CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 9 febbraio 2016
588.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
Pag. 77

INTERROGAZIONI

  Martedì 9 febbraio 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Benedetto Della Vedova.

  La seduta comincia alle 13.30.

5-07688 Sibilia: Sulle circostanze della morte di Giulio Regeni in Egitto.
5-07692 Gianluca Pini: Sulle circostanze della morte di Giulio Regeni in Egitto.
5-07694 Picchi: Sulle circostanze della morte di Giulio Regeni in Egitto.
5-07695 Locatelli: Sulle circostanze della morte di Giulio Regeni in Egitto.
5-07696 Quartapelle Procopio: Sulle circostanze della morte di Giulio Regeni in Egitto.
5-07701 Rabino: Sulle circostanze della morte di Giulio Regeni in Egitto.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, avverte che, se non vi sono obiezioni, la pubblicità dei lavori della seduta verrà assicurata tramite la trasmissione attraverso l'impianto televisivo a circuito chiuso. Ne dispone pertanto l'attivazione.
  Avverte, inoltre, che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.
  Prima di dare la parola al sottosegretario Della Vedova dà atto ai firmatari delle interrogazioni in titolo di avere presentato, con sollecitudine e in uno spirito responsabile, quesiti equilibrati e per nulla impostati in termine di strumentalizzazione sulla tragica morte di Giulio Regeni.
  Nessuno poteva prevedere che la Commissione avrebbe dovuto confrontarsi con le torture e l'assassinio di un nostro giovane ricercatore, Giulio Regeni, recatosi più volte in un Paese come l'Egitto con il quale l'Italia ha rapporti di amicizia e di collaborazione politica ed economica.
  Coglie l'occasione per esprimere ai genitori e alla famiglia di Giulio Regeni la profonda vicinanza di tutta la Commissione, di cui gli atti in titolo sono una dimostrazione tangibile. Il rispetto per Giulio Regeni muove tutti i gruppi verso un solo obiettivo, quello segnato da un altro tipo di rispetto, il rispetto per la Pag. 78verità. Sottolinea che l'unica cosa certa è che Giulio Regeni è stato sottoposto a torture ed assassinato ad opera di un nucleo organizzato che lo ha rapito e trattenuto per giorni. Per parte sua il ministro degli Interni egiziano ha escluso che egli sia stato arrestato dalla polizia regolare. Il Governo italiano ha chiarito in modo netto di essere consapevole delle ragioni politiche ed economiche che ci legano all'Egitto, ma che la Realpolitik non potrà mai indurci a considerare questo tragico episodio come «ordinaria amministrazione», come sembrerebbe avere affermato il Presidente della Commissione esteri del Parlamento europeo Elmar Brok, né accettare versioni di comodo.
  A suo avviso, gli scenari possibili sarebbero tre, partendo dall'unico fatto certo e cioè che si è trattato di un'operazione criminale posta in essere da più persone, evidentemente in un locale riservato, prolungatasi per più giorni. La prima ipotesi è che Giulio Regeni sia stato arrestato e poi torturato da un settore delle forze dell'ordine egiziane; la seconda è che egli sia stato rapito, torturato e assassinato da un nucleo organizzato per una calcolata provocazione contro il governo egiziano e contro le relazioni fra i due Paesi, considerato che tutto ciò si è verificato contestualmente alla visita al Cairo del ministro Guidi, per di più alla vigilia di ulteriori importanti intese economiche; la terza è che il crimine sia stato commesso da un nucleo operativo collocato nell'area dello Stato ma che ha agito all'insaputa del governo egiziano secondo una logica repressiva che contempla sia la tortura sia l'assassinio.
  Non sfugge il fatto che il governo egiziano abbia eccezionalmente acconsentito all'affiancamento dei propri inquirenti da parte di un team di nostri investigatori italiani.
  Di conseguenza, ciò premesso, è indispensabile che il governo egiziano faccia luce in modo convincente quale dei tre scenari sia veritiero, sulla base di prove certe, traendo le necessarie conseguenze sul piano giudiziario. Questa assunzione di responsabilità per l'accertamento della verità può consentire di ristabilire pienamente le relazioni politiche ed economiche tra l'Italia e l'Egitto.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato).

  Carlo SIBILIA (M5S) ringrazia il sottosegretario Della Vedova per la risposta fornita al quesito che il suo gruppo ha ritenuto di presentare con carattere di urgenza venerdì scorso alla luce dello scenario allarmante fin da subito delineatosi. Nel prendere atto di quanto testé rappresentato, concorda sulla necessità di tener conto del recente avvio delle indagini e si rimette con fiducia alle informazioni qui riportate dal rappresentante del Governo sullo sconvolgente caso in oggetto. In generale auspica che la solerzia usata dalle autorità italiane in questa tragica circostanza non rappresenti un'eccezione ma la prassi ogni qualvolta sia necessario assistere i nostri connazionali all'estero. Nel manifestare fiducia anche sull'operato della magistratura italiana, ritiene ipotizzabili due scenari alternativi quanto alle cause della morte di Regeni. Il primo si correla alle preoccupazioni confidate da Giulio Regeni alla redazione del quotidiano Il Manifesto in ragione del suo interesse per i movimenti operai e i sindacati indipendenti attivi in Egitto. In tal senso, considerato l'intensificarsi delle già strette relazioni bilaterali soprattutto sul versante economico e alla luce degli incontri programmati tra il presidente al-Sisi e importanti società italiane, tra cui SACE e SIMEST, non è da escludere che Regeni fosse divenuto figura scomoda per interessi comuni alle due parti. Ciò renderebbe ulteriormente complesse le dinamiche investigative ed imporrebbe una riconsiderazione degli interessi italiani in gioco. Il secondo scenario potrebbe concernere, invece, il coinvolgimento di soggetti estranei alle strutture dello Stato egiziano e prossimi a formazioni terroristiche. Tale scenario confermerebbe la grave minaccia che incombe sul nostro Pag. 79Paese nel quadro del conflitto in atto tra il «blocco atlantico» e il «blocco musulmano». Tale scenario, inoltre, dovrebbe, parimenti al primo, indurre comunque il nostro Paese a riconsiderare le proprie politiche e i propri interessi nella regione. Formula, infine, l'auspicio affinché la famiglia di Giulio Regeni, cui esprime a nome del suo gruppo profondo cordoglio e solidarietà, possa ricevere ulteriori elementi informativi e affinché il caso in questione non resti insoluto, come è avvenuto in altri casi controversi, come quello dei due marò.

  Gianluca PINI (LNA), replicando, si dichiara insoddisfatto dalla risposta fornita dal rappresentante del Governo in quanto, a suo avviso, superficiale e fondata su informazioni comprensibilmente già rese disponibili agli organi di informazione, data la delicatezza del caso. La risposta non aggiunge invece nulla sui profili di carattere più tecnico posti dall'interrogazione in titolo, da lui presentata. Non ritiene condivisibile l'analisi tracciata dal collega Sibilia sull'ipotesi di coinvolgimento di frange terroristiche, e ciò in ragione dell'assenza di elementi essenziali a tal fine, quale una dichiarazione di rivendicazione, lo sfruttamento mediatico dell'evento o tentativi di depistaggio. Concorda invece sul primo scenario connesso al ruolo svolto da Giulio Regeni, considerato dai suoi assassini non tanto come un ricercatore simpatizzante con taluni gruppi di opposizione al governo al-Sisi, ma come informatore al servizio dello Stato italiano o di altri Paesi interessati. Sottolinea il fatto che il Governo non ha smentito né dissipato i dubbi in tal senso e che su tali profili correttamente potrà intervenire il Copasir nell'esercizio della propria competenza. Nel rispetto della sfera di competenza di questa Commissione, ritiene che l'accertamento della verità sia tuttavia strettamente connesso all'eventuale qualità di informatore, anche occasionale, rivestita da Giulio Regeni, su cui auspica, conclusivamente, uno sforzo specifico da parte del Governo.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL) si dichiara parzialmente soddisfatto dal riscontro fornito dal sottosegretario Della Vedova al quesito presentato dal suo gruppo, che ricostruisce puntualmente quanto avvenuto, facendo però trapelare l'assoluta specificità del caso in questione. Suscita infatti una perplessità particolare l'immediato allarme e la particolare solerzia usata dalla nostra rappresentanza diplomatica al Cairo a poche ore dalla scomparsa di Giulio Regeni. Ciò avvalora l'esigenza di approfondire gli elementi informativi cui Regeni aveva accesso e il grado di condivisione che aveva con le autorità italiane. Ritiene quindi soddisfacente il contributo di ricostruzione assicurato dalla risposta del Governo, restando però del tutto inevasa la questione sul piano politico. Pur concordando sullo stato iniziale delle indagini in atto, sottolinea gli elementi di contraddizione che hanno segnato l'agire delle autorità egiziane in questa prima fase. I dubbi trovano conferma in connessione con l'intervento della Presidenza del Consiglio dei Ministri e con l'interessamento da parte della Segreteria di Stato americana. Si associa al collega Pini nel ritenere che non sia questa la sede per svolgere ulteriori approfondimenti sul ruolo svolto da Regeni, auspicando uno specifico impegno da parte del Governo per comprendere le ragioni di un omicidio che potrebbe essere ascrivibile anche a formazioni contrarie al governo al-Sisi.

  Oreste PASTORELLI (Misto-PSIPLI), cofirmatario dell'interrogazione n. 5-07695, esprime solidarietà e cordoglio alla famiglia Regeni e ringrazia il rappresentante del Governo per quanto sollecitamente riferito in questa seduta. Formula l'auspicio affinché il Governo continui ad operare con piena trasparenza sul caso in titolo.

  Lia QUARTAPELLE PROCOPIO (PD) ringrazia a sua volta il Governo per la risposta che, a nome del Partito Democratico, ritiene pienamente soddisfacente. Se ne evince infatti l'azione compatta svolta dall'Italia a partire dalle iniziative Pag. 80assunte dall'Ambasciatore Massari e fino al più alto livello istituzionale. Ritiene inoltre che la competenza di questa Commissione non consista nell'ipotizzare le dinamiche del fatto o nello strumentalizzare un caso così drammatico. Il ruolo della Commissione è, invece, individuare il contesto geopolitico in cui si è svolto il tragico episodio e valutare l'adeguatezza dell'azione del nostro Governo in tale direzione. Conclude sottolineando che l'Egitto è un importante alleato dell'Italia ma che, come ha sottolineato il Ministro Gentiloni, non potranno essere accettate versioni di comodo. È stato costituito un team di inquirenti italiani in affiancamento alle autorità egiziane, e l'accertamento della verità rappresenterà un banco di prova per la buona qualità dei nostri rapporti con il Cairo. Si tratta di un passaggio cruciale, che dobbiamo anche alla memoria di Giulio Regeni e alla sua famiglia.

  Mariano RABINO (SCpI) si associa alle parole di ringraziamento formulate dai colleghi interventi al rappresentante del Governo per la risposta fornita, che ritiene soddisfacente. Esprime gratitudine per il livello di mobilitazione dimostrato dal Governo fin dall'inizio di questa tragica vicenda, insieme all'auspicio affinché con la stessa determinazione si prosegua nell'accertamento dei fatti, mantenendo informato il Parlamento.

  Il sottosegretario Benedetto DELLA VEDOVA, intervenendo per fornire ulteriori elementi di precisazione, necessari alla luce della gravità del caso, richiama le dichiarazioni del Governo italiano per smentire il presunto coinvolgimento di Giulio Regeni in attività di carattere informativo. Sottolinea che la particolare solerzia usata dalla nostra rappresentanza diplomatica al Cairo, oltre a dare la misura della drammaticità del caso, è da correlare alla particolare complessità di un città com’è la capitale egiziana. Segnala, infine, che con le dichiarazioni rese ieri in occasione di una visita in Egitto, il presidente della Commissione esteri del Parlamento europeo, Elmar Brok, ha inteso esprimere la profonda preoccupazione del Parlamento europeo per la vicenda in oggetto e il sostegno al lavoro svolto dalle autorità italiane per fare piena luce sul caso.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni in titolo.

  La seduta termina alle 14.10.

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