XVII Legislatura

Comitato parlamentare di controllo sull'attuazione dell'Accordo di Schengen, di vigilanza sull'attività di Europol, di controllo e vigilanza in materia di immigrazione

Resoconto stenografico



Seduta n. 9 di Giovedì 12 giugno 2014

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Ravetto Laura , Presidente ... 3 

Seguito dell'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, nelle materie di competenza del Comitato, con particolare riferimento alle questioni relative al settore dell'immigrazione (Svolgimento e conclusione):
Ravetto Laura , Presidente ... 3 
Poletti Giuliano , Ministro del lavoro e delle politiche sociali ... 3 
Ravetto Laura , Presidente ... 7

Testo del resoconto stenografico
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PRESIDENZA DELLA PRESIDENTE LAURA RAVETTO

  La seduta comincia alle 13.00.
  (La Commissione approva il processo verbale della seduta precedente).

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso, nonché mediante la trasmissione diretta sulla web-TV della Camera dei deputati.
  (Così rimane stabilito).

Seguito dell'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, nelle materie di competenza del Comitato, con particolare riferimento alle questioni relative al settore dell'immigrazione.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca il seguito dell'audizione del Ministro del lavoro e delle politiche sociali, Giuliano Poletti, nelle materie di competenza del Comitato, con particolare riferimento alle questioni relative al settore dell'immigrazione.
  Questo incontro avviene a chiusura della precedente audizione, in cui furono poste delle domande dai colleghi. Ringraziamo il Ministro Poletti perché oggi ci ha offerto la sua disponibilità nel replicare a queste domande. Non le ricordo tutte, ma faccio un riassunto veloce.
  In generale era stato chiesto da più colleghi, ivi compresa la sottoscritta, di fornire qualche dettaglio, ove ci fosse – capiamo che la competenza non è tutta del Ministero del lavoro – su potenziali accordi bilaterali di riammissione tra Italia e Cina, nonché di illustrare le competenze del Ministero in tal senso.
  Era stata chiesta poi al Ministro la possibilità che la programmazione relativa ai flussi e alle quote di ingresso diventasse un problema europeo. La proposta era del vicepresidente Brandolin. Le si chiedeva, signor Ministro, se durante il semestre di presidenza italiana questo fosse un tema che poteva essere messo all'ordine del giorno. C'erano poi state alcune domande sui minori non accompagnati, su cui sentiremo il Ministro.
  C'era stata una richiesta da parte del senatore Mazzoni relativamente agli ispettorati del lavoro presso Prato, nonché, dal senatore Arrigoni, un'osservazione sull'attività dell'INPS rispetto alle imprese non regolari. Infine, tutti più o meno chiedevano di sapere se il decreto flussi verrà bloccato per il 2014, o comunque di avere delle informazioni in tal senso. Do la parola al Ministro Poletti per la replica.

  GIULIANO POLETTI, Ministro del lavoro e delle politiche sociali. Grazie, presidente. Partirei dal primo tema, ossia perché con la Cina manchino accordi bilaterali in materia di immigrazione. L'articolo 21 del Testo sull'immigrazione prevede la possibilità di concludere accordi bilaterali finalizzati alla regolamentazione delle procedure di riammissione nei Paesi di origine dei cittadini stranieri entrati irregolarmente nel nostro Paese.
  A tutt'oggi con la Cina non esiste alcun accordo in tal senso e le ragioni sono da ricollegare alle note difficoltà a instaurare Pag. 4con le autorità del Governo cinese azioni congiunte rivolte a contrastare l'illegalità presente nei flussi delle persone, delle merci e delle risorse finanziarie gestite da persone e organizzazioni di origine cinese.
  Attualmente, tuttavia, è in corso fra il Ministero degli affari esteri e le competenti amministrazioni del Governo cinese, un dialogo di alto livello in materia migratoria, che può essere propedeutico alla promozione di intese specifiche in materia di riammissione e di riqualificazione dei flussi di ingresso. Conseguentemente, qualora a livello di Ministero degli affari esteri si raggiunga un'intesa di tipo generale, la parte di nostra competenza potrà essere sviluppata. Diversamente, questo non è oggi ammissibile.
  In materia di flussi migratori e di quote di ingresso la domanda era se la programmazione potesse diventare un problema europeo, da inserire nell'ambito del semestre italiano di presidenza.
  L'ipotesi di una programmazione europea degli ingressi per motivi di lavoro allo stato attuale non è proposta da alcun Paese aderente alla Ue. L'Italia chiede alle Istituzioni europee di rafforzare le azioni volte al contrasto dell'ingresso di flussi irregolari e di sostenere finanziariamente i Paesi più esposti nelle politiche di contrasto e di accoglienza, favorendo una redistribuzione più equa tra gli Stati aderenti di coloro che hanno i requisiti per ottenere lo status di beneficiari di protezione internazionale.
  In buona sostanza, mentre in materia di quote non c’è, dal punto di vista generale, una disponibilità, c’è invece un tema aperto, che noi abbiamo proposto, sul versante immigrazione, immigrazione clandestina e problemi relativi. Questo tema ha una sua specifica connotazione, che è all'ordine del giorno.
  Ci sono, poi, altre domande che riguardano il tema dei flussi, ossia il decreto flussi, per capire che cosa si intenda fare per il 2014, quali siano i rimedi che l'Italia pensa di utilizzare per gestire questi flussi e se il Governo italiano intenda limitare il decreto flussi agli stagionali oppure alla manodopera ad alta qualificazione.
  Dopo il 2010, l'ultimo anno nel quale è stato adottato un decreto flussi per l'ingresso di lavoratori per lavori subordinati e/o domestici, non sono stati emanati ulteriori decreti flussi ordinari per gli ingressi per motivi di lavoro. Siamo fermi, quindi, al 2010.
  Sono stati adottati decreti annuali limitatamente alle quote di ingresso per lavoro stagionale, con 15.000 unità attualmente previste per il 2014. Altre quote particolari – lavoro autonomo e riconversione da soggiorni per motivi di studio, tirocinio, lavoro stagionale e lavoro subordinato – sono pari a 17.850 nel 2013. Ulteriori 2.000 quote di ingresso sono state previste per i lavoratori extracomunitari esclusivamente impegnati nella predisposizione delle infrastrutture e degli allestimenti legati a Expo 2015.
  Sarebbe intenzione del Ministero mantenere la linea finora adottata anche per l'anno 2015, prevedendo, se necessario, la programmazione di quote molto limitate per gli ingressi per il lavoro stagionale, per il lavoro autonomo e per le riconversioni dei permessi di soggiorno rilasciati per motivi di studio, tirocinio, lavoro stagionale e lavoro subordinato.
  Quanto alla manodopera ad alta qualificazione, la legislazione vigente prevede un regime regolamentato, ma non sottoposto a una delimitazione delle quote di ingresso per le alte qualifiche (ricercatori, professionisti, artisti, personale distaccato presso imprese multinazionali). Questo regime è stato recentemente potenziato, in recepimento di una direttiva comunitaria che prevede la possibilità per le medie e alte qualifiche di circolare liberamente nell'ambito dei Paesi aderenti all'Unione europea.
  In buona sostanza, noi pensiamo di continuare, così come dopo il 2010, senza rifare un decreto flussi con quella natura e limitando la questione in maniera particolare ai lavori stagionali, che sono il tema noto, che ha visto negli anni passati le quote che ho appena illustrato.
  In materia di disciplina di accoglienza dei minori non accompagnati si chiede di conoscere quali sono le competenze degli Pag. 5enti locali, in particolare il ruolo del comune nella fase di accoglienza dei minori, nonché modalità e tempistiche con cui gli enti locali assumono questa responsabilità, nonché se si intendano seguire modelli di accoglienza realizzati in altri Paesi, come, per esempio, in Giordania.
  Nel sistema nazionale di accoglienza le regioni e gli enti locali svolgono un ruolo essenziale. Le prime – le regioni – sono, infatti, competenti nel definire gli standard di accoglienza delle comunità per minori. I comuni, invece, sono responsabili della presa in carico del minore e, dunque, dell'attivazione di tutte le azioni in cui si articolano la protezione del minore e il suo progetto di inserimento sociale individuale, nonché della copertura dei costi relativi.
  La situazione attuale, caratterizzata dalla crescita esponenziale di questo fenomeno e dal continuo ingresso di minori via mare, rende difficile la sostenibilità del sistema a condizioni invariate, soprattutto se si considera che l'accoglienza dei minori è attualmente al suo massimo storico, con 7.182 minori stranieri non accompagnati presenti e 2.184 minori giunti via mare nei primi cinque mesi del 2014.
  Al fine di far fronte a questa situazione attraverso interventi strutturali e non derogatori in sede di Conferenza unificata, le amministrazioni centrali competenti stanno lavorando, insieme alle regioni e agli enti locali, per individuare in via ordinaria una procedura di coordinamento e cooperazione interistituzionale necessaria per gestire in maniera efficace e qualitativamente adeguata il sistema di protezione.
  In buona sostanza, abbiamo competenze regionali, competenze degli enti locali, risorse a disposizione e lavoro interministeriale da fare, perché in questa fase abbiamo un acutizzarsi di questo fenomeno, che propone problemi di tenuta del sistema rispetto alla dinamica che oggi è in corso.
  Con riguardo alla vicenda di Prato, si chiede come mai persista la drammatica situazione di Prato, a prevalente presenza di manodopera cinese, in cui si registrano lavoro completamente sommerso, sfruttamento e precarietà, fenomeni che accentuano la concorrenza al ribasso delle garanzie sociali, nonché scarsa osservanza delle norme di tutela della salute e sicurezza sui luoghi di lavoro.
  Rispetto a questa domanda e all'attività di vigilanza svolta all'interno delle aree metropolitane e delle province che hanno evidenziato una maggiore incidenza del fenomeno del sommerso, sono stati selezionati 11 uffici territoriali, tra i quali anche Prato, a cui è stato affidato il compito di svolgere un'attenta operazione di intelligence e di analisi delle caratteristiche specifiche del tessuto economico e produttivo del territorio di competenza. Questo al fine di programmare ed effettuare con immediatezza e per tutto il 2014 un'azione ispettiva volta a individuare l'esistenza di fenomeni di lavoro nero nei settori che localmente presentano una maggiore incidenza di questa tipologia di illegalità. Le vicende di Prato sono tristemente note alle cronache.
  Nell'ambito di questa iniziativa straordinaria le suddette strutture territoriali sono state chiamate a effettuare, nel complesso, un numero minimo di 11.000 controlli, attraverso lo svolgimento dei cosiddetti accessi brevi, specificamente orientati alla verifica dell'occupazione di personale in nero. Si tratta di una tipologia di controllo finalizzata e focalizzata essenzialmente alla verifica della presenza di lavoratori in nero.
  Considerata la stretta correlazione esistente fra lavoro nero e illeciti in materia di salute e sicurezza, questi accertamenti ispettivi risultano di fatto finalizzati all'individuazione delle violazioni che impattano con maggiore gravità anche sul piano della tutela psicofisica dei lavoratori.
  Quest'azione è, dunque, in corso, è coordinata per il 2014 ed è definita quantitativamente e nelle sue modalità, così come rappresentato.
  Ci si chiede poi, considerato che l'Italia è il quarto Paese per numero di richiedenti asilo, come si possa affrontare la situazione dei richiedenti asilo e protezione internazionale.Pag. 6
  Premesso che su questa materia la competenza prevalente è del Ministero dell'interno, questo Ministero, tuttavia, dedica una particolare attenzione a rafforzare gli strumenti di politica attiva dedicati ai titolari di protezione internazionale umanitaria. Attraverso l'utilizzo di risorse comunitarie e nazionali, ossia europee e nazionali, d'intesa con le amministrazioni regionali competenti, è in corso l'attivazione dei progetti di inserimento socio-lavorativo volti a facilitare i percorsi di autonomia, superando la fase assistenziale dell'accoglienza e rendendo stabile ed effettivo il percorso di integrazione in Italia.
  C’è, quindi, un dato oggettivo, che sta nei numeri, e c’è un impegno di politiche tese a evitare che la permanenza per periodi lunghi diventi di fatto, in termini di presenza non attiva, una situazione di tensione sul piano sociale. Si cerca di produrre politiche attive che evitino l'insorgere di fenomeni socialmente di tensione o di problematicità, naturalmente per quanto compatibile con i numeri coi quali stiamo facendo i conti.
  Ci si chiede, poi, se si possa procedere anche in Italia, come in Francia, sulla linea delle detrazioni fiscali per le badanti. Alla luce delle esperienze europee, che tramite il sistema degli aiuti fiscali e l'utilizzo dei voucher potenziano il welfare familiare, il Governo ha ipotizzato, nell'ambito delle linee guida per la riforma del terzo settore, l'adozione di un intervento analogo, per esempio, alla sperimentazione del voucher universale per i servizi alla persona e alla famiglia. La consultazione sulle linee guida su questo tema è in conclusione questa settimana. Anche alla luce dei riscontri e dei contributi che perverranno nel corso di questa consultazione, si valuterà la possibilità di un intervento in questa direzione.
  È prevista una definizione di questo tema all'interno delle linee guida sul terzo settore in un Consiglio dei ministri entro la fine di questo mese. Il tema sarà all'attenzione, per la componente che riguarda l'assistenza domiciliare, con la volontà evidentemente di far emergere dal nero tutto ciò che è possibile, ma dentro una dinamica organizzativa che può essere risolta attraverso il modello francese dei voucher.
  Si chiede poi di conoscere il bilancio economico degli stranieri, da intendersi come rapporto tra tasse versate rispetto ai servizi ricevuti. Le stime relative alla valutazione dei costi/benefici degli immigrati non si possono ridurre agli indicatori delle tasse e dei contributi versati, ovvero a quello del costo dei servizi utilizzati. Gli studi più recenti della Fondazione Leone Moressa su dati del Ministero dell'economia e delle finanze, relativi all'anno di imposta 2012, stimano in circa 3,5 milioni il numero dei contribuenti di origine straniera, con un importo complessivo annuo di imponibile fiscale pari a 45 miliardi a fronte di un gettito fiscale di circa 7,5 miliardi. Questo è l'elemento che abbiamo dedotto da quest'analisi presente.
  Un'altra domanda era la seguente: considerato che le misure di contrasto all'immigrazione poste in atto da Grecia e Malta incrementano l'immigrazione nel nostro Paese, cosa intende fare il Governo per rimuovere queste criticità e per il lavoro irregolare degli stranieri ?
  La posizione geografica, naturalmente, espone oggettivamente il nostro Paese al ruolo di approdo privilegiato dei flussi migratori, anche come possibile transito verso altri Paesi europei. Tuttavia, questa caratteristica concorre in modo marginale a creare lavoro sommerso, la cui entità è, invece, essenzialmente influenzata dall'andamento dei fattori economici e dalle caratteristiche del mercato del lavoro, nonché da altri fattori che favoriscono la crescita del lavoro irregolare. I dati storici dicono che c’è un nesso molto forte tra i dati della crisi e i dati del lavoro nero, del lavoro sommerso.
  Noi stiamo sviluppando un lavoro di approfondimento, da parte dell'ISFOL e di Italia Lavoro, che ha l'obiettivo di aggiornare le mappe della formazione del lavoro sommerso e di adeguare le strategie rivolte alla prevenzione e alla repressione di quello irregolare.Pag. 7
  Esiste chiaramente un nesso diretto tra il numero degli immigrati irregolari e il lavoro irregolare, e un dato generale altrettanto automatico, o comunque connesso, tra i dati di crisi della nostra economia e il fatto che una parte delle attività di lavoro siano sommerse, o comunque svolte con tale modalità.
  Stanti i miei appunti, dovremmo avere risposto alle domande che ci sono state fatte nel corso della riunione precedente.

  PRESIDENTE. Sì. Grazie, Ministro. Ha risposto dettagliatamente e di ciò la ringraziamo. Io credo che sarà opportuno per noi, quindi, come Comitato, insistere con il Ministro degli affari esteri per comprendere bene se abbia avviato o no un iter di accordo con la Cina, anche perché il Presidente del Consiglio è stato recentemente in Cina e mi pare che si sia anche parlato di visti per gli imprenditori cinesi. In tal senso, potrebbe essere utile risentire il Ministro degli affari esteri. Le chiederemmo, quindi, la cortesia, eventualmente, in data successiva di tornare da noi.
  Volevo solo salutare il dottor Natale Forlani e il suo Capo di gabinetto, Luigi Caso. La ringrazio moltissimo ancora, signor Ministro, e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 13.20.