XVII Legislatura

Commissione parlamentare per l'indirizzo generale e la vigilanza dei servizi radiotelevisivi

Resoconto stenografico



Seduta n. 5 di Giovedì 1 agosto 2013

INDICE

Sulla pubblicità dei lavori:
Fico Roberto , Presidente ... 2 

Audizione del viceministro dello sviluppo economico Antonio Catricalà
Fico Roberto , Presidente ... 2 
Catricalà Antonio , Viceministro dello sviluppo economico ... 2 
Fico Roberto , Presidente ... 4 
Catricalà Antonio , Viceministro dello sviluppo economico ... 4 
Fico Roberto , Presidente ... 5 
Catricalà Antonio , Viceministro dello sviluppo economico ... 5 
Peluffo Vinicio Giuseppe Guido (PD)  ... 7 
Rossi Maurizio  ... 7 
Marazziti Mario (SCPI)  ... 7 
Fico Roberto , Presidente ... 7 
Catricalà Antonio , Viceministro dello sviluppo economico ... 7 
Fico Roberto , Presidente ... 8

Sigle dei gruppi parlamentari:
Partito Democratico: PD;
MoVimento 5 Stelle: M5S;
Il Popolo della Libertà - Berlusconi Presidente: PdL;
Scelta Civica per l'Italia: SCpI;
Sinistra Ecologia Libertà: SEL;
Lega Nord e Autonomie: LNA;
Fratelli d'Italia: FdI;
Misto: Misto;
Misto-MAIE-Movimento Associativo italiani all'estero-Alleanza per l'Italia: Misto-MAIE-ApI;
Misto-Centro Democratico: Misto-CD;
Misto-Minoranze Linguistiche: Misto-Min.Ling.;
Misto-Partito Socialista Italiano (PSI) - Liberali per l'Italia (PLI): Misto-PSI-PLI.

Testo del resoconto stenografico
Pag. 2

PRESIDENZA DEL PRESIDENTE ROBERTO FICO

  La seduta comincia alle 14.45.

Sulla pubblicità dei lavori.

  PRESIDENTE. Comunico che ai sensi dell'articolo 13, comma 4, del Regolamento della Commissione, la pubblicità dei lavori della seduta odierna sarà assicurata mediante l'attivazione del sistema audiovisivo a circuito chiuso. Sarà inoltre attivata la trasmissione diretta sulla web-tv della Camera dei deputati e, qualora sia terminata la seduta dell'Assemblea, la trasmissione televisiva sul canale satellitare della Camera dei deputati. Comunico altresì che dell'audizione odierna sarà redatto e pubblicato il resoconto stenografico.

Audizione del viceministro dello sviluppo economico Antonio Catricalà.

  PRESIDENTE. L'ordine del giorno reca l'audizione del viceministro dello sviluppo economico, Antonio Catricalà, che ringrazio per aver accettato l'invito della Commissione.
  Dopo la sua relazione introduttiva, in considerazione del tempo limitato che oggi abbiamo a disposizione a causa dell'andamento dei lavori delle assemblee di Camera e Senato, il seguito dell'audizione sarà rinviato al prossimo mercoledì 7 agosto, alle ore 14.30. Ciò al fine di consentire anche ai colleghi oggi assenti, perché impegnati nei lavori delle Commissioni permanenti, di rivolgere le proprie domande al viceministro.
  Ricordo che l'audizione è finalizzata ad acquisire elementi conoscitivi sui contenuti del nuovo contratto di servizio tra la RAI e il Ministero dello sviluppo economico per il triennio 2013-2015 e sui tempi previsti per la sua adozione; sull'eventuale rinnovo della composizione della Commissione paritetica di cui all'articolo 29 del contratto di servizio vigente per il triennio 2010-2012 e sulla sua riconvocazione; sugli indirizzi che il Governo intende seguire per il rinnovo della concessione per l'esercizio del servizio pubblico radiotelevisivo in scadenza nel 2016; sulle possibili misure che il Governo intende adottare per ridurre l'evasione del pagamento del canone RAI; sull'attività preparatoria che il Governo italiano sta svolgendo in relazione alla partecipazione alla prossima Conferenza mondiale nel 2015, che tratterà tempi e modi di una possibile diversa utilizzazione anche parziale delle risorse frequenziali.
  Cedo la parola al viceministro Catricalà per la sua relazione.

  ANTONIO CATRICALÀ, Viceministro dello sviluppo economico. Signor Presidente, grazie per avermi invitato e per aver consentito la presenza, in questa sede, dell'avvocato Selli e del dottor Montersoli, miei diretti collaboratori. Grazie anche per avermi consentito di esporre le linee programmatiche del Governo sulla RAI, che esercita il servizio pubblico radiotelevisivo.
  Come è noto, l'azione del Governo non può riguardare le scelte editoriali della RAI, il cui controllo generale spetta al Parlamento, né il rispetto puntuale degli obblighi di servizio, di competenza dell'Autorità per le garanzie nelle comunicazioni.
  Ho distribuito un testo, che spero sia arrivato: vorrei riassumerlo in modo che – mi auguro – risulti chiaro, restando Pag. 3comunque a disposizione per qualsiasi domanda nella prossima seduta.
  I dati dell'AGCOM mostrano un quadro di sofferenza dell'intero settore; un settore che risente della generale crisi economica, nonché di una particolare criticità, quella del calo della richiesta di pubblicità perché purtroppo la prima voce che viene modificata nel budget aziendale, come abbiamo notato, è proprio quella della comunicazione e della pubblicità.
  Per la RAI questa situazione critica è compensata, ma solo in parte, dall'aumento del canone che è stato registrato lo scorso anno.
  Le difficoltà della RAI però non sono solo di natura finanziaria, ma derivano anche dal modello organizzativo che risulta inadeguato ad accogliere con serenità le nuove sfide. Del resto, il quadro di politica industriale e lo stesso ruolo di servizio pubblico sono oggi in profonda trasformazione, sono in movimento, ed è necessario che la RAI affronti con un modello diverso – forse anche con uno spirito diverso – questa nuova situazione: la tv ibrida, cioè la tv connessa, è una realtà che dal domani sta passando all'oggi. Questo servizio necessita di uno specifico supporto per la funzionalità multipla ed è una realtà inevitabile, così come è inevitabile la contaminazione tra le piattaforme. Una contaminazione, oltre che inevitabile, anche fruttuosa: basta pensare che solo sul web abbiamo registrato un aumento dei ricavi pubblicitari. Quindi, la RAI deve continuare a investire in innovazione per la tv, per la radio, e per consentire all'insieme dell'utenza la migliore fruizione del servizio.
  Proprio oggi – è una notizia inedita – abbiamo sottoscritto un accordo endoprocedimentale tra il Ministero dello sviluppo economico, l'Autorità per le comunicazioni e la RAI, per garantire la migliore ricezione del Mux 1, proteggendolo da interferenze. Si tratta di un accordo endoprocedimentale di particolare rilievo perché è prodromico al rilascio delle frequenze; aspettiamo dunque di poter bandire con maggiore serenità la gara per le nuove frequenze: il bando adesso è all'esame dei due commissari Almunia e Kroes, presso le competenti direzioni generali della Commissione europea.
  La RAI dovrà, in questo nuovo quadro di innovazione tecnologica, contemperare aspetti competitivi con obblighi di servizio e dovrà attrezzarsi per garantire un'offerta di contenuti in un contesto multipiattaforma. Dovrà svolgere anche compiti di alfabetizzazione informatica. L'Agenda digitale è essenziale per la ripresa dell'economia nel Paese e a maggior ragione per l'intero settore dell'audiovisivo. Pertanto, la RAI dovrà necessariamente svolgere un'opera di alfabetizzazione informatica; un po’ come accadde per la lingua italiana, laddove la RAI riuscì a svolgere quel ruolo che neanche la scuola – nonostante fosse un'ottima scuola, soprattutto quella elementare – non riuscì a compiere adeguatamente, data la forza di radicamento delle tradizioni locali in Italia all'indomani della fine della guerra.
  Il direttore generale della RAI, come ha avuto modo di dire anche dinanzi a questa Commissione, è consapevole di questa esigenza e si adopererà per migliorare l'offerta sul web che al momento – come ammette lui stesso – è limitata e parcellizzata.
  L'Agenda digitale, pur prevedendo soprattutto interventi per la banda larga e investimenti pubblici e privati, si riferisce anche a un aspetto culturale: siamo un Paese con una percentuale di net evaders inaccettabile, che va necessariamente ridotta in modo drastico; la RAI, attraverso la televisione e la radio – che sono presenti in ogni famiglia – può svolgere questo ruolo con grande capillarità.
  Quanto ai contenuti, la RAI deve proporre un'offerta di servizio che sia anche un'offerta competitiva. C’è quindi la necessità di una razionalizzazione dei costi perché solo attraverso un riesame della propria organizzazione, dei costi interni di produzione, si può giungere a un servizio che sia allo stesso tempo competitivo e apprezzabile per il settore pubblico. In tale ottica, si devono valorizzare Pag. 4soprattutto le strutture interne, che sono di grande valore e di grande capacità professionale; questa valorizzazione passa attraverso un aumento delle responsabilità aziendali delle strutture stesse e anche mediante processi di formazione continua che devono avvenire necessariamente all'interno e non possono essere delegati all'esterno dell'azienda.
  Un tema tipico della RAI, che deve essere fortemente avvertito nel Paese, nel Parlamento e nel Governo, è quello della difesa delle produzioni italiane ed europee dall'aggressione effettuata da parte di aggregatori di contenuti, i cosiddetti over the top che non investono né Italia né in Europa e, pagando tasse nel paese con minore percentuale di tassazione, creano una situazione di squilibrio e di non equa competizione.
  Del resto, basta considerare che le produzioni americane hanno conquistato legittimamente il 60 per cento del mercato in Italia e il 50 per cento in Europa. Aumentare queste quote di mercato a favore degli aggregatori di contenuti, senza sottoporli a una serie di vincoli, potrebbe creare una sperequazione tale da far chiudere completamente la produzione italiana. Siamo per un internet delle libertà, ma anche un internet dei diritti, che garantisca la tutela del diritto d'autore e che assicuri un assetto equo, leale e di confronto competitivo a chi si propone come fornitore di contenuti. Richiediamo infatti che se una televisione è soggetta a determinate regole anche il suo competitor sul web sia soggetto alle stesse regole. Se bisogna, ad esempio, rispettare delle quote di produzione nazionale o alcuni princìpi di tutela della privacy e di tutela dei minori o princìpi di particolare cautela nella pubblicità di determinati prodotti che possono essere nocivi per la salute, questo deve avvenire in pari modo sia su internet, sia sulle televisioni. Solo questo consentirà una piena e assoluta parità tra la televisione e il web e la piena contaminazione tra queste due piattaforme.

  PRESIDENTE. Ministro, posso chiederle un esempio specifico su questo ultimo aspetto a cui ha fatto riferimento ? Vorrei capire cosa intende quando parla di uguale misura tra web e tv.

  ANTONIO CATRICALÀ, Viceministro dello sviluppo economico. Se ad esempio il Comitato tv e minori non consente di trasmettere un film in una certa ora in televisione, non dovrebbe essere possibile vedere quel film neanche sul web. Se c’è un divieto di incitamento all'odio razziale per le televisioni, deve valere anche sul web; se c’è un obbligo di investire in produzioni nazionali per una certa quantità, questo obbligo non deve essere evaso da chi trasmette solamente in streaming. Bisognerebbe quindi avere una parità di funzioni perché la televisione ibrida consentirà di accedere a entrambe le piattaforme attraverso lo stesso mezzo.
  La parità fiscale sarà ovviamente più difficile da conquistare, ma i vincoli minimi, l’acquis comunitario, le regole presenti in tutta Europa dovrebbero essere rispettate su tutte le piattaforme. Se questo in parte avviene, la maggioranza di queste regole vengono però violate, tanto che ci sono varie vertenze in corso; ciò è stato rilevato, prima che dal nostro ministero, dai vari competitor e dalle magistrature. Neelie Kroes si è espressa in merito a Lussemburgo, dicendo chiaramente che la convergenza passa attraverso un insieme di regole che devono essere condivise. Su questo tema è stata approvata anche una risoluzione del Parlamento europeo del 4 luglio scorso, che prevede quali debbano essere le regole della televisione connessa e stabilisce alcune raccomandazioni che ho inserito nel testo che vi ho fornito. La tv ibrida deve rispettare le norme vigenti sui minori, sulla pubblicità, sulla salute, sul divieto di incitamento all'odio razziale, sulla separazione tra informazione e pubblicità, sulla trasparenza proprietaria e la privacy, oggetto di acquis comunitario. Si tratta di regole difficili da applicare al mondo di internet, ma nel momento in cui quel mondo utilizzerà lo strumento Pag. 5televisivo è chiaro che dovremo creare una competizione equa e non troppo squilibrata a favore di chi è solo aggregatore di contenuti e non un investitore. Le nostre televisioni, infatti, investono molto in produzione e impiegano personale; non è solo una questione di pagamento di tasse, ma anche di sviluppo del Paese.
  Per la RAI la questione del canone è centrale, fondamentale anche per lo sviluppo del futuro del sistema delle comunicazioni. Questo è stato un tema molto dibattuto e studiato. In Grecia, per esempio, il canone si paga con la bolletta elettrica: è un sistema facile da dire, ma difficilissimo da realizzare, tanto che in Italia non si è mai arrivati a questa soluzione e solo nel 1993 c’è stato un obbligo di pagamento del canone con la denuncia dei redditi ma, come ricorderete, era un periodo estremamente particolare e si trattò di una norma legata a un decreto-legge che non fu mai ripetuta.
  In Europa però si va abbandonando il concetto di canone in favore di un'imposta generale sui media che potrebbe orientare le scelte del nostro Paese. Austria, Germania, Finlandia, Islanda, Svezia e Svizzera hanno previsto invece un canone nella forma di tassa a carico del nucleo familiare; questa modalità va incontro alla convergenza tecnologica, perché si prescinde dal possesso dell'apparecchio per concepire una tassa che riguarda i media in generale, quindi l'informazione, il pluralismo e tutto quello che lo strumento di trasmissione di contenuti riesce a garantire.

  PRESIDENTE. Quindi anche la rete ?

  ANTONIO CATRICALÀ, Viceministro dello sviluppo economico. Dovrebbe essere anche la rete, ma il problema è che questo canone deve servire a garantire il servizio pubblico. Sul canone mi sono impegnato – e confermo l'impegno – a riaprire il tavolo, però prima bisogna firmare il contratto di servizio di cui vi parlerò.
  C’è un problema di evasione sia a livello privato sia a livello commerciale, e sembra riguardare anche le pubbliche amministrazioni; bisogna ridurre il più possibile questa evasione e recuperare almeno una parte delle quote di spettanza della RAI per migliorare la RAI stessa. D'altra parte, bisogna pubblicizzare di più le esenzioni che sono oggi presenti, per esempio per gli ultrasettantacinquenni a basso reddito; non sono molto pubblicizzate, ma non sono neanche cospicue, perché riguardano un settore minimo degli utenti: gli ultrasettantacinquenni che hanno un reddito inferiore a 516 euro al mese, pari a 6.700 euro l'anno, ovvero cifre che comunque non consentirebbero il pagamento del canone. Queste esenzioni vanno tuttavia pubblicizzate perché ci sono molte persone che non ne sono a conoscenza e potrebbero avvantaggiarsene.
  Alla base di queste considerazioni bisogna però fare un discorso sul valore del merito nel servizio pubblico; il cittadino, infatti, non paga volentieri il canone, pur sapendo che è un'imposta, perché non percepisce l'esistenza di un servizio pubblico, ossia la differenza tra una televisione libera e una televisione di Stato. Questa differenza non viene percepita per vari motivi, ad alcuni dei quali speriamo di poter porre rimedio con l'attuale contratto di servizio. Per questa ragione vorrei prima ottenere la firma del contratto di servizio con il vostro parere favorevole e poi aprire il tavolo sul canone; aprire oggi un tavolo sul canone mi sembrerebbe assolutamente inappropriato.
  Un tema importante che è stato molto discusso è quello della scadenza della concessione. Non vi voglio annoiare con questioni inerenti alla concessione, alla convenzione e al contratto di servizio, però in questo momento esistono tutti e tre questi atti – non è vero che la convenzione è stata assorbita nella concessione – e sono completamente diversi: alcuni sono paritetici, altri di natura autoritativa. Quello di maggiore interesse non è tanto la convenzione, che scadrà l'anno prossimo, ma la concessione che scadrà per legge il 6 maggio del 2016; per Pag. 6rinnovare la concessione occorre una legge, perché non la si può rinnovare con un atto amministrativo né si può immaginare che l'amministrazione bandisca gare e appalti autonomamente, senza una legge che regoli la materia. Del resto, ci troviamo di fronte a una società costruita dalla legge Gasparri per svolgere il servizio pubblico, con una governance studiata per svolgere il servizio pubblico, quindi l'intervento del Parlamento sarà assolutamente necessario.
  Se non ci fosse questo intervento, il 7 maggio si creerebbe il caos nel sistema radiotelevisivo pubblico e la Corte dei conti indagherebbe immediatamente il Ministero dell'economia e delle finanze e il Ministero dello sviluppo economico se solo un euro del canone fosse versato senza titolo. Si tratta quindi di una necessità assoluta e per questo mi sono sentito di parlarne per tempo – anche in maniera un po’ allarmistica – anche perché so che al riguardo la Corte costituzionale non consente al Governo interventi con procedura d'urgenza. È una materia tipicamente parlamentare e il Parlamento dovrà fare la propria scelta con consapevolezza. La scelta potrebbe essere facilissima, prorogando il termine, o difficilissima se si intenderà cambiare la struttura organizzativa, la governance, della RAI.
  Per attuare questa scelta bisogna avere un quadro chiaro e completo del comune sentire dell'opinione pubblica italiana sul servizio pubblico. A tal fine abbiamo pensato di svolgere una consultazione pubblica di vasto respiro, come quella che è stata realizzata per la BBC prima dell'emanazione del Royal Charter Act, che ha affrontato non solo il tema del servizio pubblico ma anche quello della riforma della BBC. Si è trattato di una grande consultazione che è durata tre anni e ha interessato l'OFCOM, il Parlamento, la stessa BBC e le altre televisioni; si sono svolti seminari e un grande forum nei quali tutte le organizzazioni hanno potuto spiegare il loro punto di vista e tutti i cittadini hanno potuto esprimere le loro idee.
  Noi vorremmo che questo importante momento partecipativo si ripetesse in Italia per consentire al Parlamento di effettuare scelte consapevoli e abbiamo approfittato di questo contratto di servizio, che è l'ultimo prima della scadenza della concessione, per fare un test di consultazione che ha dato un risultato molto positivo, direi che è stato un successo. Abbiamo intervistato 45 soggetti, di cui 30 hanno risposto: associazioni di operatori, autori dell'audiovisivo e dell'emittenza, consumatori e utenti – con particolare sensibilità all'immagine femminile – parti sociali, Consiglio nazionale degli utenti. Abbiamo avuto anche un parere da Confindustria. Abbiamo recepito molte delle osservazioni nel testo che proponiamo alla RAI. Ci siamo riservati di prendere un certo tempo per migliorare il testo che vi proporremo ai primi di settembre e che in sostanza è una prova che deve servire a rendere più trasparente l'utilizzazione del canone – bisogna sapere con maggiore precisione come la RAI spenda i soldi pubblici – a verificare i costi, ad assicurare la non discriminazione all'accesso e a verificare la riconoscibilità dei programmi di servizio per generi predeterminati.
  Nel testo è stata inserita anche una norma che riguarda i trattamenti economici della dirigenza, tenendo conto delle tendenze degli altri Paesi: in Gran Bretagna c’è una total disclosure, mentre in altri Paesi ci sono minori forme di trasparenza (su questo, se foste interessati, nel prossimo incontro potrei distribuire una tabella che spiega le varie discipline nei Paesi vicini al nostro). In Italia ci sono pareri di autorità che non sono d'accordo con un'apertura totale, tuttavia noi tentiamo di fornire – nei limiti dell'ordinamentalmente corretto e possibile – un quadro chiaro dei valori ai quali ci si riferisce.
  Il nuovo contratto di servizio dovrà essere diverso dal precedente in vari punti, ma soprattutto renderà verificabili gli adempimenti o gli inadempimenti, fatto che costituiva la maggiore difficoltà Pag. 7finora avvertita dall'AGCOM: speriamo quindi di soddisfare questa prima importante esigenza.
  Si tratta di un atto bilaterale che abbiamo voluto riscrivere e proporre alla RAI; ieri sera l'ho mandato all'attenzione del direttore generale, raccomandando di mantenerlo il più possibile riservato perché i contenuti del testo dovranno essere conosciuti prima di tutto dalla Commissione, nei confronti della quale abbiamo usato anche l'accortezza – per rispetto dell'importante parere che ci deve essere dato – di non dare chiarimenti sul contenuto del futuro contratto nella consultazione che ha riguardato ciò che non andava bene nel precedente contratto di servizio, che per comodità vi alleghiamo.
  La RAI dovrà fare le proprie valutazioni su molte norme che sono totalmente innovative e sulle quali non c’è stata una preventiva consultazione. Speriamo che, nello spirito di collaborazione che si è instaurato tra noi e l'organismo pubblico di servizio, ci sia un'immediata condivisione delle esigenze che si leggono anche sui giornali e che in questa Commissione, come nelle Commissioni di merito della Camera e del Senato, sono state più volte esplicitate. Spero che non ci sia un problema di costi perché abbiamo cercato di produrre norme che diano, a costo zero per la RAI, il massimo della trasparenza nella leggibilità del contratto e nella verificabilità degli adempimenti.

  VINICIO GIUSEPPE GUIDO PELUFFO. Intervengo sull'ordine dei lavori, avendo noi correttamente deciso, in ragione dell'organizzazione dei tempi parlamentari, di procedere soltanto alla relazione del viceministro, che ringrazio. Il mio dubbio riguarda la data che indicava prima il Presidente: se non ho capito male, il calendario di Camera e Senato della settimana prossima è simile a quello di questa settimana, anzi, potrebbe essere addirittura più complicato, dunque non so se riusciremo a concludere l'audizione, perché avremmo bisogno di un arco temporale che forse il calendario non ci consentirà di avere. Pertanto, potremmo prenderci ancora una giornata; di solito il venerdì vengono definiti i calendari e in quell'occasione gli uffici, con la Presidenza di Camera e Senato, potrebbero verificare il calendario e, a seconda della disponibilità del viceministro, capire se si possono trovare due o tre ore nella settimana prossima oppure se sarà necessario rimandare la seduta a settembre.

  MAURIZIO ROSSI. Anche io intervengo sull'ordine dei lavori. Oggi avrei dovuto essere in VIII Commissione, dove tra l'altro sono l'unico rappresentante di Scelta Civica, mentre la settimana prossima, alla stessa ora, sarà presente il Ministro Lupi per la replica. Poiché si tratta di due impegni estremamente importanti e interessanti, vi chiedo se è possibile trovare una soluzione: condivido quello che è stato richiesto dal collega, ma non vorrei che si sovrapponessero gli appuntamenti; se possibile e se i colleghi sono d'accordo, ci potremmo riunire verso sera.

  MARIO MARAZZITI. Condivido quanto espresso dai colleghi, ma aspetterei domani per la definizione di una data, perché ritengo sia difficile riunirci verso sera in questi ultimi giorni, avendo anche sedute notturne; sono pochi gli spazi liberi soprattutto se per caso dovesse capitare di trattare in due giorni consecutivi il tema dell'omofobia e del finanziamento pubblico dei partiti. Lo sapremo domani.

  PRESIDENTE. Domani vedremo il calendario dei lavori e decideremo di conseguenza. Viceministro Catricalà, lei pensa che il contratto di servizio potrebbe essere sul tavolo della Commissione di vigilanza all'inizio di settembre ?

  ANTONIO CATRICALÀ, Viceministro dello sviluppo economico. Spero di sì. Occorre un consiglio di amministrazione della RAI che condivida lo schema. Dopodiché non sarà necessaria alcuna sigla, perché si tratta di una proposta; quello Pag. 8vale come preaccettazione e, dopo, il vostro parere si può perfezionare.

  PRESIDENTE. Vorrei ricordare a tutti i commissari che in queste ore si sta svolgendo il consiglio di amministrazione della RAI: uno dei punti all'ordine del giorno riguarda la consegna di tutta la documentazione richiesta ieri dall'Ufficio di presidenza della Commissione all'unanimità. Ieri, dopo l'Ufficio di presidenza, ho inviato le lettere con le relative richieste alla dirigenza della RAI e al consiglio di amministrazione, a seguito delle quali la presidente Tarantola e il direttore Gubitosi hanno ritenuto opportuno di passare prima per il consiglio di amministrazione, fissando un apposito punto all'ordine del giorno circa la documentazione da trasmettere: a breve vi fornirò tutte le informazioni sulla questione.
  Ringrazio il viceministro Catricalà e tutti i colleghi e rinvio il seguito dell'audizione ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.15.