CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 gennaio 2016
575.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Trasporti, poste e telecomunicazioni (IX)
COMUNICATO
Pag. 52

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 19 gennaio 2016. — Presidenza del vicepresidente Vincenzo GAROFALO.

  La seduta comincia alle 13.30.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Vincenzo GAROFALO, presidente, comunica che il deputato Cristian Iannuzzi, appartenente al Gruppo Misto, ha cessato di far parte della Commissione.

DL 210/2015: Proroga di termini previsti da disposizioni legislative.
C. 3513 Governo.
(Parere alle Commissioni riunite I e V).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Vincenzo GAROFALO, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Elisa SIMONI (PD), relatrice, fa presente che la Commissione è chiamata a esprimere il parere sul disegno di legge C. 3513 di conversione del decreto-legge n. 210 del 2015, recante «proroga termini». Rileva che, in coerenza con una prassi consolidata, il decreto-legge in esame contiene disposizioni di proroga di termini recati da disposizioni legislative, Pag. 53che vanno a impattare su settori eterogenei dell'amministrazione. Tra le disposizioni maggiormente rilevanti del provvedimento richiama soprattutto i commi da 1 a 4 dell'articolo 1, che prorogano una serie di disposizioni, già contenute in diversi interventi legislativi, in materia di assunzioni a tempo indeterminato e reclutamento in specifiche pubbliche amministrazioni.
  Per quanto concerne i profili di competenza della Commissione Trasporti, si fa riferimento all'articolo 3, comma 1 e all'articolo 7 (commi 5, 6 e 9). Sottolinea che d'interesse della Commissione è anche la norma di cui all'articolo 6, comma 1.
  Passando quindi ad un breve esame del contenuto del provvedimento, rileva che il comma 1 dell'articolo 3, proroga dal 31 dicembre 2015 al 31 dicembre 2016 il divieto di incroci proprietari che impedisce ai soggetti che esercitano l'attività televisiva in ambito nazionale su qualunque piattaforma, i quali conseguono ricavi superiori all'8 per cento del Sistema Integrato delle Comunicazioni (SIC), e alle imprese del settore delle comunicazioni elettroniche che detengono una quota superiore al 40 per cento dei ricavi di detto settore, di acquisire partecipazioni in imprese editrici di quotidiani o partecipare alla costituzione di nuove imprese editrici di quotidiani, esclusi i quotidiani diffusi unicamente in modalità elettronica. La proroga è effettuata novellando l'articolo 43, comma 12, del decreto legislativo n. 177 del 2005, che fissava il termine originariamente al 31 dicembre 2010. Il termine di efficacia del divieto è stato pertanto prorogato, considerato l'attuale intervento, per la sesta volta. Segnala in proposito che già in sede di espressione del parere relativo al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 192 del 2014 la Commissione Trasporti aveva, con apposita osservazione, invitato il Governo a rendere permanente il divieto di partecipazioni incrociate tra editoria, televisioni e comunicazioni elettroniche, evitando di procedere a reiterate proroghe del divieto medesimo. La proroga per la sesta volta della presente disposizione rende, a suo avviso, ancora più giustificato ed auspicabile che il Governo dia seguito a quanto la Commissione Trasporti ha già deliberato.
  L'articolo 7, comma 5, proroga al 31 dicembre 2016, il termine, per l'emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti finalizzato ad impedire le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente. Si ricorda che con tale decreto dovrebbero altresì definirsi gli indirizzi generali per l'attività di programmazione e di pianificazione delle regioni, ai fini del rilascio, da parte dei Comuni, dei titoli autorizzativi. Anche in questo caso ci troviamo di fronte a una proroga reiterata già diverse volte. Il termine originario per l'emanazione del decreto, fissato al 25 maggio 2010 dall'articolo 2, comma 3 del decreto-legge n. 40 del 2010, sul quale la disposizione interviene, è stato infatti già prorogato per nove volte. Al riguardo ricorda che in tempi recenti ed in maniera sempre più veloce il mercato del trasporto di persone ha avuto una particolare evoluzione legata anche all'avvento delle nuove tecnologie. Ricorda anche le controversie giudiziarie che non si sono ancora concluse, e che hanno avuto grande rilevanza anche mediatica, nel corso del 2015, sulla legittimità di servizi innovativi che, in maniera diversa vanno diffondendosi. Auspica pertanto che il Ministro nel decreto, che appare assai urgente, riesca ad interpretare in maniera equilibrata la disciplina dei diversi fenomeni che ormai concorrono nel trasporto di persone individuando disposizioni coerenti con la realtà che ci troviamo ad affrontare. Segnala che anche rispetto a questa disposizione la Commissione si era pronunciata in sede di espressione del parere relativo al disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 192 del 2014 chiedendo che si procedesse, sulla base di un approfondito confronto con le regioni, con le città metropolitane e con gli altri enti locali, ad una revisione organica della disciplina dettata dalla normativa primaria e auspicando che la citata revisione perseguisse contestualmente e in modo equilibrato gli obiettivi di contrastare le Pag. 54pratiche abusive e di garantire condizioni adeguate per un efficiente svolgimento dei servizi a vantaggio sia degli operatori sia degli utenti.
  L'articolo 7, comma 6, proroga dal 30 giugno 2014 al 31 luglio 2016 il termine entro il quale è prorogata la validità delle autorizzazioni, già rilasciate entro il 31 dicembre 2011, per lo svolgimento dei corsi di formazione per addetti al salvamento acquatico e per il rilascio dei relativi brevetti. La proroga viene disposta in attesa dell'emanazione di un apposito decreto del Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, che disciplini i corsi di formazione per addetti al salvamento acquatico, da emanare ai sensi dell'articolo 17, comma 3, della legge n. 400 del 1988 (regolamenti ministeriali), e per il quale viene disposta altresì la proroga fino al 31 luglio 2016. Si ricorda che i corsi di formazione per addetti al salvamento acquatico non sono disciplinati da norme di rango legislativo o regolamentare, ma vengono attualmente autorizzati sulla base di circolari ministeriali. Il termine originario, individuato dall'articolo 15, comma 3-quinquies del decreto-legge n. 216 del 2011, era il 31 dicembre 2012. Successivamente il termine è stato prorogato al 30 giugno 2013 dalla legge di stabilità 2013 (legge n. 228 del 2012), poi al 31 dicembre 2013 dal DPCM 26 giugno 2013 ed infine al 30 giugno 2014 dall'articolo 4, comma 1 del decreto-legge n. 150 del 2013. Fa presente che non erano state disposte proroghe per l'anno 2015. Considerato che la disposizione prevede una proroga ex lege della validità delle autorizzazioni rilasciate entro il 31 dicembre 2011 essa parrebbe coprire anche il periodo tra il 30 giugno 2014 e il 31 dicembre 2015. Anche con riferimento a questa disposizione nel parere espresso sul disegno di legge di conversione del decreto-legge n. 150 del 2013, ultima proroga della norma in esame, in apposita osservazione la Commissione sollecitava l'adozione di opportune iniziative per definire, quanto prima possibile, la disciplina attuativa concernente i corsi di formazione per addetti al salvamento acquatico.
  L'articolo 7 comma 9 proroga la durata del Contratto di programma – parte servizi 2012-2014, stipulato dal Ministero delle infrastrutture e dei trasporti con Rete Ferroviaria Italiana S.p.A. (RFI), per il periodo necessario alla stipula del nuovo contratto e comunque non oltre il 31 dicembre 2016. L'intervento si realizza inserendo un nuovo comma all'articolo 15, comma 1, del decreto legislativo 15 luglio 2015, n. 112. La proroga viene disposta nelle more della stipula dei nuovi contratti di programma per il periodo 2016-2020 e sino all'efficacia degli stessi ed ai medesimi patti e condizioni già previste, con l'aggiornamento delle relative tabelle. La validità del Contratto era stata fissata in tre anni (dal 1o gennaio 2012 al 31 dicembre 2014) dall'articolo 4 del Contratto stesso, che prevedeva peraltro la possibilità delle parti, alla scadenza e nelle more del suo rinnovo e per un termine massimo di un ulteriore anno, di decidere di proseguire nell'applicazione della disciplina contrattuale ai medesimi patti e condizioni in esso previste. Con tale disposizione la scadenza viene quindi prorogata in via legislativa di un ulteriore periodo, comunque non oltre il 31 dicembre 2016. Secondo quanto stabilito dal CIPE nella Delibera n. 4 del 2012 saranno inserite nella parte servizi anche le attività di manutenzione straordinaria ed ordinaria. Ricorda al riguardo che l'8 agosto 2014 è stato siglato tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI e trasmesso al Parlamento il 13 gennaio 2015 il Contratto di programma 2012-2016 – parte Investimenti. Tale Contratto, su cui la IX Commissione della Camera ha espresso il parere di competenza nella seduta del 18 marzo 2015, ha concluso il suo iter approvativo con la registrazione alle Corte dei Conti il 16 giugno 2015.
  Segnala infine, come d'interesse della IX Commissione, anche se di diretta competenza delle Commissioni Lavoro XI e Affari sociali XII, la disposizione dell'articolo 6, comma 1 che proroga di dieci mesi, portandola a 18 mesi (fino al 26 dicembre 2016), la validità dei certificati di Pag. 55addestramento della gente di mare in materia di soccorso sanitario rilasciati da oltre cinque anni dalle autorità competenti, nelle more dell'adozione del decreto interministeriale che definirà i contenuti dei corsi di pronto soccorso per il personale navigante marittimo. L'intervento legislativo è attuato modificando l'articolo 11, comma 3, del decreto legislativo n. 71 del 2015 che ha recepito la direttiva 2012/35/UE in materia di requisiti minimi di formazione della gente di mare. La proroga si rende necessaria posto che il decreto, che avrebbe dovuto disciplinare i contenuti, i metodi e i mezzi di insegnamento, nonché le procedure di qualificazione dei docenti dei corsi di formazione della gente di mare per il rilascio dei certificati di addestramento da parte dell'autorità competente, non è stato finora emanato.
  Alla luce delle considerazioni svolte, si riserva comunque di formulare una proposta di parere alla luce degli elementi esposti e delle valutazioni che emergeranno nel corso dell'esame da parte della Commissione.

  Arianna SPESSOTTO (M5S) sottolinea che il provvedimento in esame reca proroghe che già sono state reiterate negli anni precedenti. Segnala, in particolare, la proroga relativa alla durata del contratto di programma – parte servizi 2012-2014, stipulato tra Ministero delle infrastrutture e dei trasporti e RFI, rispetto alla quale invita il Governo ad accelerare il processo di stipula del nuovo contratto, anche al fine di permettere al Parlamento il controllo previsto per legge. Stigmatizza altresì la proroga del termine per l'emanazione del decreto del Ministero delle infrastrutture e trasporti finalizzato ad impedire le pratiche di esercizio abusivo del servizio taxi e del servizio di noleggio con conducente e invita il Governo, anche in questo caso, ad intervenire in via definitiva, anche rivedendo la disciplina del settore. In ultimo sottolinea il vuoto normativo, evidenziato più volte dagli operatori del settore, determinato dalla mancata adozione del decreto volto a disciplinare i certificati di addestramento della gente di mare in materia di soccorso sanitario, che impedisce ai lavoratori una compiuta definizione del percorso lavorativo.

  Vincenzo GAROFALO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame alla seduta già prevista per la giornata di domani.

  La seduta termina alle 13.50.

SEDE REFERENTE

  Martedì 19 gennaio 2016. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 13.50.

Norme per garantire i collegamenti marittimi con la Sardegna.
C. 3279 Mura ed altri.
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Michele Pompeo META, presidente e relatore, fa presente che la proposta di legge in esame è stata inserita nell'ordine del giorno della Commissione, nonostante che non fosse stata considerata nell'ultima riunione dell'Ufficio di presidenza, per rispondere all'esigenza di avviarne prontamente l'esame. Ricorda infatti che il tema dei collegamenti marittimi con la Sardegna è stato frequentemente oggetto di attenzione da parte della Commissione, in particolare sia in sede di attività conoscitiva, sia in sede di sindacato ispettivo, per cui ha ritenuto opportuno che la Commissione potesse affrontarlo anche nell'ambito dell'attività legislativa, al fine Pag. 56di pervenire alla definizione, sul piano normativo, di una disciplina adeguata rispetto ad un tema così complesso e delicato. Sotto questo profilo esprime il proprio apprezzamento nei confronti dei presentatori della proposta di legge in esame per l'impegno che hanno dedicato a predisporla. Al tempo stesso auspica che anche gli altri Gruppi elaborino proprie proposte di legge, in modo che la Commissione possa svolgere un'opera di sintesi ampiamente condivisa.
  Procedendo quindi ad una illustrazione dei contenuti della proposta di legge in oggetto, fa presente che essa reca norme per garantire i collegamenti marittimi con Sardegna, assicurando la continuità territoriale marittima di passeggeri e merci. Rileva che la proposta intende definire un quadro normativo volto a superare lo svantaggio legato all'insularità e le difficoltà di collegamento della Sardegna con il resto del territorio nazionale, in modo tale da garantire il rispetto del diritto alla mobilità dei cittadini e l'effettività del diritto alla circolazione di passeggeri e merci. Al tempo stesso il testo in esame mira all'obiettivo di permettere alla Sardegna di conseguire una crescita economica e uno sviluppo che finora hanno incontrato pesanti ostacoli proprio nelle condizioni dei collegamenti marittimi, anche in ragione delle criticità della vigente disciplina sul trasporto marittimo.
  Osserva che non sfugge a nessuno, infatti, che la distanza dei porti sardi dal continente, che corrisponde a circa sette ore di navigazione, pone la Sardegna in una condizione del tutto diversa da tutto il sistema insulare nazionale, compresa l'altra isola maggiore. Superare tale squilibrio, oltre a un dovere del legislatore, a suo giudizio è diventata ormai un'esigenza ineludibile, sia nell'ottica di una ripresa economica della regione – con particolare riguardo ai settori turistico, agroalimentare e manifatturiero –, sia per una maggiore coesione sociale e territoriale. Rassicura che la nuova disciplina proposta dal progetto in esame è definita nel quadro dei principi stabiliti dalla Costituzione, della normativa dell'Unione europea e nel rispetto delle competenze istituzionali previste in tale materia e, in particolare, delle prerogative della regione Sardegna.
  Sottolinea che l'obiettivo dell'intervento, come specificato dall'articolo 1 della proposta, è quello di disciplinare il cabotaggio tra i porti sardi e quelli continentali, in modo da garantire una interconnessione con le principali infrastrutture di trasporto definite in sede europea e nazionale. I servizi di trasporto marittimo dovranno essere svolti nel segno dell'efficienza, della sicurezza, della sostenibilità ambientale e dell'accessibilità economica e dovranno essere regolati da un sistema tariffario certo e trasparente, che contemperi l'esigenza dell'equilibrio economico delle imprese regolate con gli obiettivi di qualità del servizio. A tal fine rimarca la rilevanza dell'articolo 3, che costituisce un elemento cardine della proposta. Con tale articolo, infatti, si prevede che il presidente della regione Sardegna indìca una conferenza di servizi, cui partecipano le regioni interessate e il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, per stabilire il contenuto degli oneri di servizio pubblico, con particolare riguardo ai porti da collegare, alla frequenza del servizio, alla capacità degli armatori di prestare il servizio medesimo, alle tariffe, nonché alle prestazioni ambientali delle navi e agli indicatori di qualità dei servizi di bordo. Particolare attenzione meritano le indicazioni relative alla struttura tariffaria costruita in modo da prevedere una tariffa massima onerata, che potrà essere differenziata nei vari periodi dell'anno e nei diversi giorni della settimana per alcune categorie di passeggeri o merci e che potrà essere modificata anche ai fini di introdurre meccanismi volti a ridurre il costo per l'utenza. Una volta definiti dalla conferenza di servizi, gli oneri di servizio pubblico diventeranno effettivi e validi con la pubblicazione del relativo decreto dal Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, da emanarsi entro trenta giorni dal ricevimento della comunicazione da parte della regione. Nel decreto saranno esplicitati Pag. 57il valore della compensazione, nonché il termine ultimo e le modalità di accettazione da parte degli armatori.
  Gli armatori europei che accetteranno entro il termine previsto gli obblighi, come definiti dalla conferenza di servizi, provvederanno quindi a garantire i collegamenti marittimi per le tratte individuate dalla conferenza stessa e alle condizioni da essa stabilite. Nel caso in cui nessun armatore europeo accetti di esercitare i servizi di trasporto, l'articolo 4 prescrive che la regione Sardegna definisca, sulla base del protocollo d'intesa tra la medesima regione e l'Autorità di regolazione dei trasporti, uno schema di bando di gara europea con il quale individuare un unico armatore con il quale stipulare il contratto di servizio. Alla regione è data la possibilità di recedere dal contratto nel caso in cui siano intervenute, dopo la firma del contratto stesso, modifiche societarie dell'impresa aggiudicataria giudicate non congrue rispetto al contenuto del contratto di servizio, in modo da garantire il permanere dei requisiti che hanno determinato l'aggiudicazione. Nel caso invece in cui l'impresa non adempia all'obbligo di comunicare le modifiche societarie, è prevista una sanzione non inferiore ad un milione di euro. Le modalità di pagamento della compensazione prevista per ciascuna tratta sono definite in modo tale da non superare l'80 per cento, potendo la regione pagare il restante 20 per cento in esito alla verifica del rispetto, da parte dell'armatore, delle clausole contrattuali. A tutela dell'armatore aggiudicatario la proposta prevede che la durata degli oneri di servizio pubblico, inizialmente fissata in sei anni, possa essere estesa fino a dodici anni, nel caso che l'armatore abbia effettuato importanti investimenti. Tali previsioni sulla durata corrispondono pienamente alle indicazioni fornite dalla Commissione europea nella sua Comunicazione sul cabotaggio marittimo. Sono inoltre previsti il raggruppamento di linee, ai fini dell'ottenimento di economie di scala, e la definizione di clausole che prevedano la rinegoziazione del contratto, in caso di significativo scostamento del contesto economico rispetto a quello previsto al momento della stipula.
  L'articolo 5 prevede che siano comminate sanzioni in caso di inadempienza e mancato rispetto, seppur parziale, degli oneri imposti dal contratto di servizio, con particolare riguardo alla qualità e alla regolarità del servizio offerto e al trattamento dei lavoratori imbarcati. L'importo delle sanzioni è prelevato dalle sovvenzioni da erogare e, in via sussidiaria, dalla cauzione. Nel caso di particolari irregolarità o inadempienze la regione è autorizzata a sospendere il pagamento della compensazione.
  L'articolo 6 obbliga gli armatori a trasmettere alla regione Sardegna una serie di documenti, tra cui una relazione economico-finanziaria che per ciascuna rotta evidenzi il traffico marittimo su base mensile che permetterà alla regione la verifica di una eventuale sovracompensazione dei costi.
  La vigilanza tecnica e amministrativa è affidata, con modalità stabilite dall'articolo 7, al personale della regione Sardegna, che può chiedere il supporto del personale del Corpo delle capitanerie di porto e del Ministero delle infrastrutture e dei trasporti.
  L'articolo 8 reca la copertura finanziaria delle disposizioni di cui alla proposta di legge, prevedendo un contributo dello Stato alla regione Sardegna pari a 72 milioni di euro, a decorrere dall'anno 2020. In caso di cessazione dell'efficacia della convenzione vigente prima della scadenza prevista per l'anno 2020, per effetto dell'approvazione della proposta di legge in esame, la continuità territoriale marittima con la Sardegna sarà garantita a valere sulle risorse già stanziate per il corrispettivo riconosciuto alla società CIN SpA sulla base delle pertinenti disposizioni adottate con il decreto-legge n. 135 del 2009 convertito, con modificazioni, dalla legge n. 166 del 2009.
  In conclusione, ribadisce l'esigenza che il tema oggetto della proposta di legge venga affrontato dalla Commissione con il concorso di tutti i Gruppi, così da definire Pag. 58un quadro regolatorio certo ed efficace, che dia un nuovo impulso ai trasporti marittimi e soddisfi le mutate esigenze di mobilità da e verso la Sardegna, fornendo ai cittadini e alle imprese le risposte che si attendono da molti anni.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 19 gennaio 2016. — Presidenza del presidente Michele Pompeo META.

  La seduta comincia alle 14.

Schema di decreto del Presidente del Consiglio dei ministri recante definizione dei criteri di privatizzazione e delle modalità di dismissione della partecipazione detenuta dal Ministero dell'economia e delle finanze nel capitale di Ferrovie dello Stato italiane SpA.
Atto n. 251.

(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 143, comma 4, del Regolamento, e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 13 gennaio 2016.

  Michele Pompeo META, presidente, propone, se non vi sono obiezioni, che la pubblicità dei lavori sia assicurata anche mediante impianti audiovisivi a circuito chiuso.
  Così rimane stabilito.

  Michele Pompeo META, presidente, avverte che il relatore ha presentato una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1). Avverte, inoltre, che il Gruppo MoVimento 5 Stelle (vedi allegato 2) e il Gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà (vedi allegato 3) hanno presentato ciascuno una proposta alternativa di parere contrario.

  Matteo MAURI (PD), relatore, illustra la propria proposta di parere.

  Franco BORDO (SI-SEL) illustra la proposta alternativa di parere presentata dal proprio Gruppo, sottolineando in particolare che, per la rilevanza della società che si intende privatizzare e per la delicatezza dell'operazione che si intende compiere, si rende necessaria una funzione di controllo ed indirizzo politico del Parlamento. Al riguardo osserva, infatti, che le ferrovie rappresentano un bene strategico per il Paese la cui privatizzazione, in controtendenza con le scelte politiche operate da altri Paesi in Europa, rischia di generare conseguenze negative in ordine alla garanzia del servizio ferroviario, soprattutto quello meno redditizio, senza peraltro determinare benefici sostanziali in termini di riduzione del debito pubblico. Giudica pertanto necessario che il Governo, prima di affrontare l'operazione di privatizzazione, illustri alle Camere le precise modalità che si intendono seguire a tal fine e dia conto dell'impatto economico, industriale, sociale ed occupazionale, come previsto anche da una disposizione introdotta nella legge di stabilità per il 2016 a seguito dell'approvazione in Assemblea di un emendamento a propria prima firma. Paventa infine le conseguenze negative che potrebbero generarsi dalla privatizzazione dell'intero Gruppo e dalla conseguente parziale privatizzazione della rete ferroviaria.

  Diego DE LORENZIS (M5S) illustra la proposta alternativa di parere del proprio Gruppo.

  Sandro BIASOTTI (FI-PdL), preannuncia l'astensione del proprio Gruppo sulle proposte di parere presentate. Pur apprezzando le osservazioni contenute nella proposta di parere del relatore, ritiene tuttavia che esse si pongano in sostanziale contrasto con le considerazioni del Ministro dell'economia e delle finanze. Osserva, infatti, che nel corso dell'audizione svolta presso la Commissione sul tema, il Ministro ha ribadito l'obiettivo primario della Pag. 59privatizzazione, ossia l'abbattimento del debito pubblico, non lasciando alcuno spazio alla possibilità che parte dei proventi della privatizzazione vengano utilizzati a sostegno del trasporto pubblico locale. Pur ribadendo il favore personale e del partito cui appartiene nei confronti delle operazioni di privatizzazione, in questo specifico caso ritiene che Ferrovie dello Stato Italiane prestino un servizio essenziale che mal si concilia con una logica di profitto, che inevitabilmente non può che presiedere alla decisioni di soci privati di entrare nel capitale della società. Esprime pertanto preoccupazioni rispetto alla sorte di alcuni investimenti programmati, come ad esempio quello volto alla realizzazione del Terzo valico dei Giovi, e ribadisce l'opportunità di svolgere un'ulteriore riflessione riguardo alla privatizzazione di Ferrovie dello Stato Italiane, anche al fine di verificare compiutamente l'impatto che ne potrebbe derivare per l'utenza pendolare.

  Vincenzo PISO (Misto-USEI) sottolinea che la normativa di settore è in fase di rapida evoluzione, come dimostrano le intenzioni dichiarate dal Ministro il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti sul trasporto pubblico locale, le disposizioni relative alle società partecipate contenute nel cosiddetto «decreto Madia» nonché la privatizzazione del gruppo Ferrovie dello Stato Italiane all'esame della Commissione. Al riguardo chiede al relatore un chiarimento rispetto all'osservazione, contenuta nella proposta di parere, con la quale si prevede la destinazione di parte dei proventi della privatizzazione al rinnovo del materiale rotabile, esprimendo la preoccupazione che, una volta compiuto il processo di privatizzazione delle aziende di gestione del trasporto pubblico locale, imprese private beneficeranno di materiale rotabile nuovo, acquistato con soldi pubblici, senza aver fatto alcun investimento al riguardo. Nel condividere la scelta operata dal Governo di procedere alla privatizzazione della holding, al fine di evitare l'esclusione di porzioni più deboli del trasporto ferroviario dal punto di vista della redditività, esprime qualche perplessità sull'inserimento, nella proposta di parere, di un riferimento al trasporto ferroviario delle merci, stante anche il comportamento poco oculato tenuto in passato dalla società Ferrovie dello Stato, che ha portato all'apertura di una procedura di infrazione contro l'Italia.

  Matteo MAURI (PD), relatore, nel sottolineare che le proposte alternative di parere presentate dai Gruppi di opposizione contengono numerosi elementi presenti anche nella propria proposta di parere e condividendo le considerazioni del collega Bordo sulla rilevanza funzionale e sul peso occupazionale del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, sottolinea tuttavia gli impegni che il Paese ha assunto in sede di Unione europea in termini di riduzione del debito pubblico, in relazione ai quali sono stati programmati i processi di alienazione di società detenute dallo Stato. Nel ribadire quindi che l'obiettivo prioritario del Governo è rappresentato dalla riduzione del debito pubblico, concorda con la necessità di prevedere un meccanismo di privatizzazione delle Ferrovie dello Stato Italiane tale da permettere alla società di conseguire un recupero di efficienza e un più largo accesso a fonti di finanziamento. Osserva che dal punto di vista degli investimenti programmati non sarà fatto, a suo giudizio, alcun passo indietro, permanendo, anche dopo il processo di privatizzazione, la piena titolarità dell'azionista pubblico nelle scelte operate dalla società, anche in ragione dell'intendimento, manifestato dal Ministro nel corso dell'audizione, di creare un azionariato diffuso. Ritiene che la richiesta, contenuta nella propria proposta di parere, che il Governo riferisca nelle sedi parlamentari riguardo alle modalità che intende seguire nel processo di privatizzazione sulla base sia delle condizioni riscontrate sia della verifica dell'impatto di tale operazione tuteli il Parlamento sulla possibilità di intervenire in un secondo momento, più maturo rispetto all'attuale, in uno scenario in cui siano noti gli elementi che il Ministro non ha potuto fornire in questa prima fase. Attraverso tale procedura potranno Pag. 60pertanto essere acquisiti tutti gli elementi di informazione e valutazione necessari, che potranno altresì provenire da un'interlocuzione della Commissione con il Ministro delle infrastrutture e dei trasporti, al quale spettano i compiti di vigilanza.

  Franco BORDO (SI-SEL) esprime perplessità sulla formulazione dell'osservazione di cui alla lettera d) della proposta di parere del relatore, che fa riferimento alla indipendenza societaria del gestore dell'infrastruttura, e chiede pertanto chiarimenti al riguardo.

  Matteo MAURI (PD), relatore, fa presente che l'osservazione di cui alla lettera d) mira a evidenziare al Governo l'opportunità di prendere in considerazione misure che possano permettere di mantenere in mano interamente pubblica la proprietà della rete ferroviaria.

  Ivan CATALANO (SCpI), sempre con riguardo all'osservazione di cui alla lettera d) della proposta di parere del relatore, invita il relatore stesso a valutare se non sia più opportuno far riferimento al proprietario della rete piuttosto che al gestore.

  Diego DE LORENZIS (M5S) ricorda che nel corso del dibattito è stata da più parti evidenziata l'importanza, da ultimo ribadita anche dal Ministro dell'economia e delle finanze, che la rete rimanga in mano pubblica, e chiede al relatore se a suo giudizio sia ipotizzabile uno scenario nel quale affidare tale rete ad un gestore privato, mentre la proprietà rimarrà pubblica. Ritiene infatti che l'osservazione di cui alla lettera d) escluda di fatto tale ipotesi e suggerisce al relatore, nel caso non fosse stata questa la sua intenzione, di sostituire il riferimento al gestore con quello al proprietario della rete.

  Vincenza BRUNO BOSSIO (PD) osserva che lo stesso Ministro ha sottolineato la differenza tra proprietà e gestione della rete e ritiene che sia fondamentale che la Commissione ribadisca l'importanza che la rete rimanga pubblica.

  Michele Pompeo META, presidente, sottolinea che non è in discussione, in quanto ribadito dal Ministro dell'economia e delle finanze, l'intenzione del Governo di lasciare la rete in mano pubblica. Quanto alla gestione, osserva che ci sono precedenti di reti infrastrutturali pubbliche affidate ai privati con il meccanismo della concessione, come ad esempio le autostrade, ma ritiene prematuro svolgere un dibattito al riguardo in questa fase. Giudica in ogni caso risolutiva, anche ai fini del rispetto delle prerogative del Parlamento, la richiesta, contenuta nel parere, che il Governo illustri alle Camere la modalità con le quali affronterà il processo di privatizzazione.

  Emiliano MINNUCCI (PD) ritiene che un modello efficace che potrebbe essere seguito nella privatizzazione del Gruppo Ferrovie dello Stato Italiane, per quanto riguarda la rete ferroviaria, sia rappresentato dalle modalità con cui la rete elettrica è stata affidata a Terna e con cui quest'ultima società è stata collocata sul mercato, pur mantenendone il controllo pubblico.

  Matteo MAURI (PD), relatore, fa presente che la proposta di parere, anche in ragione della delicatezza e dell'importanza del tema trattato, è stata formulata tenendo in ampia considerazione le riflessioni emerse nel corso del dibattito e gli elementi forniti in audizione dal Ministro dell'economia e delle finanze. Ribadisce pertanto la correttezza della formulazione dell'osservazione di cui alla lettera d), che è finalizzata a confermare la proprietà pubblica della rete, segnalando l'opportunità di considerare forme di gestione coerenti con questo regime di proprietà.

  Diego DE LORENZIS (M5S) non giudica convincenti le spiegazioni fornite dal relatore. Osserva che la decisione di privatizzare l'intero Gruppo non tutela affatto riguardo al regime pubblico della Pag. 61rete, dal momento che anche una rilevante percentuale di RFI, attualmente proprietaria della rete, verrà privatizzata. Giudica quindi altamente improbabile che, una volta che verranno quotate in borsa le azioni del Gruppo, si proceda ad uno scorporo della società RFI dalla holding, ritenendo tale operazione del tutto contraria agli interessi degli investitori per la rilevanza che la rete assume nell'ambito del conto patrimoniale del Gruppo.

  Michele Pompeo META, presidente, ritiene che l'elemento più importante sia l'unitarietà dell'operazione, nel senso di comprendere all'interno della privatizzazione anche gli asset ferroviari meno redditizi. Quanto al dibattito sulla pubblicità della rete, ritiene che la formulazione del relatore sia quella che più garantisce rispetto ai dubbi sollevati.

  Sandro BIASOTTI (FI-PdL) suggerisce al relatore di far riferimento, nella lettera d), all'indipendenza dell'infrastruttura, piuttosto che all'indipendenza societaria del gestore.

  Matteo MAURI (PD), relatore, osserva che la formulazione prospettata dal collega Biasotti ha un ambito di applicazione e un'efficacia più limitati rispetto a quella contenuta nella propria proposta, eliminando l'elemento della indipendenza societaria del gestore dell'infrastruttura.

  Michele Pompeo META, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, pone quindi in votazione la proposta di parere del relatore, avvertendo che, in caso di approvazione, risulteranno precluse le proposte alternative di parere presentate dal Gruppo, mentre se risulterà respinta, saranno messe in votazione le proposte alternative presentate dal Gruppo MoVimento 5 Stelle e il Gruppo Sinistra Italiana-Sinistra Ecologia Libertà.

  Vincenzo PISO (Misto-USEI) preannuncia la propria astensione nella votazione della proposta di parere del relatore.

  La Commissione approva la proposta di parere del relatore (vedi allegato 1).

  La seduta termina alle 14.45.

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