CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 1 aprile 2015
417.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Politiche dell'Unione europea (XIV)
COMUNICATO
Pag. 137

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 1o aprile 2015. — Presidenza del Presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 14.40.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda un aumento del prefinanziamento iniziale versato a programmi operativi sostenuti dall'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile.
COM(2015)46 final.
(Parere alla XI Commissione).
(Seguito dell'esame e conclusione – Parere favorevole con osservazioni).

  La Commissione prosegue l'esame del provvedimento in oggetto, rinviato nella seduta del 18 marzo 2015.

  Francesca BONOMO (PD), relatrice, illustra nel dettaglio una proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 1), che nella giornata di ieri ha trasmesso ai colleghi della Commissione.

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL), ringrazia la relatrice per l'approfondito lavoro svolto, ma sottolinea gli elementi di criticità che, a suo avviso, caratterizzano il provvedimento in esame. In particolare, ritiene che si corra concretamente il rischio che l'Italia, a causa di ritardi nell'uso delle risorse stanziate, debba restituire i prefinanziamenti, a vantaggio di altri paesi. In tal senso non sono sufficientemente tranquillizzanti le assicurazioni date dal Governo, anche in considerazione del fatto che i principali soggetti attuatori dei programmi operativi della YEI (Youth Employment Initiative) sono le regioni. Ricorda peraltro come, anche in sede di audizione della Conferenza delle regioni e delle province autonome, svoltasi lo scorso 26 marzo dinanzi alle Commissioni riunite lavoro e Politiche dell'Unione europea, sono emerse persistenti difficoltà, sia con riguardo ai prefinanziamenti del Fondo sociale europeo per sostenere le misure di attuazione della Garanzia giovani, che con riferimento al funzionamento dei centri per l'impiego. Sottolinea infine la necessità di attribuire maggiore rilievo alle modalità dell'apprendistato e del tirocinio nell'ambito dei programmi da finanziare.
  Preannuncia pertanto il proprio voto contrario sulla proposta di parere formulata dalla relatrice.

  Florian KRONBICHLER (SEL), pur esprimendo apprezzamento per il lavoro svolto dalla relatrice, non ritiene possibile votare favorevolmente sulla proposta presentata. Manifesta perplessità circa il continuo richiamo a forme di monitoraggio che, a suo avviso, sono prive di effettiva utilità e rileva come occorrerebbe almeno trasformare in condizioni le osservazioni formulate, al fine di rendere maggiormente incisiva la pronuncia della XIV Commissione.

  Cosimo PETRAROLI (M5S) preannuncia l'astensione del suo gruppo sulla proposta di parere, condividendo i rilievi avanzati dai colleghi.

  Francesca BONOMO (PD) precisa innanzitutto come la proposta di regolamento in esame sia volta a modificare unicamente l'ammontare del prefinanziamento per i programmi operativi che attuano la YEI (Youth Employment Initiative), e sottolinea l'importanza di intervenire con rapidità affinché le risorse previste siano immediatamente immesse sul mercato; ciò al fine di facilitare l'attuazione dei programmi, che – ne è consapevole – registrano alcuni ritardi.
  Osserva quindi che il rischio di una restituzione dei prefinanziamenti – attinente principalmente al merito del provvedimento – è stata significativamente sottolineata in sede di dibattito presso la Commissione Lavoro, e per tale motivo ha ritenuto di non insistere su questo aspetto nella proposta di parere formulata.
  Con riferimento poi al ruolo delle regioni nell'attuazione degli interventi in Pag. 138oggetto, richiamata dall'onorevole Occhiuto, ricorda che il Governo, intervenuto in Commissione Lavoro, si è impegnato a svolgere un controllo trimestrale sull'attuazione dei programmi presso le regioni.
  Quanto infine alla questione, sempre sollevata dal collega Occhiuto, della scarsa incidenza di tirocini e apprendistato, richiama la risposta del Governo alla interpellanza urgente a sua prima firma svolta in Assemblea lo scorso 20 marzo, nella quale l'Esecutivo ha dato conto delle importanti iniziative avviate.
  Al fine di venire incontro alle richieste avanzate dai colleghi, si dichiara in ogni caso disponibile ad inserire nella proposta di parere due ulteriori osservazioni. La prima che inviti il Governo a verificare l'adeguatezza, anche in relazione all'entità complessiva del prefinanziamento, della percentuale della quota da rimborsare nel caso di mancato utilizzo delle risorse; la seconda che inviti ad adottare iniziative analoghe a quella in esame al fine di incrementare anche i prefinanziamenti del FSE per sostenere in misura adeguata e tempestiva le misure di attuazione della Garanzia giovani.
  Formula pertanto una nuova proposta di parere favorevole con osservazioni (vedi allegato 2).

  Roberto OCCHIUTO (FI-PdL) ringrazia la relatrice per la risposta e la disponibilità dimostrata.
  Precisa quindi di non essere contrario all'aumento in sé della quota di prefinanziamento, quanto alla dimensione di tale aumento che, come è noto, passerebbe per l'Italia dai circa 5,5 milioni di euro del 2014 a circa 170 milioni nel 2015. Si tratta di un aumento difficile da sostenere per un paese che registra ritardi come l'Italia e che inevitabilmente favorirà quegli Stati europei che sono più avanti nell'attuazione dei programmi.

  Florian KRONBICHLER (SEL) prende atto della nuova proposta di parere formulata dalla relatrice, sulla quale preannuncia la propria astensione.

  Nessun altro chiedendo di intervenire, la Commissione approva la nuova proposta di parere favorevole con osservazioni formulata dalla relatrice.

  La seduta termina alle 15.

ATTI DEL GOVERNO

  Mercoledì 1o aprile 2015. — Presidenza del Presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 15.

Schema di decreto legislativo recante attuazione della direttiva 2009/138/CE in materia di accesso ed esercizio delle attività di assicurazione e di riassicurazione (solvibilità II).
Atto n. 146.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 25 marzo 2015.

  Adriana GALGANO (SCpI), relatrice, sottolinea la complessità del provvedimento in esame, sul quale vi sono state diverse occasioni di approfondimento, anche in occasione delle audizioni svolte presso la Commissione Finanze.
  Formula quindi una proposta di parere favorevole con condizione (vedi allegato 3), che illustra, sottolineando la necessità di riaffermare la funzione e gli ambiti di competenza della XIV Commissione.

  Marina BERLINGHIERI (PD) ringrazia la relatrice per il lavoro svolto; preannuncia tuttavia il voto contrario del gruppo del PD sulla proposta di parere e in particolare sulla condizione formulata, che invita la relatrice a trasformare in una osservazione. Pag. 139
  Ritiene peraltro che in questa sede non siano in discussione le competenze della Commissioni permanenti ma piuttosto aspetti specifici del provvedimento.
  Riprende quindi i contenuti dell'articolo 30 della direttiva 2009/138/CE, richiamato dalla relatrice stessa nella proposta di parere, che chiarisce come le modalità di attuazione della vigilanza finanziaria sulle imprese di assicurazione e di riassicurazione rientrino nella competenza esclusiva degli Stati membri e non ritiene pertanto in alcun modo possibile individuare nel provvedimento del Governo un eccesso di delega. Sottolinea peraltro come l'Italia sia in ritardo nell'attuazione della direttiva oggetto di recepimento.

  Paolo TANCREDI (AP) preannuncia il proprio voto favorevole sulla proposta di parere formulata dalla relatrice, sottolineando come il Governo, nel dare attuazione alla direttiva 2009/138/CE, debba attenersi a quanto prescritto dalla direttiva medesima. Poiché né la direttiva, né le disposizioni generali di delega fanno alcun riferimento all'assetto delle autorità preposte ai compiti di vigilanza, una modifica in tal senso – sebbene legittima – non può essere affrontata in questa sede e deve in ogni caso essere oggetto di un apposito provvedimento, da sottoporre all'esame parlamentare.
  Ricorda infine ai colleghi che la rivendicazione di competenze avanzata dall'IVASS, e esplicitata in sede di audizione dell'Istituto dinnanzi alla Commissione finanze lo scorso 24 marzo, è stata accompagnata dalla contestuale richiesta di dotazioni finanziarie e di personale.
  Auspica che la XIV Commissione si associ alle valutazioni fatte dalla relatrice approvando la proposta di parere da questa formulata.

  Rocco BUTTIGLIONE (AP) rileva come in uno Stato di diritto ciascun soggetto agisca sulla base dei poteri a lui conferiti dalla legge; in questo caso il Governo si muove invece al di fuori dei poteri attribuiti dalle disposizioni di delega, esercitando quindi un potere arbitrario, sottratto al controllo del Parlamento. Ricorda in proposito come la legge n. 234 del 2012 sia stata concepita proprio per evitare che l'attuazione del diritto dell'Unione europea potesse essere utilizzata per introdurre nell'ordinamento materie estranee a tale finalità. Come rilevato dal collega Tancredi il Governo ha certo il diritto di modificare l'assetto delle competenze tra autorità ma non può farlo all'interno di questo provvedimento. Ritiene che si tratti di una questione di metodo che non deve essere sottovalutata; voterà pertanto a favore della proposta di parere formulata dalla relatrice.

  Vanessa CAMANI (PD), pur apprezzando il lavoro svolto dalla relatrice e la serietà delle argomentazioni addotte, condivide la volontà del Governo, sostenuta dal gruppo del PD, di completare il quadro normativo in discussione e non ritiene si possa in alcun modo parlare, con lo schema di decreto in esame, di eccesso di delega. Invita la relatrice a trasformare in osservazione la condizione formulata, al fine di consentire una più ampia condivisione della propria proposta di parere.

  Adriana GALGANO (SCpI), relatrice, invita i colleghi a riflettere sul proprio ruolo rispetto all'Unione europea e sulla capacità di imprimere una svolta all'attuale modo di procedere. Ribadisce la necessità, in assenza di una specifica disposizione di delega, che il Governo affronti il tema del riparto di competenze tra autorità di vigilanza in altra sede, consentendo un vaglio adeguato da parte del Parlamento.

  Michele BORDO, presidente, sottolinea la delicatezza del tema in discussione, che ha natura prettamente politica e che merita adeguato approfondimento. Preso atto delle posizioni emerse, che in questa sede non appaiono conciliabili, ritiene comunque opportuno distinguere, in sede di esame presso la XIV Commissione, tra interventi che si pongono in contrasto con il dettato delle direttive europee e interventi su ambiti che sono rimessi alla Pag. 140valutazione discrezionale dei singoli Stati membri.
  Propone, in ogni caso, di rinviare ad altra seduta la discussione sul provvedimento, anche in considerazione del fatto che il dibattito è ancora in corso presso la Commissione Finanze, e nell'auspicio di poter definire un parere più ampiamente condiviso.

  Adriana GALGANO (SCpI), relatrice, condivide la proposta di rinvio avanzata dal Presidente.

  Michele BORDO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Schema di decreto legislativo recante recepimento della direttiva 2013/36/UE che modifica la direttiva 2002/87/CE e abroga le direttive 2006/48/CE e 2006/49/CE per quanto concerne l'accesso all'attività degli enti creditizi e la vigilanza prudenziale sugli enti creditizi e sulle imprese di investimento. Modifiche al decreto legislativo 1o settembre 1993, n. 385, e al decreto legislativo 24 febbraio 1998, n. 58.
Atto n. 147.
(Seguito dell'esame, ai sensi dell'articolo 126, comma 2, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione prosegue l'esame dello schema di decreto legislativo all'ordine del giorno, rinviato nella seduta del 31 marzo 2015.

  Paolo TANCREDI (AP), relatore, richiama i contenuti del parere formulato nella seduta svoltasi ieri e si sofferma sulla condizione espressa, della quale sottolinea la fondatezza. Il Governo non si è infatti attenuto, nel recepimento della direttiva 2013/36/UE, al criterio di delega recato dalla legge di delegazione europea 2013, secondo semestre, di cui all'articolo 3, comma 1, lettera m), n. 5.
  Riterrebbe utile, anche in questo caso, un rinvio dell'esame del provvedimento.

  Marina BERLINGHIERI (PD) si associa alla proposta di rinvio avanzata dal relatore. Evidenzia in questa sede come nella condizione formulata dal relatore si indichi una modalità di attuazione del criterio di delega che non appare essere l'unica possibile e che peraltro, nell'operare una scelta di merito, esula dalle competenze della XIV Commissione.

  Michele BORDO, presidente, prende atto della necessità di una ulteriore riflessione sull'atto in esame. Nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.35.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 1o aprile 2015. — Presidenza del Presidente Michele BORDO.

  La seduta comincia alle 15.35.

Programma di lavoro della Commissione per il 2015 – Un nuovo inizio.
(COM(2014)910 final).
Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea riferita all'anno 2015.
Doc. LXXXVII-bis, n. 3.
Programma di diciotto mesi del Consiglio dell'Unione europea (1o luglio 2014 – 31 dicembre 2015).
(10948/1/14).
(Esame congiunto, ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti in oggetto.

  Marina BERLINGHIERI (PD), relatrice, rileva preliminarmente come l'esame congiunto della Relazione programmatica sulla partecipazione dell'Italia all'Unione europea e del Programma di lavoro della Commissione europea costituisca potenzialmente Pag. 141un passaggio cruciale per l'intervento del Parlamento nella definizione della politica europea dell'Italia.
  Alla Camera esso si colloca infatti nell'ambito di una vera e propria «sessione europea di fase ascendente», dedicata alla valutazione e al confronto tra le priorità delle Istituzioni europee e quelle del Governo per l'anno in corso, introdotta a partire dal 2011 per effetto della combinazione di modifiche legislative e di pronunce della Giunta per il regolamento della Camera.
  In particolare, la Relazione programmatica è predisposta ai sensi dell'articolo 13 della legge n. 234 del 2012 (che riproduce in larga misura l'articolo 15 della legge n. 11 del 2005). In base a tale disposizione, il Governo presenta ogni anno, entro il 31 dicembre, una relazione recante indicazione di obiettivi, priorità e orientamenti che il Governo intende seguire a livello europeo nell'anno successivo ed entro il 28 febbraio, una relazione consuntiva, recante indicazione delle attività svolte dal Governo a livello europeo nell'anno precedente.
  La Relazione programmatica è esaminata congiuntamente con gli strumenti di programmazione politica e legislativa dell'UE, secondo la procedura prevista dal parere della Giunta per il regolamento della Camera del 14 luglio 2010: tutte le Commissioni permanenti (per i profili ricadenti nell'ambito delle rispettive competenze) esprimono un parere, mentre l'esame generale è svolto dalla Commissione Politiche dell'UE, che presenta una relazione all'Assemblea; la discussione in Assemblea di norma si conclude con l'approvazione di atti di indirizzo al Governo.
  In altri termini, si apre nella seduta odierna l'unica procedura annuale che consente potenzialmente a tutti gli organi parlamentari – le 14 Commissioni permanenti e l'Aula – di esprimersi in modo organico, coerente e, al tempo stesso, approfondito sulle linee di azione del nostro Paese a livello europeo.
  Tuttavia, va osservato che l'applicazione di questa procedura è stata sinora difficoltosa e non ha raggiunto i risultati auspicati: soltanto nel 2011, in esito all'esame della Relazione programmatica e del programma di lavoro della Commissione per il 2011, si è addivenuti alla discussione in Aula e alla approvazione di risoluzioni. Negli anni successivi l'esame è stato avviato presso la XIV Commissione ma non si è mai concluso per ragioni eterogenee legate all'andamento dell'attività parlamentare. In particolare, nel 2013 l'esame è stato avviato soltanto nel mese di luglio in considerazione della ricostituzione delle Camere dopo le elezioni politiche e, pur avendo la XIV Commissione svolto un'articolata attività conoscitiva, non si è conclusa non essendo stato possibile inserirlo nel calendario dei lavori dell'Assemblea nel mese di settembre. Lo scorso anno, invece, la Relazione programmatica 2014 è stata trasmessa tempestivamente dal Governo e l'esame della XIV Commissione è stato avviato alla fine del mese di gennaio; tuttavia, il cambio di Governo intervenuto a fine febbraio – che ha reso di fatto superato politicamente il documento – nonché la sovrapposizione con le attività parlamentari e governative intese alla predisposizione del programma del semestre di Presidenza italiano – hanno indotto la XIV Commissione a sospendere l'esame della Relazione.
  Quanto ai suoi obiettivi, ricorda che la Relazione programmatica per il 2015 è stata trasmessa dal Governo alle Camera l'11 marzo scorso, con un certo ritardo determinato comprensibilmente dagli adempimenti relativi alla chiusura del semestre di Presidenza. L'avvio dell'esame oggi presso la XIV Commissione e – auspicabilmente dalla prossima settimana presso le Commissioni di settore – può tuttavia consentire di svolgere un esame accurato in tempi relativamente brevi in vista di una calendarizzazione del provvedimento in Assemblea entro il mese di maggio o, al più tardi, nella prima metà di giugno.
  La procedura ha infatti significato ed efficacia soltanto se addiviene alla conclusione, con l'approvazione di risoluzioni in Pag. 142Aula, entro i primi mesi dell'anno, quando le priorità programmatiche di Commissione e Governo non hanno ancora trovato attuazione in misura significativa.
  I documenti in esame presentano peraltro quest'anno un rilievo politico e strategico ancora più significativo in considerazione di due elementi: l'opportunità di esaminare il primo programma di lavoro della Commissione Juncker, che presenta – come meglio si dirà – rilevanti innovazioni sul piano del metodo e dei contenuti; la possibilità di dare seguito, attraverso la Relazione programmatica, all'azione svolta dal nostro Paese nel corso del semestre di Presidenza, che ha già prodotto importanti innovazioni nell'approccio dell'Unione europea all'economia e ad altre questioni cruciali.
  Nella relazione introduttiva, non intende, secondo la prassi consolidata, operare una rassegna esaustiva dei contenuti documenti al nostro esame ma soffermarsi sulle scelte programmatiche di fondo del Governo e delle Istituzioni europee e prospettare il metodo da seguire ai fini dell'esame presso la XIV Commissione. Darà inoltre conto, in estrema sintesi, delle priorità della Presidenza lettone che, in buona misura, sono state concordate con l'Italia e costituiscono in molti settori l'avvio di azioni che saranno portate a compimento nel successivo semestre lussemburghese.
  Sulla base delle indicazioni delle Commissioni di settore – che nei pareri formuleranno indicazioni sui settori di rispettiva competenza – e dei risultati delle audizioni che la XIV Commissione potrà svolgere, predisporremo la relazione per l'Aula i cui contenuti potrebbero confluire poi in una risoluzione.
  L'obiettivo finale dell'esame dovrà essere quello di concorrere a definire una cornice strategica coerente per la politica europea del nostro Paese, articolata intorno a grandi obiettivi e linee di intervento, la cui realizzazione può andare anche oltre l'anno di riferimento dei documenti al nostro esame.
  Sarebbe invece inappropriato e sterile il tentativo di condurre un'analisi puntuale di tutte le iniziative preannunciate da Commissione e Governo, che potranno essere oggetto, una volta presentate, di specifico esame sia ai fini del controllo di sussidiarietà sia per i profili di merito, ai sensi dell'articolo 127 del Regolamento, come già avvenuto ad esempio per il Piano per gli investimenti e per l'Unione per l'energia.
  Velleitario sarebbe altresì concepire – come suggerito da altri Parlamenti o Camere – l'esame del Programma di lavoro della Commissione quale veicolo per selezionare ex ante le proposte legislative da sottoporre a controllo di sussidiarietà o ad esame di merito o su cui sviluppare una cooperazione rafforzata con altri parlamenti nazionali o regionali. Tale selezione va operata piuttosto avendo riguardo di volta in volta degli effettivi contenuti di ciascun documento nonché delle segnalazioni effettuate dal Governo, come concordato dall'Ufficio di Presidenza della XIV Commissione nella seduta dello scorso 18 marzo.
  Quanto al programma di lavoro della Commissione, questo intende, secondo quanto dichiarato dalla Commissione, dare risposta concreta alle aspettative dei cittadini europei che chiedono all'Unione una soluzione ai grandi problemi legati all'attuale congiuntura socioeconomica, quali la forte disoccupazione, l'elevato debito pubblico, la scarsa crescita e la carenza di investimenti e di competitività a livello mondiale, auspicando al tempo stesso una minore ingerenza dell'Unione nelle questioni quotidiane, nelle quali gli Stati membri possono intervenire più efficacemente.
  Sul piano del metodo, merita segnalare che per la prima volta la Commissione ha accettato di discutere con il Consiglio il proprio programma prima della sua formale presentazione al Parlamento europeo, dando seguito alle indicazioni emerse dalla riflessione sul funzionamento delle Istituzioni UE promossa dalla Presidenza italiana.Pag. 143
  Il programma è basato su quattro importanti e condivisibili principi:
   conformità ai dieci orientamenti politici annunciati da Juncker in qualità di candidato presidente della Commissione europea il 15 luglio 2014;
   applicazione della discontinuità legislativa: la Commissione ha deciso il ritiro delle proposte che non sono conformi agli orientamenti politici o che hanno subito così tante modifiche nel corso dei negoziati da risultare non più aderenti agli obiettivi iniziali, nonché delle proposte sulle quali in sede negoziale non vi è stato alcun accordo;
   alleggerimento del carico normativo: le nuove norme proposte non dovranno imporre eccessivi oneri e formalità burocratiche, mentre quelle esistenti saranno oggetto di revisione sulla base del Programma REFIT (adeguatezza della regolamentazione);
   modifica dei metodi di lavoro del Parlamento europeo e del Consiglio: il programma auspica una maggiore collaborazione con i due legislatori per definire le principali priorità politiche e legislative delle tre istituzioni e accelerare così il processo decisionale. La Commissione intende inoltre collaborare maggiormente con gli Stati membri, con i Parlamenti nazionali, con le regioni e con le città per garantire una migliore attuazione delle politiche esistenti.

  Questi principi si traducono nei 4 allegati che accompagnano il programma: l'Allegato 1 elenca le 23 nuove iniziative che la Commissione intende presentare nel 2015 nell'ambito delle dieci priorità indicate negli orientamenti politici; l'Allegato 2 contiene le 80 proposte pendenti di cui si prospetta il ritiro o la modifica, corredate da una motivazione; l'Allegato 3 elenca le 79 proposte inserite nel programma REFIT; l'Allegato 4 elenca gli 81 atti legislativi che entreranno in vigore nel 2015.
  Rilevanti ai fini del nostro esame sono essenzialmente le iniziative che saranno presentate nel 2015, di cui all'Allegato 1, alcune delle quali sono state già presentate nei primi tre mesi dell'anno.
  Nell'ambito della priorità n. 1 (un nuovo impulso all'occupazione, alla crescita e agli investimenti), si collocano anzitutto le proposte, già presentate e al nostro esame, per attuare Piano di investimenti per l'Europa nonché un pacchetto di misure rivolto ai giovani e a disoccupati di lunga durata mirante, tra l'altro, a promuovere lo sviluppo delle competenze. Di particolare rilevanza sarà anche una Comunicazione relativa alla revisione intermedia della Strategia Europa 2020, mentre la revisione intermedia del Quadro finanziario 2014-2020 sarà condotta in una fase successiva.
  Nell'ambito della priorità n. 2 (un mercato unico digitale connesso), sarà presentato un pacchetto consistente in iniziative legislative e non legislative volte a garantire ai consumatori l'accesso transfrontaliero ai servizi digitali e a porre le basi di un'economia digitale quale nuova fonte di occupazione, crescita e innovazione. Le misure mireranno, tra l'altro, a migliorare la normativa sui diritti d'autore, a semplificare le norme in materia di acquisti online e digitali e a rafforzare la cibersicurezza. Inoltre, si cercherà di portare a termine i negoziati sulle proposte in materia di protezione dei dati e sul continente connesso.
  Nell'ambito della priorità n. 3 (un'Unione dell'energia resiliente con politiche lungimiranti in materia di cambiamenti climatici) si colloca invece il pacchetto sull'Unione per l'energia, anch'esso già presentato e di cui oggi avvieremo l'esame presso la nostra Commissione.
  Per l'attuazione della priorità n. 4 (un mercato interno più profondo e più equo con una base industriale più solida), saranno presentate una strategia sul mercato interno per i beni e i servizi, che dedicherà particolare attenzione alle PMI, nonché un pacchetto rivolto al settore dell'aviazione. E una proposta riguardante la risoluzione delle crisi degli enti non bancari di rilevanza sistemica. Infine la Commissione europea elaborerà un piano d'azione per Pag. 144un'Unione dei mercati dei capitali, tenendo conto degli esiti di una consultazione già avviata su un apposito Libro verde.
  Nell'ambito della priorità n. 5 (un'unione economica e monetaria più profonda e più equa), saranno presentare iniziative volte al riesame del quadro normativo in materia di governance economica («six pack» e «two pack») nonché un piano d'azione volto a combattere la frode e l'evasione fiscale, richiamato anche dalla relazione del Governo.
  In attuazione della priorità n. 6 (un accordo realistico e equilibrato di libero scambio con gli Stati Uniti), la Commissione procederà al riesame globale della strategia commerciale dell'UE e del suo contributo all'occupazione, alla crescita e agli investimenti. Il riesame riguarderà i negoziati multilaterali, bilaterali e le misure autonome. Inoltre, la Commissione si adopererà per migliorare la trasparenza dei negoziati TTIP affinché si giunga ad un accordo equilibrato e ragionevole tra l'Unione europea e gli USA.
  Con riguardo alla priorità n. 7 (uno spazio di giustizia e di diritti fondamentali basato sulla reciproca fiducia), la Commissione: si impegnerà a promuovere la parità tra donne e uomini soprattutto nel mercato del lavoro, presenterà un'agenda europea in materia di sicurezza per il periodo 2015-2020, volta a contrastare la criminalità transfrontaliera, il terrorismo, il fenomeno dei combattenti stranieri e la cibercriminalità, porterà avanti il processo di adesione dell'Unione alla Convenzione europea per i diritti dell'uomo, su cui peraltro, dopo la presentazione del programma, la Corte di giustizia ha espresso un parere che sancisce la non compatibilità del progetto di accordo con le disposizioni del diritto dell'Unione. Sarà pertanto necessario riavviare i negoziati con il Consiglio d'Europa.
  Per l'attuazione della priorità n. 8 (verso una nuova politica della migrazione), la Commissione elaborerà un'agenda europea della migrazione, definendo in particolare un approccio nuovo nei confronti della migrazione legale, anche mediante la collaborazione con i paesi terzi, aspetti cui anche la relazione del Governo attribuisce forte rilievo. Al tempo stesso si impegnerà affinché sia intensificata la lotta all'immigrazione clandestina e al traffico degli esseri umani.
  Relativamente alla priorità n. 9 (un ruolo più incisivo a livello mondiale), la Commissione si impegnerà per dotarsi di una vera politica estera comune e per promuovere la stabilità lungo i confini dell'Unione. Aiuterà i paesi vicini ad attuare le riforme democratiche ed economiche, a rispettare lo Stato di diritto, a rafforzare la governance economica e a dotarsi di una pubblica amministrazione efficiente. Procederà al riesame della Politica europea di vicinato, congiuntamente all'Alta rappresentante, al fine di definire nuovi orientamenti strategici. Inoltre, presenterà un'altra iniziativa volta a definire la posizione dell'UE sul partenariato globale per la realizzazione degli obiettivi di sviluppo sostenibile post-2015.
  Infine, nel rispetto della priorità n. 10 (un'unione di cambiamento democratico) la Commissione presenterà due iniziative non legislative, la prima riguardante l'accordo interistituzionale «Legiferare meglio», volta al miglioramento della legislazione, e la seconda riguardante un accordo interistituzionale volto a rendere il registro per la trasparenza obbligatorio e a fare così in modo che tutte le istituzioni indichino chiaramente chi influenza il processo decisionale. Infine procederà al riesame del processo decisionale per l'autorizzazione degli OGM, in modo da tenere in considerazione la posizione maggioritaria degli Stati membri.
  La Relazione programmatica 2015 è invece composta da sei capitoli, articolati ciascuno in più sezioni recanti ognuna un riquadro che riassume gli obiettivi prioritari del nostro Paese. Prima di richiamarne brevemente i contenuti, va sottolineato che il documento appare, nel suo complesso, conforme alle previsioni della legge n. 234 del 2012 pur presentando alcune significative lacune.
  Per quasi tutte le politiche sono infatti indicati, sia pure in termini a volte generici, Pag. 145gli orientamenti generali del Governo e le azioni dell'UE che esso considera prioritarie. Apprezzabile è, in particolare, l'incrocio operato a questo scopo con le priorità indicate nel Programma di lavoro della Commissione e con quelle della Presidenza lettone del Consiglio, nonché la forte attenzione alle iniziative che il Governo intende assumere per dare continuità agli obiettivi perseguiti nel corso del semestre italiano di Presidenza.
  Al tempo stesso, va sottolineato come in alcuni capitoli siano riportate informazioni dettagliate sulle attività svolte o in corso di svolgimento a livello UE piuttosto che sulla posizione che il Governo ha seguito o intende seguire al riguardo. Eccessivo spazio viene inoltre riservato in diversi casi (ad esempio gli appalti) alle misure adottate o in corso di adozione a livello nazionale per attuare la normativa europea, che non ricadono nel contenuto proprio della Relazione programmatica ma dovrebbero essere invece contemplati nella Relazione consuntiva per il 2014, non ancora trasmessa alle Camere. Ciò rende alcune parti del documento di non agevole lettura.
  La Relazione non riserva inoltre specifica attenzione all'attività delle Camere nella fase di formazione delle politiche e della normativa europea, come previsto dall'articolo 13 della legge n. 234 del 2012: non sono infatti richiamati gli atti di indirizzo approvati dalle Camere in relazione a specifici progetti legislativi o ad altri documenti dell'Unione europea, pur menzionati nella Relazione.
  Passando ai contenuti, il primo capitolo riguarda sei grandi aree: le politiche macroeconomiche, inclusa la riforma del quadro di governance dell'Unione economica e monetaria, l'unione bancaria e i servizi finanziari, la Strategia 2020, il bilancio Ue e la fiscalità. Vengono essenzialmente ribaditi gli obiettivi perseguiti nel semestre di Presidenza.
  Con riguardo al primo ambito, le priorità indicate dal Governo sono anzitutto il rafforzamento del coordinamento delle politiche economiche, la promozione degli investimenti, le riforme strutturali, la legittimità democratica della governance dell'euro all'interno dell'Unione economica e politica, l'effettivo utilizzo dei margini di manovra previsti nella Comunicazione dello scorso 13 gennaio sulla flessibilità nell'applicazione del Patto di stabilità e crescita agli investimenti.
  Nel secondo ambito, prioritari sono considerati il completamento del percorso verso una vera e propria Unione del mercato dei capitali – come peraltro previsto dal Piano Juncker.
  Particolare attenzione viene giustamente riservata dalla Relazione, analogamente al Programma della Commissione, alla revisione della Strategia Europa 2020, in vista della quale, nell'ambito della consultazione già svolta dalla Commissione europea, il Governo propone di riflettere su tre aspetti principali: il ripensamento degli obiettivi, con particolare riguardo alla centralità della crescita e dell'occupazione nonché all'importanza del mercato unico, e della governance della strategia; il finanziamento dell'economia (accesso al credito e frammentazione del mercato finanziario); l'incentivazione delle riforme strutturali.
  Con riferimento al bilancio dell'UE, l'Italia intende garantire l'equilibrio tra la disciplina di bilancio e le esigenze in materia di spesa, con specifico riguardo alle priorità in materia di crescita, occupazione, coesione, politica agricola e azioni di politica estera.
  In merito infine alla fiscalità, il Governo intende proseguire lavori avviati nel corso del Semestre di Presidenza italiana in particolare in materia di lotta alla frode e all'evasione fiscale.
  Il secondo capitolo è dedicato alle politiche per il mercato e la competitività, con particolare riferimento al miglioramento e alla semplificazione del quadro normativo per gli investimenti, alla rimozione delle residue barriere che limitano il funzionamento del mercato dei prodotti e dei servizi, al Quadro Clima energia 2030, alla ricerca, alla realizzazione dell'Agenda digitale europea, alla agricoltura e alla pesca, al rafforzamento del sistema commerciale multilaterale.Pag. 146
  Di grande rilevanza in questo contesto è anzitutto l'impegno dell'Italia per l'integrazione della politica industriale con le altre politiche europee relative a competitività, crescita e occupazione e l'introduzione dell'obbligo di indicazione di origine sui prodotti (cd. made in). Su questi aspetti è più laconico, come si è visto, il programma della Commissione.
  Per quanto riguarda, in particolare, l'energia, la Relazione richiama essenzialmente gli obiettivi sottesi al pacchetto Unione per l'energia oggi all'esame della nostra Commissione.
  In merito all'agenda digitale, il Governo sostiene l'impegno della Presidenza lettone ai fini dell'adozione del pacchetto sul mercato unico digitale e considera necessario, per la sua attuazione, e in particolare per l'innovazione digitale e la copertura della banda larga, mettere a disposizione nuove risorse avvalendosi del Piano europeo per gli investimenti.
  Il terzo capitolo è incentrato sulle politiche di natura sociale, con l'obiettivo di dare impulso all'occupazione, soprattutto per i giovani, e lottare contro la povertà e l'esclusione sociale, nonché sulla tutela dei consumatori, sull'istruzione, sulla gioventù e sport, sulla cultura, sul turismo.
  In questo contesto, il Governo ribadisce anzitutto l'impegno ad attuare efficacemente la programmazione 2014-2020 dei fondi strutturali e di investimento nei settori sopra indicati e richiama le iniziative poste in essere a livello nazionale per promuovere l'occupazione.
  Particolare attenzione viene riservata, in linea di continuità con il semestre di Presidenza e a differenza del Programma della Commissione, all'integrazione della dimensione culturale nelle politiche dell'Unione, anche nell'ambito del processo di revisione della Strategia Europa 2020. Ciò con particolare riferimento agli ambiti dell'istruzione e della ricerca, delle tecnologie dell'informazione e comunicazione, dell'occupazione e coesione sociale, dello sviluppo territoriale e urbano, della cooperazione internazionale.
  Il quarto capitolo riguarda la creazione di uno spazio di libertà, sicurezza e giustizia in Europa e si articola intorno a quattro ambiti prioritari, in buona misura coincidenti con quelli indicati dalla Commissione sebbene declinati in alcuni casi in modo differente.
  Il primo consiste nel monitoraggio sulla salvaguardia dello stato di diritto nell'UE, attuando il meccanismo introdotto sulla Presidenza italiana, che prevede un dibattito annuale in sede di Consiglio Affari Generali.
  Il secondo attiene alla gestione dei flussi migratori, nel cui ambito è considerato anzitutto prioritaria – con maggiore coraggio rispetto al più generico programma della Commissione – la condivisione degli oneri connessi al controllo delle frontiere esterne marittime dell'Unione europea, alla gestione dei flussi migratori e al traffico di esseri umani, anche con riferimento all'operazione TRITON. Contemporaneamente verrà perseguito, l'obiettivo di favorire la migrazione legale, con particolare riguardo alla definizione della proposta di direttiva relativa alle condizioni di ingresso e soggiorno dei cittadini di Paesi terzi per motivi di ricerca, studio, scambio di alunni, tirocinio, volontariato e collocamento alla pari. Nella prospettiva di favorire la migrazione legale e contrastare l'immigrazione illegale, l'Italia sosterrà inoltre lo sviluppo dei partenariati di mobilità con i Paesi terzi.
  Il Governo ribadisce infine l'impegno per l'adozione di un meccanismo di riconoscimento reciproco delle decisioni in materia di asilo, pur nella consapevolezza che tale obiettivo risulta difficilmente raggiungibile nel breve periodo.
  Il terzo ambito consiste nel contrasto del radicalismo, del terrorismo e della criminalità organizzata, anche nell'ottica dell'approvazione della prossima Strategia europea di sicurezza interna; particolare rilevanza in questo ambito viene attribuita alla prevenzione e al contrasto del fenomeno del foreign fighter; anche mediante la costituzione di Squadre multinazionali ad hoc al fine di promuovere lo scambio d'informazioni su fatti e condotte che Pag. 147rappresentano una potenziale minaccia e di una rete di punti di contatto nazionali specializzati in questo fenomeno.
  Il quarto ambito attiene al settore della giustizia, in cui il Governo intende, in particolare, evidenziare il contributo che le politiche in materia possono offrire a crescita e stabilità e adoperarsi per la rapida approvazione del pacchetto relativo alla protezione dei dati, che mira ad adeguare la vigilanza degli Stati membri sull'uso, la registrazione e l'elaborazione dei dati personali, al mondo dell'economia digitale e ai nuovi diritti legati all'utilizzo di piattaforme e servizi on-line che sono in costante evoluzione.
  Il quinto capitolo illustra gli orientamenti del Governo in materia di politica estera, di sicurezza e di difesa comune. In questo quadro viene considerata quale «priorità assoluta» l'azione della Unione Europea a favore di una stabilizzazione sostenibile nel vicinato, anzitutto con riferimento alla crisi libica, per la quale si ribadisce la posizione sinora tenuta dall'Italia, e alla necessità di una progressiva democratizzazione dei Paesi della sponda sud del Mediterraneo.
  Il Governo intende inoltre incoraggiare l'azione dell'Alto rappresentante per propiziare un cessate il fuoco duraturo a Gaza e a favorire la ripresa del processo di pace in Medio oriente basato sul principio dei due Stati nonché sostenere gli sforzi della UE per porre fine alle violenze in Siria, facilitando una transizione politica conforme alle aspirazioni democratiche del popolo siriano. Particolare attenzione sarà dedicata al contributo che l'Unione potrà dare al contrasto delle minacce legate al terrorismo ed all'estremismo violento (incluso il fenomeno del «reducismo»).
  Per quanto riguarda la crisi ucraina, il Governo si impegnerà a mantenere una linea politica unitaria in ambito UE basata sui seguenti principi: sostegno ai principi fondamentali del diritto internazionale in relazione all'integrità territoriale del Paese, non riconoscimento delle autorità de facto emerse nelle regioni orientali, invito alle parti a rispettare pienamente il cessate il fuoco e gli accordi di Minsk, promozione di ogni utile occasione di dialogo diretto fra Ucraina e Russia, anche al più alto livello politico. In questo contesto, il Governo incoraggerà la UE a tenere aperti i canali di dialogo con la Russia, pur riconoscendo la necessità di ripensare strategicamente i rapporti reciproci.
  La seconda grande priorità attiene all'approfondimento della dimensione europea della sicurezza e della difesa, considerata dal Governo completamento necessario e imprescindibile del processo di integrazione continentale nel medio-lungo periodo.
  La terza priorità consiste nel sostegno alla strategia di allargamento dell'Ue verso i Balcani Occidentali e la Turchia, in quanto strumento politico essenziale per garantire il consolidamento della democrazia, della sicurezza e della stabilità politico-economica ai nostri confini e per rafforzare l'UE sia sul piano interno che su quello internazionale.
  Un quarto ambito attiene all'approfondimento delle relazioni transatlantiche e con gli altri partner globali. L'Italia sosterrà, in particolare, una rapida conclusione dei negoziati per il TTIP attraverso un'intesa bilanciata ed onnicomprensiva, coerente con il mandato negoziale, che sia suscettibile di produrre ricadute positive sulle due sponde dell'Atlantico in termini di crescita economica, occupazione e mobilità.
  Una quinta priorità è costituita opportunamente dall'attuazione delle strategie macroregionali. La relazione sottolinea anzitutto che la Strategia adriatico-ionica ha un forte significato politico per i Paesi coinvolti e per la stessa UE, dando impulso sia al percorso europeo dei Balcani, favorendo la collaborazione su politiche convergenti e basate su standard comunitari, sia ad un migliore utilizzo dei fondi comunitari e nazionali.
  La Relazione ricorda quindi che nel 2015 entrerà nella sua fase finale, in vista dell'approvazione da parte del Consiglio europeo di dicembre, l’iter della Strategia UE per la regione alpina, la cui caratteristica Pag. 148innovativa risiede nella stretta collaborazione tra i livelli statuale, regionale e transfrontaliero. Il Governo sottolinea che la strategia potrà tradursi in un effettivo valore aggiunto solo se saprà affrontare gli squilibri territoriali e socio-economici tra le zone montuose dell'arco alpino e i più vasti territori circostanti, sulla base di un approccio di «mutua solidarietà».
  Il sesto capitolo concerne gli adempimenti dell'Italia nel quadro della partecipazione all'Unione europea, in particolare con riferimento alla prevenzione e alla risoluzione delle procedure di infrazione, alla tutela degli interessi finanziari e al contrasto delle frodi nonché alla comunicazione e all'informazione ai cittadini sulle attività dell'Unione stessa.
  Tale capitolo, attenendo alla fase di attuazione della normativa europea, assume minore rilievo nell'ambito della sessione programmatica e, come ho ricordato in premessa, andrebbe esaminato propriamente nell'ambito della relazione consuntiva.
  Passando alle priorità del semestre di Presidenza dalla Lettonia, queste sono riconducibili a tre aree.
  La prima attiene alla promozione della competitività, anche attraverso un rinnovato impulso alle politiche di investimento e alle riforme strutturali, e della coesione sociale, e alla revisione della strategia 2020; particolare attenzione sarà riservata inoltre alle iniziative connesse al miglioramento del contesto imprenditoriale e delle condizioni di concorrenza nel mercato interno e al pacchetto di proposte per la creazione di un'Unione dell'energia, presentato come già detto dalla Commissione il 25 febbraio scorso.
  La seconda area concerne, in coerenza con il programma della Commissione, l'economia digitale, con particolare riguardo allo sviluppo di un mercato unico digitale, alla digitalizzazione del settore pubblico, e alla protezione dei dati.
  La terza area riguarda la politica estera e di sicurezza comune: in tale ambito, la Presidenza lettone intende: dare impulso soprattutto alla politica europea di vicinato, nelle sue dimensioni orientale e meridionale, concludendo, tra le altre cose, gli accordi di libero scambio con Georgia, la Moldova e l'Ucraina; procedere nei negoziati sul partenariato in materia di commercio e investimenti tra gli Stati Uniti e l'Unione europea (Transatlantic Trade and Investment Partnership – TTIP), con l'obiettivo di concluderli entro la fine del 2015.
  Osserva in conclusione come i documenti in esame presentano, per la loro stessa natura, molteplici profili di interesse strategico per il nostro Paese e meritano un adeguato approfondimento ai fini della identificazione delle priorità dell'azione europea dell'Italia.
  Pertanto, in conformità alla prassi consolidata propone di svolgere, in attesa dei pareri delle Commissioni di settore, un breve ciclo di audizioni informali di interlocutori qualificati, la cui individuazione potrà essere definita in sede di ufficio di presidenza della Commissione.

  Michele BORDO, presidente, nessuno chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo, al Consiglio, al Comitato economico e sociale europeo, al Comitato delle regioni e alla Banca europea per gli investimenti – Una strategia quadro per un'Unione dell'energia resiliente, corredata da una politica lungimirante in materia di cambiamenti climatici.
COM(2015)80 final.
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Il protocollo di Parigi – Piano per la lotta ai cambiamenti climatici mondiali dopo il 2020.
COM(2015)81 final.
Comunicazione della Commissione al Parlamento europeo e al Consiglio – Raggiungere l'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica – Una rete elettrica europea pronta per il 2020.
COM(2015)82 final.
(Parere alle Commissioni VIII e X).
(Esame congiunto e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame congiunto degli atti dell'Unione europea in oggetto.

Pag. 149

  Chiara SCUVERA (PD), relatrice, evidenzia che il pacchetto sull'Unione per l'energia, di cui oggi sia la Commissione Politiche dell'Unione europea sia le Commissioni Ambiente e Attività produttive avviano l'esame, consiste in un insieme di proposte volte ad integrare la politica energetica e la politica ambientale dell'Unione per il raggiungimento di obiettivi successivi alla data 2020 (entro la quale la legislazione vigente già prevede il raggiungimento di obiettivi energetici vincolanti).
  Si tratta di una iniziativa di forte rilevanza sul piano politico ed economico, cruciale per il perseguimento di alcuni dei principali obiettivi dell'Unione: il rilancio della competitività e della crescita dell'economia europea, attraverso la riduzione dei prezzi dell'energia per l'industria europea e il suo ammodernamento; l'attuazione della politica climatica europea; il rafforzamento del ruolo internazionale dell'Unione, mediante la riduzione della sua dipendenza europea da determinati combustibili, fornitori e rotte di approvvigionamento.
  Più in generale, molti degli interventi prospettati nel pacchetto sembrano prospettare una progressiva trasformazione dello stesso modello produttivo europeo e di interi settori energivori quali l'edilizia o i trasporti, in una direzione compatibile con gli obiettivi climatici dell'UE.
  Non a caso il pacchetto costituisce una delle principali priorità strategiche enunciate nel Programma di lavoro della Commissione europea per il 2015, nel Programma della Presidenza semestrale lettone del Consiglio e nella Relazione programmatica del Governo sulla partecipazione dell'Italia all'UE.
  Il pacchetto consta di tre comunicazioni. La prima, di maggiore importanza ai fini dell'esame presso la nostra Commissione, definisce la Strategia quadro per un'Unione dell'energia e reca, in un'apposita tabella di marcia allegata, l'elenco delle proposte che la Commissione intende presentare per la messa in atto della medesima Strategia, con l'indicazione dei tempi presunti di presentazione. La seconda comunicazione riguarda il raggiungimento dell'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica entro il 2020 (COM(2015)82) e la terza è preparatoria della Conferenza delle Nazioni Unite di Parigi del dicembre 2015, in materia di lotta ai cambiamenti climatici.
  L'esame di questi tre documenti strategici può consentire al Parlamento di incidere in modo efficace sulla formazione delle scelte politiche di fondo nel settore, intervenendo in una fase precoce del processo decisionale europeo in cui le proposte legislative e le altre iniziative preannunciate nella tabella di marcia richiamata non sono state predisposte. Ciò ai fini sia della definizione della posizione nazionale che il Governo dovrà rappresentare nelle sedi decisionali dell'Unione, sia dell'interlocuzione diretta con la Commissione europea nell'ambito del dialogo politico.
  La Strategia quadro sull'Unione dell'Energia richiama, in via preliminare, i punti deboli del sistema energetico europeo: coesistenza di 28 distinti quadri nazionali, tanti quanti sono gli Stati membri; cattivo funzionamento del mercato al dettaglio; invecchiamento delle infrastrutture; esistenza di «isole energetiche». Per superare tali debolezze strutturali la Commissione propone di adottare nuove politiche, volte, riconducibili a cinque grandi obiettivi, per ciascuno dei quali sono indicati interventi numerosi e puntuali.
  Il primo obiettivo attiene alla sicurezza energetica per la quale, ad avviso della Commissione, è necessaria in via prioritaria la diversificazione dell'approvvigionamento, con riferimento alle fonti di energia, ai fornitori e alle rotte per il trasporto dei combustibili. A questo scopo, la Strategia prospetta varie linee di azione, che incidono sia sulle politiche interne sia sulla azione esterna dell'UE:
   la diversificazione delle forniture di gas, per la quale sono considerati cruciali l'accelerazione dei lavori relativi al corridoio meridionale per l'importazione del gas dai paesi dell'Asia centrale e la creazione di hub di gas liquefatto con più fornitori, in Europa settentrionale, centrale e orientale, nonché nell'area mediterranea. Pag. 150In attesa del completamento di tali interventi infrastrutturali, la Commissione sta elaborando un'ampia strategia per il GNL (gas naturale liquefatto) – il maggiore ricorso al quale potrebbe contribuire ad uniformare maggiormente i prezzi del gas naturale a livello globale – nonché un nuovo quadro normativo necessario per garantire una quantità sufficiente di gas stoccato per l'inverno;
   un aumento dell'energia prodotta all'interno dell'Unione, con riferimento, in primo luogo, alle fonti rinnovabili ma non escludendo, allo stesso tempo, il ricorso ad ulteriori fonti anche non convenzionali (ad esempio, il gas di scisto);
   la collaborazione tra gli Stati membri, attraverso la condivisione delle scorte e la gestione comune delle crisi;
   una azione dell'Unione a livello internazionale, mediante il miglioramento del sistema di governance globale dell'energia, per rafforzare la competitività e la trasparenza dei mercati mondiali, l'istituzione di partenariati strategici nel settore dell'energia con paesi o regioni produttori e di transito che stanno acquisendo un'importanza sempre maggiore (quali l'Algeria e la Turchia, l'Azerbaijan e il Turkmenistan, il Medio Oriente, l'Africa e altri potenziali fornitori) nonché il rafforzamento del partenariato con la Norvegia (che è il suo secondo fornitore di petrolio greggio e gas naturale) e con paesi quali gli Stati Uniti e il Canada;
   la piena conformità al diritto dell'UE degli accordi relativi all'acquisto di energia da paesi terzi. Allo scopo, la Commissione intende proporre la propria partecipazione alla negoziazione di tali accordi intergovernativi, in modo da garantire una migliore valutazione ex ante della loro compatibilità con le norme relative al mercato interno e con i criteri di sicurezza dell'approvvigionamento;
   la revisione del regolamento sulla sicurezza dell'approvvigionamento di gas, al fine di assicurare un'adeguata trasparenza dei contratti commerciali di fornitura di gas che possono avere un impatto sulla sicurezza energetica dell'UE.

  Il secondo grande obiettivo della Strategia attiene alla piena integrazione del mercato europeo dell'energia, al fine di superare l'eccessiva frammentazione del quadro normativo attuale, che determina insufficienza degli investimenti, eccessiva concentrazione e debolezza della concorrenza. Anche a questo riguardo, sono prospettati diversi interventi:
   raggiungere l'obiettivo di interconnessione minima per l'energia elettrica, da raggiungere entro il 2020, fissato al 10 per cento della capacità di produzione elettrica installata degli Stati membri, oggetto della seconda comunicazione in esame;
   promuovere ulteriori investimenti nella generazione, nelle reti e nell'efficienza energetica, stimati in circa 200 miliardi di euro l'anno per il prossimo decennio, avvalendosi degli strumenti finanziari europei esistenti, in primo luogo, la BEI, il meccanismo per collegare l'Europa e i finanziamenti a titolo dei fondi strutturali e d'investimento europei nonché il Fondo europeo per gli investimenti strategici;
   assicurare la piena attuazione da parte degli Stati membri della normativa esistente, in particolare, il 3o pacchetto sul mercato interno dell'energia, soprattutto per quanto riguarda la separazione (unbundling) e l'indipendenza dei regolatori;
   potenziare le funzioni e l'indipendenza dell'ACER (Agenzia per la cooperazione fra i regolatori nazionali dell'energia) per consentirle di svolgere funzioni di regolamentazione a livello europeo;
   elaborare una proposta legislativa volta a riconfigurare il mercato dell'energia elettrica integrando il commercio all'ingrosso e al dettaglio;
   assicurare una maggiore trasparenza nella composizione dei costi e dei prezzi dell'energia, predisponendo un monitoraggio e una rendicontazione periodici e dettagliati, Pag. 151anche per quanto riguarda gli impatti dei costi e dei prezzi dell'energia sulla competitività;
   sostenere la diffusione dei contatori intelligenti a livello nazionale e incoraggiare l'ulteriore sviluppo di apparecchiature e reti intelligenti, per premiare l'uso flessibile dell'energia, attraverso sinergie tra l'Unione dell'energia e l'agenda per il mercato unico digitale;
   intervenire sui meccanismi di regolazione nazionali, superando, anche se gradualmente, gli attuali regimi di sostegno e di formazione dei prezzi, frammentari e scoordinati tra loro. In particolare, la Commissione intende superare gradualmente le tariffe regolamentate che, limitando lo sviluppo di una concorrenza effettiva e scoraggiando gli investimenti e l'emergere di operatori di mercato nuovi, finiscono per nuocere alle classi più deboli di consumatori per i quali erano state introdotte. Al posto dei prezzi regolamentati, gli Stati membri dovrebbero introdurre un meccanismo di tutela dei consumatori vulnerabili per mantenere bassi i costi complessivi e limitare le distorsioni derivanti dai prezzi regolamentati.

  Il terzo grande obiettivo della Strategia concerne l'efficienza energetica, che viene equiparata ad una vera e propria fonte di energia, pari al valore dell'energia risparmiata. La Commissione intende anzitutto fornire una cornice organica entro la quale possano inquadrarsi le molte misure già in atto in questo ambito a livello locale, regionale e nazionale nonché intervenire nei settori che ancora presentano larghi margini di miglioramento, quali l'edilizia e i trasporti.
  In particolare, nel settore dell'edilizia, il riscaldamento e l'aria condizionata rappresentano insieme la principale fonte di domanda energetica in Europa, assorbendo la maggior parte delle importazioni di gas. Ad avviso della Commissione, il teleriscaldamento e il teleraffreddamento offrono pertanto un enorme potenziale ancora non sfruttato di miglioramenti di efficienza che sarà oggetto di una specifica strategia. Anche in questo caso, è fondamentale favorire gli investimenti, facendo un più ampio ricorso agli strumenti finanziari esistenti o attraverso nuovi modelli di finanziamento basati sul principio dell'aggregazione di più progetti in programmi più vasti, capaci di ridurre i costi delle transazioni e di attirare il settore privato su vasta scala. La Commissione enfatizza inoltre il ruolo che possono avere le iniziative già in atto delle «Città e comunità intelligenti» e del Patto dei sindaci.
  Con riguardo al settore dei trasporti – che rappresenta più del 30 per cento del consumo finale di energia in Europa e che dipende ancora in ampissima misura dai prodotti petroliferi – il risparmio di energia può derivare, ad avviso della Commissione, da:
   un inasprimento delle norme sulle emissioni di CO2 delle autovetture e dei furgoni dopo il 2020, e dall'introduzione di misure volte a migliorare l'efficienza energetica e ridurre le emissioni di CO2 dei veicoli pesanti e degli autobus nonché dalla promozione di una migliore gestione del traffico;
   dall'utilizzo di sistemi di tariffazione stradale sulla base dei principi «chi usa paga» e «chi inquina paga» e dall'eliminazione degli ostacoli alle modalità di trasporto che producono meno emissioni di gas a effetto serra, quali il trasporto ferroviario, marittimo e le vie navigabili interne;
   da una maggiore diffusione dei carburanti alternativi e dalla elettrificazione, per promuovere la quale occorre una rapida realizzazione delle infrastrutture necessarie, quali le stazioni di rifornimento e ricarica.

  Il quarto grande obiettivo della strategia risiede nella decarbonizzazione dell'economia, per il quale sono identificati due grandi pilastri: l'adeguato funzionamento del sistema di scambio di quote di emissione dell'UE (ETS) e la promozione delle energie rinnovabili.Pag. 152
  Con riguardo al primo aspetto, la Commissione ricorda che negli ultimi anni, per effetto della crisi economica che ha determinato una riduzione delle emissioni, si è prodotta un'eccedenza di quote che, nel breve termine, rischia di compromettere il corretto funzionamento del mercato del carbonio e, a lungo termine, potrebbe influire sulla capacità del sistema ETS. La Commissione ha presentato pertanto una proposta legislativa volta a istituire una riserva stabilità del mercato all'inizio del prossimo periodo di scambio, nel 2021. L'obiettivo ultimo è quello di assicurare un prezzo significativo per le emissioni di CO2 in grado di incentivare riduzioni, efficienti sotto il profilo dei costi, delle emissioni di gas a effetto serra, incoraggiando la diffusione delle energie rinnovabili e di altre tecnologie a basse emissioni di CO2 ed elevata efficienza energetica.
  Con riguardo alla promozione delle energie rinnovabili, la Strategia prospetta diversi interventi:
   l'introduzione di dispositivi basati sul mercato, che tengano conto delle carenze del mercato stesso e garantiscano l'efficacia in termini di costi, evitando sovracompensazioni e distorsioni;
   un quadro di investimenti stabile, che ad attragga gli investimenti di grandi fondi internazionali;
   la cooperazione e la convergenza dei regimi di sostegno nazionali a favore di una maggiore apertura transfrontaliera;
   l'investimento in combustibili alternativi avanzati e sostenibili, nella bioenergia sull'ambiente, nell'uso del suolo e nella produzione alimentare.

  L'ultimo grande obiettivo della Strategia attiene a ricerca, innovazione e competitività. La Commissione propone anche in questo ambito molteplici misure:
   una nuova strategia per la ricerca e l'innovazione soprattutto nel campo delle tecnologie rinnovabili e delle soluzioni di stoccaggio;
   l'utilizzo prioritario dei finanziamenti del programma Orizzonte 2020, per lo sviluppo della prossima generazione di tecnologie delle energie rinnovabili, di sistemi energetici efficienti, di sistemi di trasporto più sostenibili, della cattura e lo stoccaggio del carbonio (CCS) e della cattura e del consumo del carbonio (CCU) per i settori dell'energia e dell'industria, nonché per l'energia nucleare, con particolare riferimento agli aspetti della sicurezza, della gestione dei rifiuti e della non proliferazione;
   una avanzata politica industriale basata sulla stretta collaborazione fra la ricerca, l'industria, il settore finanziario e le autorità pubbliche;
   l'utilizzo effettivo degli strumenti della politica commerciale dell'UE al fine di migliorare l'accesso ai mercati esteri per le tecnologie e i servizi connessi all'Unione dell'energia nonché per proteggere il mercato dell'UE dalle pratiche commerciali sleali e sostenere altri paesi nell'istituzione di sistemi energetici moderni e sostenibili;
   l'istituzione di nuovi percorsi di formazione professionale o la modifica di quello esistenti per corrispondere alle nuove esigenze delle imprese e fornire alle persone solide competenze in materia.

  La seconda comunicazione in esame, relativa all'obiettivo del 10 per cento di interconnessione elettrica entro il 2020 si fonda sul presupposto che una rete energetica europea interconnessa è indispensabile per garantire la sicurezza energetica, rafforzare la concorrenza sul mercato interno, rendendo i prezzi più competitivi, e favorire il conseguimento degli obiettivi che l'Unione europea si è impegnata a raggiungere in materia di decarbonizzazione e politica climatica.
  La comunicazione ricorda che dodici Stati membri, tra cui l'Italia (con il 7 per cento), risultano al di sotto dell'obiettivo del 10 per cento di interconnessione, restando isolati dal resto della rete. Pertanto, la comunicazione propone di stimolare Pag. 153gli investimenti, anche alla luce della ripresa economica in atto, necessari alle interconnessioni. Secondo le stime della Commissione, da oggi al 2020 per i progetti legati all'energia elettrica saranno necessari circa 105 miliardi di euro, di cui circa 35 miliardi per le interconnessioni necessarie per il conseguimento dell'obiettivo del 10 per cento in tutta l'UE; è indispensabile pertanto il pieno utilizzo degli strumenti finanziari disponibili, cioè del Meccanismo per collegare l'Europa, dei fondi strutturali e d'investimento europei e del Fondo europeo per gli investimenti strategici nonché il ricorso a strumenti finanziari, come le obbligazioni per il finanziamento di progetti già utilizzate in via sperimentale durante la fase pilota nel 2012-2013.
  La terza comunicazione in esame concerne, come già ricordato in premessa, la preparazione della Conferenza delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici che si svolgerà a Parigi nel dicembre 2015. Tale Conferenza dovrà, dando seguito a quella tenutasi a Lima lo scorso dicembre che ha segnato il successo dell'azione diplomatica dell'Unione europea, definire un accordo che stabilisca obiettivi più ambiziosi e impegnativi per tutti i Paesi coinvolti.
  La comunicazione prospetta, anzitutto, gli obiettivi dell'azione negoziale dell'Unione in vista della Conferenza:
   la necessità che la Conferenza raggiunga un accordo in forma di un protocollo alla Convenzione quadro delle Nazioni Unite sui cambiamenti climatici, che entrerebbe in vigore una volta ratificato dai paesi che rappresentano l'80 per cento delle emissioni globali;
   l'assunzione da parte dalle Parti contraenti di obblighi tali da ridurre le emissioni mondiali di almeno il 60 per cento entro il 2050 rispetto ai livelli del 2010. Se non fosse possibile raggiungere questo obiettivo, ad avviso della Commissione occorrerebbe stilare un programma di lavoro, da avviare nel 2016 in stretta collaborazione con il Fondo verde per il clima, per individuare altre misure di riduzione delle emissioni;
   il coinvolgimento, al fine di raggiungere gli obiettivi richiamati, dei settori dell'aviazione civile e dei trasporti marittimi.

  La comunicazione è accompagnata da un piano d'azione diplomatico in materia di clima, elaborato congiuntamente dal servizio europeo per l'azione esterna e dalla Commissione.
  Osserva in conclusione che l'esame del pacchetto, alla luce della complessità e delicatezza delle implicazioni che esso comporta, non soltanto per la politica energetica e ambientale ma per lo stesso modello di crescita dell'Unione, richiede un adeguato approfondimento attraverso attività conoscitive.
  A questo scopo, si potrebbe verificare la possibilità di svolgere una serie di audizioni congiuntamente alle Commissioni Ambiente e Attività produttive, competenti in sede primaria.

  Adriana GALGANO (SCpI) sottolinea l'importanza degli atti in esame e richiama l'attenzione dei colleghi sulla necessità di approfondire il tema delle interconnessione, anche con riferimento ai progetti nei quali l'Italia svolge un ruolo di rilievo.

  Rocco BUTTIGLIONE (AP) sottolinea l'importanza delle Comunicazioni, che affrontano temi decisivi per il futuro del Paese e rispetto ai quali è particolarmente opportuno un esame in fase ascendente.
  Riterrebbe di particolare utilità, nell'ambito degli approfondimenti istruttori, poter svolgere una audizione dei produttori di gas liquido.

  Chiara SCUVERA (PD), relatrice, ricorda che gli atti sono assegnati in sede primaria alle Commissioni riunite Ambiente e Attività produttive, insieme alle quali auspica possano essere svolte le attività istruttorie, anche al fine di favorire un incrocio di competenze, in un approccio Pag. 154trasversale volto a definire strategie di sviluppo efficaci.

  Michele BORDO, presidente, nessun altro chiedendo di intervenire, rinvia il seguito dell'esame ad altra seduta.

  La seduta termina alle 15.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 15.50 alle 15.55.

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