CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 aprile 2016
628.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 61

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 19 aprile 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. — Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 14.30.

Documento di economia e finanza 2016.
Doc. LVII, n. 4 e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio)

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Francesco MONACO (PD), relatore, illustrando il provvedimento, osserva che il Documento di economia e finanza 2016 si inserisce in una strategia di programmazione economica di natura pluriennale, che ha preso avvio nel 2014, ed i cui obiettivi di fondo sono largamente noti: una azione costante di riforma strutturale del Paese e di stimolo agli investimenti, privati e pubblici; un'impostazione della politica di bilancio al tempo stesso favorevole alla crescita e volta ad assicurare un graduale ma robusto consolidamento delle finanze pubbliche, tale da ridurre in misura via via crescente il rapporto tra debito e PIL; la riduzione del carico fiscale, che si associa a una maggiore efficienza della spesa e dell'azione delle pubbliche amministrazioni; il miglioramento della capacità competitiva del sistema Italia.
  Ricorda quindi che i risultati raggiunti in questi due anni sono stati riconosciuti nelle sedi europee ed internazionali ed appaiono complessivamente significativi ed incoraggianti, a partire dalla ripresa e l'incremento dell'occupazione nel 2015.
  Osserva inoltre che, in prospettiva, l'azione di riforma è oggi rivolta a migliorare anche il contesto alla base delle decisioni di investimento, favorite da una maggiore Pag. 62efficienza della giustizia civile e della macchina amministrativa, dalla progressiva riduzione della pressione fiscale, dalla crescente disponibilità di finanziamenti, dalle misure di sostegno alla domanda.
  Rileva poi che sul versante macroeconomico internazionale, lo scenario con il quale l'Italia si è dovuta misurare è divenuto sempre più problematico: nel corso del 2015 il progressivo rallentamento delle grandi economie emergenti e la protratta fase di debolezza dell'Eurozona hanno negativamente influenzato l'andamento della domanda esterna; sull'evoluzione dell'economia internazionale hanno inoltre pesato l'accresciuta volatilità dei mercati finanziari e la minaccia terroristica.
  Rammenta altresì che specificamente nell'area dell'euro il permanere di spinte deflazionistiche – in parte dovute alle continue cadute delle quotazioni delle materie prime, ma anche alla debolezza della domanda interna – ostacola la trasmissione all'economia reale delle misure straordinariamente espansive di politica monetaria adottate dalla Banca centrale europea.
  Osserva ancora che crescono in quasi tutti gli Stati membri il consenso verso proposte populiste e l'euroscetticismo e che a fronte del rischio concreto che gli interessi nazionali prevalgano sul bene comune, il Governo italiano ha proposto una articolata strategia europea per la crescita, il lavoro e la stabilità, affinché l'Europa sia parte della soluzione ai problemi che abbiamo di fronte e venga ricostituita la fiducia tra i cittadini e gli Stati membri.
  Pone poi in evidenza che nonostante la fragilità del contesto di riferimento, dopo tre anni consecutivi di contrazione, l'economia italiana è tornata a crescere nel 2015 – dello 0,8 per cento in termini reali, 1,5 per cento in termini nominali e che ne hanno beneficiato l'occupazione – che registra qualche incremento – e il tasso di disoccupazione, che si è ridotto in misura rilevante; il miglioramento delle condizioni del mercato del lavoro si è associato al buon andamento dei consumi delle famiglie.
  Evidenzia quindi che, secondo i dati al momento disponibili, la crescita è risultata inferiore a quella registrata nei maggiori paesi sviluppati, per i quali i dati indicano un aumento del PIL in volume nel 2015 del 2,4 per cento negli Stati Uniti, del 2,2 per cento nel Regno Unito, dell'1,7 per cento in Germania e dell'1,2 per cento in Francia.
  Ricorda inoltre che i dati positivi della produzione industriale registrati nei primi mesi del 2016 prefigurano una nuova accelerazione del prodotto nei prossimi trimestri. In linea con tali andamenti, il DEF prevede per il 2016 un incremento del PIL pari all'1,2 per cento; nello scenario programmatico l'accelerazione della crescita proseguirebbe nel 2017 e nel 2018, anche beneficiando di una politica di bilancio orientata al sostegno dell'attività economica e dell'occupazione.
  Rileva altresì che per quanto concerne l'andamento dell'occupazione, il DEF pone in evidenza che i dati previsionali possono essere influenzati dalle modifiche apportate alla disciplina dell'esonero contributivo di cui alla legge n. 190 del 2014 che, com’è noto, risulta ridotto nell'importo, nel massimale e nella durata, e che tale cambiamento potrebbe determinare nella prima parte del 2016 una attenuazione dei risultati positivi registrati a fine 2015, atteso che questi erano in parte legati alla accelerazione delle assunzioni per trarre pieno beneficio dall'incentivo. Ed in effetti nel DEF si segnala come i dati resi disponibili dall'INPS relativi a gennaio 2016 vadano in questa direzione, segnalando un indebolimento della spinta verso i contratti a tempo indeterminato, anche a conferma dagli ultimi dati mensili dell'ISTAT sul mercato del lavoro.
  Ricorda ancora, sul versante degli investimenti, che se nel 2015 la ripresa dell'economia italiana è stata in prevalenza trascinata dall'export e trainata dai consumi, nel 2016 sarà necessario tenere conto dell'insoddisfacente crescita del commercio mondiale; anche per sostenere la crescita del prodotto si rendono necessari ulteriori miglioramenti di competitività Pag. 63e l'accelerazione degli investimenti, la componente della domanda che maggiormente ha subito l'impatto della crisi, e che la Banca d'Italia, nel Bollettino economico di gennaio 2016, ha rilevato che si sta indebolendo la spinta alla crescita fornita dalle esportazioni – che, dopo aver sostenuto l'attività negli ultimi quattro anni, sono ora frenate, come nel resto dell'area dell'euro, dal calo della domanda dei paesi extraeuropei – e come ad essa si va gradualmente sostituendo quella della domanda interna, in particolare per consumi e ricostituzione delle scorte.
  Osserva altresì che sul versante dell'andamento della finanza pubblica, nel 2015 il rapporto debito/PIL si è sostanzialmente stabilizzato; per il 2016 si prevede una discesa dal 132,7 al 132,4 per cento; per il 2019 si prevede un valore pari al 124,3 per cento, e che l'inversione della dinamica del debito è un obiettivo strategico del nostro Paese. Dopo aver raggiunto nel 2015 l'obiettivo prefissato di riduzione dell'indebitamento netto al 2,6 per cento del PIL, nel 2016 il disavanzo dovrebbe scendere ulteriormente al 2,3 per cento. Negli anni successivi spazio di bilancio addizionale verrà generato da maggiori entrate e risparmi di spesa – realizzati mediante un ampliamento del processo di revisione della spesa. Evidenzia dunque che l'effetto congiunto di queste misure assicurerà la riduzione dell'indebitamento netto all'1,8 per cento del PIL nel 2017.
  Pone quindi in rilievo che l'azione di consolidamento delle finanze pubbliche beneficia dell'attuazione del programma di privatizzazioni di aziende e proprietà immobiliari dello Stato, uno strumento fondamentale per modernizzare le società partecipate e contribuire alla revisione della spesa.
  Osserva quindi che il DEF evidenzia come sia inopportuno e controproducente adottare un'intonazione più restrittiva di politica di bilancio in considerazione dei concreti rischi di deflazione e stagnazione, riconducibili al contesto internazionale; all'insufficiente coordinamento delle politiche fiscali nell'Eurozona, che complessivamente esprime una politica di bilancio inadeguata – come evidenziato anche nei documenti ministeriali al proposito – se tenuto conto della evidente carenza di domanda aggregata e degli gli effetti perversi di manovre eccessivamente restrittive, che potrebbero finire per peggiorare, anziché migliorare, il percorso di aggiustamento del rapporto debito/PIL.
  Ricorda inoltre che nel corso dell'ultimo biennio la politica di bilancio ha conseguito gli obiettivi indicati senza interventi correttivi in corso d'anno e senza aumenti del prelievo sul lavoro, sulle imprese e sui consumi, bensì conseguendo nel periodo una diminuzione della pressione fiscale di 0,8 punti percentuali.
  Passando ai profili più strettamente attinenti alle competenze della Commissione Affari esteri, rileva le priorità e gli indirizzi contenuti nella III sezione del DEF, contenente il Programma nazionale di riforma (PNR).
  Ricorda ancora che, in linea con le osservazioni formulate a febbraio 2016 dalla Commissione UE nel Country report relativo all'Italia – osservazioni che si inseriscono nel quadro delle raccomandazioni formulate dalla stessa Commissione nell'ambito del ciclo di monitoraggio specifico degli squilibri macroeconomici del nostro Paese –, il Governo dichiara di importanza cruciale, per sostenere la crescita del prodotto, il miglioramento della competitività del Paese e l'accelerazione degli investimenti, la componente della domanda che maggiormente ha subito l'impatto della grande crisi.
  Rammenta infatti che nel Country Report del febbraio scorso la Commissione europea ha aggiornato l'esame approfondito condotto nell'ambito del monitoraggio degli squilibri macroeconomici a dicembre 2015, richiamando alcuni progressi compiuti dall'Italia nel perseguimento dell'obiettivo di aumentare la produttività e la competitività esterna del Paese, anche attraverso una riduzione del carico fiscale sui fattori produttivi e una rimozione degli ostacoli strutturali agli investimenti. Evidenzia quindi che la Commissione UE rileva, in sintesi, la necessità di contrastare il deterioramento della competitività del Pag. 64sistema industriale italiano ascrivibile ad una pluralità di fattori, quali la debole crescita della produttività, connessa tra l'altro alle caratteristiche del sistema produttivo nazionale, gli elevati oneri e adempimenti a carico delle imprese stesse, e gli effetti della crisi finanziaria, con la forte contrazione che hanno subito i crediti delle banche alle imprese.
  Osserva inoltre che particolare attenzione è riservata, nella prima sezione del DEF (Programma di stabilità dell'Italia) al percorso di riallineamento dell'Aiuto pubblico allo sviluppo italiano agli standard internazionali della media dei Paesi aderenti all'OCSE, con l'obiettivo di migliorare la qualità e la quantità dell'APS, come previsto anche dall'articolo 30 della legge di riforma della cooperazione. Come sappiamo, già nella legge di stabilità 2016, sono stati previsti significativi aumenti delle risorse destinate a questo settore, nella prospettiva di raggiungere nel triennio 2017-2019, i seguenti obiettivi di spesa: 0.25 per cento del reddito nazionale lordo (RNL) nel 2017, 0,26 per cento nel 2018 e 0,28 per cento nel 2019. Questo percorso di riallineamento permetterà di raggiungere nel 2020 l'obiettivo dello 0,30 per cento del RNL, nella prospettiva del raggiungimento, da parte dell'Unione europea nel suo complesso, dell'obiettivo dello 0,7 per cento entro il 2030.
  Evidenzia che pari rilievo assume la dimensione internazionale della lotta all'evasione in un'economia sempre più globalizzata che postula un sistema fiscale internazionale basato su standard comuni da applicare in maniera uniforme e si è tradotto nella conclusione e nella ratifica di numerosi accordi bilaterali sullo scambio automatico d'informazioni per fini fiscali che si affiancano al Progetto BEPS promosso in seno al G20 e realizzato dall'OCSE per il contrasto all'elusione fiscale da parte delle imprese multinazionali ed al successo della voluntary disclosure che dovrebbe comportare maggiori entrate per circa 3,8 miliardi, al netto degli interessi, su un totale di quasi 60 miliardi di base imponibile emersa.
  Rileva poi, in particolare, che il DEF 2016 ascrive alle riforme per la competitività un impatto pari ad un incremento di 0,4 punti percentuali di PIL nel 2020 rispetto allo scenario base e di 0,7 punti nel 2025. Le stime includono gli effetti delle misure per la concorrenza e l'apertura dei mercati contenute nel disegno di legge annuale sulla concorrenza, concernenti il settore assicurativo e i fondi pensione, le comunicazioni ed il settore energetico.
  Osserva ancora che il cronoprogramma delle riforme contenuto nel DEF 2016 prevede comunque l'adozione di nuove policy a sostegno della competitività e della tenuta dei sistema produttivo italiano sul mercato internazionale, annunciando, entro il 2016, l'adozione di un Piano per il rilancio del manifatturiero. Ricorda che si tratta – come afferma il DEF – di un pacchetto di provvedimenti per favorire la digitalizzazione delle imprese italiane, il sostegno all'integrazione e al consolidamento delle filiere industriali italiane, strumenti fiscali che favoriscono le fusioni e incorporazioni tra imprese e l'alta formazione.
  Ricorda, inoltre, che l'Esecutivo intende perseguire la sua strategia di rafforzamento delle forme «aggregative» delle imprese italiane, e che le reti d'impresa rappresentano una modalità organizzativa che può aiutare a conseguire un vantaggio competitivo, consentendo di sopperire ai limiti connessi con le ridotte dimensioni del tessuto produttivo nazionale. Rileva che tali misure, negli intendimenti del Governo, dovrebbero affiancare strumenti già attivati, quali il Piano Straordinario per il Made in Italy di sostegno all'export e all'attrazione degli investimenti esteri, operativo per il periodo 2015-2017, implementato con ulteriori risorse nella legge di stabilità per l'anno 2016.
  Sulla scorta delle osservazioni svolte, preannunzia dunque la presentazione di una proposta di parere favorevole.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, nel ringraziare il relatore per aver evidenziato i punti salienti dell'azione Pag. 65del Governo nei settori di interesse della Commissione, ribadisce l'impegno del Governo all'incremento delle risorse destinate alla cooperazione allo sviluppo. Nota infatti come l'impegno dichiarato di arrivare allo 0,30 del reddito nazionale lordo come tappa intermedia rispetto all'obiettivo finale dello 0,7 per cento si ponga in controtendenza con le restrizioni di bilancio attuali. Esprime pertanto soddisfazione per lo sforzo comune in tal senso dell'Esecutivo e del Parlamento nel suo complesso.

  Francesco MONACO (PD), relatore, nell'apprezzare, a sua volta, l'impegno del Governo che è già stato evidenziato dalla lettura delle parti del Documento di economia e finanza anzidette, osserva che tale impegno è purtroppo ancora ben lontano dagli obiettivi europei, fissati nella misura dello 0,7 per cento entro il 2030.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Martedì 19 aprile 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO.

  La seduta comincia alle 14.50.

Sugli esiti della missione in Kosovo in occasione della cerimonia di insediamento del Presidente della Repubblica del Kosovo, Hashim Thaçi, svolta l'8 aprile 2016.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, svolge comunicazioni in merito alla missione in titolo (vedi allegato 1), ricordando che ad essa ha preso parte, in sua vece, l'onorevole Alessio Tacconi, impossibilitato a prendere parte alla seduta odierna. Sottolinea l'importanza della missione da quest'ultimo svolta quale primo tassello di un impegno della Commissione Affari esteri e comunitari rivolto ai Balcani Occidentali, e che potrà condurre allo svolgimento di ulteriori missioni in tale area nel corso di quest'anno.

Sugli esiti della missione a Torino in occasione dell’Italian-German High Level Dialogue, svolta il 13 aprile 2016.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, svolge comunicazioni in merito alla missione in titolo (vedi allegato 2), segnalando che essa è stata occasione per un ulteriore consolidamento delle relazioni parlamentari bilaterali italo-tedesche.
  Nessuno chiedendo di intervenire, dichiara quindi concluse le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 14.55.

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