CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 settembre 2015
512.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 120

TESTO AGGIORNATO AL 6 OTTOBRE 2015

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 29 settembre 2015. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.10.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Michele BORDO, presidente, comunica che, il 23 settembre scorso, è entrata a far parte della Commissione la deputata Nunzia De Girolamo.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis Governo.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Tea ALBINI (PD), relatrice, ricorda innanzitutto che alla Nota di Aggiornamento del Documento di Economia e Finanza 2015 (DOC. LVII, n. 3-bis), tramessa dal Governo lo scorso 19 settembre, risultano allegate le Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali – anno 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis/Allegato I), il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione fiscale – Aggiornamento 2014 (Doc. LVII, n. 3-bis/Allegato II) e la Relazione al Parlamento 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis/Allegato III) che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO), già autorizzato con la Relazione al Parlamento 2014, contenuto nel Documento di Economia e Finanza 2015, e confermato dalla Relazione al Parlamento del 9 giugno 2015.
  Ricorda inoltre che, ai sensi dell'articolo 10-bis della legge di contabilità pubblica n. 196 del 2009, la Nota di Aggiornamento contiene l'aggiornamento delle Pag. 121previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali modifiche e integrazioni al Documento di economia e finanza conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea relative al Programma di stabilità e al Programma nazionale di riforma (PNR) e alle raccomandazioni formulate dalla Commissione europea.
   Nel presentare il nuovo quadro di finanza pubblica, nella Nota di Aggiornamento 2015 si è tenuto conto delle raccomandazioni approvate per l'Italia dall'Unione Europea nel mese di luglio (2015/C272/16); si tratta di 6 Raccomandazioni, concernenti rispettivamente la sostenibilità delle finanze pubbliche e l'attuazione della delega fiscale, il Piano strategico per la logistica e operatività dell'Agenzia per la coesione territoriale, la modernizzazione della quella della PA e l'efficienza della giustizia civile, il rafforzamento del sistema bancario, il mercato del lavoro e l'attuazione della riforma della scuola, ed, infine, l'attuazione dell'Agenda digitale e la rimozione degli ostacoli alla concorrenza. La Nota di aggiornamento presenta per ciascuna raccomandazione una sintesi delle azioni di risposta del Governo, per la cui descrizione dettagliata invito i colleghi a consultare la documentazione predisposta dagli Uffici.
  In questa sede – e limitatamente ai profili di interesse della nostra Commissione – si limiterà a richiamare alcuni dati riguardanti le politiche di coesione (raccomandazione II), derivanti dal monitoraggio della gestione dei fondi UE (al 30 giugno 2015) sullo stato di effettivo impiego dei finanziamenti relativi alla Programmazione 2007-2013.
  Segnala che i 52 Programmi Operativi Nazionali e Regionali, cofinanziati da FESR e FSE, registrano una spesa sostenuta pari a 37,3 miliardi di euro, corrispondente al 79,8 per cento delle risorse complessivamente programmate. A sei mesi dalla data limite per la ammissibilità delle spese dei Programmi Operativi rimangono ancora da spendere 9,4 miliardi di euro. Il monitoraggio ha acquisito anche i dati relativi alla spesa certificata, riferiti alla data del 31 maggio 2015. Tale spesa risulta pari a 34,3 miliardi di euro, con un incremento di 1,3 miliardi rispetto alla data del 31 dicembre 2014. La quota di spesa certificata all'Unione Europea è pari al 73,6 per cento, un valore inferiore al target nazionale fissato al 76,6 per cento per il 31 maggio 2015. L'ammontare della spesa certificata dei 52 Programmi Operativi ha superato il livello di target in 23 casi, è rimasto entro la soglia di tolleranza del 5 per cento in 7 casi, non ha raggiunto il livello minimo in 22 casi.
  Per quanto concerne il ciclo di programmazione 2014-2020, evidenzia che successivamente alla presentazione del DEF 2015, il 15 luglio 2015, sono stati approvati 3 Programmi Operativi Regionali (Sardegna, Friuli Venezia – Giulia e Molise) e 2 programmi operativi nazionali («Città metropolitane» e «Ricerca e Innovazione»). Con riferimento alla gestione dei Fondi UE la Nota di aggiornamento segnala inoltre l'avvio del Programma operativo Nazionale (PON) «Governance e Capacità Istituzionale 2014-2020» con una dotazione finanziaria complessiva (risorse comunitarie e cofinanziamento nazionale) di oltre 827 milioni di euro, per circa il 70 per cento a carico delle risorse UE.
  Per quanto riguarda il quadro macroeconomico, la Nota di Aggiornamento 2015 presenta una revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2015, in considerazione dei segnali di ripresa dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Anche per gli anni successivi, a partire dal 2017, la Nota espone una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive più positive della domanda mondiale, sebbene in un contesto internazionale che presenta un recupero meno accentuato nel medio periodo di quanto previsto. La Nota evidenzia un miglioramento delle stime di crescita del PIL per l'anno in corso, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che confermano la fase di ripresa dell'economia in Pag. 122atto. In particolare, la previsione di crescita del PIL reale per il 2015 sale dallo 0,7 per cento del DEF di aprile allo 0,9 per cento. Anche le previsioni per gli anni successivi sono lievemente riviste rispetto al DEF, indicando una crescita del PIL intorno all'1,3 per cento per l'intero periodo, leggermente più positiva rispetto al DEF a partire dal 2017. A sostegno della ripresa, inoltre, il Governo ribadisce il ruolo determinante della politica monetaria espansiva della BCE che avrebbe iniziato a dare risultati aggiuntivi a quelli determinati dal deprezzamento del cambio, grazie a una riduzione della frammentazione finanziaria che danneggiava i paesi periferici. Con riguardo al quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2016 e successivi la Nota include l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di stabilità per il 2016, che avrebbero effetti leggermente più espansivi sull'economia di quanto stimato nel DEF e, pertanto, il profilo del quadro programmatico viene marginalmente rivisto al rialzo. Il nuovo quadro programmatico evidenzia, infatti, una maggiore previsione di crescita del PIL per il 2016 rispetto a quanto indicato nel quadro programmatico del DEF, dall'1,4 per cento all'1,6 per cento. Anche le proiezioni per gli anni seguenti sono più positive nell'ordine di 0,1 punti percentuali, nell'ambito comunque di una valutazione che rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni. Dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata, sono indicate nella disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalle precedenti leggi di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte (clausola di salvaguardia sulle aliquote IVA ed altre imposte indirette per circa 16,1 miliardi nel 2016, 25,5 miliardi nel 2017 e di 28,3 miliardi nel 2018).
  Il miglioramento delle stime di crescita economica si riflette sull'andamento della finanza pubblica, che nella Nota di aggiornamento espone un quadro più positivo rispetto al Documento di economia e Finanza 2015, con un livello di indebitamento netto che per il primo biennio di previsione conferma le stime iscritte nel DEF – pur in presenza dei nuovi oneri intervenuti nel 2015 in conseguenza della sentenza della Corte costituzionale in materia di pensioni – mentre per gli anni dal 2017 al 2019 ha un andamento più positivo rispetto al DEF, per complessivi 0,5 punti percentuali di Pil. Per quanto concerne l'avanzo primario, che, si rammenta, dà conto della differenza tra le entrate e le spese al netto degli interessi, esso risulta pari all'1,7 per cento nel primo anno, come già previsto ad aprile, mostrando poi un costante miglioramento, con una crescita dal 2,9 per cento del 2016 al 5 per cento del 2019. In coerenza con questi andamenti, anche per l'indebitamento netto strutturale il quadro tendenziale riportato nella Nota prevede un costante miglioramento nel quinquennio considerato, passando da un valore negativo di 0,4 punti percentuali di Pil nel 2015 al segno positivo nel 2016 (avanzo strutturale dello 0,1), fino allo 0,9 per cento nel 2019. Risulta infine evolversi su un percorso di riduzione la pressione fiscale che, non prevedendosi più di dover procedere agli aumenti di imposta al momento previsti a legislazione vigente (costituiti dalle c.d. «clausole di salvaguardia», che quindi verranno disattivate), si prevede scendere dal 43,1 per cento del 2015 al 41,9 del 2019. In presenza di questo quadro previsionale sui saldi finanziari, il percorso di risanamento della finanza pubblica viene rivisto dal Governo rispetto a quanto prefigurato nel quadro programmatico del DEF di aprile, indicandosi nella Nota un aggiornamento degli obiettivi programmatici secondo una tempistica del consolidamento fiscale più attenuata.
  In particolare viene dichiarato che per il 2016 il Governo è intenzionato a utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali (ulteriori 0,1 punti percentuali di PIL, rispetto agli 0,4 punti già accordati con le raccomandazioni del Consiglio di luglio 2015) e a chiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti per 0,3 punti percentuali di PIL. Complessivamente, pertanto, il Pag. 123margine di flessibilità richiesto ammonta a 0,8 punti percentuali di PIL, cui potrebbe poi aggiungersi eventualmente un ulteriore margine di manovra pari a 0,2 punti percentuali per i costi relativi all'accoglienza degli immigrati. Il margine ulteriore di 0,1 punti riferito alla cd. clausola delle riforme si basa sul presupposto che le riforme strutturali già attuate e quelle in corso di implementazione avranno effetti diretti sulla crescita potenziale e sulla sostenibilità del debito, mentre quello relativo alla cd. clausola per gli investimenti è messo in relazione alla accelerazione della realizzazione di investimenti pubblici cofinanziati con risorse strutturali, con effetti sia sulla crescita che, nel breve periodo, sulla domanda.
  Conseguentemente gli obiettivi di indebitamento programmati nel DEF sono rivisti in senso peggiorativo, per il 2016 di 0,4 punti percentuali di PIL, per il 2017 di 0,3 punti, per il 2018 di 0,2 punti e per il 2019 di 0,1 punti, posizionandosi ora rispettivamente, per tali anni, al livello di 2,2, 1,1, 0,2 e, nel 2019, ad un valore positivo di 0,3 punti percentuali di Pil (divenendo quindi un accreditamento netto). Rispetto, quindi, ai valori tendenziali di tale saldo – vale a dire ai valori che si determinerebbero in assenza di interventi di modifica – si realizza un allentamento dei vincoli per circa 14,6 miliardi di euro nel 2016, 19,2 miliardi di euro nel 2017, 16,2 miliardi di euro nel 2018 e 13,9 miliardi di euro nel 2019, che concorrono ai margini della manovra di finanza pubblica da attuare per il periodo. La modifica del percorso di consolidamento fiscale comporta il rinvio del conseguimento dell'obiettivo del pareggio strutturale di bilancio, che viene ora previsto nell'anno 2018 rispetto al 2017 indicato nel DEF. In tali circostanze – vale a dire qualora il Governo proceda a scostamenti dall'obiettivo programmatico strutturale di bilancio – l'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012, dispone che il Governo sentita la Commissione europea, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una Relazione ed una specifica richiesta di autorizzazione in cui sia indicata l'entità e la durata dello scostamento e definisca un piano di rientro verso l'obiettivo programmatico. Alla Nota risulta pertanto allegata tale Relazione. Per quanto concerne, infine, l'evoluzione del rapporto debito pubblico/PIL, il 2015 dovrebbe chiudersi con un rapporto debito/Pil pari al 132,8 per cento, in lieve risalita (0,3 punti percentuali) rispetto al DEF, iniziando poi un percorso di riduzione negli anni successivi, fino a posizionarsi al 119,8 per cento nel 2019.
  Intende quindi aggiungere a tale illustrazione alcune considerazioni, ricordando innanzitutto che il percorso individuato dal Governo non può prescindere dal ruolo fondamentale svolto dalla Commissione europea, che dovrà avallare le scelte operate. Occorre quindi che l'Esecutivo sappia raggiungere gli obiettivi prefissati, rischiando altrimenti di non avere le risorse necessarie per i propri interventi, a partire da quelli in materia di riduzione fiscale.
  Richiama quindi l'attenzione di colleghi sulla richiamata necessità, nel Documento in esame, di un progressivo miglioramento dell'avanzo primario: osserva al riguardo che tale miglioramento, prevedendosi al contempo una diminuzione della pressione fiscale, non potrà che ottenersi mediante una riduzione della spesa delle pubbliche amministrazioni. Ritiene fondamentale, in tale contesto, che il Governo sappia tenere conto delle esigenze del territorio e delle difficili condizioni nelle quali gli enti locali si trovano ad operare.
  Rileva infine l'opportunità che l'Esecutivo indichi con chiarezza gli interventi previsti per fare fronte alla eventuale attivazione delle clausole di salvaguardia che, lo ricorda, avrebbero un impatto di circa 16 miliardi di euro.
  Rileva quindi in conclusione la complessità degli interventi prospettati e sottolinea la necessità che il Governo riesca a mantenere gli impegni assunti.

  Emanuele PRATAVIERA (Misto) condivide la preoccupazione manifestata dalla relatrice in ordine alla tutela delle specificità Pag. 124territoriali. Cita a titolo di esempio una recente indagine svolta dall'ANCI riguardante la finanza pubblica nei comuni del Veneto, che dimostra che l'indebitamento per abitante di tali enti è pari a circa 700 euro, uno dei più bassi del Centro-Nord, con un avanzo di circa 600 milioni di euro che finiscono depositati nella tesoreria Unica, non potendo, per i vincoli del patto di stabilità, essere spesi dai comuni. Ritiene che su questi aspetti occorra svolgere un ragionamento approfondito, anche in sede di esame della prossima legge di stabilità, al fine di valorizzare i punti di forza delle realtà territoriali, svincolando le risorse sinora bloccate.

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL) giudica pertinenti le osservazioni conclusive della relatrice e coglie l'occasione per evidenziare come, benché negli ultimi anni l'Unione europea abbia assunto un ruolo fondamentale nella definizione delle politiche di bilancio degli Stati membri, il Parlamento italiano non interpreti correttamente, a suo avviso, il riferimento alla governance economica. Riterrebbe a tal fine opportuno – e auspica che, in tal senso, la Presidenza della Commissione possa farsi interprete di questa istanza presso la presidenza della Camera – si avvii una riflessione sul ruolo in tale quadro svolto dalla XIV Commissione e sulla possibilità che il Documento di economia e Finanza e la relativa Nota di aggiornamento siano oggetto di un esame congiunto da parte delle Commissioni Bilancio e Politiche dell'Unione europea. Si tratterebbe di modalità di lavoro innovative e senz'altro proficue per affrontare queste tematiche.
  Invita infine i colleghi alla lettura degli atti relativi alle audizioni svolte nella mattina odierna dalla Commissione Bilancio del Presidente dell'Ufficio parlamentare di bilancio e di rappresentanti della Banca d'Italia, che offrono un punto di vista assai interessante sulle previsioni per gli anni 2016 e 2017 contenute nella Nota di aggiornamento.

  Florian KRONBICHLER (SEL) non può non sottolineare come le valutazioni ottimistiche contenute nel documento in titolo si sostanzino in realtà in un'orgia di numeri ai quali credere appare difficile. Sottolinea la posizione fortemente critica del suo gruppo nei confronti della Nota all'esame della Commissione.

  Michele BORDO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.35.

ATTI DEL GOVERNO

  Martedì 29 settembre 2015. — Presidenza del presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.35.

Schema di decreto legislativo recante disposizioni integrative al decreto legislativo 4 luglio 2014, n. 102, di attuazione della direttiva 2012/27/UE sull'efficienza energetica, che modifica le direttive 2009/125/CE e 2010/30/UE e abroga le direttive 2004/8/CE e 2006/32/CE.
Atto n. 201.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 23 settembre 2015.

  Michele BORDO, presidente, ricorda che il relatore, onorevole Manfredi, ha illustrato i contenuti dell'atto lo scorso 23 settembre e che il termine per l'espressione del parere scade il prossimo 18 ottobre. Invita quindi i colleghi a prendere la parola.Pag. 125
  Nessuno chiedendo di intervenire, rinvia quindi il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.40.

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari n. 509 del 23 settembre 2015, a pagina 164, nel sommario, ottava riga, prima delle parole: «Esame congiunto» aggiungere le seguenti: «Seguito dell’».
  Alla decima riga, prima delle parole: «Esame e conclusione» aggiungere le seguenti: «Seguito dell’».
  A pagina 164, seconda colonna, nona riga, prima delle parole: «Esame congiunto» aggiungere le seguenti: «Seguito dell’».
  A pagina 165, seconda colonna, dodicesima riga, prima delle parole: «Esame e conclusione» aggiungere le seguenti: «Seguito dell’».