CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 3 dicembre 2015
552.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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COMITATO PERMANENTE SULLA RIFORMA DELLE STRUTTURE ISTITUZIONALI DELLA POLITICA ESTERA DELL'ITALIA

COMUNICAZIONI DEL PRESIDENTE

  Giovedì 3 dicembre 2015. — Presidenza del presidente Mariano RABINO.

  La seduta comincia alle 8.35.

Sul programma dei lavori del Comitato.

  Mariano RABINO, presidente, ricorda che il 4 novembre scorso la Commissione ha deliberato, ai sensi dell'articolo 22, comma 4, del Regolamento, la costituzione del Comitato permanente sulla riforma delle strutture istituzionali della politica estera dell'Italia, che si onora di presiedere. Formula quindi un auspicio di buon lavoro ai colleghi componenti il Comitato a partire dal Vicepresidente, onorevole Emanuele Scagliusi, che ha segnalato in anticipo di non potere prendere parte ai lavori odierni, e dal segretario, onorevole Andrea Romano.
  Ricorda, inoltre, che sono ulteriori componenti il Comitato, per il Partito Democratico, i colleghi Amendola, Censore, Fedi, Garavini, La Marca, Monaco, Rigoni e Tacconi; per il Movimento Cinque Stelle, i deputati Di Battista e Di Stefano; per il gruppo di Forza Italia i colleghi Archi e Valentini; l'onorevole Palazzotto per il gruppo SI-SEL; l'onorevole Gianluca Pini per la Lega Nord; l'onorevole Alli per Alleanza Popolare; l'onorevole Fucsia Fitzgerald Nissoli per il gruppo Per l'Italia-Centro Democratico ed, infine, per il gruppo Misto, segnala che la collega Locatelli provvederà alla designazione del nuovo componente, in sostituzione del collega Fava ora appartenente ad altro gruppo.
  In vista di un primo confronto sul programma dei lavori del Comitato, tiene a meglio precisare i contorni del mandato conferito al Comitato, il cui titolo, da un lato, propone una prospettiva di riforma dell'attuale assetto istituzionale preposto alla politica estera dell'Italia; dall'altro, quanto all'orizzonte di lavoro, ricorre ad una formula volutamente ampia, che travalica l'Amministrazione della Farnesina per includere tutte le realtà istituzionali italiane che, a vario titolo, si occupano di politica estera.
  Sul piano procedurale richiama che i Comitati permanenti non assumono deliberazioni Pag. 45definitive; assolvono, bensì, ad un ruolo di carattere conoscitivo o istruttorio rispetto a questioni, documenti, proposte rientranti nelle materia di competenza e nella titolarità della Commissione ai fini della decisione finale. Il ruolo di questo Comitato, pertanto, consiste nella promozione di conoscenza e di approfondimento ed eventualmente, in seconda battuta, nella formulazione di proposte o indirizzi rivolti alla Commissione plenaria.
  Sul piano del merito sottolinea che il Comitato s'inquadra nel più ampio contesto di un'azione virtuosa, da ascrivere a suo avviso alla attuale maggioranza parlamentare ma che risponde ad una forte sensibilità condivisa dai gruppi di opposizione, di razionalizzazione e riorientamento degli apparati amministrativi dello Stato anche nel campo della politica estera, in un'ottica di necessaria spending review ma anche di innovazione, rilancio e sinergia tra i vari segmenti dell'Amministrazione dello Stato.
  Quanto alla Farnesina, è doveroso riconoscere che si tratta di un'Amministrazione che, precorrendo i tempi e seguendo un impulso spontaneo alla modernizzazione, ha assunto importantissime iniziative di razionalizzazione e di riforme interne, di cui la più impegnativa in anni recenti risale al 2010, che ha portato alla revisione della struttura delle direzioni generali per aree tematiche in luogo di aree geografiche, modificando gli organici interni e promuovendo approcci trasversali. Nel contesto di tale riforma e anche negli anni successivi sono stati chiuse numerose sedi diplomatico-consolari e ne sono state aperte di nuove, pur se in numero sensibilmente minore, in Paesi emergenti o di rilievo strategico per l'Italia.
  La Farnesina ha inoltre, più di altri ministeri, provveduto ad accrescere il grado di trasparenza interna anche mediante l'implementazione costante un sito internet estremamente ricco di materiali ed informazioni relative anche a temi sensibili, come il bilancio, l'assetto patrimoniale o le consulenze. Si tratta di uno sforzo per il quale sussiste, a suo avviso, un margine di miglioramento per quanto riguarda una pari ricchezza informativa nei siti internet delle diverse sedi all'estero.
  Evidenzia che tutto ciò ha avuto un'incidenza positiva anche nell'opinione pubblica, ma ha posto sfide ulteriori derivanti anche dalla crescente pervasività della politica estera, come dimostra, tra l'altro, anche la presenza di consiglieri diplomatici prestati ad istituzioni anche di livello non nazionale. Peraltro, la trasparenza ha avuto per effetto anche quello di fare emergere la ridotta percentuale di Pil che il nostro Paese destina, a differenza di altri maggiori Stati europei, all'Amministrazione degli affari esteri.
  Rileva, inoltre, che incombe sul Ministero degli affari esteri – data anche l'oggettiva esposizione del Presidente del Consiglio sui temi di politica estera tra i vari fattori di novità del nostro tempo – il compito di reggere il passo in una politica estera che non è più esclusivo appannaggio delle Corpo Diplomatico classico, ma che è attuata da più Amministrazioni, oltre ad operatori economici, enti culturali, organizzazioni non governative, per non tacere la stessa diplomazia parlamentare che ha nei Presidenti della Camera e del Senato gli attori più eminenti.
  Menziona quindi i due profili che rendono più chiaro l'orizzonte strategico del Comitato: la crisi economica e la crisi della sicurezza globale. La crisi economica impone, infatti, alle strutture istituzionali della politica estera di cooperare più che in passato in termini di sistema Paese, internazionalizzazione del sistema produttivo, promozione del made in Italy e creazione di opportunità di lavoro e di rilancio economico. La crisi della sicurezza impone un innalzamento di competenze nella promozione, in accompagnamento agli strumenti repressivi, di un rapporto tra l'Italia e il resto del mondo basato sulla costruzione di legami positivi, di reciproca conoscenza, di osmosi culturale, di dialogo politico ad alto livello. Sono queste le sfide che, a suo avviso, incombono sulla nostra Pag. 46diplomazia, in uno sforzo che include anche un necessario profilo di carattere formativo di alto livello.
  Propone, pertanto, che l'avvio dei lavori del Comitato sia suggellato da un'audizione del Segretario Generale della Farnesina al fine di fare il punto sullo stato dell'Amministrazione degli affari esteri, per poi procedere, in un secondo tempo, ad un'analisi settore per settore con audizioni di singoli direttori generali. L'approfondimento conoscitivo potrà poi essere integrato da un confronto con le strutture istituzionali di livello regionale e locale, che trattano la politica estera, e da una panoramica sullo stato della rete all'estero, con particolare riferimento a quanto fatto e da portare a termine sul piano della digitalizzazione dei servizi consolari e in generale della messa in efficienza e innovazione degli apparati. Ritiene a tal proposito essenziale approfondire la conoscenza di specifiche esperienze realizzate anche da altri attori europei di cosiddetti «consolati digitali» al fine di valutare i risparmi reali in termini di costi e di tempi.
  Il Comitato dovrebbe, inoltre, dedicare particolare attenzione alla questione degli istituti italiani di cultura, con particolare riferimento al loro numero, non necessariamente in chiave riduttiva ma anche riallocativa vista la rilevanza del tema della diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo, e alle modalità di selezione del personale e al loro finanziamento. A tal proposito segnala che tali istituti hanno posto in essere strategie di autofinanziamento e best practice assai virtuose che devono essere valorizzate.
  È da porre anche il tema del rapporto nevralgico tra sedi diplomatiche, ICE e Camere di Commercio italiane, atteso il ruolo di coordinamento che incombe sui capi missione e le aspettative che i cittadini e gli imprenditori italiani all'estero nutrono nei confronti di tali strutture. Si tratta di una questione che ripropone il ruolo degli ambasciatori quali figure chiave per il sistema Paese e che stimola una riflessione sulle opportunità da cogliere e sulle specifiche esigenze di carattere formativo.
  L'attività istruttoria fin qui prospettata, che potrà trovare coerenza e coordinamento nel quadro di una nuova indagine conoscitiva da concludere non oltre il primo semestre del 2016, sarà supportata da un quadro documentale comparatistico, affidato agli Uffici della Camera, al fine di approfondire le tematiche qui evocate nel raffronto con altri Paesi europei e anche con il caso specifico della rete estera della Santa Sede, data la presenza capillare della rete dei nunzi pressoché in tutti gli Stati del mondo.
  Conclude proponendo che il Comitato possa svolgere eventuali missioni e sopralluoghi, sia a Roma che all'estero, sulla base di quanto di volta in volta potrà essere deliberato dall'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi, della Commissione.

  Laura GARAVINI (PD) si congratula a nome del Partito Democratico per il quadro programmatico delineato dal presidente Rabino, al quale formula l'auspicio di buon lavoro. Concorda sull'opportunità di affrontare i temi richiamati nel contesto di uno strumento istruttorio ad hoc, che dovrà anche contemplare un approfondimento sulla rete delle scuole italiane all'estero e la rete dei soggetti anche non istituzionali che contribuiscono alle politiche per la diffusione della lingua e della cultura italiana nel mondo. Concorda con la esigenza di valutare lo stato di avanzamento del processo di digitalizzazione della rete estera, senza enfatizzare ma graduando il passaggio allo strumento virtuale rispetto ad una comunità di connazionali all'estero per buona parte ancora penalizzata dal digital divide. Condivide la valutazione positiva sui casi di buona gestione degli istituti italiani all'estero, che hanno dimostrato di restituire allo Stato più risorse finanziarie di quanto non ricevano in termini di investimento, come rivelano gli introiti realizzati nel 2013, pari a 17 milioni di euro, e il raffronto con i maggiori Paesi europei, considerato che Pag. 47lo studio della lingua italiana figura tra il quarto e il quinto posto tra quelli maggiormente richiesti. Non concorda con la prospettiva di riallocazione delle sedi degli istituti di cultura, allo stato concentrati sul territorio europeo, in quando è in questo contesto geografico che si realizzano i risultati positivi richiamati. Ritiene, invece, che proprio in Europa gli istituti debbano essere rafforzati.
  Concorda con il programma di audizioni proposte dal presidente Rabino e avanza un'ipotesi di carattere innovativo per il segmento della diffusione della lingua e della cultura italiana all'estero, in analogia con quanto realizzato per la cooperazione allo sviluppo, al fine di ripensare l'intero comparto, secondo gli spunti emersi anche in sede di CGIE.

  Mariano RABINO, presidente, richiama il numero delle scuole italiane all'estero, risultanti al 31 dicembre 2014, al fine di avviare una riflessione consolidata dalla conoscenza dei dati più aggiornati disponibili.

  Valentino VALENTINI (FI-PdL) ritiene assai interessanti le proposte emerse dagli interventi del presidente Rabino, con il quale si congratula a nome del suo gruppo, e della collega Garavini. Sottolinea che in nessun modo il Comitato deve essere percepito come uno strumento intrusivo in un contesto amministrativo complesso e delicato come la Farnesina. D'altra parte da questo Comitato ci si deve attendere un ruolo di proposta e un'azione efficace, che deriverà anche dalla partecipazione assidua da parte dei colleghi. Ritiene che i temi oggi evocati siano annosi e richiamino difficili sinergie tra diverse Amministrazioni, come quella che intercorre tra MAECI e MISE. A suo avviso sussiste, poi, una questione non del tutto affrontata e che riguarda la centralità delle funzioni consolari per gli obiettivi della internazionalizzazione, malgrado tali funzioni siano considerate di minore incidenza ai fini del percorso di carriera dei nostri diplomatici. Vi è poi il tema del decentramento della politica estera sul modello federale tedesco, come quello della modalità di selezione dei direttori degli istituti italiani di cultura o della rilevanza delle nostre scuole all'estero, che rappresentano un fattore di internazionalizzazione finora un po’ sottovalutato. Ritiene anche che la riforma realizzata nel 2010 possa essere approfondita al fine di stendere un bilancio su quanto essa abbia davvero inciso sulla mentalità del nostro Corpo Diplomatico. Propone, quindi, l'audizione di Umberto Vattani in quanto già Segretario Generale della Farnesina e poi figura apicale dell'ICE. Condivide l'interesse per una maggior conoscenza degli altri contesti europei, incluso quello della Santa Sede.
  Conclusivamente, auspica che il programma di lavoro possa essere caratterizzato da concretezza ed efficacia, individuando un ridotto numero di questioni cui dedicare uno sforzo costruttivo e senza velleitarismi.

  Mariano RABINO, presidente, concorda con il collega Valentini sul presupposto di una partecipazione attenta ai lavori del Comitato da parte dei colleghi che ne sono componenti, al fine di un'azione efficace ed autorevole, come pure sulla necessità di un approccio pragmatico e orientato al realismo.

  Valentino VALENTINI (FI-PdL) integrando l'intervento precedente, ritiene che il Comitato debba procedere con un approccio graduale e bottom up, valutando un'interazione a partire con i livelli intermedi della gerarchia della Farnesina, per maturare una conoscenza più approfondita delle tematiche, e procedere solo in un secondo momento ad audire l'attuale Segretario Generale.

  Laura GARAVINI (PD) non concorda con l'impostazione metodologica prospettata dal collega Valentini, ritenendo che i temi e le questioni siano note, come dimostra il dibattito in corso, e che un'interazione fin da subito con il vertice della Farnesina contribuisca a collocare questo Pag. 48Comitato nel più adeguato contesto di azione istituzionale.

  Franco CASSANO (PD), pur non figurando tra i componenti del Comitato, interviene per sottolineare che un approccio realistico e per temi selezionati sia da praticare a fronte della vastità della materia. Quanto alla capacità di incidenza del Comitato, essa dipende dalla partecipazione futura dei colleghi alle sedute e allo sforzo di evitare forme di inerzia di carattere burocratico.

  Mariano RABINO, presidente, condivide che il Comitato non possa costituire la sede per speculazioni di carattere accademico.

  Valentino VALENTINI (FI-PdL) ritiene che la collega Garavini abbia frainteso il suo intendimento, che non era finalizzato ad un approccio timido o dimesso rispetto ai temi di competenza di questo Comitato. Il suo intervento era semmai mosso dall'auspicio di promuovere approfondimenti istruttori caratterizzati da concretezza e approccio costruttivo.

  Mariano RABINO, presidente, ritiene che vi sia sostanziale identità di vedute tra i colleghi Valentini e Garavini: un confronto diretto fin da ora con i maggiori interlocutori istituzionali non è, a suo avviso, in contraddizione con uno specifico sforzo istruttorio e conoscitivo da programmare nell'immediato per corrispondere alle giuste ambizioni di questo Comitato e promuovere un'interazione di sostanza con eventuali soggetti esterni. Ricorda, in generale, che il Comitato privilegia un'interlocuzione con la Commissione ed è tenuto a portare le proprie proposte nel contesto dell'Ufficio di presidenza, integrato dai rappresentanti dei gruppi.
  Nessun altro chiedendo di intervenire, dichiara svolte le comunicazioni in titolo.

  La seduta termina alle 9.40.