CAMERA DEI DEPUTATI
Mercoledì 4 marzo 2015
400.
XVII LEGISLATURA
BOLLETTINO
DELLE GIUNTE E DELLE COMMISSIONI PARLAMENTARI
Lavoro pubblico e privato (XI)
COMUNICATO
Pag. 119

COMITATO RISTRETTO

  Mercoledì 4 marzo 2015.

Disposizioni in materia di cumulabilità dei trattamenti pensionistici di reversibilità.
C. 168 Bobba, C. 228 Fedriga, C. 1066 Rostellato e C. 2330 Tinagli.

  Il Comitato ristretto si è riunito dalle 14.10 alle 14.35.

ATTI DELL'UNIONE EUROPEA

  Mercoledì 4 marzo 2015. — Presidenza del presidente Cesare DAMIANO. — Interviene il sottosegretario di Stato per il lavoro e le politiche sociali Massimo Cassano.

  La seduta comincia alle 14.35.

Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio che modifica il regolamento (UE) n. 1304/2013 del Parlamento europeo e del Consiglio relativo al Fondo sociale europeo, per quanto riguarda un aumento del prefinanziamento iniziale versato a programmi operativi sostenuti dall'iniziativa a favore dell'occupazione giovanile (COM(2015)46 final).
(Esame ai sensi dell'articolo 127, comma 1, del Regolamento, e rinvio).

  La Commissione inizia l'esame della proposta di regolamento.

  Monica GREGORI (PD), relatrice, osserva che l'esame della proposta di regolamento all'ordine del giorno costituisce un'utile occasione per fare il punto su una delle iniziative più significative adottate dalle istituzioni europee per contrastare le ricadute, sul piano economico e sociale, della grave crisi che si è aperta nel 2008 e di cui soltanto recentemente si ravvisano i primi segnali di superamento. Nel segnalare l'esigenza di adottare politiche più incisive a livello europeo e nazionale, richiama Pag. 120la necessità di individuare efficaci misure volte a contrastare la disoccupazione dei giovani tra i 15 e i 24 anni e a promuovere la formazione, l'istruzione e l'occupazione di qualità tra i cittadini più giovani. Ricorda, infatti, che a seguito dell'esplosione della crisi il tasso di disoccupazione giovanile è cresciuto rapidamente e in misura rilevantissima in quasi tutti i paesi europei. Nell'area euro il fenomeno ha registrato un andamento ancora più marcato, peraltro con differenze notevoli da Paese a Paese. Infatti, se la disoccupazione giovanile si attestava nell'Unione europea a ventotto Stati al 21,4 per cento nel 2014, con un non irrilevante miglioramento rispetto all'anno precedente, nell'area euro il dato risultava pari al 23 per cento e il miglioramento rispetto all'anno precedente era meno sensibile. Allo stesso tempo, in Spagna il tasso di disoccupazione giovanile risultava comunque superiore al 55 per cento; in Italia intorno al 40 per cento; in Francia oltre il 24 per cento, mentre in Germania il tasso era pari a poco più del 7 per cento.
  Rileva che la crisi economica ha posto, dunque, l'Europa di fronte a un problema che non ha soltanto dimensioni economiche ma anche chiari riflessi sociali e culturali: una quota troppo elevata di giovani nel nostro continente non nutre speranze nella possibilità di realizzarsi e di emanciparsi economicamente. Si tratta di un segnale grave che, a suo avviso, mina fortemente le prospettive di ripresa dell'economia europea. Questo è il motivo per cui le istituzioni europee, anche su sollecitazione dei Paesi, fra cui l'Italia, più colpiti, ha deciso di attivare risorse consistenti a favore di interventi volti a promuovere l'occupazione e la formazione giovanile. Fa notare che tali risorse, che ammontano complessivamente a 6,4 miliardi di euro, sono state individuate a valere sul Fondo sociale europeo per la realizzazione della Garanzia per i giovani (Youth guarantee); altri 3 miliardi di euro sono stati assegnati a misure volte specificamente a promuovere l'occupazione giovanile (Youth employment initiative). Fa presente che la Garanzia per i giovani è specificamente rivolta a giovani disoccupati e NEET negli Stati membri il cui tasso di disoccupazione giovanile si colloca al di sopra del 25 per cento, ivi compreso, pertanto, il nostro Paese. Osserva che la gravità della situazione ha indotto le istituzioni europee a concentrare nei primi due anni del periodo di programmazione (vale a dire il 2014 e il 2015) la possibilità di impegnare larga parte delle risorse stanziate. In particolare, evidenzia che nel nostro paese il programma Garanzia per i giovani si è tradotto nell'adozione di un piano nazionale con uno stanziamento complessivo di oltre 1.500 milioni di euro, di cui 567 dall'iniziativa per l'occupazione giovanile, altrettanti a valere del fondo sociale europeo e 379 di cofinanziamento nazionale. Fa presente che le risorse complessivamente disponibili sono state poi ripartite tra le diverse regioni sulla base della percentuale dei disoccupati al di sotto del 25 anni; la quota più significativa è stata assegnata alla Campania (13,6 per cento) e, a seguire, alla Sicilia, alla Lombardia e al Lazio. Osserva che il percorso di attuazione ha poi previsto la stipula di apposite convenzioni tra il Ministero del lavoro e le diverse amministrazioni regionali: le risorse sono infatti gestite in larga parte direttamente dalle regioni. Fa presente che nella documentazione appositamente predisposta dagli uffici si dà conto della distribuzione tra le diverse finalità delle risorse assegnate, osservando in ogni caso che l'andamento complessivo non appare confortante. L'orizzontalità nell'applicazione dell'intervento pubblico in materia di ripresa occupazionale è elemento fondamentale sottolineato più volte dagli organismi internazionali ed europei. Questo significa che i driver della crescita possono essere efficaci solo se, da un lato, tutte le autorità pubbliche coinvolte li applicano in maniera omogenea e, dall'altro, vi è la necessità di elaborare interventi legislativi multidisciplinare sulla ricerca, sull'innovazione, sull'impresa e sulla certezza e rapidità del diritto. In ambito di job placement occorrerebbe rafforzare il coinvolgimento delle università, delle scuole primarie e secondarie, con particolare Pag. 121attenzione a quelle professionali, attivando specifici protocolli d'intesa che impegnino queste istituzioni ad un maggior ruolo all'interno della Garanzia giovani. Ritiene che proprio questo elemento debba indurre a qualche riflessione a proposito della proposta di regolamento all'ordine del giorno. Fa presente, infatti, che essa mira infatti a rafforzare ulteriormente l'effetto leva delle misure già vigenti attraverso un aumento della quota di prefinanziamento iniziale inerente il Fondo sociale europeo, in affiancamento alle misure per la crescita stabilite dal nuovo Fondo Strategico per gli Investimenti. Attualmente, il livello di prefinanziamento, versato all'atto dell'adozione del programma operativo, è stabilito nell'1 per cento del contributo a carico dell'Unione europea. I successivi finanziamenti (i cosiddetti pagamenti intermedi) vengono effettuati in base alla certificazione presentata. Osserva che la proposta di regolamento, intervenendo a parziale modifica della disciplina vigente (il regolamento n. 1304 del 2013), aumenta dall'1 al 30 per cento la quota di prefinanziamento iniziale per il 2015. Allo stesso tempo, si prevede tuttavia a carico degli Stati membri l'obbligo di rimborsare i prefinanziamenti supplementari qualora le richieste di pagamento intermedie, presentate nel 12 mesi successivi all'entrata in vigore del regolamento, non ammontino almeno al 50 per cento del prefinanziamento stesso. In sostanza, si incentiva, attraverso la quota di prefinanziamento, l'impegno rapido delle risorse a disposizione sanzionando i Paesi che non si dimostrano sufficientemente efficienti al riguardo. Questo è un tema cruciale per l'Italia. Rileva che nel caso dell'Italia, infatti, la quota di prefinanziamento passerebbe da poco più di 5 milioni ad oltre 150 milioni di euro. Si tratta, quindi, di una modifica assai significativa e di un'occasione importante che non può essere sprecata per promuovere l'occupazione o la formazione di giovani. Ciononostante, proprio i ritardi e le difficoltà che hanno contrassegnato nel nostro Paese l'attuazione della normativa sino ad ora adottata inducono a temere che si possa ripetere quanto già accaduto in numerose precedenti circostanze. Esemplare al riguardo è il caso delle risorse relative alle politiche di coesione nonostante che il nuovo ciclo di programmazione sia da tempo iniziato, il nostro paese deve ancora misurarsi con l'esigenza di affrettare l'impegno e il pagamento delle risorse relative alla programmazione precedente (2007-2013) per evitare il rischio di perdere un ammontare di risorse assai rilevante. Rileva che il recente accordo di partenariato stipulato tra il Governo italiano e la Commissione europea per la programmazione dei fondi comunitari 2014-2020 ha riconosciuto le priorità nazionali superando le varie criticità riscontrate nella programmazione precedente. Conseguentemente è possibile augurarsi un'attenzione specifica da parte delle istituzioni dell'Unione europea riguardo il tema specifico in oggetto. Nel caso della proposta di regolamento in esame, gli aspetti problematici che si possono ravvisare attengono in primo luogo alla tempistica di entrata in vigore del regolamento stesso il cui esame presso il Parlamento europeo non è ancora pervenuto ad una fase avanzata. Ciò induce a ritenere che ben difficilmente l'incremento della quota di prefinanziamento possa trovare attuazione prima della seconda metà dell'anno per cui anche l'effetto leva sperato difficilmente potrà verificarsi. Più in particolare, per quanto riguarda l'Italia, le carenze riscontrate (a partire dalla mancanza di strutture di coordinamento che ha pregiudicato la piena operatività del piano nazionale in molte regioni e il sostanziale blocco dei partenariati con le parti sociali, ma anche la disomogeneità dei vari piani regionali), potrebbero impedire, di fatto, la fruizione del vantaggio costituito dall'aumento della quota di prefinanziamento. Rileva che il risultato che si potrebbe produrre è che non essendo in condizione di conseguire almeno il 50 per cento di pagamenti intermedi nei 12 mesi conseguenti all'entrata in vigore del regolamento, il nostro Paese si vedrebbe costretto a rimborsare il prefinanziamento ricevuto. In altri termini, potrebbe determinarsi Pag. 122la situazione paradossale per cui l'Italia, pur essendo tra i paesi membri che più degli altri hanno bisogno di queste misure di cui ha giustamente promosso l'adozione, potrebbe trovarsi nelle condizioni di non potersene avvalere. Occorre quindi operare un'attenta valutazione in sede di parere presto questa Commissione, a partire dalla soglia del 50 per cento dei pagamenti intermedi, riflettendo sulla necessità di una sua eventuale modifica in sede europea. Più in generale, tali elementi di criticità riscontrati inducono a ritenere opportuna una costante partecipazione italiana durante tutto l’iter legislativo di approvazione della presente proposta di regolamento per intervenire in anticipo sulla base delle migliori indicazioni disponibili. Pertanto, prima di pervenire all'espressione di una valutazione positiva sui contenuti della proposta di regolamento, occorre procedere a una rapida istruttoria per acquisire utili elementi di valutazione e di informazione sullo stato di attuazione del piano nazionale e sulle concrete possibilità che le misure più favorevoli previste dalla proposta di regolamento all'ordine del giorno possano essere tempestivamente attivate, in particolare nelle regioni che registrano il più alto tasso di disoccupazione giovanile. Inoltre, fa notare che, a quanto risulta, il Governo ha segnalato la proposta in esame il 17 febbraio 2015 ma non ha inviato al Parlamento la relazione prevista dall'articolo 6 della legge n. 234 del 2012. Ritiene che sia opportuno, ai fini di un corretto e puntuale intervento italiano nella procedura legislativa, che il Governo provveda a inviare al più presto tale relazione, anche ai fini della presente istruttoria parlamentare. Ritiene in ogni caso importante un confronto su questi temi con il Ministero del lavoro e delle politiche sociali prima dell'espressione della posizione della Commissione sull'atto in esame.

  Antonio PLACIDO (SEL), condividendo le osservazioni testé svolte dalla relatrice, chiede al Governo delucidazioni circa l'invio della relazione prevista dall'articolo 6 della legge n. 234 del 2012, auspicando che tale trasmissione possa avvenire in tempi ragionevoli.

  Il sottosegretario Massimo CASSANO fa presente che il Governo si impegna a fornire celermente ogni utile elemento di valutazione, al fine di mettere la Commissione nelle condizioni di svolgere la propria istruttoria parlamentare nel miglior modo possibile.

  Monica GREGORI (PD), relatrice, ritiene che tale adempimento da parte del Governo sia importante ai fini della prosecuzione dell’iter.

  Cesare DAMIANO, presidente, auspicato che sul provvedimento in esame si possa svolgere un'attenta riflessione, soprattutto alla luce delle criticità rilevate dalla relatrice in ordine al potenziale rischio di un rimborso dei prefinanziamenti da parte dell'Italia, rinvia il seguito dell'esame della proposta ad altra seduta.

  La seduta termina alle 14.50.

UFFICIO DI PRESIDENZA INTEGRATO DAI RAPPRESENTANTI DEI GRUPPI

  Mercoledì 4 marzo 2015.

  L'ufficio di presidenza si è riunito dalle 14.50 alle 15.