CAMERA DEI DEPUTATI
Giovedì 16 aprile 2015
426.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Agricoltura (XIII)
COMUNICATO
Pag. 202

SEDE CONSULTIVA

  Giovedì 16 aprile 2015. — Presidenza del presidente Luca SANI.

  La seduta comincia alle 15.40.

Documento di economia e finanza 2015.
Doc. LVII, n. 3 e allegati.
(Parere alla V Commissione).
(Esame e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame del Documento.

  Luca SANI, presidente, comunica che il gruppo M5S ha chiesto che la pubblicità dei lavori della seduta odierna sia assicurata anche mediante trasmissione con impianto audiovisivo a circuito chiuso. Non essendovi obiezioni, ne dispone l'attivazione.
  Comunica quindi che giovedì prossimo, 23 aprile, inizierà l'esame del DEF in Assemblea, e di conseguenza le Commissioni sono chiamate a rendere il parere entro la mattina di mercoledì 22 per consentire alla V Commissione di completarne l'esame nella stessa giornata di mercoledì.

  Paolo COVA (PD), relatore, rileva che la Commissione UE, nell'analisi approfondita sugli squilibri macroeconomici del 18 marzo ha messo in rilievo i principali deficit del sistema imprenditoriale italiano caratterizzato da una demografia sbilanciata verso le piccole imprese a bassa produttività, con una specializzazione relativa in prodotti ad intensità tecnologica medio-bassa, e ha rilevato che ciò pesa sulla competitività dell'economia italiana ed in particolare sulla propensione dell'Italia alle esportazioni.
  Inoltre, l'Italia dispone di una base manifatturiera diversificata, all'interno della quale i maggiori settori (in termini di quota del valore aggiunto lordo manifatturiero, secondo i dati 2013) sono i metalli di base, i macchinari e le attrezzature, i prodotti alimentari e le bevande.
  La tendenza positiva della bilancia commerciale – secondo i dati Istat, nel 2014 l'avanzo commerciale raggiunge 42,9 miliardi – è dovuta principalmente alla contrazione delle importazioni nominali, mentre le esportazioni sono aumentate solo moderatamente.Pag. 203
  Secondo la Commissione europea, affinché la capacità di esportazione possa diventare il motore di una crescita potenziale significativamente più elevata, l'Italia avrebbe bisogno di un recupero delle quote dei settori dei beni scambiabili (in particolare agricoltura e industria).
  La Commissione pone al riguardo l'accento soprattutto sull'erosione del settore manifatturiero italiano, che rappresenta il 95 per cento delle esportazioni di beni, e che potrebbe avere un impatto negativo sulle capacità di esportazione del paese.
  In un quadro macroeconomico congiunturale che profila, secondo le stime europee, un'ulteriore evoluzione favorevole dei tassi di cambio assieme al rafforzamento della domanda esterna, il Governo ha adottato una serie di misure per il rafforzamento del tessuto produttivo italiano e misure specifiche per l'implementazione della proposizione estera delle stesse imprese, in particolare PMI.
  Sul piano della proposizione estera delle imprese, ha avviato l'attuazione, a febbraio 2015, e intende attuare entro l'anno, il Piano per la promozione straordinaria del Made in Italy e l'attrazione degli investimenti in Italia (previsto dal decreto-legge n. 133 del 2014 e finanziato con la legge di stabilità 2015), finalizzato al sostegno delle imprese italiane (soprattutto PMI) che si rivolgono ai mercati esteri, all'assistenza agli investitori esteri in Italia nonché alla promozione dei prodotti italiani nei diversi mercati. Alcune azioni previste dal Piano sono rivolte a tutti i settori produttivi (ad esempio sostegno alle manifestazioni fieristiche, come Vinitaly per l'agroalimentare, e all'e-commerce), altre riguardano comparti quali, in particolare, il settore agroalimentare che mostra un andamento delle esportazioni particolarmente favorevole e crescente (nel 2014 il valore delle esportazioni è stato pari a 34,3 miliardi) ed un alto rischio di azioni depotenziatrici di contraffazione. Al settore agroalimentare è riservata una quota di risorse del Piano e specifiche azioni di sostegno (azioni a tutela all'estero dei marchi e delle certificazioni di qualità, realizzazione di un segno distintivo unico volontario per le iniziative di promozione all'estero e per l'Expo e lotta al cosiddetto italian sounding).
  Il PNR punta al rilancio delle produzioni agroalimentari d'eccellenza sui mercati esteri anche attraverso manifestazioni come Expo e Vinitaly, e a rendere più facilmente riconoscibili le indicazioni geografiche e i prodotti di qualità. Le azioni in questione rientrano in un Piano più ampio di azioni di sostegno all'internazionalizzazione e al Made in Italy, per la cui analisi si rinvia alla Scheda relativa alle politiche per la competitività.
  Sono poi state poste in essere alcune misure volte a rafforzare l'attività a supporto dell’export, prima fra tutte la possibilità di utilizzare i fondi provenienti dalla gestione separata della Cassa depositi e prestiti per tutte le operazioni volte a sostenere l'internazionalizzazione delle imprese, prevista dal decreto Investment Compact.
  Le politiche per il rilancio della competitività del settore agricolo e agroalimentare contenute nel DEF 2015 si muovono in sostanziale continuità con le azioni già avviate nel corso dell'anno scorso.
  Nella Nota di aggiornamento al DEF 2014, presentata dall'Esecutivo a settembre scorso, venivano richiamati, nel piano delle riforme, gli interventi di sostegno al settore agricolo compiuti nel 2014 (e considerati conclusi, in quanto adottati). Si tratta del decreto-legge n. 66 del 2014, e, in maggiore misura, nel decreto-legge n. 91 del 2014.
  Nel DEF 2015, l'Esecutivo intende incidere con ulteriori misure, confermando, da un lato, quale provvedimento collegato alla decisione di bilancio il disegno di legge S. 1328, recante disposizioni in materia di semplificazione, razionalizzazione e competitività agricole del settore agricolo, agroalimentare e della pesca, attualmente all'esame del Senato. Dalla sua effettiva approvazione il Governo fa dipendere la realizzazione della semplificazione e del riassetto della normativa vigente in materia di agricoltura e pesca, e il riordino degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, punti Pag. 204sui quali il disegno di legge prevede apposite deleghe al Governo (articolo 5 e articolo 9, del disegno di legge 1328-A).
  La prosecuzione dell'opera di semplificazione e sistemazione normativa del settore, parzialmente avviata con il decreto-legge n. 91 del 2014 (articoli 1, 1-bis e 2), invocata nel PNR anche con specifico riferimento a taluni settori, quali il vitivinicolo, trova riscontro in sede parlamentare: la Commissione agricoltura della Camera è impegnata nell'esame in sede referente delle proposte di legge (C. 2236 Sani e C. 2618 Oliverio) di riorganizzazione e semplificazione della disciplina della coltivazione della vite e produzione e commercio del vino.
  Sul piano della riorganizzazione degli enti vigilati dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali, la legge di stabilità 2015 è in parte intervenuta, disponendo l'incorporazione di INEA nel CRA e l'Istituzione del Consiglio per la ricerca in agricoltura e l'analisi dell'economia agraria. Inoltre, il Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali è coinvolto anche nel riassetto complessivo della pubblica amministrazione previsto dal disegno di legge delega S. 1577, all'esame del Senato, che prevede la riorganizzazione del Corpo forestale dello Stato, con eventuale assorbimento nelle altre forze di polizia e la conseguente riorganizzazione delle funzioni in materia di sicurezza agroalimentare.
  Il PNR considera inoltre quale veicolo per la realizzazione di un cambiamento del sistema agricolo – sostenuto in misura prevalente dalle risorse provenienti dalla politica agricola comune (PAC) – la semplificazione e la riduzione degli adempimenti per le aziende relative alla gestione della PAC 2014-2020.
  Su tale punto, anche su input della Commissione UE, sono state già adottate misure di semplificazione nella gestione della politica agricola comune 2014-2020 con il DM del Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali 12 gennaio 2015, n. 162, che costituisce, nella sostanza, la base normativa che sostiene il «Piano Agricoltura 2.0» avviato il 23 marzo scorso. Il Piano prevede la presentazione di una domanda unica pre-compilata per tutte le misure di sostegno dell'UE a superficie previste nel I e nel II Pilastro della PAC; la realizzazione di un'Anagrafe unica nazionale delle aziende agricole integrata dalle Anagrafi regionali; un solo Fascicolo aziendale (con l'unificazione del piano colturale, piano assicurativo individuale e il quaderno di campagna); la Banca dati unica dei certificati (antimafia, DURC); l'introduzione del pagamento anticipato, a giugno 2016, fino al 100 per cento dell'importo dovuto per le aziende che ne faranno richiesta all'atto della domanda, tramite accesso al credito bancario. In tal senso è anche intervenuta la legge di stabilità 2015, che consente l'erogazione di anticipazioni finanziare agli agricoltori da parte di ISMEA, a fronte della cessione da parte degli agricoltori al medesimo Istituto di crediti certificati inerenti taluni aiuti PAC (si tratta dei pagamenti diretti).
  Il PNR evidenza complessivamente l'esigenza di accelerare e facilitare l'attuazione nazionale della PAC 2014-2020, sia sul versante dei pagamenti diretti che dello sviluppo rurale, nonché dell'efficacia dei controlli sull'erogazione delle forme di incentivazione al settore, con riduzione del rischio di correzioni finanziarie da parte dell'Unione europea. Lo sforzo di efficientamento da parte degli Stati membri e delle autorità regionali nell'utilizzo dei Fondi strutturali e di investimento europei costituisce peraltro una parte della strategia del Piano di investimenti per l'Europa, il cosiddetto «Piano Junker», lanciato con la Comunicazione della Commissione UE del 26 novembre 2014 (COM (2014) 903 final), alla cui scheda di analisi si rinvia.
  In particolare, per ciò che attiene allo sviluppo rurale, l'obiettivo evidenziato dal PNR è quello di dare avvio al Programma di sviluppo rurale nazionale (PSRN) relativo alla gestione del rischio in agricoltura (che prevede l'attivazione di risorse pubbliche, europee e statali, per complessivi 1.640 milioni nel periodo 2014-2020), con l'introduzione, in linea con quanto previsto Pag. 205dal Regolamento UE 1305/2013, di nuove forme di mutualità per la stabilizzazione del reddito e per fronteggiare le emergenze climatiche.
  Il PSRN 2014-2020 «gestione del rischio» è, in particolare, finalizzato a garantire l'ampliamento del sistema di sostegno alle assicurazioni agricole agevolate, attraverso strumenti innovativi, quali i fondi di mutualizzazione e il cosiddetto strumento di stabilizzazione del reddito (IST). Il sostegno consiste nel versamento di contributi finanziari ai fondi di mutualizzazione per il pagamento di compensazioni finanziarie agli agricoltori in caso di perdite economiche causate da avversità atmosferiche, epizoozie, fitopatie o infestazioni parassitarie. In questi termini, si tratta – come evidenziato nel PSRN – di interventi non sovrapponibili a quelli a valere sul Fondo di solidarietà Nazionale (FSN), in quanto il FSN interviene agevolando assicurazioni sulle strutture e, nel settore della zootecnia, agevolando l'assicurazione per lo smaltimento delle carcasse.
  Le ulteriori misure, annunciate come urgenti nel PNR, sono strettamente connesse alla necessità di dare sostegno a settori non più assoggettati a specifica regolamentazione a livello europeo, come il settore lattiero-caseario, che necessitano di un rilancio di competitività.
  Anche in relazione al superamento del regime delle quote latte, introdotto a decorrere dal 1984 e cessato il 31 marzo scorso, il PNR evidenzia la necessità di una riforma strutturale delle relazioni commerciali nel settore, evidenziata anche dalla XIII Commissione della Camera, nella risoluzione n. 8-00102, approvata il 9 aprile scorso.
  Le misure del PNR sono in linea con gli obiettivi del Piano straordinario per il latte, già reso noto dal Ministero delle politiche agricole alimentari e forestali con un comunicato del 31 marzo 2015. Si tratta di una serie di azioni, talune delle quali già adottate con la legge di stabilità 2015,che ha istituito un Fondo latte di qualità per gli investimenti nel settore, con una dotazione finanziaria di complessivi 108 milioni di euro nel triennio 2015-2017.
  Il Piano si collega ad ulteriori azioni perorate dal Governo italiano e raggiunte in sede europea, come la possibilità, per gli Stati membri di rateizzazione del prelievo per la campagna lattiera 2014-2015 (si veda il recente Regolamento di esecuzione (UE) n. 517/2015).
  Quanto alla tempistica di attuazione di tali riforme, il Governo indica le misure di rilancio del settore lattiero caseario e quelle di gestione del rischio come attuabili entro il 2015, quelle di attuazione della PAC entro dicembre 2015. Non vengono ascritte, alle misure in questione specifici effetti in termini di impatto sul PIL.
  Il PNR punta inoltre a proseguire azioni già attivate, con il decreto-legge n. 91 del 2014 e la legge stabilità 2015, quali:
   le misure per sostenere le imprese agricole condotte da giovani e favorire l'ingresso di questi nel settore, continuando a sviluppare nuovi strumenti di incentivazione e di accesso alla terra e a rafforzare quelli esistenti.

  Dopo la riforma della disciplina degli interventi a sostegno dei giovani imprenditori agricoli (Capo III del Titolo I del decreto legislativo n. 185 del 2000) operata dal decreto-legge n. 91, la legge di stabilità 2015 ha rifinanziato tali interventi di sostegno (si tratta della concessione di mutui a tasso zero) con 10 milioni di euro per ciascuno degli anni 2015-2017 all'Ismea (108,4 milioni per le annualità 2018 e successive, sino al 2030).
   assicurare la corretta informazione del consumatore attraverso chiare informazioni in etichetta, al termine della consultazione pubblica attivata ai sensi del decreto-legge n. 91 del 2014, in tal senso e di recente conclusasi;
   rafforzare lo strumento dei contratti di filiera (rifinanziati per un importo pari a 10 milioni per ciascuno degli anni del 2015, 2016 e 2017 dalla legge di stabilità 2015), attraverso la promuovendo nuove Pag. 206modalità di organizzazione per l'aggregazione dell'offerta e la programmazione di interventi sul mercato;
   promuovere politiche di sostegno alle imprese agroalimentari con efficaci strumenti finanziari e creditizi ed avviare misure per l'attivazione di nuovi canali commerciali;
   salvaguardare la biodiversità delle specie e razze di interesse zootecnico anche a rischio di estinzione.

  A livello parlamentare, in proposito, è stata approvata dall'Assemblea della Camera, il 18 dicembre scorso, la proposta di legge C. 348 (che assorbe l'analoga proposta C. 1162) volta ad introdurre un sistema nazionale di tutela e di valorizzazione della biodiversità agraria e alimentare che funga in sostanza da coordinamento ai sistemi regionali di tutela già esistenti. Il testo approvato dalla Camera – il disegno di legge – S. 1728, è ora all'esame del Senato.
  In termini di innovazione, gli obiettivi della Strategia Europa 2020 per la spesa in Ricerca e sviluppo prevedono l'obiettivo al 3 per cento del PIL. L'Italia ha adottato, nel Programma nazionale della ricerca, un obiettivo dell'1,53 per cento. Gli ultimi dati sugli investimenti in ricerca e sviluppo in Italia nel 2012 pubblicati dall'Istat (dicembre 2014) rilevano per l'anno 2012 una cifra pari all'1,26 per cento.
  Inoltre, nell'analisi approfondita sugli squilibri macroeconomici dell'Italia contenuta nel documento del 18 Marzo, la Commissione UE evidenzia che l'intensità delle attività di ricerca e sviluppo delle imprese italiane era pari allo 0,67 per cento nel 2013, rispetto ad una media UE dell'1,29 per cento. Anche l'intensità di ricerca e sviluppo del settore pubblico è ad un livello notevolmente inferiore rispetto alla media dell'UE (0,54 per cento contro lo 0,72 per cento nel 2013).
  Una delle cause è individuata nel fatto che l'Italia ha ridotto il bilancio pubblico a favore di ricerca e sviluppo (la quota della spesa pubblica destinata alla ricerca e sviluppo è scesa all'1,02 per cento, rispetto all'1,32 per cento nel 2007).
  A fronte di ciò il Governo ha individuato quali strumenti per sostenere la ricerca e l'innovazione l'ampliamento del vigente quadro di crediti d'imposta per la ricerca e lo sviluppo e l'introduzione di un regime di tassazione agevolata (Patent box) per i redditi derivanti dall'uso o dalla vendita di brevetti e marchi (rispettivamente, nella legge di stabilità 2015 e nel decreto-legge n. 5 del 2015). Tali misure hanno peraltro ricevuto una valutazione molto positiva da parte della Commissione UE, nel Documento sugli squilibri macroeconomici.
  Prima ancora degli interventi di fine anno scorso, il Governo era già intervenuto per il settore agricolo, agroalimentare e della pesca, utilizzando la leva fiscale del credito di imposta per lo sviluppo di nuovi prodotti e la cooperazione di filiera e dell'ulteriore credito di imposta a favore dell'e-commerce di prodotti agroalimentari (decreto-legge n. 91 del 2014 e due decreti ministeriali attuativi del 13 gennaio 2015).
  Il Governo prevede, inoltre, di presentare un provvedimento legislativo contenente misure finalizzate a: efficienza e risparmio energetico; sviluppo delle fonti rinnovabili; incentivazione della mobilità sostenibile, con particolare riferimento alle città sostenibili e alla rigenerazione urbana; misure per la gestione ed uso efficiente del capitale naturale (suolo, foreste, terreni agricoli); agricoltura sostenibile, strumenti finanziari e fiscali per lo sviluppo dell'economia verde.
  Quanto alla necessità di aumentare la connessione digitale, l'attuazione della strategia è sostenuta combinando tutti i fondi europei disponibili (FESR, FSE, FEASR), L'obiettivo della Strategia Italiana per la banda ultralarga è quello di rimediare al gap infrastrutturale e di mercato che caratterizza la situazione italiana in materia, creando le condizioni più favorevoli allo sviluppo integrato delle infrastrutture di telecomunicazione fisse e mobili.
  Infine, particolarmente rilevante per il settore agricolo è l'ambito della riforma legata alla fiscalità.Pag. 207
  Si consideri al riguardo, che sia la Commissione UE, nell'analisi approfondita sugli squilibri macroeconomici del 18 marzo scorso, sia il PNR, evidenziano i progressi compiuti dall'Italia nella realizzazione di un trasferimento del carico fiscale dai fattori produttivi ai consumi.
  Le misure di riduzione della pressione fiscale sul lavoro che vengono in tal senso richiamate sono quelle della deducibilità integrale della componente lavoro per i dipendenti a tempo indeterminato dalla base imponibile dell'IRAP dovuta dai datori di lavoro (articolo 1, comma della legge di stabilità 2015).
  Per quanto riguarda il settore agricolo, il legislatore aveva introdotto misure di alleggerimento del carico fiscale sul lavoro a tempo determinato in agricoltura, che costituisce la tipologia di lavoro utilizzata in modo preponderante in tale settore: prime misure (contenute nell'articolo 5, commi 13 e 14 del decreto-legge n. 91 del 2014) sono state successivamente estese dalla legge di stabilità 2015, che ha consentito una integrale deducibilità da parte dei produttori agricoli soggetti a IRAP del costo del lavoro agricolo a tempo determinato come definito dal citato decreto-legge n. 91. Tali misure sono state però abrogate con il decreto-legge n. 4 del 2015 (cosiddetto decreto IMU agricola) a parziale copertura dell'onere finanziario recato dal medesimo decreto-legge n. 4, il quale è intervenuto per rendere meno restrittivo il regime di esenzione sui terreni agricoli montani e collinari in precedenza reso più restrittivo dal decreto-legge n. 66 del 2014 e dal relativo decreto ministeriale 28 novembre 2014.
  Per semplificare il quadro dei tributi locali sugli immobili e ridurre i costi di compliance per i contribuenti, il Governo evidenzia nel PNR l'introduzione, nel corso del 2015, di una nuova local tax, che unifichi IMU e TASI e semplifichi il numero delle imposte comunali, mediante un unico tributo o canone in sostituzione delle imposte e tasse minori e dei canoni esistenti. Il PNR non specifica eventuali interventi, in questo quadro semplificativo, sull'IMU agricola e sul relativo regime di esenzione (ambito sul quale il legislatore è recentemente più volte intervenuto con interventi che si sono sovrapposti, ad aprile scorso, con il decreto-legge n. 66 del 2014 e relativo decreto ministeriale 28 novembre 2014, a dicembre con il decreto-legge n. 185 del 2014 e la legge di stabilità 2015 e, da ultimo a gennaio con decreto-legge n. 4 del 2015).
  Il PNR, infine, ricorda che al fine di permettere l'ingresso nel mondo del lavoro di soggetti altamente qualificati e intensificare le relazioni fra imprese e università è stato dato il via al progetto PhD ITalents che prevede la selezione di 136 giovani dottori di ricerca da inserire, per un periodo non inferiore ai due anni, in imprese fortemente orientate all'innovazione e alla ricerca. Il finanziamento totale è di 16,2 milioni, di cui 11 milioni stanziati dal Ministero dell'istruzione attraverso il Fondo integrativo speciale per la ricerca e il resto da privati. Nel progetto saranno coinvolte le più significative esperienze imprenditoriali italiane nei settori di rilevanza strategica individuati dal Piano nazionale per la ricerca quali energia, agroalimentare, patrimonio culturale, mobilità sostenibile, salute e scienza della vita. Con il monitoraggio e la valutazione dell'intero processo si potrà valutare una possibile estensione del progetto a un numero più ampio di beneficiari.
  Infine, nel dichiarare la propria disponibilità ad accogliere le sollecitazioni e le proposte che emergeranno, si riserva di formulare una proposta di parere al termine del dibattito.

  Luca SANI (PD), presidente, rinvia il seguito dell'esame.

  La seduta termina alle 16.15

ERRATA CORRIGE

  Nel Bollettino delle Giunte e delle Commissioni parlamentari del 9 aprile 2015, a pagina 240, seconda colonna, dalla trentasettesima alla trentottesima riga, le parole: «La Commissione approva la proposta di parere del relatore» si intendono eliminate.