CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 30 settembre 2015
513.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Difesa (IV)
COMUNICATO
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SEDE CONSULTIVA

  Mercoledì 30 settembre 2015. — Presidenza del presidente Francesco Saverio GAROFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per la difesa Gioacchino Alfano.

  La seduta comincia alle 13.10.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis e Allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con condizioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento, rinviato nella seduta del 29 settembre 2015.

  Carlo GALLI (PD), relatore, presenta e illustra una proposta di parere favorevole con condizioni (vedi allegato 1).

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO, premesso che la valutazione del Governo sulla proposta di parere del relatore non è contraria, invita quest'ultimo a considerare se non si possano formulare i rilievi in termini di osservazioni, anziché come condizioni.
  Assicura, poi, che il mancato riequilibrio delle risorse destinate alle principali Pag. 29voci della spesa della Difesa non dipende da una cattiva volontà del dicastero, ma dalla situazione economico-finanziaria degli ultimi anni, che ha imposto una generale riduzione della spesa pubblica, prosciugando, a più riprese, tutti i risparmi che il dicastero ha realizzato. In sostanza, i risparmi realizzati dalla Difesa sulle voci di spesa diverse dall'esercizio non possono essere destinati all'esercizio in quanto vengono sottratti alla Difesa per essere impiegati per altre finalità di interesse pubblico, a cominciare dalla riduzione del debito.
  Infine, con riferimento al patrimonio immobiliare della Difesa, precisa che fra gli immobili destinati alla vendita o alla valorizzazione conferiti a fondi immobiliari gestiti da INVIMIT SGR figurano – per quanto riguarda la Difesa – sette compendi militari dismessi. Si tratta, in particolare, dell'ex ospedale militare di Piacenza, del Palazzo Schiavi di Udine, dei magazzini Di Baggio e di Piazza d'Armi a Milano, della caserma Cesare di Saluzzo di Torino, nonché della Caserma Romagnoli e di Palazzo Rinaldi a Padova.

  Massimo ARTINI (Misto-AL) ringrazia il relatore per il lavoro svolto e lo invita a valutare l'opportunità di espungere dal testo della seconda condizione della sua proposta di parere l'aggettivo «nuovi», in quanto è necessario che il Governo renda al Parlamento una completa informazione non solo sui nuovi, ma anche sui vecchi programmi d'investimento della Difesa per i quali i documenti in esame auspicano che nella legge di stabilità per il 2016 ci sia un rifinanziamento.

  Il sottosegretario Gioacchino ALFANO precisa che non ci sono «nuovi programmi» che non siano stati comunicati al Parlamento, ma solo programmi riguardo ai quali si rendono necessari nuovi aggiornamenti nella pianificazione o nel finanziamento.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, ritiene che la proposta di parere presentata dal relatore sia chiara, anche perché i programmi di armamento sono sempre comunicati al Parlamento attraverso la documentazione che il Governo deposita e attraverso i provvedimenti attuativi che li riguardano, che sono sottoposti al parere delle Commissioni competenti.

  Carlo GALLI (PD), relatore, osserva che è un interesse generale e comune del Parlamento e del Governo quello di raggiungere il più ampio consenso su un tema così delicato e importante, qual è quello del finanziamento delle spese per la difesa e della connessa politica industriale, e che questa è la finalità della sua proposta di parere, che chiede al Governo di tenere informato il Parlamento sulle proprie iniziative e sui propri progetti, in modo che si possa procedere appunto in modo ampiamente condiviso. Per queste ragioni ritiene che le condizioni debbano essere mantenute come tali, per sottolinearne la valenza politica. Condivide, invece, la proposta del deputato Artini e riformula conseguentemente la condizione n. 2) sopprimendo l'aggettivo «nuovi».

  Luca FRUSONE (M5S) ritiene che lo stanziamento di risorse per il settore della difesa nel bilancio del Ministero dello sviluppo economico sia un espediente per far apparire più alta la quota percentuale delle spese di esercizio: infatti tale quota viene calcolata sul complesso delle spese del bilancio del Ministero della difesa, e non considera – per l'appunto – le spese di investimento sul bilancio del Ministero dello sviluppo economico. Ritiene che la Difesa dovrebbe non solo far sapere al Parlamento quali nuovi programmi di armamento o comunque investimenti intenda avviare, ma anche chiarire le ragioni per le quali reputa necessario un aumento degli stanziamenti previsti per programmi di armamento già decisi. È infatti grave che soltanto in corso di attuazione di un programma ci si renda conto del fatto che il suo costo è superiore al previsto, sia pure a causa delle spese di esercizio: infatti queste sono prevedibili e dovrebbero essere messe in conto fin dall'inizio. Pag. 30Tra l'altro, le spese di esercizio per le quali la Difesa chiede risorse aggiuntive non servono per le finalità che il suo gruppo ritiene importanti, bensì appunto per il mantenimento di inutili e costosi programmi di armamento.
  Per queste ragioni, preannuncia il voto contrario del suo gruppo sulla proposta di parere del relatore e presenta una proposta alternativa di parere contrario (vedi allegato 2).

  Donatella DURANTI (SEL) sottolinea che occorre ridimensionare drasticamente le spese per programmi di armamento e destinare i risparmi conseguiti alle spese di esercizio. Ribadisce altresì la richiesta che il Governo assicuri al Parlamento una maggiore trasparenza e leggibilità dei dati contabili relativi alle spese nel settore della difesa, cominciando con l'esporre in modo unitario i dati relativi alle spese del Ministero dello sviluppo economico e del Ministero della difesa. Chiede poi al Governo di non avviare nuovi programmi di armamento e di ridimensionare quelli già decisi, a partire dal programma per l'acquisto degli F-35, come chiesto dalle mozioni approvate dalla Camera dei deputati ormai circa un anno fa.
  In conclusione, pur esprimendo apprezzamento per il parere proposto dal relatore, che contiene rilievi che il suo gruppo condivide, ritiene che non sussistano le condizioni per esprimere, da parte del suo gruppo, un parere favorevole. Preannuncia pertanto il voto contrario sulla proposta di parere del relatore e presenta una proposta alternativa di parere contrario (vedi allegato 3).

  Giorgio ZANIN (PD) preannuncia il voto favorevole del gruppo del Partito democratico, ringraziando il relatore per il lavoro svolto.

  Elio Massimo PALMIZIO (FI-PdL) esprime apprezzamento per la decisione del relatore di prospettare i propri rilievi in termini di «condizioni», anziché di meno forti «osservazioni», ma dichiara che il suo gruppo si asterrà dalla votazione sulla proposta di parere del relatore ed è contrario alle proposte alternative dei gruppi di Sinistra ecologia libertà e Movimento 5 Stelle. Dichiara inoltre la contrarietà del suo gruppo rispetto ai nuovi tagli ai bilanci della Difesa che, secondo alcuni organi di stampa, il Governo intenderebbe operare con la prossima manovra di finanza pubblica.

  Massimo ARTINI (Misto-AL) preannuncia l'astensione dalla votazione sulla proposta di parere del relatore. Auspica che le condizioni poste nel parere siano tenute nel debito conto dalla Commissione bilancio e dal Governo. Conclude affermando che sarebbe stato meglio se il Governo avesse reso già oggi i chiarimenti chiesti dal relatore.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere del relatore come riformulata (vedi allegato 4).

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo della Repubblica del Cile sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 25 luglio 2014.
C. 3239 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Rosanna SCOPELLITI (AP), relatrice, avverte, preliminarmente, che la sua relazione riguarderà insieme i tre disegni di legge C. 3239, C. 3240 e C. 3241, in quanto riguardano accordi di cooperazione nel settore della difesa sostanzialmente omogenei nel contenuto e sono quindi in gran parte sovrapponibili, salve alcune differenze delle quali darà conto.
  In particolare, segnala che i tre accordi, che si ispirano tra l'altro ai principi stabiliti dalla Carta delle Nazioni Unite, sono stati stipulati tra il Governo della Repubblica italiana, da un lato, e il Governo Pag. 31della Repubblica del Cile, il Governo del Montenegro e il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina, dall'altro.
  Riferisce, quindi, che i provvedimenti – approvati in prima lettura dal Senato lo scorso 15 luglio – si inseriscono nel quadro degli accordi di cooperazione in campo militare che il Ministero della difesa italiano ha concluso, su base sia bilaterale sia multilaterale, allo scopo di sviluppare maggiormente la cooperazione tra le Forze armate delle Parti contraenti, consolidare le rispettive capacità difensive e migliorare il dialogo sulle questioni della sicurezza.
  Come si evince dalla relazione introduttiva che accompagna il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica dell'Accordo con il Cile, la nuova intesa colma il vuoto normativo che si era venuto a creare con la decadenza del Memorandum tra Italia e Cile del 1997, non più in vigore dal 1o agosto 2011.
  L'accordo, composto da dieci articoli, è accompagnato anche da un breve preambolo.
  Passando adesso al contenuto degli strumenti di ratifica, premette che questo – sia pure presentando differenze nei dettagli riguardo alle specifiche intese – risulta omogeneo a quello degli analoghi accordi già stipulati nel medesimo campo.
  In particolare, vengono enunciati i principi e lo scopo degli accordi, che è quello di sviluppare la cooperazione nel settore della difesa in conformità con le rispettive legislazioni nazionali, con gli impegni internazionali delle Parti e sulla base del principio di reciprocità.
  L'attuazione della cooperazione è affidata ai rispettivi Ministeri della difesa e prevede che le consultazioni dei rappresentanti delle Parti si terranno, con la cadenza concordata, secondo il criterio dell'alternanza. Inoltre, l'Accordo con il Cile prevede che le Parti potranno predisporre piani annuali e pluriennali di cooperazione bilaterale nel settore della difesa volti a definire le linee guida della cooperazione stessa e stabilisce, altresì, che sarà possibile organizzare consultazioni dei rappresentanti delle Parti per l'elaborazione di specifici accordi integrativi.
  Con riguardo agli ambiti della cooperazione, che sono numerosi e non esaustivi, si evidenziano, in particolare, i campi della politica di sicurezza e difesa, della ricerca, sviluppo e supporto logistico di beni e servizi per la difesa, delle operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, dell'organizzazione e dell'impiego delle Forze armate, della formazione, dell'addestramento, dell'industria della difesa e della sanità militare.
  La cooperazione potrà essere attuata attraverso varie forme, tra cui incontri tra i rappresentanti di vertice delle istituzioni della Difesa, scambi di esperienze tra esperti delle Parti, partecipazione ad attività addestrative ed esercitazioni militari, nonché a corsi e a seminari, conferenze, partecipazione ad operazioni umanitarie e di mantenimento della pace, visite a navi, aeromobili militari e ad altre strutture militari, scambi di informazioni e di pubblicazioni di carattere didattico.
  Quanto alla cooperazione nel settore dell'industria della difesa e dello scambio di armamenti, segnala che l'articolo 6, comma 1, dell'Accordo con il Cile richiede espressamente l'intesa delle Parti nei processi di acquisizione dei prodotti dell'industria della difesa, che peraltro vengono dettagliatamente elencati. Tale intesa è richiesta anche con riguardo allo scambio di materiali per la difesa di interesse delle rispettive Forze armate che potrà essere attuato sia con operazioni dirette da Stato a Stato, sia tramite società private debitamente autorizzate dai rispettivi Governi (articolo 6, comma 2). Infine, viene precisato che i Governi si impegnano a non riesportare il materiale acquisito in base all'Accordo a Paesi terzi, senza il preventivo benestare della Parte cedente (articolo 6, comma 3).
  Passando agli aspetti finanziari della cooperazione, questi sono regolati dalla consueta disciplina che stabilisce il principio secondo cui ciascuna Parte sosterrà le spese di propria competenza per l'esecuzione dell'intesa.Pag. 32
  Anche per le questioni relative alla giurisdizione vigono le consuete disposizioni che prevedono il diritto per il Paese ospitante di giudicare il personale ospitato per i reati commessi sul proprio territorio, facendo salva la possibilità per il Paese di origine di giudicare il proprio personale per reati commessi contro la propria sicurezza interna, il proprio patrimonio o commessi in relazione al servizio.
  Con riferimento, invece, al trattamento delle informazioni, dei documenti e dei materiali classificati, segnala che l'articolo 7 dell'Accordo con il Cile rinvia alla disciplina prevista dalla Convenzione relativa alla protezione delle informazioni classificate tra il Governo del Cile ed il Governo dell'Italia.
  Infine, altre disposizioni disciplinano – in modo del tutto conforme a quanto già previsto dagli altri accordi in materia – il risarcimento di eventuali danni provocati dal personale in occasione dell'esecuzione di attività di servizio ed il regime delle controversie derivanti dall'interpretazione o dall'applicazione dell'accordo, che dovranno essere risolte tramite negoziati bilaterali tra le Parti.
  Passa quindi a riferire brevemente sui disegni di legge di ratifica, tutti composti di cinque articoli che, come di consueto, dispongono l'autorizzazione alla ratifica, l'ordine di esecuzione, la copertura finanziaria, la clausola di invarianza di spesa e l'entrata in vigore.
  Al riguardo, segnala che gli oneri economici derivanti dall'accordo con il Cile sono riferibili ad eventuali visite ufficiali, allo scambio di esperienze fra esperti e ad incontri operativi e sono quantificati in 8.850 euro, ad anni alterni, a decorrere dal 2015.
  Ciò premesso, evidenzia la particolare valenza politica di questo Accordo in funzione di azione stabilizzatrice di una particolare area o regione di valore strategico, nonché in vista della creazione di positivi effetti indiretti in alcuni settori produttivi e commerciali, formulando una proposta di parere favorevole (vedi allegato 5).

  Donatella DURANTI (SEL) esprime la forte preoccupazione del gruppo di SEL che attraverso gli accordi di cooperazione nel settore della difesa si possano aggirare i vincoli posti dalla legge n. 185 del 1990 in materia di commercio di armi. Ricorda che una situazione simile si è recentemente verificata per l'Egitto al quale sono stati forniti dall'Italia pezzi di ricambio degli aerei F-16, poi utilizzati per compiere raid aerei al confine con la Siria. Tuttavia, poiché i Paesi interessati dagli accordi in esame non presentano profili di criticità per quanto attiene al loro coinvolgimento in scenari di conflitti, preannuncia l'astensione del suo gruppo dalla votazione su tutte le proposte di parere.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Ratifica ed esecuzione dell'Accordo tra il Governo della Repubblica italiana ed il Governo del Montenegro in materia di cooperazione nel campo della difesa, fatto a Roma il 14 settembre 2011.
C. 3240 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Rosanna SCOPELLITI (AP), relatrice, rinvia – per le parti omogenee – alla relazione svolta per il disegno di legge C. 3239, sottolineando che anche per il Montenegro si è verificato nel settore della cooperazione nel campo della difesa un vuoto normativo a seguito dell'entrata in vigore, il 27 dicembre 2012, del Memorandum italo-montenegrino sulla successione di Podgorica nei trattati bilaterali conclusi prima dell'indipendenza del Montenegro dalla Federazione con la Serbia.
  Osserva, quindi, che l'Accordo reca undici articoli ed è accompagnato da un breve preambolo.
  In particolare, per quanto riguarda la cooperazione nel settore dell'industria Pag. 33della difesa e dello scambio di armamenti, segnala che l'articolo 5 dell'Accordo prevede che questa dovrà essere stabilita dalle Parti e concordata direttamente. Le Parti dovranno, inoltre, concordare la costituzione degli organismi pertinenti al fine di mettere in atto le disposizioni previste.
  Con riferimento, invece, al trattamento delle informazioni, dei documenti e dei materiali classificati, segnala che l'articolo 9 specifica che le informazioni, i documenti e i materiali acquisiti potranno essere utilizzati solo per le finalità delineate nell'Accordo e non potranno essere fornite a terzi senza l'assenso scritto dell'autorità di sicurezza della Parte cedente, precisando altresì che ulteriori aspetti di sicurezza saranno regolati da uno specifico accordo generale da stipularsi a cura delle rispettive autorità nazionali per la sicurezza.
  Per quanto riguarda, invece, il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, rileva che gli oneri economici sono quantificati in 671 euro annui, ad anni alterni, a decorrere dal 2015, e sono essenzialmente riconducibili alle spese di missione per la partecipazione alle riunioni di consultazione. Ad esclusione di tali spese dagli accordi non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  Infine, sottolinea come l'Accordo con il Montenegro sia pienamente funzionale ad un rafforzamento di autentica amicizia e di buon vicinato fra il nostro Paese e lo Stato balcanico, confermando il pieno sostegno dell'Italia – che è il maggior investitore estero in questo Paese – alle aspirazioni europee ed euro-atlantiche di Podgorica.
  Per tali ragioni formula una proposta di parere favorevole (vedi allegato 6).

  Donatella DURANTI (SEL) per le ragioni già chiarite nel dibattito sul disegno di legge C. 3239, preannuncia l'astensione del suo gruppo dalla votazione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Ratifica ed esecuzione del Memorandum d'intesa tra il Governo della Repubblica italiana ed il Consiglio dei Ministri della Bosnia ed Erzegovina sulla cooperazione nel settore della difesa, fatto a Roma il 30 gennaio 2013.
C. 3241 Governo, approvato dal Senato.
(Parere alla III Commissione).
(Esame e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento.

  Rosanna SCOPELLITI (AP), relatrice, rinvia – per le parti omogenee – alla relazione svolta per il disegno di legge C. 3239, segnalando come la relazione che accompagna il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica dell'Accordo con la Bosnia ed Erzegovina evidenzi che l'intesa riveste un'importante funzione stabilizzatrice di un'area di particolare valore strategico e di alta valenza politica, considerati anche gli interessi nazionali e gli impegni internazionali assunti dall'Italia nella regione dei Balcani.
  Osserva, quindi, che l'Accordo reca undici articoli ed è accompagnato da un breve preambolo.
  In particolare, con riferimento all'attuazione della cooperazione, evidenzia che l'Accordo prevede che le Parti potranno predisporre piani annuali e pluriennali di cooperazione bilaterale nel settore della difesa volti a definire le linee guida della cooperazione stessa e stabilisce.
  In relazione, invece, alle disposizioni che disciplinano – in modo del tutto conforme a quanto già previsto dagli altri accordi in materia – il risarcimento di eventuali danni provocati dal personale in occasione dell'esecuzione di attività di servizio, ricorda che la Bosnia ed Erzegovina ha abolito la pena di morte dal 2001 e che, in qualità di Stato partner della NATO, ha sottoscritto l'accordo tra gli Stati partecipanti al Trattato del Nord Atlantico e gli altri Stati partecipanti al «Partenariato per la Pace» concernente lo status delle loro forze (PfP SOFA).
  Quanto, poi, al trattamento delle informazioni, dei documenti e dei materiali Pag. 34classificati, segnala che l'articolo 9 specifica che le informazioni, i documenti e i materiali acquisiti potranno essere utilizzati solo per le finalità delineate nell'Accordo e non potranno essere fornite a terzi senza l'assenso scritto dell'autorità di sicurezza della Parte cedente, precisando altresì che ulteriori aspetti di sicurezza saranno regolati da uno specifico accordo generale da stipularsi a cura delle rispettive autorità nazionali per la sicurezza.
  Infine, per quanto riguarda il disegno di legge di autorizzazione alla ratifica, rileva che gli oneri economici sono quantificati in 986 euro annui, ad anni alterni, a decorrere dal 2015, e sono essenzialmente riconducibili alle spese di missione per la partecipazione alle riunioni di consultazione. Ad esclusione di tali spese dagli accordi non derivano nuovi o maggiori oneri per la finanza pubblica.
  In conclusione, evidenzia come questa intesa rappresenti un ulteriore segnale di attenzione e di sostegno nei riguardi di un Paese che si è da poco tempo legato all'UE da un accordo di associazione, fortemente voluto dall'Italia, incamminandosi su di un tragitto lungo e pieno di impegnative sfide in vista del raggiungimento di una piena integrazione.
  Formula, quindi, una proposta di parere favorevole (vedi allegato 7).

  Donatella DURANTI (SEL) per le ragioni già chiarite nel dibattito sul disegno di legge C. 3239, preannuncia l'astensione del suo gruppo dalla votazione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere della relatrice.

Su una lettera del Ministro della difesa.

  Francesco Saverio GAROFANI, presidente, comunica di aver ricevuto dal Ministro della difesa, Roberta Pinotti, la seguente lettera, di cui ritiene opportuno dare lettura alla Commissione:
   «L'Italia ha sin qui partecipato all'operazione militare antipirateria dell'Unione europea «Atalanta». Sulla prosecuzione di tale partecipazione, a far data dal 1o ottobre 2015, incide l'indicazione, posta dal Parlamento attraverso l'articolo 13, comma 3, del decreto-legge 18 febbraio 2015, n. 7, convertito, con modificazioni, dalla legge 17 aprile 2015, n. 43, secondo cui l'eventuale proroga della missione deve essere decisa, non oltre la data del 30 settembre 2015, sentite le competenti Commissioni parlamentari, in relazione agli sviluppi della nota vicenda dei due fucilieri della Marina militare.
  Alla luce degli sviluppi della sopracitata vicenda, l'avviso delle competenti Commissioni parlamentari, in merito alla proroga della partecipazione italiana all'operazione militare antipirateria dell'Unione europea «Atalanta», attualmente all'esame in relazione all'emanando decreto-legge per il rinnovo delle missioni internazionali nell'ultimo scorcio del 2015, potrà essere acquisito in occasione delle imminenti comunicazioni che il Governo fornirà al Parlamento al riguardo (il prossimo 6 ottobre).».

  La seduta termina alle 14.

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