CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 19 aprile 2017
805.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 162

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.10.

Istituzione della giornata in memoria dei Giusti dell'umanità.
C. 2019 Santerini.
(Parere alla I Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Michele BORDO, presidente, intervenendo in sostituzione del relatore, illustra i contenuti del provvedimento, composto di un articolo unico e che prevede l'istituzione della Giornata in memoria dei Giusti dell'umanità, individuandola nella giornata del 6 marzo.
  Rileva che nel corso dell'esame presso la I Commissione, non sono state approvate modifiche al testo originario del provvedimento.
  Con la ricorrenza s'intende «mantenere viva e rinnovare la memoria di quanti, in ogni tempo e in ogni luogo, hanno fatto del bene salvando vite umane, si sono battuti in favore dei diritti umani durante i genocidi e hanno difeso la dignità della persona rifiutando di piegarsi ai totalitarismi e alle discriminazioni tra esseri umani» (comma 1).
  La data prescelta coincide con quella proposta nella Dichiarazione del Parlamento europeo del 10 maggio 2012 sul sostegno all'istituzione di una Giornata europea in memoria dei Giusti per commemorare, il 6 marzo, coloro che si sono opposti con responsabilità individuale ai crimini contro l'umanità e ai totalitarismi. La dichiarazione è stata sottoscritta da 388 parlamentari europei, a seguito di un appello internazionale che è stato sostenuto da più di 3600 cittadini, intellettuali, artisti, e politici.Pag. 163
  La data del 6 marzo coincide con l'anniversario della morte di Moshe Bejski, magistrato israeliano, deportato e scampato alla persecuzione nazista anche grazie all'aiuto di Oskar Schindler, che si adoperò al ritorno in Israele, in qualità di Presidente della Commissione dei Giusti del Museo dell'Olocausto di Gerusalemme, per ricordare coloro che si sono attivati, anche a rischio della vita, per contrastare un genocidio o la cultura del genocidio, con l'intento di vanificarne, anche in parte, gli effetti, adoperandosi in modo concreto per la salvezza dei perseguitati.
  Come si legge nella relazione illustrativa, «la definizione di Giusto ha profonde radici nella cultura ebraica e nel Talmud, in cui viene ricordato che «salvare una vita è salvare il mondo intero»: gentile giusto è il non ebreo che dimostra però grande rispetto di Dio attraverso le sue azioni. Tale espressione ha poi assunto peculiare valore politico nel 1962, in seguito alla decisione, da parte della Corte suprema d'Israele, di istituire una Commissione per il conferimento dell'onorificenza di Giusto tra le nazioni a chi, con grande coraggio, si era adoperato per salvare la vita anche di un solo ebreo, durante la Shoah e il tragico periodo nazista».
  Il comma 2 precisa che tale giornata è considerata solennità civile ai sensi dell'articolo 3 della L. 260/1949, ma non ha l'effetto della riduzione dell'orario di lavoro negli uffici pubblici né, qualora cada nei giorni feriali, costituisce giorno di vacanza o comporta riduzione di orario per le scuole.
  In occasione della ricorrenza, il comma 3 prevede che gli istituti scolastici di ogni ordine e grado, nell'ambito dell'orario scolastico, organizzano iniziative finalizzate a fa conoscere le storie di vita dei Giusti e a sensibilizzare gli alunni sulla tutela della dignità e dei diritti umani. Sul punto, la proposta demanda le modalità di attuazione della legge ad un decreto del Ministro dell'istruzione, dell'università e della ricerca, da emanare entro tre mesi dall'entrata in vigore della legge.
  Sempre in occasione della ricorrenza, le amministrazioni e gli enti pubblici promuovono iniziative pubbliche presso i Giardini dei Giusti, ove esistenti, ovvero in altri luoghi simbolici, nonché organizzano convegni, incontri e dibattiti, studi sul tema (comma 4).
  In proposito, ricorda che il primo Giardino dei Giusti è stato allestito a Gerusalemme nel 1960, su iniziativa di Moshe Bejski e ricorda i Giusti non ebrei che hanno salvato la vita a ebrei durante la Shoah. Grazie all'attività promozione dell'associazione Gariwo, La foresta dei giusti, sono stati creati Giardini dei Giusti in tutto il mondo, alcuni dei quali anche in Italia, in cui vengono piantumati alberi in omaggio e in ricordo non solo di coloro che hanno aiutato gli ebrei durante l'Olocausto ma anche di chi ha salvato vite umane nel corso di tutti i genocidi e omicidi di massa.
  Ai sensi del comma 5, le iniziative connesse alla ricorrenza non devono comportare nuovi o maggiori oneri a carico dello Stato.
  Alla luce dei contenuti del provvedimento, e nessuno chiedendo di intervenire, formula una proposta di parere favorevole.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata.

Documento di economia e finanza 2017.
Doc. LVII, n. 5.

(Parere alla V Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Giampiero GIULIETTI (PD) relatore, rileva che il Documento di economia e finanza 2017 (Doc. LVII, n. 5) – del quale la XIV Commissione avvia l'esame ai fini del parere da rendere alla V Commissione – costituisce il principale documento di programmazione della politica economica e di bilancio.Pag. 164
  Il Documento, che si articola in tre sezioni – Programma di stabilità, Analisi e Tendenze della Finanza pubblica, Programma Nazionale di riforma –, traccia, in una prospettiva di medio-lungo termine, gli impegni, sul piano del consolidamento delle finanze pubbliche, e gli indirizzi, sul versante delle diverse politiche pubbliche, adottati dall'Italia per il rispetto del Patto di Stabilità e Crescita europeo e per il conseguimento degli obiettivi di sviluppo, occupazione, riduzione del rapporto debito-PIL nonché per gli altri obiettivi programmatici prefigurati dal Governo per l'anno in corso e per il triennio successivo.
  Il Documento si inquadra al centro del processo di coordinamento ex ante delle politiche economiche degli Stati membri dell'UE – il Semestre europeo – e viene presentato al Parlamento, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, entro il 10 aprile di ciascun anno, al fine di consentire alle Camere di esprimersi sugli obiettivi programmatici di politica economica in tempo utile per l'invio al Consiglio dell'Unione europea e alla Commissione europea, entro il successivo 30 aprile, del Programma di Stabilità e del Programma Nazionale di Riforma (PNR).
  A tal fine il Documento di Economia e Finanza 2017 espone per il periodo 2017-2020 le modalità e la tempistica attraverso le quali l'Italia intende proseguire nel risanamento dei conti pubblici e, nel contempo, illustra le politiche mediante cui perseguire gli obiettivi di crescita e di sviluppo programmati nel Documento, anche sulla base degli indirizzi formulati dall'Unione Europea.
  Il Documento reca, inoltre, 7 allegati: sullo stato di attuazione della riforma della contabilità e finanza pubblica; sugli interventi nelle aree sottoutilizzate; sui fabbisogni e progetti infrastrutturali; sull'attuazione degli impegni per la riduzione delle emissioni di gas ad effetto serra; sulle spese dello Stato nelle regioni e nelle province autonome; sul benessere equo e sostenibile nel processo decisionale; sui fabbisogni annuali di beni e servizi della pubblica amministrazione e sui risparmi conseguiti con il sistema delle convenzioni Consip.
  Sotto il profilo macroeconomico, il DEF 2017 espone i risultati economici registrati nel 2016 e le previsioni per l'anno in corso e per il periodo 2018-2020, che riflettono i segnali di graduale ripresa dell'economia, nonostante gli elementi di incertezza che ancora caratterizzano le prospettive di crescita globali.
  Con riferimento al 2016, il DEF evidenzia come l'economia italiana sia entrata nel terzo anno di ripresa, registrando un tasso di crescita dello 0,9 per cento in termini reali.
  Sul risultato positivo del 2016 ha inciso in maniera rilevante – si osserva nel DEF – l'andamento della domanda interna, in continua espansione durante l'anno, il cui contributo positivo alla crescita del PIL è stato pari a 0,9 punti percentuali.
  L'obiettivo del Governo è di innalzare il tasso di crescita del PIL verso un ritmo che consenta di recuperare il terreno perduto nel periodo 2009-2013, anni in cui si è verificata una perdita di prodotto senza precedenti nella storia recente, contribuendo così a sostenere l'occupazione e facilitare la discesa del debito in rapporto al PIL.
  Per quanto riguarda il 2017, le stime contenute nel DEF – che sulla base delle regole europee sono state sottoposte alla validazione dell'Ufficio Parlamentare del Bilancio (UPB) – prevedono una crescita del PIL dell'1,1 per cento, con un lieve rialzo dello 0,1 rispetto alla crescita prevista in termini programmatici a settembre 2016 nella Nota di aggiornamento dello scorso settembre.
  Per il 2018 si prevede una lieve riduzione del tasso di crescita rispetto al 2017, intorno all'1,0 per cento. Nell'ultimo biennio di previsione il PIL si stabilizzerebbe intorno all'1,1 per cento.
  In merito alla revisione delle stime di crescita del PIL, il DEF sottolinea come in un'ottica di medio periodo e in assenza di shock sfavorevoli l'insieme delle riforme già messe in atto negli ultimi anni indurrebbe a un maggiore ottimismo; tuttavia Pag. 165ragioni prudenziali legate alla programmazione di bilancio vincolano le proiezioni di crescita.
  In merito alle clausole di salvaguardia, tuttora previste in termini di aumento delle aliquote IVA e delle accise, il Governo intende sostituirle con misure sul lato della spesa e delle entrate, comprensive di ulteriori interventi di contrasto all'evasione. Tale obiettivo – afferma il DEF – sarà perseguito nella legge di bilancio per il 2018, la cui composizione verrà definita nei prossimi mesi, anche sulla scorta della riforma delle procedure di formazione del bilancio che faciliterà la revisione della spesa.
  La previsione del rapporto debito/PIL formulata per il 2017 è pari al 132,5 per cento; incorpora eventuali interventi di ricapitalizzazione precauzionale di alcune banche e proventi da dismissioni immobiliari e di quote di aziende pubbliche. Dopo la stabilizzazione conseguita negli ultimi esercizi, si tratterebbe del primo lieve decremento dell'indicatore dall'avvio della crisi.
  Accanto al rilancio degli investimenti pubblici – prosegue il Documento – il Governo intende proseguire nell'azione di rafforzamento della capacità competitiva delle imprese italiane, nel solco degli interventi disposti negli ultimi tre anni. Viene, tra l'altro, richiamato il Piano nazionale industria 4.0, oggetto di alcune disposizioni presenti nella legge di bilancio 2017 (articolo 1, commi 9, 115, e 314).
  Una specifica sezione del DEF, nell'ambito dell'illustrazione del quadro macroeconomico, è dedicata al benessere equo e sostenibile (BES). Si tratta di un gruppo di indicatori, sviluppato dall'ISTAT e dal CNEL, per valutare il progresso di una società non solo dal punto di vista economico, come ad esempio fa il PIL, ma anche sociale e ambientale e corredato da misure di disuguaglianza e sostenibilità.
  Tale innovazione, prevista dalla legge n.163/2016 di riforma della legge di contabilità, prevede tra l'altro la redazione da parte del Ministro dell'economia e delle finanze, sulla base dei dati forniti dall'ISTAT, di un apposito allegato al DEF, che riporti l'andamento, nell'ultimo triennio, di tali indicatori, nonché le previsioni sull'evoluzione degli stessi nel periodo di riferimento.
  In attesa della selezione finale degli indicatori da parte del Comitato per gli indicatori di benessere equo e sostenibile (BES), costituito presso l'ISTAT, il Governo ha scelto di anticipare in via sperimentale l'inserimento di un primo gruppo di indicatori nel processo di bilancio.
  Nel DEF 2017 in esame si è dunque condotto un primo esercizio sperimentale su un sottoinsieme di quattro indicatori:
   il reddito medio disponibile aggiustato pro capite, dato dal rapporto tra il reddito disponibile delle famiglie aggiustato (vale a dire inclusivo del valore dei servizi in natura forniti dalle istituzioni pubbliche e senza fini di lucro) e il numero totale di persone residenti;
   un indice di disuguaglianza del reddito, dato dal rapporto tra il reddito equivalente totale percepito dal 20 per cento della popolazione con più alto reddito e quello percepito dal 20 per cento della popolazione con più basso reddito. Una riduzione di tale rapporto indica pertanto una maggiore equità nella distribuzione delle risorse;
   il tasso di mancata partecipazione al lavoro, corrispondente al rapporto tra il totale di disoccupati e le forze di lavoro potenziali tra i 15 e i 74 anni e la forza lavoro effettiva e potenziale. Rispetto al tasso di disoccupazione tale indicatore consente di tener conto anche del fenomeno dello scoraggiamento;
   l'indicatore delle emissioni di CO2 e di altri gas clima alteranti, già considerato dalla strategia Europa 2020, che traccia l'andamento della qualità dell'ambiente e il relativo impatto delle politiche.

  Per ciascuno dei quattro indicatori, oltre ai dati di consuntivo dell'ultimo triennio, viene fornito uno scenario a politiche vigenti (tendenziale) e uno scenario Pag. 166che inglobi le politiche introdotte nel DEF (Programmatico).
  In generale, gli indicatori mostrano un miglioramento nell'orizzonte previsivo, mantenendo il trend dell'ultimo triennio.
  Per quanto concerne, il quadro di finanza pubblica, analogamente a quanto verificatosi sul versante economico, il 2016 si chiude con risultati positivi anche per quanto concerne la finanza pubblica, con un deficit di bilancio (indebitamento netto) che scende dal 2,7 per cento del 2015 al 2,4 per cento del 2016.
  Dal confronto fra il 2016 e il 2015 – limitando l'analisi ai principali aggregati del conto economico della pubblica amministrazione – emerge che concorrono al miglioramento del saldo sia un decremento delle spese (per 0,8 miliardi), sia un incremento delle entrate (per 2,6 miliardi): tali componenti si riflettono in un miglioramento sia del saldo primario (+1,6 miliardi) sia della spesa per interessi (-1,8 miliardi).
  Il miglioramento è previsto proseguire anche nel 2017 – nel quale l'indebitamento è previsto scendere al 2,3 per cento – sia grazie ad un miglioramento del saldo primario (+1,0 miliardi) che a una minore spesa per interessi (-0,3 miliardi). Concorre al miglioramento del rapporto indebitamento netto/PIL anche la crescita del PIL nominale, stimata per il 2017 al 2,2 per cento rispetto al 2016. Per gli anni successivi, si stima un'ulteriore riduzione, sia in valore assoluto sia in rapporto al PIL, dell'indebitamento netto.
  Il Documento di economia e finanza 2017 aggiorna quindi il quadro programmatico di finanza pubblica per il quadriennio 2017-2020. Il DEF rafforza il percorso di riduzione dell'indebitamento netto fino a prevedere il conseguimento di un saldo nullo nel 2020 e il pareggio di bilancio strutturale sia nel 2019 (+0,1 per cento) che nel 2020 (0,0 per cento).
  Le previsioni per il 2017 incorporano gli effetti delle misure correttive (0,2 punti percentuali di PIL) che il Governo si è impegnato ad approvare lo scorso febbraio così da portare, nel 2017, il livello dell'indebitamento netto al –2,1 per cento (rispetto al –2,3 per cento del DPB 2017).
  Si tratta di misure che, ancorché non indicate puntualmente nel Documento in esame, vengono dichiarate dal Governo come aventi natura strutturale, tali da avere una portata correttiva di quasi 0,3 punti percentuali di PIL sugli anni successivi.
  Nel DEF il pacchetto viene descritto come comprendente «misure volte a ridurre l'evasione dell'IVA e di altri tributi con interventi quali l'allargamento delle transazioni a cui si applica il cosiddetto split payment. Altre misure riguardanti le entrate comprendono una rimodulazione delle accise sul tabacco e delle aliquote dell'ACE (Aiuto alla Crescita Economica), nonché un aumento dell'imposizione sui giochi. Le misure di controllo della spesa si concentreranno sugli stanziamenti di alcuni fondi già previsti per legge. Il pacchetto è accompagnato da maggiori investimenti nelle zone colpite dai recenti sismi pari a un miliardo di euro all'anno per il periodo 2017-2020».
  Sono invece confermati gli obiettivi (2018 e 2019) di indebitamento netto previsti lo scorso autunno.
  Ricorda in proposito che nel novembre scorso la Commissione UE formulava, nel parere sul DPB 2017, la richiesta al Governo italiano di prendere misure aggiuntive per il 2017 atteso che emergeva una deviazione «significativa» dal percorso di avvicinamento all'Obiettivo di medio termine dell'indebitamento netto previsto per il 2017. Il 17 gennaio 2017 la Commissione ha perciò richiesto espressamente al Governo italiano l'adozione di misure correttive del disavanzo strutturale di bilancio previsto per il 2017, congiuntamente all'aggiornamento delle informazioni sui fattori «rilevanti» circa la prevista dinamica del debito, onde evitare il rischio di incorrere in una procedura per disavanzo eccessivo a causa del mancato rispetto della regola sul debito per il 2015. La Commissione UE ha a tal fine esplicitamente manifestato l'esigenza di una correzione strutturale di almeno lo 0,2 per cento del PIL, formulando la richiesta di un elenco dettagliato di misure Pag. 167specifiche previste a tal fine e un chiaro calendario circa la loro rapida adozione.
  Infine, il Programma Nazionale di Riforma (PNR) è illustrato nella terza sezione del DEF, definendo, gli interventi da adottare per il raggiungimento degli obiettivi nazionali di crescita, produttività, occupazione e sostenibilità delle finanze pubbliche, in coerenza con gli indirizzi formulati dalle istituzioni europee nell'ambito del semestre Europeo.
  In tale ambito sono indicati:
   le priorità del Paese, con le azioni prioritarie di riforma da attuare e i tempi previsti per la loro attuazione;
   lo scenario macroeconomico e i prevedibili effetti delle riforme in termini macroeconomici e finanziari;
   l'azione del Governo e lo stato di avanzamento delle riforme avviate, in relazione alle raccomandazioni formulate dal Consiglio UE al termine del semestre europeo 2016;
   il quadro degli interventi ricompresi nelle azioni di policy per il Mezzogiorno.

  Oltre ad una indicazione sulle interlocuzioni istituzionali con regioni e province autonome nella preparazione del PNR, completa la Sezione una ultima parte in cui si dà conto dei progressi conseguiti nell'ambito della Strategia Europa 2020.
  Il PNR 2016 rivisita gli obiettivi del precedente anno, facendo ora riferimento anche alle Raccomandazioni del luglio 2016 del Consiglio dell'Unione Europea e tenendo conto della Relazione per paese relativa all'Italia 2017, documento di lavoro dei servizi della Commissione nell'ambito delle procedure sugli squilibri macroeconomici.
  Nella Relazione per Paese la Commissione valuta i progressi dell'Italia nel dar seguito alle raccomandazioni specifiche del 2016, rilevando che nel complesso l'Italia ha compiuto alcuni progressi. Viene registrato che sono stati compiuti progressi significativi nella riforma del processo di bilancio. La Commissione osserva alcuni progressi per quanto attiene alla giustizia civile, al mercato del lavoro e al settore bancario. Per contro, si afferma che i progressi sono stati limitati nel settore della fiscalità, della concorrenza e della pubblica amministrazione, e che non sono stati compiuti progressi nella riforma dell'istituto della prescrizione.
  Quanto all'avvicinamento agli obiettivi nazionali della strategia Europa 2020, nella Relazione per Paese si afferma che l'Italia ha già raggiunto i propri obiettivi in materia di energie rinnovabili, efficienza energetica e abbandono scolastico, e sembra sulla buona strada per conseguire quelli sulle emissioni di gas a effetto serra. Il paese ha compiuto anche alcuni progressi verso il conseguimento dell'obiettivo relativo all'istruzione terziaria. Viceversa, i progressi sono meno evidenti per quanto riguarda gli obiettivi in materia di tasso di occupazione, investimenti in ricerca e sviluppo, povertà ed esclusione sociale. Nella primavera 2016, la Commissione ha quindi identificato squilibri macroeconomici eccessivi cui è seguito il cosiddetto esame approfondito.
  Il PNR reca quindi le azioni che il Governo italiano intende intraprendere, sia nel medio che nel lungo termine, nei seguenti ambiti: materia fiscale; pubblica amministrazione; revisione della spesa; privatizzazioni; sanità e politiche sociali; scuola, università e ricerca; sistema giudiziario; comparto della difesa e sicurezza; infrastrutture e trasporti; competitività e concorrenza; politica di coesione; lavoro e previdenza; settore bancario e ambiente.
  Alla luce dei contenuti del Documento, e nessuno chiedendo di intervenire, formula una proposta di parere favorevole.

  La Commissione approva la proposta di parere favorevole formulata dal relatore.

  La seduta termina alle 14.20.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 19 aprile 2017. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.20.

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Schema di decreto legislativo recante adeguamento della normativa nazionale alle disposizioni del regolamento (UE) n. 305/2011 che fissa condizioni armonizzate per la commercializzazione dei prodotti da costruzione e che abroga la direttiva 89/106/CEE.
Atto n. 402.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo in oggetto, rinviato da ultimo nella seduta del 4 aprile 2017.

  Maria IACONO (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole.

  Nessuno chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 14.25.