CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 29 settembre 2015
512.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Attività produttive, commercio e turismo (X)
COMUNICATO
Pag. 77

SEDE CONSULTIVA

  Martedì 29 settembre 2015. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI.

  La seduta comincia alle 14.05.

Sull'ordine dei lavori.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, in attesa dell'arrivo del sottosegretario Antonello Giacomelli, propone di passare all'esame della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2015.

  La Commissione consente.

Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3-bis
.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del provvedimento in oggetto.

  Luigi TARANTO (PD), relatore, illustra i contenuti della Nota di aggiornamento al Documento di economia e finanza 2015, Pag. 78che rappresenta il documento per la programmazione finanziaria e di bilancio, cui l'articolo 7 della legge n. 196 del 2009, ha affidato il compito di aggiornare le previsioni economiche in relazione alle informazioni riviste sull'andamento macroeconomico e di finanza pubblica rispetto a quelle utilizzate per il DEF e di rimettere a punto gli obiettivi programmatici (per tenere conto delle eventuali raccomandazioni del Consiglio dell'Unione europea sull'aggiornamento del Programma di Stabilità) o la loro articolazione.
  Ricorda che il 28 aprile 2015 l'Italia ha presentato il Programma nazionale di riforma 2015 e il Programma di stabilità 2015. Successivamente, nel mese di maggio 2015 la Commissione europea ha adottato le Raccomandazioni di politica economica specifiche per ciascun Paese per il biennio 2015-2016 (di seguito: raccomandazioni) che sono state poi adottate il 14 luglio scorso dal Consiglio. Nel documento si raccomandata l'adozione di misure nazionali volte a creare occupazione e a stimolare la crescita, al fine di rendere l'economia europea meno dipendente dai fattori congiunturali esterni che, attualmente, favoriscono la ripresa. Nel testo approvato dal Consiglio vengono indirizzate all'Italia sei raccomandazioni riguardanti gli aggiustamenti di bilancio e la fiscalità (I), il Piano strategico porti e logistica e l'Agenzia per la coesione territoriale (II), le istituzioni, la pubblica amministrazione e la giustizia civile (III), il settore bancario e finanziario (IV), il mercato del lavoro e l'educazione (V), le semplificazioni e la concorrenza (VI), che verranno illustrate sinteticamente sulla base degli ambiti di competenza della X Commissione.
  Anche al fine di tener conto delle raccomandazioni formulate dalle autorità europee, la legge di contabilità prevede la presentazione, entro il 20 settembre di ogni anno, di una Nota di aggiornamento del DEF.
  L'articolo 10-bis della legge di contabilità prevede che la Nota di aggiornamento del DEF contenga:
   l'eventuale aggiornamento delle previsioni macro-economiche e di finanza pubblica per l'anno in corso e per il periodo di riferimento, nonché le eventuali integrazioni al DEF conseguenti alle raccomandazioni del Consiglio europeo sul Programma di stabilità e al PNR;
   l'eventuale aggiornamento degli obiettivi programmatici individuati dal DEF, al fine di prevedere una loro diversa ripartizione tra lo Stato e le amministrazioni territoriali ovvero di recepire le indicazioni contenute nelle raccomandazioni eventualmente formulate dalla Commissione europea;
   l'obiettivo di saldo netto da finanziare del bilancio dello Stato e di saldo di cassa del settore statale;
   il contenuto del Patto di stabilità interno e le sanzioni da applicare in caso di mancato rispetto del Patto medesimo, nonché il contenuto del Patto di convergenza, e le misure volte a realizzare il percorso di convergenza previsto dall'articolo 18 della legge n. 42 del 2009 di attuazione del federalismo fiscale;
   l'indicazione di eventuali disegni di legge collegati.

  Alla Nota di aggiornamento del DEF sono allegate le relazioni programmatiche sulle spese di investimento per ciascuna missione di spesa del bilancio dello Stato e le relazioni sullo stato di attuazione delle relative leggi pluriennali (Doc. LVII n. 1-bis – Allegato I, vol. 1 e 2).
  La Nota di aggiornamento del Documento di economia e finanza 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis) aggiorna il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 rispetto a quello contenuto nel Documento di economia e finanza dello scorso mese di aprile.
  Con riferimento ai documenti all'esame, alla Nota di aggiornamento risultano allegati:
   le Relazioni sulle spese di investimento e relative leggi pluriennali – anno 2015 (Doc. LVII, n. 3 bis/Allegato I);Pag. 79
   il Rapporto sui risultati conseguiti in materia di misure di contrasto dell'evasione fiscale – Aggiornamento 2014 (Doc. LVII, n. 3-bis/Allegato II);
   la Relazione al Parlamento 2015 (Doc. LVII, n. 3-bis/Allegato III) che illustra l'aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale (MTO), già autorizzato con la Relazione al Parlamento 2014, contenuto nel Documento di economia e finanza 2015, presentato alle Camere nel mese di aprile, e confermato dalla Relazione al Parlamento del 9 giugno 2015.

  Nella Nota di aggiornamento, il Governo dichiara di voler utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali con riferimento al 2016 (ulteriore 0,1 punti percentuali di PIL, rispetto agli 0,4 sopra citati) e di chiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti per 0,3 punti percentuali di PIL. Complessivamente il margine di flessibilità richiesto ammonta a 0,8 punti percentuali di PIL ed è volto a irrobustire i primi segnali di ripresa della crescita del PIL e a rafforzare per questa via il processo di consolidamento fiscale. Tale scelta, che comporta un percorso di risanamento più graduale di quello contenuto nel DEF di aprile, si riflette necessariamente sul raggiungimento del pareggio di bilancio in termini strutturali, che viene ora previsto nel 2018, con un allungamento di un anno rispetto a quanto stabilito nel DEF 2015, ivi riferito all'anno 2017. Nella Nota si dichiara altresì che sarà richiesto un ulteriore margine di manovra pari a 0,2 punti percentuali di PIL per far fronte ai costi relativi all'accoglienza degli immigrati, tale margine addizionale è escluso dalle stime.
  In conseguenza alla volontà del Governo di aggiornare il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico strutturale, unitamente alla Nota di aggiornamento è stata trasmessa alle Camere la Relazione prescritta dall'articolo 6 della legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012. Tale articolo prevede che, qualora il Governo, al fine di fronteggiare eventi eccezionali, ritenga indispensabile discostarsi temporaneamente dall'obiettivo programmatico, sentita la Commissione europea, presenti alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una relazione con cui aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, nonché una specifica richiesta di autorizzazione che indichi la misura e la durata dello scostamento, stabilisca le finalità alle quali destinare le risorse disponibili in conseguenza dello stesso e definisca il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico, commisurandone la durata alla gravità degli eventi. La deliberazione con la quale ciascuna Camera autorizza lo scostamento e approva il piano di rientro è adottata a maggioranza assoluta dei rispettivi componenti.
  La Nota 2015 presenta una revisione al rialzo delle stime sull'andamento dell'economia italiana per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2015, in considerazione dei segnali di ripresa dell'economia italiana nella prima parte dell'anno. Anche per gli anni successivi, a partire dal 2017, la Nota espone una revisione verso l'alto delle previsioni, in considerazione delle prospettive più positive della domanda mondiale, sebbene in un contesto internazionale che presenta un recupero meno accentuato nel medio periodo di quanto previsto. La Nota evidenzia altresì uno scenario macroeconomico internazionale che, benché in graduale espansione, mostra, nel suo complesso, una ripresa più debole rispetto alle attese e molto differenziata tra le varie aree economiche. I segnali di rallentamento, emersi nei mesi più recenti, sono essenzialmente riconducibili al deterioramento delle prospettive dei Paesi emergenti e, più in particolare, al calo della domanda cinese, che hanno inciso sulla dinamica del commercio mondiale risultata, nel complesso, inferiore alle aspettative. Nell'area dell'euro, la crescita si è stabilizzata, pur rimanendo molto contenuta, discontinua e diseguale tra i diversi Paesi. Il quadro delle variabili esogene sottostanti la Nota di aggiornamento risulta Pag. 80dunque, nel complesso, meno favorevole rispetto a quanto ipotizzato in primavera. Si rileva, in particolare, un ribasso delle ipotesi di crescita del commercio mondiale di circa 1 punto percentuale di PIL per il 2015 e di 0,8 punti per il 2016. Anche il prezzo medio annuo del petrolio è ipotizzato in riduzione rispetto a quanto illustrato nel DEF.
  Per quanto concerne l'Italia, la Nota di aggiornamento rivede il quadro macroeconomico tendenziale e programmatico, evidenziando un miglioramento delle prospettive di crescita dell'economia italiana, pur in un contesto internazionale meno favorevole di quanto previsto ad aprile, sulla base dei segnali positivi emersi nel corso dell'anno e del rafforzamento della domanda interna, nonché, per quanto concerne il quadro programmatico, in relazione alla politica fiscale più favorevole alla crescita che il Governo intende impostare con la prossima legge di stabilità per il 2016. La Nota evidenzia un miglioramento delle stime di crescita del PIL per l'anno in corso rispetto alle previsioni formulate nel DEF di aprile 2015, in relazione agli andamenti congiunturali della prima parte dell'anno, che confermano la fase di ripresa dell'economia in atto. In particolare, la previsione di crescita del PIL reale per il 2015 sale dallo 0,7 per cento del DEF di aprile allo 0,9 per cento. Anche le previsioni per gli anni successivi sono lievemente riviste rispetto al DEF, indicando una crescita del PIL intorno all'1,3 per cento per l'intero periodo previsivo, leggermente più positiva rispetto al DEF a partire dal 2017.
  Il Governo sottolinea come nei recenti segnali di ripresa dell'economia abbia assunto un ruolo decisivo il rafforzamento della domanda interna che, al netto delle scorte, ha fornito un contributo positivo alla crescita; anche le esportazioni continuano ad essere un importante fattore trainante, nel generale miglioramento del contesto internazionale.
  Relativamente alla domanda interna, la Nota evidenzia un andamento favorevole, in particolare, dei consumi privati, che nei primi due trimestri dell'anno hanno registrato dati positivi, beneficiando, in particolare, della ripresa della domanda di beni durevoli. Per contro, gli investimenti fissi lordi hanno mostrato un andamento ancora incerto, in diminuzione nel secondo trimestre, per la flessione della spesa per mezzi di trasporto e costruzioni.
  I segnali di rafforzamento del ciclo economico emersi negli ultimi mesi, consentono alla Nota di ipotizzare una crescita congiunturale del prodotto interno lordo anche nel terzo trimestre, ai ritmi attuali. Ciò anche perché, nel corso dei mesi estivi, gli indicatori di fiducia delle famiglie sono tornati a crescere, con incrementi più significativi per la componente economica e per la componente legata alle aspettative, delineando un miglioramento per le prospettive dei consumi; si sono lievemente ridotte le attese di disoccupazione. Anche l'ultimo dato disponibile, relativo al mese di luglio, dell'indice della produzione industriale evidenzia un aumento particolarmente consistente della produzione che riguarda tutti i principali settori produttivi, confermando l'espansione del settore manifatturiero. In questo scenario, la Nota conferma per il 2016 l'andamento della dinamica tendenziale del PIL già previsto nel DEF di aprile, all'1,3 per cento.
  Per gli anni successivi l'attività economica è prevista crescere mediamente intorno all'1,3 per cento, con una dinamica leggermente più positiva rispetto al DEF, dunque, a partire dal 2017. Tale previsione sconta l'ipotesi – sottolinea la Nota – che in tutto il periodo previsivo l'economia continui ad espandersi ai ritmi attuali.
  Per quanto concerne l'inflazione la Nota segnala come l'indice dei prezzi abbia toccato un minimo nei primi mesi dell'anno, per poi registrare un lieve recupero, con una inflazione al consumo che, alla luce degli ultimi dati di agosto, si situa sullo 0,2 per cento su base annua. Le previsioni sull'andamento dell'inflazione iscritte nel DEF dello scorso aprile, che indicavano per gli anni 2015, 2016 e 2017 una inflazione pari rispettivamente a 0,3, 1,0 e 1,5 punti percentuali, sono confermate nella Nota in esame. Pag. 81
  Come già sopra ricordato, la Nota di aggiornamento al DEF distingue tra uno scenario tendenziale e uno programmatico che, ferme restando le assunzioni relative al quadro internazionale, differiscono per le misure economiche che il Governo intende adottare con la prossima manovra di finanza pubblica. Il quadro macroeconomico programmatico per gli anni 2016 e successivi presentato nella Nota include, infatti, l'impatto sull'economia delle misure che saranno adottate con la prossima legge di stabilità per il 2016, caratterizzata – illustra il Governo – da una strategia di politica fiscale più favorevole alla crescita e da misure di stimolo agli investimenti. Il profilo della attuale manovra indicata nella Nota avrebbe effetti leggermente più espansivi sull'economia di quanto stimato nel DEF e, pertanto, il profilo del programmatico viene marginalmente rivisto al rialzo. Il nuovo quadro programmatico evidenzia, infatti, una maggiore previsione di crescita del PIL per il 2016 rispetto a quanto indicato nel quadro programmatico del DEF, dall'1,4 per cento all'1,6 per cento. Anche le proiezioni per gli anni seguenti sono indicate più positive rispetto al programmatico del DEF (nell'ordine di 0,1 punti percentuali), nell'ambito comunque di una valutazione che – sottolinea la Nota – rimane prudenziale dato il pesante lascito della crisi degli ultimi anni. Dal punto di vista macroeconomico, le misure di maggiore impatto della manovra programmata, sono indicate nella disattivazione delle clausole di salvaguardia previste dalle precedenti leggi di stabilità per il 2016 e dei relativi aumenti di imposte. Rispetto alle previsioni formulate nella prima parte dell'anno dalla maggior parte degli analisti di settore e contenute nel Documento di economia e finanza di aprile, la Nota espone un andamento del mercato del lavoro in miglioramento, alla luce delle recenti rilevazioni Istat rilasciate il 15 settembre scorso. Il tasso di occupazione viene pertanto rivisto in rialzo rispetto al DEF sia per l'anno in corso che per quelli successivi. Nel biennio 2015-2016 si prevede – anche tenuto conto del dato di consuntivo – un incremento degli occupati misurati in unità standard di lavoro (ULA), ed andamenti analogamente positivi si hanno anche per quanto concerne i tassi di occupazione e disoccupazione.
  Rispetto ai suesposti dati tendenziali del mercato del lavoro, il quadro programmatico ne conferma gli andamenti occupazionali per il primo biennio, mentre una evoluzione più favorevole viene perseguita per gli anni successivi, con un tasso di disoccupazione che alla fine del periodo, nel 2019, dovrebbe venire a situarsi sui 10,2 punti percentuali (anziché a 10,9 punti come prevede il tendenziale), e con un tasso di occupazione che al medesimo anno terminale è previsto al 57,6 per cento, rispetto al 57,2 del tendenziale.
  La Nota segnala inoltre la crescita della quota di nuovi contratti a tempo indeterminato, che si attesta ormai al 18-19 per cento dopo essere diminuita costantemente dal 2010 fino alla fine del 2014 (dal 18 al 15 per cento circa), cui hanno contribuito gli incentivi fiscali introdotti a partire da gennaio 2015 e il Jobs Act, avviato a marzo del 2015
  La Nota di aggiornamento presenta le stime relative al quinquennio 2015-2019 riviste – rispetto a quelle di aprile del DEF 2015 – sulla base dell'aggiornamento del quadro macroeconomico (con particolare riferimento ai dati ISTAT sui primi due trimestri dell'anno, all'economia internazionale e alla deludente dinamica dei prezzi), dei risultati dell'attività di monitoraggio della finanza pubblica e degli effetti dei provvedimenti successivi alla presentazione del DEF 2015. La Nota precisa che, complessivamente, i provvedimenti adottati, in linea con gli obiettivi programmatici indicati nel DEF 2015, comportano un peggioramento dell'indebitamento netto delle amministrazioni pubbliche, rispetto alle stime del DEF 2015, di circa 2,1 miliardi nel 2015 e 0,4 miliardi in ciascuno degli anni del periodo 2016-2019. Il saldo primario, pari all'1,7 per cento del PIL per il 2015, conferma la previsione contenuta nel DEF 2015. Per gli anni successivi, le nuove stime mostrano un costante miglioramento del saldo, che Pag. 82– sempre positivo – cresce dal 2,9 per cento del 2016 al 5 per cento del 2019. Questo andamento del saldo primario, nel quinquennio in esame, determina pressoché integralmente il percorso di miglioramento dell'indebitamento netto tendenziale, mentre la spesa per interessi rimane pressoché costante in rapporto al PIL. Coerentemente con il percorso sopra prefigurato, anche per l'indebitamento netto strutturale (calcolato al netto delle misure una tantum e depurato della componente ciclica del saldo) il quadro tendenziale riportato nella Nota in esame prevede un costante e progressivo miglioramento nel quinquennio considerato, passando dal –0,4 per cento del 2015 al segno positivo nel 2016 (avanzo strutturale dello 0,1 per cento) fino all'1,0 per cento del 2018 e allo 0,9 per cento del 2019.
  Con riferimento alla pressione fiscale, la Nota rileva che, sulla base delle previsioni tendenziali contenute nel Conto economico della PA, l'indicatore presenta un andamento crescente fino al 2017 (dal 43,4 per cento del 2014 si arriva al 44,3 per cento nel 2017), rimane costante nel 2018 (44,3 per cento), per poi decrescere nel 2019 (44 per cento). Con riferimento alla pressione fiscale, la Nota afferma che, sulla base delle previsioni tendenziali contenute nel Conto economico della p.a., l'indicatore presenta un andamento crescente fino al 2017 (dal 43,4 per cento del 2014 si arriva al 44,3 per cento nel 2017), rimane costante nel 2018 (44,3 per cento), per poi decrescere nel 2019 (44 per cento). Poiché i suddetti valori risentono degli effetti di gettito tributario relativi alle clausole di salvaguardia e tenuto conto che è prevista la disapplicazione delle stesse mediante sostituzione con riduzioni di spesa, la Nota di aggiornamento ritiene utile evidenziare i valori della pressione fiscale ricalcolata considerando: la disattivazione delle clausole di salvaguardia; l'impatto del provvedimento relativo al c.d. bonus 80 euro. In proposito, la Nota rileva che, tenendo conto dei predetti fattori, la pressione fiscale scende da 43,1 per cento nel 2015 a 42,6 per cento nel 2016, con ulteriori riduzioni negli anni successivi. Tali valori sembrerebbero ottenuti escludendo, oltre al bonus 80 euro, l'aumento dell'aliquota IVA e l'incremento delle accise conseguente alla mancata autorizzazione del reverse charge. La Nota non fornisce le previsioni programmatiche delle voci di entrata ed evidenzia che il quadro programmatico include, rispetto alle previsioni tendenziali, anche gli effetti delle misure che saranno presentate al Parlamento nel disegno di legge di stabilità 2016. In più parti viene sottolineata l'intenzione di adottare interventi di politica fiscale favorevoli alla crescita, che comportino un alleggerimento del carico tributario su famiglie e imprese. In particolare, la Nota evidenzia che: l'aumento dei redditi disponibili reali delle famiglie produce uno stimolo ai consumi privati, con conseguenti effetti moltiplicativi sul PIL; la riduzione della pressione fiscale determina effetti positivi sul lato dell'offerta dell'economia, inducendo, nel tempo, ad un aumento permanente del PIL. Gli effetti finanziari determinati dalle misure di stimolo fiscale saranno in parte controbilanciate da risparmi di spesa finalizzati ad aumentare l'efficienza del settore pubblico: la revisione della spesa, infatti, proseguirà nel 2016 e negli anni seguenti, assicurando gran parte della copertura dei tagli d'imposta. Pur considerando che la riduzione della spesa limita l'impatto favorevole sulla crescita determinato dalla cancellazione delle clausole di salvaguardia, la Nota rileva che l'adozione di un profilo più graduale dei tagli faccia sì che gli impatti depressivi sul PIL siano leggermente inferiori a quanto stimato in sede di elaborazione del DEF. Tra gli interventi che si prevede di adottare nella manovra 2016 sono indicati i seguenti: la disapplicazione degli aumenti d'imposta previsti dalle clausole di salvaguardia poste a garanzia dei saldi di finanza pubblica dalle legge di stabilità 2014 e 2015; la copertura della perdita di gettito sarà assicurata dai tagli di spesa; interventi in favore delle famiglie, consistenti nella cancellazione dell'IMU e della TASI sulla prima casa; in favore delle imprese, si prevede la cancellazione dell'IMU sui macchinari cosiddetti Pag. 83imbullonati, l'introduzione di misure di stimolo agli investimenti e la riduzione dell'IRES. Dalle Tabelle riguardanti il conto economico a legislazione vigente, si evidenzia come la previsione relativa alle spese finali registri, per il 2015, un incremento di circa 4,4 miliardi rispetto alle previsioni del DEF 2015. Concorrono a tale revisione della stima soprattutto le spese in conto capitale (per 4,1 miliardi circa) e un incremento di 645 milioni degli interessi passivi. Nel rinviare, con riguardo alla spesa per interessi, all'apposito capitolo 2.5, si osserva che la previsione della spesa corrente al netto degli interessi mostra una riduzione di circa 380 milioni.
  Più in dettaglio, per quanto concerne il raffronto tra le previsioni, in valore assoluto, recate dal DEF e quelle contenute nelle Nota di aggiornamento, si evidenzia quanto segue: la spesa per redditi da lavoro dipendente registra soltanto lievi scostamenti rispetto a quella quantificata nel DEF. La Nota chiarisce che ciò è dovuto al fatto che le stime, costruite secondo il criterio della legislazione vigente, non includono gli oneri che deriveranno dallo sblocco della contrattazione collettiva conseguente alla sentenza di illegittimità costituzionale delle misure di congelamento dei trattamenti economici dei dipendenti pubblici. Per effettuare tali rinnovi dovranno, secondo la Nota, essere effettuati specifici appostamenti di bilancio; tale impostazione è in linea con i criteri adottati negli anni passati per la valutazione della spesa per redditi da lavoro; nel 2015 la spesa per la voce «Pensioni» si riduce di circa 0,5 miliardi di euro nonostante l'incremento di spesa collegato alla sentenza della Corte costituzionale n. 70/2015 e al decreto-legge n. 65 del 2015, in materia di rivalutazione dei trattamenti pensionistici di importo più ridotto. Peraltro, come evidenziato nelle correzioni alla Nota di aggiornamento da ultimo trasmesse il 25 settembre scorso, le erogazioni effettuate a tale titolo hanno inciso in misura prevalente (per l'importo corrispondente alla quota di arretrati) sulla spesa in conto capitale. Anche la spesa attesa per il 2015 a titolo di «Altre prestazioni sociali» si riduce di circa 2 miliardi. Tale previsione è confermata per gli anni successivi, per i quali la Nota di aggiornamento ipotizza livelli di spesa inferiori a quelli previsti nel DEF. In particolare, nel 2018, la spesa si riduce di circa 1,3 miliardi per quanto concerne le «Pensioni» e di 0,8 miliardi per quanto concerne le «Altre prestazioni sociali»; evidenzia un trend opposto la spesa sostenuta per i «Consumi intermedi», che risulta incrementata di 789 milioni nel 2015 nelle nuove stime. Tale incremento annuo si riflette in misura pressoché analoga nel triennio 2016-2018; la voce «Altre uscite correnti» mostra un incremento nel 2015 di 1,3 miliardi circa per poi attestarsi sempre sotto il dato stimato nel DEF, evidenziando una riduzione nel 2018 di oltre 1 miliardo; la spesa in conto capitale, come già segnalato, registra un consistente incremento nel 2015, imputabile soprattutto alla voce «Altri trasferimenti», che aumenta di circa 3 miliardi nel 2015, per poi evidenziare riduzioni in tutti gli esercizi successivi, in particolare nel 2018, nel quale la previsione di spesa è ridotta di circa 1,9 miliardi.
  Per la spesa in conto capitale, l'incidenza sul PIL aumenta nell'esercizio 2015 (3,9 per cento) rispetto al 2014 (3,6 per cento), per poi proseguire lungo un percorso di graduale flessione negli esercizi successivi (fino al 3,1 per cento nel 2019). A fronte di tale graduale riduzione dell'aggregato rimane sostanzialmente costante la spesa per investimenti fissi lordi (2,3 per cento annuo nel periodo 2015-2017 e 2,2 per cento annuo nel biennio 2018-2019); una più evidente flessione è riscontrabile per la voce degli «Altri trasferimenti in conto capitale» che passa dallo 0,7 per cento del 2015 allo 0,3 per cento del 2019. In merito all'incidenza su tale voce degli effetti del decreto-legge n. 83/2015, si rinvia alle osservazioni e alle richieste di chiarimenti formulate nel precedente capitolo, riferito alle entrate.
  La Nota di aggiornamento modifica anche il quadro programmatico di finanza pubblica per il quinquennio 2015-2019 rispetto a quello contenuto nel Documento Pag. 84di economia e finanza (DEF) dello scorso aprile. L'analisi del quadro programmatico del DEF e della relativa Nota di aggiornamento si avvale di un insieme di indicatori che dipende dalle regole europee e si articola nelle variabili rilevanti per la decisione di politica di bilancio. La fissazione degli obiettivi di saldo strutturale, ossia corretto per il ciclo economico e per le misure una tantum, riflette l'impegno del Paese al raggiungimento dell'obiettivo di medio termine concordato in sede europea; tale obiettivo si affianca alla riduzione programmatica del debito pubblico. Il Governo accompagna la presentazione della Nota di aggiornamento con una Relazione al fine di chiedere un aggiornamento del piano di rientro verso l'obiettivo di medio periodo e rinviare l'obiettivo di pareggio al 2018. La Nota di aggiornamento coerentemente aggiorna gli obiettivi programmatici per il quinquennio 2015-2019. In particolare, si dichiara che per il 2016 il Governo è intenzionato a utilizzare pienamente i margini di flessibilità in materia di riforme strutturali (ulteriori 0,1 punti percentuali di PIL, rispetto agli 0,4 punti già accordati con le raccomandazioni del Consiglio, luglio 2015) e a chiedere l'applicazione della clausola per gli investimenti per 0,3 punti percentuali di PIL. Complessivamente il margine di flessibilità richiesto ammonta a 0,8 punti percentuali di PIL. Nella Relazione si evidenzia che sarà chiesto un ulteriore margine di manovra pari a 0,2 punti percentuali di PIL per far fronte ai costi relativi all'accoglienza degli immigrati. Qualora la Commissione dovesse accordarlo, il margine di flessibilità complessivo potrebbe arrivare all'1 per cento. Si segnala che tale margine addizionale (0,2 per cento) è escluso dai quadri programmatici. Il margine ulteriore richiesto con riferimento alla cd. clausola delle riforme è motivato dal Governo sulla base del presupposto che «le riforme strutturali già attuate e quelle in corso di implementazione avranno effetti diretti sulla crescita potenziale e sulla sostenibilità del debito, consentendo di deviare temporaneamente dal sentiero di convergenza verso l'Obiettivo di Medio Periodo». Il posticipo dell'obiettivo del pareggio di bilancio si riflette tuttavia sulle regole di bilancio stabilite, in coerenza con i principi europei, dalla legge di attuazione del pareggio di bilancio n. 243 del 2012, in cui si prevede (articolo 6) l'eventualità di scostamenti temporanei del saldo strutturale dagli obiettivi programmatici in presenza di eventi eccezionali. Al riguardo al comma 2 viene chiarito che per eventi eccezionali debbano intendersi periodi di grave recessione economica relativi anche all'area dell'euro o all'intera Unione europea; eventi straordinari, al di fuori del controllo dello Stato, ivi incluse le gravi crisi finanziarie nonché le gravi calamità naturali, con rilevanti ripercussioni sulla situazione finanziaria generale del Paese.
  Il Governo configura come «eventi eccezionali» rilevanti, ai sensi del citato articolo 6, la gravità della contrazione subita dall'economia italiana nel periodo 2011-2014, con un gap di prodotto di quasi 20 punti rispetto al trend pre-crisi; i bassi livelli di inflazione registrati malgrado gli stimoli della politica monetaria e la pur timida ripresa del PIL; i rischi di deflazione insiti nell'attuale situazione dell'economia mondiale (con pressioni al ribasso sui prezzi delle materie prime, dei prodotti manufatti e perfino dei servizi). Al comma 3 chiarisce inoltre che il Governo, qualora ritenga indispensabile discostarsi temporaneamente dall'obiettivo programmatico per fronteggiare tali eventi eccezionali, sentita la Commissione europea, presenta alle Camere, per le conseguenti deliberazioni parlamentari, una relazione con cui aggiorna gli obiettivi programmatici di finanza pubblica, nonché una specifica richiesta di autorizzazione.
  Per quanto riguarda la coerenza della Relazione con le prescrizioni dell'articolo 6 della legge n. 243 del 2012 osserva quanto segue. Coerentemente al dettato normativo la relazione indica la misura e la durata dello scostamento precisando che gli obiettivi di indebitamento netto sono rivisti, in senso peggiorativo, per il 2016 di 0,4 punti percentuali di PIL, per il Pag. 852017 di 0,3 punti percentuali di PIL, per il 2018 di 0,2 punti percentuali di PIL, per il 2019 di 0,1 punti percentuali di PIL.
  Il Governo elenca le finalità alle quali destinare le risorse. In particolare, per il 2016 sono previste: Misure di alleviamento della povertà e stimolo all'occupazione, agli investimenti privati, all'innovazione, all'efficienza energetica e alla rivitalizzazione dell'economia anche meridionale; Sostegno alle famiglie e alle imprese anche attraverso l'eliminazione dell'imposizione fiscale sulla prima casa, i terreni agricoli e i macchinari cosiddetti «imbullonati»; l'azzeramento delle clausole di salvaguardia previste da precedenti disposizioni legislative. Per il 2017 si prevede una riduzione della tassazione gravante sugli utili aziendali, con l'obiettivo di avvicinarla agli standard europei e di accrescere l'occupazione e la competitività dell'Italia nell'attrarre imprese ed investimenti. Il Governo sottolinea che al finanziamento delle misure descritte e al miglioramento qualitativo della spesa contribuiranno in misura prevalente la riduzione e razionalizzazione della spesa pubblica. Da ultimo la citata Relazione definisce il piano di rientro verso l'obiettivo programmatico. Il percorso di avvicinamento all'OMT è attuato a decorrere dall'esercizio successivo a quelli per i quali è autorizzato lo scostamento per gli eventi di cui al comma 2 e viene dunque ripreso nel 2017, anno in cui il saldo strutturale è programmato al livello di –0,3 per cento del PIL, quindi in miglioramento di 0,4 punti percentuali rispetto al 2016. Per quanto riguarda le raccomandazioni approvate dal Consiglio indirizzate all'Italia sul fronte delle politiche fiscali, la Commissione riconosce che l'Italia stia procedendo ad alleggerire l'onere fiscale sul lavoro. Nondimeno, evidenzia come il numero e la portata delle agevolazioni fiscali sia ancora eccessivamente elevato (in particolare, le aliquote ridotte dell'IVA); la presenza di valori catastali obsoleti richieda un'accelerazione della riforma del catasto; nonostante l'istituzione di un comitato per la fiscalità ambientale, non si registrino progressi nell'ambito dell'imposizione ambientale dove sussistono ancora sovvenzioni dannose per l'ambiente. Da ultimo, vengono registrati bassa efficienza del sistema fiscale, alti costi di adempimento e elevata evasione fiscale (pari al 5,6 per cento del PIL).
  Con riguardo alla sostenibilità del sistema fiscale, la Nota rileva che la crescita sarà supportata anche da un piano di riduzione del carico fiscale su famiglie e imprese, che è stato avviato nel 2014 con l'incremento del reddito dei lavoratori a parità di costo per le imprese (bonus fiscale di 80 euro mensili ai lavoratori con i redditi più contenuti), proseguito nel 2015 con la riduzione del costo del lavoro delle imprese, a parità di reddito per i lavoratori (attraverso la cancellazione della componente lavoro dell'IRAP). Tale piano dovrà essere realizzato per il 2016 con l'eliminazione delle imposte sull'abitazione principale e su alcuni fattori produttivi e quindi nel 2017 e 2018 con interventi sulla fiscalità d'impresa (mediante un taglio dell'imposizione sugli utili d'impresa) e per le persone fisiche. In particolare, tra le misure definite di stimolo e aiuto ai redditi disponibili delle famiglie, è prevista la cancellazione di IMU e TASI «prima casa»; tra le misure di aiuto alle imprese, è prevista la cancellazione IMU sui macchinari cosiddetti «imbullonati», e tra le misure di stimolo agli investimenti sono contemplati i tagli di IRES, nell'ottica di una strategia pluriennale di riduzione della pressione fiscale.
  Il cronoprogramma delle riforme esposto nella Nota di aggiornamento al DEF conferma il quadro programmatorio collocando, nell'area di policy «Sistema fiscale», la riforma della tassazione locale e TASI-IMU, nel 2016; IRES-IRAP nel 2017 e IRPEF nel 2018. Le misure in questione – si legge sempre nella Nota – portano ad innalzare ulteriormente le previsioni di crescita, sebbene il cronoprogramma per le riforme non quantifichi per esse l'impatto sul PIL. Ai fini della crescita, i tagli alle imposte dovranno essere selettivi e mirati in modo tale da stimolare gli investimenti privati.
  Al fine di superare i ritardi e le difficoltà che caratterizzano l'attuazione delle Pag. 86politiche di coesione, anche in considerazione dell'avviamento del nuovo ciclo di programmazione delle risorse comunitarie 2014-2020, il decreto-legge n. 101 del 2013, all'articolo 10 ha ridefinito il quadro di governance delle politiche medesime sia ridisegnando le competenze della Presidenza del Consiglio per la politica di coesione 2014-2020, sia mediante l'istituzione della Agenzia per la coesione territoriale. I vincoli temporali alla spendibilità delle risorse derivanti dai Fondi UE, che ne comportano la revoca qualora gli stessi non siano utilizzati entro determinate scadenze temporali (che per il periodo di programmazione 2007-2013 sono fissati al 31 dicembre 2015) rendono necessario un attento e continuo monitoraggio dello stato di effettivo impiego dei finanziamenti, incentrato principalmente sul Dipartimento per lo sviluppo e la coesione economica, le cui funzioni sono ora presso l'Agenzia per la coesione territoriale. I dati sull'erogazione delle risorse sono altresì tenuti presso l'Ispettorato generale per i rapporti con l'Unione europea (IGRUE) della Ragioneria generale dello Stato, che è il centro contabile di gestione di tutte le risorse in essere per le politiche di coesione. Secondo quanto riportato nel sito dell'Agenzia per la coesione, i dati di monitoraggio finanziario al 30 giugno 2015 mostrano che la spesa sostenuta dai 52 Programmi Operativi Nazionali e Regionali, cofinanziati da FESR e FSE, sono pari a 37,3 miliardi di euro, il 79,8 per cento delle risorse complessivamente programmate. A sei mesi dalla data limite per la ammissibilità delle spese dei Programmi Operativi rimangono ancora da spendere 9,4 miliardi di euro.
  La Raccomandazione n. 6 invita l'Italia ad attuare l’«Agenda per la semplificazione 2015-2017» al fine di snellire gli oneri amministrativi e normativi; adottare misure finalizzate a favorire la concorrenza in tutti i settori contemplati dal diritto della concorrenza e intervenire in modo deciso sulla rimozione degli ostacoli che ancora permangono; garantire la rettifica entro la fine del 2015 dei contratti di servizi pubblici locali che non ottemperano alle disposizioni sugli affidamenti «in-house». Tra le condizioni che il Governo considera indispensabili per sostenere l'ambiente imprenditoriale e l'operare dei cittadini figurano le misure di semplificazione amministrativa, che già nel PNR di aprile 2015 erano indicate parte integrante delle azioni necessarie per recuperare il ritardo competitivo dell'Italia. A tale riguardo, nella Nota di aggiornamento, in risposta alla raccomandazione n. 6 del Consiglio europeo, il Governo evidenzia il consolidamento dell'azione di riduzione degli oneri amministrativi, richiamando innanzitutto lo stato di avanzamento nell'attuazione dell’»Agenda per la semplificazione per il 2015-2017», con la quale il Governo, le regioni, i comuni, le province e le città metropolitane si sono assunti un comune impegno ad assicurare l'effettiva realizzazione degli obiettivi individuati, nonché alla definizione di alcuni interventi di settore. In particolare, il Governo indica i risultati del secondo report pubblicato dal Ministero per la semplificazione e la pubblica amministrazione (MIPA), sullo stato di attuazione dell'Agenda (il primo era aggiornato al 30 aprile), dal quale risulta che al 31 agosto 2015 sono state rispettate 36 su 40 (pari al 90 per cento) delle scadenze previste dalla Agenda e dalla pianificazione di dettaglio delle attività. Tra i risultati raggiunti, il Governo richiama la predisposizione della modulistica standardizzata relativa ai titoli abilitativi edilizi. In particolare, è stata completata l'adozione da parte di tutte le Regioni a statuto ordinario dei moduli semplificati e standardizzati per l'edilizia più utilizzati dai cittadini (CIL e CILA). Altri risultati indicati come prossimi alla realizzazione sono l'adozione da parte delle Regioni del modulo unico per l'autorizzazione unica ambientale (AUA), dopo la sua pubblicazione in Gazzetta Ufficiale il 30 giugno 2015, mentre il modulo della denuncia di inizio attività (DIA) alternativa al permesso di costruire è stato approvato in Conferenza Unificata. Evidenzia come il disegno di legge sulla concorrenza (C. 3012), attualmente all'esame dell'Assemblea della Camera, rappresenti Pag. 87il primo disegno di legge annuale per la concorrenza e l'apertura dei mercati, ed è volto alla rimozione degli ostacoli regolatori all'apertura dei mercati, nella promozione della concorrenza e nella garanzia della tutela dei consumatori, anche in applicazione dei principi del diritto dell'Unione europea, nonché delle politiche europee in materia di concorrenza. L'adozione di una legge annuale per il mercato e la concorrenza è stata prevista dall'articolo 47 della legge 23 luglio 2009, n. 99 con le specifiche finalità di porre in atto un'attività periodica di rimozione dei tanti ostacoli e freni, normativi e non, che restano nei mercati dei prodotti e dei servizi, sulla base delle specifiche indicazioni dell'Autorità garante per la concorrenza ed il mercato. Al riguardo, il Governo specifica di aver dato attuazione, almeno parziale, alla segnalazione dell'Autorità del luglio 2014 che, proprio ai fini della predisposizione del disegno di legge annuale per la concorrenza, evidenzia gli ambiti di mercato ove sono presenti tuttora barriere alla competizione, in cui la trasparenza è insufficiente o la domanda è ingessata, anche alla luce delle raccomandazioni della Commissione europea e delle altre istituzioni internazionali in tema di concorrenza e apertura dei mercati. Il citato disegno di legge sulla concorrenza recepisce le proposte contenute dalla segnalazione dell'AGCM, in alcuni casi introducendo norme di portata anche più ampia rispetto agli obiettivi della segnalazione. In particolare, il disegno di legge reca norme in materia di assicurazioni intervenendo sulla disciplina delle polizze RC auto e anche per contrastare le frodi assicurative. Con riguardo al settore delle comunicazioni si interviene nei contratti per servizi di telefoni, televisivi e di comunicazioni elettroniche; inoltre viene istituito il Registro dei soggetti che utilizzano indirettamente risorse nazionali di numerazione e si prevede l'utilizzo del Sistema Pubblico dell'Identità Digitale (SPID). Con riferimento ai pagamenti digitali, si introduce la possibilità di utilizzare la bigliettazione elettronica. Con riguardo al settore cinematografico, sono attribuiti alcuni poteri all'Autorità garante della concorrenza e del mercato. Con riferimento ai servizi postali è soppressa, a decorrere dal 10 giugno 2016, l'attribuzione in esclusiva alla società Poste italiane Spa (quale fornitore del Servizio universale postale) dei servizi inerenti le notificazioni e comunicazioni di atti giudiziari nonché dei servizi inerenti le notificazioni delle violazioni del codice della strada. Con riferimento al settore energetico si elimina, a partire dal 2018, il regime di «maggior tutela» che opera transitoriamente nei settori del gas e dell'energia elettrica. Si interviene anche con specifico riguardo alla distribuzione dei carburanti. Nel corso dell'esame parlamentare, è stata inserita una norma che riguarda l'accesso da parte dei produttori al mercato di gestione autonoma degli imballaggi. Con riguardo ai servizi professionali si è intervenuti nelle società tra avvocati e nella professionale notarile. In materia di servizi bancari, si è intervenuti nel contenimento delle tariffe telefoniche per l'assistenza al cliente e più concorrenzialità per le polizze connesse all'erogazione dei finanziamenti. Con riguardo al settore della distribuzione farmaceutica si consente l'ingresso di società di capitali nella titolarità dell'esercizio della farmacia privata e si rimuove il limite delle quattro licenze, attualmente previsto, in capo ad una stessa società. In materia di trasporti si interviene sulla disciplina dei rimborsi per i fruitori d servizi di linea di trasporto passeggeri su gomma o rotaia e di trasporto marittimo e si inseriscono i velocipedi nelle tipologie di veicoli che possono effettuare servizi pubblici non di linea di noleggio con conducente.

   Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.15.

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INTERROGAZIONI

  Martedì 29 settembre 2015. — Presidenza del presidente Ettore Guglielmo EPIFANI. – Interviene il sottosegretario di Stato per lo sviluppo economico, Antonello Giacomelli.

  La seduta comincia alle 14.15.

5-04023 Ciprini: Potenziamento produttivo dello stabilimento Perugina-Nestlé di Perugia.
5-06303 Galgano: Iniziative del Governo per la soluzione della vertenza Perugina-Nestlé.
5-06310 Ricciatti: Potenziamento produttivo dello stabilimento Perugina-Nestlé di Perugia.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde alle interrogazioni in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 1).

  Tiziana CIPRINI (M5S), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta, sottolineando l'estremo ritardo con il quale il Governo ha risposto al proprio atto ispettivo. Osserva che la produzione dello stabilimento Nestlé di Perugia registra da tempo un notevole calo di attività con la chiusura di alcune linee di prodotti, in seguito alla quale si sono avviati contratti di solidarietà per i dipendenti. Manifesta pertanto preoccupazione per la recente evoluzione degli eventi ed auspica che il Governo possa sollecitare il gruppo industriale ad adottare le linee guida di un piano industriale che assicuri idonei investimenti e garantisca la tutela dei livelli occupazionali.

  Adriana GALGANO (SCpI), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta, che come già dichiarato dalla collega Ciprini, giunge con un notevole ritardo anche rispetto agli impegni assunti dall'allora Viceministro Claudio De Vincenti nella seduta del 20 febbraio 2015, in occasione della risposta alla sua interpellanza n. 2-00841 svolta congiuntamente a quella presentata dalla collega Ciprini n. 2-00836. In quella sede il Governo assicurò l'apertura di un tavolo di confronto con al centro il futuro della Perugina nel più ampio contesto del futuro italiano della Nestlé. A distanza di sette mesi apprende con soddisfazione che il tavolo si riunirà il prossimo 7 ottobre. Auspica quindi l'adozione, da parte del gruppo, di un piano industriale che salvaguardi la produttività dello stabilimento produttivo di San Sisto.

  Lara RICCIATTI (SEL), replicando, si dichiara parzialmente soddisfatta della risposta fornita dal rappresentante del Governo. Ritiene essenziale la tempestiva adozione del piano industriale da parte dell'azienda e l'apertura del tavolo preannunciato dal sottosegretario Giacomelli per consentire al Governo di sottolineare la strategicità degli stabilimenti Nestlé in Italia. Sottolineata la necessità di scongiurare il rischio di delocalizzazione delle attività, chiede al rappresentate del Governo di tornare a breve in Commissione per dare conto dell'evolversi della vicenda.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, nel condividere le considerazioni svolte e le preoccupazioni manifestate dai colleghi interroganti, evidenzia come nel gruppo della Nestlé vi siano settori produttivi ancora altamente redditizi, come quello delle acque minerali e altri, tendenzialmente appartenenti al comparto alimentare che sono evidentemente in crisi, nei quali la proprietà ha progressivamente diminuito gli investimenti.

5-05247 Tino Iannuzzi: Rifinanziamento delle agevolazioni previste dal decreto legislativo n. 185 del 2000.
5-06420 Catanoso: Rifinanziamento delle agevolazioni previste dal decreto legislativo n. 185 del 2000.
5-06435 Barbanti: Nuovo finanziamento dell'Agenzia nazionale per l'attrazione degli investimenti.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, avverte che le interrogazioni in titolo, vertendo Pag. 89sulla stessa materia, saranno svolte congiuntamente.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 2).

  Tino IANNUZZI (PD), replicando, ringrazia il sottosegretario Giacomelli per la risposta, della quale ritiene importante unicamente l'impegno del Ministero dello sviluppo economico, che deve essere dell'intero Governo, ad attivarsi per rifinanziare tali misure, nell'ambito della oramai prossima legge di Stabilità. Quello che importa – e lo ribadisce anche a nome dei colleghi interroganti Coviello, Famiglietti e Sgambato – non sono, infatti, questioni di competenza fra Ministeri che francamente non interessano affatto i giovani interessati, ma ora più che mai la necessità di rifinanziare finalmente questi incentivi così positivi ed efficaci, con l'assegnazione di congrue ed adeguate risorse. Tale rifinanziamento non può essere ulteriormente rinviato o ritardato, proprio perché si tratta di una misura che in tutti questi anni ha sempre prodotto risultati significativi ed importanti per la intera comunità e, in particolare, nel Mezzogiorno, con la nascita di tantissime piccole e valide imprese e con tanti nuovi effettivi e stabili posti di lavoro in favore di donne e di giovani disoccupati o alla ricerca di prima occupazione e con effetti assolutamente positivi per tanti giovani professionisti (commercialisti, fiscalisti, consulenti del lavoro) che hanno seguito le relative pratiche. Del resto sono diversi mesi che gli interroganti si stanno adoperando, anche con ripetute ed argomentate sollecitazioni nei confronti di diversi rappresentanti del Governo, che si sono impegnati a individuare una soluzione positiva reperendo le risorse finanziarie necessarie e riconoscendo il valore di queste agevolazioni per l'Autoimpiego e la Piccola Imprenditorialità giovanile di cui al Titolo II del decreto legislativo n. 185/2000. Sottolinea con estrema preoccupazione che proprio in queste ore Invitalia ha inviato lettere ai numerosissimi giovani che hanno già presentato, fin dal marzo scorso, richieste di ammissione all'incentivo per il 2015 e che hanno, quindi, già sostenuto spese rilevanti per i progetti predisposti- comunicazione di avvenuto esaurimento dei fondi disponibili e, quindi, di sostanziale archiviazione delle pratiche medesime. Una ragion in più per sbloccare la situazione rifinanziando tali importati ed utilissimi incentivi. Continuerà a pressare il Governo ed a seguire la vicenda fino alla sua definitiva ed integrale risoluzione, nell'interesse del Mezzogiorno che ha bisogno innanzitutto di riconfermare incentivi, come questi, che hanno determinato risultati così rilevanti. A tal fine attiverà ogni iniziativa utile ed ogni specifica proposta emendativa in tal senso, in sede di discussione ed approvazione della legge di Stabilità.

  Francesco CATANOSO GENOESE detto Basilio Catanoso (FI-PdL), replicando, si dichiara insoddisfatto della risposta che non ha tenuto conto delle domande formulate nella sua interrogazione. Sottolinea che dallo scorso 9 agosto non è più possibile presentare la richiesta di accesso alle agevolazioni per l'autoimpiego a causa dell'esaurimento delle risorse disponibili. Lamenta che si continuano a finanziare gli interventi previsti dal Titolo I del decreto legislativo n. 185 del 2000 senza contributi in conti capitale fino a 1,5 milioni di euro e non più quelli previsti dal Titolo II del medesimo provvedimento che hanno concretamente dato un forte stimolo alle attività imprenditoriali soprattutto giovanili nel Mezzogiorno.

  Sebastiano BARBANTI (Misto-AL), replicando, manifesta dubbi sul rifinanziamento sollecitato nel suo atto ispettivo. Assicura che si attiverà in tutte le sedi parlamentari per consentire il rifinanziamento dell'Agenzia per l'attrazione degli investimenti al fine di garantire l'autoimprenditorialità attraverso misure che hanno concretamente dimostrato di essere utili allo sviluppo di piccole attività imprenditoriali soprattutto nel Mezzogiorno. Auspica quindi che il Governo possa procedere Pag. 90positivamente coordinando gli interventi dei Ministeri coinvolti, senza ripetere incresciosi episodi verificatisi nel passato di scarico di responsabilità tra le diverse amministrazioni dello Stato.

5-06070 Pili: Realizzazione del progetto di connessione tra Algeria – Sardegna – Europa denominato Galsi.

  Il sottosegretario Antonello GIACOMELLI risponde all'interrogazione in titolo nei termini riportati in allegato (vedi allegato 3).

  Mauro PILI (Misto), replicando, si dichiara del tutto insoddisfatto della risposta. Lamenta che il Governo ha reiteratamente sottovalutato la funzione strategica del gas ignorata anche nella risposta fornita che non ha volutamente richiamato le tensioni del conflitto tra Federazione russa e Ucraina. Ciò dimostra che non si tiene in alcun conto l'importanza dell'accordo siglato tra Algeria e Catalogna per la realizzazione di un metanodotto, la cui conseguenza sarà la marginalizzazione dell'Italia la quale risulterà limitata nella sua funzione di hub del gas e di interconnessione delle reti attraverso le isole. Lamenta quindi che la Sardegna è l'unica regione in Italia a non disporre di gas metano, mentre il Governo con le sue scelte irrazionali nell'ambito della politica energetica ha messo una pietra tombale su progetti ambiziosi come il Galsi la cui realizzazione avrebbe enormemente favorito l'economia e lo sviluppo della regione.

  Ettore Guglielmo EPIFANI, presidente, dichiara concluso lo svolgimento delle interrogazioni all'ordine del giorno.

  La seduta termina alle 15.40.

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