CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 7 febbraio 2017
762.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Commissioni Riunite (III e IV)
COMUNICATO
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ESAME DI DELIBERAZIONI DEL GOVERNO AI SENSI DELL'ARTICOLO 2 DELLA LEGGE 21 LUGLIO 2016, N. 145

  Martedì 7 febbraio 2017. — Presidenza del presidente della IV Commissione, Francesco Saverio GAROFANI. — Intervengono il viceministro per gli affari esteri e la cooperazione internazionale Mario Giro e il sottosegretario di Stato per la difesa Domenico Rossi.

  La seduta comincia alle 13.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, avverte che è pervenuta la richiesta che della seduta sia data pubblicità mediante gli impianti audiovisivi a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.

Deliberazione del Consiglio dei ministri in merito alla partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali adottata il 14 gennaio 2017.
Doc. CCL, n. 1.

(Esame e rinvio).

  Le Commissioni iniziano l'esame della deliberazione.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ricorda che la legge n. 145 del 2016 ha previsto il coinvolgimento delle Camere in materia di missioni internazionali in tre distinti momenti: per l'autorizzazione di nuove missioni per il primo anno (articolo 2, comma 2); per l'autorizzazione della prosecuzione oltre il primo anno di missioni già autorizzate e per un generale dibattito sul complesso delle missioni svolte nell'anno precedente (articolo 3, comma 1); e per il finanziamento delle missioni autorizzate (articolo 2, comma 3, e articolo 4, comma 3).
  Sottolinea, quindi, che il Governo – come emerge dalla deliberazione del 14 gennaio 2017 – ha giudicato che «in fase di prima applicazione tutte le missioni internazionali, siano esse già in corso o di nuova attivazione, devono essere autorizzate ex novo, attivando il procedimento stabilito dall'articolo 2». In sostanza, la deliberazione del Consiglio dei ministri del 14 gennaio scorso presenta come nuove missioni sia la prosecuzione nel 2017 di Pag. 9missioni già in corso, sia l'avvio di alcune nuove missioni o la riattivazione di missioni sospese.
  Quanto alle modalità di esame parlamentare di questo tipo di deliberazioni, ricorda che l'articolo 2, comma 2, della legge n. 145 prevede che le Camere «tempestivamente le discutono e, con appositi atti di indirizzo, secondo le norme dei rispettivi regolamenti, autorizzano per ciascun anno la partecipazione dell'Italia alle missioni internazionali, eventualmente definendo impegni per il Governo, ovvero ne negano l'autorizzazione».
  Comunica quindi che la Conferenza dei presidenti di gruppo riunitasi il 31 gennaio ha stabilito come regola generale che tali deliberazioni saranno esaminate a livello di Commissioni competenti, con votazione in tale sede degli atti di indirizzo conclusivi, a meno che uno o più gruppi ne chiedano la discussione in Assemblea, nel quale caso la votazione degli atti di indirizzo avverrà in Aula. In questo secondo caso, le Commissioni presenteranno all'Assemblea una relazione, che sarà discussa con le forme ordinarie di discussione delle relazioni delle Commissioni di cui all'articolo 143, comma 1, del regolamento. Tali forme prevedono, al termine della discussione in Aula, la presentazione e la votazione di risoluzioni.
  Per quanto riguarda nello specifico la deliberazione del 14 gennaio scorso, oggetto dei lavori di oggi, riferisce che nella Conferenza dei Presidenti di gruppo del 31 gennaio è emerso un orientamento unanime alla discussione in Assemblea, di cui queste Commissioni non possono che prendere atto.
  Ciò premesso, avverte che gli uffici di presidenza integrati dai rappresentanti dei gruppi delle Commissioni III e IV, riunitisi giovedì 1o febbraio, hanno organizzato l'esame del provvedimento a livello di Commissioni per quanto riguarda sia le concrete modalità di esame, sia i tempi di esame.
  Quanto alle modalità di esame del documento, premesso che le Commissioni sono chiamate a presentare una Relazione all'Assemblea, i lavori per addivenire alla formulazione di questa Relazione si articoleranno nei seguenti passaggi: relazione introduttiva dei relatori sul documento del Governo, prevista per oggi; comunicazioni del Governo, previste per oggi; dibattito sulle linee generali del documento del Governo, prevista per domani; presentazione, da parte dei relatori, di una proposta di Relazione per l'Assemblea, prevista per domani; discussione sulla proposta di Relazione per l'Assemblea e sua eventuale modifica, previste tra giovedì 9 e martedì 14 febbraio; approvazione della Relazione per l'Assemblea, prevista per martedì 14 febbraio.
  Osserva che il calendario dei lavori tiene conto sia dell'esigenza di garantire tempi di discussione adeguati alla complessità della materia, sia di assicurare la tempestività della pronuncia delle Camere, come previsto dalla stessa legge n. 145. Ricorda infatti che la tempestività della decisione è ora essenziale in quanto senza l'autorizzazione di entrambe le Camere il Governo non può procedere al rifinanziamento delle missioni già in corso. Evidenzia peraltro che la Conferenza dei presidenti di gruppo non ha al momento stabilito una data per la discussione della Relazione in Assemblea.
  Secondo quanto convenuto nell'ambito degli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, la proposta di Relazione dei relatori elencherà le missioni una per una, per consentire una discussione articolata per singole missioni. Nell'ambito della discussione della proposta potranno essere presentati eventuali emendamenti riferiti al testo della proposta di Relazione e quindi alle singole missioni. Gli emendamenti dovranno essere presentati per iscritto entro le ore 15 di giovedì 9 febbraio. Non saranno ammessi emendamenti non riferiti alla proposta di Relazione dei relatori: per esempio emendamenti riferiti direttamente al testo dell'atto del Governo. Gli emendamenti saranno votati previa acquisizione dei pareri dei relatori e del Governo. L'esito delle votazioni confluirà in tal modo nella Relazione finale delle Commissioni all'Assemblea, la quale sarà Pag. 10in ogni caso fatta oggetto di un voto complessivo finale delle Commissioni. Non sarà ammessa la votazione per appello nominale, trattandosi di votazioni non definitive ma solo istruttorie. La votazione nominale potrà aver luogo quindi solo in Assemblea sulla risoluzione. Il numero legale in Commissione sarà quello ordinariamente previsto per i lavori istruttori, vale a dire un quarto dei componenti.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P), intervenendo sull'organizzazione dei lavori, osserva che, trattandosi della prima occasione in cui viene applicata la procedura prevista dalla legge n. 145 del 2016 e non essendo pertanto chiaro come sarà strutturata la proposta di Relazione dei relatori, sarebbe utile ai gruppi poter disporre di più tempo per la formulazione delle proprie proposte emendative. Auspica, quindi, che il termine per la presentazione di emendamenti fissato per le ore 15 di giovedì 9 febbraio possa essere posticipato di almeno un giorno.

  Manlio DI STEFANO (M5S), intervenendo sull'organizzazione dei lavori, condivide la richiesta del deputato Artini di posticipare il termine per la presentazione degli emendamenti, anche in considerazione del fatto che la proposta dei relatori non è stata ancora formalizzata e che la discussione del provvedimento non è stata ancora programmata nel calendario dei lavori dell'Assemblea.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, dopo aver ricordato che la programmazione dei lavori da lui precedentemente illustrata è stata concordata senza obiezioni nella riunione congiunta degli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti dei gruppi, svoltasi giovedì 1o febbraio, rileva che le presidenze non sono comunque contrarie a rivederla. Si riserva pertanto di convocare nella giornata di domani, d'intesa con il presidente della Commissione Affari esteri, una nuova riunione degli uffici di presidenza, integrati dai rappresentanti, per affrontare nuovamente il tema della programmazione dei lavori. Rilevato quindi che non vi sono altre richieste di intervento sull'organizzazione dei lavori, dà la parola al relatore per la III Commissione perché svolga la sua relazione introduttiva.

  Andrea MANCIULLI (PD), relatore per la III Commissione, rileva che la presentazione della prima deliberazione governativa circa la partecipazione italiana a missioni internazionali costituisce un fondamentale passaggio attuativo della nuova legge n. 145 del 2016, con la quale il nostro Parlamento ha sanato una lacuna, non più procrastinabile, in materia d'invio di contingenti militari all'estero, a causa delle numerose missioni in cui l'Italia è impegnata, nel quadro delle Nazioni Unite, della Nato e dell'Unione europea, definendo le principali tipologie di missione, i princìpi generali da osservare e configurando un procedimento.
  Osserva, quindi, che dal punto di vista degli ambiti di competenza della Commissione Affari esteri, dalla lettura del documento si confermano le principali direttrici d'intervento della nostra politica estera e di sicurezza: il contrasto alla minaccia terroristica internazionale; la garanzia della sicurezza dell'area euro-mediterranea, il supporto all'azione dell'Alleanza atlantica per i rischi provenienti dai suoi confini orientali e – soprattutto – meridionali; e, infine, il sostegno alle iniziative delle Nazioni Unite per la pace e la stabilità internazionali.
  Il documento sottolinea come l'attuale situazione internazionale continui ad essere caratterizzata da una diffusa instabilità, derivante dai numerosi conflitti irrisolti presenti anche nelle aree del vicinato europeo, in particolare nell'arco di crisi che va dall'Africa occidentale all'Afghanistan. Il Mediterraneo, in particolare, si colloca al centro di quest'area di instabilità e ha visto negli ultimi anni accrescersi fenomeni preoccupanti: conflitti locali, minaccia terroristica, collasso di realtà statuali e dilagare incontrollato dei fenomeni migratori. Pag. 11
  Se si dà uno sguardo alla mappa del nostro impegno all'estero, appare evidente che la mappa delle missioni è la stessa dell'instabilità del pianeta. Si pensi, oltre alle missioni citate, a quelle di contrasto alla pirateria al largo del Corno d'Africa e nell'Oceano indiano, di difesa area integrata lungo i confini dell'Alleanza atlantica, di assistenza militare e civile in Mali, senza dimenticare anche missioni più prettamente scientifiche, come quella in Antartide e di salvaguardia del patrimonio culturale condotte da apposite Task Force dei cosiddetti «Caschi blu della Cultura» nel contesto della coalizione globale Unesco Unite4Heritage.
  Dal 2014 l'Italia continua ad essere impegnata sul territorio, partecipando alla Coalizione multinazionale anti-Daesh (63 Paesi e 3 organizzazioni internazionali partecipanti). Tra i compiti del contingente italiano, il secondo nei numeri dopo quello statunitense, si annoverano quelli umanitari, di fornitura di equipaggiamento, ricognizione e sorveglianza, recupero del personale (recovery personnel) civile e militare e addestramento delle forze di sicurezza curde ed irachene. Il nostro Paese si è aggiudicato anche i lavori di messa in sicurezza della diga di Mosul, in una delle zone più strategiche per gli equilibri della regione, presidiata al riguardo da una Task Force italiana di 500 unità.
  A fronte di uno scenario così complesso, il documento conferma ancora una volta l'approccio multilateralista del nostro Paese, con un impegno volto al sostegno di quelle attività e missioni attraverso cui la comunità internazionale punta alla stabilizzazione delle aree critiche e al superamento degli scenari conflittuali.
  È opportunamente confermato l'impegno a coniugare la dimensione militare con quella civile, che è una delle caratteristiche più apprezzate del nostro impegno all'estero, con l'obiettivo di una stabilizzazione che sia più duratura di quella che può essere conseguita con il solo strumento militare. Ciò si traduce in una maggiore disponibilità di risorse per iniziative in ambito umanitario, di rafforzamento dello Stato di diritto, di sostegno alle amministrazioni locali, di consolidamento delle strutture di governo e di miglioramento economico e sociale; tutte attività che si affiancano alle missioni internazionali in senso stretto.
  Nel corso degli anni, in Italia e nelle missioni internazionali, le donne e gli uomini delle nostre Forze armate si sono distinti come modello di professionalità e dedizione che è riconosciuto internazionalmente in tutte le sedi.
  Nell'ambito di molteplici missioni e operazioni multinazionali condotte sotto l'egida delle Nazioni Unite e delle Organizzazioni cui apparteniamo in conformità al diritto internazionale, l'Italia si è distinta grazie al possesso di adeguati livelli di preparazione, affidabilità e prontezza.
  Si sofferma, quindi, più diffusamente sul capitolo V del documento che illustra lo stato degli interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione.
  Il punto di partenza è rappresentato dagli impegni finanziati assunti nel decreto-legge n. 67 del 2016 per le diverse iniziative di cooperazione, per interventi di sminamento umanitario, per le azioni a sostegno dei processi di pace e della stabilizzazione delle istituzioni, per interventi di emergenza a tutela dei cittadini e degli interessi italiani, nonché per gli impegni di partecipazione a missioni PESC-PSDC, OSCE e di altre organizzazioni internazionali.
  Per il 2017 il documento evidenzia la necessità di proseguire tali interventi, a partire dalle iniziative di cooperazione allo sviluppo e sminamento umanitario.
  La scheda 45, in particolare, illustra in modo circostanziato le aree geografiche di intervento, che vanno dall'Afghanistan all'Etiopia, dalla Repubblica centrafricana alla Libia, alla Siria e all'Iraq, fino ai Paesi maggiormente interessati all'assistenza dei rifugiati nell'area mediterranea, come il Libano e la Giordania.
  È il caso di ricordare in questa sede la professionalità e l'affidabilità dell'operato delle nostre Forze armate anche in Libano, Pag. 12dove l'Italia ha guidato fino ad ora la missione UNIFIL (37 Stati, 10.000 soldati complessivamente) a sostegno del Governo libanese nell'esercizio dei propri poteri, nella stabilizzazione dell'area e della sicurezza dei confini.
  Il documento evidenzia altresì come, per fronteggiare l'emergenza migratoria, l'Italia continuerà a contribuire alle iniziative europee ed internazionali in tema di migrazioni e sviluppo, a partire dal fondo europeo istituito dal vertice de La Valletta nel novembre 2015 e confermato nel summit informale sull'immigrazione svoltosi nei giorni nella capitale maltese che ha valutato positivamente il memorandum d'intesa italo-libico per la gestione dei flussi migratori provenienti dall'Africa sub-sahariana.
  Il fabbisogno complessivo per questi interventi è valutato in 111 milioni di euro per il 2017 (mentre per i medesimi interventi il decreto-legge n. 67 del 2016 aveva autorizzato una spesa, per l'anno 2016, per 90 milioni di euro, nonché per 1,7 milioni di euro per la realizzazione di programmi integrati di sminamento umanitario).
  Gli interventi di sostegno dei processi di pace, stabilizzazione e rafforzamento della sicurezza, sono indirizzati principalmente a favorire la riconciliazione nazionale e la transizione in Libia, a stabilizzare il processo democratico in atto in Tunisia, a sostenere la ricostruzione in Afghanistan, Iraq e Libia, nonché a sostenere quei Paesi del Medio Oriente maggiormente esposti a rischi di destabilizzazione come Libano e Giordania (scheda 46).
  Un impegno ulteriore riguarda la fascia di instabilità che corre dalla Mauritania al Corno d'Africa – ovvero i luoghi da cui si originano i principali flussi dei richiedenti asilo e dei migranti economici che arrivano in Europa – mediante iniziative di pace di rafforzamento dei settori della sicurezza. Per tali interventi è previsto un fabbisogno complessivo per il 2017 di 12 milioni di euro (rispetto ai 6 milioni del 2016).
  Nell'ambito della partecipazione alle iniziative delle organizzazioni internazionali, il documento ricorda il mandato del nostro Paese quale membro non permanente del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite nel 2017, ed il suo ruolo alla Presidenza del G7. Sono previsti – fra gli altri – contributi ai fondi fiduciari della NATO e delle Nazioni Unite, per il sostegno al Tribunale speciale per il Libano, per l'Unione per il Mediterraneo e il Centro mediterraneo per l'integrazione, nonché per le iniziative della UE in ambito PESC-PSDC e dell'Organizzazione per la sicurezza e la cooperazione in Europa (OSCE). La scheda 47, dedicata ad illustrare tali interventi, quantifica per il 2017 un fabbisogno di 22 milioni di euro (in aumento rispetto ai 13,8 milioni del 2016).
  Le ultime due schede della deliberazione (n. 48 e n. 49) illustrano le iniziative di sostegno delle forze di sicurezza in Afghanistan (con un fabbisogno stimato per il 2017 in 120 milioni di euro, come nel 2016) e gli interventi operativi di emergenza e di sicurezza in diverse aree di crisi (con un fabbisogno stimato di 30 milioni di euro, di poco superiore a quanto previsto lo scorso anno).
  Il fabbisogno finanziario complessivo per il 2017 per i diversi interventi di cooperazione allo sviluppo a sostegno dei processi di pace e di stabilizzazione è stimato in 295 milioni di euro.
  In conclusione, auspica che questa prima sessione parlamentare sull'invio di contingenti militari all'estero possa rafforzare nel nostro Parlamento la consapevolezza di superare la tradizionale distinzione tra sicurezza interna ed esterna a fronte di minacce sempre più multidimensionali e pervasive: in questa nuova «età dell'incertezza» che siamo chiamati a vivere, le missioni internazionali rappresentano un fattore concreto e di continuità tra la politica estera e la politica di difesa del nostro Paese, nonché il presupposto per il conseguimento di una maggiore centralità dell'Italia nelle relazioni internazionali, Pag. 13in considerazione della nostra proiezione di Paese cerniera tra Europa e Mediterraneo.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, sostituendo il relatore per la IV Commissione, deputato Causin, impossibilitato a prendere parte alla seduta, avverte che si soffermerà più diffusamente sul dettaglio delle missioni oggetto della deliberazione del Governo. Rileva quindi che il Governo propone di svolgere nel 2017 una quarantina di missioni, che in parte sono già in corso e in parte sono invece nuove. Per la precisione, in alcuni casi si tratta di missioni nuove e, in altri casi, di riattivazioni o trasformazioni di missioni rispettivamente sospese o riviste nelle sedi internazionali.
  Nel complesso, nel 2017 è previsto un impiego massimo di 7.459 unità di personale delle Forze armate e di 167 unità di personale delle Forze di polizia. Il fabbisogno finanziario complessivo è pari a circa 1.132 milioni di euro, in lieve incremento rispetto al 2016.
  Venendo alle singole missioni, evidenzia innanzitutto le missioni nuove, che sono previste in Lettonia, Bulgaria e Islanda nell'ambito di operazioni NATO. Si tratta di missioni volte a potenziare il dispositivo di protezione NATO nei tre Paesi anzidetti, e quindi lungo il confine orientale dell'Alleanza.
  In particolare, l'operazione in Lettonia si inquadra in un insieme di operazioni che investe anche Estonia, Lituania e Polonia. In ciascuno di questi Stati è prevista la costituzione di un battaglione (battlegroup) multinazionale alimentato da una nazione Nato di riferimento (framework nation), a sua volta supportata da altri alleati. In Lettonia la nazione di riferimento è il Canada. L'Italia parteciperà al battaglione multinazionale a inquadramento canadese con 160 unità di personale militare per otto mesi, con una presenza media nell'anno di 105 persone, e con 50 mezzi terrestri.
  L'operazione in Bulgaria è volta al potenziamento del dispositivo NATO di sorveglianza dello spazio aereo (Air Policing) dell'Alleanza sul fianco orientale. L'Italia parteciperà con 110 unità di personale militare, con una presenza media nell'anno di 36 persone, e con 4 mezzi aerei.
  L'operazione in Islanda ha una funzione analoga, dovendo anch'essa servire al potenziamento del dispositivo NATO di sorveglianza dello spazio aereo dell'Alleanza sul fianco orientale, anche in considerazione del fatto che l'Islanda non dispone di sufficienti capacità e strutture per la difesa aerea autonoma. L'Italia parteciperà con 145 unità di personale militare, con una presenza media di 8 persone nell'anno, e con 6 mezzi aerei.
  Rimanendo nell'ambito delle iniziative della NATO, è prevista anche la prosecuzione del contributo italiano al potenziamento del dispositivo di difesa dei confini sud-orientali dell'Alleanza con base in Turchia (Active Fence e sorveglianza dello spazio aereo dell'area sud-orientale: schede 37 e 38).
  L'Italia parteciperà inoltre all'operazione NATO Sea Guardian nel Mediterraneo, che – in attuazione delle decisioni del Vertice Nato tenutosi a Varsavia nel luglio 2016 – subentra alla missione Active Endeavour. Ricorda, infatti, che a Varsavia la NATO ha stabilito di cambiare carattere alla missione Active Endeavour, trasformandola nell'operazione Sea Guardian, la quale verrà condotta in sinergia con l'operazione UE Sophia e in coordinamento con la Guardia costiera e di frontiera del sistema Frontex dell'Unione europea. A differenza di Active Endevour, l'operazione Sea Guardian non è condotta in base alla clausola di difesa collettiva dell'Alleanza di cui all'articolo 5 del Trattato. Tuttavia – come chiarito dal Governo nella deliberazione in esame – potrà avere una componente basata su tale clausola, se il Consiglio Nord Atlantico deciderà in tal senso. L'Italia parteciperà con 287 unità di personale militare.
  È prevista anche la prosecuzione della partecipazione al dispositivo NATO nel Mare Mediterraneo per la sorveglianza navale dell'area sud dell'Alleanza (scheda Pag. 1439), cui l'Italia partecipa con 44 unità, con presenza media nell'anno di 13 persone, e con un'unità navale.
  Passando al teatro libico, la deliberazione prevede la prosecuzione per il 2017 dell'operazione nazionale Mare Sicuro, volta al controllo del Mare Mediterraneo, che vede l'impiego di 700 unità di personale militare, 4 mezzi navali e 5 mezzi aerei (scheda 35).
  È prevista poi la partecipazione alla missione dell'Unione europea EUBAM Lybia (EU Border Assistance Mission), che costituisce ripresa di una missione che era stata interrotta nel 2016 a causa della seconda guerra civile libica. La missione ha lo scopo di assistere le autorità libiche, ossia il Governo riconosciuto di al-Serraj, nello sviluppo e nella gestione di controlli alle frontiere terrestri, marittime e aeree. Il contributo dell'Italia nel 2017 sarà di 3 unità di personale. Attualmente la missione UE ha scadenza nel 21 agosto 2017.
  Sempre nel teatro libico, il Governo prevede la riattivazione di una missione parimenti sospesa nel 2015 per il deteriorarsi della situazione in Libia: quella per l'assistenza e l'addestramento della Guardia costiera libica, cui provvederà la Guardia di finanza italiana, con la partecipazione di 50 unità di personale. Questa attività si affianca a quella della missione UE Sophia, tra i cui compiti è compreso ora quello di svolgere attività addestrative a favore della Guardia costiera libica. Le attività si svolgono a bordo delle navi del dispositivo di Sophia. L'Italia continua a partecipare all'operazione Sophia in posizione di nazione guida e con l'impiego di 585 unità di personale militare.
  La missione UE Sophia e le altre missioni relative al teatro libico già citate si collegano, per unità di intenti, ad altre missioni riguardanti la Libia.
  In primo luogo, è prevista la prosecuzione della partecipazione di 300 unità di personale militare, incluso il personale del Corpo delle infermiere volontarie della Croce rossa, alla missione bilaterale di supporto sanitario in Libia denominata operazione Ippocrate, il cui obiettivo è fornire supporto sanitario al Governo di Accordo nazionale libico, mediante un ospedale da campo installato presso l'aeroporto di Misurata. Sono previste poi la prosecuzione della partecipazione di 3 unità di personale militare alla missione politica speciale integrata denominata United Nations Support Mission in Libya (UNSMIL) posta sotto la direzione del Rappresentante Speciale del Segretario Generale dell'ONU (dal novembre 2015 il diplomatico tedesco Martin Kobler).
  Restando in Africa (Schede da 22 a 34), è prevista la prosecuzione della partecipazione di 407 unità di personale militare alla missione UE antipirateria EUNAVFOR Atalanta, che opera al largo della Somalia; la prosecuzione della partecipazione di 123 unità di personale militare alla missione dell'Unione europea di addestramento in Somalia EUTM Somalia; la prosecuzione della partecipazione di 7 unità di personale militare alla missione civile PSDC dell'Unione europea in Somalia EUCAP Somalia; la prosecuzione della partecipazione di 26 unità di personale militare alla missione bilaterale di addestramento delle forze di polizia somale e gibutiane nella base nazionale di Gibuti; la prosecuzione della partecipazione di 90 unità di personale militare presso la base militare nazionale di Gibuti per le esigenze connesse con le missioni internazionali nell'area del Corno d'Africa; la prosecuzione della partecipazione di 7 unità di personale militare alla missione delle Nazioni Unite in Mali Multidimensional Integrated Stabilization Mission in Mali (MINUSMA); la prosecuzione della partecipazione di 12 unità di personale militare alla missione dell'Unione europea EUTM Mali; la prosecuzione della partecipazione di 4 unità di personale militare alla missione dell'Unione Europea EUCAP Sahel Mali; la prosecuzione della partecipazione di 2 unità di personale militare alla missione dell'Unione europea EUCAP Sahel Niger; infine, la prosecuzione della partecipazione di 75 unità di personale militare Pag. 15alla missione multinazionale in Egitto Multinational Force and Observers in Egitto (MFO).
  Per l'Europa (schede da 1 a 10), è prevista la prosecuzione della partecipazione di 538 unità di personale militare alla missione NATO nei Balcani Joint Enterprise; la prosecuzione della partecipazione di 4 unità di personale militare, di 23 unità di personale della polizia di Stato e di due magistrati collocati fuori ruolo alla missione dell'Unione europea EULEX Kosovo (European Union Rule of Law Mission in Kosovo); la prosecuzione della partecipazione di una unità di personale della Polizia di Stato alla missione delle Nazioni Unite in Kosovo UNMIK (United Nations Mission in Kosovo); la prosecuzione della partecipazione di 5 unità di personale militare alla missione dell'Unione Europea in Bosnia-Erzegovina ALTHEA, all'interno della quale opera anche la missione IPU (Integrated Police Unit); la prosecuzione della partecipazione di 57 unità di personale della Polizia di Stato, dell'Arma dei carabinieri e della Guardia di finanza alla missione bilaterale di cooperazione in Albania e nei paesi dell'area balcanica; la prosecuzione della partecipazione di 4 unità di personale militare alla missione delle Nazioni Unite a Cipro UNFICYP (United Nations Peacekeeping Force in Cyprus).
  Per l'Asia (schede da 11 a 21) è prevista la prosecuzione della partecipazione di 1.497 unità di personale militare alle attività della coalizione internazionale di contrasto alla minaccia terroristica del Daesh; la prosecuzione della partecipazione di 900 unità di personale militare, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce rossa, alla missione NATO in Afghanistan Resolute Support Mission; la prosecuzione della partecipazione di 1.100 unità di personale militare alla missione delle Nazioni Unite in Libano UNIFIL (United Nations Interim Force in Lebanon); la prosecuzione della partecipazione di 25 unità di personale militare alla missione bilaterale di addestramento delle Forze di sicurezza libanesi; la prosecuzione della partecipazione di 16 unità di personale militare alla missione multilaterale TIPH2 (Temporary International Presence in Hebron); la prosecuzione della partecipazione di 18 unità di personale militare alla missione bilaterale in Cisgiordania di addestramento delle forze di sicurezza palestinesi; la prosecuzione della partecipazione di 1 unità di personale militare alla missione dell'Unione europea di assistenza alle frontiere per il valico di Rafah EUBAM Rafah (European Union Border Assistance Mission in Rafah); la prosecuzione della partecipazione di 3 unità di personale della Polizia di Stato, nonché di 2 magistrati collocati fuori ruolo alle missioni in Palestina denominate EUPOL COPPS (European Union Police Mission for the Palestinian Territories); la prosecuzione della partecipazione di 2 unità di personale militare alla missione delle Nazioni Unite in India e Pakistan, United Nations Military Observer Group in India and Pakistan (UNMOGIP); infine, la prosecuzione della partecipazione di 126 unità di personale militare, incluso il personale del Corpo militare volontario della Croce rossa, negli Emirati Arabi Uniti, in Bahrain, in Qatar e a Tampa e per esigenze connesse con le missioni in Asia e in Medio Oriente.

  Maria Edera SPADONI (M5S), dopo aver ribadito anche in questa occasione, come ha già fatto in sede di esame di decreti-legge in materia di missioni internazionali, l'importanza dei fondi per la cooperazione allo sviluppo, prende atto con rammarico che la deliberazione in titolo ne tratta in modo assai laconico. Sottolinea che dalla scheda dedicata ad essi si evince che i 111 milioni di euro appostati per queste finalità saranno destinati a interventi disparati, che vanno dalla gestione dei flussi migratori a progetti di cooperazione allo sviluppo. Ritiene si tratti di indicazioni oltremodo generiche ed auspica che i rappresentanti del Governo possano fornire nel prosieguo dell'esame elementi di dettaglio sugli specifici impieghi di tali fondi.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P) osserva che le schede relative alle missioni militari Pag. 16e del personale di Polizia sono assai dettagliate e ricche di elementi di informazione, mentre lo sono meno quelle concernenti gli interventi di cooperazione civile. Auspica, quindi, che nel prosieguo dei lavori il Governo fornisca dati con maggiore dovizia anche con riguardo agli interventi di cooperazione.

  Tatiana BASILIO (M5S) riferisce che, da notizie in suo possesso, la missione EUBAM Lybia non sarebbe stata al momento riattivata. Chiede pertanto un chiarimento al Governo sull'effettiva attivazione della missione.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, nessuna altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già convocata per domani.

  La seduta termina alle 13.40.