CAMERA DEI DEPUTATI
Martedì 19 maggio 2015
448.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Affari esteri e comunitari (III)
COMUNICATO
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ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Martedì 19 maggio 2015. — Presidenza del presidente Fabrizio CICCHITTO.

  La seduta comincia alle 14.10.

Variazione nella composizione della Commissione.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, comunica che a far data dal 12 maggio scorso sono tornati a far parte della Commissione, come componenti del gruppo del Partito Democratico, gli onorevoli Claudio FAVA e Alessio TACCONI. Comunica, altresì, che, a partire dalla medesima data, l'onorevole Ludovico VICO ha cessato di far parte della Commissione.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) esprime soddisfazione per il ritorno in Commissione affari esteri del collega Fava, che svolge un lavoro encomiabile anche nella sede della delegazione parlamentare italiana presso l'OSCE, e del collega Tacconi, che è adesso componente del suo medesimo gruppo.

Programma di lavoro della Commissione europea per il 2015.
(COM(2014)910 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2015.
(Doc. LXXXVII-bis, n. 3).
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o luglio 2014-31 dicembre 2015)
(10948/1/14 REV 1)).
(Parere alla XIV Commissione).
(Esame congiunto ai sensi dell'articolo 126-bis del Regolamento e conclusione – Parere favorevole).

  La Commissione inizia l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo.

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  Eleonora CIMBRO (PD), relatrice, afferma che l'esame congiunto dei provvedimenti in titolo costituisce potenzialmente un passaggio cruciale per l'intervento del Parlamento nella definizione della politica europea dell'Italia. Tale passaggio si colloca, infatti, nell'ambito di una vera e propria «sessione europea di fase ascendente», dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso, introdotta a partire dal 2011 per effetto dell'adozione di un pacchetto di modifiche legislative e di pronunce della Giunta per il regolamento della Camera ma finora scarsamente attuata, nel 2013, a causa dell'avvio della nuova legislatura e l'anno scorso per il concomitante avvicendamento degli esecutivi Letta e Renzi.
  Sottolinea che i documenti all'esame presentano quest'anno un rilievo politico e strategico ancora più significativo in considerazione di due elementi: l'opportunità di esaminare il primo Programma di lavoro della Commissione Juncker, che presenta rilevanti innovazioni sul piano del metodo e dei contenuti; la possibilità di dare seguito, attraverso la Relazione programmatica, all'azione svolta dal nostro Paese nel corso del semestre di Presidenza, che ha già prodotto importanti innovazioni nell'approccio dell'Unione europea all'economia e ad altre questioni cruciali, come quelle delle legate alla dimensione esterna dell'UE.
  Il Programma di lavoro per il 2015, che reca non a caso l'impegnativo titolo Un nuovo inizio, presenta rilevanti innovazioni sul piano del metodo e dei contenuti. Esso intende, secondo quanto dichiarato dalla Commissione, dare risposta concreta alle aspettative dei cittadini europei che chiedono all'Unione una soluzione ai grandi problemi legati all'attuale congiuntura socio-economica, quali la forte disoccupazione, l'elevato debito pubblico, la scarsa crescita e la carenza di investimenti e di competitività a livello mondiale, auspicando al tempo stesso una minore ingerenza dell'Unione nelle questioni quotidiane, nelle quali gli Stati membri possono intervenire più efficacemente.
  Sul piano del metodo, merita segnalare che per la prima volta la Commissione europea ha accettato di discutere con il Consiglio il proprio programma prima della sua formale presentazione al Parlamento europeo, dando seguito alle indicazioni emerse dalla riflessione sul funzionamento delle istituzioni UE promossa dalla Presidenza italiana. Il programma è basato su quattro importanti e condivisibili princìpi: conformità ai dieci orientamenti politici annunciati da Juncker in qualità di candidato presidente della Commissione europea il 15 luglio 2014; applicazione della discontinuità legislativa: la Commissione ha deciso il ritiro delle proposte che non sono conformi agli orientamenti politici o che hanno subito così tante modifiche nel corso dei negoziati da risultare non più aderenti agli obiettivi iniziali, nonché delle proposte sulle quali in sede negoziale non vi è stato alcun accordo; alleggerimento del carico normativo: le nuove norme proposte non dovranno imporre eccessivi oneri e formalità burocratiche, mentre quelle esistenti saranno oggetto di revisione sulla base del Programma REFIT (adeguatezza della regolamentazione); modifica dei metodi di lavoro del Parlamento europeo e del Consiglio: il programma auspica una maggiore collaborazione con i due legislatori per definire le principali priorità politiche e legislative delle tre istituzioni e accelerare così il processo decisionale. La Commissione, intende, inoltre collaborare maggiormente con gli Stati membri, con i Parlamenti nazionali, con le regioni e con le città per garantire una migliore attuazione delle politiche esistenti.
  Questi princìpi si traducono nei 4 allegati che accompagnano il programma: l'Allegato 1 elenca le 23 nuove iniziative che la Commissione intende presentare nel 2015 nell'ambito delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici; l'Allegato 2 contiene le 80 proposte pendenti di cui si prospetta il ritiro o la modifica, corredate da una motivazione; l'Allegato 3 elenca le 79 proposte inserite nel programma REFIT; l'Allegato 4 elenca gli 81 atti legislativi che entreranno in vigore nel 2015.Pag. 33
  Ritiene che sarebbe inappropriato e sterile il tentativo di condurre un'analisi puntuale di tutte le iniziative preannunciate dalla Commissione, che potranno essere oggetto, una volta presentate, di specifico esame per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, come già avvenuto ad esempio per il Piano per gli investimenti e per l'Unione per l'energia e come avverrà per il Documento di consultazione sulla nuova Politica europea di vicinato.
  Evidenza, ai fini dell'esame della Commissione, le iniziative che saranno presentate nel 2015, di cui all'Allegato 1, alcune delle quali sono state già presentate nei primi tre mesi dell'anno. Per quanto riguarda le azioni rispondenti ai dieci orientamenti della Commissione, rientrano specificatamente nelle competenze della Commissione: la priorità n. 6 (un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti). In questo campo, la Commissione procederà al riesame globale della strategia commerciale dell'UE e del suo contributo all'occupazione, alla crescita e agli investimenti: il riesame riguarderà i negoziati multilaterali, bilaterali e le misure autonome. Inoltre, la Commissione si adopererà per migliorare la trasparenza dei negoziati TTIP affinché si giunga ad un accordo equilibrato e ragionevole tra l'Unione europea e gli USA; la priorità n. 7 (uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia), ed in particolare l'impegno della Commissione a presentare un'agenda europea in materia di sicurezza per il periodo 2015-2020, volta a contrastare la criminalità transfrontaliera, il terrorismo, il fenomeno dei combattenti stranieri e la cibercriminalità, e a portare avanti il processo di adesione dell'Unione alla Convenzione europea per i diritti dell'uomo; la priorità n. 8 (verso una nuova politica della migrazione). La Commissione elaborerà un'agenda europea della migrazione, così come ha fatto il Commissario Dimitris Avramopoulos nei giorni scorsi, definendo in particolare un approccio nuovo nei confronti della migrazione legale, anche mediante la collaborazione con i Paesi terzi, aspetti cui anche la relazione del Governo attribuisce forte rilievo; al tempo stesso, si impegnerà affinché sia intensificata la lotta all'immigrazione clandestina e al traffico degli esseri umani; la priorità n. 9 (un ruolo più incisivo a livello mondiale). La Commissione si impegnerà per dotarsi di una vera politica estera comune e per promuovere la stabilità lungo i confini dell'Unione. Aiuterà i Paesi vicini ad attuare le riforme democratiche ed economiche, a rispettare lo Stato di diritto, a rafforzare la governance economica e a dotarsi di una pubblica amministrazione efficiente. Procederà al riesame della Politica europea di vicinato (PEV), congiuntamente all'Alta Rappresentante, al fine di definire nuovi orientamenti strategici; inoltre, presenterà un'altra iniziativa volta a definire la posizione dell'UE sul partenariato globale per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015. Infine, nel rispetto della priorità n. 10 (un'unione di cambiamento democratico), la Commissione presenterà due iniziative non legislative, la prima riguardante l'accordo interistituzionale «Legiferare meglio», volta al miglioramento della legislazione, e la seconda riguardante un accordo interistituzionale volto a rendere il registro per la trasparenza obbligatorio e a fare così in modo che tutte le istituzioni indichino chiaramente chi influenza il processo decisionale.
  Venendo ai contenuti della Relazione programmatica, essa è articolata in sei capitoli, strutturati ciascuno in più sezioni recanti un riquadro che riassume gli obiettivi prioritari del nostro Paese. Prima di richiamarne brevemente i profili più strettamente attinenti agli ambiti di competenza della Commissione, le preme sottolineare preliminarmente che il documento appare, nel suo complesso, conforme alle previsioni della legge n. 234 del 2012, pur presentando alcune significative lacune. Per quasi tutte le politiche sono infatti indicati, sia pure in termini a volte generici, gli orientamenti generali del Governo e le azioni dell'UE che esso considera prioritarie. Apprezzabile è, in particolare, l'incrocio operato a questo scopo con le Pag. 34priorità indicate nel Programma di lavoro della Commissione e con quelle della presidenza lettone del Consiglio, nonché la forte attenzione alle iniziative che il Governo intende assumere per dare continuità agli obiettivi perseguiti nel corso del semestre italiano di Presidenza.
  Al tempo stesso, va sottolineato come in alcuni capitoli siano riportate informazioni dettagliate sulle attività svolte o in corso di svolgimento a livello UE piuttosto che sulla posizione che l'Esecutivo ha seguito o intende seguire al riguardo. Eccessivo spazio viene inoltre riservato in diversi casi alle misure adottate o in corso di adozione a livello nazionale per attuare la normativa europea, che non ricadono nel contenuto proprio della Relazione programmatica ma dovrebbero essere invece contemplati nella Relazione consuntiva per il 2014, non ancora trasmessa alle Camere. Ciò rende alcune parti del documento di non agevole lettura.
  Passando ai contenuti, le preme richiamare la peculiare valenza politica del primo capitolo, che ribadisce le grandi priorità perseguite nel semestre di Presidenza italiana per un superamento dell’«Europa dei vincoli e dell'austerità»: dall'esigenza di rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche, alla promozione degli investimenti, fino alle riforme strutturali ed alla legittimità democratica della governance dell'euro all'interno dell'Unione economica e politica.
  Particolare attenzione viene giustamente riservata dalla Relazione, analogamente al Programma della Commissione, alla revisione della Strategia Europa 2020, in vista della quale, nell'ambito della consultazione già svolta dalla Commissione europea, il Governo propone di riflettere su tre aspetti principali: il ripensamento degli obiettivi, con particolare riguardo alla centralità della crescita e dell'occupazione nonché all'importanza del mercato unico, e della governance della strategia; il finanziamento dell'economia (accesso al credito e frammentazione del mercato finanziario); l'incentivazione delle riforme strutturali. Con riferimento al bilancio dell'UE, l'Italia intende garantire l'equilibrio tra la disciplina di bilancio e le esigenze in materia di spesa, con specifico riguardo alle priorità in materia di crescita, occupazione, coesione, politica agricola e azioni di politica estera.
  Per quanto attiene alla creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa, il documento individua alcuni ambiti prioritari, in buona misura coincidenti con quelli indicati dalla Commissione europea sebbene declinati in alcuni casi in modo differente. Il primo consiste nel monitoraggio sulla salvaguardia dello stato di diritto nell'UE, attuando il meccanismo introdotto sulla Presidenza italiana, che prevede un dibattito annuale in sede di Consiglio Affari Generali.
  Un secondo ambito prioritario attiene alla gestione dei flussi migratori, nel cui ambito è considerato anzitutto prioritaria – con maggiore coraggio rispetto al più generico programma della Commissione – la condivisione degli oneri connessi al controllo delle frontiere esterne marittime dell'Unione europea, alla gestione dei flussi migratori e al traffico di esseri umani, anche con riferimento all'operazione Triton.
  Contemporaneamente verrà perseguito l'obiettivo di favorire la migrazione legale, con particolare riguardo alla definizione della proposta di direttiva relativa alle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio di alunni, tirocinio, volontariato e collocamento alla pari.
  Nella prospettiva di favorire la migrazione legale e contrastare l'immigrazione illegale, l'Italia sosterrà inoltre lo sviluppo dei partenariati di mobilità con i Paesi terzi. Il Governo ribadisce infine l'impegno per l'adozione di un meccanismo di riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo, pur nella consapevolezza che tale obiettivo risulta difficilmente raggiungibile nel breve periodo.
  Un ulteriore ambito prioritario consiste nel contrasto del radicalismo, del terrorismo e della criminalità organizzata, anche nell'ottica dell'approvazione della prossima Strategia europea di sicurezza interna; particolare rilevanza in questo ambito Pag. 35viene attribuita alla prevenzione ed al contrasto del fenomeno dei foreign fighters, anche mediante la costituzione di squadre multinazionali ad hoc al fine di promuovere lo scambio d'informazioni su fatti e condotte che rappresentano una potenziale minaccia e di una rete di punti di contatto nazionali specializzati in questo fenomeno, in linea con gli indirizzi operativi assunti nel recente decreto-legge antiterrorismo.
  Il quinto capitolo della Relazione illustra gli orientamenti del Governo in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa comune. In questo quadro viene considerata quale «priorità assoluta» l'azione della Unione Europea a favore di una stabilizzazione sostenibile nel vicinato, anzitutto con riferimento alla crisi libica, per la quale si ribadisce la posizione sinora tenuta dall'Italia, e alla necessità di una progressiva democratizzazione dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo. Sottolinea in definitiva l'importanza del partenariato mediterraneo, come tradizionalmente sostenuto dall'Italia, che non deve in alcun caso essere messo in secondo piano rispetto alla politica di vicinato verso est. Il Governo intende inoltre incoraggiare l'azione dell'Alta Rappresentante per propiziare un «cessate il fuoco» duraturo a Gaza e a favorire la ripresa del processo di pace in Medio Oriente basato sul principio dei due Stati – come ha auspicato la stessa Camera dei deputati con le mozioni approvate il 27 febbraio scorso – nonché sostenere gli sforzi della UE per porre fine alle violenze in Siria, facilitando una transizione politica conforme alle aspirazioni democratiche del popolo siriano. Particolare attenzione sarà dedicata al contributo che l'Unione potrà dare al contrasto delle minacce legate al terrorismo ed all'estremismo violento (incluso il fenomeno del «reducismo»). Per quanto riguarda la crisi ucraina, il Governo si impegnerà a mantenere una linea politica unitaria in ambito UE basata sui seguenti principi: sostegno ai principi fondamentali del diritto internazionale in relazione all'integrità territoriale del Paese, non riconoscimento delle autorità de facto emerse nelle regioni orientali, invito alle parti a rispettare pienamente il cessate il fuoco e gli accordi di Minsk, promozione di ogni utile occasione di dialogo diretto fra Ucraina e Russia, anche al più alto livello politico. In questo contesto, il Governo incoraggerà la UE a tenere aperti i canali di dialogo con la Russia, pur riconoscendo la necessità di ripensare strategicamente i rapporti reciproci.
  La seconda grande priorità attiene all'approfondimento della dimensione europea della sicurezza e della difesa, considerata dal Governo completamento necessario e imprescindibile del processo di integrazione continentale nel medio-lungo periodo.
  La terza priorità consiste nel sostegno alla strategia di allargamento dell'UE verso i Balcani occidentali e la Turchia, in quanto strumento politico essenziale per garantire il consolidamento della democrazia, della sicurezza e della stabilità politico-economica ai nostri confini e per rafforzare l'UE sia sul piano interno che su quello internazionale.
  Un quarto ambito attiene all'approfondimento delle relazioni transatlantiche e con gli altri partner globali. L'Italia sosterrà, in particolare, una rapida conclusione dei negoziati per il TTIP attraverso un'intesa bilanciata ed onnicomprensiva, coerente con il mandato negoziale, che sia suscettibile di produrre ricadute positive sulle due sponde dell'Atlantico in termini di crescita economica, occupazione e mobilità.
  Una quinta priorità è costituita opportunamente dall'attuazione delle strategie macroregionali. La Relazione sottolinea anzitutto che la Strategia adriatico-ionica ha un forte significato politico per i Paesi coinvolti e per la stessa UE, dando impulso sia al percorso europeo dei Balcani, favorendo la collaborazione su politiche convergenti e basate su standard comunitari, sia ad un migliore utilizzo dei fondi comunitari e nazionali.
  La Relazione ricorda quindi che nel 2015 entrerà nella sua fase finale, in vista dell'approvazione da parte del Consiglio europeo di dicembre, l’iter della Strategia Pag. 36UE per la regione alpina, la cui caratteristica innovativa risiede nella stretta collaborazione tra i livelli statuale, regionale e transfrontaliero. Il Governo sottolinea che la strategia potrà tradursi in un effettivo valore aggiunto solo se saprà affrontare gli squilibri territoriali e socio-economici tra le zone montuose dell'arco alpino e i più vasti territori circostanti, sulla base di un approccio di «mutua solidarietà».
  Non si sofferma sui contenuti del Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea, che risulta in realtà del tutto obsoleto poiché redatto oltre un anno fa, prima del turno italiano di presidenza del Consiglio dell'UE.
  Nel formulare una proposta di parere favorevole (vedi allegato), confida che il dibattito su questi importanti documenti programmatici consenta a tutti i commissari di esprimersi in modo organico e coerente e, al tempo stesso, approfondito – in uno scenario segnato da un arco di crisi che circonda i confini orientali e meridionali del nostro Continente, provocando una vera e propria disarticolazione degli equilibri geopolitici ereditati dai due conflitti mondiali – sulle prospettive strategiche dell'Unione europea, e sul correlato ruolo del nostro Paese, nell'arena internazionale.

  Fabrizio CICCHITTO, presidente, ringrazia la relatrice per l'illustrazione sintetica dei tre corposi provvedimenti in esame, che però coglie i salienti punti politici.

  Maria Edera SPADONI (M5S) rileva come nei documenti all'esame siano ricompresi molti punti condivisibili, ma al tempo stesso anche molti altri che non possono che suscitare notevoli perplessità, in particolare per quanto riguarda il TTIP. In questo senso, fa proprie le dichiarazioni rilasciate dal senatore francese Jean Arthuis in occasione del relativo dibattito svoltosi all'Assemblea nazionale francese. Avanza a titolo esemplificativo due questioni: in primo luogo, ritiene inaccettabile la composizione privatistica delle controversie fra Stati e grandi imprese, come voluto dagli Stati Uniti, perché corrisponde ad una vera e propria «svendita» della sovranità degli Stati; in secondo luogo, viene meno la protezione sanitaria europea, in base ad un processo di pesante liberalizzazione per cui ci potremmo trovare in futuro ad avere nei nostri piatti animali trattati con l'ormone della crescita, ogm oppure carni chimicamente contaminate. Lamenta poi il fatto che il TTIP, un Trattato che è destinato ad avere ricadute così pesanti sulla vita dei cittadini europei, è in realtà difficilmente accessibile, e non può essere consultato nella sua interezza, ma solo per parti limitate; i suoi contenuti e l’iter di approvazione rischiano di passare sotto silenzio, e vorrebbe dunque sentire voci diverse, specialmente per quanto riguarda l'aspetto più criticabile e delicato, vale a dire la perdita di potere decisionale degli Stati.
  Per quanto riguarda gli altri aspetti dei documenti, critica in modo assai deciso i contenuti in tema di ricapitalizzazione diretta delle banche e di attuazione del Fiscal Compact, che sono poi le scelte strategiche sbagliate alla base della gravissima crisi economica che ha colpito l'Unione. Afferma di considerare assurda la scelta di immettere miliardi di euro nel Meccanismo europeo di stabilità, se essi poi vanno invece alle banche, affermando che il Movimento 5 Stelle non è contro l'Unione europea in quanto tale, ma contro questa idea dell'Europa. Per questi motivi, pur ribadendo l'apprezzamento per alcuni punti contenuti nei documenti, preannuncia il voto contrario del proprio gruppo alla proposta di parere favorevole della relatrice.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) afferma di voler chiarire due punti controversi, a proposito dei quali regna peraltro molta confusione. Il primo concerne il ruolo della Commissione europea. Nel periodo Barroso tale istituzione era decaduta ad un ruolo essenzialmente ancillare nei confronti del Consiglio europeo, rispetto al quale svolgeva di fatto funzioni tecniche di collegamento. Nel riconoscere la sconfitta Pag. 37subita dai socialisti europei nel 2014, afferma però che anch'essi, quale principale forza di opposizione, vogliono un maggior bilanciamento fra istituzioni dell'Unione; e nello specifico auspicano che il nuovo Presidente Juncker, il primo che sia stato scelto sulla base di un'investitura popolare, possa avere una forza tale da portare avanti il suo programma in dieci punti e controbilanciare il ruolo di Parlamento e Consiglio, nell'ottica dell'instaurazione, al livello europeo, di una democrazia che sia effettivamente decidente. Sottolinea che i socialisti europei sono fortemente contrari ad una carenza di politica, che non può che portare in moltissimi casi all'impossibilità di raggiungere dei risultati; come è avvenuto negli ultimi anni nella vita delle istituzioni europee, in cui abbiamo avuto un modello zoppo, con una mancanza di decisione e una politica economica gestita da pochi. Rileva come negli ultimi tempi anche il Parlamento europeo abbia agito in modo rinnovato, riuscendo ad esprimersi su molti ambiti in modo più fermo. In generale, per quel che riguarda la politica estera e di sicurezza comune, afferma che il proprio gruppo crede nel fattore esterno; e considera del tutto superata la situazione degli anni precedenti, in cui l'Europa era attestata sulla tutela ad ogni costo sulla tutela della stabilità economica e incurante di quanto accadeva fuori dai propri confini, col duplice disastroso risultato della decrescita economica all'interno e di numerosi conflitti militari deflagrati all'immediato esterno.
  Per quanto riguarda in secondo luogo il TTIP, auspica che la III e la XIV Commissione possano prendere atto del grande lavoro che è stato svolto. Ricorda che, per interessamento della Presidenza italiana, le trattative in merito sono state desecretate, e i relativi atti resi pubblici. Sottolinea che il punto maggiormente controverso è l'arbitrato, ovvero il meccanismo ISDS: non è la prima volta che l'Unione europea sottoscrive dei Trattati, e in tutti i casi il grande problema è relativo alla definizione del meccanismo di arbitrato. A chi afferma che esso è troppo favorevole agli interessi degli Stati Uniti e che si tratta di un'imposizione del Congresso americano, risponde che è stato appunto il Congresso a bloccare l’iter di definizione, perché considera il TTIP come attualmente definito troppo penalizzante per gli Stati Uniti. Fa presente che, se si parla di strapotere delle imprese private, senza trattati le imprese sono ancora più potenti e che, con l’impasse del WTO, i meccanismi di funzionamento del diritto internazionale si sono bloccati. A ciò molti attori internazionali – ad esempio, la Cina – hanno reagito tramite la firma di numerosi accordi bilaterali. A fronte di tutto questo l'Europa deve reagire, ed ha da questo punto di vista immense potenzialità. Si tratta insomma non solo di un singolo Trattato, per quanto importantissimo, ma di un problema geopolitico complessivo.
  Per tutti questi motivi, preannunzia il voto positivo del PD sulla proposta di parere favorevole avanzata dalla relatrice.

  Guglielmo PICCHI (FI-PdL), pur apprezzando il lavoro svolto dalla collega Cimbro, manifesta perplessità in riferimento al Programma di lavoro per il 2015 in cui l'Unione europea si dà l'obiettivo di dare risposta alle aspettative dei cittadini europei, laddove in realtà si sta palesemente andando in una direzione diametralmente opposta. Nei documenti in esame vi sono molte dichiarazioni di intenti, a cui corrisponde però nell'azione concreta la vaghezza più assoluta: il deficit democratico rimane, il Piano Juncker è lettera morta e la solidarietà europea sta venendo meno. Quanto al tema della trasparenza, è certamente positivo che gli atti relativi alla negoziazione del TTIP siano stati resi pubblici, ma nessuno può dire esattamente quali saranno le ricadute concrete del Trattato sulla vita del cittadino europeo.
  Da ultimo rileva come il TTIP sia certamente più favorevole all'UE che agli USA, ma viene d'altro canto fortemente sacrificato l'interesse nazionale. Tutto ciò porta direttamente all'euroscetticismo e spiega alla perfezione la vittoria di David Cameron nel Regno Unito, il quale ha già Pag. 38annunciato che indirà nel 2017 un referendum sull'appartenenza del suo Paese all'Unione. In definitiva, gli atti in esame vanno nella giusta direzione, ma solo come intenti. Preannuncia dunque il voto contrario del proprio gruppo sulla proposta di parere favorevole della relatrice.

  Marta GRANDE (M5S) contesta la veridicità dell'affermazione dell'onorevole Amendola, in base alla quale il testo del TTIP sia stato reso pubblico. Quanto alla presa di posizione del Congresso americano, essa deriva dall'impossibilità di emendare il testo dell'accordo in sede parlamentare sul quale il Congresso, come pure il nostro Parlamento, potrà esprimersi solo con un sì o con un no, con evidente declino del ruolo delle assemblee rappresentative.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) ribadisce la rispondenza al vero di quanto affermato e chiede che la Commissione svolga l'audizione del Viceministro per lo sviluppo economico, Carlo Calenda, per il chiarimento di ogni dubbio sulla questione. Quanto al ruolo del nostro Parlamento, sottolinea che l'Italia ha deciso di cedere parte della propria sovranità all'Europa e questo significa affidare un ruolo decisivo ai nostri europarlamentari, con i quali è essenziale in questo snodo mantenere uno stretto raccordo, come la sua forza politica sta facendo.

  Marta GRANDE (M5S) chiede di visionare il testo del documento con i contenuti dell'accordo, cosa che le appare tanto più impossibile in quanto esso non è stato ancora ufficialmente chiuso. Rileva poi come il Congresso non abbia bloccato il Trattato perché contrario agli interessi statunitensi, ma perché era stato posto nell'impossibilità di emendarlo – che rappresenta poi esattamente il punto sollevato dal proprio gruppo.

  Vincenzo AMENDOLA (PD) ripete che le procedure relative alla negoziazione sono state effettivamente desecretate.

  Marta GRANDE (M5S) chiede viceversa che la Commissione svolga l'audizione dell'eurodeputato Dario Tamburrano e di avere tutti i documenti relativi al TTIP disponibili in Commissione.

  Khalid CHAOUKI (PD) richiama la decisione, assunta il 9 ottobre 2014 dal Consiglio dell'Unione europea, di pubblicare le direttive di negoziato relative dal TTIP, decisione che è stata accolta con soddisfazione da numerose associazioni civili europee.

  Eleonora CIMBRO (PD), relatrice, ringrazia tutti i commissari che hanno preso parte attivamente al dibattito e che hanno fatto emergere molte sollecitazioni. Suggerisce agli altri gruppi di procedere ad approfondimenti istruttori sul tema; come del resto ha fatto il PD, che ha organizzato degli incontri con i parlamentari europei del gruppo del PSE. Nell'esprimere la propria soddisfazione per la rinnovata attenzione per i temi europei, auspica che il Comitato permanente sulla politica estera e relazioni esterne dell'Unione europea possa intensificare i propri lavori anche su queste tematiche.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la proposta di parere favorevole della relatrice.

  La seduta termina alle 14.45.

AVVERTENZA

  Il seguente punto all'ordine del giorno non è stato trattato:

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

Documento di consultazione congiunto della Commissione europea e dell'Alto rappresentante dell'Unione europea per gli affari esteri e la politica di sicurezza – Verso una nuova politica europea di vicinato.
(JOIN(2015) 6 final).

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