XVII Legislatura

III Commissione

Resoconto stenografico



Seduta n. 14 di Mercoledì 17 dicembre 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Spadoni Maria Edera , Presidente ... 3 

Audizione del Direttore generale per la Cooperazione allo Sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giampaolo Cantini (ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento):
Spadoni Maria Edera , Presidente ... 3 
Cantini Giampaolo , Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 3 
Spadoni Maria Edera , Presidente ... 8 
Quartapelle Procopio Lia (PD)  ... 8 
Cimbro Eleonora (PD)  ... 8 
Spadoni Maria Edera , Presidente ... 8 
Cantini Giampaolo , Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 9 
Spadoni Maria Edera , Presidente ... 10 
Cantini Giampaolo , Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale ... 10 
Spadoni Maria Edera , Presidente ... 12

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Forza Italia - Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: (FI-PdL);
Area Popolare (NCD-UDC): (AP);
Scelta Civica per l'Italia: (SCpI);
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Per l'Italia-Centro Democratico: (PI-CD);
Fratelli d'Italia-Alleanza Nazionale: (FdI-AN);
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE MARIA EDERA SPADONI

  La seduta comincia alle 15.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso la trasmissione audiovisiva a circuito chiuso.

Audizione del Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giampaolo Cantini.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Giampaolo Cantini.
  Nel dare il benvenuto al ministro plenipotenziario Cantini, che è accompagnato dal vicedirettore Fabio Cassese, segnalo che quella odierna è la terza audizione che questo Comitato svolge, nello spirito del periodico aggiornamento del Parlamento sullo stato degli interventi della cooperazione italiana e sull'utilizzazione delle relative risorse.
  Peraltro, il ministro Cantini ha preso parte di recente a impegni di alto profilo europeo finalizzati alla definizione di una posizione europea sul processo relativo al cosiddetto post-2015.
  Tenendo conto che nel corso del 2015 saranno auspicabilmente inaugurati i lavori di Expo 2015, da cui ci si attende una valorizzazione della cooperazione italiana secondo le linee tracciate dalla legge di riforma n. 125 del 2014, invito il ministro plenipotenziario Cantini a svolgere una sua relazione che possa approfondire tali profili.
  Do la parola al ministro plenipotenziario Cantini.

  GIAMPAOLO CANTINI, Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Presidente, La ringrazio veramente per questo invito e ringrazio anche gli onorevoli partecipanti. Se Lei è d'accordo, nel prossimo quarto d'ora cercherei di svolgere un'illustrazione molto sintetica, concentrata sugli argomenti di seguito indicati.
  Fornirò anzitutto un'informativa molto breve sui risultati della presidenza italiana dell'Unione europea nel settore sviluppo. Illustrerò, quindi, lo stato dei decreti di attuazione della legge n. 125 del 2014 recante la riforma della cooperazione. Farò, poi, un accenno alla preparazione del documento triennale di programmazione previsto dalla stessa legge, nonché una brevissima illustrazione degli interventi che stiamo realizzando, come cooperazione italiana, rispetto alla diffusione del virus Ebola. Infine, se avanzerà tempo, svolgerò una minima ripresentazione delle attività della cooperazione nell'ambito di Expo 2015.
  Per quanto riguarda la presidenza dell'Unione europea, si tratta di un grande successo. Intanto, ricordo che il 12 dicembre scorso si è svolto il Consiglio Affari esteri/Sviluppo, nell'ambito del quale sono state adottate delle conclusioni sull'Agenda post-2015, sul tema della migrazione nella cooperazione allo sviluppo, sul ruolo del settore privato nella cooperazione allo sviluppo Pag. 4e sul tema della nutrizione. Sono tutti temi di cui la presidenza italiana si era fatta portatrice.
  L'aspetto più importante e politicamente più rilevante è che, per la prima volta, grazie alla presidenza italiana e a uno stretto lavoro di raccordo con la Commissione europea e con il cosiddetto Troika, ossia con le due presidenze successive, è stato possibile adottare un documento contenente delle conclusioni, di cui ho il piacere di consegnarvi, come già altre volte abbiamo fatto, il testo. È stato cioè possibile approvare una posizione comune dell'Unione europea, per la prima volta, sulle grandi linee del negoziato sull'Agenda post-2015, che sarà poi adottata durante un vertice delle Nazioni Unite a fine settembre 2015. Ritengo importante rilevare questo aspetto, dal momento che eravamo partiti dai lavori dell’Open Working Group dell'Assemblea Generale nella scorsa primavera-estate, in cui l'Unione europea si era presentata senza una posizione comune. Avevamo favorito questo processo con la convocazione a luglio di una riunione informale dei ministri dello sviluppo a Firenze e in questi mesi siamo riusciti ad arrivare a questa posizione.
  Naturalmente, adesso bisognerà lavorare affinché nel negoziato a New York l'Unione europea mantenga questa coesione e si trovi un modo per difendere e promuovere le posizioni europee.
  Ricordo, tra gli altri punti di grande sensibilità del negoziato sull'Agenda post-2015, il tema delle risorse, che va oltre l'accezione finanziaria, ossia i cosiddetti means of implementation, nonché alcuni elementi qualificanti come la tematica della rule of law, dei diritti e della democrazia, di cui l'Unione europea è ovviamente promotrice.
  Altri temi su cui si registra una particolare sensibilità sono quelli dello sviluppo inclusivo e partecipativo e la riduzione delle ineguaglianze. Un altro dei punti qualificanti concerne il ruolo della donna nello sviluppo, cui si ricollega, più in generale, il concetto di women empowerment.
  Oltre che dell'Agenda post-2015, la presidenza italiana si è fatta portatrice anche di una visione del rapporto tra migrazione e sviluppo in cui i flussi di migrazione possono essere portatori di capacità e di know how imprenditoriali. È questa l'esperienza anche del nostro Paese, tra gli altri Paesi europei, in cui le comunità della diaspora hanno sviluppato delle attività commerciali, industriali, nel settore dei servizi e via elencando.
  Noi riteniamo che, attraverso un uso appropriato delle rimesse degli emigranti e attraverso dei programmi di cooperazione, sia della Commissione europea sia degli Stati membri, si possa favorire un trasferimento di queste capacità imprenditoriali nei Paesi di origine. Quest'accezione, che è complementare e non esclusiva rispetto agli altri aspetti della tematica migratoria, è stata recepita e si ritrova appunto nelle citate conclusioni.
  Molto importanti sono anche le conclusioni concernenti il ruolo del settore privato. In proposito, ricordo che nel maggio scorso vi era stata una comunicazione, ossia un documento programmatico, della Commissione europea, che conteneva alcune azioni dalla medesima Commissione proposte. Tali azioni sono quindi state sviluppate ed è emersa la dimensione di un ruolo sempre più importante del settore privato nella cooperazione allo sviluppo. Le azioni saranno incorporate sia nei programmi della Commissione europea e delle singole cooperazioni nazionali, sia nel rapporto politico, ossia nel policy dialogue tra gli Stati membri e i Paesi partner.
  Occorre rilevare che la presidenza italiana ha in particolare posto l'attenzione sulla piccola e media impresa e sul ruolo del sistema cooperativo, della finanza cooperativa e della finanza etica, che rappresentano caratteristiche distintive del sistema italiano.
  Un altro aspetto importante contenuto nelle conclusioni concerne l'approvazione di un Piano d'azione della Commissione europea sulla nutrizione che comprende anche un obiettivo importante sulla malnutrizione infantile, ossia quello di diminuire di 7 milioni entro il 2025 il numero Pag. 5di bambini affetti da rachitismo. Tale risultato ha completato l'azione della presidenza italiana. Tenete presente che sulla nutrizione, come sapete, poche settimane fa si è svolta a Roma un'importante Conferenza internazionale.
  Vorrei far notare che quest'azione della presidenza italiana nel settore sviluppo si è svolta in stretto raccordo con il sistema italiano di cooperazione, in particolare con le organizzazioni non governative, le università, gli istituti di ricerca specializzati in campo agricolo e alcune organizzazioni internazionali e organismi intergovernativi, con i quali abbiamo lavorato su singole tematiche. In particolare, abbiamo collaborato con l’International Development Law Organization (IDLO) sui temi della rule of law e della governance e con l'Organizzazione internazionale per le migrazioni (OIM) sui temi della migrazione e dello sviluppo.
  Passo molto rapidamente al secondo tema, che è quello dell'attuazione della riforma della cooperazione, anticipando che il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale sta lavorando alacremente sui decreti di attuazione.
  Il testo dello statuto dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che dovrà essere adottato con regolamento, è stato predisposto e si trova attualmente al cosiddetto concerto interministeriale, ossia in una fase di dialogo, come previsto dalla legge, con le Amministrazioni più direttamente interessate, che sono il Ministero dell'economia e delle finanze, in particolare nella veste del Dipartimento della Ragioneria generale dello Stato, e il Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione. Contiamo di poter concludere questa consultazione entro poche settimane, per poi procedere alle fasi successive, che consistono nel passaggio parlamentare presso le Commissioni affari esteri e nel parere del Consiglio di Stato. Dopodiché, il testo dello statuto potrà essere approvato con regolamento. Si tratta di una data importante, perché da quel momento si calcolano i cinque mesi di vigenza ancora della legge n. 49 del 1987. Seguiranno poi tutte le fasi previste dalla legge n. 125 del 2014, in particolare il processo di selezione del direttore dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e l'emanazione da parte del direttore del decreto di organizzazione interna della medesima Agenzia.
  Il direttore propone, inoltre, al Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale l'adozione di un regolamento di contabilità, che viene approvato con un decreto interministeriale del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale e del Ministro dell'economia e delle finanze, sulla cui base viene quindi deliberato il trasferimento delle risorse finanziarie alla citata Agenzia. Direi quindi che, complessivamente, dovrebbero essere rispettati i tempi previsti dalla normativa. Ciò detto in riferimento allo statuto dell'Agenzia, per quanto concerne il Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo, che è un organo di natura consultiva ma anche di proposta, comprendente le istituzioni ma anche gli organismi della società civile, le organizzazioni con fini di lucro e tutti i soggetti della cooperazione previsti dalla legge n. 125 del 2014, esso è stato istituito con un decreto dell'attuale Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni.
  In questi giorni sono alla firma del Viceministro Pistelli comunicazioni alle varie istituzioni e ai vari organismi affinché designino i loro rappresentanti nel Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo; verrà quindi emanato un secondo decreto del Ministro degli affari esteri e della cooperazione internazionale che designerà altre personalità rappresentative di soggetti previsti dalla citata legge n. 125 del 2014. Direi che anche rispetto a tale adempimento siamo sostanzialmente nei tempi.
  Uno dei primi adempimenti importanti del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo sarà quello di esprimere un parere sul documento triennale di programmazione, sempre previsto dalla legge n. 125 del 2014, cui accennerò tra breve.Pag. 6
  Per quanto riguarda il Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo (CICS), abbiamo predisposto una bozza di regolamento. La prima riunione dovrà essere fissata in accordo con la Presidenza del Consiglio dei ministri, ragion per cui è in atto una consultazione tra il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e la predetta Presidenza al fine di poter individuare la data più adatta.
  È evidente che, anche in questo caso, oltre alle funzioni di indirizzo previste dalla legge uno dei primi adempimenti importanti del Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, anche in termini temporali – come previsto dalla legge – sarà l'approvazione del documento triennale di programmazione. In realtà, l'approvazione definitiva avverrà in sede di Consiglio dei ministri ma il Comitato interministeriale dovrà discutere il documento triennale di programmazione che, a sua volta, deve essere approvato dal Consiglio dei ministri entro il 31 marzo. Direi che anche su questo fronte siamo sostanzialmente nei tempi previsti dalla legge n. 125 del 2014.
  Per quanto riguarda il documento triennale di programmazione, si tratta di una novità assoluta del nostro sistema. Finora, come sapete, la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo aveva delle proprie linee-guida che erano approvate dal Comitato direzionale ma che vincolavano sostanzialmente soltanto la cooperazione del Ministero degli affari esteri. In questo caso, invece, stiamo parlando di un documento di programmazione che vincolerà tutte le Amministrazioni. Esso detterà obiettivi comuni e priorità geografiche e settoriali comuni, sulla base dei quali verranno svolte le attività di cooperazione, anche di pertinenza delle altre istituzioni.
  Su quella base verrà poi presentata a consuntivo una relazione congiunta al Parlamento e nei successivi esercizi finanziari verrà anche stabilita, in sede di legge di stabilità, l'allocazione delle risorse tra le varie Amministrazioni. Abbiamo già raccolto gli elementi di competenza anche degli altri ministeri, in particolare del Ministero dell'economia e delle finanze, del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero dell'ambiente e della tutela del territorio e del mare, per cui disponiamo già di una prima bozza.
  Gli ulteriori passaggi, come dicevo prima, riguardano la discussione, l'esame e l'approvazione in sede di Comitato interministeriale per la cooperazione allo sviluppo, il parere delle Commissioni parlamentari e, successivamente, il parere della Conferenza unificata Stato-regioni, il parere del Consiglio nazionale per la cooperazione allo sviluppo e, infine, l'approvazione definitiva da parte del Consiglio dei ministri entro il 31 marzo.
  Vorrei accennare ora agli interventi della cooperazione allo sviluppo rispetto alla diffusione del virus Ebola. Si tratta di interventi che abbiamo concentrato su un singolo Paese, al fine di evitare la dispersione delle risorse. Abbiamo infatti pensato che una delle situazioni più critiche – rispetto ai tre Paesi maggiormente colpiti, ossia Guinea Conakry, Sierra Leone e Liberia – fosse proprio in Sierra Leone. Siamo, inoltre, partiti dall'ovvia constatazione che proprio in Sierra Leone operano delle ONG italiane.
  Pertanto, abbiamo ripartito su questa base gli interventi attraverso alcuni canali. Da una parte, abbiamo erogato contributi a organismi multilaterali, cercando di individuare funzioni specifiche che questi organismi svolgevano. Il riferimento è stato soprattutto al Programma alimentare mondiale (PAM) delle Nazioni Unite, nella sua funzione di supporto alla sicurezza alimentare, perché Ebola ha avuto un effetto dirompente sui sistemi produttivi, sui sistemi di distribuzione del cibo e delle derrate.
  Abbiamo anche fornito delle indicazioni affinché questo supporto al sistema di sicurezza alimentare da parte del Programma alimentare mondiale fosse concentrato nella comunità in cui opera il centro di trattamento gestito da Emergency, in modo da costituire, come si suol dire, una sinergia con gli interventi realizzati dal sistema Italia.Pag. 7
  Abbiamo quindi sostenuto il PAM per la sicurezza alimentare, l'UNICEF per il tracciamento dei contatti delle persone contagiate e la Federazione internazionale delle società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa, che si è occupata in particolare delle cosiddette sepolture di sicurezza, che costituiscono uno degli elementi più sensibili e delicati nella gestione di questa vicenda.
  Abbiamo pertanto concentrato circa 3,4 milioni di euro sul canale multilaterale, mentre il resto lo abbiamo concentrato quasi esclusivamente su quello che noi chiamiamo il canale bilaterale. Sostanzialmente abbiamo trasferito dei fondi alla nostra ambasciata ad Abidjan, che è competente territorialmente per la Sierra Leone, affinché gestisse un bando destinato a ONG italiane.
  Un primo bando più limitato, perché in quel momento le risorse erano più limitate, è stato di circa 730.000 euro il mese scorso. I fondi sono stati assegnati a quattro ONG italiane: AVSI, CUAMM, DOKITA ed ENGIM.
  Un secondo bando è stato lanciato il 3 dicembre per un importo di 3 milioni di euro. Il bando è stato chiuso il 15 dicembre e in questo momento ad Abidjan si sta riunendo la commissione, composta da un funzionario dell'ambasciata nonché dal capo progetto e dal coordinatore regionale, che sono entrambi esperti di cooperazione, che tra pochi giorni assegnerà queste risorse alle ONG italiane che hanno presentato dei progetti.
  Tra gli altri canali abbiamo lavorato anche con l'Istituto Spallanzani, concludendo una convenzione per un valore di 250.000 euro. Su tale base, l'Istituto Spallanzani sta inviando o invierà quattro propri operatori biologi esperti nelle attività di diagnostica di laboratorio.
  Questo è un aspetto molto importante. Anche in questo caso li abbiamo assegnati al centro di Lacca, una comunità dove opera Emergency. Si tratta di un'unità che fa trattamento ed è, per intenderci, quella da cui proviene l'operatore sanitario che in questo momento è ricoverato allo Spallanzani.
  Infine abbiamo anche fornito, a valere su uno dei cinque depositi del sistema delle Nazioni Unite per l'emergenza, che fa capo, come sapete, alla base di Brindisi, delle attrezzature e dei materiali sempre al citato centro di trattamento di Emergency presente a Lacca.
  In totale, quindi, gli interventi della cooperazione italiana finora sono stati, a valere sulle risorse relative al 2014, per un importo totale di 7,7 milioni di euro. Naturalmente, sulle risorse relative al 2015 valuteremo l'adozione di ulteriori interventi.
  L'elemento positivo nel breve termine è che la forbice tra i casi di contagio e i decessi si sta allargando. Prima il rapporto era all'incirca di uno a due; adesso siamo arrivati a 17.942 casi di contagio con 6.388 morti. Stiamo andando, quindi, verso un rapporto di uno a tre, il che rappresenta un elemento incoraggiante.
  Tuttavia, occorre tenere presente che la crisi avrà un impatto molto rilevante sul sistema produttivo e sul sistema sociale. Molte strutture sanitarie sono state abbandonate perché medici e infermieri non si recano al lavoro o non ci sono medicinali né attrezzature sufficienti, e la gente è diffidente e non si reca presso i centri sanitari per curare le malattie, anche quelle ordinarie. Sarà quindi necessario, a un certo punto, un intervento, uno sforzo della comunità internazionale per la riabilitazione e la ricostruzione.
  Spendo, infine, due parole su Expo 2015 per riferirvi che prosegue la pianificazione delle nostre attività. Vi fornisco quindi, per flash, alcuni elementi sulla partecipazione della cooperazione a Expo 2015.
  Intanto avremo in permanenza un percorso multimediale, che sarà collocato nell'area del Padiglione Zero, ossia nell'area in cui si collocano anche i percorsi multimediali della stessa società Expo 2015 e delle Nazioni Unite.
  Abbiamo un cosiddetto palinsesto, ossia un calendario di una trentina di eventi. Si tratta di seminari, workshop e dibattiti pubblici, quasi tutti realizzati in partenariato Pag. 8con organismi internazionali, organismi non governativi, istituzioni di ricerca e università.
  Questa partecipazione della cooperazione a Expo 2015 si inserirà e interagirà in un quadro più complessivo rappresentato dalle attività di informazione e di comunicazione pubblica previste dall'Anno europeo per lo sviluppo. Su sollecitazione del Parlamento europeo, la Commissione europea ha infatti proclamato il 2015 Anno europeo per lo sviluppo e ha messo anche a disposizione delle risorse; investirà molto nella propria partecipazione a Expo 2015, ma la Commissione stessa e tutti gli Stati membri faranno del 2015 un anno in cui si svolgeranno attività di informazione e di awareness raising a livello di massa, proprio in rapporto al tema della cooperazione in tutti gli Stati membri.
  Noi, in particolare, oltre a Expo 2015, programmiamo di attivare delle campagne e dei programmi attraverso i canali di informazione pubblica nonché, sulla base di una convenzione che abbiamo già concluso con il Ministero dell'istruzione, dell'università e della ricerca, attraverso il sistema scolastico e universitario.

  PRESIDENTE. Ringrazio il ministro plenipotenziario Cantini.
  Do la parola ai deputati che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  LIA QUARTAPELLE PROCOPIO. Ringrazio il ministro plenipotenziario Cantini. In merito alla partecipazione della cooperazione italiana a Expo 2015, da un lato sarebbe interessante, al di là delle iniziative messe in campo per valorizzare quanto già la cooperazione italiana sta facendo nelle varie aree del mondo, se si potesse capire l'interazione tra il tema di Expo e il negoziato post-2015. Vorrei capire, cioè, se l'Italia intende portare in sede ONU alcuni elementi legati al tema e se questo costituirà parte corposa di ciò che andremo a riferire sul negoziato post-2015.
  Dall'altro lato, mi interesserebbe sapere se ci sarà da parte del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale un'iniziativa internazionale sul tema di Expo 2015. Noi abbiamo notizia di un protocollo del settore privato, il cosiddetto protocollo Barilla, nonché della iniziativa Food policy del comune di Milano. Abbiamo un po’ perso le tracce, invece, dell'iniziativa WE-Women for Expo. Più in generale, vorrei sapere se si intende utilizzare quell'evento come un momento in cui l'Italia crea un consenso internazionale intorno al tema del diritto all'alimentazione, degli investimenti in agricoltura e della sostenibilità.

  ELEONORA CIMBRO. Mi ha stimolato l'intervento dell'onorevole Quartapelle per ricordare che in Commissione affari esteri è stata approvata all'unanimità una risoluzione proprio per promuovere la sottoscrizione del cosiddetto protocollo di Milano. Pertanto, mi associo alla collega rispetto al fatto di spingere su questa iniziativa, perché la riteniamo assolutamente fondamentale.

  PRESIDENTE. Anch'io ho qualche domanda da porre. Per quanto riguarda la questione dell'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo e del relativo statuto, Lei, direttore Cantini, ci ha già fornito un overview su come procedono i lavori per quanto riguarda lo statuto.
  Avrei inoltre alcune domande per quanto riguarda la ripartizione dei compiti tra il Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale e la predetta Agenzia. Nello specifico vorrei sapere come avviene effettivamente il monitoraggio dei vari progetti e qual è in questo senso esattamente il compito dell'Agenzia e quello del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Sempre per quanto riguarda lo statuto della citata Agenzia, vorrei sapere quali sono i costi effettivi previsti per la nuova struttura. So che ci sono anche dei locali destinati all'Agenzia. In proposito, come procedono i lavori ?
  Per quanto riguarda la trasparenza, ho visto con piacere che è stato aperto il sito Open Aid, che dovrebbe essere un sito più specifico e aggiornato sui vari progetti.Pag. 9
  La mia domanda è se il sito della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo verrà messo da parte e come questo sito dell’Open Aid verrà aggiornato. Ho infatti avuto modo di consultarlo ma non mi sembra che contenga informazioni aggiornate. Lei adesso parlava di 7 milioni di euro per la Sierra Leone. Questa notizia, per esempio, non compare nel sito.
  Proprio per garantire quel criterio di trasparenza che molto spesso, purtroppo, non si nota – perlomeno, i cittadini hanno la percezione che non vi sia quella trasparenza in ordine ai fondi pubblici destinati alla cooperazione allo sviluppo – le chiedo se ci sarà un aggiornamento e che fine farà poi l'altro sito della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo, anche in modo da evitare doppioni.
  Pongo un'ultima domanda concernente Expo 2015. Lei parlava di vari eventi e di varie iniziative, anche in compartecipazione. Le chiedo i costi di questi eventi, ossia quante risorse la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo stanzierà per Expo 2015. Vorrei conoscere i finanziamenti, considerato che purtroppo Expo 2015 si è trovato molto spesso al centro di una serie di scandali proprio in rapporto all'uso che è stato fatto dei finanziamenti pubblici.
  Do la parola al ministro plenipotenziario Cantini per la replica.

  GIAMPAOLO CANTINI, Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. Vi ringrazio moltissimo per queste domande, tutte molto pertinenti.
  Per rispondere all'onorevole Quartapelle, questa trentina di eventi è ancora da perfezionare. Per la verità gli eventi aumentano, più che diminuire, il che è un buon segno, perché significa che c’è la materia.
  Alcuni eventi li vogliamo fare molto divulgativi. Bisogna infatti spiegare alla gente cose che sono forse chiare agli addetti ai lavori, ma non a tutti. Che cos’è l'Agenda 2015 ? Che cosa significa ? Poiché Expo 2015 si collocherà proprio nei mesi decisivi del negoziato e poi dell'adozione dell'Agenda, è bene spiegare tutto ciò in maniera molto chiara. Vogliamo quindi organizzare un evento molto aperto su tali aspetti.
  Un altro tema è quello dello sviluppo sostenibile. Che cosa si intende per «sviluppo sostenibile» ? Che cosa si intende per «coerenza delle politiche» ? Sono tutti termini un po’ gergali e questa sarà dunque un'occasione buona per spiegarne il significato.
  Naturalmente agli eventi potranno partecipare – noi prevediamo – a seconda delle occasioni duecento, cinquecento o, in alcuni casi, mille persone. È evidente, però, che il target vuole essere molto maggiore. Con lo streaming, i social media e naturalmente RAI Expo contiamo di arrivare a un pubblico molto più vasto. Poi ci sono anche il web e le piattaforme. L'ambizione, quindi, è anzitutto quella di spiegare.
  Poi ci sono dei blocchi tematici legati in sostanza a temi strettamente interconnessi a cibo e nutrizione, come acqua ed energia, che hanno grande influenza e grande impatto. Ci sono poi dei temi trasversali che intendiamo trattare, come quelli del gender.
  Poi ci sono delle attività. Per esempio, noi siamo in contatto con l'Università di Bologna per organizzare non soltanto degli eventi ma anche delle attività, come un summer camp per i bambini e una summer school per i più grandi. A mio avviso, il vero target della cooperazione nell'ambito di Expo 2015 sono i giovani, anche i giovanissimi, perché, quando si parla di sviluppo sostenibile, cibo, nutrizione e futuro del pianeta, il futuro è soprattutto il loro e bisogna che siano i più responsabilizzati in questo senso.
  Quanto alle proposte, avremo inoltre dei workshop anche un po’ più specializzati. Per esempio, vorremmo lavorare su un'idea legata agli indicatori di gender nello sviluppo rurale. Questo potrebbe essere un tema, che potrebbe essere affrontato, più che nell'Agenda, nei seguiti dell'Agenda. Come emerge anche dal Rapporto del Segretario Generale delle Nazioni Pag. 10Unite uscito pochi giorni fa, mentre goal e target figureranno nell'Agenda, gli indicatori dovranno essere elaborati successivamente. Indicatori di questo tipo, per esempio sul gender, potrebbero essere tuttavia elementi originali che emergono anche da Expo.
  Quanto al Protocollo di Milano, noi ovviamente abbiamo sempre fornito il massimo sostegno e abbiamo previsto anche degli eventi sul tema degli sprechi alimentari. È necessario, però, che ci sia un'armonizzazione di queste iniziative. Abbiamo sentito parlare di una Carta di Bologna e di un Protocollo di Milano. Ci sono vari attori, tutti di grandissimo livello, tra cui istituzioni di ricerca, settore privato e università, ma bisogna che si realizzi un raccordo.
  L'iniziativa WE-Women for Expo vorrebbe sfociare in un documento finale che venga sottoscritto da tutti i partecipanti; oppure si potrebbe pensare a un documento sulle tematiche di Expo 2015 che ricomprenda un po’ tutti i vari capitoli.
  C’è un coordinamento anche a livello di Governo e delle varie istituzioni. C’è stata di recente una riunione presieduta dal Ministro Martina. A questo stadio mi pare che non siamo ancora arrivati alla definizione dello strumento, che però è importante. Queste sono tutte iniziative molto valide, ma bisogna che siano armonizzate per evitare perlomeno le duplicazioni.
  Per quanto riguarda quello che diceva la presidente Spadoni sul monitoraggio, distinguerei tra il monitoraggio, con il quale si intende sempre il monitoraggio in itinere, e la valutazione, che viene definita ex post, a progetto concluso.
  Da una lettura della legge mi sembra di poter dire che il monitoraggio in itinere spetti soprattutto all'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che è l'organismo esecutore dei progetti, mentre la valutazione viene in maniera inequivocabile assegnata alla Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo. Anzi, la legge stabilisce che, per condurre quest'attività, la predetta Direzione si avvale delle risorse dell'Agenzia medesima.
  Io credo che – questa, però, è un'opinione personale – al di là del testo normativo sarà necessario a un certo punto, e in questo senso sarà molto importante la convenzione Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale-Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo, che dovrà essere conclusa dopo la piena operatività dell'Agenzia, trovare una modalità di lavoro concreta e di interoperabilità molto stretta tra la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo e l'Agenzia, non solo sul monitoraggio, ma anche sulla programmazione e sull'elaborazione delle policy. Ognuno avrà un'esperienza e una visione da portare e, quindi, è altamente auspicabile che ci sia una modalità molto interoperabile.
  Per quanto riguarda i costi della nuova struttura, sono quelli che figurano nella relazione tecnica che era già stata presentata al tempo del disegno di legge. Si prevede un organico, con uffici sia in Italia che all'estero, di 200 effettivi in Italia e 100 all'estero. La legge menziona anche un ammontare specifico per i lavori di ristrutturazione di un immobile demaniale adiacente agli attuali locali dell'unità tecnica centrale, sita a Roma in via Contarini.
  Queste sono le cifre di riferimento, che mantengono la loro validità, ma che poi, soprattutto per quanto riguarda i lavori di ristrutturazione, dovranno essere verificate con il capitolato di gara e l'appalto che verrà effettivamente realizzato più avanti.

  PRESIDENTE. Quindi la procedura non è ancora partita ? È ancora in fase di progettazione ?

  GIAMPAOLO CANTINI, Direttore generale per la cooperazione allo sviluppo del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale. No, non è ancora partita.
  Per quanto riguarda la trasparenza, la presidente Spadoni ha perfettamente ragione e ci stiamo lavorando. Abbiamo una presentazione proprio dopodomani mattina da parte delle società che hanno rapporti contrattuali con noi, sia per il sito Open Aid sia per il sito web.Pag. 11
  Rispetto al sito Open Aid è nostra intenzione introdurre delle schede progetto sul database attuale, che è quello che riproduce i dati che noi comunichiamo all'OCSE. Sono dati rigidi, che possiamo calcolare soltanto quando abbiamo raccolto tutti gli elementi dalle altre Amministrazioni e che rappresentano, quindi, una fotografia statica.
  Vogliamo introdurre delle schede progetto, su cui le nostre unità tecniche locali (UTL) – e, quindi, un domani gli uffici dell'Agenzia all'estero – fanno degli aggiornamenti periodici, trimestrali, disponendo delle chiavi di accesso per introdurre questi dati. Non solo, ma forniamo in queste schede anche lo spazio per introdurre delle foto e dei video, qualcosa che possa animare un po’ la piattaforma.
  Come abbiamo detto, siamo partiti da un prodotto che è stato molto apprezzato anche dai nostri partner, dal DAC, da chi consulta normalmente il sito, ossia dal pubblico e dagli utenti, ma è indubbiamente partito come una fotografia statica. Vogliamo dinamizzarlo e introdurre anche degli elementi di maggiore comunicabilità.
  Contemporaneamente, avremo anche la presentazione di un prototipo di sito web, anche questo più omogeneo al sito della Farnesina, secondo indicazioni, ovviamente, di buon senso, ma anche secondo specifiche del nostro vertice, nonché più animato.
  In realtà, quello che vogliamo fare in prospettiva è rendere più omogenei sito web e Open Aid. Naturalmente l'uso è un po’ diverso, ma vogliamo integrarli maggiormente.
  Se la Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo in futuro avrà un proprio sito web è una domanda alla quale non abbiamo ancora una risposta. Ci sono degli elementi a favore e degli elementi contro. Occorre sottolineare, però, che di per sé la citata Direzione generale non avrà delle risorse finanziarie da dedicare alla gestione di un sito.
  Si possono immaginare varie soluzioni. È probabile che l'Agenzia italiana per la cooperazione allo sviluppo abbia un sito. È altresì probabile che i contenuti un po’ più specifici della Direzione generale per la cooperazione allo sviluppo – ossia la programmazione, le linee di policy, le strategie, la cooperazione multilaterale, la cooperazione con l'Unione europea e le operazioni di emergenza – possano costituire uno spazio dedicato all'interno del sito della Farnesina. È possibile anche questa soluzione, che naturalmente comporterà dei costi che dovranno trovare una qualche copertura finanziaria nel bilancio del Ministero degli affari esteri e della cooperazione internazionale.
  Per quanto riguarda i costi degli eventi connessi ad Expo 2015, abbiamo ricevuto lo scorso anno delle risorse specifiche per la partecipazione a Expo. Si tratta di 3 milioni, che nel frattempo si sono ridotti, a causa di una serie di tagli e accantonamenti in itinere. Francamente, nella programmazione attuale contiamo di spenderne meno.
  Dirò di più. Ho avuto un'interlocuzione, anche per via scritta, sia con la società Expo sia con gli organizzatori del Padiglione Italia. Per quanto riguarda la società Expo, ho ottenuto che ci mettano a disposizione i costi vivi gratuitamente. Con il Padiglione Italia abbiamo ritenuto che il tariffario, e quindi i costi che ci venivano richiesti per l'affitto degli spazi, fossero troppo elevati. Magari il Padiglione Italia ci ripenserà, almeno speriamo.
  Nel frattempo, però, abbiamo preso contatti anche con una serie di istituzioni del comune di Milano. Prevediamo, a questo punto, anche di gestire una serie di eventi in luoghi della città Milano. Per esempio, mi riferisco a Palazzo Castiglioni, che ha una sala importante di circa 500 posti, e a Palazzo dei Giureconsulti, dove avrà luogo una mostra. Sono tutti luoghi facilmente accessibili dalla cittadinanza, che avrebbero dei costi non rilevanti, di gran lunga più sostenibili, e soprattutto, last but not least, non comporterebbero il pagamento di un biglietto da parte dei visitatori.
  Su questo fronte ci stiamo orientando effettivamente per ottenere l'economia, soprattutto per ciò che riguarda la gestione degli spazi.Pag. 12
  Tra le altre cose, con riferimento all'Agenda dello sviluppo, oltre a un dibattito prevediamo anche di organizzare – lo vorremmo fare il 15 ottobre, il giorno prima della Giornata mondiale dell'alimentazione – un concerto. Da questo punto di vista, stiamo già contattando delle personalità note.
  L'altro elemento da tenere presente – sempre in rapporto a questa stretta relazione tra Expo 2015, tematica dello sviluppo sostenibile e fasi finali del negoziato sull'Agenda – è che il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha dato la sua disponibilità a visitare Expo 2015 il prossimo 16 ottobre, data che a noi sembra estremamente significativa, in quanto coincidente con la Giornata mondiale dell'alimentazione. In corrispondenza di questa visita si potrà costruire un grande evento. Peraltro, sarà anche l'occasione per presentare e suggellare l'Agenda post-2015, che a quel punto sarà stata adottata da due settimane. La visita di Ban Ki-moon si collocherà, invece, praticamente a due settimane dalla chiusura di Expo 2015.

  PRESIDENTE. Ringrazio di nuovo il ministro plenipotenziario Cantini e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 16.