XVII Legislatura

Commissione parlamentare di controllo sull'attività degli enti gestori di forme obbligatorie di previdenza e assistenza sociale

Resoconto stenografico



Seduta n. 2 di Mercoledì 13 novembre 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 

Audizione del Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Pietro Iocca, in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell'Istituto (Ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento della Camera dei deputati):
Di Gioia Lello , Presidente ... 3 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 3 
Di Gioia Lello , Presidente ... 5 
Di Salvo Titti (SEL)  ... 5 
Puglia Sergio  ... 5 
Scanu Gian Piero (PD)  ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 6 
Morassut Roberto (PD)  ... 6 
Di Gioia Lello , Presidente ... 7 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 7 
Di Salvo Titti (SEL)  ... 7 
Iocca Pietro , presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 7 
Di Gioia Lello , Presidente ... 8 

ALLEGATO: Documentazione presentata dal presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS ... 9

Testo del resoconto stenografico
Pag. 3

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE LELLO DI GIOIA

  La seduta comincia alle 8,35.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Avverto che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata anche attraverso l'attivazione di impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  (Così rimane stabilito).

Audizione del Presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'Istituto nazionale della previdenza sociale (INPS), Pietro Iocca, in merito alla situazione organizzativa e gestionale dell'Istituto.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca, ai sensi dell'articolo 143, comma 2, del Regolamento, l'audizione del presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS, Pietro Iocca. Avverto che il presidente è accompagnato dal dottor Ferdinando Paternesi, responsabile della struttura tecnica del CIV.
  Do la parola al presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS, Pietro Iocca.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Grazie, presidente. Ho predisposto una relazione, che poi lascerò agli atti della Commissione, limitandomi a riassumerne i punti principali e ricordando che ricopro la carica di presidente del CIV dell'INPS dal 1o ottobre.
  L'articolo 21 della legge n. 214 del 2011 ha soppresso l'Inpdap e l'Enpals, per cui la principale preoccupazione dell'istituto è stata quella di assicurare e migliorare i servizi offerti anche dai due enti soppressi. Si è agito peraltro per raggiungere questi obiettivi senza l'aggiunta di risorse, anzi riducendo le spese per effetto dei provvedimenti legislativi emanati dal Parlamento.
  I princìpi ispiratori di questa azione dell'istituto sono stati assicurare la continuità della gestione garantendo elevati livelli di efficienza del servizio offerto, attivare l'integrazione contabile e avviare il processo di omogeneizzazione delle procedure negoziali di spesa.
  In seguito c’è stata una riduzione delle locazioni passive, cioè molte sedi in locazione sono state restituite ai proprietari; e sono state sperimentate le direzioni territoriali integrate, nel senso che si è provveduto a unire il personale dei vari enti proprio per attuare il nuovo progetto ordinamentale finalizzato ad utilizzare al meglio le risorse economiche.
  Anche il CIV da me presieduto ha dovuto modificare e integrare gli indirizzi strategici con una deliberazione presa nel luglio 2011, ed ha anche istituito una Commissione istruttoria a carattere temporaneo proprio per monitorare il grado di integrazione dei vari enti.
  Per quanto riguarda l'attività di integrazione, il processo di telematizzazione che era stato previsto per l'INPS è stato esteso anche alle gestioni degli enti soppressi, e non è stata cosa di poco conto perché questo processo nell'istituto era già in stato di avanzata realizzazione.
  È stato aperto inoltre un doppio canale per rispondere alle istanze del pubblico, cioè il canale telematico e il canale cartaceo per l'integrazione. Nello stesso Pag. 4tempo, è stata avviata la sperimentazione della direzione provinciale integrata, che prevede l'integrazione di personale dei tre enti coinvolti in questo processo di riorganizzazione. Attualmente le sedi sono 74 e ci avviciniamo alla totalità delle sedi in periferia integrate con i servizi resi da un solo punto erogatore.
  Si sta provvedendo a estendere ciò che è stato fatto per le sedi provinciali anche alle direzioni regionali, e questo modello sperimentale di direzione regionale INPS unica è stata sperimentata in Emilia-Romagna con buoni risultati, in Friuli-Venezia Giulia, in Liguria e nelle Marche. Molto presto sarà estesa anche alle altre direzioni regionali dell'INPS.
  Questo processo di integrazione sta progredendo e il ruolo principale lo gioca la formazione. Bisogna implementare l'integrazione del personale dei due enti soppressi e dell'INPS al fine di rendere omogenea l'attività, sfruttando le sinergie.
  Anche nella trattazione dei ricorsi giudiziari tramite l'Avvocatura dell'INPS si sta raggiungendo un buon grado di omogeneizzazione. Attraverso l'utilizzo del canale Uniemens si è creato un flusso telematico unico, garantendo un servizio paritario ai tre enti. C’è stata anche l'emissione di un CUD 2012 unico per tutti i pensionati, misura che va verso l'omogeneizzazione della prestazione offerta dall'istituto.
  Il processo di dismissione delle locazioni passive è stato applicato sull'intero territorio nazionale, consentendo la liberazione di 155 stabili, con un risparmio annuo di circa 36 milioni di euro, di cui circa 18 di minori canoni. Credo che procedendo su questa strada ci siano buone probabilità di realizzare economie rilevanti nel processo di unificazione.
  Si è creata una sola direzione centrale per i sistemi informativi e tecnologici, cosa di non poco conto, perché si è cercato di essere uniformi nell'erogazione. Sono stati chiusi i portali dell'Inpdap e dell'Enpals ed è rimasto un unico portale, quello dell'INPS. Si sta portando avanti alacremente l'armonizzazione della modulistica – che potrebbe sembrare una questione di poco conto ma non lo è affatto – per tutti i pensionati sia pubblici che privati.
  Anche per quanto riguarda l'aspetto economico e finanziario, si procede verso il cosiddetto «Bilancio di integrazione», in cui, pur tenendo nella debita distinzione le partite degli Enti accorpati, avendo gestioni specifiche di contabilità, possiamo ormai parlare di un bilancio unico, e anche sotto questo punto di vista il lavoro che la struttura sta svolgendo è rilevante.
  Ci sono poi le dolenti note relative all'ex Inpdap; che per il 2012 ha fatto registrare un risultato di esercizio negativo di circa 7 miliardi di deficit, mentre la gestione ex Enpals ha fatto registrare un risultato di esercizio positivo, pari a circa 369 milioni di euro. Complessivamente, la situazione patrimoniale dell'istituto è passata da 41.297 milioni di fine 2011 a 21.875 di fine 2012, cosa preoccupante e sui cui dettagli vi rimando ai dati contenuti nella relazione che avrete modo di approfondire.
  Per ciò che concerne il numero degli iscritti risulta una drastica riduzione sia nella gestione dell'ex Inpdap (meno 4,6 per cento) che nella gestione ex Enpals (meno 3,4 per cento), mentre il comparto lavoratori dipendenti nel suo complesso registra una riduzione pari all'1,1 per cento. In virtù del blocco del turnover e della crescita del numero delle pensioni che hanno inciso sull'attività dell'istituto, il CIV considera inderogabile l'aggiornamento dei bilanci tecnici attuariali, per valutare cosa possa avvenire in futuro e quindi la sostenibilità dell'intero sistema.
  La concentrazione dell'attività dello Stato sociale in un solo ente costituisce un'opportunità che va sfruttata e che stiamo perseguendo – credetemi – con buona lena. Da parte del legislatore c’è una consistente richiesta di risparmio, però raccomando attenzione perché, a forza di tosare la pecora, rischiamo di ucciderla.
  L'istituto (queste sono mie considerazioni personali) chiede non ulteriori finanziamenti, ma quantomeno di limitare le economie richieste, stimabili in 500 milioni Pag. 5annui. Credo che l'istituto non possa sostenere tali somme, e il rischio è quello di andare incontro a situazioni che – non esagero – potrebbero minacciare anche la pace sociale, perché chi si vede con le spalle al muro reagisce, e ignoriamo quali potrebbero essere le reazioni.
  Grazie per la vostra attenzione.

  PRESIDENTE. La ringrazio, presidente, e do la parola ai colleghi che intendano intervenire per porre quesiti o formulare osservazioni.

  TITTI DI SALVO. Grazie, presidente Iocca, anche per la sua relazione che ha lasciato agli atti. Limito le mie considerazioni a tre punti, sapendo che forse dovremo prevedere successivi incontri.
  Tra le questioni da lei affrontate, una a mio avviso è estremamente importante: oggi le attività di welfare del Paese sono tutte all'interno dell'Istituto e quindi naturalmente il rapporto tra il Parlamento e l'INPS diventa un rapporto decisivo, lo è sempre stato, ma in questo caso lo è ancora di più.
  Lei citava la riduzione del numero degli iscritti e naturalmente si può intuire che questo elemento nasca anche da un andamento del mercato del lavoro e della struttura produttiva, però, constatando come nel settore che più conosco, quello Enpals, in un mondo produttivo così discontinuo si riduca il servizio di vigilanza ispettivo, vorrei sapere se esista un rapporto tra la riduzione del numero degli iscritti e la difficoltà di organico, di blocco del turnover, di personale predisposto ad aiutare l'emersione del lavoro irregolare che in alcuni settori è strutturale, e non è semplicemente un incidente.
  La seconda considerazione è sempre legata al fatto che, avendo assunto l'INPS una tale dimensione, è altrettanto importante immaginare una governance dell'Ente che garantisca una opportuna distribuzione dei poteri al suo interno. Sappiamo che esiste una proposta delle parti sociali e di Confindustria, ma vorrei conoscere anche la sua opinione in proposito.
  La terza questione, che porrò domani anche al presidente Mastrapasqua, riguarda i risparmi della legge Fornero. Quando infatti la legge Fornero viene approvata, la Ragioneria generale redige una relazione di accompagnamento in cui individua in 22 miliardi in dieci anni i risparmi provenienti dalla legge. La scorsa estate l'Istituto dichiara invece che i risparmi sono molti di più, ovvero 80 miliardi al netto delle risorse già utilizzate per i tre o quattro decreti sugli esodati, e quindi intorno ai 90 miliardi.
  In questo scarto c’è – per quanto mi può riguardare – la possibilità di immaginare come poter cambiare una legge che dal mio punto di vista è sbagliata, ma in ogni caso c’è una differenza di quantificazione dei risparmi che esige una spiegazione.

  SERGIO PUGLIA. Vorrei fare una considerazione in riferimento a questo nuovo assetto organizzativo. La scorsa volta ho sottolineato al direttore i complimenti per l'organizzazione che da dieci anni a questa parte l'INPS ha avuto. Si tratta infatti di un lavoro veramente immane.
  In una tale ottica quindi l'accorpamento organizzativo mi è parso necessario ed opportuno perché, avendo avuto personalmente a che fare con l'organizzazione dell'Inpdap, ho potuto constatarne le carenze, mentre dall'altra parte l'organizzazione dell'INPS era più che efficiente.
  Unire però una struttura in deficit come l'Inpdap a una struttura non in deficit come l'INPS sta creando problemi organizzativi perché, se è vero quanto ci ha detto in riferimento ai 500 milioni e se da un lato siamo assolutamente d'accordo con i tagli, l'INPS oltre a gestire la nostra previdenza e assistenza – quindi la struttura della sicurezza sociale nel nostro Paese – gestisce anche i servizi e questo sta creando, soprattutto in questi ultimi tempi, dei disservizi enormi, che a mio avviso stanno ormai degenerando e possono degenerare a tal punto da causare problemi sociali.
  Leggevo che a una pensionata al minimo (quasi 500 euro al mese) è stato fatto Pag. 6il conguaglio fiscale in un'unica volta. Ora è evidente che, se la legge prevede che per un lavoratore dipendente non è consentito di detrarre dal suo stipendio oltre il quinto, va da sé che – soprattutto se si tratta di pensioni minime – è opportuno utilizzare lo stesso criterio, ma credo che ciò vada fatto a livello amministrativo, senza la necessità di andare a legiferare per l'applicazione di una norma di buonsenso, e se quindi questo non viene fatto è chiaro che ci sono problemi organizzativi.
  Da parte nostra cercheremo quindi di verificare quanto i risparmi richiesti vadano per esempio ad incidere sulle consulenze esterne, e quanto sia invece possibile mantenere un buon livello dei servizi, al fine di poter tranquillizzare sia i pensionati che i lavoratori e quindi farli interagire in maniera più serena nei rapporti con l'ente.

  GIAN PIERO SCANU. Ringrazio il presidente del CIV e vorrei porre una sola domanda relativa agli eventuali impatti che sulla società civile e sull'utenza potrebbe avere la necessità di procedere a un risparmio di 500 milioni annui.
  Ritengo doveroso che il Consiglio di indirizzo e vigilanza avanzi una propria proposta, anche perché negli anni scorsi non sono mancate spese ingenti per consulenze e c’è stato un lungo periodo in cui gli esperti di agenzie private di consulenza affollavano la direzione generale e le direzioni centrali.
  Dubito che la struttura interna dell'Istituto avesse tutto questo bisogno di essere accompagnata quasi per mano. Se tuttavia questo è stato fatto, evidentemente era necessario, però ora bisogna tagliare dove si può, prendendo veramente coscienza che la famosa coperta è davvero troppo corta, anche se personalmente dubito che il provvedimento di legge che ha determinato l'unificazione degli enti sia stato congruo, mirato e bilanciato. Temo che si sia trattato più che altro di una manifestazione di demagogia o di pseudo-modernismo applicato agli enti, giusto per poter dire che qualche riforma era stata fatta.
  La pregherei quindi, se già non avete provveduto, alla luce della sua importante e responsabile affermazione, di predisporre quanto prima una controproposta, affinché non debba essere l'utenza, quindi le donne e gli uomini, a soffrire di questo cieco e sordo imperativo categorico che a suo tempo fu posto per legittimare una cosa che nella sostanza non era legittimabile. Grazie.

  PRESIDENTE. Dobbiamo cominciare a ragionare non soltanto su questa questione dei 500 milioni di risparmio annui che vengono richiesti all'istituto, ma anche sulla riorganizzazione complessiva del sistema, anche perché a me sembra che siano numerose le rimostranze espresse sia dalle parti sociali che da parte degli utenti su come questa riorganizzazione sia stata gestita e rinviata negli anni.
  È quindi opportuno fare una verifica complessiva, e spetta anche al CIV – come diceva l'onorevole Scanu – fare un'oculata disamina della situazione per valutare la possibilità che tali risparmi possano effettivamente conseguire da una riduzione di sprechi oggettivi, attività che peraltro effettueremo anche noi quando, com’è nostro compito, svolgeremo il controllo sui bilanci dell'ente.
  Do quindi la parola all'onorevole Morassut.

  ROBERTO MORASSUT. La ringrazio, presidente, per la sua utile comunicazione che si aggiunge alle informazioni forniteci nella scorsa audizione dal direttore generale Nori. Non nascondo che la sua comunicazione di questa mattina contiene per certi aspetti degli elementi allarmanti sullo stato dell'ente e sulle sue prospettive.
  Da quanto si evince, la situazione si è ulteriormente appesantita con il processo di accorpamento e quindi segnala una difficoltà rispetto alle vicende del recente passato, ma anche delle difficoltà in termini di quella che è l'attuale crisi sociale, la quale appesantisce la situazione dell'ente anche dal punto di vista dei conti per i problemi legati all'aumento degli oneri, degli ammortizzatori sociali e alla diminuzione delle contribuzioni.Pag. 7
  Da questo punto di vista, l'osservazione dell'onorevole Di Salvo è estremamente pertinente e desidero riproporla, perché la considero uno dei punti focali della questione, che chiama in causa direttamente il ruolo di indirizzo e di vigilanza del CIV, ovvero in una situazione come questa diventa assolutamente necessario conoscere la reale valutazione degli effetti della riforma sui conti e sulla prospettiva strategica dell'ente.
  È infatti necessario comprendere se oggi ci troviamo in una situazione in cui si possa immaginare l'esistenza di margini per una politica di crescita e di espansione delle prestazioni e di rafforzamento delle politiche di welfare, o se invece questo non sia possibile, anzi si corra addirittura il rischio di un arretramento.
  Questo è un punto decisivo che riguarda l'ente, il ruolo del CIV ed anche il ruolo di questa Commissione. Vorrei quindi conoscere il vostro orientamento e la vostra valutazione su questa prospettiva e anche sul tema che riguarda il futuro della governance dell'ente.
  Vorrei chiederle inoltre quale idea si sia fatto sulla tenuta e sulla stabilità complessiva dell'istituto in relazione non soltanto ai conti e quindi alla necessità di un risparmio che lei ha quantificato in una cifra importante, ma anche in relazione alla politica patrimoniale dell'Ente sia per quanto riguarda il patrimonio immobiliare e le sue eventuali dismissioni, sia che per la componente mobiliare, il cui dettaglio è stato ricostruito nella relazione presentata dal dottor Nori nella scorsa audizione.

  PRESIDENTE. Do la parola al presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS, Pietro Iocca, per la replica.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Partirei dalle questioni poste dall'onorevole Di Salvo, concordando sul fatto che la riduzione degli iscritti dipende da entrambe le situazioni che lei ha citato, la crisi del mercato del lavoro e il blocco del turnover.
  Sulla governance ci sarebbe da dire molto; per quello che ho potuto sperimentare in questo mese alla guida del CIV ritengo che il funzionamento del sistema duale dipende da quello che uno intende fare nel governo di una determinata situazione e da come vuol portare l'organo a lavorare e ad assumere determinate decisioni, che vanno prese anche quando dolorose.
  Per quanto riguarda i risparmi ipotizzati della riforma Fornero, che ritengo non essere stata una buona riforma, secondo me si stanno dando dei numeri al lotto.

  TITTI DI SALVO. Però sono dati forniti anche dall'Inps.

  PIETRO IOCCA, presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS. Si, ma sono questioni che vanno approfondite, come mi riprometto di fare, e, siccome auspicate tutti di rivederci, cercherò di essere più puntuale nella risposta di questo punto in un'altra occasione di incontro.
  Per quanto riguarda l'accorpamento, credo che questo ponga inevitabilmente dei problemi organizzativi, basti pensare che tre direzioni in ogni regione devono diventare una e la natura umana fa sì che ognuno intorno al suo orticello costruisca steccati affinché nessuno possa entrarvi; occorrerà del tempo, ma è ineludibile che si arriverà all'unicità della funzione per l'erogazione dei servizi.
  Per quanto riguarda le consulenze esterne, ieri abbiamo approvato il nuovo regolamento che regola i lavori del CIV e ho proposto (e con me il Consiglio all'unanimità ha condiviso) la cancellazione delle consulenze esterne. Il CIV non può quindi più usufruire di consulenze esterne, anche perché da sindacalista per tanto tempo ho criticato questo utilizzo delle consulenze esterne e sono stato quindi consequenziale.
  Sempre sul fronte dei risparmi abbiamo deciso anche che la documentazione dei consiglieri del CIV sia fornita non più in forma cartacea, ma solo in via telematica. A fronte di questa decisione l'istituto ovviamente fornirà attrezzature informatiche adeguate alle esigenze.Pag. 8
  Come mi ricordava il Dottor Paternesi, esiste una controproposta del CIV rispetto ai 500 milioni annui e la lasceremo agli atti affinché ne prendiate visione. C’è la necessità di una ricognizione unitaria del patrimonio dei tre enti, ma anche (e in questo senso mi impegnerò) di un suo recupero, perché un'abitazione in cui piove (abbiamo visto anche dei servizi televisivi in cui si denunciano determinate cose) è un patrimonio passivo e bisogna reperire risorse per riportarla a uno stato abitabile.
  Tali operazioni richiedono peraltro il supporto di una struttura tecnica adeguatamente formata, in quanto se dobbiamo fare la ricognizione dello stato patrimoniale dell'INPS unificato, dobbiamo farla in modo da avere la situazione reale del patrimonio dell'ente, individuando come funzioni, quali siano le parti alienabili e quali invece convenga mantenere per esercitare una funzione sociale con questo patrimonio.

  PRESIDENTE. Grazie, presidente, avremo modo di risentirla anche perché ci sono alcune questioni che meritano un ulteriore approfondimento come quella relativa al disavanzo economico dell'INPDAP che nel 2010 – sulla base dei dati desunti dall'esame dei bilanci consuntivi 2009 e 2010 – è risultato pari a 9.025,1 milioni di euro, con un incremento del 73,6 per cento rispetto a quello registrato nel precedente esercizio.
  Come evidenziato dall'onorevole Di Salvo, bisognerà capire – considerando anche gli effetti prodotti dall'entrata in vigore della riforma Fornero – quanto questo disavanzo realmente impatti sui conti dell'INPS, anche perché sarà compito della Commissione esprimere un parere sui bilanci successivi ai due esercizi considerati.
  Nel ringraziare il presidente del Consiglio di indirizzo e vigilanza dell'INPS, Pietro Iocca, dispongo che la relazione presentata sia allegata al resoconto stenografico della seduta odierna e dichiaro conclusa l'audizione.

  La seduta termina alle 9.30.

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