CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 maggio 2016
637.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 118

INTERROGAZIONI A RISPOSTA IMMEDIATA

  Mercoledì 4 maggio 2016. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI. — Interviene la viceministra dello sviluppo economico, Teresa Bellanova.

  La seduta comincia alle 8.50.

Sulla pubblicità dei lavori.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, ricorda che, ai sensi dell'articolo 135-ter, comma 5, del regolamento, la pubblicità delle sedute per lo svolgimento delle interrogazioni a risposta immediata è assicurata anche tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone, pertanto, l'attivazione.

5-08556 Ricciatti: Criticità dello stabilimento Fincantieri di Ancona.

  Lara RICCIATTI (SI-SEL) rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Lara RICCIATTI (SI-SEL), replicando, si dichiara solo parzialmente soddisfatta della risposta che innanzitutto contiene elementi informativi già noti. Ribadisce la gravità dei fatti segnalati dai rappresentanti locali della FIOM-CGIL e ritiene che, a seguito dell'incontro svoltosi lo scorso 12 aprile, occorra assumere le misure più efficaci, come ad esempio dei presidi permanenti di controllo, al fine di contrastare efficacemente il fenomeno del caporalato e gli altri atti illeciti segnalati dai sindacati. Sottolinea infine che il Protocollo per la legalità sottoscritto presso la prefettura di Ancona debba trovare corrispondenza in iniziative concrete a tutela della sicurezza del lavoro.

5-08557 Benamati: Piano industriale e riorganizzazione della Società Alstom Ferroviaria Spa.

  Andrea DE MARIA (PD) illustra l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Gianluca BENAMATI (PD), replicando, si dichiara soddisfatto della risposta. In primo luogo, esprime apprezzamento per l'impegno assunto dal Governo di seguire la tempestiva indizione delle gare d'appalto per i treni; esprime quindi soddisfazione per il fatto che il Governo segua direttamente con l'Alstom l'evolversi della situazione e valuta positivamente l'opportunità che il Ministero fornisce di un tavolo di confronto che in questo caso rappresenta non un tavolo di crisi, ma di sviluppo per le prospettive produttive e occupazionali dell'azienda.

5-08558 Polidori: Procedimento autorizzativo dell'impianto di rigassificazione del metano liquido a Zaule, nel porto di Trieste.

  Sandra SAVINO (FI-PdL), cofirmataria, rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Sandra SAVINO (FI-PdL), replicando in qualità di cofirmataria, si dichiara insoddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo in quanto a suo giudizio vi è l'urgenza di convocare la programmata conferenza dei servizi in merito all'autorizzazione dell'impianto. Non riesce a comprendere le ragioni per le quali, pur in presenza di pareri contrari delle amministrazioni locali, proceda l'iter amministrativo per il rilascio della VIA.
  Sottolineato il ritardo della risposta del Governo che giunge solo a fronte della presentazione di un question time in Commissione, Pag. 119essendo rimasta inevasa l'inter- rogazione a risposta scritta n. 4-09613 presentata il 30 giugno 2015, ritiene che la gestione della vicenda da parte dell'Esecutivo sia stata influenzata anche dall'imminenza delle elezioni amministrative del prossimo mese di giugno. Preannuncia quindi che si rivolgerà anche alla regione Friuli-Venezia Giulia per avere ulteriori delucidazioni in merito all'evolversi della vicenda.

5-08559 Vallascas: Adozione dei decreti attuativi relativi al Fondo nazionale per l'efficienza energetica e al programma di miglioramento della prestazione energetica degli immobili della pubblica amministrazione.

  Andrea VALLASCAS (M5S) illustra l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 4).

  Andrea VALLASCAS (M5S), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta fornita dal rappresentante del Governo e stigmatizza la mancata emanazione dei decreti attuativi relativi all'attuazione del Fondo per l'efficienza energetica e del programma di miglioramento della prestazione energetica degli edifici della pubblica amministrazione che avrebbe dovuto completarsi entro la fine dell'anno 2015. Sottolinea, pertanto, l'urgenza di procedere alla realizzazione dei previsti interventi di riqualificazione energetica del patrimonio immobiliare pubblico, che oltre agli evidenti benefici ambientali, rappresenterebbe un'importante opportunità per il settore delle costruzioni profondamente colpito dalla crisi economica.

5-08560 Alfreider: Questioni inerenti il nuovo accordo di programma sulla Società belga Solvay.

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P), cofirmatario dell'interrogazione in titolo, rinuncia ad illustrare l'interrogazione in titolo.

  La viceministra Teresa BELLANOVA risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 5).

  Massimo ARTINI (Misto-AL-P), replicando, prende atto della risposta fornita dal rappresentante del Governo e ritiene necessario un approfondimento sul contenuto delle funzioni ora attribuite in ambito regionale relativamente ai permessi di ricerca e alle concessioni di coltivazione dei minerali solidi che allo stato dell'arte desta non poche preoccupazioni. Preannuncia che svolgerà una verifica con la regione Toscana sulla questione posta dal suo atto ispettivo.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 9.10.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Giovedì 4 maggio 2016. — Presidenza del vicepresidente Ignazio ABRIGNANI.

  La seduta comincia alle 9.10.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio concernente misure volte a garantire la sicurezza dell'approvvigionamento di gas e che abroga il regolamento (UE) n. 994/2010 del Consiglio e documento di lavoro dei servizi della Commissione – Sintesi della valutazione d'impatto (SWD(2016) 26 final).
COM(2016) 52 final e allegati.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Gianluca BENAMATI (PD), relatore, illustra i contenuti della proposta di regolamento in esame che si inserisce nell'ambito di un pacchetto più ampio di misure finalizzate a salvaguardare la sicurezza energetica del nostro Continente. In particolare, Pag. 120la proposta è diretta a rafforzare gli strumenti e le misure a disposizione dell'Unione europea e dei Paesi membri di fronte all'eventualità di possibili carenze di gas provocate da perturbazioni relative alla forniture ovvero da picchi di consumo che determinino una domanda straordinariamente elevata.
  La proposta trae origine dagli stress test effettuati nel 2014 che hanno confermato quanto era emerso in occasione della controversia tra Russia e Ucraina, per cui l'Europa è ancora molto vulnerabile in caso di interruzioni nell'approvvigionamento di gas. Dagli stress test è emersa l'esigenza di potenziare gli strumenti per prevenire e affrontare eventuali emergenze oltre che la necessità di migliorare la capacità di stoccaggio e la possibilità di utilizzare soluzioni alternative quali il ricorso al gas naturale liquefatto (GLN). In realtà, una normativa in materia di sicurezza energetica, per quanto concerne l'approvvigionamento di gas, già esiste nell'Unione europea ed è contenuta dal regolamento n. 994 del 2010 che a giudizio della stessa Commissione europea ha prodotto un impatto positivo e apprezzabile. Tuttavia, proprio le recenti travagliate vicende hanno evidenziato la necessità di apportare alcuni miglioramenti alla disciplina vigente.
  La proposta si inserisce in un contesto in cui il livello di dipendenza energetica dell'UE è molto elevato, pur essendovi notevoli differenze tra paese e paese. In particolare, i paesi che dispongono di centrali nucleari registrano un grado di dipendenza più basso mentre vi sono alcuni partner dell'Europa dell'est che si trovano in una situazione particolarmente precaria perché dipendono quasi esclusivamente da un unico fornitore (la Russia). Per quanto concerne specificamente il gas, la produzione dell'UE copre soltanto una quota minoritaria dei consumi mentre il 65 per cento viene importato. La Russia assicura il 39 per cento delle importazioni, la Norvegia il 30 per cento e l'Algeria il 13 per cento.
  L'Unione europea si è prefissa di incoraggiare la sicurezza negli approvvigionamenti anche attraverso un rafforzamento della infrastrutture e la loro interconnessione. A tal fine, è stato adottato il progetto Reti TEN-T che ha individuato una serie di priorità; allo stato, tuttavia, le risorse stanziate, anche mediante il programma Connecting Europe, risultano nettamente inferiori alle necessità.
  Senza entrare nel merito dei singoli progetti, è opportuno ricordare che uno degli obiettivi prioritari che l'Unione europea ha prospettato ai paesi membri è quello di promuovere una diversificazione dei fornitori; per questo motivo, alcune recenti iniziative assunte da singoli Paesi membri, quali Nord Stream 2, suscitano forti e diffuse critiche. È comunque evidente l'utilità di misure volte a rafforzare la capacità di reazione di fronte ad eventuali discontinuità nella disponibilità del gas.
  Venendo ai contenuti della proposta di regolamento COM(2016) 52, merita in primo luogo segnalare che una prima novità rispetto alla disciplina vigente attiene alla specificazione di quelli che costituiscono i «servizi sociali essenziali» per i quali deve essere comunque garantita la continuità della fornitura: si tratta dei servizi di assistenza sanitaria, di emergenza e di sicurezza.
  È poi confermata la definizione di cliente protetto, che può comprendere anche le piccole e medie imprese, oltre che i servizi sociali essenziali e gli impianti di teleriscaldamento.
  In ogni caso, alle piccole e medie imprese non si applicherebbero le disposizioni in materia di solidarietà che si riferiscono specificamente alle famiglie, ai servizi essenziali e agli impianti di teleriscaldamento.
  La disciplina del regime della solidarietà è contenuta all'articolo 12 della proposta di regolamento. In base a tale principio, la fornitura deve essere ricondotta al livello che garantisca il servizio a tutti i clienti protetti per cui, se un Paese membro dichiara lo stato di emergenza, la fornitura ai clienti non protetti non proseguirà per poter approvvigionare prioritariamente i clienti protetti.Pag. 121
  Per rafforzare l'efficacia delle misure dirette a garantire la sicurezza energetica, la Commissione europea propone di adottare un approccio regionale, superando la dimensione nazionale. In particolare, la proposta di regolamento prefigura un elenco di regioni che, in base alle disposizioni proposte, è suscettibile di modifica da parte della stessa Commissione europea mediante atti delegati. L'Italia rientrerebbe nella regione sudorientale insieme all'Austria, la Croazia, l'Ungheria e la Slovenia.
  La definizione delle regioni nei termini prospettati dalla Commissione europea merita un esame molto accurato per una serie di motivi: in primo luogo, perché le regioni indicate non trovano corrispondenza nei gruppi regionali individuati ai fini del TEN-E, che sono più estesi. In secondo luogo, perché non si comprende per quale motivo nella regione cui apparterrebbe l'Italia non è compresa anche la Svizzera che pure è attraversata da importanti rotte di approvvigionamento. In terzo luogo, il potere attribuito alla Commissione europea appare forse troppo ampio e discrezionale, e comunque tale da precludere la possibilità degli Stati membri di muoversi anche in termini differenti.
  Più in generale, occorre valutare attentamente se una articolazione della strategia per la sicurezza energetica possa trarre vantaggi o invece risultare svantaggiata da una rigida divisione del territorio dell'Unione europea in diverse regioni.
  Strettamente connesse alla ripartizione in regioni, sono poi le disposizioni relative che definiscono la procedura per la rilevazione dei rischi, che deve essere effettuata congiuntamente a livello regionale, così come quelli concernenti la definizione dei piani di azione preventivi e dei piani di emergenza.
  Per quanto concerne la valutazione del rischio, viene riproposta la formula già prevista dalla normativa vigente che si basa sul calcolo N-1 che definisce la capacità del sistema di soddisfare la domanda di gas di picco giornaliero in caso di interruzione della principale infrastruttura di importazione. Si può osservare che fra le cause che vengono contemplate, da cui potrebbero derivare problemi di fornitura, non viene considerata in termini espliciti anche l'eventualità di attentati terroristici. Coerentemente alla logica di articolazione in regioni, la proposta di regolamento sottolinea l'esigenza di un obbligo di cooperazione ed enfatizza il ruolo che può svolgere la Commissione europea nelle diverse fasi. In particolare, la Commissione può, oltre che facilitare, la ricerca di soluzioni concordate, raccomandare alle autorità competenti delle diverse regioni di riesaminare i piani o addirittura imporne la modifica. Al riguardo, nel documento che il Ministero dello sviluppo economico ha trasmesso ai sensi della legge n. 234 del 2012, si sottolineano alcuni profili problematici a partire dalla obbligatorietà della cooperazione da cui potrebbero derivare conseguenze negative quali l'eventuale taglio della domanda del settore termoelettrico a gas, dei consumatori industriali e di una parte dei consumatori civili.
  Lo stesso documento esprime preoccupazione per il fatto che i diversi adempimenti che sono posti a carico delle autorità e degli operatori possano comportare aggravi amministrativi e possono investire profili molto delicati, quali l'obbligo di comunicare alla Commissione europea dati sensibili sui contratti di approvvigionamento.
  Da ultimo, il documento ritiene che sia eccessivo il rafforzamento del ruolo della Commissione europea rapportato alle competenze che rimarrebbero in campo agli Stati membri.
  Infine, merita segnalare positivamente le disposizioni dirette a garantire la cosiddetta capacità bidirezionale, vale a dire la capacità fisica di trasporto del gas in entrambe le direzioni su tutti gli interconnettori tra diversi Stati membri.
  Si tratta di misure che evidentemente sono dirette ad assicurare la reciproca assistenza in caso di necessità.
  In conclusione, la proposta di regolamento in esame interviene sulla disciplina vigente apportando alcune significative modifiche che riguardano essenzialmente: Pag. 122il superamento dell'approccio nazionale mediante l'adozione obbligatoria di un approccio regionale; l'introduzione del principio di solidarietà a tutela dei clienti protetti e l'obbligo di cooperazione tra i diversi Paesi; un rafforzamento degli adempimenti anche per quanto concerne lo scambio di informazioni e la trasparenza dei contratti e il potenziamento della capacità bidirezionale delle infrastrutture.

  Ignazio ABRIGNANI, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Acciaio: mantenere occupazione sostenibile e crescita in Europa.
COM(2016) 155 final.

(Esame, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Ludovico VICO (PD), relatore, illustra i contenuti dell'interrogazione in titolo volta a delineare una strategia europea per il rilancio del settore siderurgico nel nostro Continente.
  Si tratta di un progetto ambizioso che tocca vari aspetti.
  La comunicazione COM(2016)155 parte dalla considerazione per cui il comparto siderurgico continua a costituire uno dei pilastri delle attività produttive; l'acciaio è tra i materiali di base più utilizzati nelle costruzioni, nei trasporti, nelle infrastrutture e nell'industria.
  Non è quindi ipotizzabile una continua riduzione della produzione di acciaio da parte dell'Unione europea che finirebbe per costringere il nostro Continente nella condizione di dover dipendere dalle importazioni dall'estero.
  Già attualmente l'Unione europea detiene, nella produzione mondiale di acciaio, una quota nettamente più ridotta rispetto a quella che copriva poco più di dieci anni fa. Siamo infatti passati dal 19 a circa il 10 per cento della produzione complessiva, mentre sono enormemente cresciute le quote detenute da Cina, India e Corea del Sud. Ciononostante, il settore continua a registrare in Europa un fatturato annuo superiore a 160 miliardi di euro e a garantire l'occupazione ad oltre 300 mila lavoratori, sebbene anche in questo caso negli ultimi anni si sia registrata una significativa riduzione.
  L'acciaio è, insomma, un comparto di interesse prioritario per l'Unione europea nel suo complesso e per quasi tutti i Paesi membri; l'industria siderurgica europea è infatti distribuita in 23 Paesi, sebbene i maggiori produttori rimangano la Germania e l'Italia.
  L'industria europea è minacciata proprio dalla aggressività dei più dinamici competitori mondiali, in particolare dalla Cina che già oggi registra una ingente sovraccapacità produttiva e che può usufruire dei rilevantissimi vantaggi assicurati dalla assenza di vincoli di carattere ambientale.
  La prima preoccupazione dell'Unione europea, opportunamente segnalata nella comunicazione in esame, è appunto quella di rafforzare gli strumenti di difesa commerciale contro le pratiche sleali, anche mediante lo snellimento delle procedure per l'eventuale adozione di misure antidumping.
  In effetti, già attualmente l'Unione europea applica circa 100 misure di difesa commerciale; nel febbraio scorso, la Commissione europea ha avviato tre nuove inchieste antidumping nei confronti di altrettanti prodotti dell'industria siderurgica cinese.
  La Commissione europea si prefigge di velocizzare le procedure per le indagini che possono condurre all'adozione di strumenti di difesa commerciale.
  Su tale aspetto, tuttavia, non è sino ad ora emerso a livello europeo un orientamento univoco tra i diversi Stati membri. Pag. 123Ciò vale, in particolare, per la cosiddetta regola del «dazio inferiore» che consente alla Commissione europea di istituire dazi di entità inferiore al margine di dumping se tale livello è sufficiente a eliminare il pregiudizio subito dall'industria europea.
  Mentre, infatti, alcuni Paesi vorrebbero mantenere questa regola nel timore che dalla sua abolizione possa discendere un aumento dei costi ai danni dei consumatori di acciaio, altri Paesi, tra cui l'Italia, propendono per una soppressione della regola, come prospettato dalla Commissione europea, per rendere più dure le misure antidumping.
  Va, tuttavia, osservato che a livello multilaterale non risulta che l'Unione europea si sia attività nel WTO per denunciare pratiche commerciali sleali.
  Parzialmente connesso a questo tema, è quello del ridimensionamento della sovraccapacità che la Commissione europea intenderebbe affrontare nell'ambito dei gruppi di lavoro che sono stati istituiti con alcuni dei maggiori produttori (Cina, Giappone, India, Russia, Turchia e Stati Uniti). Andrebbe peraltro chiarito perché non sono stati attivati analoghi gruppi di contatto anche con il Brasile e la Corea del Sud.
  Un capitolo non meno importante è quello che attiene all'intenzione, manifestata dalla Commissione europea, di utilizzare al meglio gli strumenti e le risorse esistenti per indurre l'industria siderurgica a procedere più rapidamente nella modernizzazione, facilitando gli investimenti per l'innovazione tecnologica oltre che per la formazione del personale impiegato, la crescita professionale e la riconversione degli occupati.
  A questo proposito, occorre segnalare che la comunicazione COM(2016)155, se per un verso non manca di richiamare i diversi fondi e strumenti finanziari attivabili allo scopo (dal FEIS a Horizon 2020 a SPIRE), per altro verso non prospetta neanche in via di ipotesi possibili suggerimenti puntuali. In sostanza, il rischio che si può porre è che le indicazioni della comunicazione si rivelino mere intenzioni non supportate da proposte concrete.
  Ciò appare tanto più evidente quando si consideri che l'industria siderurgica del nostro Paese già attualmente si distingue, anche nel confronto europeo, per essere tra le più virtuose per quanto concerne le tecnologie impiegate e l'attenzione per i profili ambientali.
  La siderurgia italiana è, infatti, in larga parte derivante da forni elettrici che costituiscono impianti più piccoli e flessibili e impiegano prevalentemente rottame. Soltanto il 35 per cento della produzione nazionale deriva da ciclo integrale, vale a dire sostanzialmente da altoforni, impianti di maggiori dimensioni e con un più rilevante impatto sul territorio e l'ambiente.
  La Commissione europea valuta che il forno elettrico può assicurare il 75 per cento di risparmio di materiale ferroso impiegato e un abbattimento di oltre l'85 per cento dell'inquinamento atmosferico.
  Appare, quindi, auspicabile che la comunicazione sia accompagnata da misure più specifiche volte a promuovere la ricerca, che già è in corso, a favore di innovazioni tecnologiche quali ad esempio la realizzazione di impianti per la produzione di preridotto, che potrebbe ridurre significativamente i costi di produzione.
  Allo stesso modo, andrebbe incoraggiata l'evoluzione dell'attività produttiva verso prodotti di qualità, con acciai speciali, che si rivolgano a esigenze più specifiche degli utilizzatori.
  In sostanza, sarebbe auspicabile che l'Unione europea sostenesse tutte le misure che possano favorire davvero l'innovazione dell'industria siderurgica europea, garantendo un innalzamento del valore aggiunto della produzione del nostro Continente.
  Allo stesso tempo, risulterebbe pienamente coerente con gli obiettivi che la Commissione prefigura l'adozione di interventi finanziari e di misure di sostengo per la riconversione e l'ammodernamento degli impianti esistenti, in primo luogo allo scopo di ridurne l'impatto sull'ambiente. Esemplare, al riguardo, è la vicenda dell'Ilva di Taranto i cui piani di riconversione hanno trovato forti resistenze da Pag. 124parte delle istituzioni europee che avrebbero probabilmente più opportunamente dovuto incoraggiarne l'adeguamento alla normativa ambientale.
  Sotto questo profilo, sembra necessario un attivo contributo da parte del nostro Governo nei negoziati europei per garantire che gli obiettivi prospettati dalla Commissione, con la comunicazione al nostro esame non vengano smentiti dalle decisioni che di volta in volta vengono assunte dalla stessa Commissione europea.
  Queste considerazioni valgono anche per quanto riguarda l'indicazione della necessità di rivedere il sistema degli aiuti di Stato per orientarli maggiormente verso i progetti tecnologici di ricerca transfrontalieri, o comunque di interesse europeo, e per sviluppare soluzioni innovative.
  Così come è auspicabile che venga accolta la richiesta avanzata dal Governo italiano di semplificare l'accesso, attualmente troppo complesso, al Fondo europeo di adeguamento alla globalizzazione (FEG) finalizzato a sostenere le politiche attive del mercato del lavoro per aiutare i lavoratori interessati a trovare una nuova occupazione in caso di licenziamenti collettivi.
  In conclusione, la strategia prefigurata dalla Commissione europea, fortemente sollecitata da alcuni Stati europei, tra cui l'Italia, oltre che dalle associazioni dei produttori del comparto, appare una sorta di atto dovuto, viste le condizioni di crescente difficoltà che l'industria siderurgica europea sta affrontando.
  Pur meritevole di apprezzamento, l'iniziativa della Commissione europea necessita, tuttavia, di essere accompagnata da indicazioni più puntuali che consentano di concretizzare gli obiettivi di proteggere la siderurgia europea di fronte alla concorrenza sleale di molti competitori e di favorirne l'innovazione e lo sviluppo tecnologico.

  Ignazio ABRIGNANI, presidente, nessuno chiedendo di parlare, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 9.25.

SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 4 maggio 2016. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Sull'ordine dei lavori.

  Andrea VALLASCAS (M5S), intervenendo sull'ordine dei lavori, lamenta che le proposte di parere relative ai provvedimenti in esame in sede consultiva nella giornata odierna sono state trasmesse per email solo alle ore 12. Sottolinea che il proprio gruppo non ha pertanto avuto il tempo di approfondirne il contenuto e offrire il proprio contributo. Nel giudicare poco corretto un simile comportamento, preannuncia che i deputati del proprio gruppo non parteciperanno al voto di entrambi i provvedimenti in sede consultiva.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, osservato preliminarmente che la prassi seguita negli ultimi mesi di anticipare il parere sui provvedimenti e gli atti in esame si basa su un'attenzione non formale a tutte le componenti politiche presenti in Commissione, sottolinea che, in base all'articolo 73, comma 3, del regolamento, non vi è alcun obbligo per i relatori di trasmettere la proposta di parere prima della seduta in cui viene discussa e deliberata. Aggiunge che, nel caso specifico dei provvedimenti in esame, entrambe le relatrici hanno preannunciato nella seduta di ieri la presentazione di proposte di parere favorevoli senza osservazioni né condizioni, le quali sono state puntualmente anticipate per email. Ritiene pertanto infondate le obiezioni sollevate dal deputato Vallascas.

  Davide CRIPPA (M5S) sottolinea che la questione posta dal collega Vallascas non riguarda il merito dei provvedimenti in esame, ma il metodo di lavoro della Commissione che spesso non consente, per la ristrettezza dei tempi in cui sono deliberati i pareri sui provvedimenti, di formulare eventuali integrazioni e di valutare Pag. 125l'opportunità di presentare una proposta di parere alternativa.

  Ludovico VICO (PD), sottolineato il carattere istruttorio dei lavori delle Commissioni che nella sede consultiva, osserva che indipendentemente dal fatto che la proposta di parere sia trasmessa con anticipo a tutti i deputati, il punto di riferimento per la predisposizione della proposta di parere è il relatore al quale tutti i gruppi possono e devono fare riferimento nel caso in cui intendano proporre il proprio contributo all'elaborazione della proposta medesima. Richiama quindi i colleghi ad una reciproca, proficua collaborazione nel lavoro parlamentare.

  Gianluca BENAMATI (PD), nel dichiararsi sorpreso dalle obiezioni sollevate dai colleghi del Movimento 5 Stelle, ricorda che fino a pochi mesi fa i pareri erano presentati direttamente nel corso della seduta in cui era prevista la loro deliberazione, senza essere anticipati per email. Nel giudicare positivamente il metodo introdotto che dimostra un'attenzione non formale – come sottolineato anche dal presidente Epifani – nei confronti di tutti i gruppi politici presenti in Commissione e, in particolare delle opposizioni, ricorda che, nel caso di provvedimenti complessi sui quali vi sono state posizioni articolate anche all'interno della maggioranza, le proposte di parere sono state trasmesse con notevole anticipo proprio al fine di giungere ad una deliberazione il più possibile condivisa. Osserva che se la prassi di anticipare le proposte di parere sui provvedimenti in sede consultiva, o sugli atti del Governo e dell'Unione europea, può alimentare comportamenti surrettiziamente ostili da parte dei gruppi di opposizione, a suo avviso, appare preferibile tornare al passato seguendo rigorosamente la procedura dettata dall'articolo 73, comma 3, del regolamento.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessun altro chiedendo di parlare, ritiene opportuno proseguire nel proficuo e collaborativo rapporto tra gruppi di maggioranza e di opposizione, basato su un'interlocuzione e un'attenzione non formale a tutte le componenti politiche, cui ha sempre inteso improntare i lavori della Commissione.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo istitutivo della Banca asiatica per gli investimenti in infrastrutture, con Allegati, fatto a Pechino il 29 giugno 2015.
C. 3642 Governo.

(Parere alla III Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 3 maggio 2016.

  Cristina BARGERO (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 6).

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

Disciplina organica della coltivazione della vite e della produzione e del commercio del vino.
Testo unificato C. 2236 Sani e abbinate.

(Parere alla XIII Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 3 maggio 2016

  Veronica TENTORI (PD), relatrice, formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 7).

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore.

  La seduta termina alle 14.20.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 4 maggio 2016.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.20 alle 14.45.

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