CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 2 febbraio 2016
584.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 2 febbraio 2016. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO. – Interviene il sottosegretario di Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale, Vincenzo Amendola.

  La seduta comincia alle 14.05.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, comunica che a far data dal 20 gennaio scorso l'onorevole Fausto RACITI, componente del gruppo del Partito Democratico, ha cessato di far parte della Commissione. Anche a nome dei colleghi commissari, ringrazia il collega Raciti per il lavoro proficuo svolto.

Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 4).

Programma di lavoro della Commissione per il 2016 – È il momento di andare oltre l'ordinaria amministrazione.
(COM(2015)610 final), corredata dai relativi allegati (da COM(2015) 610 final – Annex 1 a COM(2015) 610 final – Annex 6).

Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o gennaio 2016-30 giugno 2017) – Portare avanti l'agenda strategica.
(15258/15).

(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto ai sensi dell'articolo 126-bis del Regolamento e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, esprime, anche a nome di tutta la Commissione, soddisfazione per la recente nomina dell'onorevole Vincenzo Amendola, componente di notevole statura di questa Commissione e capogruppo del Partito democratico, quale Sottosegretario di Pag. 42Stato agli affari esteri e alla cooperazione internazionale. Gli rivolge quindi il benvenuto alla seduta odierna, con cui si inaugura il rapporto di collaborazione con la Commissione nella sua qualità di rappresentante del Governo.
  Passando ai provvedimenti in titolo, sottolinea che il loro esame non si colloca in un contesto di carattere routinario e burocratico ma al centro di un confronto di alto livello politico, che vede coinvolto direttamente il Presidente del Consiglio dei ministri, tra l'Unione europea e il nostro Paese intorno a temi che fino ad oggi sono stati sollevati per lo più dall'opposizione, come il tema delle politiche di austerity o la gestione dei migranti. Tale confronto vede, peraltro, la Farnesina quale snodo principale dei diversi temi, tutti connessi all'evolvere dello scenario internazionale. Per tali ragioni preannuncia fin da ora la disponibilità del Ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Paolo Gentiloni, allo svolgimento di un'audizione la prossima settimana davanti alle Commissioni riunite Affari esteri e comunitari e Politiche dell'Unione europea sulle grandi tematiche connesse a questo confronto storico sull'Europa.
  Si tratta, peraltro, di uno snodo straordinario, aggravato da una crisi tutta interna all'Unione europea che ha gravissime ripercussioni in chiave di instabilità sul quadro macroregionale, al cui centro è collocata l'Italia.
  Ricorda che nel 2017 si celebreranno i 60 anni dai Trattati di Roma. Non sarà solo una commemorazione: non sottovalutiamo che al di fuori dei suoi confini l'Unione europea rappresenta ancora un modello da emulare, soprattutto per i Paesi della sponda sud. Per questo la crisi internazionale e quella interna all'UE impongono di investire nel 2016 un'energia specifica, volta ad individuare percorsi e soluzioni innovative, al fine di ridare futuro al progetto europeo e auspicabilmente la caratura che fu dei suoi fondatori. Coglie l'occasione per richiamare la recente visita del Presidente Renzi a Ventotene, isola di confino di Altiero Spinelli insieme ad Ernesto Rossi ed Eugenio Colorni, autori del famoso Manifesto di Ventotene. L'anniversario dei Trattati di Roma costituirà una rilevante occasione di carattere storico-culturale tanto più alla luce della profondissima crisi in atto.
  Conclude segnalando che a fine febbraio è prevista la presenza a Roma del Presidente della Commissione europea, Jean-Claude Juncker, di cui, ancor più alla luce di quanto detto finora, sarebbe auspicabile un'audizione presso il Parlamento italiano.

  Andrea ROMANO (PD), relatore, introducendo il provvedimento rileva che il Programma della Commissione per il 2016 evidenzia la necessità generale di rafforzare la coerenza dell'azione esterna dell'Unione e la sua centralità per accrescere l'incisività e la portata delle stesse politiche interne. Sfide quali la migrazione, l'accesso all'energia e ad altre risorse e il cambiamento climatico «rendono chiaro quanto sia necessaria una reale dimensione esterna per poter conseguire importanti obiettivi di politica interna e far sì che l'Unione europea colga le opportunità che le si aprono per promuovere nel resto del mondo i propri valori, quali la democrazia, i diritti umani, l'uguaglianza e la solidarietà», e che, a tal fine, la Commissione individua un cluster di obiettivi e linee d'azione prioritarie, così schematizzabile:
   pieno sostegno all'Alta Rappresentante nei lavori per la predisposizione di una nuova strategia globale in materia di politica estera e di sicurezza, che dovrebbe essere presentata in occasione del Consiglio europeo del giugno 2016;
   impegno proattivo a sostegno degli attori internazionali, primi fra tutti Nazioni Unite e OSCE, onde far fronte alle più gravi crisi internazionali, quali i conflitti in Siria, Libia e Ucraina;
   presentazione, a seguito della consultazione pubblica già in corso e lanciata con apposito documento congiunto dell'Alta Rappresentante e della Commissione, di un nuovo quadro d'azione post-Pag. 43Cotonou che governi le relazioni con i Paesi e le regioni dell'Africa, dei Caraibi e del Pacifico, perseguendo in particolare la promozione dello sviluppo economico, il sostegno alla protezione sociale e ambientale, la difesa dei diritti umani, il contrasto alla corruzione e il miglioramento della gestione della migrazione, affrontandone le cause profonde;
   rinnovato impegno al fine di rendere più concreta la prospettiva di adesione dei Paesi candidati, sulle linee individuate dal documento strategico pubblicato lo scorso 10 novembre, rafforzando in particolare il partenariato con la Turchia, grazie all'attuazione del piano d'azione in materia di migrazione e alla modernizzazione dell'Unione doganale;
   avvio della nuova politica europea di vicinato, che dovrebbe offrire un quadro più mirato e su misura per sostenere la stabilizzazione e lo sviluppo democratico dei Paesi interessati, sia a sud sia a est dell'Unione, secondo le linee del documento già discusso nei mesi scorsi dalla Commissione;
   sostegno all'Alta Rappresentante nel processo di approfondimento delle relazioni bilaterali con i principali partner dell'Unione, con particolare riferimento alla Cina e all'Iran, per il quale, dopo la conclusione positiva dei negoziati sul nucleare, dovrebbe essere possibile prevedere un quadro rinnovato per l'impegno dell'Unione, con riserva dell'attuazione integrale dell'Accordo.

  Osserva quindi che i temi connessi all'azione dell'esterna dell'Unione enucleati nel programma della Commissione trovano peraltro puntuale riscontro nel Programma delle tre Presidenze. Il documento sottolinea in primo luogo come la presenza di un «arco di instabilità» che si estende dall'Europa orientale al Sahel colpisca la sicurezza stessa dell'Unione e rischi di compromettere i suoi interessi e valori condivisi. L'Unione deve pertanto «affrontare le minacce emergenti quali minacce ibride, gruppi terroristici che dispongono di risorse enormi, come il Daesh, ed attacchi informatici, come pure le minacce perenni quali proliferazione, pirateria, estremismo e terrorismo».
  Nota inoltre che appare assai significativo lo spazio riservato dalla relazione programmatica del Governo alla dimensione esterna dell'Unione: l'intera parte terza, infatti, articolata in sette distinti capitoli, è dedicata alla Politica estera e di sicurezza comune (PESC), alla Politica di sicurezza e di difesa comune (PSDC), all'allargamento dell'Unione, alla Politica di vicinato ed alle strategie macroregionali, alla collaborazione con i Paesi terzi e agli accordi internazionali, alla cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario e al Servizio europeo di azione esterna.
  Per quanto concerne il capitolo relativo alla Politica estera e di sicurezza comune, osserva che il Governo individua quali priorità il tema delle migrazioni e la stabilizzazione del vicinato, con particolare riferimento alla situazione di Siria e Libia. Evidenzia quindi che sul primo tema la relazione ricorda il lavoro svolto a livello di Consiglio europeo e gli esiti del vertice di La Valletta e sottolinea la necessità di elaborare proposte in grado di indirizzarsi alle cause della migrazione – in particolare in aree come il Corno d'Africa, il Sahel e il Nord Africa – valorizzando i dialoghi regionali, come i processi di Rabat e Khartoum, e mettendo in opera i molteplici interventi di assistenza a tal fine predisposti.
  Quanto alle crisi nel vicinato meridionale, pone in rilievo che il Governo intende adoperarsi affinché l'Unione svolga un ruolo centrale nell'azione, indispensabile, di assistenza che la Comunità internazionale sarà chiamata a dispiegare in Libia all'indomani dell'auspicabile insediamento del governo di unità nazionale, e continuare a sostenere una posizione dell'Unione coesa a sostegno dell'iniziativa delle Nazioni Unite per porre fine alle violenze in Siria e facilitare una transizione politica conforme alle aspirazioni democratiche del popolo siriano. Nota inoltre che forte sostegno sarà dato anche alla rinnovata determinazione dell'Unione Pag. 44«ad elevare il profilo del proprio impegno in materia di contrasto al terrorismo e all'estremismo violento», assicurando massimo rilievo all'attuazione della strategia e delle iniziative UE contro il terrorismo e i fenomeni a esso correlati, quali quello dei combattenti stranieri e del reducismo.
  Evidenzia quindi che in tema di Politica di sicurezza e difesa comune (PSDC), l'Esecutivo intende contribuire alla costruzione di una più ampia ed efficace dimensione di sicurezza e difesa comune europea, ideando approcci innovativi per il finanziamento dei progetti comuni europei, per la cooperazione civile-militare, per il supporto alle piccole e medie imprese della difesa e per l'individuazione di sinergie nel campo dello sviluppo congiunto dei Remotely Piloted Aircraft Systems (RPAS).
  Nota ancora che si propone altresì di collaborare fattivamente allo sviluppo dell'operazione EUNAVFOR MED Sophia per il contrasto al traffico di migranti nel Mediterraneo; all'esercizio di revisione della Strategia globale dell'Unione; al rafforzamento del partenariato strategico con la NATO; al potenziamento delle capacità di pianificazione delle operazioni PSDC e al rafforzamento delle capacità di intervento rapido e di risposta alle crisi; allo sviluppo dal Quadro strategico dell'Unione in materia di difesa cibernetica, sulla quale la Commissione Difesa della Camera ha deliberato l'avvio di un'indagine conoscitiva.
  Per quanto riguarda la politica di allargamento, pone in rilievo che l'Italia – come già emerso nel corso del suo semestre di Presidenza – sosterrà con forza e convinzione la prospettiva europea dei Paesi dei Balcani occidentali e della Turchia, con particolare riferimento all'apertura di nuovi capitoli negoziali con Serbia e Montenegro; all'attuazione dell'Accordo di stabilizzazione e associazione Unione europea-Kosovo; all'impegno nel cammino di integrazione europea e nei processi di riforma in atto in Albania; al rilancio del processo di integrazione europea della Macedonia; alla prosecuzione del processo di riforme avviato in Bosnia-Erzegovina dopo l'entrata in vigore, nel luglio 2015, dell'Accordo di stabilizzazione e associazione; all'apertura di capitoli negoziali con la Turchia, con l'obiettivo di incoraggiare Ankara a recepire e allinearsi ai valori fondanti dell'UE in tema di Stato di diritto e libertà fondamentali.
  Osserva ancora che in materia di vicinato, il Governo intende in primo luogo favorire la rapida attuazione della nuova Politica europea di vicinato (PEV), presentata con una comunicazione congiunta dell'Alta Rappresentante e della Commissione lo scorso 18 novembre, al termine di un'ampia consultazione pubblica cui entrambi i rami del nostro Parlamento hanno contribuito con risoluzioni puntuali e qualificate, ed improntata al rafforzamento dei principi di differenziazione, inclusività e co-ownership, finalizzati ad assicurare il pieno coinvolgimento di tutti i partner, sia orientali che meridionali, tenendo conto delle rispettive ambizioni, esigenze e condizioni di partenza, e al potenziamento di settori in precedenza meno valorizzati, quali le relazioni con i cosiddetti «vicini dei vicini» e la dimensione più strettamente connessa alla sicurezza.
  Più nel dettaglio, evidenzia che la relazione rileva che il nuovo vicinato, che dovrebbe basarsi sul mantenimento dell'attuale proporzione dell'allocazione delle risorse finanziarie (due terzi ai vicini meridionali e un terzo ai vicini orientali), sarà finalizzato al consolidamento delle democrazie «sane» ai confini meridionali dell'Unione; a un'evoluzione del partenariato orientale che sappia tener conto del contesto particolarmente critico dovuto al perdurare della crisi in Ucraina; al sostegno alla stessa Ucraina, alla Moldova e alla Georgia nel percorso di riforme in attuazione dei rispettivi accordi di associazione; all'individuazione di formule relazionali specifiche per i partner come Armenia, Azerbaigian e Bielorussia, che non intendono o non sono in grado di impegnarsi in un percorso negoziale approfondito con l'Unione.Pag. 45
  In tema di cooperazione allo sviluppo e aiuto umanitario, osserva che, nel sostenere gli obiettivi fissati a livello nazionale dal documento triennale di programmazione e indirizzo, nel nuovo quadro normativo e istituzionale della legge di riforma, n. 125 del 2014, il Governo intende sostenere, tra l'altro, l'attuazione dell'Agenda 2030 per lo sviluppo sostenibile; il processo volto a potenziare l'azione dell'Unione per la massimizzazione degli effetti positivi della migrazione sullo sviluppo; il dibattito volto a sincronizzare le attività di emergenza condotte nelle aree interessate dai conflitti alle esigenze connesse alla mitigazione del fenomeno migratorio; l'attuazione degli impegni assunti durante il semestre di Presidenza italiano per il rafforzamento dei legami fra le autorità umanitarie e quelle di protezione civile nella gestione e nella prevenzione dei disastri; le iniziative avviate dalla Presidenza italiana nei settori della disabilità e della prevenzione della violenza sessuale sulle donne e sui minori nelle situazioni di conflitto; l'azione dell'Unione volta a sostenere il processo di riforma dell'azione umanitaria avviato dal Segretario generale dell'ONU e la preparazione del Forum mondiale umanitario previsto a Istanbul.
  Per quanto riguarda infine il Servizio europeo di azione esterna (SEAE), rileva che il Governo intende sostenerne il processo di revisione in via di completamento, garantendo candidature italiane qualificate, nella consapevolezza che uno degli aspetti fondamentali della struttura e del funzionamento dello stesso SEAE consiste nel far lavorare fianco a fianco personale proveniente dalle istituzioni dell'Unione e dagli Stati membri, così come promuovere tutte le iniziative che mirino al progressivo rafforzamento del profilo internazionale dell'Unione e della sua capacità di fornire risposte coordinate e unitarie alle sfide globali.
  Ricorda poi che, sul piano della politica commerciale, un'altra priorità della Commissione europea per il 2016 è rappresentata dal Partenariato transatlantico per il commercio e gli investimenti (TTIP), l'accordo commerciale tra Unione europea e Stati Uniti che prevede la creazione di una zona di libero scambio tra le due parti, l'abbattimento dei dazi doganali, la rimozione del maggior numero di ostacoli, tariffari e non tariffari agli scambi e agli investimenti, generando nuove opportunità economiche in termini di creazione di posti di lavoro e di crescita.
  Rammenta altresì che la Commissione europea conduce i negoziati con gli Stati Uniti sulla base del mandato conferitole dal Consiglio nel giugno 2013, evidenziando che ad oggi sono stati svolti undici round negoziali, l'ultimo dei quali ha avuto luogo a Miami dal 19 al 23 ottobre scorsi, che il prossimo round di negoziati è previsto per questo mese, e che proprio le prossime tornate negoziali dovranno affrontare alcuni temi sensibili attualmente in sospeso, quali la risoluzione delle controversie tra investitore e Stato nell'ambito del capitolo relativo alla protezione degli investimenti, le indicazioni geografiche, gli appalti pubblici, l'energia e le materie prime.
  Evidenzia inoltre che un altro elemento sensibile è ovviamente la trasparenza stessa dei negoziati, sulla quale è attualmente in corso una riflessione tra UE e Stati Uniti. Al riguardo, segnala che la Commissione europea ha recentemente reso nota l'intenzione di consentire l'accesso ai documenti negoziali ai parlamentari nazionali e che, sul tema del TTIP, la Camera dei deputati ha approvato, il 17 novembre scorso alcune mozioni nelle quali si richiede, tra l'altro, al Governo di tenere costantemente informato il Parlamento sull'andamento dei negoziati e favorire la partecipazione della società civile, di tutelare i prodotti italiani agroalimentari di qualità e di vigilare su un approccio equilibrato ai meccanismi arbitrali (ISDS) e di prevedere meccanismi di tutela e salvaguardia per il sistema delle piccole e medie imprese.
  Osserva quindi che spetta al Parlamento il compito di mantenere costantemente aperto un canale di confronto e di dialogo con il Governo, per seguire l'andamento dei negoziati per quanto attiene tutti i capitoli del Partenariato, anche Pag. 46attraverso l'accesso ai documenti negoziali, così come è stato assicurato dalla commissaria Cecilia Malmström, nel corso di un'audizione tenutasi il 26 novembre scorso presso le Commissioni congiunte 3a, 9a, 10a e 14a del Senato della Repubblica e III, X, XIII e XIV della Camera.
  Nell'evidenziare quindi che strettamente legati ai nodi dell'azione esterna dell'Unione sono la questione della gestione delle frontiere e dei flussi migratori, a dimostrazione di quanto ormai il destino dell'Unione europea e del nostro Paese si collochi sempre più a cavallo fra l'azione interna e l'azione internazionale, ricorda che nel corso del 2015 le frontiere esterne nell'Unione hanno subìto una fortissima pressione, esercitata dall'eccezionale flusso di migranti provenienti da zone del mondo politicamente ed economicamente instabili. Osserva, al proposito, che la scarsa capacità di frenare tali flussi e di garantire efficacemente la sicurezza di tali frontiere, e il conseguente sovraccarico eccezionale di domande di protezione sui sistemi di asilo di alcuni Stati membri, hanno indotto alcuni Paesi dell'Unione a reintrodurre i controlli alle frontiere interne ai sensi delle norme dell'Unione che consentono deroghe straordinarie e per periodi limitati al regime Schengen. 
  Rileva dunque che nel Programma di lavoro della Commissione si pone l'accento sulla necessità di ripensare radicalmente il modo di gestire le frontiere esterne comuni e che, a tal proposito, viene richiamato il pacchetto di proposte presentato a dicembre 2015 al fine del rafforzamento della gestione delle frontiere esterne. Osserva in particolare che con la proposta di regolamento COM(2015)671, adottata dalla Commissione europea il 15 dicembre 2015, si prevede l'istituzione di una guardia costiera e di frontiera europea e un nuovo quadro giuridico rafforzato di Frontex, che prenderà il nome di Agenzia europea della guardia costiera e di frontiera, ricordando che secondo quanto annunciato dalla Commissione, la nuova guardia costiera e di frontiera avrà a disposizione una squadra di riserva rapida formata da 1.500 esperti, il cui intervento potrà essere dispiegato entro tre giorni, e un parco di attrezzature tecniche messo a disposizione dagli Stati membri cui l'Agenzia potrà attingere autonomamente, e la previsione, in seno all'Agenzia, dell'istituzione di un centro di monitoraggio e analisi dei rischi per controllare i flussi migratori verso l'Unione europea e al suo interno, notando che in particolare tale centro dovrà svolgere valutazioni di vulnerabilità volte ad individuare i punti deboli alle frontiere dell'Unione.
  Osserva ancora che in caso di persistenza delle carenze o di ritardo o inadeguatezza dell'azione nazionale qualora uno Stato membro sia sottoposto a una forte pressione migratoria che rappresenti una minaccia per lo spazio Schengen, la Commissione potrà adottare una decisione di esecuzione per stabilire che la situazione in un particolare tratto delle frontiere esterne richiede un intervento urgente a livello europeo, rilevando che ciò dovrebbe permettere all'Agenzia di intervenire, dispiegando le squadre della guardia costiera e di frontiera europea, per assicurare l'azione sul campo anche quando uno Stato membro non può o non vuole prendere le misure necessarie.
  Pone altresì in evidenza che, per accrescere la sicurezza nello spazio Schengen, la Commissione ha inoltre previsto, con proposta di regolamento COM(2015)670, una modifica mirata del codice frontiere Schengen volta a introdurre controlli sistematici obbligatori dei cittadini dell'Unione alle frontiere esterne terrestri, marittime e aeree, con l'introduzione di controlli obbligatori dei cittadini dell'Unione basati sul raffronto con banche dati, quali il sistema d'informazione Schengen, la banca dati Interpol sui documenti di viaggio rubati e smarriti e i pertinenti sistemi nazionali, al fine di verificare che le persone in arrivo non rappresentino una minaccia per l'ordine pubblico e la sicurezza interna.
  Evidenzia ancora che, per rispondere alla sfida demografica e al fabbisogno del mercato del lavoro nell'Europa del futuro, la Commissione europea intende presentare un approccio rinnovato in materia di Pag. 47migrazione legale, incluse misure per migliorare la direttiva sulla Carta blu, rilevando che scopo della direttiva 2009/50/CE, cosiddetta Carta blu, è aumentare la capacità dell'Unione europea di attrarre cittadini di Paesi terzi che intendano svolgere lavori altamente qualificati.
  Osserva quindi che appare pienamente condivisibile l'impegno da parte del Governo a dare piena attuazione dell'Agenda europea sulla migrazione e delle misure d'urgenza identificate dai successivi Consigli europei e dal Consiglio GAI, e che il Governo intende peraltro richiamare i partner europei al rispetto degli obblighi assunti in sede di Consiglio.
  Rileva infine che l'Italia ribadirà la necessità di concentrare l'azione dell'Unione, oltre che sui richiedenti protezione internazionale, anche nei confronti dei migranti economici e che, in tale prospettiva, il Governo sottolineerà l'esigenza di una riforma del mandato di Frontex e dello sviluppo di una «concreta politica europea» in materia di rimpatri, evidenziando inoltre che lo stesso Esecutivo si impegnerà per «sensibilizzare» le istituzioni dell'UE e gli Stati membri sulla necessità di una riforma della politica in materia di asilo, operando in particolare a far sì che l'Unione adempia agli impegni presi nei cinque ambiti identificati dal Piano d'azione, ossia: intervento sulle cause profonde della migrazione per contribuire alla creazione di pace, stabilità e sviluppo economico; miglioramento nell'organizzazione di canali di migrazione legale; protezione dei migranti e dei richiedenti asilo; una lotta più efficace allo sfruttamento e al traffico di migranti; cooperazione in materia di rimpatrio e riammissione.

  Il sottosegretario di Stato Vincenzo AMENDOLA, nel ringraziare il presidente Cicchitto per le cordiali espressioni di accoglienza e augurio a lui rivolte in apertura di questa seduta, preannuncia la propria intenzione di onorare l'incarico ricevuto a partire da una proficua collaborazione con la Commissione.
  Nell'apprezzare, quindi, l'intervento illustrativo svolto dall'onorevole Romano ed in vista della preannunciata audizione del Ministro Gentiloni, condivide l'analisi sulla centralità del concetto «crisi» rispetto alla fase in atto e ai provvedimenti in titolo, il cui esame non configura in nessun modo una ritualità formale. Si è, infatti, inaugurato da tempo un periodo del tutto nuovo della storia del processo di integrazione europea, per cui è opportuno che emergano non tanto le polemiche quanto le difficoltà che si frappongono ad un maggior grado di integrazione europea. Le polemiche, si sa, sono per lo più il frutto di esternazioni ascrivibili ad ambienti della burocrazia della Commissione europea mentre il vero quesito di fondo concerne oggi la gestione delle frontiere esterne, esposte all'impatto di un inedito flusso di profughi, e i temi della governance economica. In entrambi i casi il Parlamento e questa Commissione sono chiamati ad esercitare un ruolo centrale per assicurare che alla crisi politica in atto si risponda con un più maturo e convinto europeismo nel segno del rilancio del progetto di integrazione europea.
  Ribadisce che l'Italia non ha cambiato e non cambia la propria linea per il rafforzamento dell'integrazione europea come soluzione per il superamento della crisi, come ha d'altra parte affermato il presidente emerito Giorgio Napolitano in occasione del recente conferimento del premio «Altiero Spinelli» per il suo impegno europeista.
  Inoltre, nell'approfondire le radici della crisi più volte evocata, ritiene che esse vadano sì cercate nell'evoluzione dei mercati e della finanza internazionale a partire dal 2008 e in un certo andamento del processo di globalizzazione; tuttavia occorre verificare se non sia per lo più una crisi di un certo modello di multilateralismo. Nel richiamare una felice espressione del professor Cassano sul passar del «vento della storia», in relazione ai fatti epocali di cui siamo testimoni, sottolinea che è doveroso analizzare quale sia oggi il ruolo dell'Europa in un multilateralismo che è quanto meno caotico.Pag. 48
  Coglie l'opportunità per segnalare la rilevanza dell'incontro, svoltosi oggi presso la Farnesina, dei ventitré Paesi coinvolti nella coalizione anti Daesh, dopo un anno, il 2015, apertosi con gli attentati di Charlie Hebdo e chiusosi con la carneficina presso il teatro parigino Bataclan. 
  Entrando nel merito delle competenze parlamentari, richiama il ruolo precipuo della XIV Commissione nell'esame e monitoraggio sulle diverse politiche europee, restando tuttavia affidato alla III Commissione il compito di individuare la cosiddetta exit strategy dalla crisi.
  Ritiene, inoltre, che sussista un paradosso nel senso che è in atto la prima vera crisi dell'Unione europea in quanto progetto politico già esistente, di cui noi siamo già parte e che ha confermato le proprie priorità, a partire dall'allargamento.
  Ribadisce, infine, la rilevanza del percorso di integrazione europea come scelta da operare per accrescere il ruolo dell'Europa nel mondo ed auspica che la Commissione imprima un indirizzo politico in tal senso, a conferma di una classe politica all'altezza del compito.

  Michele NICOLETTI (PD), nel ringraziare il presidente Cicchitto e il relatore Romano per non aver limitato l'approccio alla discussione dei documenti in titolo ad un mero rituale formale, evidenzia tre aspetti rilevanti della relazione governativa sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2016.
  In particolare, rileva che il primo aspetto riguarda i diritti umani, da rapportarsi al nuovo Piano d'azione sui diritti umani e la democrazia per il periodo 2015-2019 adottato dal Consiglio dell'Unione europea il 20 luglio 2015 (frutto dell'accoglimento della comunicazione congiunta intitolata «Mantenere i diritti umani al centro dell'azione dell'UE», presentata dall'Alto Rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza e dalla Commissione europea). In relazione a ciò, pone in evidenza i profili problematici rappresentati dalla questione dei profughi, sottolineando l'opportunità di pervenire, in sede europea, ad una revisione della Convenzione di Dublino. Osserva infatti che tale Convenzione è in stretta ed inscindibile relazione con il Trattato di Schengen sulla libera circolazione delle persone all'interno dell'Unione. Nel porre inoltre in rilievo che la diffusione del terrorismo, specialmente di matrice jihadista, nel territorio europeo debba essere contrastato facendo ricorso ai mezzi offerti dallo Stato di diritto, invita ad adoperarsi in sede europea affinché si affronti anche la questione della tutela dei diritti umani in Paesi quali l'Ungheria e la Polonia, caratterizzati da una preoccupante deriva di stampo autoritario.
  Rileva quindi che il secondo aspetto cui si riferisce è quello relativo alle politiche di allargamento e partenariato dell'Unione, in ordine alle quali ravvisa la necessità di sostenere un'azione governativa europea che sia rivolta al sostegno dell'integrazione europea di Paesi come la Serbia e il Kosovo e, nel rispetto dei confini territoriali e del diritto all'autodeterminazione dei popoli – soprattutto in riferimento alla disputa tra Ucraina e Russia – al mantenimento dello spazio paneuropeo, manifestando altresì preoccupazione per la situazione in Turchia, con particolare riferimento al rispetto dei diritti umani e della libertà di informazione nel Paese anatolico.
  Per quanto riguarda il terzo aspetto, ossia la governance comune, nel prendere atto che l'Unione europea si trova ad affrontare la più drammatica delle sue crisi, dal momento sua istituzione, invita a rinnovare la spinta ideale volta al progresso degli ideali che ne sono stati a fondamento, con la difesa delle sue regole e dei suoi principi ispiratori.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame dei documenti in titolo ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.45.