso un rapporto interno. Detto questo, però, oggi siamo qui e, quindi, sarà utile che la presidente su queste questioni esprima il suo punto di vista in maniera chiara e rispondente alle situazioni formali e sostanziali che evidenziano questi fatti.
  Per la verità, invece, mi stupisco, presidente, ma l'ho già detto in altra occasione, che quest'oggi si dedichi questa riunione con la presidente a un argomento di tale rilevanza, trascurando quello di più grande rilevanza che è sui giornali in queste settimane e in questi giorni, che ha scadenze ravvicinatissime e che riguarda l'assetto complessivo dell'istituzione radiotelevisiva. Noi ci concentriamo, invece, su un aspetto certamente importante di deontologia e anche di tutela democratica, ma trascuriamo completamente questo elemento. Io avrei preferito che ci dedicassimo in maniera preventiva al punto riguardante la governance, con qualche rilievo. Non sono un esperto di diritto, né intendo imporre il mio punto di vista ad altri, ma nella storia soltanto i colpi di mano vengono definiti tali in questa maniera, ossia le operazioni che vedono prima la riforma degli assetti interni di un'azienda e poi la riforma dell'assetto più complessivo e della sua governance. A me pare che qui abbiamo ribaltato completamente la logica. Prima sistemiamo le bandierine, dopodiché decidiamo chi deve mettere il timbro del notaio su questo riassetto, peraltro, già approvato, a quanto mi risulta, dal Consiglio dei ministri.

  PRESIDENTE. Ne parleremo domani. Rimaniamo sull'ordine dei lavori.

  ENRICO BUEMI. Torno sul punto. Il presidente del consiglio di amministrazione della Rai, trattandosi di società per azioni, ha una rappresentanza e una responsabilità complessiva dell'azienda. Anche se il compito di definire l'assetto interno della Rai compete al direttore generale, il presidente del Consiglio di amministrazione, ovvero il presidente della Rai, ha il dovere di tutelare, a mio avviso, questa impostazione. Pertanto, se la presidente me lo consentirà, le porrò qualche domanda nel merito già oggi.

  PRESIDENTE. Grazie per gli interventi. Non intendo in alcun modo sconvocare la Commissione odierna, anche perché è stata decisa in Ufficio di presidenza, con un accordo tra i Gruppi parlamentari, con cui abbiamo deciso di intraprendere questo percorso. Rispetto alla questione dell'atto illecito, non so – lo chiederemo anche a Verro, a sua tutela; perciò converrà convocarlo in Commissione – se Verro, in questo caso, abbia provveduto già lui stesso a fare una denuncia alla procura della Repubblica per calunnia, per falso o per furto della lettera. Se non l'ha fatta lui, non vedo perché non potremmo noi iniziare un'istruttoria per comprendere cosa sia successo, a tutela prima di tutto dei cittadini italiani che ci guardano e poi della verità di ciò che è successo.
  La Commissione può tranquillamente riunirsi. Ha il dovere e il diritto di riunirsi, ha il dovere e il diritto di parlare di questo argomento e ha il dovere e il diritto di convocare la presidente del consiglio di amministrazione per vedere chiaro all'interno di questa situazione. Oltretutto, come avevo già detto in Ufficio di presidenza, c’è anche l'interpretazione, come ha ricordato anche il collega Rossi, della sentenza della Corte costituzionale n. 69 del 2000 che ci attribuisce questa funzione. Ricordo che non si tratta di una funzione di revoca di un consigliere di amministrazione, ma di un procedimento in cui possiamo elaborare un parere, un atto o una richiesta all'Assemblea dei soci della Rai, perché possiamo procedere con un'azione uguale e contraria. Pertanto, andrei avanti, anche perché la legittimità di questa riunione di oggi è stata già asserita durante l'Ufficio di presidenza in Pag. 8cui tutti i Gruppi parlamentari che hanno deciso di procedere con questa istruttoria.
  Do la parola alla Presidente Tarantola.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Grazie e buongiorno a tutti. Vorrei iniziare con una ricostruzione dei fatti. È già stata citata la pubblicazione, avvenuta il 19 febbraio, di questa lettera a firma del consigliere Verro indirizzata all'allora Presidente del Consiglio onorevole Silvio Berlusconi. Il contenuto, lo sottolineo, se veritiero – non lo sappiamo – fa emergere possibili ed eventuali profili di non coerenza del comportamento di un consigliere con gli obblighi previsti in capo al consigliere stesso dalle norme di legge e dalle norme interne dell'azienda, codice etico e regolamento dei lavori del consiglio di amministrazione. Considerato che si tratta di un consigliere ancora oggi in carica, in accordo con il presidente del collegio sindacale, sono state attivate le procedure interne, ossia la commissione stabile del codice etico. Questo è previsto perché sia l'attuale codice etico, sia il codice etico in vigore nel momento in cui il fatto sarebbe avvenuto si applicano anche ai consiglieri. Pertanto, si è ritenuto di attivare molto tranquillamente e serenamente le procedure interne dell'azienda.
  Peraltro, il collegio sindacale, che avevo sentito nella persona del presidente, ha ritenuto poi di riunirsi in una riunione nello stesso giorno, quando è stata attivata la commissione stabile del codice etico, ossia il giorno dopo la pubblicazione della lettera. Il collegio sindacale, come dicevo, ha ritenuto di riunirsi in seduta congiunta collegiale, di tutto il collegio, e l'intero collegio ha condiviso l'iniziativa di interessare la commissione stabile del codice etico. La commissione è quindi pienamente e validamente interessata, con il compito di procedere – questo ve lo dico molto specificamente, anche per rispondere indirettamente ad alcune delle domande – all'istruttoria per la ricostruzione in fatto della vicenda. Non sappiamo se la lettera sia vera o no. Non sappiamo se sia stata, come diceva l'onorevole Brunetta, illecitamente sottratta. Non lo sappiamo. Non sappiamo da dove arriva. Pertanto, il codice etico, di fronte a un fatto che può, se veritiero, avere rilevanza, è incaricato di procedere all'istruttoria per la ricostruzione in fatto della vicenda.
  Le regole interne prevedono due ordini di istruttoria: l'istruttoria della commissione stabile del codice etico, che è in corso, e l'istruttoria di quello che posso chiamare il comitato dei presidenti. Il risultato dell'istruttoria della commissione stabile del codice etico viene consegnata al presidente del consiglio di amministrazione, al presidente del collegio sindacale e al presidente dell'organismo di vigilanza, proprio per la delicatezza legata al fatto che si sta parlando di un consigliere. La commissione del codice etico non può fare una valutazione complessiva. Fa la valutazione della ricostruzione di fatto e la consegna ai tre presidenti, i quali fanno una loro ulteriore valutazione di più ampio respiro, tenendo anche conto degli aspetti e dei profili di norme di legge. I risultati di questo secondo grado di valutazione vengono portati all'intero consiglio di amministrazione, il quale è poi tenuto ad assumere le conseguenti determinazioni, tra cui, per esempio, la convocazione dell'Assemblea dei soci ai fini di adottare le misure idonee previste dalla legge o dallo Statuto.
  A questo punto, quindi, siamo nella prima fase dell'istruttoria. Aspettiamo che questa prima fase sia completata e poi quello che ho chiamato comitato dei tre presidenti farà le sue valutazioni per le successive comunicazioni al consiglio di amministrazione. Credo che, in questo modo, l'azienda si sia mossa con estremo equilibrio – lasciatemelo dire – e anche con molta attenzione nell'interesse di tutti, dell'azienda e dell'interessato, perché anche l'interessato deve essere tutelato in un'istruttoria equilibrata e a tutela di tutti, dell'azienda e, ovviamente, dell'interessato.
  Vorrei poi aggiungere – e termino, perché non ho molto altro da dire – che nella riunione del consiglio di amministrazione del 26 febbraio ultimo scorso il consigliere Verro ha reso una dichiarazione che lui stesso, personalmente sentito da me, mi ha dato la possibilità di comunicarvi Pag. 9e che vi riporto testualmente: lui non ricorda di aver materialmente scritto la lettera, ma riconosce che il contenuto della stessa riflette quanto fatto oggetto di suoi reiterati interventi nel consiglio di amministrazione e anche sulla stampa.
  Non avrei farei altro da aggiungere su questo tema.

  RENATO BRUNETTA. Ringrazio la Presidente Tarantola e ribadisco la richiesta iniziale che avevo fatto: la Rai, di cui lei è legale rappresentante, ha provveduto a dare informazione, oltre che al comitato etico e agli altri organi che così correttamente lei ci ha descritto, anche all'autorità giudiziaria ?

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. No, perché siamo in attesa dei risultati dell'istruttoria. Non conosciamo proprio la ricostruzione in fatto della vicenda.

  RENATO BRUNETTA. La ringrazio, ma, se così stanno le cose, di che stiamo parlando oggi qui ? Lei non è responsabile, me ne rendo conto, ma di che stiamo parlando ? C’è un procedimento interno di un'azienda che, secondo le sue regole, sta definendo un procedimento per appurare se qualcuno abbia rubato il caffè, o la carta da lettere e, se sì, perché e in che modo, secondo le sue procedure. Sta appurando se c’è il caffè e se è stato rubato e l'azienda lo sta facendo secondo le sue regole. Gliene do atto. Data la rilevanza dell'evento, però, ne avrei informato anche l'autorità giudiziaria, ma questo fa parte della sensibilità del legale rappresentante. Di fronte alla rilevanza esterna di questo fatto, io avrei informato anche l'autorità giudiziaria, ma, ripeto, questo fa parte della sensibilità del presidente. Visto, però, che siamo ancora a questo stadio, ripeto, di che stiamo parlando ?
  Se noi deliberassimo qualcosa in questa sede e tra una settimana il comitato etico ci dicesse che non c’è la lettera e non ci sono i contenuti, su cosa avremmo deliberato ? Di cosa avremmo discusso ? Non è il caso – io penso questo – di attendere gli esiti ? Ripeto, spero tanto che il consigliere Verro si sia tutelato personalmente lui almeno, se non l'ha fatto l'azienda della quale lui è consigliere di amministrazione, denunciando quanto avvenuto.
  Nell'attesa delle procedure interne, però, ripeto ancora una volta, presidente: di che stiamo parlando ? Di una chiacchiera, di un falso, di una lettera vera o verosimile ? Che i contenuti siano verosimili l'ha dichiarato Verro alla presidente, come ci ha detto, e sono, per esempio, da me assolutamente condivisi. Il fatto della faziosità, per esempio, del pubblico nei talkshow è una cosa aberrante, che non avviene in nessun'altra televisione al mondo.
  Detto questo, però, di fatto di che stiamo parlando ? È la quarta volta che lo chiedo. Ringrazio la presidente per la sua chiarezza e la invito ancora una volta a valutare se sia il caso di fare una denuncia all'autorità giudiziaria, in quanto titolare del buon andamento dell'azienda e, quindi, anche della tutela della privacy, se per caso la lettera fosse vera. Siamo ancora all'interno di un circolo vizioso. Tuttavia, ripeto, dopo le parole chiarissime della presidente Tarantola: di che stiamo parlando, Presidente Fico ?

  RAFFAELE RANUCCI. Innanzitutto vorrei ricordare, a difesa della presidente Tarantola, che l'abbiamo convocata noi. La presidente è qui convocata da noi, da un Ufficio di presidenza. Non credo che siamo tenuti a fare alcun tipo di processo e a emanare alcuna delibera oggi nei confronti del consigliere Verro e di questa vicenda. Mi sembra che la presidente abbia fornito una ricostruzione dei fatti e di quello che in questo momento sta mettendo in atto la Rai per arrivare a una chiara visione di ciò che è successo, anche e soprattutto – io sono un garantista – a difesa del consigliere Verro. Questo, secondo me, è un procedimento giusto. La presidente ci ha raccontato quello che sta facendo. Quando avrà i risultati, forse la riconvocheremo per sentire che cosa succederà. Non credo che oggi dobbiamo esprimere alcun giudizio. Mi sembra che Pag. 10dovremo tenere in considerazione i risultati dell'indagine interna che sta facendo la presidente. Soprattutto è importante che questa Commissione, che si chiama «di vigilanza», vigili su quello che accade all'interno.
  Pertanto, ritengo giustissimo che sia stata convocata in Commissione. La presidente ci ha detto quello che sta accadendo. Non credo che ci siano i presupposti, tantomeno se non lo ha fatto il consigliere Verro, perché non sappiamo se questo sia un documento falso, se sia un documento vero, o se sia stato rubato, che si possa fare una denuncia all'autorità giudiziaria, tanto meno se non l'ha fatto il soggetto a cui fa riferimento il fatto. Quindi, la ringrazio, presidente, e auspico che al più presto all'interno si faccia chiarezza. Su quel risultato di indagine interna noi riconvocheremo – mi rivolgo al presidente – la presidente e vedremo se dovremo far rilevare al socio Ministero del Tesoro che ci sono delle problematiche all'interno del consiglio di amministrazione. Saranno loro poi a prendere, credo, i provvedimenti necessari.
  Lasciatemi fare anche una piccola sottolineatura. Stiamo parlando dei prossimi quattro mesi, in cui stiamo rivoluzionando la Rai, che quindi cambierà. Probabilmente, quando arriveremo alla conclusione, non avremo nemmeno più questo presidente. Mi auguro che lei rimanga presidente, ma probabilmente non avremo né questo consigliere e presidente, né questo consiglio, né questo direttore generale. Stiamo parlando di che cosa ? Dobbiamo, però, venire a conoscenza se sia vero che qualcuno abbia agito in un modo non lineare e conforme con la dignità e i presupposti di una televisione italiana, «la» televisione italiana, che è tanto importante nel nostro Paese.

  NICOLA FRATOIANNI. Vorrei rassicurare il presidente Brunetta che oggi non siamo chiamati ad alcuna deliberazione. Questa è un'audizione e, quindi, come dice la parola, siamo qui per ascoltare. Abbiamo ascoltato e per me è stato utile farlo. Abbiamo fatto quello che dovevamo e che avevamo deciso di fare, ossia chiedere alla presidente della Rai, come faremo con altri attori di questa vicenda, qual è la valutazione e che cosa si sta facendo. Mi sembra che la presidente ce lo abbia riferito. Aggiungo che questo lavoro d'istruttoria, che prevede un percorso prima che qualsiasi eventuale e possibile deliberazione possa o meno essere presa, è a tutela di tutti, compresi naturalmente il consigliere Verro – ci mancherebbe – e anche i cittadini di questo Paese e del loro diritto ad avere un rapporto con la politica, in particolare con l'Esecutivo, qualunque esso sia (questo vale per l'Esecutivo di allora come per l'Esecutivo di oggi, nel rapporto con l'informazione pubblica), e con un'Istituzione rilevante per la democrazia di questo Paese.
  Dico anche che – aspetterò con interesse di ascoltare direttamente il consigliere Verro – le parole che la presidente, su diretto mandato del consigliere, come peraltro ha specificato, ci ha riferito sono parole che, dal mio punto di vista, hanno un qualche interesse. A prescindere dalla veridicità di quel pezzo di carta, che non sono naturalmente in grado in alcun modo di verificare – non posso sostituirmi ad alcun organo in grado di svolgere questo mestiere – e a prescindere dalla memoria del consigliere sulla redazione effettiva di quella lettera o meno, il fatto che si tratti di parole nelle quali lui si riconosce, perché più volte espresse in più occasioni, è una questione che mi fa molto riflettere. Un conto è riconoscersi in una valutazione rispetto al carattere più o meno tendenzioso di una trasmissione, un conto è riconoscersi in parole che, come abbiamo letto, peraltro in un testo di cui va verificata – lo dico per l'ennesima volta – la veridicità, hanno per oggetto anche l'intento, magari non riuscito, di intervenire direttamente con i famosi paletti e strettoie organizzative. Sono tutte cose che non mi sembrano nelle competenze e nelle funzioni di chi svolge quel ruolo. Pertanto, credo che l'audizione di oggi sia un'audizione utile e penso che dobbiamo andare Pag. 11avanti così. Per quello che mi riguarda di questo non dovevamo parlare, ma questo dovevamo ascoltare.

  MAURIZIO GASPARRI. Del merito delle vicende, delle trasmissioni e della loro faziosità o meno discuteremo quando ce ne sarà occasione. Se ne discute da alcuni decenni. Peraltro, se dovessi entrare nel merito, direi che alcune cose che ho letto, vere o false che siano, sono addirittura minimaliste rispetto a ciò che si vede tutti i giorni in televisione, sulla Rai come altrove. Questo fa parte, come ho detto nel mio precedente intervento, del libero dibattito e dell'idea che tutti possono esercitare, anche se fanno parte del Consiglio di amministrazione della Rai. Basta vedere la televisione per dire che Tizio o Caio conduce con faziosità o che il pubblico...
  Io vado alle trasmissioni e vedo il pubblico. In alcune trasmissioni c’è sempre la stessa gente che fa sempre gli stessi applausi. Potrei dirne, se lo sapessi, anche nome e cognome. Anzi, farò anch'io un'inchiesta a quelli che vorranno fornirmi le loro generalità, visto che la privacy consente loro di non darmele, e chiederò: «Lei quante volte è venuto alla trasmissione x o y ? Per chi vota ?» Forse mi risponderanno: «Non sono tenuto a dirglielo». Se me lo dicessero, però, informerò la presidente Tarantola. Anche se fossero false, quelle della lettera sono delle banalità. Sono cose banali. Io le archivierei per banalità. Detto questo, ringrazio la presidente Tarantola, che si è attenuta esattamente a ciò che auspicavamo, ma che abbiamo già letto sui giornali. L'abbiamo scomodata, dunque, e me ne scuso io, come vicepresidente del Senato, perché non ho competenze nella Commissione, perché queste cose erano già scritte sui giornali. La procedura andrà avanti e, quando avremo degli elementi, ne discuteremo. Peraltro, sull'autonomia dei consiglieri porrò in quella sede un'altra questione, che pongo già adesso. Giorni fa ho letto che il Ministro Padoan ha detto, in un'intervista che ho conservato: «Il consigliere di rappresentanza mio voterà come dico io sul Piano dei telegiornali». L'ha detto in un'intervista. Così si è verificato. Mi risulta che il consigliere, nella fattispecie Pinto, sia designato – sì – in base alla legge dal Ministero dell'economia e delle finanze, ma per fare il consigliere di amministrazione, esercitando la sua funzione secondo la sua coscienza. Ricordo, infatti, che Pinto in questa sala è venuto a contestare, insieme a tutto il Consiglio, il prelievo forzoso dei 150 milioni di euro su cui la Rai ha fatto anche una procedura, credo, di ricorso, o comunque ha contestato la scelta del Governo. Pinto, in quella sede, su un atto del ministro dell'economia più di ogni altro, perché si trattava di soldi, ha dimostrato la sua autonomia di consigliere venendo qui a dirci, insieme ad altri sette – mi pare che fossero sette consiglieri su nove – che era contrario a un atto del Governo in materia economica, al quale si sarebbe dovuto attenere, invece, secondo le direttive del Ministro Padoan. Segnalo, quindi, alla Commissione questa violazione del Ministro dell'economia Padoan, che, in una pubblica intervista, ha detto come avrebbe votato il consigliere, che poi ha votato come ha detto il Ministro Padoan. Come funziona l'autonomia dei consiglieri, posto che lo stesso Pinto, invece, qui – ne siamo stati testimoni tutti – è stato libero di dire una cosa critica nei confronti del Governo, perché era un consigliere che si è determinato secondo la sua libera coscienza ? Lui non va in consiglio perché la mattina gli manda il «pizzino» il Ministro Padoan. A differenza della lettera di Verro, che forse è falsa, l'intervista del Ministro Padoan è vera, e rappresenta una violazione gravissima del codice civile, che io denuncio pubblicamente nella Commissione. Chiedo, quindi, l'audizione del Ministro Padoan e di Pinto sulla violazione del mandato del consigliere Pinto attraverso un'intervista intimidatoria del Ministro Padoan.

  PRESIDENTE. La informo solamente che nel prossimo Ufficio di presidenza, che si terrà a margine della Commissione, uno dei punti all'ordine del giorno è proprio l'audizione del Ministro Padoan.

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  ENRICO BUEMI. Presidente Tarantola, la ringrazio di essere venuta qui e di averci detto le cose che ci ha detto. Non ci poteva dire altro, per la verità. Mi rammarico e le chiedo scusa per il fatto che l'abbiamo fatta venire qui per una precisazione che sarebbe potuta avvenire, come dicevo prima, attraverso un semplice rapporto epistolare. Certamente ci troviamo di fronte a una situazione complessa, che riguarda sicuramente, almeno in via presuntiva, il comportamento di un consigliere, ma anche altri soggetti. Come, per inciso, dicevo al collega Brunetta, ci troviamo di fronte a un'ipotetica violazione della riservatezza della corrispondenza, principio garantito dalla nostra Costituzione, oltre che dal codice penale, a un furto, trattandosi di documento interno all'azienda, immagino, e a un reato di ricettazione, perché del furto è stato fatto utilizzo esterno, con relativo vantaggio economico o altro.
  Personalmente, penso che di queste questioni si dovrebbe occupare l'autorità giudiziaria. Capisco che qualcuno – non dico lei, presidente – nel suo ambiente potrebbe avere preoccupazione per un eventuale intervento dell'autorità giudiziaria, ma ritengo che di queste problematiche, proprio per l'opacità con cui avvengono, sarebbe utile che si occupassero coloro che sono preposti a ogni forma di illegalità. È anche vero che non so bene se l'attivazione dell'autorità giudiziaria, se non da parte sua, presidente, debba avvenire in questo caso soltanto con querela di parte. Tuttavia, in attesa della querela del consigliere Verro e in attesa, ovviamente se le cose corrispondono in maniera diversa da quella che lui ritiene, che la commissione interna faccia il suo corso, ribadisco la necessità di un confronto con la presidente della Rai. Inoltre, chiedo se vogliamo dedicare un po’ della mattinata, visto che abbiamo fatto tutti un viaggio quasi inutile, alla questione delle questioni, che non escludo sia il motivo per questa sollevazione in diretta della lettera del consigliere Verro. Di fronte all'incertezza del fatto, discutere del fatto, francamente, mi fa venire il dubbio che non si voglia discutere di altro.

  PRESIDENTE. Sempre per chiarezza, all'interno di questa Commissione discutiamo di qualsiasi tipo di fatto e le convocazioni avvengono con un ordine del giorno stabilito in Ufficio di presidenza.

  ENRICO BUEMI. Lo so, purtroppo avviene così: basta avere i numeri per non fare niente.

  AUGUSTO MINZOLINI. Io in parte, invece, sono contento che stiamo affrontando questo argomento, per un motivo molto semplice, ossia perché mi sembra che stiamo dando vita al festival dei paradossi, delle ipocrisie e delle congetture, e spiego perché. Sono d'accordissimo con la relazione che ha fatto la presidente, la quale dice che di fatto non sappiamo da dove arriva questa lettera. Sappiamo, però, quando arriva. Arriva esattamente ora che la Rai sta affrontando un tema particolarmente delicato e interessante. Arriva in un momento del genere e, chiaramente, almeno dal mio punto di vista, getta un'ombra, perché, purtroppo, in quest'azienda – io ci sono stato – molto spesso si regolano i conti con questi meccanismi. Ogni tanto esce fuori qualcosa o esce un altro tipo di iniziativa. Purtroppo, è una cattiva abitudine che molto spesso avviene negli ambienti in cui c’è politica, e non solo politica.
  Il punto che mi pongo, quindi, innanzitutto è: perché ? Da quanto ho capito io, se andiamo a vedere le ultime iniziative del consigliere Verro, che non sono quelle del 2010, vediamo che riguardano il «no» all'esproprio dei 150 milioni da parte del Governo e il «no» a questo sistema nuovo di informazione, alla rivoluzione dell'informazione Rai, che affronteremo addirittura domani con il direttore generale. Anche questo è un elemento su cui si dovrebbe riflettere, tanto più perché non credo che i temi siano slegati da quando avvengono. Molto spesso le cose avvengono anche perché si vogliono pilotare. Siamo Pag. 13in un'azienda di comunicazione, in cui molto spesso si può creare un'atmosfera per cui alla fine passi una riforma controversa. Io penso che, da questo punto di vista, può anche essere questa la vera ratio di questo ritorno al passato.
  In più, voglio fare una piccola riflessione, collegandomi a quanto detto dal collega Buemi. Allora ci fu questo tentativo, ma il sistema rispose. In altre parole, ci fu tutto quello che avvenne, perché di fatto, alla fine di tutta quella operazione di cui si parlò, rimase, se c’è, quella lettera di Verro o comunque le dichiarazioni di Verro sui giornali. In quella Rai, cioè nella Rai che stiamo forse abbandonando, c'era un elemento che era fondamentale molto più dei costi di cui parliamo e che si potrebbero risolvere in maniera diversa, che era il pluralismo. Io ero lì allora. Non troverete mai una dichiarazione del sottoscritto che dicesse: «Via Travaglio o via Santoro dalla Rai». Ho sempre detto che nella Rai ci devono essere Minzolini, Santoro, Travaglio, la Berlinguer e tutto il resto. Stiamo andando invece, ed è su questo che dovrebbe riflettere questa Commissione, su un altro sistema, in cui c’è un meccanismo piramidale che parte dall'informazione, ma che arriverà anche ai talkshow, perché non è possibile avere due modelli diversi. Alla fine, se fosse necessario che un Presidente del Consiglio non volesse avere questo, quello o quell'altro, non dovrebbe fare tutto questo problema che viene assolutamente tirato in ballo: basterebbe una telefonata, non ci sarebbe bisogno di fax.
  Su questo rifletterei, quando andiamo a parlare di una vicenda, quella di domani, che è estremamente legata a quella di oggi. O ci facciamo prendere in giro, o altrimenti, se dobbiamo affrontare la questione, affrontiamola parlando di com'erano gli anticorpi che esistevano nel sistema precedente e di come nessun anticorpo probabilmente porterà alla gestione della televisione pubblica nel prossimo futuro. Pertanto, sono contento che questa vicenda sia avvenuta, perché almeno si può riflettere su un tema, che può essere scabroso o meno, ma che ha dimostrato che alla fine quel tipo di sistema certe cose le garantiva. Il futuro mi sembra completamente oscuro, soprattutto tenendo conto di quello che sento dire, sia dal punto di vista della riforma delle news, sia per quanto riguarda la riforma della governance.

  MIRELLA LIUZZI. Grazie, presidente. Grazie anche alla presidente della Rai. Io, invece, credo che quest'audizione sia stata utile e sia servita soprattutto perché le sedi parlamentari contano ancora qualcosa. Non contano soltanto i giornali e le interviste. È anche bene, quindi, che vengano dette delle cose in streaming in audizioni pubbliche e in trasparenza. Grazie di questo momento di confronto.
  Prendiamo atto di quanto è stato detto e prendiamo atto delle procedure interne che si stanno verificando e che il consiglio di amministrazione, tramite la Commissione e i vari passaggi che ha spiegato la presidente Tarantola, sta attuando. È anche interessante quanto riportato dalla presidente riguardo le dichiarazioni del consigliere Verro, che aspettiamo di audire anche in questa sede, perché vorremmo ben capire se il fax non ricorda di averlo scritto o non l'abbia scritto. Secondo il Fatto Quotidiano, erano diverse le dichiarazioni. A chiosa di tutto ciò, vorrei anche dire che ora stiamo parlando di questo caso, ma probabilmente in altre circostanze avremmo parlato di altre ingerenze della politica, e questo perché, nel momento in cui i consiglieri di amministrazione vengono in un certo senso nominati dalla politica, avremo sempre questo tipo di problemi, sia da un partito politico, sia da un altro. Purtroppo, se non limiteremo l'ingerenza della politica nel consiglio di amministrazione della Rai, continueremo a parlare sempre di presunte lettere, di presunti fax e di presunte telefonate.

  PAOLO BONAIUTI. Volevo fornire un veloce suggerimento al presidente della Commissione. Sono contento che sia stata affrontata la questione del Ministro Padoan in merito alle sue dichiarazioni, di cui avevamo parlato...

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  PRESIDENTE. Si deve affrontare.

  PAOLO BONAIUTI. Si deve affrontare. Proprio perché la si deve affrontare, faccio presente che c’è un precedente, che lei magari non conosce perché ancora non era in questa Commissione, né esisteva il Movimento 5 Stelle, ed è la questione che vide opposto me al Ministro Padoa Schioppa, allora ministro dell'economia, con una decisione del TAR in merito. Questo è un precedente di cui non possiamo fare a meno. Invito, quindi, gli organi competenti della Commissione a prendere in mano quelle carte e a rivedersi l'episodio.

  FRANCESCO VERDUCCI. Voglio ringraziare la Presidente Tarantola per quanto ha detto. Trovo quest'audizione, il fatto di averla svolta e i contenuti che qui sono stati riferiti importanti. Naturalmente, devo dire anche che sono soddisfatto per la procedura che la presidente ha voluto immediatamente attivare su un fatto che non è assolutamente banale e che non solo noi, in quanto Commissione di vigilanza – l'abbiamo detto precedentemente – ma neanche, in primo luogo, l'azienda avremmo potuto esimerci dall'affrontare. Dobbiamo contestualizzare questo episodio, di cui dobbiamo, naturalmente, verificare tutti i contorni, iniziando dalla sua veridicità.
  In merito apro una parentesi. Qualora fosse vera una lettera di un consigliere di amministrazione indirizzata al Capo del Governo, noi saremmo, com’è evidente, di fronte a qualcosa di inusitato, di mai avvenuto. Qualora fosse vera, saremmo di fronte a una situazione che trovo davvero enorme nella sua gravità. Il contesto di questa vicenda, che interessa, naturalmente, anche i lavori di questa Commissione e che interesserà anche l'istruttoria dell'azienda, consiste nell'indagare sull'eventuale rapporto distorto tra il consiglio di amministrazione e i suoi membri e il potere esecutivo, il Governo di questo Paese e nel verificare atteggiamenti che eventualmente abbiano leso l'autonomia dell'azienda. Penso che questo sia il contesto e che questo competa a noi appurare.
  Dico di più, rifacendomi anche al dibattito che qui c’è stato anche questa mattina. Parallelamente ai nostri lavori, che sono di vigilanza e anche di indirizzo nei confronti dell'azienda, ci sono i lavori del Parlamento in queste settimane. Spero che questi lavori del Parlamento possano accelerare su una riforma della governance che rafforzi l'autonomia e l'indipendenza dell'azienda.
  In conclusione, in merito anche alle ricostruzioni fatte adesso dal collega Minzolini, alle cose che vogliamo appurare e che, in primo luogo, vorrà appurare la presidente del consiglio di amministrazione, di cui qui cito anche un passaggio che si richiama all'eventuale profilo di non coerenza del comportamento – questo voglio sottolinearlo – penso che si possa parlare anche dal nostro punto di vista, qualora venisse accertato il caso nella sua veridicità, di un atteggiamento incompatibile con il ruolo dell'interessato. Ad ogni modo, voglio ricordare, in merito anche a quanto diceva il collega Minzolini, che questa vicenda non è asettica. Riguarda un vissuto del rapporto tra il Governo, il potere esecutivo, e l'azienda, che in passato ha significato anche estromettere dal nostro servizio pubblico professionalità di assoluta qualità, con un danno al pluralismo, ma anche con un danno economico, commerciale e competitivo alla nostra azienda. Per tutti questi motivi ringrazio la presidente Tarantola e penso che questa istruttoria debba andare avanti.

  FEDERICO FORNARO. Voglio ringraziare la presidente ed esprimere un giudizio favorevole per la scelta compiuta, che trovo molto rispettosa delle garanzie e anche della delicatezza delle questioni poste. Credo che la procedura interna delineata sia ineccepibile e ritengo che l'individuazione di questi tre livelli possa garantire anche un equilibrio di giudizio che è assolutamente necessario. Mi sento solo di fare, in qualità di componente della Commissione, alla presidente Tarantola un'unica raccomandazione, relativa ai tempi. È del tutto evidente che lasciare questa situazione per troppo tempo rischierebbe Pag. 15di compromettere questo lavoro e quest'attenzione definita dalla procedura. La raccomandazione è che i tempi di questa procedura siano, compatibilmente con la complessità delle questioni, il più possibile brevi.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Grazie, presidente. Grazie, presidente Tarantola. Questa mattina ci stiamo incontrando per quest'audizione, che ha consentito a ciascuno di noi di manifestare il pensiero rispetto a una vicenda che qualcuno qui, però, ha voluto considerare anche un possibile polverone in un momento in cui ci sono grandi temi che si dibattono all'interno della Rai e in sede politica, peraltro in una situazione prossima alla fine del vostro mandato. Mi viene, quindi, facile sollevare il pensiero e lo sguardo al di là di questa possibile nebbia. Vorrei chiederle alcune cose concernenti il suo ruolo a quattro mesi dalla fine del vostro mandato, in particolare sui due temi fondamentali, che sono quello di Rai Way, il Piano news e anche la prospettiva di B2 che dal 2017 probabilmente metterà in grande preoccupazione tutto il sistema televisivo con il trasferimento delle frequenze TV per liberare la banda 700.
  Le chiedo innanzitutto che cosa pensa della separazione di mestieri tra produttori di contenuto e reti di trasmissione. Lei è favorevole o contraria ?
  Ancora, le chiedo che cosa pensa dell'idea di un gestore unico...

  PRESIDENTE. Senatore Scavone, capisco il senso della sua domanda, ma siamo veramente fuori dai temi all'ordine del giorno.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. L'ordine del giorno, presidente, è l'audizione del presidente del consiglio di amministrazione della Rai, Anna Maria Tarantola...

  PRESIDENTE. Sul caso Verro.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Non è scritto. Per carità, se lei non mi vuole consentire di fare delle osservazioni e di utilizzare la presenza del presidente per ascoltare il suo pensiero su due temi fondamentali...

  PRESIDENTE. No, le sto dicendo una cosa in più. Poiché il tema che vuole trattare è di sicuro interesse della Commissione lo dico perché ascolto sempre tutti i commissari – su questo punto potremmo audire nuovamente la presidente del consiglio di amministrazione della Rai, proprio per avere tutte le risposte chiare su questa questione. Dopo faremo l'Ufficio di presidenza anche per ascoltare magari il Ministro Padoan. Le chiedo solo di intervenire sull'ordine del giorno. Prego.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Continuerò in questo senso. Se lei ritiene di non farmi proseguire, mi può interrompere. Ovviamente, mi adeguerò.
  Le chiedo ancora, su questa vicenda dell'OPA, che abbiamo visto tutti con una certa attenzione...

  PRESIDENTE. Onorevole Scavone, la tratteremo un'altra volta. È inutile in questo momento proseguire su questa questione, secondo me, perché non potremo avere una risposta esauriente.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Posso chiedere solo, presidente, se questa valutazione del 50 per cento delle azioni di Rai Way è legata a un errore in relazione al peso del presidente e alla valutazione del direttore generale o delle banche che hanno, invece, ovviamente, determinato la quotazione in borsa ?
  Posso chiedere un'ultima cosa, presidente ? Il Presidente Tarantola è venuto qui qualche mese fa dicendo che si sarebbero dovuti adeguare – lei e il consiglio di amministrazione – a un prelievo forzoso di 150 milioni che il Governo aveva imposto. Io questa questione non l'ho ancora capita. Non ho letto sulla stampa che questo sia stato fatto. Vorrei sapere se siano state fornite indicazioni al direttore Pag. 16generale per il prelievo, se è stato veramente fatto o meno, o se piuttosto non è stato fatto...

  PRESIDENTE. Senatore Scavone, siamo troppo fuori ordine del giorno.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Io sto parlando di Rai, presidente.

  PRESIDENTE. Sì, ma la devo invitare a concludere.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Se lei mi «stoppa», io sto zitto.

  PRESIDENTE. Sì, la «stoppo», allora. Grazie.

  ANTONIO FABIO MARIA SCAVONE. Grazie, presidente. Apprezzo la sua posizione di apertura rispetto ai temi veri della Rai.

  MAURIZIO ROSSI. Ritornando a quel parere legale, ricordo che questa Commissione è praticamente rappresentante del Parlamento. Abbiamo questo fondamentale compito. Non sono un difensore della Commissione di vigilanza a tutti i costi, assolutamente. Tuttavia, in questo momento, c’è un sistema in cui la Commissione di vigilanza ha una sua posizione specifica di controllo parlamentare. È quello che scaturisce proprio dalle sentenze della Corte costituzionale.
  Per questo motivo, presidente, mi permetta di aprire un inciso che la riguarda. Sinceramente, sono totalmente in disaccordo con le sue dichiarazioni in merito all'abolizione della Commissione, che lei vedrebbe sostituita dall'AGCOM. Mi meraviglia la sua posizione...

  PRESIDENTE. Non ho mai detto «sostituita dall'AGCOM». Mai.

  MAURIZIO ROSSI. Mi sembra che nell'intervista...

  PRESIDENTE. No, è totalmente sbagliato.

  MAURIZIO ROSSI. Allora, se è sbagliato, mi scuso. Comunque, sui giornali è stato scritto.

  PRESIDENTE. Devo ancora smentire, ma comunque questo è fuori tema.

  MAURIZIO ROSSI. Presidente, mi perdoni, ma, se io leggo questa dichiarazione, non capisco più chi è il mio presidente.

  PRESIDENTE. È sempre, anche lei, fuori tema. Cerchiamo di rimanere sull'ordine del giorno.

  MAURIZIO ROSSI. No, è in tema.

  PRESIDENTE. Concluda, prego.

  MAURIZIO ROSSI. È in tema per una ragione semplicissima, perché oggi – e poi arrivo alla domanda alla presidente Tarantola – c’è una Commissione di vigilanza, c’è un Consiglio di amministrazione, c’è un consigliere all'interno che è in una situazione oggettivamente imbarazzante. Immagino che anche per lei, presidente, ci siano difficoltà, tanto più che lei in questo momento non ha un altro consigliere, che si è dimesso. Mi permetta di esprimerle tutta la mia solidarietà per il momento che lei attraversa in Consiglio di amministrazione. Tuttavia, vedendo questo non possiamo non pensare a quella che oggi sarebbe la situazione se non ci fosse la Commissione di vigilanza e ci fosse, per esempio, l'AGCOM, che è più politicizzata di noi e che addirittura ha fatto lo sconto del canone a Rai e Mediaset in un modo vergognoso. Mi fa piacere che lei oggi dica questo. Mi permetta, l'abbiamo sentito e l'abbiamo letto. Era un chiarimento che credevo fosse importante...

  PRESIDENTE. Non ha mai potuto ascoltare dalla mia bocca la sostituzione della Commissione di vigilanza con l'AGCOM. Nel progetto di legge si dice una cosa completamente diversa: ne ha avuto un'anteprima perché sono andato dall'Annunziata. Giusto per chiarire. È una stupidaggine, detta così.

Pag. 17

  MAURIZIO ROSSI. Benissimo.

  PRESIDENTE. Andiamo avanti, però, sul tema.

  MAURIZIO ROSSI. Passo a quello che le voglio chiedere, presidente. C’è questo consiglio di amministrazione con all'interno il consigliere Verro, un consigliere che, come abbiamo sentito prima da parte del collega Gasparri, avrebbe subito una forzatura addirittura da parte del Ministro Padoan e un consigliere che non c’è. È un Consiglio che si dice andrà in prorogatio in un momento così drammatico di scelte che si devono assumere, un Consiglio che ha preso decisioni non solo su Rai Way – ricordiamocelo – ma anche su un contratto di affitto che è passato da 82 milioni a 175 milioni di euro quest'estate. Avete firmato e avallato, come consiglio di amministrazione della Rai e come consiglio di amministrazione di Rai Way, con dentro il consigliere Verro e con gli altri consiglieri che mancano, un contratto da 3,6 miliardi di euro.
  In quale modo lei in questo momento ritiene di poter proseguire con questo Consiglio ? Si sente in difficoltà per poter assumere delle prossime valutazioni ?

  PINO PISICCHIO. Sarò ancora più telegrafico di prima. Non ho alcuna domanda da fare al presidente, perché quello che doveva dire l'ha detto. La ringraziamo per il suo breve speech, che è soltanto di carattere informativo con riferimento a questa indagine, che io, anche rispetto al profilo che ci riguarda, riterrò completata dopo l'audizione del consigliere Verro. Dunque, va bene così. Mi sembra che ogni ragionamento ultroneo sia fuori registro rispetto all'ordine del giorno che ci eravamo posti quest'oggi.
  Resta la sottolineatura che faceva il senatore Ranucci, che condivido molto: siamo, fuori dagli infingimenti e dai formalismi, alla chiusura del ciclo di questo consiglio di amministrazione e di questo direttore generale. Con ogni probabilità – diciamocelo e guardiamoci in faccia – la vicenda Verro avrà trovato il punto di caduta, il punto di chiusura, mi auguro, essendo anch'io sono un garantista, come Ranucci, in una dimensione tale da spazzare via ogni ombra e ogni momento di ambiguità rispetto alla vicenda. È ragionevole immaginare che questo avverrà quando la partita complessiva di questo consiglio di amministrazione, pieno di meriti e di storia politica, anche lontana da quella che stiamo vivendo oggi, perché partorito da una stagione cosiddetta dei tecnici – siamo in un'altra stagione, in tutta evidenza – sarà finito. Dunque, prendiamone atto e ringraziamo la presidente.

  PRESIDENTE. Mi associo alla domanda del senatore Fornaro e anche alla conclusione del collega Pisicchio sui tempi. Le chiedo proprio i tempi dell'azione che avete messo in atto da quando è accaduta questa spiacevole situazione, se mai fosse confermata. Le chiedo che tempi avete per concludere tutta la vicenda e l'istruttoria all'interno della Rai. La prescrizione, secondo me, andrebbe abolita dopo il rinvio a giudizio.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Ringrazio di quest'attenzione che avete avuto nei confronti della mia breve relazione. Le domande sono state tantissime, ma, se non ho inteso male, sono rivolte più al presidente della Commissione che non a me.
  Cercheremo sicuramente di tenere i tempi più brevi possibile, compatibilmente però con le difficoltà di un accertamento di fatto, come ho detto prima, e con l'accuratezza dell'indagine. Posso assicurare che è sicuramente interesse dell'azienda che i risultati, pur tenendo presente la complessità e l'accuratezza che l'indagine deve avere, siano ottenuti nel più stretto tempo possibile. Questo lo posso veramente garantire, perché è interesse dell'azienda stessa.
  Sui temi strettamente connessi a questa vicenda, a meno di non dimenticare qualcosa, mi sembra che non ci siano altre domande particolari. Ci sono, invece, domande che esulano da questo tema. Certo, Pag. 18dovrei rispondere a quelle non esulanti il tema, ma non ne vedo altre. Mi sembra che non siano strettamente connesse. Quanto alla mia gestione del consiglio, è ovvio che cercherò di gestire questo consiglio nel miglior modo possibile, con grande equilibrio e con sobrietà, se mi consente questa parola, nell'interesse solo ed esclusivo dell'azienda. Questa è la linea che mi ha sempre guidato e che continuerò a seguire, sperando di poter conseguire anche risultati connessi a tale linea.
  Non mi sembra ci siano altre domande. Quanto al fatto che non ci sia alcuna decisione, le decisioni saranno poi assunte.

  ENRICO BUEMI. Le avevo posto il problema della denuncia all'autorità giudiziaria.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Non sappiamo neppure per cosa... ci ragioneremo. È un tema che avete sollevato e che io, ovviamente, devo portare all'attenzione anche dell'organo competente interno all'azienda per vedere quali possibilità ci siano. Certamente, però, non lo farò adesso, non avendo alcun elemento.

  ENRICO BUEMI. C’è un profilo che dovreste valutare, mi scusi se mi permetto. Mi riferisco ai danni che potrebbero essere arrecati all'azienda attraverso un'azione fraudolenta o di alterazione dell'immagine falsificando un documento. Oltre al danno creato potenzialmente al consigliere Verro, c’è anche un danno di immagine all'azienda, che credo lei sia chiamata a tutelare.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Questo, però, va valutato alla luce dei risultati dell'indagine che si sta svolgendo in ordine alla ricostruzione di fatto della vicenda.

  ENRICO BUEMI. Presidente, scusi, ma delle due l'una: o c’è una sottrazione di un documento vero, o c’è l'emissione di un documento falso. In tutti e due i casi c’è un profilo che, secondo me, il consiglio di amministrazione, e lei come presidente e rappresentante legale della Rai, dovrebbe valutare. Solo questo.

  ANNA MARIA TARANTOLA, presidente del consiglio di amministrazione della Rai. Va bene. Posso dire che effettueremo questa valutazione.

  PRESIDENTE. Ringrazio la dottoressa Tarantola e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 11.30.